Era passata
una settimana da quel bellissimo ventiquattro agosto. Come avevano deciso
quella sera, erano andati insieme a Mosca. Avevano alloggiato in un bellissimo
hotel, a cinque stelle che si chiamava Swissotel Krasnye Holmy. Aveva una
splendida vista sulla città. Kate non sapeva in che hotel, Rick aveva
prenotato, ma appena lo vide, lo sgridò perché avrebbe speso troppo, e lei era
una che si accontentava anche di molto meno. Castle le sorrise e le disse: <
Io sono abituato ad avere mille comfort, dovresti vedere l’albergo in cui
alloggio quando vado a LA. Ti ci devo portare, una volta..>
I giorni
erano passati velocemente. La detective si divertì, era spensierata, era
finalmente felice.
Avevano
visitato le cose più importanti di Mosca, come il Kremlino, la porta della
Resurrezione, il ponte Krasnoholmskij, il Gorkij Park, la Chiesa di
Sv.Nikolaj, e altre splendide cose.
Avevano
mangiato i piatti tipici del posto, come il chornaya cioè il caviale nero,
avevano assaggiato il celebre bortsch, che altro non era che una minestra di
barbabietole, brodo di carne e altri ingredienti che ne Castle, ne Beckett
erano stati in grado di captare. Castle poi un giorno aveva voglia di un gelato
e glielo servirono anche con un babà al rum, che se lo mangiò la detective,
cosa che sorprese molto lo scrittore.
Non avevano
ancora parlato di Gina e del bambino, ma la detective era piuttosto impaziente
di fare quella chiacchierata con il suo uomo. Non che non ce ne fosse stata
occasione, ma sperava che Rick tirasse fuori l’argomento. Era piuttosto
agitata, cosa avrebbe fatto se Rick si fosse trovato un bambino piccolo? Aveva
sentito quello che Gina gli aveva detto al party di Connelly, ma sapeva come
era fatto lui. Sapeva che si sarebbe tormentato, sapeva che non sarebbe
riuscito a stare fuori dalla vita di quel bambino.
Era l’ora di
tornare a casa, prendere l’aereo per il ritorno.
Ci volevano
10 ore di volo, sarebbe stato molto lungo, anche perché tutti i viaggi che si
fanno quando si lascia una vacanza, una sosta anche solo di pochi giorni, sono
sempre faticosi.
Erano in
volo da quasi cinque ore, era arrivata l’hostess con la disgustosa cena che
avrebbero dovuto mangiare. La detective pensò che l’unica cosa magari non
troppo schifosa da mangiare fosse il melone che le avevano dato per dessert. Ma
anche quello non era buono.
Finito di
mangiare, Rick la guardò e le sorrise.
Dopo qualche
secondo lei se ne accorse e gli chiese:
< Che
c’è?>
< Ho una
domanda da farti..> Ammise lui.
<
Spara!>
< Tu
credi nel destino?>
< No>
Disse lei, parlando sinceramente. < Tu?>
< Io si,
non potrei non credere nel destino, se qualcosa è scritto nel nostro futuro
accade. Non so se hai mai visto quel film.. Serendipity.. parla del destino. Il
destino ci ha fatto conoscere, il destino mi ha fatto diventare quello che
sono, perché la nostra storia è già scritta, noi dobbiamo solo percorrere
questo percorso.>
< Ok,
Rick, dove vuoi andare a parare?>
< Il
bambino di Gina..>
Lei gli
sorrise e gli disse: < Speravo che me ne avresti parlato>
< Sai
credo che il destino non mi abbia assegnato questo bambino. Io me lo sento, non
so dirti perché, ne come, ma io lo so, quel bambino non è mio. Magari Gina,
adesso è felice, ha trovato qualcuno che la ama, e cosi si può costruire una
nuova famiglia, e se il destino è buono con lei, quel figlio sarà di Rob, non
mio.>
< Ma se
le cose non andranno cosi? Lo sai che tra tre giorni ci sarà la risposta al
test. Cosa farai, cosa faremo se il bambino sarà tuo?>
Rick a
quella domanda non rispose. Lui era fermamente convinto che il figlio non era
suo. Era certo che avrebbe voluto un altro bambino, ma non da Gina.
Dopo
esattamente tre giorni, Gina arrivò a casa di Castle.
Aveva in
mano una busta, non l’aveva ancora aperta. Con lei c’era anche Rob. Pian piano
aprirono quella busta. A Gina tremavano le mani, non le era mai successo di
essere tanto agitata. Prese il foglio che vi era dentro, in mano e…
Commento:
Non mi uccidete, vi prego!
Finita
questa storia, mi è dispiaciuto cliccare la casella “ Completa”, ma prima o poi
lo dovevo fare, no?
Sorge
spontanea la domanda.. Voi credete nel destino?
Grazie a
tutte quelle che hanno commentato, a quelle che hanno anche soltanto letto.
Questa storia mi è piaciuta troppo scriverla. Anche se in certi momenti mi
stufava. Gli ultimi capitoli sono quelli che mi hanno dato più soddisfazione!
Quindi,
direi che ci leggiamo alla prossima storia che è già in cantiere, e che non
durerà cosi tanto, promesso!
Bacioni,
Madeitpossible!