Ciao a tutti!!!
Questa e’ la mia prima fan fiction su una coppia che io trovo straordinaria.
Innanzitutto vorrei dire che la storia comincia dall’episodio Confidence
man(per capirci, quello della lettera di Sawyer), perciò se qualcuno non vuole
rovinarsi la sorpresa non legga questa fan fiction. Inoltre i protagonisti sono
un po’ più romantici di quello che sono nel telefilm altrimenti la storia
sarebbe continuata per dei secoli!(conoscendoli…://)) infine, vorrei chiedervi
di dire la vostra opinione sulla mia storia, si accettano anche
critiche(soprattutto!). Il fatto è che mi piacerebbe avere le vostre opinioni
per riuscire a creare delle fan fiction sempre più belle! Quindi, criticate
criticate!J(troppo lunga, troppo corta, troppo
melensa, poco melensa, stupida, scontata…insomma, tutto quello che vi viene in
mente!!!) bene, ora vi lascio…buona lettura!!! Spero sia di vostro
gradimento!
Cos’era quella
lettera che Sawyer teneva così gelosamente, riposta con cura nella tasca dei
suoi pantaloni? Perché ogni volta che la leggeva e rileggeva, convinto che
nessuno lo stesse ad osservare, il suo volto sempre così sprezzante si
dipingeva di una tonalità così malinconica e triste che perfino Kate, che non
era solita credere ad una improbabile tragedia di un tipo come Sawyer, non
riusciva a distogliere il suo sguardo da lui? Questa curiosità la attanagliava.
Forse era la noia che la spingeva a desiderare questo, o forse la sua solita
mania di voler sempre scoprire la verità, senza però mai manifestare la propria,
che decise di andare a fondo di questa storia. Sapeva che non sarebbe per
niente stato facile, soprattutto con un tipo come Sawyer, che in quanto a
testardaggine non aveva niente da invidiare a nessuno, ma voleva comunque
provarci. Dopotutto, se era riuscita a scappare per tanti anni dalla polizia,
sarebbe riuscita a fare una cosa così semplice come chiedere spiegazioni ad una
persona riguardo ad una certa leggera.
Nonostante questo
suo proposito iniziale, però, ogni volta che cominciava una conversazione con
Sawyer questa immancabilmente finiva in un litigio o in una commedia farsesca,
così alla fine decise di lasciar perdere. Decise che il perché e il percome
Sawyer si comportasse in quel modo davanti a quella lettera non erano affari
suoi, che come lei anche lui poteva avere i suoi segreti, come tutti
sull’isola, e che perciò era meglio lasciar perdere. Dopotutto sembrava sempre
in ottima forma quando si rivolgeva a lei con quel suo cipiglio alla James Dean
che lo rendeva molto attraente, cosa che però, lei sapeva, lui ne era
ampiamente consapevole.
Lasciò perdere.
Almeno fino a quel famoso giorno. Il giorno in cui Shannon si sentì male per la
sua malattia che tentava finora di nascondere: l’asma. Secondo Boone e
successivamente secondo Jack e Sahid, Sawyer aveva gli inalatori per curare la
sorella di Boone, e non esitarono a torturarlo quando lui si rifiutò di
consegnarli, nonostante le sempre più insistenti e minacciose richieste da
parte loro. E Sawyer ricevette il suo bacio. Il bacio che era stato motivo di
tanto accanimento da parte sua. Il bacio di Kate. E poi la lotta, dovuta alle
sue bugie, che quel giorno gli costarono quasi la vita. E ora, dopo le cure
attente anche se poco desiderate da parte di Jack, Sawyer se ne stava
addormentato, sdraiato sulla sua lettiga, con il braccio destro accuratamente
fasciato, e il volto di chi ha perso troppo sangue e quasi tutto il suo
sex-appeal, almeno per quel giorno. Guardandolo, Kate non poté fare a meno di
chiedersi il perché si fosse comportato in quella maniera. Non era sarcasmo il
suo, o il piacere sadico di vedere una persona soffrire, no: era qualcos’altro,
e anche se adesso non riusciva a capire, era convinta che tutto avesse a che
fare con la sua preziosa lettera, che ora era nelle sue mani e non faceva che
leggere e rileggere, cercando di trovare un nesso col suo comportamento. Mentre
cercava di trovare una risposta alla domanda che la tormentava, Sawyer cominciò
a riaprire gli occhi. L’effetto anestetico era finito. Si guardò un po’
intorno, spaesato, non riuscendo probabilmente a capire dove si trovasse, ma
poi tutto gli tornò in mente con una velocità che quasi gli fece venire
l’emicrania e si volse verso una figura ancora sfocata che lo stava guardando.
“Ehi”
“Ehi. come stai?”
“ho avuto giorni
migliori. Che ci fai qui?”
“Jack è andato a
vedere come sta Shannon, così mi ha chiesto di restare con te, nel caso
sorgessero delle complicazioni.”
“Ah, certo, San
Jack come al solito ha fatto il suo dovere di boy-scout. Bene, come vedi non
sto per avere un attacco. Mi sento in gran forma, quindi fa un favore a tutti e
due: vattene.”
Kate, ascoltando
le sue parole, capiva che non era affatto vero quello che stava dicendo: non
riusciva a mettersi seduto, ancora un po’ disorientato, e le sue parole di
scherno ora mettevano ben poca soggezione, dato che erano appena sussurrate.
Come un bel cavallo, che pur essendo zoppo, continua a lottare e a scalciare,
pur essendo la sua forza ormai esaurita.
“mi dispiace per
te, Sawyer, ma io non me ne vado. Dovrai sopportarmi per un altro po’.”
A quelle parole
Sawyer si sentì come confortato ma la sua diffidenza era ancora forte, così nel
sentire quelle parole disse: “Sentimi bene, lentiggini, io sto bene, ok? Non
tenterò di togliermi la benda, non mi butterò in mare per una nuotata e
sicuramente non me ne andrò tanto in giro, dato che ora come ora non riesco a
stare in piedi. Perciò, ti pregherei di lasciarmi in pace ed andartene. Forza!”
il suo tono era diventato più aspro, più aggressivo. Kate però non si lasciò
intimidire. “No.” Questa fu tutta la sua risposta. Sentendo quella secca
risposta, Sawyer era pronto ad imprecare contro quella bella ragazza che non lo
lasciava in pace, quando si accorse che nella mano destra stringeva qualcosa.
Una lettera. Una vecchia lettera, con l’inchiostro invecchiato di vent’anni.
Sawyer trasalì.
“che ci fa in mano
tua quella lettera? Chi ti ha dato il permesso di prenderla?” la sua voce era
carica di cattiveria, ma i suoi occhi erano lucidi. E terrorizzati.
“ecco…è da quando
sei arrivato sull’isola che quando credi che non ti veda nessuno leggi e
rileggi questa vecchia lettera tutta spiegazzata. Io ti osservavo, e non
riuscivo a capire il perché ogni volta che la leggevi, i tuoi occhi diventavano
tristi, molto tristi. E inoltre mi chiedevo perché facessi finta di avere le
medicine per la sorella di Boone anche quando non era vero…”
“Kate…”
“…e così ho
creduto che la soluzione al tuo comportamento fosse in questa lettera. E così è
stato. All’inizio, leggendola, non riuscivo a capacitarmi che tu fossi una
persona così meschina, così priva di qualsiasi sentimento buono. Ma poi mi sono
ricordata dell’espressione del tuo viso quando la leggevi, e così ho deciso di
continuare a leggerla, due, tre, quattro volte, per riuscire a capire cos’è che
mi sfuggiva. …questa lettera non ti è stata scritta vero? Tu l’hai scritta…e
non ti chiami Sawyer, giusto?”
mentre Kate
continuava il suo discorso, il viso di Sawyer si contraeva sempre più,
assumendo un’aria sconfitta e amareggiata. Tranne i suoi occhi, però. Quelli
erano sempre terrorizzati.
Dopo una lunga
pausa, Sawyer alzò lo sguardo e lo rivolse verso Kate e in quel momento
comprese di aver fatto qualcosa di terribile. Lo aveva smascherato. E ora lui
era senza difese. Inerme e senza più la sua ironia da usare come condimento su
tutto, non sapeva più che cosa fare. Kate stava quasi per scusarsi con lui,
quando lui, quasi con un sussurro, cominciò a parlare.
“Il…il mio nome è
James. Quando avevo otto anni un tizio di nome Sawyer andò con mia madre e
riuscì con un imbroglio a rubare tutti i soldi di mio padre. Così un giorno lui
tornò a casa, prese una pistola e uccise mia madre, dopodiché venne in camera
mia e si uccise. Io assistetti alla scena. Mia madre mi nascose sotto il letto,
dicendomi di non uscire per nessun motivo. E così feci. Non uscii per nessun
motivo. …e da quel giorno mi sembra di non riuscire più a uscirne. Mi…mi
sentivo sempre come rinchiuso in un posto buio e stretto, aspettando che
qualcuno mi facesse uscire. Ma questo qualcuno non è mai arrivato. Alla fine ho
smesso di sperarci, e a 19 anni ho cominciato a mentire per professione,
cercando nel frattempo quell’uomo, per riuscire a dargli quella lettera.
Pescavo giovani belle donne e con una bella promessa riuscivo a farmi dare
tutto il patrimonio del loro stupido marito. E scappavo. Buffo, eh? Alla fine
sono diventato proprio l’uomo a cui davo la caccia. E la cosa peggiore è che
non sono ancora riuscito a trovarlo. Mi trascino di qua e di là per riuscire a
scovarlo, ma le possibilità che ho sono molto scarse, per non dire addirittura
nulle…”
Kate ascoltò in
silenzio il racconto di Sawyer. Non abbassò mai lo sguardo, tenne sempre i suoi
occhi fissi sullo sguardo di Sawyer. Ma ora, alla fine della sua storia, capì
che forse era stato meglio non immischiarsi, lasciar perdere. Non voleva
assolutamente costringerlo a parlare di qualcosa che non voleva, ma alla fine
l’aveva fatto. Ora però voleva riuscire a sistemare le cose.
“Mi dispiace…non
volevo costringerti a parlarne. Volevo solo capire il perché ti comportassi in
quella maniera con tutti. Perché volessi essere odiato da tutti, e il perché di
questo tuo comportamento così aggressivo. Ma adesso capisco.”
“Ma davvero? E
cosa avresti capito, sentiamo!”
“che è come
volessi espiare. Come se volessi punirti di qualcosa di cui però non hai alcuna
colpa. Vuoi essere odiato da tutti per sentirti meglio. In realtà tu vuoi restare in quel posto buio e
stretto. Hai troppa paura che qualcuno ti venga a dare una mano, che ti indichi
la strada che devi seguire, perché significherebbe andare incontro a qualcosa
di ignoto, a cui tu non sei ancora pronto.”
“ORA BASTA!
SMETTILA!” la voce di Sawyer risuonò nel silenzio di quel mercoledì pomeriggio.
“Credi di aver
capito tutto di me, non è vero?! Credi che in realtà sia una specie di
pecorella smarrita, una Heidi un po’ troppo cresciuta? Ti sbagli di grosso. Io
ho fatto cose terribili, indipendentemente dal mio passato. Cose per cui non
merito perdono, non merito pace, non merito serenità…non merito amore. Quindi,
se hai finito con i tuoi discorsi da grande sapientona, ti pregherei di
ANDARTENE immediatamente da qui! FUORI!!!”
A quelle parole
così piene di rabbia, Kate non poté fare altro che restituirgli la sua lettera,
che lui le strappò violentemente dalle mani, e andarsene.
Mentre camminava
sulla spiaggia, avviandosi verso le grotte, incontrò Jack per la strada, che
stava andando da Sawyer per vedere come stava la ferita.
“Jack. Come sta
Shannon? L’asma è passata?”
“Ah, Kate. Si,
fortunatamente Sun ha trovato delle foglie di eucalipto e tramite un intruglio
strano è riuscita a farle passare l’asma. È stata veramente grande. Il nostro
Dodger come sta?”(Dodger è un personaggio di “Oliver Twist” di Charles Dickens,
altrettanto furbo e scapestrato come il nostro Sawyer. N.d.R.)
“Ecco…tutto a
posto. Non ci sono state ricadute. Ora sta riposando.”
“Ti ha detto
perché si è lasciato torturare senza dirci semplicemente che non aveva le
medicine?”
A Kate ritornò il
mente il loro discorso.
“…no. Non ha detto
niente. Ehm, Jack, non ti conviene andare a visitarlo adesso. Ti posso
assicurare che sta bene. Ora lascialo riposare. Ci andrai domani.”
“e perché mai?
Voglio anche sapere il perché del suo comportamento.”
“direi che per
oggi ne ha avute abbastanza, non ti pare? Lascialo stare…ti prego.”
“perché non vuoi
che vada a trovarlo? mi stai nascondendo qualcosa Kate?”
“…niente, Jack. Ti
chiedo solo di lasciarlo riposare. Non credo che per adesso gli farebbe piacere
ricevere cure da una delle persone che fino a due ore fa lo stava torturando.”
E con questo Kate seppe di aver messo fine alla discussione. Il volto di Jack
si rabbuiò per un attimo, dopodiché disse: “si, forse hai ragione. Ci andrò
domani.” e i due si incamminarono verso
le grotte, lasciando Sawyer da solo.
… …
… … … … …
il giorno dopo era
una gran brutta giornata. Era come se il cielo avesse assistito alla
discussione di Kate e di Sawyer e ora stesse ricreando quello che loro
provavano nei loro cuori. Nubi, lampi, tuoni, pioggia, vento. Non c’era un solo
agente atmosferico che non si fosse risvegliato quella giornata. Tutti si erano
rifugiati nelle grotte, al riparo da possibili saette che potevano farli
diventare dei gran biscotti. Tutti meno uno. Sawyer mancava all’appello. Jack
era andato a trovarlo la mattina presto, quando già il tempo era ben nuvoloso,
e aveva constatato che Sawyer era già in grado di alzarsi tranquillamente.
Aveva ripreso il colorito, e con lui le forze che fino al giorno prima aveva
esaurito. Secondo Locke, che sembrava aver passato tutta la vita in quel posto,
nel pomeriggio si sarebbe scatenato il finimondo e così Jack lo informò che
tutti si sarebbero rifugiati alle grotte. Ma quando quelle forze naturali si
manifestarono con grande potenza, di Sawyer alle grotte non v’era nemmeno
l’ombra.
Kate era
seriamente preoccupata.
“Jack, dov’è
Sawyer? Non l’hai avvisato che saremmo venuti tutti alle grotte per la
tempesta?”
“certo che l’ho
avvertito, ma lo sai Sawyer com’è fatto. Fa sempre di testa sua. Il mio dovere
l’ho fatto. Dopo se lui vuole fare da bersaglio mobile per i fulmini io non ci
posso fare niente.”
“ma potrebbe
rimanere ucciso! Dobbiamo andare a cercarlo! Magari è svenuto sulla spiaggia
per la ferita al braccio!”
“l’ho visitato
stamattina e stava benissimo, te l’assicuro. Non posso sempre preoccuparmi di
uno che non si preoccupa nemmeno per sé stesso. Vedrai che starà bene.”
Kate, nel sentire
quelle parole così menefreghiste, non poté fare a meno di ribollire di rabbia.
“ma come puoi dire
una cosa del genere?! Voi lo giudicate senza conoscerlo! per voi è solamente
quello che imbroglia tutti, che ha una battuta sarcastica per tutti, che si
appropria di cose non sue e che pensa sempre a sé stesso! Ma…ma lui ha anche
altri aspetti…quando è caduto l’aereo, anche lui ha cercato di aiutare i
feriti. Se vi rendete conto, le cose che aveva alla fine, anche se con un
baratto, le ha messe a nostra disposizione. Quando c’è stato bisogno di salvare
Claire, anche lui era lì con te, Jack. Voi…voi siete così occupati a pensare a
voi stessi che non vi rendete conto delle cose meno ovvie, ma più vere: anche
lui è uno di noi, ma voi l’avete sempre trattato come se indirettamente fosse
lui la causa di tutto quello che andava storto su quest’isola. E lui…lui l’ha
capito subito, e ha agito di conseguenza. Si è fatto odiare, perché era quello
che voi volevate.”
Nel pronunciare
quelle parole, i suoi occhi le si riempirono di lacrime. Doveva trovarlo.
“vado a cercarlo.”
E detto questo girò su sé stessa e stava per andarsene quando Jack la fermò,
trattenendola per un braccio. Lei si girò di scatto. “lasciami.”
“rischi di morire
se esci adesso. Sii ragionevole Kate. Quando smette un po’ andiamo a cercarlo
anche noi. Per ora rimani qui, ti prego.”
“ti ho detto di
lasciarmi.”
Jack mollò la
presa e Kate corse fuori, nella pioggia. Dopo una decina di minuti raggiunse la
spiaggia ma la brandina dove dormiva Sawyer, insieme a tutta la sua roba, era
stata letteralmente spazzata via dal forte vento. “SAWYER!” si mise ad urlare
Kate. Forse si era rifugiato nella foresta…”SAWYER!”
Dove poteva essere
finito? Incominciava già a pensare al peggio quando distinse, tra il muro di
pioggia che le si stagliava davanti, una figura. “SAWYER!” urlò. Sawyer stava
in piedi, davanti al mare in piena, con le onde che si ingrossavano ad ogni
folata di vento. Aveva le mani in tasca ed era completamente fradicio. Quando
sentì pronunciare il suo nome, si girò quasi sorpreso che ci fosse qualcun
altro oltre a lui in mezzo a quella bufera.
“Sawyer, che stai
facendo?! Siamo in piena tempesta! Tutti gli altri si sono rifugiati nelle
grotte! Lo sai che con questo tempo rischi di diventare il bersaglio di un
fulmine?!”
nonostante le
parole allarmanti e preoccupate, Sawyer continuava a guardare il mare, quasi
non sentisse quello che Kate stava dicendo.
“Sawyer, ti
prego!” lo supplicò Kate, ormai fradicia quanto lui.
“lo sai, avevi
ragione quando hai detto che non volevo dimenticare il mio passato perché avevo
troppa paura del presente. Ho riflettuto ieri, dopo che te ne sei andata, e ho
capito che avevi ragione su tutto…”
“Sawyer…”
“ho capito che
devo uscire da quel luogo buio e stretto in cui alla fin fine io stesso mi sono
rintanato, ma il problema è che non ce la faccio. Non ancora perlomeno. Vorrei
soltanto smetterla di…di essere così…” e detto questo si siede a terra,
tenendosi la testa tra le mani. Solo allora Kate si rese conto che per tutto il
tempo Sawyer non aveva fatto altro che tremare, da capo a piedi. Era
terrorizzato di rimanere solo, e la sua vita ruotava intorno alla vendetta. Ora
che erano su quell’isola e che probabilmente ci sarebbero rimasti per parecchio
tempo, si era reso conto che la vita non aveva più significato. questo Kate lo
sapeva bene, perché l’aveva vissuto anche lei sulla sua stessa pelle.
Si avvicinò piano
a lui e gli si inginocchiò accanto.
“ Sawyer, tu vai
benissimo così come sei. Non devi cambiare, perché tu sei tu, e non c’è niente
di più bello al mondo.”
“dici così solo
perché tu non mi conosci.”
“forse, però
comunque un po’ ti conosco…James. E so che non sei malvagio, ma che sai essere
gentile. So che sei una persona introversa, e che cerchi di nascondere questa
tua timidezza con il sarcasmo, so che non ti sei mai avvicinato ad una persona
se non tra le coperte, e so anche che sei qua, in mezzo al tifone, ferito e tremante,
e che fra poco saremmo spazzati via!” A Sawyer scappò un sorriso.
“nessuno ti
obbliga a stare qui. Puoi benissimo tornare alle grotte.”
“no, grazie.
Preferisco stare qui a farti compagnia.” Detto, fatto. A una decina di metri da
loro cadde un fulmine. I due presero così paura che per un attimo non
riuscirono nemmeno a pensare.
“presto, dobbiamo
andarcene di qui! Dobbiamo andare alle grotte! Non saremo così fortunati la
prossima volta!”
“Io non vengo.”
“come non vieni?!”
esclamò Kate, ormai grondante.
“ti ho detto che
non vengo. Ma tu vai, riparati. Non pensare a me. Sono felice che tu sia
venuta.”
“senti Sawyer, non
dire scemenze. Alzati! Forza! Vuoi morire qui?! Su!”
Sawyer però non
era intenzionato a muoversi. Continuava a rimanere seduto, rivolto verso
l’oceano. A quel punto Kate perse le staffe.
“SAWYER, SE NON TI
ALZI IMMEDIATAMENTE, GIURO CHE TI TIRO SU DI PESO!” e cominciò a strattonarlo
per il braccio sano, intimandogli di alzarsi. Sawyer cercò si divincolarsi
dalla sua stretta ma con un braccio solo era un po’ difficile. Alla fine si
ritrovarono a lottare sulla spiaggia tra tuoni e fulmini. Ad un certo punto
Kate perse l’equilibrio e cadde addosso a Sawyer. Esausta, si tirò su e gli
diede un forte schiaffo sulla guancia sinistra.
“NON RIESCI A
CAPIRLO, BRUTTO STUPIDO?! MI STO PREOCCUPANDO A MORTE PER TE! SE ME NE ANDASSI
E TI SUCCEDESSE QUALCOSA NON POTREI MAI PERDONARMELO!” e incominciò a piangere.
Un pianto disperato, ingenuo, dolce e allo stesso tempo amaro. Sawyer era senza
parole.
“no, dai…ehi, non
fare così…vengo, va bene? C’è un piccolo problema però…ecco…non riesco a
rialzarmi. E già da prima che mi gira la testa e faccio fatica a muovermi. A
quanto pare non sono cosi’ forte come pensavo di essere…”
sentendo le sue
parole Kate lo guardo’ negli occhi e abbozzo’ un sorriso. Asciugandosi le
lacrime con una manica della camicia, cosa che era perfettamente inutile dato
che il suo viso era completamente bagnato, gli disse: ”per questo non ci sono
problemi!” e ecco che gli prende il braccio sinistro e lo tira quasi su di
peso. A Sawyer scappa una risata. ”e tutta questa forza da dove la tiri fuori,
lentiggini?!” ma la risposta di Kate lo lascio’ quasi senza fiato e più
tremante di prima. “ dal mio desiderio di salvarti a tutti i costi.”
A quelle parole
Sawyer non seppe più che fare. Era la prima volta che una persona si affannava
cosi’ tanto per aiutarlo. Di solito tutti o lo volevano morto o facevano di
tutto per mettergli i bastoni tra le ruote in quello che faceva. Era stato
tradito, abbandonato, odiato, calpestato, usato, ma non era mai stato aiutato.
Da nessuno. Da quando erano morti i suoi genitori, lui aveva sempre dovuto
cavarsela da solo grazie alla sua astuzia e furbizia, senza che nessuno mai gli
regalasse niente. Ma per la prima volta qualcuno gli porgeva la mano. Non solo:
era disposto a rischiare la propria vita per lui. Per uno come lui.
…Sawyer si senti’
finalmente libero. Aveva sempre deluso gli altri per primo e non si era mai
aspettato niente dal prossimo. Non voleva più conoscere quella disperazione.
Quel disprezzo per il proprio padre. Quella consapevolezza che sua madre e suo
padre non erano gli eroi che credeva da bambino. Non voleva più essere
abbandonato, perciò preferiva rimanere solo. Ma per la prima volta conobbe quel
sentimento di libertà e di pace, perseguibile solamente tramite quel sentimento
cosi’ semplice, dato erroneamente per scontato: l’amore.
Tutto accadde in
un attimo. Sawyer si fermò, Kate lo guardò sorpresa. I loro volti erano
vicinissimi.
La baciò. Fu un bacio
dato quasi di sfuggita, come un buffetto su una guancia da parte di un proprio
amico per aver vinto una partita. Ma quel bacio, dato a fior di labbra, era la
testimonianza più pura e candida del suo amore. Non era un bacio ottenuto con
il ricatto, ne’ un bacio rubato o appassionato, ma quasi infantile e ingenuo.
Un bacio tra innamorati.
Kate lo guardo’
con sguardo sbalordito e con una punta di disappunto. Ben presto pero’ il volto
della ragazza comincio’ a colorarsi appena di un rosa imbarazzo nel ricordare
la dolcezza di quel bacio, mentre continuava a fissare Sawyer negli occhi.
Provo’ a parlare ma non ci riuscì. Riprovò. Le uniche parole che le uscirono di
bocca furono: ”andiamo.” e ricominciarono a camminare in direzione delle
grotte.
Forse per quel
bacio, forse per fuggire a quell’imbarazzante situazione (o forse per la
tempesta!J), entrambi ce la misero tutta per arrivare
alle grotte il prima possibile, tanto che nel giro di 10 minuti erano già là.
“ finalmente siete
tornati. Eravamo molto preoccupati. Tutti noi.” disse Jack, correndo loro
incontro e aiutando Sawyer a entrare alle grotte e a distendersi. Kate rivolse appena un’occhiata a Jack
dopodiché andò a tranquillizzare gli altri. Jack rimase stupito dal suo
comportamento, misto di imbarazzo e di collera, ma per il momento non aveva
tempo di occuparsi di quello, dato che c’era una persona che aveva bisogno del
suo aiuto, anche se non l’avrebbe mai ammesso.
“ti sei sentito
male? Ti si e’ riaperta la ferita?”
“non ne ho idea,
ma faccio fatica a reggermi in piedi. Cos’è, sei preoccupato per me, Doc?”
disse Sawyer con tono sarcastico, anche se in quel momento tutto lasciava
pensare che se Jack avesse detto qualsiasi cosa, Sawyer l’avrebbe fatta, pur di
star bene.
A quelle parole,
Jack diventò serio. ”per niente. Ma come medico è mio dovere aiutarti. E poi…”
“e poi?” ripeté
Sawyer, visibilmente infastidito dalle parole di Jack, ma troppo debole per
controbattere.
“…e poi Kate non
me lo perdonerebbe mai se ti lasciassi in queste condizioni.” E detto questo
cominciò a medicarlo, mentre Sawyer si lasciava fare, pensando alle parole che
poco prima “So tutto io” Jack gli aveva detto.
A mezzanotte era
tutto finito. I tuoni avevano finito di tuonare, i lampi avevano finito di
tracciare delle strisce bianche e ramate nel cielo, e la temperatura stava
lentamente ritornando calda e brizzolata, come se quei fulmini, quei tuoni e
quella paura fossero stati solamente un’immaginazione. Ma ovviamente non era
così. E Sawyer e Kate erano i primi ad esserne consapevoli.
Sawyer se ne stava
sdraiato su una lettiga, con il braccio fasciato e ancora dolorante, quando
Kate andò a trovarlo. Tutti si erano addormentati, cullati dal tepore di quella
notte, ma due anime non riuscivano a prendere sonno. E come potevano?
Quando la vide,
per un attimo il suo cuore sussultò, ma poi si disse:” avanti, Sawyer, sei
sempre stato bravo in queste cose, giusto? Non comportarti come un ragazzino.”
E si sedette, aspettando che lei lo raggiungesse.
“Come stai?” gli
fece Kate. Le sue parole tremavano lievemente.
“tutto a posto.
Doctor Jack mi ha rattoppato. E tu?”
“tutto ok.” Per un
po’ rimasero senza parlare, guardandosi semplicemente negli occhi.
All’improvviso Kate ricominciò a parlare. Questa volta la sua voce era ferma.
“che cosa dobbiamo fare?”
“riguardo a cosa?”
chiese lui. domanda stupida.
“a quello che è
successo prima. Quello…quello era un bacio di ringraziamento o cosa?”
Sawyer non sapeva
cosa risponderle. Doveva dirle la verità o era meglio lasciar perdere? …decise
di dirle la verità. “no, non era un bacio di ringraziamento. O meglio, lo era,
ma…ecco…”
“ma cosa?” la voce
di Kate ora era tutta un tremore.
“in realtà con
quel bacio volevo semplicemente dirti grazie……di esistere.” Nel pronunciare le
ultime due parole Sawyer abbassò lo sguardo, al contempo imbarazzato e
addolorato. Kate non sapeva che dire.
“tu…stai
scherzando, vero? Dimmi che stai scherzando…ti prego…” ma Sawyer la guardò con
uno sguardo afflitto, uno sguardo che voleva dire solo una cosa. Ti amo.
Lei non ebbe più
dubbi.
Venne presa dal
panico. E corse via. Corse lontano. Corse il più lontano possibile da lui, da
quel sentimento, da quello sguardo. Era terrorizzata. E quella paura pian piano
si tramutò in lacrime. Mentre correva il suo viso era ormai rigato di lacrime e
non riusciva nemmeno più a vedere dove stava andando. Così si fermò. Nonostante
fosse sfinita per la corsa, i suoi occhi non smettevano di piangere. Era
disperata. Si accasciò a terra, la testa fra le gambe, e continuò a piangere.
Pianse a dirotto.
Quando spuntò
l’alba decise di ritornare lentamente dagli altri. Sicuramente erano in
pensiero per lei. Arrivata alle grotte, Jack le corse incontro. “Kate! Dov’eri
finita? ma…cos’è successo? Hai una gran brutta cera…” ma non fece in tempo a
finire la frase che le cadde praticamente tra le braccia. “KATE!” urlò Jack,
che subito le tastò la fronte. Aveva un febbrone da cavallo. La prese in
braccio e la portò nelle grotte. Sawyer, che si era appena alzato e si stava
rivestendo, non appena vide arrivare Jack con in braccio una Kate più morta che
viva, corse verso di lei.
“Kate! Che è
successo?”
“e me lo chiedi?
Ieri è venuta a cercarti in mezzo al temporale e si è inzuppata. Era
prevedibile che si sarebbe ammalata. Sei…sei proprio…” Jack non riusciva più a
trattenersi. Con un filo di voce, quasi non volesse farsi sentire da Kate, gli
disse: “non abbiamo medicine per abbassare la febbre! Se dovesse aumentare
sarebbe in pericolo di vita! Se…se lei dovesse morire…giuro che ti ammazzo con
le mie mani…” e detto questo pose Kate sulla lettiga che fino a un giorno prima
era stata destinata a Sawyer e la coprì con tutte le coperte che avevano.
Sawyer era
sconvolto. I suoi occhi erano sbarrati, i pugni serrati.
“ma…ma come ha
fatto ad ammalarsi? Nonostante la pioggia, siamo su un’isola tropicale
e…insomma…non dovrebbe…”
“ah, si? Siamo su
un’isola tropicale dici? E’ impossibile ammalarsi? Allora ti spiego una cosa:
ieri la temperatura si è abbassata molto rispetto al normale e la pioggia era
fredda, come avrai certamente sentito. Ora, probabilmente non te ne sei nemmeno
accorto, ma Kate ha insistito perché tu ricevessi tutte le coperte che avevamo
per riscaldarti. E’ rimasta con i vestiti bagnati addosso, al tuo fianco,
mentre tu dormivi tranquillo!” Jack non ce la fece più. ”E’ tutta colpa
tua…BASTARDO!” e fece per prenderlo a pugni, ma una debole voce si frappose fra
il pugno e Sawyer.
“no!”
Era Kate.
“lascialo stare…ti prego, Jack…non si è ancora ristabilito del tutto…ti prego…”
I suoi occhi erano
lucidi, le sue guance rosse. Stava veramente male. Jack abbassò il pugno e
lasciò la maglia di Sawyer per correre da Kate a sentire come stava. Nel
frattempo Sawyer si allontanò pian piano dalle grotte e si diresse verso la
spiaggia. I suoi occhi erano rivolti continuamente verso il basso, le braccia
penzoloni, la testa china. Non poteva crederci…era veramente disposta a rischiare la sua vita per lui? non riusciva a
crederci…ora lei stava malissimo e lui invece era in forze, fresco e riposato.
…era tutta colpa
sua. Lui l’aveva spinta in mezzo al temporale, lui l’aveva sconvolta con quella
confessione, lui non si era preoccupato di lei quando ne aveva bisogno. Aveva
ragione Jack per una volta…era tutta colpa sua. Se quello che riusciva a dare
al suo amore era solo dolore, tristezza e disperazione, allora sapeva quello
che doveva fare. Ma non prima di sapere che lei stesse bene. Prese la sua
decisione. Tornò indietro.
“Jack, puoi venire
un attimo?” Jack stava seduto vicino a Kate, imbevendo un panno di acqua fredda
da mettergliela sulla fronte. Nonostante il suo odio evidente per la persona
che aveva ridotto Kate così, decise di seguirlo.
“che vuoi?”
“voglio prendermi
cura di lei.”
“cosa?”
“voglio…prendermi
cura di lei.”
“tu…stai
vaneggiando. Non te la lascerei in mano nemmeno se fosse lei a chiedermelo.
Puoi anche scordartelo!” Jack era furioso.
“senti…quello che
ti ho detto non era una richiesta ma una semplice constatazione. Voglio
prendermi cura di lei. Ti…io ti…ti prego…” e detto questo abbassò lo sguardo, e
la testa con esso. Che umiliazione…
Jack sapeva quanto
doveva essergli costato dire quelle due parole per un tipo orgoglioso e
spavaldo come lui. “e perché mai vorresti prenderti cura di lei? Sentiamo. Non
ricevi un premio. Nessuno qui ti dà una medaglia. Perché lo vuoi fare?”
Sawyer questa
volta alzò lo sguardo e lo rivolse verso Kate, tremante e bollente. “perché io
la amo…e vorrei tanto poterla vedere sorridere di nuovo.”
“…va bene…” Jack
non avrebbe mai pensato di poter rivolgere quelle parole proprio a un tipo come
Sawyer, ma capì che su quell'isola tutti erano cambiati, anche se ancora non
sapeva se in meglio o in peggio. Inoltre sapeva da sempre dei suoi sentimenti
per Kate, prima di Sawyer stesso, e sapeva che non vi avrebbe mai potuto
competere. A quel pensiero i suoi occhi si inumidirono.
“ok…che cosa devo
fare?”
“devi solamente
tenerla sempre coperta e cambiarle la pezza ogni mezz’ora. Questo basterà.”
“d’accordo.”
“Sawyer…abbi cura
di lei.”
“ come il mio
cuore.”
Per tre giorni e
tre notti Sawyer non fece altro che stare accanto a Kate, cambiandole la pezza
sulla fronte ogni mezz’ora come gli aveva detto Jack, stando attento che non si
scoprisse e tenendole sempre la mano. Kate non si svegliava, ma il suo respiro
era regolare e Sawyer era tranquillo. La febbre sembrava essere scesa e lei già
da due giorni non aveva più tremori. Per tenerle compagnia spesso le raccontava
di quello che lui avrebbe fatto una volta tornato a casa, dei posti che voleva
visitare e dei pasticci che voleva sistemare.
Al quarto giorno,
tornato dalla cascata con una rudimentale tinozza piena d’acqua gelata, vide
che Kate si era finalmente svegliata e se ne stava seduta sulla lettiga a
massaggiarsi le braccia e le spalle.
“oh…bentornata tra
noi, lentiggini. Ti sei svegliata finalmente. Lo sai che erano quattro gironi
che dormivi ininterrottamente? Eravamo tutti preoccupati. Si lo so, non è il
massimo dormire in quella lettiga….ci ho passato una sola notte ma mi è
bastata.”
Kate sembrava non
capire nemmeno chi fosse e dove si trovasse. I suoi occhi vagavano di qua e di
là come alla ricerca di qualcosa. Finalmente parlò. “tu…tu sei sempre stato
qui?”
“Bè…si. Ma…ma ora
non farti venire strane idee, eh. Anch’io sono indolenzito e perciò mi è
sembrato giusto stare con te e aiutarti a sopravvivere, no? E poi ti sei
ammalata per colpa mia quindi era il minimo che potessi fare…no? I suoi occhi si rattristarono lievemente.
Sentendo quelle
parole Kate si ricordò tutto. Il temporale, il bacio, la confessione di Sawyer,
la sua fuga.
“io…mi dispiace tanto
di essere fuggita quella notte, Sawyer. Scusami…” e i suoi occhi si riempirono
di lacrime.
Vedendola piangere
Sawyer venne preso in contropiede e non seppe più che fare. “ehi…no…ascolta…non
devi scusarti…è stata colpa mia che sono stato egoista e non ho pensato a
te…non piangere, dai…” ma Kate non riusciva a fermare le lacrime.
Il tono di Sawyer
allora si fece più dolce. “non piangere Kate…non devi sentirti in colpa…so che
tu non provi lo stesso per me ma non ci sono problemi. Io non ti sto chiedendo niente.
Ho voluto solamente dirti quello che provavo, niente di più. Io non ti sto
chiedendo niente, perciò non preoccuparti. …Ora stai bene, perciò me ne vado.”
e detto questo prese il suo zaino e fece per andarsene. Ma Kate capì che
qualcosa non andava. “Dove vai?”
Sawyer si fermò e
senza girarsi le disse: ”te l’ho detto. Me ne vado.”
Kate ormai non
piangeva più. La tristezza aveva lasciato il posto alla paura. “Dove?”
“……”
“Sawyer?” ora era
veramente terrorizzata.
“mi dispiace molto
per averti dato così tanto dispiacere, ma ora non ti starò più tra i piedi. Me
ne vado da un’altra parte. Diciamo che seguo le orme del nostro “mago della
tortura fatta in casa”, anche se non ne sono molto orgoglioso. Ho deciso così.”
La sua voce si fece un sussurro. Voltandosi verso Kate le disse: “stammi bene.”
E con un ultimo dolce sorriso, quel sorriso che aveva mostrato esclusivamente a
lei, si allontanò.
Kate non riuscì
nemmeno a pronunciare una parola. Rimase a guardare Sawyer andarsene,
impietrita. Dopodiché tra sé e sé cominciò a pensare…si, è la cosa giusta per tutti e due. Ha fatto la scelta giusta. Se ci
fossimo innamorati seriamente ne avremmo soltanto sofferto entrambi, perché
siamo troppo simili. La stessa faccia di una stessa medaglia. Non saremmo mai
potuti andare d’accordo. E’ meglio così. Sicuramente. Sicuramente. Si
ripeté questo monologo all’infinito, quasi cercando di convincere sé stessa. Ma
dentro di lei qualcuno stava urlando. Urlava, urlava qualcosa, e sebbene Kate
cercasse di non dargli ascolto, alla fine quel qualcuno prevalse.
NON LASCIARLO ANDARE! NON LASCIARLO ANDARE!
NON LASCIARLO ANDARE!
……quell’urlo era
assordante. Kate non riusciva a capire più niente. La testa era un turbinio di
suoni, immagini, sensazioni, e tutto quello che riusciva a vedere era una
figura alta, dai capelli biondo cenere, dal sorriso beffardo e dallo sguardo
sprezzante. Dopo, il buio. Il buio totale. E una voce, una voce che urlava
disperata, risuonò tra le grotte. “SAWYER!”
…era la sua.
Non se ne rese
nemmeno conto. Subito dopo aver urlato il suo nome, le sue gambe si alzarono da
sole e presero a correre nella direzione in cui Sawyer era sparito. Non
riusciva a capire nemmeno da dove le proveniva quella forza, dato che solo
venti minuti fa era ancora priva di sensi. Mentre correva affannosamente nella
foresta, alla sua ricerca, Kate, come se fosse solamente uno spettatore a tutta
quella scena, cominciò a pensare. Perché lo stava cercando? Non aveva detto che
era meglio così? Non aveva detto che non sarebbe mai potuto funzionare ? e
allora perché? Perché si lasciava coinvolgere così da lui? perché lui aveva il
potere di sconvolgerla in quel modo? …Da quando non riusciva a smettere di
amarlo così tanto? Sapeva che era sbagliato, sapeva che non era giusto. Ma non
poteva farci niente.
“maledizione!
Dov’è finito? Maledizione!” Kate continuava a correre per la foresta nella
speranza di trovarlo, ma ben presto si ritrovò in spiaggia, senza essere
riuscita a trovarlo. Poteva essere dovunque…Quando ormai si stava abbandonando
alla disperazione e alla stanchezza, vide Jack venire verso di lei.
“Kate! Come stai?
Sawyer mi ha detto che finalmente ti sei svegliata.”
Il viso di Kate si
illuminò. “l’hai visto? L’hai visto passare? Ti prego, dimmi dov’è andato,
Jack!”
Il volto di Jack,
che fino a poco tempo prima era raggiante e felice, ora si rabbuiò. Lo sapeva che sarebbe finita così.
“Kate, lascialo
andare. Per una volta nella sua vita ha pensato prima di tutto al benessere di
qualcun altro, e non al proprio. Lascialo andare.”
Il volto di Kate
si tese. “non voglio.”
“perché non
capisci? Lui ti causerà solo problemi! Non sarai mai felice con lui!”
“ non importa.
Almeno saremo insieme.”
“Maledizione Kate!
Come puoi essere così ottusa? Morirai con uno come lui! guarda cos’è successo
meno di una settimana fa! Stavi per lasciarci la pelle! Con uno come lui ti
procurerai solo guai!”
Kate esplose. “sai
cosa ti dico Jack?! Al diavolo le tue paternali! Sono adulta e so prendere le
mie decisioni! Dici che con Sawyer avrò solamente dei problemi, che non sarò
mai felice? La vita è fatta di problemi, e di dolore, disperazione, morte. E io
preferisco vivere tutto questo insieme alla persona che amo, perché…perché so
che insieme a lui saprò superare tutto quanto. E per quanto riguarda i pericoli
che posso correre con lui…bé…nessuno è perfetto. Tantomeno io.”
“e la conclusione
di tutto questo allora?” Jack ormai sapeva la risposta.
“la conclusione è
che lo amo, e voglio stare al suo fianco. Perciò ti prego…dimmi dov’è andato…”
“……da quella
parte……se corri lo raggiungi……” e indicò con un cenno del capo una roccia
enorme, dietro la quale ricominciava la foresta.
Kate corse
immediatamente in quella direzione, senza riuscire a sentire le parole che Jack
le sussurrò: “E’ proprio per questo che ti amo. Non ti arrendi mai.” E detto
questo girò su sé stesso e tornò lentamente dagli altri.
Nel frattempo Kate
continuava a correre in direzione della roccia e non appena l’ebbe superata
vide in lontananza un puntolino chiaro tra la selva. “Sawyer…”
Riprese a correre.
Corse a perdifiato, senza guardare nemmeno dove metteva i piedi. Dopo poco si
accorse che gli alberi sfociavano in una radura, dove la luce filtrava
attraverso di essi. Incantata per un attimo da quello spettacolo, non si
accorse della radice ai suoi piedi, che la fece cadere rovinosamente a terra.
–maledizione!- pensò tra sé e sé –non riuscirò mai a raggiungerlo così lenta!-
e allora smise di rincorrerlo. Con le lacrime agli occhi, l’ultima cosa che
fece fu urlare.
“SAWYEEEEEER!!!!”
L’urlo risuonò tra gli alberi e arrivò fino alle orecchie di Sawyer, che si
girò e vide in lontananza una figura a terra.
“Kate?! Cosa ci
fai qui?” le disse avvicinandosi velocemente. “ti sei appena ristabilita! E sei
anche caduta! Sei veramente senza speranza!” e le diede una mano per aiutarla
ad alzarsi. Ma lei, una volta presa la sua mano, non si alzò in piedi. Con il
viso rigato di lacrime le uscì appena un sussurro. “non andare…”
“cosa?”
“non andare!”
Questa volta la sua voce era alta, ma Kate non smetteva di piangere.(che
piagnucolona!J)
Sawyer non sapeva
cosa fare. La prima cosa che gli venne in mente fu quella di aiutarla ad
alzarsi, ma lei non voleva saperne, così fu lui a inginocchiarsi vicino a lei,
sempre tenendole la mano.
“Kate, perché stai
ancora piangendo? Cosa ci fai qua? Ti avevo detto che non aveva importanza,
no?”
“forse per te non
ha importanza, ma per me sì! Non andare…”
“andiamo…non dire
idiozie. Voglio andarmene. Non riguarda solamente te. Ho combinato tanti casini
e così voglio allontanarmi un po’ da tutti voi. Senza contare che da solo posso
scoprire quello che sta succedendo su quest’isola molto più facilmente che in
mezzo a voi altri…dai, torna indietro. Non sei ancora del tutto guarita.”
Sawyer così si
alzò, si rimise lo zaino sulle spalle,
le diede le spalle e cominciò ad allontanarsi. Kate non sapeva più cosa
fare. Cosa doveva fare per riuscire a trattenerlo? Ormai disperata, con le
unghie affondate nel terreno, fece l’unica cosa che in quel momento le venne in
mente.
“Sawyer…Sawyer…maledizione…IO
TI AMO!”
Lo urlò con tutto
il fiato che le era rimasto.
Sawyer si bloccò.
Per un attimo rimase fermo, immobile, ascoltando i singhiozzi della sua Kate.
Dopodiché si voltò. Ma la sua espressione non era né di gioia né di amore, ma
di disappunto e quasi rancore. Le sue parole furono come frustate.
“non prendermi in
giro. Non è degno di te, Kate. Non penserai mica che io creda ad una
stupidaggine del genere. so perfettamente che non mi ami, perciò non dire
sciocchezze.”
Kate rimase
pietrificata. “perché non mi credi? Quello che ti ho detto è vero, Sawyer! Io
ti amo…”
“smettila. Credi
che non sappia che lo fai solamente per compassione? Ora che conosci la mia
storia credi di potermi capire al volo e di riuscire ad amarmi solo perché il
mio passato è un inferno? Andiamo Kate, ti credevo più intelligente.” Il suo
tono era freddo, il suo sguardo gelido.
Nonostante le sue
parole, Kate non mollava. “ma che stai dicendo? Mi credi veramente una persona
così superficiale? Non mi lascio certo condizionare dal passato di una persona
per decidere se amarla o meno, come non do credito a quello che le persone
dicono sul suo conto, perché se c’è una cosa che ho imparato è verificare
sempre di persona e mai fidarsi del giudizio altrui.” Mentre diceva questo,
Kate cominciò lentamente ad alzarsi. Le sue forze ormai erano esigue, e le
girava anche un po’ la testa, ma non voleva darlo a vedere.
“se tutto quello
che dici è vero, allora perché sei scappata quella notte, quando ti ho fatto
capire quello che provavo?”
“…ecco…io…”
Sawyer mise in
mostra il suo classico sorriso ironico, letteralmente da prendere a schiaffi.
“vedi? La tua è solo compassione. Ora lasciami andare.”
“Non è così! Io…io
sono scappata quella notte non perché fossi dispiaciuta dalla tua confessione o
mi sentissi in colpa perché non potevo ricambiarti. Sono scappata…perché ero
terrorizzata.”
“di cosa?” ora i
due erano uno di fronte all’altro.
“vedi…la mia vita
è sempre stata inseguimenti, sparatorie…pericoli. E gli uomini di cui mi
innamoravo ne rimanevano coinvolti. Non importava quanto io mi tenessi a loro
distanza, quanto facessi di tutto per proteggerli, nell’ombra, lasciandoli
vivere la vita che meritavano. Alla fine il mio amore per loro veniva sempre
punito. …tutti gli uomini…le persone…a cui volevo bene…tutte…alla fine hanno
sofferto. Per causa mia. Non sono mai riuscita a proteggerle. Mai. …e così mi
ero ripromessa di tenermi a distanza da tutti. Se vedevo che qualcuno
cominciava ad affezionarsi a me, fuggivo. Dopotutto ero brava in questo. Sono
sempre fuggita…e non ho più permesso che persone a me care venissero coinvolte
nei miei casini.
…fino ad ora.”
Durante tutto il
suo discorso, Kate non aveva mai smesso di guardare dritto negli occhi Sawyer.
Quest’ultimo, tuttavia, sembrava non riuscire a capire quello che Kate gli
stava dicendo. La sua mente era annebbiata. Ma
allora, se era fuggita quella notte, voleva dire che…no, non era possibile…era
tutto vero?
Ma Kate non diede
il tempo a Sawyer di dire qualsiasi cosa, perché fu di nuovo lei la prima a
parlare.
“quella notte sono
scappata perché mi sono resa conto di avere fallito. Inavvertitamente mi sono
avvicinata troppo a te e ho finito con l’amarti. Ma quando mi hai detto quelle
cose…ero così terrorizzata che sono scappata via. ……io non voglio che tu soffra,
Sawyer. Non voglio che tu, stando vicino a me, finisca nei guai. Preferisco
lasciarti andare piuttosto che farti soffrire…o peggio. Questo è quello che
inizialmente ho pensato. Ma quando hai detto che te ne andavi…non sono più
riuscita a vedere niente. Era come se fossi diventata cieca.” E, lievemente
imbarazzata, aggiunse. ”Tu sei il mio sole, Sawyer…come posso vivere senza di
te?”
A quelle parole
Sawyer perse quasi l’equilibrio. Ora era lui a non reggersi in piedi. Ma fece
del suo meglio.
“Stai…cioè…è tutto
vero?”
Lo sguardo di Kate
era limpido. Era tutto vero. Sawyer si passò una mano tra i capelli, abbassando
il volto. Quando tornò a guardare Kate, il suo sguardo non era più di
disappunto, ma di pura e autentica gioia. La sua bocca si spalancò in un enorme
sorriso. E cominciò a ridere. Rise di gusto, come Kate non lo aveva mai visto
fare.
“Ma che ti
prende?”
“Ti adoro Kate.
Tutto qua.” e detto questo la abbracciò. Rimasero così per un po’, abbracciati,
senza dire niente. Sawyer ormai aveva smesso di ridere e l’unico rumore che si
sentiva era il continuo infrangersi delle onde sugli scogli.
Dopo un po’ Sawyer
cominciò a parlare. “Lo sai vero che stando con me molto spesso mi odierai e
finirai nei guai?”
“certo. E tu lo
sai che sono molto impegnativa come ragazza? La tua vita potrebbe diventare
ancora più incasinata di adesso…potresti pentirtene.”
“Naaah…io non
credo. Perché io adoro il pericolo. E poi ora sono dotato di una forza
straordinaria.”
“e quale sarebbe?”
Sawyer la guardò
negli occhi. I loro volti erano vicinissimi, come i loro cuori. Sawyer le
rivolse un sorriso malizioso, dopodiché la baciò. Fu il loro primo, vero,
bacio.
Quando Sawyer
allontanò il suo viso da quello di Kate, entrambi si guardarono.
“opportunista.”
“piagnona.”
I due si guardarono
e sorrisero. E lentamente si avviarono verso le grotte. Era l’inizio di una
bellissima giornata.
- The end -