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Autore: Roxy_Tr    06/07/2011    0 recensioni
E’ il maggio del 2149, la popolazione è composta di altri esseri oltre la razza umana. Quest’epoca non è delle migliori per crescere dei figli, per avere una famiglia, ma la vita deve pur continuare. In un borgo, di una lontana cittadina di nome Wolfing, viveva una piccola famiglia. La famiglia era formata da Ernest il capo famiglia che era un umano, un mercante di armi aliene, un lavoro illegale, ma era l’unico modo per vivere decorosamente, la moglie era un’aliena di nome Perga, essa non lavorava, era paralizzata, per causa di un incidente che avvenne anni prima, i due dopo vari tentativi riuscirono solo ad avere un figlio di nome Walter.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Walter
E’ il maggio del 2149, la popolazione è composta di altri esseri oltre la razza umana. Quest’epoca non è delle migliori per crescere dei figli, per avere una famiglia, ma la vita deve pur continuare. In un borgo, di una lontana cittadina di nome Wolfing, viveva una piccola famiglia. La famiglia era formata da Ernest il capo famiglia che era un umano, un mercante di armi aliene, un lavoro illegale, ma era l’unico modo per vivere decorosamente, la moglie era un’aliena di nome Perga, essa non lavorava, era paralizzata, per causa di un incidente che avvenne anni prima, i due dopo vari tentativi riuscirono solo ad avere un figlio di nome Walter.


 Walter era un giovane ragazzo, lui aveva circa diciassette anni, nato dal matrimonio di un alieno e di un umano, che oramai era stato legalizzato, è divenuto quasi normale, tuttavia i figli nati da codesto atto erano visti di cattivo occhio dalla società, ed erano spesso chiamati con il nome di mezzi, poiché non erano considerati né umani, né alieni. Lui aveva ereditato dal padre un aspetto umano, apparentemente sembrava che egli non avesse nulla di alieno, finché non scopri i suoi poteri, del tutto non umani. Walter difatti riusciva a volare a rendersi invisibile e a teletrasportarsi, poteri molto utili che gli consentivano di aiutare il padre senza farsi scoprire dai cacciatori incaricati dalla società per punire, chi non rispettava le regole imposte da loro, chiamati gergalmente con il nome di Polan, egli preferiva però, utilizzarli solo se era strettamente necessario, perché per via della sua metà umana, se usati troppo potevano causargli gravi danni di salute. Walter era un ragazzo come tanti, non aveva molti amici, anzi quasi nessuno, era spesso trattato male per via della sua natura ibrida, ma cercava costantemente di farsi accettare, di farsi volere bene. Un giorno camminando per la città trovò un libro, incuriosito lo raccolse e se lo portò con sé, era strano a quei tempi trovare dei libri, poiché era tutto computerizzato e non più cartaceo, erano considerati delle rarità di valore immenso. Appena raccolto cerco di tornare a casa restando inosservato, ma non resistette dal leggerlo, in questo libro parlavano di vari esperimenti condotti su ragazzi come lui, sui mezzi, turbato dalle eresie folli scritte da pazzi su quella carta, decise di nasconderlo, ma durante il sonno gli sovvenivano i vari ricordi di quel manufatto. Parlavano di un pianeta ove portavano i mezzi prima della legalizzazione della sua specie, parlavano di questo luogo, dove vivevano solo mezzi, costretti a lavorare dalla società come schiavi. Passarono i giorni ma lui non riusciva a non pensarci, anche perché a Wolfing lui era l’unico “Mezzo” ed non aveva conosciuto nessuno come lui, solo qualche alieno che era capace di riprodurre parte dei suoi poteri, ma non era lo stesso, si sentiva escluso, disperso, abbandonato, nessuno poteva capirlo, neanche il buon padre che lavorava tanto, per fargli vivere una vita decorosa, Walter quasi l’odiava per averlo fatto nascere “diverso”. Decise quindi di intraprendere un viaggio, forse egoistico, poiché lasciava il suo adorato papà che senza di lui, aveva i giorni contati con la Polan, ma lui era deciso, determinato, nessuno poteva fermarlo, lui voleva trovare qualcuno che lo potesse capire, voleva trovare un altro mezzo. Preparò i bagagli di notte senza far rumore, come un gatto quando salta di sedia in sedia, lasciò un messaggio virtuale vicino al suo letto, in modo che l’indomani suo padre potesse visionarlo. Stando attento allo scricchiolio delle scale le scese in modo quasi immediato, apri la porta e andò via, lasciandosi dietro tutto il suo passato, diventando quindi un mezzo libero. Stando attendo ai Polan, usci dalla città, inizio a dirigersi verso Nord, come punto di riferimento, nella speranza di trovare qualche città “civilizzata”, ma soprattutto con la speranza di trovare un suo simile.La scena che vide non gli piacque molto, era un deserto fuori quelle mura, c’era il nulla, ma lui non si scoraggio continuò a camminare, per ore e ore, finché il giorno non calò. Sfinito, penso da prima di prepararsi un rifugio notturno, per proteggersi da eventuali macchine o alieni che vivevano in cattività, quindi si mise alla ricerca di qualche cava terrena, ma la ricerca era assai ardua, quindi si accontentò di rifugiarsi dietro a qualche sasso, che sicuramente sarebbe stato più sicuro che dormire nel terreno. Accese del fuoco, per essere riscaldato e per ripararsi dall’avvento di qualsivoglia razza sconosciuta che viveva in zona, la notte passo tra follia e paura, con la voglia di trovare qualcuno che lo completasse ma con la paura e il disagio di aver lasciato la famiglia quasi incustodita, senza nessuno a proteggerla, ma per ottenere codesti fini lui era pronto a questo sacrificio, promettendosi a se stesso di tornare in città una volta compiuto il suo volere. La notte per sua fortuna passo senza intoppi, decise quindi di continuare il suo viaggio, al suo risveglio notò un fiume che per colpa della scarsa visibilità della notte non aveva notato, decise di pulirsi e di bere e di seguirlo in modo che lo avrebbe portato quasi sicuramente in qualche città. Dopo aver asciugato i vestiti e aver riempito le borracce, segui il fiume. Quasi un’ora dopo, notò all’orizzonte una cittadina, la felicità in quel momento impedì alla ragione di calcolare la reale distanza, tra lui e la città, ma questo, poco importava, visto che lui era impaziente di arrivare, poiché per lui già quella città rappresentava un traguardo, anche se, in cuor suo sapeva che non sarebbe stata la prima che avrebbe visitato, durante il suo lungo e impetuoso viaggio. Appena varcate la soglia di codesta città, lui da prima si accinse a cercare del cibo, il caso volle che trovasse un mercante robotizzato che vendeva del pane, dall’aspetto non era di giornata, ma comunque Walter non aveva molte pretese quindi decise di comperarlo con quei pochi soldi che egli aveva in tasca. Appena finì di mangiare, inizio ad esplorare la città e si accorse che era molto diversa da quella in cui viveva, era molto più computerizzata e vasta, era quasi spaesato, per la prima volta vedeva tecnologie da lui sconosciute, ma non era quello il suo scopo, il suo scopo era di trovare una comunità di mezzi, quindi si mise alla ricerca, ma non trovo molte informazioni a quanto egli vedeva, in quella città come la sua non vi era presenza di mezzi, ma stranamente neanche di umani. Siccome non aveva compiuto la sua missione, si avvio verso le porte della città, dove trovo un vecchio signore, che sembrava che, quasi conoscesse la storia di Walter, che con un sorrisetto volle attirare la sua attenzione. Walter si accosto dinanzi a lui e cerco di capire cosa volesse comunicargli, l’anziano signore gli fece capire che c’era ancora una speranza e che non doveva abbattersi, visto che altri ragazzi, come lui erano già venuti in città, quasi sicuramente con lo stesso scopo. A quelle frasi che parvero quasi fantastiche, gli occhi azzurri di Walter quasi brillavano, come se stesserò diventando un tutt’uno con il cielo, saluto l’anziano con un accenno di mano e si avventurò al di fuori di quella città.Al di fuori di essa, sembrava un altro mondo agli occhi del ragazzo, forse perché le sue speranze non erano infondate o forse perché aveva voglia di scoprire cose nuove come non mai, il motivo non era molto certo, fatto sta che il giovane, s’incamminò verso nuove mete, da egli mai scoperte, ogni città gli sembrava un nuovo mondo, una nuova realtà ignaro che, dopotutto era sempre la stessa storia, la società aveva in mano tutto, ma a lui non importava della società, lui viveva indipendentemente da quelle regole imposte, come per tener in pugno le persone, Walter non cercava il burattinaio ma i suoi burattini. Come già in precedenza, iniziò a percorrere il sentiero a Nord, senza un motivo preciso, solo perché egli era condizionato da tutte quelle storie, ove il protagonista andava sempre a nord, lui si sentiva uno di quei personaggidi quelle storie d’avventura che lui tanto amava essere letto dal suo pc quando era bambino. La notte iniziava ma lui questa volta non si preoccupava molto, perché l’esempio della sera scorsa, trascorsa senza rischi, l’avevano portato a pensare che quei sentieri, fossero quasi innocui, ma questo non era di certo un buon motivo per abbassare la guardia. Quando il giorno finì, si sdraio nei pressi di un albero, ma durante la notte nelle vicinanze si sentivano strani rumori, rumori meccanici, non si sa da dove provenissero, fatto sta che a quei rumori, gli occhi di Walter si aprirono di scatto e spaventato inizio a scappare. Lui correva come una gazzella quando sa che il leone la sta rincorrendo, senza una metà ben precisa, lasciandosi alle spalle la strada percorsa, questa sua corsa, però ebbe dei vantaggi, difatti riuscì a trovare un piccolo villaggio. Il cuore incosciente di Walter si riempì di gioia a tale visione, come se avesse scoperto un fiume di petrolio, senza indugiare troppo, egli decise quindi di nascondersi in quel villaggio, ripromettendosi che appena svegliato fosse andato a controllare il piccolo paese. Anche questa notte passo con molti pensieri, di sicuro egli aveva imparato molto, da quella sua spiacevole si avventura, anche se, quasi sicuramente la prossima volta sarebbe stato più attento. Un nuovo giorno era ormai iniziato, il risveglio di Walter fu condizionato dagli odori, che circondavano il paese, esso diversamente dalla città visitata il giorno prima, era molto meno sviluppato, molto simile a una cittadina dei primi anni duemila. Cerco del cibo, non fu un’impresa molto ardua, visto che la città abbondava di cibo e gli odori, si mescolavano tutti tra loro, quasi a rendere sublime quell’aroma che ondeggiava nel paese, trasportato dal vento. Walter ne approfitto per fare delle provviste. Il piccolo paese era popolato a differenza del precedente solo da umani, Walter era un po’ deluso, ma mentre camminava per il paese, incontrò una ragazzina, a primo impatto sembrava un’umana, ma i suoi occhi brillavano come quelli di Walter, aveva qualcosa di diverso dagli altri abitanti, anche il suo sguardo come quello di Walter, sembrava spaesato, ci fu subito sintonia tra i due, come se si conoscessero già da tempo, non c’era bisogno di parole per rompere il ghiaccio, il discorso nacque spontaneo. La giovane fanciulla si chiamava Stefany, anche lei, era un mezzo. Walter oramai aveva compiuto il suo scopo, aveva trovato qualcuno come lui. I due parlarono tutto il giorno, seduti dietro a un vicoletto nascosto dietro il paese, come se, quelle parole dovessero restare nascoste dal resto degli abitanti. Stefany era una giovane ragazza, aveva circa quindici anni, non era molto alta, ma vantava di un’enorme bellezza, i lunghi capelli mossi color foglia, gli ornavano il viso, come un quadro, gli occhi erano simili a quelli di Walter, ma solo più accesi, difficilmente si distinguevano dal cielo. Walter, ad ogni frase che proferiva, scatenava un enorme quantità di domande, come se, quella povera donzella, avesse tutte le risposte. Lui aveva oramai terminato il suo scopo, ed era in procinto di tornare a casa, finché la giovane, non inizio a menzionare un libro, un libro che Walter conosceva bene, che aveva già letto, a quelle parole si sedette di colpo, gli vennero alla mente quelle parole, quelle frasi, che come un pugno si scatenavano in lui, il sorriso che ormai era scalfito nel suo volto, di colpo sparì. Stefany inizio a dire che tutto ciò che c’era scritto in quel libro era vero, in quel pianeta c’erano tutti gli altri mezzi e che la società aveva continuato a rapirli anche dopo la legalizzazione della loro razza, in quel preciso istante, nella testa del ragazzo sfociarono numerosi ricordi, ecco perché il buon padre gli menzionava spesso, di stare attento ai Polan, di non farsi scoprire, ora era tutto chiaro. In un attimo gli scopi di Walter cambiarono, oramai la sua missione era finita, ma per dare spazio ad una missione più ardua, scoprire cosa realmente succedeva in quel pianeta, fare luce su tutti quei misteri che gli avevano nascosto per anni. Adesso capì perché la giovane ragazza era così triste, e come un fratello maggiore cerco di consolarla, la confortò promettendogli che tutto questo un giorno cesserà, anche se in cuor suo, neanche lui sapeva come poteva risolvere quest’arcano artefatto. Walter e Stefany quindi s’incamminarono verso il nuovo mondo, convinti di poter distruggere l’ormai oppressante dittatura della società.

   
 
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