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Autore: Free_    04/07/2011    4 recensioni
-Mi dia un caso, Watson. Un caso che non si è mai visto, così straordinario che la gente, leggendo il suo racconto, non crederà nemmeno a una parola. E così fu: il caso più strano e sensazionale della mia vita.
Genere: Romantico, Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sì! Lo so! Non ditemi niente! ç_ç scusatemi, è tutto quello che posso dire..e vi ho lasciato un bel capitolone da leggere, spero che con questo sarò perdonata..buona lettura!





Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Eleven



-C-come?- Lestrade sembrò molto sorpreso –Ma signor Holmes, il suo aiuto sarebbe di estrema importanza e--
-Ho detto che non posso aiutarla.- lo interruppe il mio amico.
L’ispettore sospirò -Beh, vuole almeno illustrarmi le ragioni per cui non può?
Holmes si sistemò meglio sulla poltrona sulla quale si era seduto e replicò, disinvolto
–Non ho voglia
-Non ha..voglia?
-Ho altro lavoro da fare, in questo periodo, e credo..- continuò, alzandosi dalla poltrona -..che anche lei ne abbia, quindi sarebbe meglio per tutti e due terminare qui la nostra conversazione, se non le spiace- aprì la porta che dava sul salotto.
-Beh- disse Lestrade –se così stanno le cose..ma la prego di rifletterci, Holmes; non sarei venuto da lei se non fosse una questione urgente.-
Infine si congedò, salutandoci con un “buonpomeriggio” e calcandosi il cappello in testa. Il mio amico mi disse che miss Korinne poteva uscire dalla mia stanza, ma quando entrai la trovai stesa sul letto, addormentata. Mi venne da pensare al momento in cui le ragazze sarebbero dovute tornare nel loro tempo; quando sarebbe successo? Non potevo dare una risposta a questo interrogativo, ma sentivo dentro di me che ci sarebbero riuscite; ero certo, comunque, che avrei sentito la loro mancanza.

---

Nei giorni che seguirono le due tornarono in casa di miss Annabelle; Evangelina sembrava ormai essersi ripresa piuttosto bene, e potei togliere definitivamente le bende dalle braccia di Korinne. L’ispettore Lestrade non mancò di venirci di nuovo a trovare, e convinse Holmes a fare alcune indagini riguardo al caso, ma il mio amico si guardò bene di fare parola sui due misteriosi individui che si trovavano alla casa abbandonata.
-Dobbiamo evitare che Lestrade venga a conoscenza delle loro identità, Watson- mi disse un giorno –sarebbe davvero seccante dovergli dare delle spiegazioni-
Le signorine passarono con noi diverso tempo, e cercammo di risolvere l’enigma riguardante le due scatolette luminose, che ormai da molti giorni non davano segni di vita; le stesse che si pensava avessero portato le due ragazze indietro nel tempo,  e che quindi credevamo potessero riportarle a casa. Il problema era riuscire a capire come.
-Potremmo caricarli di nuovo di elettricità- propose Korinne
-E dove la trovi?- ribattè la sua amica –Qui non l’hanno ancora scoperta!
Di cosa stessero parlando, non ne avevo idea.
-Signorine- esordì Holmes – quando siete arrivate qui, era in corso un violento temporale, e avete detto che la causa del vostro salto nel tempo potrebbe essere stato un filmine. Perché non ricreare quella situazione?
Miss Korinne scosse il capo –Servirebbero le attrezzature adatte; un’antenna, perlomeno.
-Potremmo farne costruire una- proposi io, senza sapere con certezza che cosa fosse.
L’idea venne presa in considerazione, e ci accordammo per vederci dopo cena per discuterne, visto che prima sia io che Holmes dovevamo lavorare.


---


-Eva, credi che un giorno torneremo a casa?
-Beh, io spero di sì!
-Mh..- la ragazza diede un calcio a un sasso della strada. Stavano tornando a casa a piedi, dopo essere uscite dall’appartamento di Baker Street.
-Stà tranquilla, Korinne; in fin dei conti, Holmes e il dottore stanno facendo tutto il possibile.
-Lo so, ma..non è che si sta tanto male qui, no?
-Beh, no..ma non è il nostro tempo-
Korinne continuò a calciare il sasso, e rispose scollando le spalle,  con lo sguardo basso. Evangelina si fermò –Korinne? Che hai?
-Io? Niente, che ho? Non ho proprio niente..
Eva rimase in silenzio.
-Mh? Insomma, andiamo?-
-..tu non vuoi tornare a casa, vero?- Evangelina la osservò intensamente.
-Che cosa? Certo che voglio tornare a casa, che discorsi! Muoviamoci, piuttosto, miss Annabelle ci aspetta per pranzo..
Quando tornarono a casa, trovarono miss Annabelle ad aspettarle.
-E’ arrivato qualcosa per voi, una lettera.
-Una lettera?- le ragazze si guardarono, stupite.
Miss Annabelle porse loro la lettera, sorridendo, e prima di andarsene disse –Non è che avete già qualche ammiratore?
Per tutta risposta le due sorrisero, poi rivolsero la loro attenzione alla lettera che aveva in mano Evangelina. Era una normale busta per lettere, con scritto soltanto i nomi delle ragazze e l’indirizzo della casa; mittente sconosciuto. Dopo qualche secondo di esitazione, la ragazza la aprì.



Miss Evangelina, miss Korinne,

siete cortesemente invitate a prendere un tè nella mia umile residenza. Una carrozza verrà a prendervi alle quattro in punto del pomeriggio, siete pregate di accettare l’invito e di non farne parola con alcuno se volete evitare spiacevoli conseguenze.
Distinti saluti,
M.



-Che? Prendere il tè?- esclamò Evangelina.
-Chi sarebbe questo “M”?-
-non ne ho idea, ma non mi piace. Korinne, io non ci voglio andare.
-Nemmeno io, ma sembra che non abbiamo scelta.
-Ma hai letto? Che vorrebbe dire “spiacevoli conseguenze”?
-Non lo so. Eva, neanch’io mi fido di questo invito, non mi piace neanche un po’..ma vedi qualche alternativa? Non so, devono spiarci, o qualcosa del genere, altrimenti come farebbero a sapere i nostri nomi e dove abitiamo?


---


A pranzo le ragazze furono molto taciturne; non era facile nascondere il nervosismo, e Evangelina rovesciò per sbaglio un bicchiere d’acqua.
-Oh, m-mi scusi, mi scusi tanto- balbettò rivolta a miss Annabelle.
-Non fa nulla, stia tranquilla..- l’anziana signorina la osservò per qualche secondo, poi si passò il proprio fazzoletto sulle labbra e si schiarì la voce –Allora…siete molto silenziose, quest’oggi.
Per tutta risposta le due abbozzarono un sorriso.
-Avete qualcosa in programma per questo pomeriggio?- conintuò lei
-Beh no, noi…avevamo pensato di fare un giro; sa, visitare un po’ la città. Sempre che lei sia d’accordo.-rispose Korinne.
-Abbiamo chiamato una carrozza per..-Eva guardò l’amica –..le quattro del pomeriggio.
-Oh, andate pure, mi sembra un’ottima idea!- miss Annabelle annuì, ma rimase ad osservarle di sottecchi per il resto del pasto.
Dopo pranzo Evangelina e Korinne avevano ancora un’ora prima dell’arrivo della carrozza, ma erano entrambe ancora molto nervose.
-Dobbiamo avvisare Sherlock e John, Eva. Non voglio che tu corra altri pericoli a causa mia.
-Si, ma in che modo?
-Non lo so. Potremmo lasciare un biglietto..ma se è vero che ci stanno spiando non possiamo certo andare a Baker Street.
-Potremmo lasciarlo a miss Annabelle.
-Ma certo!- esclamò Korinne battendosi il pugno sul palmo dell’altra mano –lasciamole la lettera.
-La lettera che ci hanno mandato?
-Esatto. Diciamole di consegnarla al signor Holmes o al dottor Watson non sappena saremo uscite. Holmes capirà.
Poco prima dell’ora stabilita le ragazze scesero da miss Annabelle e le consegnarono la lettera, chiedendole di portarla al più presto al nipote.
-Ma si, non preoccupatevi. Ma..va tutto bene, signorine?
-Certo, tutto bene- Eva sorrise.
Non dovettero attendere molto altro tempo: la carrozza infatti arrivò alle quattro in punto, proprio come diceva la lettera; le due uscirono e si incamminarono per il vialetto della casa con una naturalezza che nascondeva in realtà una certa preoccupazione. Il cocchiere era impassibile, e non guardò le ragazze neanche un momento; i finestrini della carrozza erano oscurati.
-Korinne, ho paura.-
-Anche io..ma andrà tutto bene vedrai- e strinse la mano dell’amica. Partirono, senza avere la minima idea di dove stessero andando, e si fermarono solo dopo mezz’ora circa. Il cocchiere aprì la porta della carrozza senza dire una parola, e le due ragazze scesero lentamente dopo un attimo di esitazione: davanti a loro un maggiordomo le stava aspettando sulla soglia di un’elegante casa.
-Prego miss- disse, facendosi da parte –il signore vi sta aspettando all’interno.
Eva e Korinne si guardarono, stupite ma pur sempre nervose; si avvicinarono, indugiando all’ingresso della casa.
-G-grazie..- disse Evangelina, perplessa, al maggiordomo. Infine entrarono, ed egli le accompagnò fino a uno spazioso ed elegante salotto. Un tavolo con alcune sedie, una scrivania piena di carte, un divano e, infine, una misteriosa figura nascosta dall'ampio schienale di una austera poltrona.
-Signore, miss Korinne e miss Evangelina.-Il maggiordomo infine si congedò con un inchino, chiudendo la porta dietro di sé. L’uomo non si mosse;
Una voce baritonale risuonò per la stanza -Benvenute..ragazze del futuro.




***




Alchimista
: ebbene, rieccomi di nuovo! Uff..spero sinceramente che non me ne vorrai troppo per questo…non si può chiamare nemmeno ritardo! >.< comunque..che ne dici della faccenda? Chi sarà quest’uomo misterioso? LivingTheDream: scusami, s-c-u-s-a-m-i! Veramente…non ti sei scordata tutto, vero? Spero di no..s spero anche che questo nuovo capitolo di sia piaciuto! :) Al prossimo capitolo!
Bellis: Ah! Eccoti qui, tu :D beh, tu mi conosci troppo bene :P eppure, sembra che la storia fra loro sia finita qui, che ne dici? Hehe, spero che la storia non cominci ad annoiarti..ci sentiamo presto! Un bacione <3
FrancYeah: Ma che dici, Lestrade un tontolone? Naah..*sarcasm* [Viene fulminata da Lestrade] ahem! Comunque..spero tanto che ti sia piaciuto anche questo capitolo :D alla prossima!
   
 
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