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Autore: strawberrymilk    06/07/2011    3 recensioni
Sequel di "Stava realmente succedendo a me?". Continua la storia tra James e Sofia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{ Sequel di "Stava realmente succedendo a me?" La storia continua ragazzi, spero vi piaccia :)
Due accorgimenti: sono passata dalla prima alla terza persona (mi ci trovo molto meglio) e la storia è ambientata due anni dopo la prima, quindi come se fossimo nel 2013. Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!}





La notte era passata in un turbinare di caldo e coperte arrotolate che, come per magia, le finivano sempre tra i piedi.
Sofia si svegliò, il posto di fianco al suo vuoto e freddo. Da quanto era vuoto, ormai?
Era passato più di un anno da quando Alessandro aveva deciso di andare via. Non perché non l’amasse, l’amava a sedici anni, l’amava a diciotto, l’amava a venti e probabilmente avrebbe continuato ad amarla adesso che ne aveva ventuno, se solo non fosse andato a lavorare in Austria.
Con tutti i posti possibili e immaginabili, proprio lì doveva andare?
Sei una persona fantastica, se quando tornerò tu sarai ancora libera, torneremo insieme.
Lei non ci credeva più di tanto ad essere sinceri, immaginava che lì finito di studiare avrebbe trovato un buon lavoro e fine, addio Sofia e il loro sogno di una vita allegra e felice insieme.
Quella mattina, comunque, era il suo compleanno e nessuno ancora le aveva fatto gli auguri. Non che fosse una novità, probabilmente la maggior parte della gente che conosceva, nemmeno sapeva quando faceva il compleanno.
Per lei non era un problema, ormai la sua vita era: ufficio-casa-supermercato-casa-a volte, alcune cene-ufficio.
Di rado si concedeva un’uscita con gli amici, che pian piano si erano dimenticati di lei.
I nuovi colleghi ci provavano a renderla partecipe, ma lei era così fredda, così distaccata, così scettica nei confronti del mondo, che preferiva rimanere per le sue e non concedersi troppo a chi le stava intorno.
Mise sul fornello il bollitore.
Nonostante fosse piena estate, amava il tè caldo con i biscotti. Lo sorseggiava sul balcone di casa, seduta sulla sua poltrona imbottita, e osservava il traffico della sua città muoversi sotto ai suoi piedi.
Attese qualche minuto, poi accese il computer. Immaginava le avessero chiesto di fare alcune foto per qualche mostra… certo era divertente. Aveva iniziato come “topo-reporter” per il giornalino Topolino e ora faceva la fotografa per una rivista di gossip.
Non amava il gossip, tanto meno la cronaca rosa, ma amava fare le foto e quel lavoro era ben retribuito… abbastanza da permetterle di pagare l’affitto della casa, l’assicurazione della macchina, di comprare i vestiti che pretendevano indossasse per le cene e cose del genere.
Stava per riempire la sua solita tazza gialla, quando il cellulare prese a squillare.
Chi poteva mai essere? Era troppo presto per qualche urgenza dal lavoro, e poi, era in ferie. Non avrebbe lavorato nemmeno morta. Le uniche settimane di ferie che aveva all’anno, di certo non le avrebbe buttate al vento lavorando.
Osservò il numero sul display. Non lo aveva in memoria ed era evidente non provenisse dall’Italia. Questa non era una novità, spesso doveva lavorare anche all’estero…ma le suonava terribilmente strano.
Rispose, con voce autoritaria, come era abituata a fare. << Pronto? >>
La voce che udì dall’altro capo del telefono, l’avrebbe riconosciuta tra altre mille. Non la sentiva da molto tempo, ma non avrebbe mai potuto dimenticarla.
Erano rimasti in contatto ma si sentivano unicamente per farsi gli auguri durante le festività, niente di più.
<< J-james? >> chiese con voce tremolante.
<< Sofia sì, sono io! Come stai? >> rispose lui con quel suo perfetto accento del Birminghamshire.
<< Oh bene. Tu? >>.
<< Bene anche io. Auguri comunque, ventun’anni è una bella cifra. >>.
<< Mai quanto la tua, caro mio! >>.
<< E che vuoi…sono vecchio! In ogni modo, ho pensato di farti un regalo… >>.
<< No, James. Non devi… >>.
<< Già fatto invece. Dovrebbe esserti arrivata una mail…puoi guardare il computer? >> domandò lui impaziente.
<< E’ già acceso, dammi qualche secondo. >> rispose Sofia perplessa.
Le aveva fatto un regalo, lei non gli aveva mai mandato un regalo di compleanno.
Effettivamente c’erano parecchie e-mail, c’era anche la sua. L’aprì curiosa e rimase quasi sconvolta, incapace di parlare.
<< Mi hai regalato un viaggio? >> domandò quasi incredula.
<< Non un viaggio qualsiasi. Sei mia –anzi- nostra ospite. >>
<< James, non posso accettare, lo sai. >> disse lei risoluta. Non poteva accettare un regalo simile. Perché non poteva regalarle un paio di orecchini, come chiunque?
E’ un attore straricco, mia cara. Rispose una voce dentro la sua testa.
Giusto.
<< Devi invece, ho già pagato il biglietto. Non vuoi farmi buttare dei soldi, non è vero? >> domandò ridacchiando.
<< Tanto, cosa ti cambia? >> domandò Sofia, ridendo anche lei.
<< Cambia il dispiacere di aver perso dei soldi e oltretutto, la delusione che tu non abbia accettato il mio invito. >>
<< Oh va bene, va bene! Verrò! >>
<< Perfetto, ti aspetterò domani allora. >>
<< Domani? >>
<< Sì, domani. Leggi bene la mail. Ora ti lascio ai tuoi impegni, sicuramente dovrai prepararti… a domani! >>
E riattaccò. Forse gli inglesi non avevano l’abitudine di salutare prima di chiudere il telefono… o forse era solo lui che faceva sempre così.
Lanciò il cellulare sul divano e stampò la mail, le occorreva per ritirare il biglietto.
<< Bene Sofia, andrai a Birmingham. >> disse ad alta voce, come per convincersi. Poi si alzò, lei e la sua abitudinaria tazza di tè, avevano un conto in sospeso.
   
 
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