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Autore: Werewolf1991    03/07/2011    4 recensioni
La storia di una Snivy sfortunata che dopo aver avuto un pessimo allenatore si ritrova a viaggiare con una ragazza dall'animo gentile e con un suo amico accompagnato da un Oshawott.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Videogioco
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Capitolo II un nuovo Inizio

Da allora erano passati tre giorni. La professoressa le stava portando del cibo. Lo aveva piazzato di fronte a lei, poi le aveva detto.- Non mi sono mai sentita così male  in tutta la mia vita. Non mi era mai successo di dover fare una cosa del genere. Se almeno ti mostrassi pentita per ciò che hai fatto, potrei farti uscire.- Snivy la fissò con disprezzo. Pentita? Pentita? Lei era la vittima! Non la colpevole! Ma quella era una stupida umana, non poteva certo capire. Si voltò noncurante verso la finestra.- Allora è così. Molto bene.- aveva detto la professoressa. -se le cose stanno così io me ne vado. Sappi solo che non potrai restare lì dentro per sempre.- aveva aggiunto con una punta di ammonimento. Poi se ne era andata. Quel giorno erano arrivati degli altri ragazzi. Sarebbero partiti per iniziare il loro viaggio. Snivy si sentì male al pensiero che lei era chiusa lì dentro, invece di essere la fuori. Non perché volesse andare via con un umano, no, ma perché voleva andarsene da lì. Era stanca di essere prigioniera di una stupida umana che non aveva capito niente. Sentì le voci dei ragazzi che salutavano da dietro la porta. Erano andati via, portando Oshawott e Tepig con loro. Era rimasta sola. Sentì qualcuno avvicinarsi, ma non si voltò. Si rannicchiò su se tessa e chiuse gli occhi. Sentiva la voce della professoressa Aralia che parlava con qualcuno. Non le interessava quello che succedeva. Poi  sentì la donna dire- Bene arrivata, tutto bene?- -Si- aveva risposto l’altra persona, una ragazza a giudicare dalla voce. Quella  voce  aveva fatto aprire gli occhi di scatto a Snivy. Sorpresa dalla sua reazione aveva deciso di ignorarla e di richiudere gli occhi. Poi la prof. Aveva detto.- Immagino che tu sia qui per scegliere il tuo primo Pokemon. Dico  bene?- -Si, non vedevo l’ora.- Aveva risposto la ragazza. – Mi dispiace molto- aveva detto la Prof. Con voce triste- Ma Tepig e Oshawott sono stati presi da due ragazzi che sono venuti qui prima di te.- - Ma io non volevo ne Tepig ne Oshawott.- aveva detto la misteriosa ragazza.- Ma allora chi volevi?- aveva chiesto la prof. temendo la risposta. Snivy aveva ascoltato distrattamente la conversazione. A lei che importava? Tanto prima o poi sarebbe stata data via.- Io vorrei Snivy- aveva detto la ragazza convinta. – Mi dispiace- aveva risposto l’altra- Perché?- aveva chiesto la ragazza con una punta di delusione nella voce- Ha dato via anche Snivy?- aveva continuato- No, non è questo. È solo che…-- è solo che cosa?- aveva voluto sapere la ragazza.- Vedi, il fatto è che io non posso darti la Snivy che ho in laboratorio.- - E perché non può?- aveva voluto sapere la ragazza. Snivy aveva continuato ad ascoltare quello dicevano fuori, e aveva sentito qualcosa di strano, mentre la ragazza pronunciava il suo nome. Ma aveva deciso d’ignorare questa sensazione e di continuare ad ascoltare quello che dicevano. – Vedi, il fatto è che la Snivy che ho con me ha qualcosa che non va.- aveva iniziato la prof. Snivy non era d’accordo ma non aveva voce in capitolo.- Cos’ha? Sta male?- aveva chiesto con quella che sembrava preoccupazione la ragazza. Snivy però non ci cascò. Stava mentendo. Tutti gli umani erano dei bugiardi e dei traditori. Anche la prof era così. – Non proprio.- stava dicendo ora. Poi aveva raccontato alla ragazza quello che era successo con Lucas. Snivy tremò al sentire il suo nome. Aveva degli orrendi incubi ogni notte per colpa sua. – Ecco perché non posso dartela. Non è sicuro affidarla a qualcun altro. Io sinceramente non so che fare con lei. Forse dovrei farla abbattere. -ma certo, aveva pensato Snivy. Dato che non aveva fatto quello che gli altri volevano doveva essere abbattuta. Che schifo!-Capisco-aveva detto la ragazza. Ovvio che non le importava  - Ma, mi scusi se glielo chiedo, professoressa, ma non le sembra esagerato farla abbattere per questo?- aveva aggiunto poi, facendo sorprendere Snivy. Si era aspettata che la ragazza lasciasse cadere l’argomento. Invece aveva preso le sue difese. Fingeva, non poteva esserci altra spiegazione. – Be, in effetti sì, ma non mi pare di avere altra scelta.- aveva detto la donna tristemente. Non è vero! Aveva pensato Snivy. La verità era che, siccome lei non sapeva che farsene di una Snivy disubbidiente, aveva deciso di eliminarla! Questo non era affatto giusto. Però sapeva anche di non poterci fare nulla.- Mi scusi se mi permetto di insistere, ma non credo che sia il caso di arrivare a misure così drastiche.- Certo, faceva la commedia quella ragazza. Era ovvio che mentiva, così avrebbe potuto portarla via e sottoporla ad altre indicibili torture! – Potrebbe ripetermi il nome del suo precedente allenatore?- aveva chiesto. Che c’entrava questo? Ah, forse si conoscevano. Magari lei era la sua ragazza. E magari, se la prof l’avesse affidata a lei , l’avrebbe riportata da lui e l’avrebbero torturata entrambi.- Lucas- aveva detto la prof.- Lucas? Alto circa un metro e 80, capelli scuri e occhi blu? E vestito di scuro?- aveva chiesto la ragazza. Snivy sentiva di avere ragione. – Si- aveva risposto la prof. A quel punto era calato uno strano silenzio. La ragazza era ammutolita e anche la prof. Po la ragazza aveva detto- Mi scusi, posso farle una domanda?—Si, dimmi pure.- aveva detto la prof.- è vero che gli Snivy hanno la tendenza a scappare da allenatori che ritengano indegni di loro, o che li trattino male?- - Si, è vero, ma non capisco dove vuoi arrivare, aveva detto la prof un po’ scettica.- Vede, il fatto è che io conosco Lucas .- Ah! Finalmente la ragazza stava per rivelarsi per quello che era! Snivy si avvicinò all’estremità della gabbia per poter sentire meglio.- Ah, si? Bene, allora come sta? Si è ripreso da quello che gli è successo?- aveva detto la prof. La ragazza aveva replicato con tono rabbioso e acido.- Mi creda, lui non ha mai avuto niente per quello.- - Ma come, a me sembrava affranto!- aveva osservato la prof. Snivy non riusciva a spiegarsi lo strano tono di voce della ragazza.- Non è come sembra. Mi creda, io quello lo conosco bene. È una di quelle persone alle quali bisognerebbe vietare per legge di possedere un Pokemon.- aveva detto sempre più arrabbiata. Snivy credeva comunque che fingesse.- Ma a me è sembrato sincero. Perché dici questo?- aveva chiesto la prof. che sembrava sinceramente sorpresa dalla reazione della ragazza.- Gliel'ho detto, di lui non ci si può fidare. È un falso e un ipocrita. Se ho capito bene com’è avrà senz’altro torturato Snivy a morte .- -Ma che dici. Stai esagerando.- aveva detto la prof.- No, io ne sono convinta.- Snivy aveva chiaramente sentito qualcosa di strano in quella ragazza. Però non poteva cascarci. Era un’umana. Gli umani erano tutti uguali. Ma allora perché il cuore le batteva così forte ogni volta che le sentiva pronunciare il suo nome? Non sapeva spiegarselo. Decise di ricacciare indietro quella sensazione e di ascoltare quello che dicevano, tanto per sapere come sarebbe andata a finire.- Io invece credo che ti sbagli.- aveva insistito Aralia da fuori.- Sarà- stava dicendo la ragazza- ma, mi dica, ha pensato di visitare Snivy, quando l’ha trovata al laboratorio all’improvviso?- aveva chiesto la ragazza.- A dire la verità no.- aveva risposto l’altra. Snivy sibilò per la rabbia. Non le era ancora andata giù come era stata trattata.  -E come mai non l’ha visitata? Scusi, ma non le è venuto il dubbio che, il fatto che fosse tornata , potesse significare qualcosa?- - Io ho pensato che si trattasse solo di un suo capriccio- ammise la prof. Snivy era davvero furente ora. Come poteva permettersi quella donna di affermare che la sua fuga da quel pazzo fosse frutto di un capriccio. -Ah, davvero? Quindi non sa nemmeno se è ferita o sta male?- aveva detto la ragazza, con tono indignato. Snivy pensò che fosse una brava commediante.- No, in effetti no.- aveva detto la prof.- Non ci posso credere. Allora che cosa aspetta a visitarla? Mi scusi se glielo dico ma l’esperta di Pokemon qui è lei. Non dovrebbe quindi mettere i loro bisogni prima di tutto?- aveva detto la ragazza.- Non è necessario che me lo rammenti. Non capisco comunque perché insisti tanto. Non posso darti quella Snivy.- - Io non voglio nessun altro come primo pokemon.- aveva risposto la ragazza, molto convinta.- Ascolta Crystal, lo so che per te è difficile rinunciare a quello che vuoi, ma se ti va posso trovarti un altro Snivy.- aveva cercato di convincerla la Prof. Crystal, era questo il suo nome. A Snivy piacque. Subito dopo scosse la testa. Era un’umana. Era malvagia, a prescindere da qualsiasi cosa. Eppure non riusciva  a fare a meno di sentire una certa eccitazione. Si sforzò di reprimerla.- Che cosa?- aveva urlato Crystal pochi secondi dopo.- Come le viene in mente di propormi una cosa del genere? Per chi mi ha presa? Se permette, ho tutto il diritto d’insistere. E se proprio non vuole affidarmela, non si preoccupi. Ma almeno si decida a visitarla, prima di farla abbattere!.- aveva detto decisa . La  prof non aveva risposto. Snivy se ne chiese il motivo. Poi la professoressa riprese a parlare, dicendo.- Ascolta, non c’è bisogno di arrabbiarsi. Se ci tieni così tanto le farò una visita in questo momento. Però secondo me dovresti riconsiderare l’ipotesi  di prendere qualcun altro. Snivy era rimasta sorpresa dalla reazione della donna. Crystal gliele aveva cantate chiare. Tese le orecchie per sentire quello che sarebbe successo dopo.-  Qualcun altro? Qualcun altro?- aveva sbottato Crystal- Mi scusi se mi permetto ma nessun altro potrà mai sostituire Snivy.- aveva detto convinta. La nominata era d’accordo.- Comunque vada a visitarla, così vedremo chi ha ragione. Io l’aspetto qui, ok?- aveva aggiunto. La prof allora si era avvicinata alla porta.- Cercherò di fare prima che posso.- aveva detto rivolta a Crystal. Poi era entrata e aveva chiuso la porta. Nel frattempo Snivy si era girata fingendo disinteresse.- Ma guarda un po’. A quanto pare c’è qualcuno che ancora ti vuole. Quella è una bravissima ragazza. Non capisco però perché debba essere così testarda. Ha detto delle cose strane riguardo al tuo ex-allenatore.- le aveva detto. Snivy sussultò a quel punto. Il solo pensiero le faceva venire i brividi.si era girata sentendo la prof. aprire il lucchetto della gabbia.- Adesso ti faccio uscire. Devo visitarti. Non so perché, ma quello che ha detto Crystal mi preoccupa. In fondo lei non mentirebbe mai riguardo a cose di tale serietà.- Così dicendo aveva fatto cenno a Snivy di avvicinarsi. Lei l’aveva accontentata. Era uscita e aveva guardato la Prof. aspettando che facesse qualcosa.- Io ti avverto. Un minimo accenno di aggressività, e ti lascerò marcire in quella gabbia per il resto dei tuoi giorni!- aveva detto, tentando di suonare minacciosa, anche se si avvertiva chiaramente preoccupazione nella sua voce. Snivy aveva risposto con un alzata di spalle. Poi la Prof. l’aveva presa in braccio e portata vicino ad un macchinario. L’aveva messa al suo interno e aveva premuto alcuni pulsanti.  Snivy non stava più nella pelle. Finalmente quella so-tutto-io avrebbe saputo la verità. Attese con impazienza i risultati delle analisi. Quando la macchina si spense da un buco uscì un foglio di carta che Aralia cominciò a leggere. Snivy vide l’espressione della donna cambiare. Dapprima era seria e composta, poi, ad un certo punto era impallidita, aveva spalancato la bocca, coprendola con una mano e aveva uno sguardo a dir poco disperato. Ad un certo punto la donna aveva iniziato a tremare vistosamente, sotto lo sguardo vigile di Snivy. Aveva guardato la piccola con uno sguardo  mortificato. Snivy  credette di vedere un accenno di lacrime negli occhi, ora lucidi, della donna. La prof aveva poi tentato di riprendere il controllo di se. Era uscita dalla stanza, senza nemmeno voltarsi. Non l’aveva nemmeno rinchiusa in gabbia. Snivy pensò di approfittarne per scappare poi ci ripensò. Voleva sentire cosa avrebbe detto a Crystal. Quindi si sedette sul bordo del tavolo e ascoltò.- Avevi ragione tu Crystal. Su tutto. -Stava dicendo.- Che cosa ha scoperto?- aveva chiesto l’altra. – Ecco, leggi qui- Snivy sapeva già cosa c’era scritto. Era disidratata, denutrita, e aveva delle ferite in tutto il corpo, nonché delle bruciature.- Oh, mio Dio- aveva detto Crystal a quel punto.- Alcune non si capisce da dove provengano. –stava dicendo la prof.- è stato lui. Che razza di mostro. Come si può fare questo ad una creatura così fragile?- stava dicendo Crystal. Snivy sentì l’eccitazione farsi più forte. Non volle cedere a quell’emozione e tentò di restare seria e controllata.- Io non capisco, con cosa si possono infliggere simili ferite?- stava chiedendosi ora la Prof. Snivy  lo sapeva. Con il collare, quello che Lucas le aveva attaccato al collo. Tremò al ricordo del dolore che le aveva causato.- Con qualche marchingegno illegale senza dubbio.- aveva detto Crystal- Non pianga, Professoressa. Può succedere a tutti di sbagliare.- Snivy non riuscì a crederci. La prof stava piangendo. La sentì singhiozzare e dire con voce rotta dal pianto- Lo so, ma…. I-io avrei dovuto proteggerla, non spedirla in mano ad un mostro. Oltretutto l’ho anche maltrattata dopo. Ho dato tutta la colpa a lei, senza pensare che forse aveva avuto un motivo per fare ciò che aveva fatto. Sono stata una stupida.-  Snivy era stata contenta che la donna avesse ammesso di aver sbagliato. Tuttavia sentiva una profonda tristezza nel sentirla singhiozzare. Dopotutto non era certo infallibile. Capì di non odiarla poi così tanto, in fondo.- Su, adesso basta. Sono certa che la perdonerà.- stava dicendo Crystal per consolarla. Snivy si sorprese a darle ragione. Forse  non era il caso di chiudere i ponti con gli umani. – Si, ma io…- aveva detto la prof. poi Crystal l’aveva interrotta dicendo.- Non si preoccupi. Sono sicura che se le chiederà scusa si aggiusterà tutto.- Snivy si trovò nuovamente a darle ragione. Però la donna non era l’unica a doversi scusare. Snivy si sentì in colpa, dopo una settimana, per averla colpita. Attese con trepidazione ciò che sarebbe avvenuto dopo.- Ora posso vederla?- aveva chiesto Crystal. Snivy trattenne il respiro. Era la prima volta che si sentiva così eccitata all’idea di vedere qualcuno. Sperò che la prof acconsentisse.- Non saprei- iniziò la donna. Una fitta di delusione avvolse Snivy- Non vorrei che se la prendesse con te- aveva aggiunto. Snivy si maledisse  per il suo comportamento avventato. Si voltò rassegnata e fece per tornare nella gabbia quando la prof disse- è una settimana che non vede nessuno. L’ho messa in isolamento per punirla di essere fuggita.- il tono di voce mostrava senso di colpa.- Se solo avessi fatto quella visita una settimana fa…- aveva sospirato tristemente.- Non importa. So badare a me stessa.- aveva detto Crystal a quel punto. Snivy si era bloccata sul posto. Si era girata verso la porta. Forse c’era ancora una possibilità. – E va bene. Ma fai attenzione. Lascia parlare me per prima d’accordo?—Si, certo.- al sentire quelle parole Snivy sentì il cuore fermarsi. Si! Si! Finalmente si era convinta. Sentì il cuore riempirsi di gioia.  Ringraziò Arceus poi tornò sui suoi passi e si sedette sul bordo del tavolo in attesa. La prof aprì la porta, si avvicinò e le disse, dopo essersi abbassata per guardarla negli occhi. –Mi dispiace moltissimo per quello che ti ho fatto. Non avrei dovuto dare per scontato che tu fossi colpevole. Ti ho trattato in maniera orribile proprio quando avevi più bisogno d’aiuto. Potrai mai perdonarmi?- le disse con tono mortificato e sguardo supplichevole. Snivy ci pensò su. Decise di prenderla in giro. Assunse un’aria finto indispettita, poi incrociò le zampe anteriori sul petto, accavallò le zampe posteriori e si voltò dall’altra parte, alzando la testa per mostrare disprezzo. Guardò con la coda dell’occhio la donna abbassare la testa, tristemente. Poi si voltò verso di lei sorridendo. Passò una delle sue liane su una guancia della donna, fissandola con aria mortificata. La prof  comprese e le disse:- Va tutto bene. Scuse accettate piccola.- Snivy era rimasta sorpresa dal fatto che la donna l’avesse perdonata così in fretta. Poi Aralia aveva ripreso a parlare- Ascolta, la fuori c’è quella ragazza che ti dicevo. Si chiama Crystal. Ha fatto un lungo viaggio per arrivare fino a qui solo per averti come sua prima amica.- Snivy annui per mostrare che comprendeva.- Cerca di essere gentile ok? È una brava ragazza e ci tiene molto ad averti con se.- Snivy annui di nuovo. Non vedeva l’ora di vederla. Le brillarono gli occhi e la professoressa sorrise nel costatare l’eccitazione della piccola. Si voltò verso la porta.- Ok, Crystal ora puoi entrare- disse. Snivy si sentì ancora più eccitata. Il momento era arrivato. Finalmente Crystal entrò. Era una ragazza piuttosto magra con i capelli castani legati a coda di cavallo, con due ciocche ai lati oltre le orecchie. Aveva gli occhi azzurri. Indossava una maglietta a maniche corte bianca con al centro un disegno di una pokeball. Aveva dei pantaloni di jeans corti, delle scarpe da ginnastica color blu coi lacci bianche e portava uno zaino sulle spalle. Guardò prima la professoressa con gratitudine poi rivolse l’attenzione a Snivy, che la guardava a bocca aperta. Aveva persino trattenuto il respiro per tutto quel tempo. Crystal  si era avvicinata con uno sguardo eccitato e dolce allo stesso tempo. Si era chinata verso di lei e, allungando la mano destra, aveva detto:- Ciao piccola, io sono Crystal e se lo vorrai, sarò la tua nuova compagna di viaggio.- Snivy era rimasta colpita dal tono di voce di Crystal. Era caldo e rassicurante, completamente opposto rispetto a quello del suo ex-allenatore. Da esso emergeva tutta la gentilezza e l’affetto che la ragazza sembrava provare per lei. Batté le palpebre per assicurarsi che questo non fosse solo un sogno. Crystal se ne accorse e le disse, quasi come se le avesse letto nel pensiero:- Sta tranquilla, io sono reale. Non stai sognando.- Snivy non poteva crederci. Crystal sembrava essere capace d’intuire quello che pensava. Decise di avvicinarsi un altro po’.  Fece saettare la lingua per annusare il profumo della ragazza. Era dolce, ma non stucchevole. Era un odore che sapeva di buono, che la faceva  sentire bene. Crystal aveva allungato la mano ancora un po’, per toccarla. Lei si era ritratta , un po’ insicura. Non sapeva se provare a fidarsi o no. Il ricordo del tocco inquietante di Lucas la tratteneva. Crystal non ritrasse la mano, rimase in attesa che lei si decidesse. Alla fine decise di provare. Allungò il muso verso la mano della ragazza, fino a sfiorarla. Crystal la carezzò dolcemente. Snivy si sentì quasi volare allora. Mai nella sua vita aveva  provato nulla di simile. Il tocco di Crystal era meraviglioso. Era così caldo e delicato che le fece dimenticare tutti i suoi problemi. Tutte le sue paure, le angosce, tutti i pensieri negativi si dissolsero in un solo istante. Quello era il tocco di un angelo, si disse, estasiata. Aveva chiuso gli occhi allora godendosi quel momento di pace e serenità.  Quando li riaprì scoprì che Crystal non aveva ritratto la mano. L’aveva lasciata li tuto quel tempo, muovendola lentamente, lasciandole assaporare quel momento. La guardava con un sorriso di felicità che non si era aspettata. Si scoprì a ricambiarlo sinceramente.- Allora?- chiese la Professoressa in quel momento, rompendo l’incantesimo. Snivy sentì un’ondata di panico in quel momento. E se Crystal avesse cambiato idea? No! Non avrebbe potuto sopportarlo. Non voleva perdere il suo Angelo!.- Io ho deciso- disse Crystal, voltandosi verso la Prof. Snivy la fissava, pregandola mentalmente di portarla via con se. Si accorse di avere un nodo allo stomaco ed uno alla gola, che minacciava di farla piangere.- Sta a Snivy decidere- aveva detto. Snivy era rimasta sorpresa. Doveva decidere lei? Crystal si era voltata e le aveva chiesto- Allora Snivy, vuoi venire con me?-Snivy non sapeva cosa fare. Era tutto vero? Le stava davvero chiedendo il permesso? Si bloccò qualche istante ancora incredula. Sul volto di Crystal si dipinse un espressione di tristezza. La toccò di nuovo, facendole sentire ancora una volta quella splendida sensazione. Poi si voltò verso la Professoressa dicendo.- Forse non mi vuole.- - Mi dispiace. Sarà perché è rimasta qui da sola per tanto tempo.- aveva risposto. Snivy era ancora bloccata. Un terrore mai provato prima la invase. Non poteva far andare via il suo Angelo. A quel punto si mosse e chiamò Crystal. La ragazza si voltò a fissarla con aria interrogativa. Lei la fissò estendendo le zampe anteriori sperando di farle capire che voleva essere presa in braccio. Il volto di Crystal s’illuminò al vedere questo.- Allora vuoi venire!.- aveva sussurrato. Poi si era avvicinata e aveva allungato le braccia verso di lei. Snivy le era saltata in braccio senza pensare. Le aveva appoggiato la testa sul petto e aveva strofinato il muso contro di lei, ad occhi chiusi sorridendo. Tutto il suo corpo emanava un forte calore. Snivy si rilasso immediatamente , e ancora di più quando Crystal avvolse la braccia intorno al suo corpo. La sua presa era delicata e forte al tempo stesso. Snivy si sentiva perfettamente al sicuro e avrebbe voluto restare così per sempre. La professoressa parlò riportandola alla realtà.- Bene. Sembra che tu le piaccia Crystal. Sono proprio contenta di vederla felice-. Snivy pensò che felice fosse riduttivo. Era molto più che felice. Era al settimo cielo. Crystal si era girata a guardare la Prof. e aveva detto. Bene, allora penso che potremmo anche andare, no?- - Si, certo. Ora vado a prenderti le Pokeball e il Pokedex.- aveva detto allegra la donna. Snivy l’aveva osservato muoversi velocemente e tornare con quegli oggetti in mano. Crystal li aveva presi e aveva mostrato il Pokedex a Snivy-Con questo potremo scoprire molte cose sui nostri futuri compagni di viaggio.- aveva detto allegramente. Snivy aveva annuito convinta. Poi Crystal le aveva detto- Ti andrebbe di restare fuori dalla pokeball? Mi piacerebbe che mi accompagnassi, così mi sentirei meno sola durante il viaggio- Snivy era rimasta ancora più sorpresa. Si era convinta ancora di più che Crystal fosse un angelo. Aveva annuito per mostrare che era d’accordo facendo si che la sua allenatrice sorridesse di gioia.- bene, allora noi andremmo professoressa.- aveva detto poi. La donna le aveva accompagnate alla porta. Prima di andare le due avevano salutato.- la ringrazio molto di tutto. Arrivederci. La informerò non appena sarò arrivata alla prossima città.- aveva fatto un breve inchino e Snivy l’aveva imitata.- Bene allora. Mi raccomando Crystal. Ora hai un pokemon di cui occuparti, è una grande responsabilità. Devi prenderti cura di lei e proteggerla. Me lo prometti?- aveva detto la donna-Si- aveva detto solennemente Crystal. Poi la prof si era rivolta a Snivy dicendole. – Anche tu ora hai una bella responsabilità. Hai un’allenatrice che si prenderà cura di te e che conta su di te per farle compagnia e per aiutarla a vincere e affrontare la vita. Mi raccomando comportati bene con lei. Siamo d’accordo?- Snivy aveva annuito fissando la prof con un occhiata fiera. Poi si era voltata verso Crystal che aveva detto- Sono sicura che andrà tutto benissimo. Dico bene Snivy?- lei aveva annuito con determinazione. Dopo aver salutato si erano incamminate. Era rimasta in braccio a Crystal fino a quando non si erano fermate per mangiare qualcosa.
  
  
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