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Autore: Jolene    13/03/2006    4 recensioni
Questa è destinata a diventare una ff piuttosto ingarbugliata... è nata da un pomeriggio di nullafacenza stravaccata sul divano (avrei dovuto studiare fisica...^__^) spero che vi piaccia, commentate...
Genere: Azione, Thriller, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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L’orologio segnava le nove e venti a San Antonio, Texas.

Il temporale infuriava più che mai.

Si sentiva il mare ruggire dalla spiaggia.

Una figura solitaria percorreva Walzer street.

La rossa, appostata ad un angolo della via, l’osservava attenta ad ogni minimo movimento.

Era un uomo attorno ai quarant’anni, con un impermeabile verde ed una borsa di pelle in stile professionale.

Continuava a guardarsi intorno come se temesse qualcuno, o qualcosa. La rossa guardò nel binocolo.

Sulla valigetta c’erano incise due iniziali.

La rossa riconobbe la grafia. S.M.

Quella puttana l’avrebbe pagata per quello che aveva fatto.

Estrasse la sua colt 25 e corse verso di lui.

L’uomo si accorse appena di essere inseguito, che cadde a terra con un’espressione stupita in faccia e una pallottola infilata nella nuca.

Nemmeno un paf. Silenziatore di ultima generazione.

La rossa gli sfilò la valigetta dalle mani e l’aprì.

C’erano un mucchio di fogli: contratto di possesso degli immobili, firma della società Nibasaka, finanziamenti della missione.

Cacciò dalla tasca il coltellino e lo piantò nella valigetta.

Strappò la copertura, c’erano dollari dappertutto.

Incastrò tutto nello zaino e si calò l’impermeabile sulla testa fradicia.

-Buonanotte baby-.

Driin driin driinn

- Cazzo, stò dormendo-

Driiin driin driin

- Dannazione!-

Sophie Melignant aveva passato una nottataccia.

Non aveva chiuso occhio per tutta la notte, e alle cinque del pomeriggio aveva trovato di nuovo il sonno.

Aveva lavorato per tutta la notte su quelle scartoffie, testimonianze, su come evitare certi impacci, finchè ecco che qualcuno la costringeva ad alzarsi controvoglia.

Allungò la mano verso il cordless, abbandonato sul comodino.

- Qui est là?-

- Moi je suis quelle prostituèe de ta soeur. Ciao stronza, come và?-

- Cerchi rogne, B?-

- No, cercavo te veramente-

- Che vuoi?-

- Voglio parlare con te faccia a faccia-

- Sì? Mi dispiace ma al momento sono a Taiwan per una faccenda piuttosto complicata da sbrogliare. Non so quando ce la faccio a sbrigarmela-

- Non dire merdate alla rossa. Tu adesso sei comodamente stesa sulle lenzuola di seta della tua suite numero diciotto al terzo piano dell’ Angeles Hotel.-

- Eppure ti facevo più ingenua.. certo, per i tuoi diciannove anni sei bella tosta. Ah, preferirei che la smettessi con queste espressioni da popolo dei sobborghi-

- Io sono del popolo, tu sei aristocratica. Apri la porta.-

Sophie scese dal letto a piedi scalzi camminando sulla moquette, fino alla porta. Sollevò lo spioncino. La rossa sollevò il dito medio verso di lei.

- Ce la fai ad aprire o devo chiamare i pompieri?-

La porta si aprì. La rossa scaraventò Sophie a terra in un lampo e le torse il piede.

- Volevi fregarmi, ah?-

- No qui je ne..-

- E non parlare in francese!-

- Io volevo solo creare un accordo con lui. Non sapevo se potessi fidarmi del tutto di te.. dopotutto sei sempre sua figlia.. lascia il mio piede, ti prego!-

La rossa mollò la presa con uno strattone e la guardò fissa negli occhi con aria di sfida.

- Non me ne frega niente che tu non ti senti sicura, ma se fai di nuovo una cazzata del genere ti taglio tutte e due le gambe-

- Non lo farò-

- Brava, così devi fare. E adesso prima che me ne vada ti dico una cosa: io voglio che muoia quanto lo vuoi tu. Mio padre.. io lo amavo davvero, e lei me l’ha tolto dalle braccia.

Non ha tenuto minimamente conto dei miei sentimenti. Per lei è importante solo quello che le riguarda. È piombata nella mia vita e ha distrutto tutto quanto.

Non si è mai curata davvero di me, se non per quel breve periodo d’ebbrezza dopo averlo ucciso.

Io voglio vendetta per Bill-

  
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