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Autore: formerly_known_as_A    07/07/2011    2 recensioni
Ha quell'idea in testa da qualche giorno, la sensazione, quasi il bisogno di mettere chiarezza tra loro due, di dire finalmente le cose come stanno.
[Personaggi: Svezia; Finlandia]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Finlandia/ Tino Väinämöinen, Principato di Sealand/Peter Kirkland, Svezia/Berwald Oxenstierna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Sempre loro, roba vecchia, però mi piace, ecco! Ho un esame tra due ore e poi finalmente potrò dedicarmi ad Avskjed fino alla prossima crisi universitaria, yay! XD Ho ancora due fan fiction, mi pare, Sufin, da pubblicare qui, poi mi toccherà ahimè rimettermi a scrivere seriamente, cosa che (sopracitata NorDen a parte) non faccio da molto tempo, spero di essere comunque all'altezza delle vostre aspettative! ^_^



Ha quell'idea in testa da qualche giorno, la sensazione, quasi il bisogno di mettere chiarezza tra loro due, di dire finalmente le cose come stanno. Tino non l'aiuta facendo finta di nulla, occupandosi della casa, di Peter, di lui stesso.

Moglie. Sì, lo chiama così, ma non è del tutto sicuro che Tino sappia cosa significhi per lui. Vorrebbe dirlo, vorrebbe essere sincero, ma la propria naturale timidezza -insieme al terrore di non avere capito nulla, gli impediscono di farlo, lasciandolo senza parole davanti all'altra Nazione, con il suo solito sguardo terribile.

La cosa peggiore è quando crede di sorridere, incoraggiante -ed incoraggiandosi- ma l'altro fa un'espressione terrorizzata e lo rimprovera di non essere mai del tutto felice. Ma Berwald è felice. Solo che non sa sorridere.

L'idea però è rimasta, fino a che non è diventata una vera e propria necessità e allora ha cominciato a pensare a come comunicare quel sentimento. Non a parole, non a gesti... gli è rimasta solo la cara e vecchia lettera. Scritta a mano, ovviamente.

Ha preso carta e penna ed un foglio ed ha segnato con pazienza la data del giorno in alto a destra, rimanendo in seguito fermo a fissare il foglio, scoprendosi intimidito da tutto quello spazio. E' Tino che riempe gli spazi vuoti, di solito, con migliaia di parole. Lui saprebbe scriverla una lettera.

Non sapendo da dove iniziare, ha cominciato da dove gli veniva meglio: ha messo la sua firma nell'angolo in basso ed è tornato a fissare il foglio, constatando con orrore che lo spazio, invece di ridursi, sembrava essersi allungato all'infinito.

Ed eccolo nuovamente bloccato, ipnotizzato quasi da tutto quel bianco. Avrebbe fatto meglio a prendere una carta da lettere, anche se forse si sarebbe perso a contemplarne le decorazioni.

Dopo quarantacinque minuti, il foglio è ancora disperatamente bianco e l'orario in cui la sua famiglia dovrebbe tornare a casa si avvicina sempre più. Decide di scrivere la prima cosa che gli passa per la mente, pensando che forse è così che lavorando anche gli scrittori famosi.

Quando termina, la porta si apre, facendolo balzare in piedi, con la busta tra le mani, mentre Tino e Peter si affrettano a riempire il silenzio. Il piccolo sgambetta fino allo studio per salutarlo. Si chiede come faccia a trovarlo sempre, nonostante la casa non sia di certo piccola.

“Papà, la mamma mi ha comprato questo robot, guardalo!” esclama, trionfante, facendo volare il giocattolo per la stanza e poi piantandoglielo bene sotto il naso affinché lo veda meglio. Poi sembra attratto dalla busta e gliela prende, notando l'assenza di mittente.

E fugge via, lasciandolo a tenere tra indice e pollice l'aria, frastornato.

“Mamma! Papà ha scritto la letterina a Babbo Natale! Visto che sei suo amico gliela consegni?” lo sente dire, tre stanze più in là.

Poi il silenzio. Il rumore della televisione in lontananza, sovrastato presto dal battito furioso del proprio cuore. Avrà aperto la busta? Avrà letto?

Attende quella che gli sembra un'eternità, poi sente dei passi avvicinarsi e la figura intera di Tino sulla porta, imbarazzato come non mai.

“E' bellissima.” lo sente sussurrare, prima che gli voli tra le braccia. Tutto qui? E' stato... veramente così semplice? Gli viene da ridere, se ci pensa, ma invece di ridere ricambia l'abbraccio. Si sente sorridere, ma forse è solo un'illusione.

“Sei un amico straordinario, Berwald!”


Tentativo numero trecentocinquantasette di dichiararsi a Finlandia: fallito.


Tino,

Senza di te sono solo una Nazione. Una porzione di territorio su una cartina geografica, un insieme di monti e pianure, dove fa solo tanto freddo. Io sono freddo.
Se mi sento vivo, Suomi, è grazie a te.
Tu mi scaldi e non ti rendi conto di neppure un centesimo di quello che rappresenti per me.


Berwald

   
 
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