Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: MissCherie    02/07/2011    2 recensioni
Lui era così bello in quel momento , così vicino che potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra che pizzicavano frementi di un contatto più intimo , così silenzioso che faceva rendere quel momento magico [...] Lo guardai negli occhi cercando di scovare un segno di pentimento , ma invece lessi solo .. desiderio e quella cosa mi fece talmente scombussolare che decisi di colmare quelle distanze poggiando le mie labbra sulle sue che risposero al contatto baciandomi a sua volta . Era ustione , era smania , era desiderio ...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic Capitolo 10

Un'altra cosa è che non importa quanto tu possa amare una persona: ti tirerai indietro quando il suo sangue ti scorre troppo vicino
-Chuck Palahniuk-

 
Lunedì Mattina

Come ogni mattina facevo colazione, mi lavavo, mi vestivo e poi uscivo di casa con il muso a terra. Sembrava strano , ma questo era proprio il comportamento di ogni ragazza su questa Terra. Alcune volte mi domandavo “ Perché non chiudere la scuola e far star bene tutti? “ e mia madre mi rispondeva perentoria che la scuola era un bene e che lo sarebbe stato per il mio futuro. Oh, ma andiamo! Cinque dannatissime ore seduta su quel banco , con quelle sedie di legno che ti facevano venire un mal di sedere già dalle 8 e 30 di mattina e con professoresse altamente antipatiche e compagni cavernicoli … Si, avrei fatto a meno di andare a scuola! Eppure alcune volte mi mettevo a riflettere e pensavo al mio futuro, a cosa avrei fatto da grande e mi ritrovavo un gran vuoto davanti  a me. E capivo che dopotutto quel vuoto non veniva colmato da feste e amici, ma da un buono studio e da una buona preparazione per quel mondo che tutti chiamano degli adulti. A differenza dei miei 17 anni, ancora mi sentivo una specie di bambina che aveva voglia di divertirsi senza regole. Ma la libertà doveva essere regalata , non potevamo prendercela così con uno schiocco di dita. Da bambina era tutto diverso, avevi voglia di giocare e non di ubriacarti, voglia di mangiare fino a svenire e non di stare a dieta per paura dei commenti dei tuoi compagni , ma soprattutto da bambina avevamo una così gran voglia di essere grandi , eppure io ora ero grande e mi lamentavo della mia vita. Mi lamentavo di avere una madre assente, un padre che non c’era più, mi lamentavo di avere un cuore che stava impazzendo per amore. Ma ero sempre io e gli sbagli erano i miei e non di qualcun altro.

<< Tesoro! La borsa! >> mi urlò mia madre dalla cucina dove si sentiva l’odorino di pancake appena sfornati. Da bambina li adoravo e facevo a gara con mio cugino Alex su chi li mangiasse di più in un minuto. Effettivamente io non avevo mai vinto, avevo sempre avuto lo stomaco chiuso e troppo schizzinoso. D’altronde non vi preoccupate. Adoravo il McDonald’s ! Come detto da mia madre, presi lo zaino dal divano e dopo aver agguantato in bocca uno di quei soffici pancake , uscì di casa e mi incamminai verso la fermata dell’autobus con le cuffie all’orecchie. La musica era sempre presente nei momenti dove non facevo niente, mi tranquillizzava come una volta mi tranquillizzavano i passi di danza. Sospirai e proprio in quel momento vidi arrivare il Bus che si fermò davanti a me e così salì, salutando come sempre il mio amico Gerry , l’autista dell’autobus nonché amico di famiglia. Appena scorsi una testolina bionda capì che non era sola, ma in dolce compagnia. Anzi, rettifico. In focosa compagnia! Mi schiarì la voce e Judith si staccò dal mio amico Simon arrossendo lievemente mentre lui sorrideva felice. Oh, giusto! Sabato sera  questi due si erano messi insieme, finalmente, e da quel momento non si riuscivano più a staccarsi. Avete presente l’Attack ? B’è tipo quello … .  

<< Ari! Ecco noi … >> incominciò a balbettare Judith, ma io la fermai .

<< Si, si vi stavate baciando ed io vi ho interrotti >> dissi e poi rivolsi la mia attenzione al mio amico che continuava a sorridere come un deficiente : << Tu come mai stai su questo autobus? Non vieni in motorino? >> lo attaccai puntandogli il dito contro e lui tossicchiò grattandosi la nuca imbarazzato. Aggrottai le sopracciglia.

<< Ecco vedi .. le ho promesso che sarei sempre stato con lei e .. >>

<< Ok! Ho capito Cullen >> risposi e sentì la mia amica ridacchiare per aver affibbiato quel soprannome al suo ragazzo. Già, ragazzo … che cosa strana. Judith non si era mai interessata a loro veramente , diceva che aspettava il suo principe azzurro e che degli altri presuntuosi non gliene sarebbe importato niente. Eppure Simon non era un ragazzo in calzamaglia. Ma al cuore non si comandava e … Basta pensare  a lui, pensare a questo sentimento nascosto che ormai per me non lo era più! Dio, mi stavo riducendo ad una frittata per lui! E solo per quel bacio! Non facevo che pensarlo ogni santissimo giorno, lo sognavo la notte , ogni cosa che dicevano i miei amici mi faceva pensare a lui, al suo bacio, ai suoi occhi e a quel cazzo di sorriso che mi annebbiava la mente.

<< Ari? Stai bene? >> mi disse preoccupata Judith vedendo la mia faccia cadaverica e i miei occhi spaesati.

<< Si sto bene … >> sussurrai e mi appoggiai completamente allo schienale del sedile sospirando. Non andava bene, affatto … Già  questa mattina presto avevo sentito il mio cuore incominciare a battere furioso come una macchinetta solo per il pensiero di vederlo. Non sapevo che mi avrebbe detto dopo quella mia reazione , non sapevo se avrebbe accennato a quello che era successo … e questo non sapere mi stava portando allo sfinimento. Certo, avevo passato una bella domenica in compagnia di Judith , Alice e Simon , ma quando quella mattina ero entrata in cucina .. avevo rivisto tutta la scena, avevo risentito le sue labbra sulle mie e quella forte emozione che mi aveva fatto provare. Stavo male , questo era certo … ma non è che stavo male per amore?

<< Nana , sei innamorata! >> sbottò d’un tratto Simon dopo avermi fissata a lungo con le ciglia aggrottate , ma che ora svettavano sulla sua fronte orgogliose . Judith gli diede una gomitata nello stomaco per farlo stare zitto visto che ormai sapeva che non doveva trattare in alcun modo … quell’argomento.

<< Non sono innamorata! >> dissi esasperata e decisa capendo perfettamente quanto erano vere quelle parole.

Ma a chi vuoi darla a bere, è?

A te , stupida coscienza e stupido cuore che mi ritrovavo! Perché non mi piaceva Danny? Tutto sarebbe stato più semplice eppure non era stato lui a rubarmi il cuore , bensì Andrea con quel suo modo dolce e presuntuoso e arrogante .

<< Se,se! Lo vedremo tra una settimana! >> sbottò di nuovo Simon guadagnandosi un’altra gomitata dalla sua ragazza che scoppiò a ridere vedendo il mio amico sporgere il labbro inferiore per chiedere pietà. Quanto erano carini insieme … Sospirai e alzai tutto il volume dell’audio cercando di non disturbare quei due che sembravano felice come pochi …

***

Erano già passate due ore e già non vedevo l’ora di uscire da quella scuola. Mi sentivo in imbarazzo a causa delle occhiate del mio vicino di banco troppo lunghe e soprattutto non avevo minimamente aperto bocca dalla prima ora. Non che lui lo aveva fatto, intendiamoci! Si era messo a sedere come sempre e qualche volta lo avevo visto intento a fissarmi ed io ero arrossita ovviamente. Non riuscivo a concentrarmi sulla lezione perché sentire i suoi occhi scrutarmi, le sue labbra a così pochi passi da me .. mi mandava in bestia. Ari, non era nemmeno il tuo ragazzo! Lo sapevo e per certo ,e in alcuni momenti quella cosa mi pesava. Non poter dire a nessuno quello che stavo passando se non ai miei più cari amici, ma soprattutto non dirlo a Mariah perché sapevo per certa che non mi avrebbe perdonata . Sospirando mi portai una penna alle labbra e incominciai a mordicchiarla , se non facevo qualcosa durante le lezioni non riuscivo a concentrarmi . Improvvisamente Andrea alzò di scatto la mano ricevendo l’attenzione delle professoressa che lo guardò con un sopracciglio alzato.

<< Posso andare in bagno? >> disse agitato e io mi mordicchiai il labbro per non scoppiare a ridere. Dio, i maschi quando dovevano fare i propri bisogni erano davvero incorreggibili! Vidi la prof annuire e il ragazzo si catapultò letteralmente fuori dalla classe e vidi Mariah sospirare e ridacchiare con la sua nuova compagna di banco. Ovviamente non stava più vicina a Judith dopo quello che era successo e la mia amica si era dovuta trasferire proprio davanti a me e in quel momento si girò con uno strano sorrisetto ad imperlarle le labbra.

<< Secondo me dovresti andare da lui … >> mi bisbigliò ed io spalancai gli occhi. Era pazza?! Mi sporsi sul banco .

<< Non ci penso minimamente! >> sbottai e vidi la prof trucidarmi con lo sguardo. Odiosa … meglio non dirlo! Judith ridacchiò piano e poi si rigirò e si mise a scrivere un bigliettino per poi passarmelo.

Secondo me dovresti … vi dovete chiarire! “

Non in un bagno! “

“ Oh, si in un bagno cara! Non c’è nessuno e poi sta per suonare la campanella “ E dopo quest’ultima affermazione della mia amica , sbuffando, alzai la mano chiedendo alla professoressa di andare in bagno e poi uscì dalla classe sentendo gli occhi di Mariah bruciarmi sulla schiena. Appena chiusi la porta incominciai a sentire il cuore battere furioso. Io e lui da soli … in un bagno . No , no zitta Arianna! Dovete solamente parlare!

<< E tu che ci fai qui? >> sentì proprio la sua voce dietro di me e mi girai lentamente trattenendo il respiro. Subito i suoi occhi incontrarono i miei e mi sentì sciogliere . Oddio e adesso questa da dove l’avevo tirata fuori?

<< Ehm … devo parlarti >> gli dissi tutto d’un fiato e lo vidi sorridere , eh no! Non mi guardare così! Spostai lo sguardo sulle sue labbra morbide e carnose e avrei tanto voluto andare lì e baciarlo per risentire il suo sapore sulle mie .

<< In un bagno? >> mi disse scettico ed io mi trattenni dal grugnire. Bene, Judith era una vera e propria esperta per i posti dove parlare! E meno male che anche io avevo detto che non volevo … Alzai gli occhi al cielo e prendendolo per la manica della felpa lo trascinai dentro al bagno delle femmine, chiudendo la porta e appoggiandomi proprio lì continuando a guardarlo. Mi sarei persa sempre nei suoi occhi, in quel capelli sbarazzini senza gel … e quando l’avevo visto quella mattina mentre rideva e scherzava con due ragazzi della mia classe , per poco non mi era preso un colpo. Mai mi ero accorta di quanto era bello anche nei piccoli particolari, soprattutto quando sorrideva e si formavano quelle adorabili fossette ai lati della bocca . E quella mattina era qualcosa di più … con quella felpa larga che lasciava desiderare quello che c’era sotto, i jeans a vita bassa stretti e le sue Adidas. Tutte le ragazze dell’istituto lo desideravano, eppure lui aveva baciato me e non la bellissima Giulia , me … tranne poi per il fatto che aveva baciato Mariah .

<< Parla >> mi incitò e estrasse dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di sigarette , portandosene poi una alla bocca accendendosela . Ora non era affatto il momento di fare pensieri osceni!

<< Per quello che è successo sabato sera io … >> mi interruppi vedendo che il ragazzo si era avvicinato di un passo .

<< Ari … ho capito. Siamo solo amici, niente di più. Per quanto mi sto frenando dall’impulso di venire lì e baciarti, non posso perché tu non lo vuoi. Non posso averti perché sarebbe solo una nottata di sesso e basta. Anche se siamo attratti fisicamente gli uni dagli altri non farò niente che tu non voglia. Amici e basta , ok? >> mi disse allungando la mano e guardandomi speranzoso con ancora  la sigaretta in bocca che piano piano si stava consumando. Volevo averlo come amico, no? Allora perché mi sentivo così male al solo pensiero di non poterlo più baciare né toccare?

Perché tu lo vuoi, anche se non lo ammetti … lo vuoi, vuoi il suo cuore, ma sai che ancora non puoi averlo …

Era maledettamente vero. Lo volevo, volevo tutto di lui eppure non potevo perché era proibito , non era mio ed io non ero sua . Alzai gli occhi nei suoi e sentì il mio cuore sussurrarmi di non lasciarlo perdere, di baciarlo e … e poi cosa? Lo aveva detto anche lui , sarebbe stata una nottata di sesso e basta ed io non volevo questo. Ma mi sentivo ormai così coinvolta da lui …

<< Ok , solo amici … >> dissi tutto d’un fiato ed il mio cuore crollò . Andrea annuì e dopo aver spento la sigaretta sgusciò fuori dal bagno , fuori dalla mia vita …

***

Lunedì pomeriggio

Non potevo credere di aver detto veramente quelle cose e soprattutto non credevo che Simon e Judith scoppiassero a ridere dopo avergli detto quello che era successo in bagno. E poi,dico io, che c’era da ridere?

<< Sai che ti sei buttata in un terreno minato , vero? >> mi disse Simon asciugandosi gli occhi e io lo guardai male, assottigliandoli.

<< E questo che vuol dire? >> sbottai appoggiandomi al tronco dell’albero inspirando mentre sentivo il calore del sole battere sulle mie braccia coperte dalla giacca termica celeste. Quel pomeriggio avevamo deciso di uscire un po’ tutti e tre insieme al parco del Paese. Fin da bambini ci trovavamo lì a parlare dei ragazzi, delle madri che ci sgridavano e delle professoresse isteriche. Era tipo un confessionale per noi, un posto di ritrovo .

<< Vuol dire che lui non reggerà la “cosa “ dell’amicizia >> disse mimando facendo con le mani il gesto delle virgolette. Prima che potessi rispondergli con una delle mie solite frasi
poco carine, il mio sguardo cadde improvvisamente su una coppia di ragazzi lì vicino . Allora la cosa dell’amicizia l’aveva presa bene … Un grandissimo dolore al petto mi pervase e mi strinsi nella giacca cercando di farlo smettere, ma non riuscivo a staccare gli occhi da loro due che ridevano e scherzavano e qualche volta si scambiavano teneri baci proprio come una coppia, proprio come due innamorati. Perché ovunque andavo lui doveva sempre tornare nei miei pensieri? Perché non se ne andava e non mi lasciava in pace? Non potevo farcela o almeno avrei sofferto in silenzio come avevo fatto fino ad’ora , eppure vederlo lì con la mia amica mi provocava qualcosa all’altezza dello stomaco come … gelosia . Possibile che ero gelosa?

Ovvio !

<< Ari .. smettila di guardarli >> mi intimò Judith toccandomi appena il braccio il quale scossi. Ero arrabbiata con me stessa per quel cavolo di sentimento non ricambiato e con lui che prima mi veniva a dire che mi voleva e poi andava a baciare e a fare il simpatico con altre. Stupida che mi ero illusa così tanto …

<< Io non ci capisco niente … >> sussurrai sbuffando ed era vero. Lui non lo capivo affatto e non mi capivo nemmeno io che continuavo ad andare dietro ad uno come lui.

<< Sapete che ad Aprile andiamo a fare una gita in Sardegna? >> disse tutto d’un botto Simon cambiando discorso. Evidentemente aveva capito che non era il caso di parlarne ancora … Così continuammo a chiacchierare di quella gita che i professori avevano intenzione di farci fare visto che avevano trovato un hotel a poco prezzo . Sarebbe stata una gita scolastica di una settimana ovviamente, ma i prof avevano detto che la sera e i pomeriggi potevamo uscire ed andare a divertirci. Perfetto, proprio un buon pretesto per incominciare una nuova vita e soprattutto incominciarla da ora … 

***

Lunedì sera

<< Mamma sono a casa! >> urlai mentre chiudevo il portone nell’abitazione buia. Appoggiai le chiavi sul mobile vicino all’entrata e mi sfilai la giacca rimanendo con una maglietta a
maniche corte. Aggrottai le sopracciglia confusa. Come mai non mi rispondeva? Eppure era a casa, lo sapevo. Oggi non lavorava. Andai in cucina versandomi un po’ di succo di pesca nel bicchiere di carta e notai in quei secondi, che non aveva nemmeno cucinato la cena come faceva di solito. Un rumore di vetri rotti al piano superiore, un tonfo sul pavimento … mi fecero raggelare sul posto e senza curarmi di poggiare il bicchiere sul bancone , lo lasciai cadere a terra troppo preoccupata  con il cuore che batteva a mille dalla paura. No, no … Corsi su per le scale urlando il nome di mia madre, ma non ottenni risposta. Ormai sentivo gli occhi pesanti, il respiro grosso e tutto per paura . I miei piedi scricchiolarono sul pavimento e ,abbassando lo sguardo, notai dei vetri rotti e l’acqua dispersa per terra. Una luce proveniva dalla camera matrimoniale e così poggiai la mano sulla superficie ruvida della porta e inspirai fortemente . Sentivo in tutte le particelle del mio corpo la paura, quella paura che incombeva in me proprio la stessa quando era morto mio padre. Spinsi la porta lentamente e quello che vidi mi lasciò con il fiato in gola, gli occhi lucidi e le labbra che poco dopo emisero un grido . Le mie gambe si mossero repentine da sole accasciandosi, poi, vicino ai piedi del letto mentre le mie mani cercavano di svegliare quel corpo che sembrava privo di vita . Perdeva sangue dalla testa, tanto sangue e un senso di vertigine mi attanagliò.

<< Mamma! >> urlai in preda alle lacrime e cercai di scuoterle le spalle, le diedi degli schiaffi in faccia ma … niente . Rimaneva immobile ai miei piedi come se era … morta. E un senso di vuoto mi pervase soffocandomi quasi. Non potevo perdere anche lei, non sarei riuscita a vivere normalmente … Dio, ti prego fa che stia bene … Tremolante mi alzai e corsi ad acciuffare il cordless digitando i numeri del pronto soccorso che mi risposero poco dopo, chiedendomi l’indirizzo e cosa succedeva. Mi dissero di prendere un panno e premerlo sulla ferita finché non arrivavano loro. E così feci. Corsi in bagno e presi un asciugamano e poi lo premetti sulla fronte di mia madre che ancora sanguinava. La stringevo forte a me come a dirle di non andarsene, la stringevo come a farle capire che non doveva lasciarmi anche lei , la stringevo per dirle che le volevo un bene dell’anima …
 
La corsa in ospedale mi sembrò più lunga del previsto. Mi sentivo male a guardare mia madre distesa su quel lettino con tutti i ferri attaccati e i medici che urlavano cose senza senso. L’odore di medicinale mi pervase lasciandomi un coniato di vomito mentre sentivo gli occhi pesanti e le guance secche dove prima si erano fermate delle lacrime . Non riuscivo a comprendere quello che stava succedendo, non riuscivo ancora a metabolizzare la possibilità di perdere mia madre … per quanto avevamo discusso, per quanto in cuor mio alcune volte avrei voluto andarmene di casa , adesso sapevo con certezza quanto lei aveva bisogno di me, quanto mia madre aveva bisogno di sua figlia. E mentre la guardavo , mentre vedevo i suoi occhi chiusi e le sue labbra secche e violacee, capì che non potevo perderla perché era l’unica cosa che mi era rimasta , l’unico vero appiglio alla mia famiglia. Era mia madre non una sorella, era mia madre quella che mi aveva cresciuta, accudita e che mi aveva imparato a fare la piastra, era mia madre che mi aveva imparato ad amare le persone come delle sorelle e a non giudicarle dal primo impatto … E perderla adesso significava solamente perdere tutto ciò ed io non volevo. Pregavo in quel momento in silenzio, pregavo mentre sentivo il rumore assordante del suo cuore che aumentava sempre di più i battiti finché non divenne una linea dritta … il respiro mi si smorzò in gola e sentì il petto bruciare, il cuore andare in tilt e lo stomaco contorcersi dal dolore che stavo provando. Mi alzai di scatto e mi precipitai su di lei abbracciandola mentre sentivo le mani dei medici prendermi le braccia cercando di togliermi da lì, ma opponevo resistenza e piangevo sul suo petto che non si muoveva più …

<< Non puoi lasciarmi! Ti prego … Mamma svegliati! Non puoi andartene adesso! Non lasciarmi dopo papà! >> urlai con il fiato rotto dalle lacrime e un senso di vuoto che mi attanagliava. Una parte del mio cuore se ne stava andando, la parte che era tua mamma … la parte dove ti volevo bene …

<< Signorina, la prego, si scansi >> mi intimò un dottore gentilmente ed io lo scansai .

<< Fate qualcosa! Sta morendo! Fate qualcosa! >> urlai guardandoli, ma nessuno muoveva un dito, nessuno faceva qualcosa , tutti mi guardavano dispiaciuti . Dispiaciuti di cosa? Non l’avevano salvata!

<< Mi dispiace, signorina, ma non possiamo fare più niente >> mi disse calmo e sentì tutte le particelle del mio corpo scoppiare, tutto il mio amore dissolversi e quella paura di rimanere da sola mi pervase .. da sola senza nessuno . Perché mi avevi lasciata, mamma? La testa incominciò a girarmi fortemente come una piccola trottola e poi davanti a me vidi il buio totale...

Angolo Autrice

Eccomi tornata con un nuovo capitolo :D Arianna ha voluto mettere in chiaro le cose con Andrea e sono scesi al patto di essere solo amici, ma sarà più complicato di quanto pensavano xD Che dire poi della fine? La mamma di Ari si è sentita male ed è svenuta dopo aver preso una botta in testa e i medici hanno subito pensato che era morta, ma niente va come viene detto, no? Ari ha avuto paura di perdere un'altra persona importante della sua famiglia e quando ha visto che il cuore della mamma non batteva, è svenuta ... Ma non vi preoccupate , non ho intenzione di lasciare la nostra protagonista sola :) Ringrazio come sempre tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate e a tutte quelle che la stanno leggendo e basta! Ed un grazie speciale a quelle ragazze che hanno recensito :D 
SoFunny <3 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MissCherie