15.
Sottoterra.
La
donna aveva perso i sensi da svariato tempo ormai. Era un po’
troppo vecchia
per avere a che fare con dei vampiri… di solito loro
sceglievano vittime
giovani e di bell’aspetto. Questa
donna
dev’esser stata davvero bella da giovane, constatò
Lena Hawkins mentre
continuava ad osservare l’ultima vittima dei goblin. Proprio
non capiva perché
un uomo illustre come suo padre, che castigava i vampiri per i loro
crimini
ingiusti e per le loro furie omicide, dovesse scendere a compromessi
con esseri
del genere.
Lui
meritava la gloria con gli altri umani, non le fognature condivise con
dei
goblin.
L’unico
vampiro che Lena avesse mai visto in vita sua, era quel mostro dagli
occhi
cremisi che suo padre gli aveva mostrato poche ore dopo la cattura. Era
divorato dalla sete, non riusciva a controllarsi. Suo padre, il giorno
dopo, le
disse di averlo castigato e di voler riservare lo stesso trattamento a
tutti i
vampiri di Roma.
Gli
stessi vampiri che tanto tempo fa avevano preso sua madre.
Gli
stessi vampiri che le avevano rovinato la vita.
Lena
sorrise nel silenzio dei cunicoli.
“Allora
qual è il piano, capo?” domandò Dan
dopo un lunghissimo giro nella macchina di
Beth con Bianca e Jack. La strega fermò improvvisamente la
macchina. Era
completamente buio: nessun umano sano di mente sarebbe andato in quel
posto, ma
i vampiri potevano benissimo vedere che Beth li aveva portati alla
discarica. “La
discarica?” chiese Bianca incredula.
“Sì, qua sotto c’è la via
d’accesso più
facile alle fognature” spiegò risoluta la ragazza
muovendo i fluenti capelli
neri. “Perfetto, andiamo a squartare qualche
goblin” disse Dan mettendo già un
piede fuori dall’auto. “No!”
tuonò la strega. “Abbiamo bisogno di un
infiltrato. Qualcuno che riesca ad eludere…”
“… la figlia del capo” concluse il
vampiro dagli occhi rossi. “Come fai a saperlo?”
azzardò Bianca. “Quando mi
hanno portato lì sotto, lei faceva la guardia ai
prigionieri… Suo padre mi ha
mostrato a lei dopo avermi fatto tutte quelle cose.
Ha detto che io ero il vampiro
cattivo” a Jack si illuminarono gli occhi. Tutti
gli sguardi furono rivolti
verso di lui. “Dan, questa è un’ottima
notizia!” “Ehm… io non
credo…” “Ma
certo! Adesso la ragazza pensa che tutti i vampiri abbiano gli occhi
rossi e
siano… come te” osservò il ragazzo
biondo, compiaciuto di sé stesso. “Quindi
uno di voi potrà scendere là
sotto…” analizzò Beth.
“… E eludere la sua
sorveglianza!” esclamò Bianca soddisfatta.
“Ma il problema è… chi?”
si guardarono tutti per diversi
secondi. “Vado io” disse infine Jack.
“Manderò un messaggio a Bianca quando ci
sarà il via libera” “E cosa ne farai
della ragazza?” gli domandò alla svelta
Dan mentre lui già scendeva dalla macchina.
“Lei… sarà la merce di
scambio” un
sorriso a mille watt illuminò il volto di Jack. Poi
scomparve nella fresca
umidità della notte, pronto ad andare sottoterra.
L’attesa
si stava facendo snervante… Perché suo padre
aveva catturato quella donna? Non
era un vampiro. I vampiri erano mostri, quella era una normalissima
donna di
mezza età. Forse la voleva tranquillizzare, dirle che non
avrebbe mai più
ricevuto attacchi dai vampiri. O magari era una vittima in stato di
transizione
e in quel caso avrebbe dovuto abbatterla. “Ehm…
scusa?” la voce proveniva dalla
fine del cunicolo. Lena si voltò, subito sulla difensiva.
Davanti a lei c’era
un ragazzo di cui riusciva solo ad intravedere i lineamenti,
perché il buio era
così fitto da impedirle di vedere altro. “Penso di
essermi perso… dove sono?”
lei rise. “Oh, ti sei perso di sicuro. Siamo nelle
fognature” “Uh… in questo
caso penso che me ne dovrei andare” “Dovresti
eccome” “Acidina la ragazza?”
“Solo
con i malintenzionati” “Oh tu pensi che io
sia… Oh ma fammi il piacere!” “Allora
dimmi il tuo nome. Voglio sapere chi sei”
“Jack” “Jack cosa?”
“Jack e basta”
silenzio.
“Allora
piacere, caro Jack-e-basta. Vieni alla luce, non mi impressiono. Cosa
sei, un
mendicante? Un vagabondo?” il ragazzo fece un passo verso lo
spiraglio
illuminato. “Veramente… un modello. Ma se ti trovi
più a tuo agio con un
barbone, va bene. Sono un barbone” Lena rimase senza fiato.
Era
bellissimo.
Aveva
i capelli di un biondo scuro, un po’ alzati. I contorni del
suo viso e del suo
corpo erano scolpiti, sembravano quasi levigati in un marmo pregiato e
senza
epoca: dalla mascella squadrata, al naso aristocratico, alle ampie
spalle
muscolose. E i suoi occhi… erano verdi. Verdi come una
foresta tropicale,
impossibile da penetrare a mani nude.
Prese
un respiro.
“Quindi
tu saresti un modello?” domandò Lena cercando di
darsi un contegno. “Sì, mi
pare di averlo già chiarito. E tu
saresti…?” lei gli tese la mano.
“Lena” “Lena
cosa?” “Lena e basta” “Allora a
quanto pare siamo parenti” risero tutti e due.
Era
una ragazza testarda.
Stavano
parlando da diversi minuti ormai e Jack sapeva di averla in pugno,
ormai. Forse
il suo aspetto aveva fatto il settanta percento del lavoro, ma lui ce
la stava
mettendo tutta.
Per mio
fratello.
Per
Ambra.
Per
Bianca.
Quella
Bianca che non sarebbe mai stata sua, ma che avrebbe avuto sotto gli
occhi per
molto tempo ancora. Come poteva continuare ad amarla? Quanto avrebbe
voluto
avere un interruttore per spegnere i suoi sentimenti nei confronti di
quella
vampira. Ma era impossibile. Lei era troppo perfetta per essere
semplicemente
spenta.
Cercò
di concentrarsi sulla sua missione, così
focalizzò la sua attenzione sul viso
della ragazza che aveva davanti. Era semplice: viso ovale, occhi grandi
e
marroni, capelli biondicci. Non era niente di straordinario.
“Oh,
qui sotto non c’è campo”
osservò Jack, cercando di apparire il più ingenuo
possibile. “Se vuoi ti posso accompagnare di sopra”
si offrì lei. Colpita e affondata!
“Sì, mi farebbe
molto piacere Lena-e-basta” così si diressero,
finalmente, all’aria aperta.
“Ma
qui è buio pesto…” “Ah
davvero?” domandò lui. Oh
no! Ho fatto un passo falso. “Certo.
Perché, tu riesci a vedere
qualcosa?” “Assolutamente niente, ma ho la luce del
cellulare” disse tirando
fuori l’iPhone dalla tasca. “Bel
telefono” indicò lei. “Cellulare
aziendale”
spiegò senza mezzi termini Jack.
A:
Bianca Cedric
Da:
Jack
Potete
andare. Io non posso raggiungervi.
Ci vediamo a casa tra un’ora.
“Perché
non puoi raggiungerli?” lui rimase in silenzio.
“Jack, chi è Bianca?” di nuovo
silenzio. Lena fece un passo indietro. Un altro passo. Ma ormai era
caduta
nella trappola. “Sono venuto per vendicare mio
fratello” Jack si parò davanti a
lei con una velocità inumana. La ragazza fece appena in
tempo a vedere e
sentire i canini affilati del ragazzo che le trapassavano la pelle del
collo.
Poi
fu tutto buio.