Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Defyingravity    05/07/2011    3 recensioni
E se Kurt non fosse disposto ad aspettare Blaine per sempre?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti!
Eccomi qua con un altro capitolo, spero sia di vostro gradimento, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate! :)
Vi volevo ringraziare, prima di tutto perchè la FF con soli tre capitol ha raggiunto quasi le 1000 visualizzazioni ed il primo capitol ha passato le 500 visite, vi ringrazio di cuore!
Con questo chiudo,
Spero in una buona lettura!
DG
*****


Chapter 4: There’s Nothing like Home


Finalmente era arrivato il weekend e per Kurt era giunto il momento di tornare a Lima.


«Quindi ci lasci?» chiese Al sorpreso, scattando improvvisamente appena vide Kurt uscire dalla sua stanza affianco a Riker e Nick con una borsa più capiente del solito il venerdì sul tardo pomeriggio. «è solo per questo weekend. Domenica sera sarò di nuovo qui.» lo rassicurò il ragazzo castano con un sorriso, al quale rispose un sospiro di sollievo.
«Stacci bene, amico. La camera sentirà la tua mancanza.» salutò Nick, seguito da Riker che fece un gesto della mano. A differenza di Kurt, la maggior parte dei suoi compagni Warblers, abitando parecchio lontano dalla scuola, rimanevano all’accademia per quasi tutto l’anno eccetto vacanze o casi particolari, e così avrebbero fatto quel fine settimana.
«Certo.» rispose con un sorriso. In quel momento Riker e Nick sorrisero beffardamente, vedendo qualcuno avvicinarsi alle spalle del loro “coinquilino”:
«Noi ti salutiamo, abbiamo promesso al prof Johnson che saremmo passati da lui.» Salutarono il loro amico con un gesto della mano e Nick diede un veloce botta alla spalla di Al, per poi allontanarsi insieme nel corridoio.
Kurt si sistemò un’ultima volta la borsa in spalla, ma prima che potesse voltarsi sentì una voce calda e familiare all’orecchio.
«Vedi di tornare presto.» al ragazzo sentì mancare il fiato, nel ritrovarsi così vicino Blaine, verso il quale si voltò mostrando un sorriso.
«Tornerò. Vado via giusto per cambiare un po’ l’aria.» rispose scrollando le spalle. Il ragazzo moro sorrise teneramente al suo amico:
«Ti accompagno fino all’uscita.» disse facendo un cenno della testa «Andiamo. I tuoi amici non vedranno l’ora di rivederti.»
Kurt lo seguì sorridente, un po’ all’idea di come Blaine comparisse sempre accanto a lui, un po’ all’idea che avrebbe incontrato i suoi amici delle New Directions.
Fatto stava, che stava tornando a casa.


Ed il giorno dopo si trovava lì, davanti a Breadstix. Si era accordato con Mercedes che si sarebbero trovati a quel ristorante per un pranzo assieme, cosa c’era di meglio che una chiacchierata tra dive?
Kurt inspirò profondamente con un sorriso, per poi spingere la porta ed entrare nell’ormai troppo familiare locale. Una volta entrato si guardò attorno, verso gli stessi tavoli attorniati dalle stesse poltrone, serviti dagli stessi lavoratori con gli stessi piatti. Sembrava fosse passata un’infinità di tempo da quando era entrato l’ultima volta in quel posto, quando in realtà era passata poco più di una settimana, e nulla era cambiato.
«Kurt? È lui? Kurt Kurt!» si sentì chiamare dalla voce di Rachel, la quale stava seduta accanto a Mercedes, che lo stava incitando ad avvicinarsi con ampi gesti delle mani, ad uno dei tavoli lì vicino. Senza farselo ripetere, il ragazzo si avvicinò verso le sue amiche a grandi passi, salutandole con un caloroso abbraccio.
«Mi siete mancate terribilmente!» disse, mettendosi a sedere di fronte a loro.
«Puoi dirlo forte, sei mancato tantissimo anche a noi!» disse Mercedes, scuotendo il braccio del suo amico con uno dei suoi larghi e contagiosi sorrisi.
«Non hai idea di quanto si senta la tua mancanza al Glee. Non pensavo che la mancanza di una voce si potesse sentire così tanto.» Kurt a quelle parole sorrise, dopo tutti gli sforzi che aveva sempre fatto per farsi sentire nel Glee, era bello udire una cosa simile dalla sua eterna rivale.
«Però ora sei qui!» Mercedes cercò di spezzare quel momento di tristezza «Parlaci della tua prima settimana alla Dalton! Com’è andata?» chiese rivolgendosi al ragazzo, che ridacchiò e, mentre arrivavano le loro ordinazioni, iniziò a descrivere la struttura scolastica, i suoi nuovi compagni e professori, le lezioni. Arrivò a parlare degli Warblers quando Rachel lo interruppe.
«Sono bravi? Quanto bravi?»
Mercede alzò gli occhi al cielo, mentre sul viso di Kurt si dipinse un leggero ghigno. «Parecchio bravi a dire il vero... Certo hanno un sound diverso dalle New Directions, ma sempre bravi. Avrete degli ossi duri da battere.» disse Kurt ridacchiando.
«Già... saremo anche contro di te.» continuò la ragazza, la quale si beccò un colpo sulla gamba seguito da un’occhiataccia da parte di Mercedes.
Il ragazzo sorrise amaramente, era ancora un po’ difficile accettare ad alta voce una cosa del genere. Kurt era convinto che se ne sarebbe veramente reso conto quando si sarebbero ritrovati in due divise diverse il fine settimana successivo alle Provinciali.
«Beh... avrete un motivo in più per temerci.» disse con fierezza e vide le due ragazza di fronte a sé sorridere.
«Adesso ti riconoscono.» rispose Mercedes con fare fiero.
«A proposito di Glee club, Fringuelli... ce ne sarebbe uno a cui noi saremmo piuttosto interessate.» continuò la ragazza color cioccolata, cui si unì subito Rachel sorridente. Kurt arrossì leggermente, abbassando lo sguardo.
«Non c’è niente da dire... voglio dire, cosa dovrei dire?»
«Oh, ti prego! Non ti crederei neanche se me lo dicesse Barbra Streisand in persona!» rispose Rachel.
«Insomma,» intervenne l’altra ragazza «è impossibile che tu non abbia nulla da raccontarci.»
«Vi ho praticamente già detto tutto quello che c’era da dire: mi ha invitato a far parte degli Warblers, mi ha aiutato ad orientarmi a scuola, mi ha accompagnato a lezione, ho detto che abbiamo avuto anche la lezione di letteratura insieme, no? Abbiamo cantato, ieri mi ha accompagnato all’uscita--»
«Questo non l’avevi detto!» lo interruppe Mercedes con un ghigno. «Non credevo fosse così rilevante.»
«Tutto è rilevante in una storia d’amore, dammi retta io e Finn possiamo dartene la prova-»
«Rachel, stiamo parlando di Kurt.» la corresse l’amica ridacchiando, la richiamata rimase con la bocca leggermente aperta per poi poggiarsi allo schienale con un leggero broncio. «Insomma.» riprese gentilmente la ragazza di colore, ignorando con un sorriso l’amica «Dicci un po’ com’è andata questa cosa.»
Kurt doveva ammetterlo, anche se fondamentalmente lo stava negando alle sue amiche, adorava parlare di Blaine, sentiva che avrebbe potuto descrivere ogni attimo che avevano condiviso fino al più piccolo ed insignificante dettaglio, che poi, come aveva precisato Rachel, in amore non lo era mai.


«Vuoi che ti porti la borsa fino alla porta?» chiese gentilmente Blaine, ma Kurt rifiutò l’offerta scuotendo la testa.
«No, grazie. Ce la faccio.» entrambi sorrisero leggermente.
«Ricordati di salutarmi Mercedes, quando la vedi e scusati ancora da parte mia se si è annoiata l’altra sera.»
Kurt ridacchiò:
«Tranquillo, sarà fatto. E devi metterti l’anima in pace, non si è annoiata l’altra volta, l’ha più volte assicurato.»
Camminavano fianco a fianco lungo uno dei corridoi della Dalton popolato da altri ragazzi che camminavano nella loro o opposta direzione, ma uno di questi, completamente intento nel leggere una rivista che sembrava un manga, sbatté in pieno contro Kurt.
«Ouch.» esclamò il ragazzo più basso, guardando di scatto verso i suoi piedi, dove era caduta il suo manga «No cavoli, no! La pagina!» Non diede neanche tempo all’altro ragazzo di scansarsi che questo aveva già raccolto la sua bramata rivista e stava ricercando la pagina persa.
Kurt in silenzio voltò lo sguardo verso di Blaine, il quale roteò gli occhi.
«Pedro?»
«Un momiento!» esclamò in risposta, non distogliendo gli occhi dal manga ed alzando una delle due mani per far tacere entrambi i ragazzi. Questa volta fu Blaine a voltarsi verso l’altro ragazzo con entrambe le sopracciglia sollevate.
«Ah-ah!» urlò entusiasta il messicano, orgoglioso di sé stesso stava indicando una pagina «Questo è il punto dove sono arrivato.» sorrise a sé stesso, poi si rivolse verso gli altri due, fermandosi per qualche istante su Kurt.
«Kurt!» esclamò pronunciando molto ispanicamente la “R”. Il suo sguardo poi si posò per un secondo sulla borsa che reggeva.
«Stai andando via? Non puoi! No tu no puede ir!»
«N-N- non--» era solo una sua impressione o in quella scuola si faceva amicizia fin troppo velocemente?
«Non va via, Pedro. Sta a casa per il weekend. Domenica sarà di nuovo tra noi... O almeno si spera. » rispose Blaine ridacchiando.
«Ehi, detta così suona parecchio male!» rispose Kurt, inarcando un sopracciglio verso di lui. «Concordo. Sembra che degli alieni lo rapiranno questo weekend.» commentò Pedro con occhi spalancati, il quale sembrò avere un’illuminazione e riprese a leggere con foga il suo manga. «No puede ser!» borbottò con il naso tra le pagine.
Kurt si voltò verso Blaine, il quale sorrideva verso il ragazzo messicano con aria divertita.
«Sembra tu sia in un punto piuttosto cruciale, Pedro.» disse quest’ultimo ridacchiando, ed in risposta ottenne dei veloci cenni della testa però sempre rivolti al manga.
«Andiamo.» si riferì a Kurt «Meglio lasciare Pedro da solo prima che esploda appena scoperto quello che accade.» Diede una pacca alla spalla del messicano «Allora noi andiamo, a dopo.» salutò, per poi andarsene senza ricevere una risposta degna del suo nome.
Kurt, non sapendo esattamente come agire, sorrise leggermente verso il lettore, fece un mezzo saluto e raggiunse Blaine in pochi istanti. Quest’ultimo però non poté non far caso all’aria interdetta del suo amico:
«Non ti preoccupare.» ridacchiò «è normale che sia così, quando Pedro ha in mano un manga puoi anche dirgli che sta crollando il cielo e lui non smuove i suoi occhi da quelle pagine. Fa quasi paura effettivamente.»
Kurt con la bocca leggermente aperta sbatté le palpebre diverse volte, era lì da circa una settimana ed ormai gli era chiaro come il sole che gli alunni alla Dalton non erano esattamente i bravi ragazzi in giacca e cravatta che parevano dall’esterno.
«Capisco.» disse infine annuendo profondamente, mordendosi le labbra.
Blaine ridacchiò, scuotendo la testa alla reazione del suo amico.
«Non prenderla così, sappi che non ti mangeremo.» lo rassicurò scherzosamente. Kurt si voltò verso l’altro con un sorriso, ma fece giusto in tempo ad aprire bocca che la sua attenzione fu catturata da una voce femminile alle sue spalle che lo chiamava.
«Kurt! Kurt!»
L’interpellato si voltò e vide correre verso di sé la signorina Hoover in uno sei suoi soliti eleganti completi e i tacchi che risuonavano per il corridoio al ritmo del suo passo affrettato.
«Salve.» salutò sorpreso il ragazzo appena la donna li raggiunse.
«Ciao, Kurt.» sorrise l’altra riprendendo fiato «Ti avevo cercato in camera, ma Riker e Nick mi hanno detto che te ne eri andato... Per fortuna ti ho trovato.»
«Stavo giusto uscendo.»
«Sì, ma ho bisogno che tu porti questo a tuo padre, è solo il versamento della tassa di iscrizione. L’altro giorno lo aveva dimenticato nel mio ufficio.»
«Oh.» rispose Kurt sorpreso, prendendo il pezzo di carta dalle mani della signorina Hoover. Aveva fatto una corsa per mezza scuola solo per ridargli parte del versamento?
Quella totale efficienza iniziava a spaventarlo, quanto fargli adorare quella scuola. «Grazie.» disse infine «Lo- lo porterò a mio padre.»
La bionda davanti a lui sorrise gentilmente.
«Ok, allora ti lascio andare.» la signorina Hoover rivolse lo sguardo verso di Blaine con un sorriso «Buon week-end, divertiti.» salutò per poi andarsene.
Kurt rimase qualche secondo con il pezzo di carta in mano, incapace di dire una parola. «Tutto apposto?» chiese il ragazzo accanto a lui con tono preoccupato.
«è possibile che in questa scuola sia tutto così perfetto?» domandò ironicamente l’altro voltandosi verso di lui con la fronte aggrottata.
Blaine in risposta scoppiò a ridere scuotendo la testa.
«Sei esagerato.» rispose ritornando a camminare.
«No, ma sono serio. È... è assurdo.» Kurt terminò la frase scuotendo la testa in un sussurro. Ciò che Blaine non aveva colto è che, indirettamente, l’altro si stava riferendo anche a lui.
Questo sorrise con uno sguardo intenerito rivolto verso Kurt. Camminarono assieme fuori dalla struttura scolastica della Dalton, ritrovandosi lungo il viale ricoperto di ghiaia di fronte all’ingresso che portava al grande cancello che circondava il giardino esterno della scuola.
«Eccoci qua.» disse Blaine, fermandosi davanti alla grande inferriata bianca.
«Eccoci qua.» ripeté Kurt. Entrambi in silenzio si scambiarono un lungo sguardo, ricambiandosi a vicenda un piccolo sorriso.
«Sai? Mancherai alla Dalton.» disse Blaine, con uno dei suoi soliti sorrisi a cui Kurt sentì sciogliersi.
«Non dire stupidaggini.» riuscì comunque a rispondere, inarcando teatralmente un sopracciglio. «Non mi credi?» Kurt arricciò le labbra ed iniziò a scuotere la testa, osservando il ragazzo di fronte a lui che ridacchiava alla reazione del suo amico.
«Credo che... sia meglio che tu vada.» disse Blaine dopo un attimo di silenzio. «I tuoi genitori ti staranno aspettando. Non vedranno l’ora di rivederti.»
Kurt annuì con il capo chino, sistemandosi un’ultima volta la borsa sulla spalla per poi fare il primo passo.
«Ci vediamo domenica sera.» disse alle sue spalle il ragazzo moro.
«Sì. A domenica.»
«La Dalton sentirà la tua mancanza.» aggiunse in una risata Blaine, il quale ricevette solo un’occhiata dal suo compagno.
Si scambiarono quell’ultimo sguardo, poi si voltarono per tornare sulle proprie strade.


«E questo è tutto.» Kurt scrollando le sue spalle.
«Oh.» rispose in coro le due amiche.
«Vi avevo detto che non era tutto questo gran che.» il ragazzo ridacchiò.
«Stai scherzando? È tutto! C’erano i segnali, Kurt! I segnali! La Dalton sentirà al tua mancanza, ah!» Rachel entusiasta del suo ragionamento ridacchiò, mentre Mercedes la guardava in silenzio, spostando lo sguardo sui due suoi compagni.
Kurt sorrise, per quanto sostenesse l’inutilità del racconto, dentro di sé era ben felice di averlo detto tutto alle due amiche, soprattutto della reazione di Rachel. Era un buon segno del resto, no?
«Insomma... questi Nick e Riker sono i tuoi compagni di stanza?» chiese Mercedes per cambiare argomento.
«Oh sì. Totali disastri, credo di aver avuto il mio primo sonno tranquillo solo ieri notte a casa.» Le due ragazze ridacchiarono.
«Non possono essere così terribili, dai.» sentenziò Rachel.
«No? Mi sono ritrovato a dover evitare zaini, libri, maglie, pantaloni come se fossero degli ostacoli per arrivare al mio letto, non c’è un buco libero. Ho dovuto ripulire io per una questione di igiene, non ci si poteva vivere. Per non parlare del puzzo che c’era il primo giorno! David aveva ragione a chiamarla discarica.»
Rachel e Mercedes scoppiarono a ridere, scambiandosi uno sguardo divertito.
«Preparati a vivere con Finn allora! Avrai del lavoro da fare, mi sa!» esclamò quest’ultima. «Oh no, Carole non glielo permetterebbe mai. Mi fido di lei.»
«In sua difesa dico che sa essere anche ordinato, se vuole. Stai tranquillo, Kurt.» disse Rachel, posandogli una mano sul braccio «Non arriverai al punto da dover chiamare il servizio dell’igiene.»
«Meno male.» rispose in torno ironico il ragazzo.
«Comunque parlando di ragazzi...» Rachel si sollevò di scatto, puntando uno sguardo malizioso verso la sua amica seduta al suo fianco «Qualche bel maschietto da proporre alla qui presente?»
«Oh, vi prego.» disse Mercedes arrossendo leggermente.
«Effettivamente ce ne sarebbe uno.» sul volto di Kurt si dipinse un largo sorriso «David è un bel ragazzo, e sappi che è single. Non sarebbe affatto male come scelta.»
«Trovato! Bene, Mercedes questo— come hai detto che si chiama?» chiese Rachel.
«David.»
«David, mi pare un’ottima idea. Kurt, vedi di far incontrare questi due. Vi immagino già insieme, sposati con bambini.»
Mercedes inarcò un sopracciglio a quelle parole, incredula di ciò che aveva appena sentito. «Se non sai nemmeno com’è fisicamente.» rispose.
«Oh beh, lo immaginerò dal vostro primo incontro.»
La ragazza color cioccolata scosse la testa in una silenziosa risata:
«Comunque, per quanto vi sia grata, no. Sto bene come sto, grazie. E,» continuò, guardando il suo orologio al polso «Credo sia ora di tornare a casa. Si sta facendo tardi.»
Rachel e Kurt si scambiarono uno sguardo, sorridendo meschinamente di nascosto alla loro amica, si erano capiti, cosa poi avrebbero fatto lo sapevano.
«Sì,» si alzò anche l’altra ragazza «Credo che Finn sia qui fuori ad aspettarmi. Meglio andare.»
I tre sorrisero l’uno all’altro, avviandosi all’uscita.
«Dobbiamo rincontrarci la prossima settimana, vada come vadano le Provinciali.» disse Mercedes una volta fuori dal ristorante.
«Certo!» rispose raggiante il ragazzo «Ci vediamo là.»
«Non avrete la vittoria facilmente, questo è certo.» disse Rachel, correndo ad abbracciare il suo amico.
«Questo nemmeno voi.» ridacchiò il ragazzo, stringendo tra le braccia la sua amica, la quale sorrise delicatamente ricordando dentro di sé quanto gli mancasse il suo amico. «Ci mancherai.» disse Mercedes alle spalle di Rachel, appena questa liberò l’abbraccio.
Sul volto di Kurt si morse leggermente le labbra, formando un leggero sorriso:
«Non hai neanche idea di quanto mi mancherete.» sussurrò all’orecchio della sua amica, mentre la stringeva in un lungo abbraccio.
«Ci- ci vediamo alle Provinciali allora.» disse Rachel, quando poi la sua attenzione fu catturata dal familiare pick-up che parcheggiò di fronte al ristorante.
«Finn è arrivato, meglio che vada.» disse in un sorriso. «Ci vediamo.» salutò i suoi amici con un gesto della mano e raggiunse il suo ragazzo, che lo aspettava in piedi fuori dalla macchina.
Kurt vide i due scambiarsi un veloce bacio sulle labbra ed il suo neo-fratellastro sollevare lo sguardo su di lui e dire:
«Ci vediamo a casa.» salutandolo con un gesto della mano, per poi andarsene.
«Credo sia meglio che vada anch’io prima che si faccia troppo tardi, non vorrei far preoccupare i miei.» disse d’un tratto Mercedes.
«Oh sì, certo. Vado anch’io.»
I due si scambiarono un altro lungo abbraccio, e nella notte annuvolata, entrambi si avviarono verso casa.

*****


«Allora, com’è andata la serata?» chiese Finn, formando uno dei suoi piccoli sorrisi sul volto.
«Bene, è stato bello rivedere Kurt.» rispose Rachel sorridente «Solo rivederlo mi sono resa conto di quanto mi sia mancato.» le sue labbra si trasformarono in un sorriso amaro, la ragazza guardava dritto di fronte a sé, come se avesse lo sguardo perso nel vuoto.
Finn teneramente lasciò il volante con una mano e la posò sul ginocchio di Rachel, incrociando i suoi due grandi occhi scuri ai suoi per qualche attimo.
«È stato carino che vi siate incontrati.»
«Oh, certo! Credo che gli abbia fatto anche piacere. E poi, ci ha raccontato un mucchio di cose: anche sugli Warblers. Finn, dobbiamo stare attenti alle Provinciali, Kurt ha detto che sono bravi e da quello che so questo Blaine ci sa fare. Non che dubiti delle mie doti, ma dobbiamo dare il centro per cento.» Rachel annuì più volte verso il suo ragazzo, stringendogli la mano.
«Rachel, mi fai male!» esclamò Finn, muovendo la mano sotto la sua, ma senza staccare il suo sguardo dalla strada.«Dovresti smetterla di pensare alla gara, ti rende solo più nervosa.» nel frattempo si era liberato dalla stretta e scuoteva la mano, nella speranza che il sangue potesse ritornare alla sua regolare circolazione.
«Ma Kurt ha detto che Blaine...»
«Si può sapere chi è questo Blaine?» domandò interdetto Finn, una volta aver parcheggiato di fronte a casa Berry. Per caso c’era un nuovo ragazzo che non aveva conosciuto? Nelle New Directions sarebbero stati in tredici adesso?
«È il cantante solista degli Warblers. Se non la nuova cotta di Kurt.» ridacchiò la ragazza. «E sarebbe— un momento, cotta
«Oh sì, e sembra anche piuttosto grossa.»
Finn sbatté più volte le palpebre con la bocca semiaperta, incapace di dire una parola. Era rimasto a Sam, come mai certe cose a lui sfuggivano?
«Che c’è, Finn?» chiese la ragazza accanto a lui, chinando leggermente il capo.
«No, è che... non ne sapevo niente, ecco.»
«Vedrai che te parlerà.» lo rassicurò dolcemente, vedendo un’aria afflitta nel suo ragazzo «Del resto avrà bisogno di qualche consiglio per qualche approccio da un uomo, no?»
Questa volta l’espressione di Finn si tramutò in una confusa, incapace di rispondere. Avrebbe dovuto parlare di come flirtare con... Kurt? Di situazioni con suo fratellastro ne aveva immaginate, ma sicuramente non una del genere.
Come aveva sempre precisato, non aveva niente contro i gay, assolutamente niente, però non si sarebbe mai immaginato di parlarne con qualcuno come flirtare come un uomo. Come poteva sapere lui se avrebbe detto le cose giuste?
«Non devi preoccuparti. Basta che tu sia sincero con lui, più o meno come noi due.» Rachel sorrise, mentre Finn sentì l’ennesima fitta allo stomaco a quelle parole.
Come noi due. Già, peccato che lui avesse ancora una bugia in sospeso con lei, dall’anno precedente.
«Del resto è tuo fratello.» Finn sentì la piccola mano toccargli la spalla «Vedrai che sarà più naturale di quanto tu possa pensare.» Rachel aveva avvicinato il suo viso a quello di Finn, nel suo sguardo riusciva a vedere come stesse cercando di rassicurarlo, attraverso quegli innocenti grandi occhi castani.
Come poteva mentire ad una persona del genere?
Come poteva continuare a tenere un segreto simile a lei?
«Rachel?» borbottò.
«Sì?» ci fu un momento di silenzio durante il quale i due si scambiarono un lungo sguardo.
«G- grazie.» sussurrò alla fine, incapace di ferire un’altra volta una persona a lui tanto cara. Sarebbe arrivato il momento giusto e quel giorno glielo avrebbe detto.
La ragazza sorrise, avvicinando il suo viso, per baciare delicatamente il suo ragazzo.
«Buonanotte.» disse, prima di scendere dalla macchina ed avviarsi verso casa.
Finn non si mosse, finché non vide la figura minuta sparire dietro la porta di casa Berry.

*****


Kurt ormai era rientrato in casa da parecchio, stava in cucina, intento a versare il latte nel pentolino quando sentì qualcuno rientrare in casa. Passarono pochi secondi e Finn apparve in cucina.
«Che fai?» chiese sorridente, aprendo il frigo.
«Stavo preparando del latte caldo... Ne vuoi una tazza?» chiese gentilmente l’altro ragazzo. Finn annuì, mettendosi a sedere su una delle sedie dispose attorno al tavolo. Tra i due calò un attimo di silenzio, riempito solamente dal rumore del gas che bruciava sotto il pentolino.
«Allora, come... vanno le cose alla Dalton?» chiese il ragazzo più alto, nella speranza di spezzare quell’imbarazzante momento.
«Bene.» rispose semplicemente l’altro senza distogliere lo sguardo dal latte che iniziò a bollire «Le lezioni sembrano un po’ più difficili del McKinley, ma va tutto bene.»
Finn dal tavolo gli rivolse un piccolo sorriso che l’altro non vide, dandogli le spalle per versare la bevanda nelle due tazze.
«La politica di tolleranza zero verso le discriminazioni funziona e diciamo che aiuta a rendere la scuola...»
«Perfetta?» concluse la frase suo fratello, ricordando le parole di Burt, prendendo tra le mani la tazza che gli aveva porto Kurt, che sorrise in risposta e si mi se a sedere di fronte a lui «E come sono gli altri ragazzi, ti sei trovato bene con loro?»
«Oh, sì!» rispose, mentre sul suo viso si dipinse un piccolo sorriso «Alcuni sono forse un po’ fuori dalla norma, ma sarà questione di abitudine, forse. Del resto dopo le New Directions posso sopportare qualunque cosa.» scherzò, prendendo un altro sorso di latte. Finn era contento di vedere quell’espressione tranquilla finalmente sul suo viso, era tempo che non la vedeva, e doveva ammettere a sé stesso che gli era mancata.
«Quindi immagino vada tutto bene.» commentò prendendo a sua volta un sorso di latte, dopo il quale però non sentì nessuna risposta «Tutto ok, Kurt?» domandò con leggera preoccupazione il più alto, vedendo il viso dell’altro dubbioso.
«Posso- posso farti una domanda?» Kurt con la fronte aggrottata, sollevò lo sguardo verso di Finn.
«C- certo.» rispose quest’ultimo, innervosendosi leggermente, avendo intuito dove sarebbe andata a parare la conversazione.
«Come hai capito di piacere a Rachel?»
A quella domanda la memoria di Finn tornò indietro nel tempo ci circa un anno, precisamente a quello strano inconveniente accaduto nell’auditorium durante le prove di canto con la ragazza.
«Sai... con Rachel non è difficile capirlo, diciamo che me l’ha detto chiaro e tondo quasi subito.» vide il sopracciglio di Kurt inarcarsi per un istante, per poi arrendersi all’evidenza che con una come Rachel Berry era impossibile nascondere i propri sentimenti.
«Giusto.» mormorò alla fine il più basso, nascondendo il suo viso dietro la tazza.
«Perché?» chiese facendo il vago l’altro.
«Non ci credo neanche se ti vedo con dei vestiti decenti che Rachel non te ne abbia parlato.» rispose prontamente Kurt, inarcando un sopracciglio.
«Ok, sì, lo so. Ma so solo il nome niente di più.» L’innocenza con cui disse quelle parole e la maniera in cui gesticolò improvvisamente con le mani, bastò a convincere Kurt, che però non volle aggiungere molto altro.
«Non c’è niente da sapere.» disse, scrollando le spalle «Non succede niente.»
Finn lo guardò in silenzio per qualche attimo, aveva imparato a conoscere suo fratellastro, e qualcosa gli diceva che era meglio non insistere. Ma sentiva un irrefrenabile bisogno di dire qualcosa e di aiutare quel ragazzo a lui ormai tanto caro.
«Senti non... non voglio mettere becco in questa storia o scombussolarti qualche piano o chissà cosa, ma se... se ti va di parlarne sappi che- che ci sono se vuoi, ok?» Era nervoso, forse più preoccupato all’idea di poter fare un passo falso, ma dopo ciò che era successo con Karofsky ed la sua non considerazione per quella storia, non poteva non aiutare Kurt, o almeno non offrirgli una mano. «V- voglio dire... Se vuoi qualche dritta, qualche aiuto, non- non farti problemi, ok?»
Il ragazzo seduto di fronte lo guardava con espressione accigliata, tanto che non si aspettava un tale discorso da Finn.
«Grazie.» lo ringraziò, cercando lo sguardo di suo fratellastro, sul quale viso si formò un piccolo sorriso.
«Siamo fratelli.» disse scrollando le spalle «Dobbiamo aiutarci, no?» Bastò solo uno sguardo perché i due si capissero, per lasciare tornare un altro attimo di silenzio.
«Come vanno le cose tra te e Rachel?» questa volta fu Kurt a parlare per primo. Finn sollevò di scatto lo sguardo, posandolo su quello dell’altro per qualche secondo.
«E- ehm, sì bene, come al solito... grazie.»
Non serviva un genio a leggere l’incertezza nell’espressione di Finn, non sapeva cosa gli stesse nascondendo, l’unica cosa che sapeva era che non sembrava disposto a parlarne. Tipico di Finn: tenersi tutto per sé. Per questo il ragazzo cercò di cambiare subito argomento: meglio non premere.
«Ed al Glee mi hanno detto che state lavorando sodo.»
«Oh, sì.» rispose con un’espressione compiaciuta l’altro.
«Ci stiamo dando da fare per le Provinciali, vogliamo fare il massimo.»
«Come sempre.» commentò Kurt con un sorriso.
«Già.»
I due continuarono a parlare per lungo tempo, anche se le due tazze erano vuote, godendosi un momento che ancora non erano riusciti a condividere da neo-fratellastri, raccontandosi degli accaduti della settimana.
E cavoli se Kurt aveva da parlare dei suoi compagni! Anche se, stranamente per Finn, non parlò molto di Blaine o almeno, non quanto si aspettava.
Ad un certo punto Finn sbadigliò, non nascondendo senza alcun ritegno la sua bocca spalancata.
«Scusami, Kurt.» si scusò, alzandosi «Credo andrò a dormire.»
«Certo, buonanotte.» salutò l’altro, rimanendo seduto.
«Mi raccomando, non fare tardi.» si assicurò il più alto con un sorriso.
«Buonanotte, Finn!» ridacchiò Kurt, vedendolo andarsene dalla cucina.
«’Notte!» rispose voltato di spalle, sollevando una mano.
Kurt rimase seduto per qualche attimo, stringendo tra le sue mani la tazza ormai fredda, nel silenzio della cucina abbassò lo sguardo e sorrise serenamente, pensando che mai in vita sua aveva bevuto un latte così caldo.
*****

N.d.A.: Dal prossimo capitolo le cose inizieranno a movimentarsi ;)
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Defyingravity