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Autore: Clo_death eater    03/07/2011    3 recensioni
Ciò che mi propongo di fare con questa ff è di raccontare la vita di Tom Riddle, conosciuto anche come Lord Voldemort, dal giorno della sua nascita a quello della sua morte, passando attraverso a tutti gli episodi più importanti avvenuti in essa.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hogwarts 23 Dicembre 1938

<< Signor De Quincey, mi rendo conto che chiedere partecipazione durante le mie lezioni sarebbe pretendere troppo ma potresti, almeno, smettere di canticchiare? >> domanda irritato Silente.
Io mi volto verso il mio compagno di banco.
Di solito evito di sedermi vicino a Kiyoaki durante Trasfigurazione siccome si annoia mortalmente. E lui quando si annoia non può stare semplicemente zitto e farsi gli affari suoi, no.
Lui deve fare qualche cosa, qualsiasi cosa.
Oggi ha deciso che canticchiare canzoncine natalizie sarebbe stata un’ottima occupazione.
Io fossi stato al posto di Silente l’avrei già sbattuto fuori dalla classe con una punizione di un mese, anche di più.
Ma lui no.
E’ sempre così tranquillo e pacato. Per lui tutto si può risolvere a parole, anche se devo ammettere che Kiyo è l’unico che si permette un comportamento del genere con Albus Silente.
E’ un uomo che si fa rispettare, dopotutto.
Il più potente mago del Mondo.
L’unico in grado di sconfiggere Gellert Grindelwald , dicono.
E adesso, questo grande mago, è decisamente molto irritato con il mio compagno di banco che, al contrario di qualsiasi altro nella sua situazione, si dondola sulle gambe posteriori della sedia, tranquillamente.
<< Stavo solo tentando di entrare in atmosfera natalizia >> si spiega lui, con un sorriso fintamente dolce e remissivo.
<< Le vacanze inizieranno domani, non costringermi a levare punti a Serpeverde e a metterti in punizione, Kiyoaki >> replica Silente, tentando di non lasciarsi prendere dalla rabbia.
<< Finiscila, Kiyo >> mormoro io, gli occhi fissi su Silente.
Kiyoaki lascia che la sedia torni alla posizione originaria.
<< Mi scusi professore, starò buono fino al suono della campanella >>.
Silente riprende la spiegazione.
Finalmente, dopo ancora una mezz’oretta la campanella suona e Kiyoaki è il primo a lasciare la classe.
Io raccolgo lentamente la mia roba, dopo di che lo raggiungo in Sala Comune.
Lo trovo svaccato su un divano, una rivista di Quiddich aperta sul tavolo a fianco.
<< Devi sempre fare il cretino in questo modo? >> sbotto, sedendomi su una poltrona a fianco a lui.
<< E tu devi essere sempre così serio? >> mi scimmiotta lui.
<< Siamo a scuola, non in un parco giochi! >>
<< Oh, avanti Tom! Era l’ultima ora di lezione prima delle vacanze Natalizie! Quel vecchio scemunito doveva proprio mettersi a spiegare? Lo sai che detesto Trasfigurazione >>
<< Tu detesti tutte le materie >>
<< No, Incantesimi no >> replica lui, sorridendo.
<< Ok, Incantesimi no. Ma è una materia su... quante? Sei? >>
<< Eddai Trasfigurazione è l’unica materia in cui ho un’insufficienza! In tutte le altre me la cavo >>
<< Perché copi i compiti da me >>
<< Ok, ok. Quando tornerò dalle vacanze sarò più serio, d’accordo? >> si arrende, sbuffando e afferrando la rivista di Quiddich.
Io tiro fuori un libro dalla borsa.
<< Non dirmi che stai studiando >> mi dice da dietro la sua rivista.
<< Sto leggendo, esattamente quello che stai facendo tu>>
<< Io non leggo, guardo le figure >>
Sospiro, è decisamente una causa persa.
<< Ehi, De Quincey! Sei davvero un genio >> esclama Nott, strappando la rivista dalle mani di Kiyoaki e lasciandosi cadere su una poltrona lì vicino.
<< E’ la prima volta che ho visto Silente arrabbiarsi >> ridacchia Lestrange, unendosi ai complimenti di Ian. Ecco, ci mancava solo che lo incoraggiassero.
<< Avrei continuato >> sorride Kiyo, godendosi tutta l’attenzione degli altri << ma qualcuno era interessato alla lezione, così ho dovuto smettere >> conclude, fingendosi dispiaciuto.
Fosse nato nel Mondo Babbano sarebbe stato un ottimo attore.
<< Be’, se non finge di essere un bravo bambino diligente come può continuare ad essere il cocco di tutti? >> domanda una voce strascicata.
Serro la mascella.
Odio essere preso in giro.
Malfoy sta incominciando a darmi davvero fastidio.
Esattamente come una mosca molesta.
Metto via il libro e faccio per dirigermi ai Dormitori quando mi raggiunge la sua voce.
<< Vedete, è solo capace di scappare. Da Nato Babbano quale è >>
Sento gli altri ridacchiare, anche De Quincey dopo un attimo si unisce a loro.
Ad un tratto tutto diventa rosso, mentre sento il sangue pulsare nelle vene ed una rabbia cieca assalirmi. Sento lo stesso odio perverso che ho sentito nella grotta verso Dennis Bishop, lo stesso che mi ha fatto impiccare il coniglietto di Billy Stubbs.
Come una bestia che si risveglia dentro di me.
Come se fosse un’altra parte di me. Un altro essere.
Lascio cadere in terra la borsa dei libri mentre estraggo la bacchetta e mi volto.
Vedendomi la bacchetta in mano, Malfoy estrae la sua, ma non fa in tempo a puntarmela contro che urlo << Expelliarmus! >> la sua bacchetta vola via, mentre mi avvicino a lui e l’afferro al volo.
<< Stupeficium >> dico, usando un incantesimo letto in un libro di potenziamento avanzato e mandandolo a schiantare contro al muro.
Sento gli occhi di tutta la Sala Comune addosso a me, ma sinceramente non ha la minima importanza, anzi, è una cosa che mi dà ancora più carica: tutti devono sapere di che cosa sono in grado di fare, tutti devono sapere che sono il più forte, il migliore.
Sempre e comunque.
Mi avvicino a lui, fino a sovrastarlo.
Vorrei fare di più, vorrei vederlo urlare di dolore, chiedermi pietà e compassione, sentirlo pregare.
<< Pietrificus totalus >> mi limito a sibilare.
Malfoy si irrigidisce e un sorriso perverso incurva le mie labbra.
<< Vedi di non farmi più arrabbiare, Abraxas Malfoy, altrimenti la prossima volta ti farò rimpiangere di essere nato. Stupido, spocchioso, viziato ragazzino >> sussurro, mentre la rabbia fluisce fuori di me e tutto riprende il solito colore.
Faccio qualche sospiro profondo, poi mormoro il controincantesimo e mi volto.
Vedo De Quincey guardarmi allibito, mentre tutti tornano indifferenti alle loro occupazioni dopo lo spettacolo, guardandomi mezzo ammirati e mezzo spaventati, esattamente come deve essere.
Lascio cadere la borsa in terra e mi tolgo la divisa cercando qualcosa di pulito nel baule per la festa di Lumacorno. Sento la porta del Dormitorio aprirsi e chiudersi, ma non mi volto.
So perfettamente chi è entrato.
<< Ma che ti è preso? >> mi chiede. E per la prima volta anche la sua voce riesce ad irritarmi.
Lo ignoro, infilandomi vestiti puliti.
<< Tom, ti ha dato di volta il cervello? Stava solo scherzando! Insomma, Malfoy non sarà un simpaticone ma tu hai esagerato e... >>
<< Vattene >> mormoro
<< ... il tuo comportamento non è stato di certo da ammirare e poi dici tanto a me che mi limito a canta- >>
<< VATTENE! >> urlo, voltandomi di scatto verso di lui.
Lui indietreggia leggermente, sorpreso. Poi il suo volto si fa di pietra.
<< Questo è anche il mio dormitorio, quindi ci resto quanto mi pare >>
<< Allora stai zitto. Non rivolgermi la parola >> ringhio, voltandomi di nuovo.
<< Ma cos’hai? Che ti ho fatto io? >>
<< Ti ho detto di non parlarmi >>
<< Tom, non fare il bambino... >>
Senza pensarci due volte esco dal Dormitorio e dalla Sala Comune, per dirigermi in giardino.
Mi lascio scivolare sull’erba godendomi il tramonto, da una parte il sole che cala, dall’altra già le stelle che brillano in cielo.
Mi ha dato fastidio sentire che De Quincey ha riso alla battuta di Malfoy e, in cuor mio, so che è stato proprio quello a far scattare qualche cosa dentro di me.
Sono stato uno sciocco.
Per la prima volta in vita mia mi sono fidato di qualcuno e cosa ho ricevuto in cambio? Derisione.
Scaglio una pietra con forza nel Lago Nero.
Non commetterò più lo stesso errore.
<< Una bella serata, vero Tom? Un po’ troppo fredda veramente per il tuo abbigliamento >>
Ecco, ci mancava solo Mister Amore adesso.
Lo sento ridacchiare dietro di me.
E un tremendo dubbio mi assale. Non è che sia capace di leggere nel pensiero...?
<< Si chiama Legilimanzia >> risponde alla mia domanda mentale.
<< Molto maleducato da parte sua praticare la Legilimanzia sulle persone, signore >> rispondo irritato. Silente si accomoda sull’erba affianco a me.
<< E’ colpa tua, Tom. Sei così arrabbiato che i tuoi pensieri sembrano urlare. >> ridacchia di nuovo. Io mi volto verso di lui, fulminandolo con lo sguardo.
<< Scusa, è solo che mi chiedevo cosa fosse successo di così grave per farti cadere di dosso la tua maschera d’indifferente freddezza >>.
<< Perché non guarda nella mia mente, allora? >> ribatto sarcastico.
<< Sai, c’è un modo per resistere alla Legilimanzia. Si chiama Occlumanzia >>
Nonostante tutto, sono interessato alla conversazione.
<< Me la può insegnare, signore? >>
<< Non è una cosa che si può imparare così, su due piedi. Come la Legilimanzia, l’Occlumanzia è un’arte molto complicata e non alla portata di tutti i maghi. Ci vogliono anni e anni per imparare a “leggere” nel pensiero e per schermare la mente >>
<< Può insegnarmela, signore? >> domando di nuovo.
Silente sorride.
<< Cerca di liberarti di tutte le emozioni, di non pensare a nulla. Chiudi gli occhi e fai dei respiri profondi >>
Lentamente abbasso le palpebre degli occhi mentre cerco di regolare il mio respiro.
Sento il freddo entrarmi nella pelle e mi concentro su questa sensazione, tentando di scacciare tutto il resto. Non è così complicato, lo facevo anche all’orfanotrofio, tentando di scacciare tutti...
<< I tuoi pensieri urlano un po’ meno Tom >> sussurra Silente dopo qualche minuto.
Apro gli occhi e li punto nei suoi, due pozzi azzurri.
<< Voglio imparare a farli tacere, professore >>
Lui rimane in silenzio per un po’, poi si apre in un altro sorriso.
<< Posso insegnarti, se vuoi, ma saranno delle lezioni in più, quindi più ore di studio... >>
<< Non è un problema, signore. Quando incominciamo? >> chiedo, esaltato.
Schermare la mente, scandagliare la mente altrui.
Mi torna in mente la gita nella grotta con Amy Benson e Dennis Bishop e ciò che è successo quando, dopo che Bishop smise di urlare dal dolore, mi avvicinai alla Benson e la guardai negli occhi.
Mostro.
Questo ho visto.
Nient’altro che questo.
Paura, dolore.
Questo ho provato.
<< Se per te va bene anche durante le vacanze di Natale >> propone Silente, per nulla sorpreso dal mio entusiasmo.
<< Certo, per me va bene >> rispondo, rabbrividendo mentre cominciano a cadere piccoli fiocchi di neve.
Cala di nuovo il silenzio mentre mi sento scrutato da Silente.
<< Mi vuoi raccontare cosa è successo, Tom? Sai, fa bene sfogarsi ogni tanto >>
<< Non l’ho mai fatto >> replico.
All’orfanotrofio non hanno tempo per ascoltarci, aggiungo mentalmente.
<< C’è sempre una prima volta, nella vita >> filosofia da due soldi. Sbuffo.
<< Ho bisticciato con Malfoy >> dico, arrendendomi.
Silente alza le sopracciglia.
<< Cosa ti ha fatto? >> mi chiede, interessato.
 La domanda mi suona strana, quando succedeva qualcosa all’orfanotrofio la colpa era sempre mia e la domanda era, sempre, “Cosa hai fatto, Tom?”.
Decido di raccontargli tutto, dal mio rimprovero a De Quincey, a quello che mi ha detto Malfoy, la mia reazione e la litigata con De Quincey nel Dormitorio.
Silente mi ascolta in silenzio, senza mai interrompermi e sembra davvero interessato.
<< Non hai agito bene, Tom >> mi dice solo alla fine << sia nei confronti di Malfoy che nei riguardi del tuo amico, Kiyoaki >>
<< Io non ho amici >> ribatto prontamente.
Silente sospira << No, immagino di no >> mormora.
<< So di aver sbagliato nei confronti di Malfoy. Di aver avuto una reazione esagerata ma... ho perso la pazienza >> dico, dopo qualche minuto di silenzio.
Non riesco però a pentirmi di ciò che ho fatto. La sensazione di potere che ne è derivata dal mio gesto è troppo forte e dolce per poter provare rimorso. Anzi, avrei voluto vederlo ancora più piegato al mio volere, completamente sottomesso a me.
<< Dovrei metterti in punizione per ciò che hai fatto. Ma non lo farò. Non mi sembra giusto... >> dice, più a se stesso che a me. << L’importante è che tu abbia capito che ciò che hai fatto non è corretto. Avere un potere superiore agli altri non significa doverne abusarne, ma usarlo per il bene altrui. Ricordalo Tom. >>.  
Io rimango in silenzio meditando sulle sue parole.
<< Dovresti parlare con il signor De Quincey, invece. Perdonarlo per averti... deriso insieme agli altri. Non credo sapesse quanto dolore ti avrebbe provocato... >>
<< Non mi ha provocato dolore! Solo rabbia! >> sbotto.
Bugiardo, Tom.
Sei solo un bugiardo.
Finirai per credere alle tue stesse menzogne.
<< E’ l’Amore, Tom, la vera forza del Mondo >> replica lui, ignorandomi.
<< Credo di non essere d’accordo signore. Io non amo nessuno e nessuno ha mai amato me, eppure sono forte >> ribatto con forza e sicurezza.
Nessuno mi amerà mai... non sono fatto per essere amato.
<< Conoscerai l’Amore prima o poi e ti renderai conto della sua potenza. Quel giorno diventerai non solo un Mago molto forte e saggio ma anche un vero uomo >>.
Sbuffo, completamente in disaccordo con le sue parole.
<< Solamente chi è forte è in grado di perdonare. Se tu davvero lo sei, ce la farai >> continua Silente. Io sospiro e una nuvoletta di fumo esce dalle mie labbra.
<< Per la barba di Merlino! Si è fatto tardi e fa davvero freddo. Dovremmo rientrare al castello, siamo ancora in tempo per andare alla festa del professor Lumacorno, sperando che perdoni il nostro clamoroso ritardo >> esclama Silente, sorridendo si alza in piedi. Io lo imito e insieme ci dirigiamo verso lo studio del professore.
Silente bussa alla porta, l’altra mano sulla mia spalla. Ci viene ad aprire proprio Lumacorno in persona che prima ci guarda stupito, poi si apre in un sorriso esultante.
<< Eccovi, finalmente! I miei due ospiti d’onore, cominciavo a credere che mi aveste dato buca >> urla, facendo oscillare il suo bicchiere. Silente ridacchia, io lo guardo impassibile.
<< Perdonaci Horace, ho incontrato Tom in giardino e ci siamo fermati a chiacchierare non rendendoci conto che il tempo passava >> si scusa Silente, spingendomi dentro la stanza e avanzando anche lui.
<< Certo che siete perdonati! Di cosa stavate parlando di così interessante per non rendervi conto del passare del tempo? >> ci chiede curioso Lumacorno e prima che Silente possa anche aprire bocca sono io a rispondere.
<< Il professor Silente è stato così gentile da spiegarmi cosa siano l’Occlumanzia e la
 Legilimanzia... >>
<<... E mi sono offerto di dargli alcune basi in queste due materie. Il ragazzo sembra molto portato >> conclude Silente, strizzandomi un occhio.
<< In effetti, si potrebbe chiedere al professor Dippet di spostarlo al secondo anno. Mi sembra si annoi durante le mie lezioni, per quanto ovviamente sia partecipe e brillante >>.
<< Preferirei stare dove sto >> mi affretto a rispondere.
Andare avanti di una classe vorrebbe dire finire prima la scuola. Sarei costretto a tornare all’orfanotrofio perché minorenne.
<< Oh, beh, era solo un’idea la mia... senti Albus volevo parlarti di quella... >> mi volto dall’altra parte, lasciando i due professori ai loro discorsi e mi dirigo verso il buffet.
Con la coda dell’occhio vedo Malfoy parlare con due ragazze di Serpeverde, Lestrange e Nott che ridono insieme di qualche battuta stupida. Più avanti ci sono tutti i ragazzi delle altre Case che, a differenza dei Serpevederde, socializzano fra di loro. Mi verso un bicchiere di succo di zucca poi mi siedo su una poltrona. Domani la maggior parte degli studenti tornerà a casa per trascorrere con la famiglia le vacanze natalizie. Sono l’unico Serpeverde che rimarrà ad Hogwarts, avrò tutta la Sala Comune per me. Potrò fare ciò che mi pare senza che ci sia qualcuno a rompere. Per due settimane sarò completamente solo.
<< Ciao >> alzo lo sguardo al suono di questa voce e incontro lo sguardo severo di Minerva McGranitt, accompagnata dalla sua amica Augusta Paciock.
<< Ciao >> rispondo educatamente.
<< Lei è Augusta >>
<< Lo so. Frequentiamo Trasfigurazione e Pozioni insieme >> ribatto, annoiato.
<< Si chiamano presentazioni, Riddle >> replica la Paciock.
Io alzo le spalle << Piacere allora, Tom Riddle >> ribatto, con un sorriso canzonatorio sulle labbra.
<< E dire che sembravi leggermente diverso dagli altri Serpeverde >> borbotta la McGranitt.
<< Io sono diverso >>
Diverso, sempre.
<> imita i modi pomposi di De Quincey la Paciock.
<< Tratto tutti così, veramente >> dico, sinceramente << e poi tutte le Case hanno lo stesso valore visto che Hogwarts è stata fondata da tutti e quattro i maghi. Sebbene, ovviamente, preferisca Serpeverde >>.
<< Studi molto per ottenere tutti questi ottimi risultati? >> mi chiede la McGranitt.
<< No >> poi aggiungo, esitando << Cioè, mi riesce tutto abbastanza semplice... per fare degli incantesimi di livello leggermente superiore sì... devo, impegnarmi di più. Non mi sembra che tu comunque sia così male, a scuola. Hai preso Eccezionale no, nel tuo ultimo compito? >>
Lei arrosisce leggermente << Sì, sì >>
<< Ehilà, come va, gente? >> Al suono di questa voce mi irrigidisco.
<< Stavamo meglio prima >> rispondo.
<< Concordo pienamente con Riddle >> si aggiunge la Paciock << sei sempre in cerca di attenzioni De Quincey, come oggi durante Trasfigurazione. Come ti è venuto in mente di metterti a cantare?  >>
<< Per di più sei anche stonato, oltre ad essere borioso e pieno di te fino all’inverosimile >> aggiunge la McGranitt.
<< Non così tanti complimenti insieme mie prodi Grifondoro >> replica, sorridendo divertito
<< adesso se non vi dispiace dovrei parlare con il piccolo Genio, qui, Riddle... quindi sciò >> aggiunge, accompagnando le parole con un gesto.
Augusta Paciock ci volta le spalle e con passo deciso si riunisce alle loro compagne, seguita poco dopo dalla McGranitt.
Mi alzo anche io e mi dirigo verso un’ altra parte della sala.
<< Tom! Dai, aspetta un attimo... >> mi chiama.
Mi fermo sbuffando e cercando di calmarmi.
Mi è diventato così irritante, tutto ad un tratto.
<< Posso sapere perché sei arrabbiato con me? >> mi chiede, guardandomi dritto negli occhi.
Io ricambio il suo sguardo, sprezzante.
<< Sai perfettamente il perché >>
<< No invece. Non ti ho fatto assolutamente nulla! Senza di te mi annoio...siamo amici, no? >>
<< No >>
Detto questo mi volto di nuovo, unendomi ad un gruppo di ragazzi più grandi che discutono con Silente, lasciando De Quincey Kiyoaki basito  dalla mia risposta.
Vado via prima della fine della festa, annoiato, gironzolo un po’ per il castello senza una meta precisa. Adoro questo posto, i quadri che parlano e si muovono, le scale che non stanno mai ferme, da ogni pietra trasuda Magia. Mi sento di appartenere a questo luogo, fa parte di me come io faccio parte di lui.
Mi ritrovo in un corridoio nel quale non ero mai stato. Spingo esitando la prima porta che mi trovo davanti. Sembra un’aula in disuso, i banchi e le sedie accatastate in un angolo. Appoggiato al muro, però, c’è un oggetto che stona con tutto il resto: è uno specchio, alto fino al soffitto con una cornice d’oro, incisa sopra una frase.
Mi avvicino di più per riuscire a leggere “Erouc li amotlov li ottelfirnon" .
 Aggrotto le soppracciglia spostando il mio sguardo dalla cornice allo specchio vero e proprio. Inizialmente ciò che vi vedo riflesso sono solo io, un ragazzo pallido, alto, con i capelli scuri e un’espressione tremendamente seria. Poi, lentamente incomincia ad apparire un’altra figura.
E’ una donna, non la conosco, non l’ho mai vista e non mi assomiglia affatto, tranne che per l’espressione, anche la sua molto triste. Mi si avvicina, cioè, si avvicina all’altro me e lo abbraccia. Un abbraccio che non ho mai ricevuto e che mai riceverò. Gli accarezza i capelli, sussurrando delle parole che però non riesco a sentire. Dopo qualche secondo spunta un’altra figura, un uomo questa volta,  e questo, sì, decisamente, mi è molto rassomigliante. Si avvicina alla donna e le da un bacio sulle labbra poi si volta verso l’altro me e lo prende in braccio, dicendo cose che anche in questo caso non riesco a sentire. Ma l’altro me sembra apprezzarle.
Senza rendermene conto inizio a piangere. Erano anni che non lo facevo più.
Mi allontano dallo specchio, indietreggiando e riporto il mio sguardo offuscato dalle lacrime sulla cornice e sulla scritta.
Impiego non più di qualche secondo per decifrare ciò che vi è scritto in realtà.
Non rifletto il volto ma il cuore".
E’ davvero questo ciò che più ardentemente desidero?

***

Ok, è tipo una vita che non aggiorno e probabilmente nessuno ormai si ricorderà più di questa storia. Non saprei neanche dire il perché ho smesso di aggiornare, avendo già parecchi capitoli pronti, ma beh, diciamo che sono stata parecchio impegnata.
Su questo capitolo non credo ci sia un granché da dire, so che Tom può sembrare un po' troppo umano... ma infondo è solo un ragazzino con una storia difficile, chiaramente piano piano perderà questo suo lato ma, secondo me, è proprio questo il punto: lo perderà il ché significa che prima deve averlo avuto!
Grazie a chi ha recensito a chi lascerà una recensione, a chi leggerà... sì, insomma, un po' a tutti! :)
  
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