#6
Amici e sospetti
Quando
Kate e Lanie raggiunsero l’enorme sala da pranzo della nave
videro Ryan, Jenny
e Castle già seduti ad un grande tavolo rotondo.
Si
accomodarono a due dei tre posti ancora vuoti.
Mancava
solo Esposito all’appello e Kate pensò che fosse
meglio aspettare anche il suo
arrivo prima di cominciare con le domande.
“Dove
hai lasciato Javier, Castle?” chiese Lanie allo scrittore.
“Una
volta finito con le impronte digitali ha detto che passava qualche
minuto dalla
sua cabina e che poi ci avrebbe raggiunti qui”
Ryan
bevve un sorso d’acqua e poi domandò: “a
proposito, come farete a inserirle nel
database federale? Come le mandate a New York?”
“Devo ancora accordarmi con Montgomery, ma credo che ci invierà qualcuno a prenderle” rispose Kate “o potremmo cercare qualcuno con
uno
scanner qui sulla nave e…”
Castle la interruppe “…e scannerizzare ogni impronta di ogni singolo ufficiale su questa nave oltre a tutte quelle nella stanza? Io credo di
avere
un’idea
migliore…”
“Che
hai combinato Castle?” gli chiese bonariamente Lanie.
“E’
legale?” aggiunse subito dopo Kate, solo per prenderlo in
giro.
“Ma
che spiritose queste ragazze, tu portale in crociera e non le riconosci
più!”
Kate arrossì lievemente, sentendosi chiamata in causa. Lo incenerì con un finto sguardo assassino. Finto perché ormai lo sapevano
entrambi
che
i loro
battibecchi d’ora in poi non sarebbero stati più
gli stessi.
“Allora Castle, illuminaci per favore” lo incalzò Ryan aggiungendoci un colpetto di tosse per distoglierlo da Kate, come sempre occhi negli
occhi.
“Ehm? Si, allora…Mentre Esposito prendeva tutte le impronte digitali mi sono fatto la stessa domanda: come le inoltriamo al database
federale
di New York? Così mi
sono ricordato di avere visto una persona fare questa
‘magia’ solo con un click
del cellulare”
“L’agente
Shaw vero?” domandò Beckett, dopo essersi
ricordata di aver assistito alla stessa
scena l’anno precedente.
Castle
annuì e sventolò il suo I-phone davanti a tutti.
“Hai
scaricato un’applicazione che fotografa e invia le impronte
digitali
direttamente all’AFIS?” chiese Lanie ammirata
“Ma
certo che si” rispose Castle con nonchalance
“Tu non sei un
poliziotto, non puoi avere
avuto l’autorizzazione” ribattè Kate
“Ho
chiesto all’agente Shaw infatti…” si
interruppe quando vide lo sguardo omicida
di Kate.
Questo
non era finto.
“L’hai chiamata! E senza dirmelo? Non avevamo già sostenuto questa conversazione tempo fa??” lei e solo lei era la sua musa e
nessun’altra!!
“E’ stato un gesto istintivo dettato dalla sete di giustizia per quella povera donna e la voglia di contribuire e aiutarvi nelle indagini!” rispose
con
aria
offesa.
Kate
lo guardò di traverso mezza divertita. Sapeva benissimo cosa
lo aveva spinto a
farlo.
“Volevi
quell’applicazione a tutti i costi vero?” rispose
rassegnata. Mai mettersi
contro Castle e il suo giocattolino.
“Oddio
sì, è un anno che aspetto un’occasione
come questa!” ammise gongolando.
Tutti
risero, Jenny li guardò scuotendo la testa e gettando
un’occhiata a Lanie. Li
stava guardando anche lei, ma con uno strano sguardo…
Non
seppe spiegarselo, ma capì che la dottoressa sapeva qualcosa.
Nell’ilarità
generale arrivò Esposito.
Aveva
un muso lungo e un’espressione abbattuta.
“Ti
è morto il cane Javier?” domandò Ryan
battendo una mano sulla spalla
dell’amico.
Esposito
fece finta di nulla “No, bro, tutto a posto!”
“No
tesoro, la tua faccia dice tutt’altro!” disse Lanie
amorevole al suo compagno
Cinque
volti erano puntati fissi su di lui.
“Ok,
va bene, ma promettete di non ridere!”
I
cinque annuirono, anche se Castle e Ryan al solo sentire quella frase,
se la
stavano già ridendo sotto i baffi.
“Mi
è caduto il cellulare nel water..è morto,
defunto..non si accende più..” ammise
Esposito
I
due questa volta risero apertamente.
“Oh,
andiamo, avevate promesso!”
“Scusa,
scusa” si affrettò a dire, Castle
“Ma
come diavolo hai fatto?” domandò Ryan non
riuscendo a trattenere le risate.
Esposito incrociò le braccia offeso. In quell’istante arrivò il cameriere a prendere le ordinazioni. Tutti si zittirono per poi riscoppiare a ridere
non
appena li
lasciò nuovamente soli.
“Ok,
scusa tesoro, ma che ci faceva il tuo telefono nei pressi del
water?” domandò
Lanie intenerita da quel faccino da cucciolo ferito.
Esposito
ci pensò un po’ su. Poi guardò i suoi
amici e scoppiò a ridere pure lui.
Tra una risata e l’altra confessò “sapete che tengo sempre il cellulare della tasca posteriore dei pantaloni..sono entrato in bagno…mi sono
calato
i pantaloni e…
pluf!”
Le
risate raggiunsero anche gli altri tavoli, destando
curiosità.
Lanie
esclamò vari ‘non ci posso credere’.
Jenny
si asciugò più volte le lacrime.
Kate,
ridendo, si voltò verso Castle “Non
c’è un’applicazione per questo genere di
cose?”
“Oh,
c’è un’app per tutto,
detective!” rispose con uno sguardo volutamente
malizioso.
Finito
il pranzo si spostarono tutti nella suite degli sposi eccetto Lanie,
che tornò
nella stiva.
Fuori
dalla stanza c’era la madre di Jenny che li stava aspettando.
Voleva delle spiegazioni, anche solo per poter rassicurare gli altri invitati e comunicare loro quanto ancora sarebbero dovuti rimanere a
bordo.
Beckett
si scusò per il disagio causato ma disse che
finchè non si fosse chiarita la
situazione nessuno poteva ancora lasciare la nave.
Jenny
e Ryan rassicurarono la donna e la lasciarono andare dal resto della
sua
famiglia.
Una
volta nella suite, Jenny capì che non era una visita di
cortesia.
“Che
succede ragazzi?” chiese un po’ in ansia.
Esposito,
dopo un cenno di Beckett, prese la parola “Vi dovremmo fare
qualche domanda”
Ryan
sembrava dubbioso “Sulla donna trovata morta?
Perché?”
Beckett si sentiva un po’ a disagio ad interrogare quello che considerava come un fratello maggiore e sua moglie, perciò, un po’ incerta
disse
“
Il… il
comandante ci ha dato una liste di persone con cui la Signora Shepherd
ha
parlato e.., ci siete anche voi due..” riuscì
infine a dire.
Ryan rimase per qualche secondo interdetto. Non si ricordava di nessuna signora Shepherd, ma lui era a bordo solo da due giorni, così come
Castle,
Beckett,
Esposito, Lanie e tutto il resto degli invitati.
Jenny e sua madre invece erano sulla Queen Elisabeth già da cinque giorni ormai, per dare disposizioni al catering della nave e controllare
che
tutto fosse perfetto
per il loro matrimonio.
Castle
li vide spaesati perciò porse loro una foto della donna.
“Oh mio Dio”
esclamò Jenny portando una mano alla
bocca.
“Abbiamo
parlato con lei la mattina del nostro matrimonio” disse Ryan
riconoscendola.
“Di
cosa avete parlato?” chiese Esposito all’amico.
Ryan cercò di ricordare “Ci fece le sue congratulazioni…e disse che era molto contenta per noi, nient’altro..” poi ci pensò meglio “Tesoro, se
ricordo
bene
però vi siete salutate chiamandovi per nome..”
disse rivolto a Jenny.
La donna, ancora provata per la notizia, annuì “Si..si, quella mattina l’abbiamo incontrata sul ponte e te l’ho presentata…ma non la
conoscevo
come ‘Signora Shepherd’
perciò non avevo capito..io non…” le
lacrime cominciarono a sgorgare veloci.
Ryan
l’abbracciò, mentre Beckett cercò un
fazzoletto da porgerle.
“Non
fa niente” le rispose gentile Kate “raccontaci come
l’hai conosciuta”
“Stavo litigando con un buquet di fiori che non voleva stare attaccato al parapetto della nave, quando mi accorgo di questa donna che
fissava nel vuoto e aveva il volto rigato di lacrime. Mi sono sentita una stupida perché me la prendevo con quel maledetto buquet quando
c’era
una
persona che stava male e quasi nemmeno la notavo..”
cominciò a spiegare Jenny.
Ryan le prese la mano comprensivo, così lei proseguì “quando le chiesi se stava bene e se le servisse qualcosa, mi disse solo che non
dovevo
preoccuparmi e che
sarebbe riuscita a sistemare tutto”
“Nient’altro?”
chiese Castle
“Non
quella volta, ma aveva il volto più triste che avessi mai
visto”
“Quante
volte hai parlato con lei?” domandò invece Beckett
“Altre due: abbiamo pranzato insieme il giorno dopo. L’ho vista al tavolo da sola, che fissava una coppia e mi sono intristita per lei così le
ho fatto
compagnia..”
“Cosa
vi siete dette?” chiese Esposito
“Ci siamo presentate, mi ha detto di chiamarsi Marilene ma che potevo chiamarla Mari. Mi ha spiegato che viaggiava da sola e che la sera
prima era stata colta da un momento di sconforto e di solitudine. Ma quando le ho chiesto perché, non mi ha risposto ed è tornata a
guardare la coppia che pranzava in fondo alla sala. Poi per cambiare argomento, visto che era turbata, ho iniziato a parlarle del mio
matrimonio
e dei preparativi..”
Kate
prese appunti sul suo taccuino.
“Mentre
l’ultima volta che vi siete viste?” fu Esposito
stavolta a porre la domanda.
“La sera prima del matrimonio. L’ho incontrata in corridoio, stava entrando nella sua cabina. Io ero tutta gongolante per le nozze così lei mi
ha fatto nuovamente le congratulazioni. Ci siamo abbracciate e le ho chiesto come si sentiva. Aveva costantemente questo alone di
tristezza in volto ma c’era un sorriso che cercava di spuntare, me ne accorsi immediatamente e glielo feci notare. Mi disse che aveva
capito cosa doveva fare per mettersi l’anima in pace e guadagnarsi il paradiso. Mi ha lasciata di stucco. Mi ha detto che ero una ragazza
fortunata ad avere trovato il vero amore e che per nulla al mondo me lo sarei dovuta far scappare. E da come me lo disse sembrava
proprio
che ci fosse
passata” Jenny respirò a fondo “Vi giuro
ragazzi che mi ha inquietata parecchio…
l’ha detto in un modo così…”
Castle
capì che non riusciva a trovare le parole “Come se
sapesse di stare per
morire?” l’aiutò lui.
“Si,
si, esatto” confermò lei.
Kate
si fece avanti premurosa “Jenny, mi dispiace dovertelo dire
ma è proprio così,
Marilene
era malata e stava morendo”
Jenny
annuì ad occhi chiusi, metabolizzando le parole di Kate.
“Ora
capisco il senso delle sue parole” rispose asciugandosi una
lacrima.
Jenny
era tristissima. Ma sapevano che Ryan sarebbe riuscito a farle tornare
il
sorriso sulle labbra.
Beckett non lo diede a vedere ma quella frase che la vittima disse a Jenny la colpì parecchio. Anche Kate sapeva di essere una ragazza
fortunata.
Guardò Castle
camminare davanti a lei, mentre parlava con Esposito.
Sapeva di aver trovato il vero amore ed ora che l’aveva ammesso a sé stessa e ne era totalmente consapevole era più che mai
determinata
a non lasciarselo scappare.
Sorrise
inconsapevolmente, sull’onda dei suoi pensieri.
Arrivati
alla fine del corridoio che portava alle cabine Esposito e Castle si
voltarono
verso di lei in attesa di nuove istruzioni.
“Vediamo un po’..” ricontrollando il suo taccuino “Castle, tu e il tuo I-phone cominciate a fotografare ed inviare le impronte digitali al
database. Esposito, tu vai a prendere anche quelle delle presone su questa lista e poi vai ad aiutarlo” e gli porse il foglio su cui c’erano i nomi
anche
di Ryan e Jenny “ma..lasciali
per ultimi ok? Vediamo cosa esce dal database
prima…”
Esposito annui. Doveva assolutamente uscire qualcosa dal quel database o l’irlandese e la sua novella sposa sarebbero diventati gli unici
sospettati.
“Io
vado in cerca dei Signori Johnson, dato che stamattina non erano nella
loro
cabina”
Ognuno
con un proprio compito da assolvere si incamminarono in tre direzioni
diverse.
Angolo
dell’autrice:
eccoci
qua mie care lettrici: lo so, lo so, poco Caskett...mi rifaccio nel
cap. 7, non
preoccupatevi!!
Detto questo vi devo raccontare che questo capitolo è dedicato alla mia mitica sorellona Paola. Vi chiederete: perché?? Perché lei è l’unica
donna che è riuscita a far cadere per ben due volte il cellulare nel water nello stesso identico modo di Esposito!! Ahahahahahah pluf! Un cell
è
resuscitato.. l'altro no, è morto!! Sissola ti vu bi!!!! XD
Ovviamente mille grazie alla beta come sempre..un nome un perché!! Cutuletta mi ha chiesto come mai se le voglio bene l’ho ammazzata
nella
ff... Moni, è un tributo!! Le
sto allungando la vita!!! XD
Buona
lettura!! Recensioni sempre gradite!! XD
Ivi87