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Autore: Nackros    06/07/2011    4 recensioni
Quando arrivammo al porto di Anchorage erano appena sorte le prime luci dell'alba.
[...]
Non c'era vento, ma l'aria pungente attraversava senza alcuna difficoltà la stoffa della giacca.
Salutai tutti e quando fummo al completo ci preparammo per l'imbarco.
[...]

E se i nostri personaggi fossero ambientalisti in missione nel mar Artico per evitare il massacro delle balene?
Primo tentativo di long-fic... Siate clementi, vi prego ;P
Dal capitolo 8:
«Senti Izzy...» disse richiamando la sua attenzione, «io e Duncan abbiamo paura che quella donna voglia veramente lanciare la fiocina. Se prendesse la balena la ucciderebbe... Noi non vogliamo che succeda, quindi pensavamo di usare dei fumogeni per impedire che qualcuno la veda e la uccida. Noah, però, non vuole che li usiamo... Puoi aiutarci a convincerlo? »
Quando finì il suo discorso mi premetti il palmo della mano sulla fronte.
Izzy si voltò nella mia direzione con un'aria di rimprovero.
«Perché non vuoi usare i fumogeni, vuoi uccidere la balena?» domandò incrociando le braccia.
Scorsi Duncan dare una leggera gomitata a Gwen, ed entrambi soffocarono una risatina.
Era piuttosto snervante.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Gwen P.oint O.f View

Quella notte la passai a parlare con Trent via webcam.
Gli raccontai della baleniera, della donna che la conduceva, di come il nostro gommone fosse affondato...
Per tutto il tempo lui mi ascoltò, senza mai interrompermi.
Forse era per questo che quel ragazzo mi piaceva così tanto; non avevo mai trovato nessuno disposto ad ascoltarmi quanto lui.
Parlammo anche d'altro; provò a spiegarmi qualcosa sulle ricerche che stava conducendo, ma alla fine ci ritrovammo a parlare di noi.
Dormii veramente poco quella notte a causa della lunga chiamata con Trent.
Ma la spensieratezza che avevo provato in quelle ore valevano tutta la stanchezza che sentii la mattina.
Purtroppo quando mi svegliai e raggiunsi gli altri che facevano colazione la mia sensazione di benessere svanì.
L'atmosfera sulla nave era un misto di tristezza, rassegnazione e rabbia.
Bridgette aveva ancora gli occhi gonfi per i lunghi pianti, mentre Eva aveva l'aria di una che aveva imprecato per tutto il tempo.
Tutti erano molto silenziosi, ad eccezione di Izzy che continuava a tartassare Noah con strani progetti per contrastare le baleniere. Consigli che lui prendeva in modo molto sarcastico, ma che non impediva alla rossa di proporne in continuazione, uno più strano dell'altro.
Probabilmente, se li avessimo seguiti avremmo combinato chissà quali cose.
Lei sarebbe stata disposta a ricoprire la nave di neve per renderci invisibili o ad iniziare dei corsi di "balenese" per poter comunicare meglio coi cetacei.
Era divertente vedere lei parlare così convinta delle proprie strambe teorie che il clima di tensione si allievò, facendo sfuggire qualche risatina tra di noi.
Finita la colazione ritornai nella mia cabina e mi dedicai al lavoro sulle riprese fatte il giorno prima.
La telecamera che era piazzata sul gommone ormai affondato e che ero riuscita a recuperare miracolosamente poco prima che calasse a picco sembrava danneggiata.
Probabilmente, nonostante fosse molto resistente, si era rovinata nell'urto con l'arpione.
Fortunatamente il filmato era ancora integro.
Lo caricai sul computer, e lo riguardai per controllare la qualità delle immagini.
La visione delle scene mi riportò al giorno prima, e tutte quelle sensazioni negative tornarono a farsi sentire.
Ero così impotente... Ma sapevo che se avessi fatto un buon lavoro quelle immagini sarebbero potute diventare una vera e propria denuncia a quel massacro.
Cercai di mettere da parte tutti quei pensieri e mi concentrai sul mio compito.
Visionai tutti i video, anche quelli fatti con le altre telecamere che avevo piazzato un po' dappertutto, e guardai tutte le foto fatte. Selezionai il materiale con cura ed infine salvai il mio lavoro.
Feci anche una copia da poter portare a Courtney; sapevo che gli sarebbe stata utile visto che lei si occupava della parte "scritta" del lavoro.
Mentre il portatile trasferiva tutto sul Cd che gli avrei portato andai un attimo in bagno.
Mi osservai allo specchio.
I capelli erano arruffati e legati in modo disordinato, le occhiaie solcavano gli occhi e la mia pelle sembrava più pallida del solito.
Mi sciacquai la faccia con dell'acqua e mi lasciai riscaldare le mani fredde dal getto d'acqua calda.
Rimasi così per in po' di tempo, prima di andare in camera a sdraiarmi sul letto.
Ero stanchissima, distrutta.
Stesa sul letto iniziai a ripensare a tutto ciò che era successo negli ultimi giorni... Mi lasciai trasportate dai miei stessi pensieri, quasi fino ad assopirmi.
Ripresi lucidità solamente nel momento in cui sentii il portatile emettere un suono acuto, segno che aveva finito di trasferire i dati sul Cd.
Con dei movimenti lenti mi alzai in piedi e presi il disco con tutti i file, per poi ricadere pesantemente sul letto.
Mi lasciai trascinare dalla stanchezza ed appoggiata la testa al muro mi addormentai.
Mi svegliai poco dopo, da come potei constatare guardando l'ora; nonostante ciò mi sembrava di aver dormito per tantissimo tempo.
Un po' più riposata di prima presi in mano il Cd e mi diressi verso la stanza di Courtney.
Bussai alla porta aspettando una sua risposta.
Quando mi aprì notai i segni della stanchezza anche su di lei.
"Oh, ciao Gwen!" mi disse con lo sguardo sorpreso "come mai qui?"
"Ti ho portato questo" risposi porgendogli la custodia contenente il disco.
Lei lo prese in mano, rigirandolo tra le dita con sguardo interrogativo.
"Ci sono tutte le riprese di ieri" continuai, "anche alcune foto... Ho già selezionato tutto. Te le ho portate perché ho pensato che ti sarebbero tornate utili..."
"Oh, si grazie!" disse abbozzando un sorriso, "avevo giusto iniziato a lavorarci adesso".
E con rapido gesto della mano mi indicò lo schermo acceso alle sue spalle, dove si poteva intravedere un programma aperto dove aveva già iniziato a scrivere qualche riga.
"Puoi pure tenerlo, tanto è una copia" aggiunsi.
Courtney fece per rispondermi, ma non gli diedi il tempo di parlare che gli feci notare una macchia rossa sulla sua maglietta.
"Oh, guarda!" esclamai involontariamente "ti devi essere macchiata. Sembra sangue..."
Lei la osservò spaventata, toccandola.
Poi alzò il capo.
"Oh, non è niente" mi tranquillizzò "mi devo essere sporcata prima... Si, perchè... Ho perso un pò di sangue dal naso. Sai, a volte mi capita..."
"Oh, tranquilla. E' solo che pensavo ti fossi fatta male..."
"No, non preoccuparti, sto bene!"
Non so perché ma non mi convinceva.
Ma non volevo insistere troppo così finii li il discorso, salutandola.
Del resto con i continui cambi di temperatura tra l'esterno e l'interno della nave perdere sangue dal naso era una cosa più che fattibile...
Continuai a camminare lungo i corridoi della nave senza una meta precisa.
Per quel giorno avevo finito il mio lavoro e in quel momento non avevo niente da fare.
Decisi allora di andare in camera mia per prendere dei fogli ed una matita.
Amavo disegnare, era l'unico modo con cui riuscivo ad esprimere me stessa.
Ogni tratto che tracciavo sulla carta lasciava dietro un po' di me; le mie emozioni, i miei sentimenti, tutte le preoccupazioni...
Tutto racchiuso in ogni semplice linea.
Era il mio modo di distrarmi, estraniandomi dal resto del mondo.
Iniziai a vagare con il blocco da disegni in mano alla ricerca di un posto tranquillo.
Sarei uscita volentieri, ma il freddo mi avrebbe congelato le mani.
Optai così per un posto nel fondo della nave.
Mi adagiai su una poltroncina un po' scolorita stendendo le gambe su un bracciolo.
Una grossa vetrata mi forniva una luce sufficiente e una vista stupenda, lasciandomi intravedere la scia di schiuma che l'imbarcazione lasciava in mare al suo passaggio.
Iniziai a tracciare delle linee con la matita, lasciandomi trasportare dall'atmosfera tranquilla e rilassata che si era creata.
Le tracce sulla carta iniziarono a prendere la forma di un ragazzo con in mano una chitarra.
Sorrisi, notando la notevole somiglianza con Trent.
Era così che l'avevo visto l'ultima volta, prima che si fermasse alla stazione scientifica; con il suo amato strumento, intento a suonare seduto sul ponte della nave, sfidando il freddo che gli gelava le dita.
"Questa è per te" mi aveva detto iniziando a suonare e a cantare.
Avevo appoggiato la testa alla sua spalla, ascoltando quella voce così bella...
Se la portava proprio ovunque, quella maledetta chitarra.
"Ehi Gwen!"
Una voce interruppe i miei pensieri.
Alzai il capo dal foglio.
"Bridgette!" esclamai, riconoscendo la figura magra e dai capelli biondi venirmi incontro.
Non mi diede il tempo di chiedergli cosa volesse che mi prese per un polso trascinandomi con se.
"Vieni a vedere presto!"
Mi portò fuori, sul ponte della nave.
Non avevo neanche la giacca ed il freddo era pungente.
"Laggiù" disse, indicando un punto non molto lontano da noi, "Guarda!"
Una nuvola di fumo rosso si alzava nel cielo, formando una colonna vermiglia che contrastava con il bianco dei ghiacci intorno a noi. "Sembra che qualcuno abbia usato un fumogeno..." osservai.
Seguii la scia rossa arrivando alla sua base; una piccola barca era ferma nei pressi di un iceberg, ed il segnale sembrava provenire proprio da quel punto.
"C'è una nave là, sta chiedendo aiuto!"
"Dobbiamo andare a dirlo a Noah!" mi rispose Bridgette che subito iniziò a correre, ignorando le imprecazioni di Eva che ci chiedeva di fare meno chiasso.
La seguii, arrivando ben presto alla cabina di comando.
Aprimmo la porta con foga, senza chiedere permesso.
Noah ci squadrò perplesso.
"Bussare non è più di moda?" disse rivolgendoci un'occhiata gelida.
"Noah, è importante!" ansimò Bridgette, con il respiro pesante a causa della corsa.
"Oh, per tutti i vostri piani geniali siete pregati di rivolgervi a Izzy. È tutto il giorno che non mi lascia in pace. Se volete adesso è..."
"No!" lo interruppi frettolosamente "c'è una barca in difficoltà qui vicino! Sta lanciando dei fumogeni!"
Il ragazzo ci osservò entrambe, come per constare il fatto che non gli stessimo mentendo.
Poi si affacciò dall'oblò.
"Mi sa che dovrò darvi ragione" mormorò, iniziando poi ad invertire la rotta.
Mentre Noah era alle prese con le manovre, Bridgette si voltò verso di me.
"Secondo te chi c'è a bordo?" chiese.
"Non lo so", risposi scuotendo la testa "non lo so..."



Scusate il ritardo causa mancanza di tempo, di ispirazione, cazzeggio e... Computer fuori uso D:
Purtroppo l'alimentatore mi ha lasciato e finchè non mi arriva quello nuovo non ho più il mio portatile.
Volendo a casa ne ho altri due, ma sono terribilmente lenti e tra l'altro su quelli non  riesco a scrivere in modo decente.
Lo so, sono viziata ;P
Ma quando faccio questo genere di lavori non mi piace farlo su qualcosa che non è mio.
Così presa dalla disperazione ho scritto questa schifezza capitolo utilizzando solo l'Ipod.
Avete capito bene; ho sempre detto di non essere normale.
Non ho idea di cosa sia uscito...
Fatemi sapere com'è se avete avuto il coraggio di leggere fino a questo punto! ;)



P.s. Potrebbero esserci degli errori di grammatica
perchè l'Ipod corregge molte cose in automatico
anche se sono giuste.
Quindi scusatemi nel caso non li avessi notati
e non li avessi corretti!
 

 

 
 
   
 
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