Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: elenelessar    15/03/2006    5 recensioni
Si alzò, e si avvicinò a lui. “Cos’è questo tono con cui mi aggredisci nella mia casa? Non vi ho forse accolto qui, senza sapere nulla di voi, solo per aiutarvi? Vi ho forse chiesto qualcosa? – la sua voce era calma ma fredda come una lama, e dai suoi occhi non traspariva alcun sentimento – non aspettavo certo alcuna ricompensa per avervi aiutato, ma questa che mi mostri è davvero una ben strana riconoscenza!” Aragorn fece un passo indietro, confuso. Sapeva di essere stato scortese, ma ugualmente aveva bisogno di sapere la verità. Nella situazione in cui erano, sentiva di non potersi fidare di nessuno. “Ti chiedo perdono, le mie parole sono state di certo troppo dure. Ma ugualmente ho bisogno che tu risponda alla mia domanda. Ti prego di credermi se ti dico che devo guardarmi da ogni ombra.”
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Menel fu svegliata da un brivido. Il livello del fiume era salito e dell’acqua era entrata tra le radici che la nascondevano, bagnandole la veste. Aprì gli occhi. Era passata da poco l’alba. Il cielo era grigio, e sembrava che per quel giorno il sole non sarebbe comparso tra le cime degli alberi.
Strisciò fino all’imbocco del suo piccolo rifugio, e guardò fuori. Nessun rumore sembrava provenire dalla foresta, così decise di uscire. Strizzò la gonna, impregnata d’acqua, e lentamente si massaggiò la spalla ed il collo. Si era addormentata rannicchiata contro le radici, ed era tutta indolenzita.
Le acque dell’Anduin erano scure e correvano veloci. Pensò che a monte del luogo in cui si trovava doveva aver piovuto, anche perché l’aria era molto più fredda dei giorni precedenti.
Risalì lentamente il piccolo pendio. Arrivata tra gli alberi, si poggiò ad uno di essi e si fermò a riflettere.
Cosa poteva fare? Di certo non tornare a casa. Temeva troppo che vi fossero ancora orchi, ed in ogni caso non vi avrebbe trovato più nulla di utile. Gli unici in grado di aiutarla erano gli elfi di Lorien, ma come raggiungerli?
Faroth era lontano, ed il nuovo falco non le era ancora stato portato…doveva cercare di arrivare da sola fino al reame di dama Galadriel.
Cercò di ricordare. Distava almeno due giorni di cammino, ed era sola, poco vestita, senza cibo...
Non erano certo le condizioni migliori per attraversare una foresta probabilmente ancora infestata da orchi, ma non aveva altre alternative.
Cominciò a camminare tra gli alberi, guardando tristemente la propria veste. Era bagnata, lacerata in più punti, sporca di sangue...pensò che il proprio aspetto ben poteva rappresentare il modo in cui si sentiva in quel momento...
mentre camminava tra gli alberi a passo spedito, per farsi coraggio cominciò ad immaginare il momento in cui sarebbe giunta ai confini di Lorien, e sfregandosi le mani per il freddo pensava alle pelli ed alle calde coperte in cui si sarebbe potuta avvolgere su uno dei primi flet di vedetta...

Legolas alzò il capo, correndo. La luce del sole stava divenendo sempre più fioca e rosata. Presto il grande astro si sarebbe trasformato nella rossa sfera su cui si potevano posare gli occhi senza ferirli, e si sarebbe andato ad adagiare sulle colline all’orizzonte.
Avevano corso per tutto il giorno, cercando di raggiungere lo squadrone di orchi, e quasi non si erano accorti del tempo del era trascorso.
Aragorn si fermò. “E’ già l’ora del tramonto – disse, spaziando con lo sguardo tra le colline – tra poco dovremo fermarci” “Allora arriviamo fino a quelle rocce laggiù – indicò l’elfo – così potremo riposare in un luogo riparato.”
Ripresero a correre, mentre Faroth volava sopra al loro capo. Quando arrivarono nel punto stabilito, poggiarono le armi e si sedettero. Legolas alzò il braccio chiamando il falco, che docilmente andò a posarvisi, tenendo un topolino nel becco.
“Vedo che sei andato a caccia, Faroth – gli sussurrò carezzandogli il petto – allora riposa qui accanto a me e mangia la tua preda, perché tra poco dovrai compiere un nuovo viaggio. Da troppo non diamo notizie alla tua padrona!”
Lo fece posare poco lontano, e prese da una tasca ciò che gli occorreva per scrivere. Quando ebbe messo su carta poche righe, le affidò al falco, sussurrandogli qualcosa, e lo vide volar via.

Menel si sedette su una radice. Era davvero stanca. I piedi e le gambe cominciavano a dolerle molto, perché aveva camminato tutto il giorno. E per tutto il giorno aveva sofferto per il freddo pungente che le aveva martoriato la pelle e le si era insinuato fin nelle ossa.
La sua veste era troppo leggera, e non si era ancora asciugata del tutto, per via dell’aria così fredda ed umida.
La fanciulla era riuscita a percorrere un lungo tratto, ma ora aveva bisogno di riposare. In tutta la giornata aveva mangiato solo alcuni grappoli di piccole bacche succose che aveva raccolto da una grande siepe.
Ora doveva trovare qualcos’altro, o il giorno successivo non sarebbe riuscita a camminare. Cercando tra gli alberi ed i cespugli, riuscì a trovare dopo poco alcune radici amare, e una manciata di piccoli funghi. Li pulì con la veste, consumò la sua magra cena, rannicchiata contro le radici di un grande albero, e subito si addormentò, esausta.

Legolas scrutava il cielo notturno, ed il suo volto era serio e cupo.
Aragorn gli si avvicinò. “Cosa c’è, Legolas? Vedi qualcosa che ti preoccupa?”
L’elfo scosse il capo. “E’ ciò che non vedo a preoccuparmi. Faroth non è ancora tornato.”
“Oggi abbiamo percorso molta strada, gli occorrerà tempo per tornare.”
“No...è già trascorso almeno il doppio del tempo che impiegherebbe. Temo sia accaduto qualcosa.” Mentre parlava, però, vide la figura del falco comparire piccolissima in cielo, ed avvicinarsi velocemente.
“Eccolo...” mormorò sollevato, e si alzò in piedi per chiamarlo. Ma ciò che prese dal sacchetto che il falco recava con sè, disegnò sul suo volto un’espressione ancora più cupa.
“Cosa vi è scritto? Il tuo viso mi fa temere...”
“Non l’ha trovata. Questo è il messaggio che gli ho affidato io poche ore fa. È certamente successo qualcosa.”
“Forse Menel era fuori casa per qualche motivo...non è detto che sia necessario preoccuparsi...”
Legolas scosse nuovamente il capo “No. In tal caso avrebbe aspettato tra i rami dell’albero. Se è tornato indietro, è solo per portare cattive notizie.”

Menel aprì gli occhi. Mancava poco all’alba, o forse il sole si era già affacciato all’orizzonte, ma era impossibile stabilirlo, perché grosse nuvole coprivano il cielo.
Erano cariche d’acqua, che presto avrebbero scaricato sul bosco e sul fiume. Già le prime gocce avevano cominciato a cadere, svegliandola. Cominciava a non sopportare più il freddo continuo che la indeboliva. Prese subito a camminare, cercando di scaldarsi. Al contrario del giorno prima, però, si accorse presto di non riuscire a camminare velocemente.
Sentiva una grande debolezza che la rallentava, e spesso era scossa da colpi di tosse. “Credo che occorrerà un giorno in più del previsto – mormorò tra sè – prima di poter riposare tra i mallorn di Lorien...”

Gimli aprì gli occhi, dopo il breve sonno necessario. Si alzò, raccogliendo le armi, e raggiunse i compagni, già pronti a ripartire. Aragorn scrutava nuovamente la strada davanti a sè, come già aveva fatto la sera prima, e la fioca luce del sole lo fece sperare.
“La strada mi appare meno lunga di ieri sera, e spero che fosse il buio ad ingannarmi, e non la luce a darmi inutili speranze...”
Legolas gli si avvicinò, tenendo Faroth poggiato sul braccio. “In che modo la luce può ingannarti?”
“In un modo che forse non tocca voi elfi. Scacciando la notte, stempera i timori che essa porta, e porta nuovo conforto...”
L’elfo alzò il braccio, per liberare il falco, e lo guardò volare via. La luce non gli aveva portato alcun conforto in questa nuova preoccupazione che si era aggiunta al suo animo...

Dama Galadriel si avvicinò ad una delle grandi aperture intarsiate che illuminavano la sua stanza. Come sempre una calda luce dorata baciava i flet disseminati come corolle di fiori tra i grandi rami dei Mallorn, ma la bianca dama sentiva come fuori il bosco si fosse svegliato in una giornata fredda e grigia.
Uscì lentamente dalle sue stanze, e scese a passeggiare nella grande radura ricoperta ogni giorno dell’anno da piccoli fiori.
Dopo poco il passo silenzioso e veloce di uno dei soldati messi a guardia del bosco dorato le si avvicinò, ed il piccolo falco lucente che portava con sè confermò l’irrequietezza che l’accompagnava dal risveglio.
“E’ giunto ai confini poco fa. Reca con sè un messaggio.” Faroth si alzò in volo, andando a poggiarsi a terra, ai piedi della signora di Lorien. Il soldato si inchinò leggermente, e si allontanò.
“Faroth... - mormorò Dama Galadriel guardando il piccolo falco che tempo prima aveva donato a Menel – che notizie porti?”
Aprì il sacchetto e cominciò a leggere il piccolo messaggio.

Mia cara Menel, ti scrivo nuovamente, poiché ieri sera Faroth è tornato indietro senza una tua risposta. Spero che questo messaggio ti giunga, e ti prego di farmi sapere al più presto come stai.
Namarie
Legolas


Menel si poggiò con un braccio ad un albero portandosi una mano alla gola. Una pioggerella sottile ma fitta la tormentava da quando si era svegliata.
Nel corso della mattinata aveva cominciato ad essere scossa da attacchi di tosse sempre più violenti e lunghi, ed ora le sembrava di non riuscire più a respirare a fondo.
Ogni volta che cercava di sollevare il petto, una forte fitta le spezzava il fiato, e i colpi di tosse che la scuotevano erano sempre più rochi e profondi. Sapeva bene cosa significava.
“Menel, se non trovi presto modo di scaldarti, il freddo ti prenderà la schiena! - mormorò, ricominciando a camminare – devi assolutamente arrivare a Lorien, o coverai un focolaio ai polmoni...”

Legolas chiuse il foglio che aveva appena letto, portandosi una mano sugli occhi, stancamente.
“Dunque ogni mio timore si è avverato, e non posso fare nulla per porvi rimedio...”
Il ramingo ed il nano, che erano rimasti fermi ad osservarlo da quando Faroth era sceso su di loro portando un messaggio, si guardarono preoccupati.
“Cosa vi è scritto?” chiese Aragorn.
L’elfo non rispose, continuando a guardare fisso davanti a se, e si limitò a porgere il foglio all’amico.

Legolas di Bosco Atro, la tua lettera è giunta stamane a Lorien, poiché Faroth non ha trovato Menel, ed è tornato dai suoi antichi padroni.
Purtroppo non ho buone notizie da darti, ed il mio cuore trema, poiché so di aggiungere angoscia ai vostri passi che già percorrono una strada difficile e dal termine incerto.
Poco dopo aver raccolto Faroth, ho parlato con l’arciere che si era recato alla casa di Menel per portarle il nuovo falco che ella ci aveva richiesto. Era appena rientrato, e mi ha riferito di non avervi trovato nessuno.
La casa stessa è distrutta ed abbandonata. I segni del passaggio di orchi sono fin troppo chiari, e si estendono per lunghi tratti attorno alla casa. L’unica certezza che abbiamo è di non aver trovato il corpo della fanciulla, e quindi spero che sia ancora viva. Forse è prigioniera, o forse è fuggita.
Ho inviato subito numerosi guerrieri per cercarla, e sono certa che avrò notizie non appena possibile.

Ripiegò il foglio, e pose una mano sulla spalla dell’elfo.
“Andiamo – mormorò Legolas, la voce strozzata da un nodo – non possiamo fermarci oltre.”
E riprese a correre verso le pianure di Rohan, che presto si sarebbero aperte ai loro occhi. Ma non era in quella direzione che correvano i suoi pensieri.


ok, l'ho riletto tutto, e mi rendo conto di essere davvero bastarda... ehm, che ci posso fare? ormai mi ero messa in testa questa storia...
vabbeh...ragazze, ci siamo quasi, il prossimo capitolo è l'ultimo!
quasi quasi mi dispiace...sigh!
ma passiamo ai ringraziamenti:

Frodomicina: non temere se vai di fretta, a me fa sempre piacere anche solo un saluto!

Jenny: mi sa che non ti ho sollevata molto, per la sorte di Menel, vero? ehm..

Narsil: sono stata abbastanza veloce? ho avuto parecchio da fare, ma ormai la storia è praticamente finita!

kessachan:capitolo triste anche questo, mi sa...vi sto deprimendo?

un bacione a tutte!!!
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: elenelessar