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Autore: Fifteen    03/07/2011    1 recensioni
E se i genitori di Hermione, dopo il quarto libro la mandassero all'accademia tedesca di Gerlenter? Troppo spaventati dalla guerra magica che infuria, i Wonderwolf decidono di fuggire. Dopo la fine della guerra magica, in cui Voldemort è stato sconfitto, Hermione Jane Alexia Wonderwolf fa ritorno ad Hogwarts.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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                                                                                                                                         0. Prologue

                      
Sogno di una notte di mezza estate.


                                 


                                                                                                                                                                                                    
<< Quale angelo mi sveglia
         dal mio letto di fiori?
   Ti prego, grazioso mortale,
             canta ancora.
        Il mio orecchio si è
   innamorato delle tue note
   come il mio occhio è rapito
            dal tuo aspetto.
  Il potere irresistibile della tua
   virtù mi spinge fin dal primo
 sguardo a dirti, anzi a giurarti
               che t'amo.>>

 

[William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate.]






Sono le nove e mezzo del mio ultimo giorno di vacanza con gli amici, e sono in un ritardo pazzesco.  Nessuno ad Hogwarts avrebbe mai detto che io, Hermione Wonderwolf, un giorno sarei stata in ritardo. Ma eccoci qui, il destino ha fatto il suo corso. Ha deciso che per me era meglio guardare questa maledetta guerra strapparmi via tutto, piuttosto che combattere. Così, all'età di quattordici anni sono stata impacchetata e spedita all'accademia di Gerlenter, senza avere la possibilità di aiutare quelli che io definivo i miei migliori amici nella grande guerra. Che poi, non erano questi grandi amici. Ginevra è stata l'unica che mi è sempre rimasta accanto, e di questo le sono davvero grata; non so come avrei superato le prime settimane nella nuova scuola senza la sua letter giornaliera a tirarmi su. Anche con Pansy, una delle mie compagne di stanza, sono rimasta in contatto, ma non ci sentiamo troppo spesso. A Gerlenter ho trovato la miglior cosa che potesse mai capitarmi, la mia migliore amica. E' come un raggio di sole nei moomenti bui, lei è Chantal. E' una ragazza che ha la mia età. Ha lunghi capelli corvini, gli occhi verdi e un sorrisino malizioso che le increspa perennemente il viso. Io i miei capelli li ho tinti, ora sono rosso mogano. Il castano simboleggiava troppo la vecchia Hermione, quella che mi sono lasciata alle spalle. Quella tutta libri e voti. Certo, la scuola è ancora molto importante per me e amo leggere, ma mi interesso anche di altre cose. Per esempio la moda, quella è il mio grande amore. E il Quidditch. Strano a dirsi che due passioni così diverse possano conciliarsi in una sola persona, eh? Guardo l'orologio e noto che sono le 10, sarà meglio che mi sbrighi. Asciugo velocemente i capelli con un colpo di bacchetta, li alliscio e poi passò al trucco, che ahimé, è un processo manuale. Non voglio accentuarlo troppo, quindi mi limito a un po' di matita negli occhi, del maschere e il rossetto rossa. Indosso un tubino nero, adatto per la discoteca in cui vogliono portarmi Chantal e Francois, il suo ragazzo. Le decolté sono invece argentate, come la pochette e lo smalto che ho in mani e piedi. Afferro al volo le chiavi della macchina, ed esco di casa.



***



La serata qui al 'Palima' non è particolarmente movimentata. E' un locale per giovani maghi, ma la maggior parte della gente è annoiata, come me. E' strano annoiarsi in un locale che da su una delle più belle spiagge della California. Mi dirigo sulla pista da ballo, pronta a farmi due risate alle spalle dei ragazzi che tenteranno di rimorchiarmi. Mi sono seriamente scocciata di quelle storielle di una sera, di cui non ricordi nulla perché ti sei scolata un bicchiere di troppo. Forse per stasera potrei fare un'eccezzione però. Uno splendido biondo in jeans strappati sulle ginocchia e camicia bianca a maniche corte si sta avvicinando. E' totalmente, incofutabilmente, sicuramente: bellissimo. Massì, una storiella in più non fa male a nessuno, no? Continuo a muovermi lenta e sensuale sulla pista da ballo, e vedo che i suoi occhi si posano subito di me. Non avevo mai visto una persona con gli occhi grigi, sono davvero stupendi. Ora che si avvicina posso guardarli meglio, e devo dire che stanno benissimo su quel viso dai lineamenti duri e perfetti. Sento il suo braccio sul fianco, e con noncuranza inizio a muovere il bacino contro il suo. Ad un certo punto mi volta, e guardandolo negli occhi penso di averlo già conosciuto. Da qualche parte io ho già visto questo ragazzo. Mi libero dei miei pensieri quando chiede: << Vuoi qualcosa da bere? >> Io gli sorriso e gli chiedo un bicchiere di Vodka Magica. Si dirige in fretta verso il bancone, e io ho il tempo di mettermi comoda sul divanetto rosso sangue. Sta tornando, e posso notare che ha preso lo stesso. Intrecciamo le braccia e sussurriamo un 'Cin cin' di circostanza, prima di bere i nostri biccheri a stella. Ecco, lo sapevo, la testa inizia a spegnersi, lasciandomi in balia del mio corpo. Ho la maledetta sfortuna di non reggere un granché l'alcohol, basta poco per farmi partire completamente. Non vomito, non urlo, non piango, non mi incazzo, niente di che. Però vedo una me, che è un po' diversa dall'originale, sono conscia del mio comportamento ma non riesco a fermarlo. E' davvero tremendo. Sento che si avvicina al mio orecchio e sussurra: << Ti andrebbe una passeggiata sulla riva? >> Io annuisco e mi faccio prendere per mano. Sulla spiaggia non c'è nessuno. Camminiamo silenziosamente ancora presi per mano. Sento che l'aria che sferza le mie braccia e il mio viso è magica. Si è fermato, si è voltato verso di me e ora chiede: << Come ti chiami? >> Io sono indecisa sul da farsi. Solitamente non lascio mai il mio nome vero, quindi decido di mentire. << Helena >> rispondo con un sorriso. << E tu? >> continuo. << Andrea >> fa lui. Non so perché, ma Andrea è un nome che non gli si addice. Lui sembra così fiero, così elegante. Andrea è un nome così comune. Ov viamente ho capito che è un mago, ma dei suoi risultati accademici m'importa ben poco. Mi tolgo le decolté, e mi sdraio sulla sabbia. Il vento mi scompiglia i capelli, ma non mi da fastidio, anzi è una sensazione piacevole. Adesso si sta sedendo accanto a me, e mentre si appoggia mi sfiora un braccio. Pure e semplici scintille si propagano sul mio braccio. La pelle d'oca non tarda ad arrivare. Si avvicina col suo volto al mio, mi guarda negli occhi e chiede: << Posso baciarti? >> Io gli butto letteralmente le braccia al collo e premo avida le mie labbra sulle sue, ansiosa di conoscere il suo sapore. Andrea, semplicemente sa di buono. I nostri baci si fanno sempre più vogliosi e passionali, e dalla scintilla nei suoi occhi ( eh si, anche dal rigonfiamento nei suoi pantaloni), capisco che anche lui vuole di più. Così, senza timidezza, inizio a slacciare i bottoni della sua camicia, fino a sbottonargliela completamente. Mi ritrovo davanti uno spettacolo mozzafiato, il torace è asciutto e tonico, gli addominali sono ben visibili e le braccia forti e lievemente muscolose. Sembra che sia stato disegnato apposta per me. Passo le mani fra i suoi capelli continuando a baciarlo, e facendo scendere queste ultime a saggiare il suo fisico scultoreo. Lui non tarda a spostare le mani dai miei fianchi alle mie curve, cercando la zip del mio abito. Mi pento di essermi messa un vestito così difficile da sfilare. Finalmente trova l'apertura e inizia a far scendere la cerniera. In pochi secondi mi ritrovo con indosso solo la biancheria intima. Per fortuna ho messo un completo di pizzo completamente nero, che sembra piacergli parecchio dalle occhiate di fuoco che mi lancia. In un secondo, prendendomi per le spalle si mette sopra di me, e le sue labbra si spostano avide sul mio collo. Succhia, bacia e lecca ogni centimentro di pelle, fino a fermarsi all'orlo del reggiseno. Alza gli occhi, come per chiedere il permesso e io alzo un poco il busto, in modo da permettergli di slacciarmi questo indumento che in questo momento sento così futile. Con un rapido ed esperto movimento di una mano, fa sparire il reggiseno, e le sue labbra si tuffano sul mio seno, succhiando i capezzoli già inturgiditi. Non riesco più ad aspettare, e le mie mani corrono alla cintura dei suoi pantaloni, slacciandola con maestria. I suoi pantaloni fanno la stessa fine poco dopo, buttati sulla sabbia. Con mano esperta passo una mano sulla sua erezione e lo sento gemere. Continua a baciarmi, appoggiato a me. Pelle contro pelle. In un secondo, sento che sia le mie mutandine che i suoi boxer sono spariti e che la sua erezione preme contro la mia femminilità. Inizio a succhiargli il collo. Sono determinata a lasciargli un segno del mio passaggio. Lui entra dentro di me dolcemente, e le sue spinte si fanno pian piano più veloci, coordinate con i movimenti del mio bacino. Raggiungiamo contemporaneamente l'orgasmo, e lui si accascia su di me, tenendosi con le braccia per non pesarmi troppo. Dopo pochi secondi si sposta e si mette ad un lato. Silenziosamente ci rinfiliamo la biancheria e poi ci stendiamo sulla spiaggia a guardare le stelle. Sono appoggiata al suo petto, e lui mi cinge le spalle con un braccio. Con le dita disegno piccoli cerchi invisibili sul suo petto marmoreo. In pochi secondi, entrambi cadiamo tra le braccia di Morfeo.


***


Mi sveglio bruscamente, tirandomi a sedere velocemente. Accanto a me c'è ancora quello splendido ragazzo, Andrea. Apre gli occhi, probabilmente è stato svegliato dal mio scatto. Sussurra un << Buongiorno >> e mi da un bacio veloce. Io rispondo volentieri, e poi gli chiedo: << Sai che ore sono? >> << Le undici e un quarto.. >> << Cazzo, devo andare, scusami Andrea. E' stato un piacere conoscerti, spero che mi scriverai. >> Gli sorrido, raccolgo i miei vestiti e le scarpe e senza dargli il tempo di rispondere mi materializzo nel bagno della casa che ho in affitto con i miei amici. Mi accorgo che non avendogli detto il mio vero nome, non potrà scrivermi, e me ne rattristro. Vado in bagno per farmi una doccia veloce, asciugo la chioma riccia con la magia, indosso dei pantaloncini ed una maglietta e mi pettino i capelli  in una coda alta. Faccio velocemente le valigie con un colpo di bacchetta, le faccio levitare dietro di me con un semplice ' Wingardium Leviosa' e scendo in cucina a salutare i miei amici. Chissà per quanto tempo non li rivedrò. Poi mi smaterializzo davanti a Wonderwolf Manior, e con un semplice incantesimo indosso un abitino elegante e dei sandali con il tacco. I miei nonni tengono così tanto alle apparenze!


***


Cammino per le vie di Diagon Alley. Devo fare gli acquisti per il nuovo anno ad Hogwarts. Ho già preso tutti i libri, ora mancano solo la divisa, il mantello nuovo e gli ingredienti di pozioni. Dopo aver preso questi ultimi in un negozio gestito da un vecchio mago grassoccio, mi dirigo verso l'Emporio di Madama McClan per comperare la nuova divisa. Mi guardo allo specchio raggiante, mi sta proprio bene. La gonnellina arriva a circa meta coscia. E' nera e a pieghe. La camicetta è un po' attillata, ma mi sta bene. Questa divisa esalta i miei punti forti. Il mantello è nero, semplice, con lo stemma di Serpeverde su un lato e la chiusura d'argento. Pago con un sorriso i nuovi abiti e mi dirigo da Florian Fortebraccio, per concedermi un gelato alla liquirizia, il mio preferito. Tra gelato, e scappatella in un negozio di abiti casual (che userò sicuramente per le uscite ad Hogsmeade), si sono fatte le 11 meno un quarto. E' meglio che mi diriga subito per King Cross, se non voglio perdere l'espresso per Hogwarts. Non voglio certo arrivare a scuola il mio ultimo primo giorno su una macchina volante come hanno fatto Harry Potter e Ronald Weasley al secondo anno! Pensare a loro ancora oggi mi fa sentire un po' male. Insomma, noi eravamo il magico trio, quello che ha abbattuto il pregiudizio secondo la quale Serpeverde e Grifondoro non potessero essere amici, e loro si sono velocemente dimenticati di me, visto che non avrei più potuto fargli i compiti. I primi periodi gli ho scritto numerose lettere, ho persino pensato che non gli arrivassero. Ma poi, visto che la mia corrispondenza con Ginny era veloce e immediata, ho tirato le conclusioni. Non facevo più parte della loro vita. E mi sono rassegnata. Chissà come staranno gli altri miei compagni di casa. Non vedo l'ora di abbracciare di nuovo Ginny e Pansy, e anche l'idea di rivedere Pansy e Blaise mi fa molto piacere. Finalmente sono arrivata, vicino al binario nove e 3/4 la snella figura di Ginevra Weasley si guarda intorno. Io le arrivo le spalle e le picchietto un dito su una spalla, lei si gira e per poco non le viene un infarto. Subito mi butta le braccia al collo ed esclama un sincerissimo: << Ben tornata Herm! Mi sei mancata così tanto.. >> Io inizio a piangere lacrime di gioia, e la abbraccio con trasporto. Vediamo che mancano pochi minuti alle 11 e superata la barriera, ci dirigiamo rapide verso l'espresso. Fortunatamente troviamo subito uno scompartimento libero, e lo sigilliamo con un 'Colloportus' in modo che nessuno disturbi la nostra rimpatriata. Siamo cambiate molto entrambe, e abbiamo tantissime cose da raccontarci. Sono proprio contenta di stare qui con una delle persone a cui tengo di più.
  
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