CAPITOLO IX: Titty Twister
SPOV
Un caldo
soffocante avvolgeva il
mio corpo in una stretta morsa rovente.
Attorno a
me un vortice di parole
confuse mi riempiva la mente, un caos assordante che mi ostacolava nel
raccogliere qualsivoglia briciola di concentrazione.
Per la
seconda volta, nel giro di
pochi giorni, trovai che aprire le palpebre era probabilmente una delle
imprese
più difficili che avessi mai tentato di affrontare in vita
mia. Il mio corpo
sembrava non rispondere ad alcuno dei miei comandi e le mie braccia e
le mie
gambe erano come bloccate da una straordinaria forza che mi impediva
qualsiasi
movimento.
Lentamente,
aprii gli occhi.
Immagini
confuse e ombre distorte
comparvero dinnanzi al mio volto.
Poco a
poco, riuscii a
distinguere delle figure al centro dell’enorme salone nel
quale mi trovavo.
Immaginai
di trovarmi su un palco
di qualche genere, considerata la posizione sopraelevata dalla quale
riuscivo a
scorgere ogni angolo della stanza.
Sulla
destra, quello che una
volta era stato il bancone di un pub, era ora ricoperto da un
assurdo strato
polveroso, sul quale erano stati poggiati
un’infinità di candele e candelabri
di ogni dimensione.
L’alto
soffitto e le mura che lo
sostenevano, a fatica aggiungerei, visto lo stato di decadenza nel
quale
versava l’intero locale, erano quasi interamente ricoperti da
travi in legno, a
bloccare le finestre, mentre le pareti erano percorse in tutta la loro
lunghezza da diverse nicchie, ornate da pali e aggeggi vari che
facevano
pensare ad uno strip-club.
Avrei
voluto urlare, chiamare
aiuto, ma dalla mia bocca non uscì altro che un suono sordo,
un guaito
impercettibile.
Poi la mia
attenzione fu
assorbita del tutto dalla scena che si stava svolgendo proprio davanti
ai miei
occhi.
Un’enorme
vasca marmorea,
riempita fino all’orlo con l’acqua più
limpida che avessi mai visto, occupava
il centro esatto della stanza e attorno ad essa diverse donne e qualche
giovane
uomo si muovevano danzando e cantando all’unisono dei versi
per me
indecifrabili.
Indossavano
degli assurdi abiti
che sembravano usciti da un vecchio film hippie di serie B, con stampe
floreali
che persino io, che le adoro, trovavo orribili.
Immaginai
la vampira Pam entrare
in quella stanza e far fuori tutti, solo per il loro cattivo gusto in
fatto di
moda, urlando battutacce ironiche qua e là. Per quel poco
che riuscivo a
ricordare, io e la vampira bionda non dovevamo essere esattamente buone
amiche,
eppure adoravo il suo modo di fare…accidenti, quella vampira
aveva stile da
vendere!
Improvvisamente
una delle donne
al centro della stanza, con indosso un lunghissimo abito color avorio e
gli splendidi
capelli di un perfetto biondo cenere
acconciati in una treccia scomposta, si voltò a guardarmi.
La
riconobbi all’istante.
Avevo
già visto quel volto e ci
volle solo un attimo perché il suo nome riaffiorasse nella
mia mente.
Beatrix.
Mi
guardò solo per un istante,
eppure credetti di intravedere nei suoi occhi un velo di pura
malinconia.
Il
suo sguardo mi confondeva.
Non
riuscivo a smettere di
pensare alle immagini e ai ricordi che avevo intravisto nella mente di
Eric.
Non
riuscivo a smettere di
pensare che forse, quella donna, lo aveva davvero amato. Lo avevo visto
nei
suoi occhi, nei ricordi di Eric.
E
non riuscivo, non potevo
assolutamente dimenticare, che forse Eric l’aveva a sua volta
riamata.
Le
mie mani presero a tremare per
l’intensa ondata di rabbia che mi aveva assalito. Se non
fossi stata
immobilizzata sarei scattata addosso a quella fottutissima
bionda e l’avrei
fatta a pezzi con le mie stesse mani.
Che
diavolo mi stava succedendo?
Ero forse gelosa?
Trovarsi
incatenati in una stanza
piena di streghe che vogliono usarti per i loro maledettissimi rituali
e non
riuscire a smettere di pensare che volevo uccidere quella donna per il
solo
fatto di essere stata con Eric.
Per essere
stata di Eric.
Cercai di scacciare dalla mente ogni pensiero. Non è il momento Sookie, concentrati!
Vidi Beatrix voltarsi, facendo un cenno con il capo ad una delle sue compagne, una giovane brunetta che non doveva avere più di vent’anni ma che con i vecchi abiti e il trucco pesante ne dimostrava almeno una decina in più.
Dopo un
piccolo segno di
protesta, la ragazzina si allontanò, urtando indispettita
tutte le donne che le
stavano intralciando il passo e non appena ebbe varcato la soglia della
porta,
nella stanza nella quale mi trovavo calò il silenzio.
Potevo
sentire tutti i loro occhi
puntati su di me, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo dal volto di
Beatrix, la quale mi fissava a sua volta.
Poi, la
porta si riaprì di
scatto, provocando un forte rumore, e gli occhi di tutti, me compresa,
si
spostarono sulla figura che si accingeva ad entrare nella stanza.
- Scusate.
– tuonò la voce del
vampiro biondo, che ancora tratteneva il capo rivolto verso il basso
– Stavate cercando un cadavere? –
Angolo
di Jasmine: chiedo umilmente perdono per il
ritardo!!! capitolo cortissimo ma mi farò perdonare con il
prossimo che aggiornerò prestissimo!!!!
Ancora
grazie a tutti coloro che leggono questa ff, in
particolare a Kaimy_11,
Fior di Luna,
Dilettascrittrice,
Fra cullen,
FanFic_89,
Alexxia,
Ely33,
Graluc,
cullen96,
stars92,
vero15star,
IoNonLoSo,
SweeperGirl,
alialiali,
angelika4ever,
CapricornGirl,
DarkNemesis,
dyd33666,
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mimi65,
Miss Sophie,
neusiedler,
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rox_1281,
skorpion,
SlytherinMac,
sunnydale91,
yle444
Spero
vorrete continuare a leggere e recensire la mia
storia!!!
Love
U All!!!!!!!!
-Jasmine-