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Autore: Veruska Marija    04/07/2011    5 recensioni
Si dice che per capire davvero l’importanza di una persona, bisogna prima perderla. Io credo invece che l’importanza di una persona si comprenda davvero quando la si rivede a distanza di tempo. Nana Osaki
[Sequel di Tomorrow]
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I love you'
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Four Eyes
18. Lungo la costa
 
Quando si era alzata dal letto non pensava che ci sarebbe potuto essere qualcosa di peggio del sogno che aveva fatto quella notte. Invece sì, sarebbe rimasta tutta la giornata da sola a casa con Tom. Luca aveva noleggiato una macchina ed era partito per una giornata da solo con Britney. L’idea era stata della ragazza. Aveva detto che voleva conoscerlo meglio visto che di lì a un paio di mesi sarebbe diventato il suo patrigno.
A Silvia la faccenda non convinceva ma non si oppose, avrebbe dovuto dare delle spiegazione sul perché non avesse voluto rimanere sola con Tom e non voleva preoccupare inutilmente Luca.

 
*** ***

 
La costa. Britney aveva chiesto a Luca di prendere l’autostrada vicino alla costa, per poterla vedere. Non avevano una meta. Avevano deciso che sarebbero rimasti in macchina praticamente tutto il giorno. Così potevano ammirare il paesaggio e anche chiacchierare con tutta calma.
Per pranzo si fermarono in un piccolo locale sulla spiaggia. Mangiarono un panino, fecero alcune foto, si riposarono e poi ripartirono.
Avrebbero iniziato il viaggio di ritorno solo sul tardo pomeriggio.

 
*** ***

 
La mattina era stata pessima. Né Tom né Silvia sapevano cosa fare e ogni volta che si incrociavano in casa si affrettavano a cambiare stanza. Anche il pranzo era stato difficile. Nessuno dei due avrebbe mai preparato qualcosa per l’altro, quindi per non stare vicini ai fornelli presero qualcosa di già pronto dal frigo. Tom prese un contenitore con l’ultima porzione di insalata di riso mentre a Silvia si scaldò in microonde due fette di polpettone. Lei mangiò sul tavolo, lui seduto sul bancone della cucina, in modo che lei gli desse le spalle. Alla fine misero i piatti nella lavastoviglie e lei uscì per andare a prendere il sole sul giardino dietro la casa. A Tom non rimaneva che restarsene dentro a cazzeggiare. Guardò un po’ la tv ma trasmettevano solo i soliti programmi spazzatura. Si alzò dal divano, si guardò attorno e salì in camera per cercare il portatile. Lo cercò per una mezz’ora buona, finché non si ricordò che quello di Bill si era rotto e così gli aveva prestato il suo. Molto probabilmente il gemello ormai lo riteneva un oggetto regalato, non in prestito, e se l’era portato via.
Vide la sua vecchia chitarra acustica, era la sua preferita, ma era tanto che non la usava. Da quando Silvia se n’era andata. L’aveva sempre tenuta a portata di mano, ma le sue dita non avevano più sfiorato quelle corde.
La prese mano e la osservò. Era arrivato il momento di tornare ad usarla? Sì. Si sedette per terra con la schiena appoggiata al letto, abbracciò la sua chitarra e chiuse gli occhi. Iniziò a sfiorare le corde e una leggera melodia si propagò nella stanza. Continuò, avrebbe potuto non smettere mai. Si fermò solo quando una voce lo interruppe.
-Era da tanto che non ti sentivo suonare così.
Silvia era seduta a terra, era rimasta fuori della stanza e si era appoggiata al muro vicino alla porta rimasta aperta. Tom riusciva a scorgerne un profilo.
-Sei qui da molto?
-Venti minuti.
Il chitarrista si voltò verso il proprio comodino e notò che la propria svegliava segnava le 19:18. Aveva suonato per quatto ore abbondanti.
-Vieni.
Si alzò, uscì dalla stanza e scese le scale. Lei rimase interdetta per qualche secondo da quell’affermazione ma poi deciso di seguirlo.
Lui andò fino al garage e salì in macchina. Si sporse sul sedile vicino per aprire la portiera del passeggero e le fece cenno di salire.
-Dove vuoi andare? Guarda come sono conciata.
Tom la fissò: indossava una t-shirt semplicissima gialla con una giraffa seduta su un po’ d’erba che giocava a “M’ama, non m’ama” con i fiorellini e dei cuoricini tutt’intorno, degli shorts neri, sotto aveva ancora il costume da bagno e ai piedi delle infradito bianche.
-Non ti preoccupare sei perfetta.- si voltò verso avanti e sussurrò –Lo sei sempre.
-Non girarti che non capisco quello che dici! Cos’hai detto?
-Niente. Forza, sali.
Silvia obbedì, lui mise in moto e partì.
-Almeno mi dici dove andiamo?
-Sorpresa. Comunque non è distante.
Passarono dieci minuti di silenzio. Nessuno dei due si era mosso più del necessario e anche il lettore cd era rimasto spento.
-Ma stai prendendo la super strada della costa! Non è vicino!
-Ti dico di sì. Fidati.
Lei sospirò e si appoggiò malamente sul sedile.
Cinque minuti dopo Tom uscì dalla super strada e andò a finire in una stradina sterrata. Accostò e scese dalla macchina.
-Dove siamo?
-In spiaggia.
-E non ce n’era una più vicina?
-Qui non ci viene mai nessuno. La stradina è nascosta e non ci sono indicazioni. Bisogna conoscerla. Ce l’ha insegnata Sabrina. Mi piace venire a guardare il tramonto qui.
Silvia si concentrò per la prima volta sul mare e sul cielo. Era davvero uno spettacolo bellissimo. Si lasciò cadere sulla sabbia per ammirare quello spettacolo.
-Da quando sei così romantico?
-Non so perché ma questo sole mi ricorda quello della mattina in cui avevi la visita per abortire.
Rimasero ancora in silenzio e Tom si avvicinò a lei. Erano seduti vicini. Silvia appoggiò la testa su una spalla di Tom e lui le cinse le sue con un braccio. Quando ormai il sole stava per scomparire all’orizzonte si guardarono negli occhi e questa volta fu lei. Fu lei a baciare lui. Non sapevano quale dei due fosse più felice. Lei lo attirò a sé e si ritrovarono distesi uno sopra l’altra.
Non smisero di baciarsi. Lei iniziò a lasciargli una scia di baci sul collo e lui delicatamente aveva iniziato ad accarezzarla dappertutto. Lentamente stavano riprendendo contatto con il corpo dell’altro. Si spogliarono e fecero l’amore lì sulla sabbia. Con il suono delle onde che si infrangevano ad accompagnarli.
-È stato bellissimo.
-È stata la nostra ultima volta vero?
-Sì Tom. L’ultima.
 
Continua.
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

   
 
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