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Autore: Mearmind    16/03/2006    7 recensioni
Sawyer e Kate. Riusciranno a ingannare anche i loro cuori o inevitabilmente dovranno arrendersi?
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate, Sawyer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!! Questa e’ la mia prima fan fiction su una coppia che io trovo straordinaria. Innanzitutto vorrei dire che la storia comincia dall’episodio Confidence man(per capirci, quello della lettera di Sawyer), perciò se qualcuno non vuole rovinarsi la sorpresa non legga questa fan fiction. Inoltre i protagonisti sono un po’ più romantici di quello che sono nel telefilm altrimenti la storia sarebbe continuata per dei secoli!(conoscendoli…://)) infine, vorrei chiedervi di dire la vostra opinione sulla mia storia, si accettano anche critiche(soprattutto!). Il fatto è che mi piacerebbe avere le vostre opinioni per riuscire a creare delle fan fiction sempre più belle! Quindi, criticate criticate!J(troppo lunga, troppo corta, troppo melensa, poco melensa, stupida, scontata…insomma, tutto quello che vi viene in mente!!!) bene, ora vi lascio…buona lettura!!! Spero sia di vostro gradimento! 

 

 

 

 

 

Cos’era quella lettera che Sawyer teneva così gelosamente, riposta con cura nella tasca dei suoi pantaloni? Perché ogni volta che la leggeva e rileggeva, convinto che nessuno lo stesse ad osservare, il suo volto sempre così sprezzante si dipingeva di una tonalità così malinconica e triste che perfino Kate, che non era solita credere ad una improbabile tragedia di un tipo come Sawyer, non riusciva a distogliere il suo sguardo da lui? Questa curiosità la attanagliava. Forse era la noia che la spingeva a desiderare questo, o forse la sua solita mania di voler sempre scoprire la verità, senza però mai manifestare la propria, che decise di andare a fondo di questa storia. Sapeva che non sarebbe per niente stato facile, soprattutto con un tipo come Sawyer, che in quanto a testardaggine non aveva niente da invidiare a nessuno, ma voleva comunque provarci. Dopotutto, se era riuscita a scappare per tanti anni dalla polizia, sarebbe riuscita a fare una cosa così semplice come chiedere spiegazioni ad una persona riguardo ad una certa leggera.

Nonostante questo suo proposito iniziale, però, ogni volta che cominciava una conversazione con Sawyer questa immancabilmente finiva in un litigio o in una commedia farsesca, così alla fine decise di lasciar perdere. Decise che il perché e il percome Sawyer si comportasse in quel modo davanti a quella lettera non erano affari suoi, che come lei anche lui poteva avere i suoi segreti, come tutti sull’isola, e che perciò era meglio lasciar perdere. Dopotutto sembrava sempre in ottima forma quando si rivolgeva a lei con quel suo cipiglio alla James Dean che lo rendeva molto attraente, cosa che però, lei sapeva, lui ne era ampiamente consapevole.

Lasciò perdere. Almeno fino a quel famoso giorno. Il giorno in cui Shannon si sentì male per la sua malattia che tentava finora di nascondere: l’asma. Secondo Boone e successivamente secondo Jack e Sahid, Sawyer aveva gli inalatori per curare la sorella di Boone, e non esitarono a torturarlo quando lui si rifiutò di consegnarli, nonostante le sempre più insistenti e minacciose richieste da parte loro. E Sawyer ricevette il suo bacio. Il bacio che era stato motivo di tanto accanimento da parte sua. Il bacio di Kate. E poi la lotta, dovuta alle sue bugie, che quel giorno gli costarono quasi la vita. E ora, dopo le cure attente anche se poco desiderate da parte di Jack, Sawyer se ne stava addormentato, sdraiato sulla sua lettiga, con il braccio destro accuratamente fasciato, e il volto di chi ha perso troppo sangue e quasi tutto il suo sex-appeal, almeno per quel giorno. Guardandolo, Kate non poté fare a meno di chiedersi il perché si fosse comportato in quella maniera. Non era sarcasmo il suo, o il piacere sadico di vedere una persona soffrire, no: era qualcos’altro, e anche se adesso non riusciva a capire, era convinta che tutto avesse a che fare con la sua preziosa lettera, che ora era nelle sue mani e non faceva che leggere e rileggere, cercando di trovare un nesso col suo comportamento. Mentre cercava di trovare una risposta alla domanda che la tormentava, Sawyer cominciò a riaprire gli occhi. L’effetto anestetico era finito. Si guardò un po’ intorno, spaesato, non riuscendo probabilmente a capire dove si trovasse, ma poi tutto gli tornò in mente con una velocità che quasi gli fece venire l’emicrania e si volse verso una figura ancora sfocata che lo stava guardando. “Ehi”

“Ehi. come stai?”

“ho avuto giorni migliori. Che ci fai qui?”

“Jack è andato a vedere come sta Shannon, così mi ha chiesto di restare con te, nel caso sorgessero delle complicazioni.”

“Ah, certo, San Jack come al solito ha fatto il suo dovere di boy-scout. Bene, come vedi non sto per avere un attacco. Mi sento in gran forma, quindi fa un favore a tutti e due: vattene.”

Kate, ascoltando le sue parole, capiva che non era affatto vero quello che stava dicendo: non riusciva a mettersi seduto, ancora un po’ disorientato, e le sue parole di scherno ora mettevano ben poca soggezione, dato che erano appena sussurrate. Come un bel cavallo, che pur essendo zoppo, continua a lottare e a scalciare, pur essendo la sua forza ormai esaurita.

“mi dispiace per te, Sawyer, ma io non me ne vado. Dovrai sopportarmi per un altro po’.”

A quelle parole Sawyer si sentì come confortato ma la sua diffidenza era ancora forte, così nel sentire quelle parole disse: “Sentimi bene, lentiggini, io sto bene, ok? Non tenterò di togliermi la benda, non mi butterò in mare per una nuotata e sicuramente non me ne andrò tanto in giro, dato che ora come ora non riesco a stare in piedi. Perciò, ti pregherei di lasciarmi in pace ed andartene. Forza!” il suo tono era diventato più aspro, più aggressivo. Kate però non si lasciò intimidire. “No.” Questa fu tutta la sua risposta. Sentendo quella secca risposta, Sawyer era pronto ad imprecare contro quella bella ragazza che non lo lasciava in pace, quando si accorse che nella mano destra stringeva qualcosa. Una lettera. Una vecchia lettera, con l’inchiostro invecchiato di vent’anni. Sawyer trasalì.

“che ci fa in mano tua quella lettera? Chi ti ha dato il permesso di prenderla?” la sua voce era carica di cattiveria, ma i suoi occhi erano lucidi. E terrorizzati.

“ecco…è da quando sei arrivato sull’isola che quando credi che non ti veda nessuno leggi e rileggi questa vecchia lettera tutta spiegazzata. Io ti osservavo, e non riuscivo a capire il perché ogni volta che la leggevi, i tuoi occhi diventavano tristi, molto tristi. E inoltre mi chiedevo perché facessi finta di avere le medicine per la sorella di Boone anche quando non era vero…”

“Kate…”

“…e così ho creduto che la soluzione al tuo comportamento fosse in questa lettera. E così è stato. All’inizio, leggendola, non riuscivo a capacitarmi che tu fossi una persona così meschina, così priva di qualsiasi sentimento buono. Ma poi mi sono ricordata dell’espressione del tuo viso quando la leggevi, e così ho deciso di continuare a leggerla, due, tre, quattro volte, per riuscire a capire cos’è che mi sfuggiva. …questa lettera non ti è stata scritta vero? Tu l’hai scritta…e non ti chiami Sawyer, giusto?”

mentre Kate continuava il suo discorso, il viso di Sawyer si contraeva sempre più, assumendo un’aria sconfitta e amareggiata. Tranne i suoi occhi, però. Quelli erano sempre terrorizzati.

Dopo una lunga pausa, Sawyer alzò lo sguardo e lo rivolse verso Kate e in quel momento comprese di aver fatto qualcosa di terribile. Lo aveva smascherato. E ora lui era senza difese. Inerme e senza più la sua ironia da usare come condimento su tutto, non sapeva più che cosa fare. Kate stava quasi per scusarsi con lui, quando lui, quasi con un sussurro, cominciò a parlare.

“Il…il mio nome è James. Quando avevo otto anni un tizio di nome Sawyer andò con mia madre e riuscì con un imbroglio a rubare tutti i soldi di mio padre. Così un giorno lui tornò a casa, prese una pistola e uccise mia madre, dopodiché venne in camera mia e si uccise. Io assistetti alla scena. Mia madre mi nascose sotto il letto, dicendomi di non uscire per nessun motivo. E così feci. Non uscii per nessun motivo. …e da quel giorno mi sembra di non riuscire più a uscirne. Mi…mi sentivo sempre come rinchiuso in un posto buio e stretto, aspettando che qualcuno mi facesse uscire. Ma questo qualcuno non è mai arrivato. Alla fine ho smesso di sperarci, e a 19 anni ho cominciato a mentire per professione, cercando nel frattempo quell’uomo, per riuscire a dargli quella lettera. Pescavo giovani belle donne e con una bella promessa riuscivo a farmi dare tutto il patrimonio del loro stupido marito. E scappavo. Buffo, eh? Alla fine sono diventato proprio l’uomo a cui davo la caccia. E la cosa peggiore è che non sono ancora riuscito a trovarlo. Mi trascino di qua e di là per riuscire a scovarlo, ma le possibilità che ho sono molto scarse, per non dire addirittura nulle…”

Kate ascoltò in silenzio il racconto di Sawyer. Non abbassò mai lo sguardo, tenne sempre i suoi occhi fissi sullo sguardo di Sawyer. Ma ora, alla fine della sua storia, capì che forse era stato meglio non immischiarsi, lasciar perdere. Non voleva assolutamente costringerlo a parlare di qualcosa che non voleva, ma alla fine l’aveva fatto. Ora però voleva riuscire a sistemare le cose.

“Mi dispiace…non volevo costringerti a parlarne. Volevo solo capire il perché ti comportassi in quella maniera con tutti. Perché volessi essere odiato da tutti, e il perché di questo tuo comportamento così aggressivo. Ma adesso capisco.”

“Ma davvero? E cosa avresti capito, sentiamo!”

“che è come volessi espiare. Come se volessi punirti di qualcosa di cui però non hai alcuna colpa. Vuoi essere odiato da tutti per sentirti meglio. In realtà tu vuoi restare in quel posto buio e stretto. Hai troppa paura che qualcuno ti venga a dare una mano, che ti indichi la strada che devi seguire, perché significherebbe andare incontro a qualcosa di ignoto, a cui tu non sei ancora pronto.”

“ORA BASTA! SMETTILA!” la voce di Sawyer risuonò nel silenzio di quel mercoledì pomeriggio.

“Credi di aver capito tutto di me, non è vero?! Credi che in realtà sia una specie di pecorella smarrita, una Heidi un po’ troppo cresciuta? Ti sbagli di grosso. Io ho fatto cose terribili, indipendentemente dal mio passato. Cose per cui non merito perdono, non merito pace, non merito serenità…non merito amore. Quindi, se hai finito con i tuoi discorsi da grande sapientona, ti pregherei di ANDARTENE immediatamente da qui! FUORI!!!”

A quelle parole così piene di rabbia, Kate non poté fare altro che restituirgli la sua lettera, che lui le strappò violentemente dalle mani, e andarsene.

Mentre camminava sulla spiaggia, avviandosi verso le grotte, incontrò Jack per la strada, che stava andando da Sawyer per vedere come stava la ferita.

“Jack. Come sta Shannon? L’asma è passata?”

“Ah, Kate. Si, fortunatamente Sun ha trovato delle foglie di eucalipto e tramite un intruglio strano è riuscita a farle passare l’asma. È stata veramente grande. Il nostro Dodger come sta?”(Dodger è un personaggio di “Oliver Twist” di Charles Dickens, altrettanto furbo e scapestrato come il nostro Sawyer. N.d.R.)

“Ecco…tutto a posto. Non ci sono state ricadute. Ora sta riposando.”

“Ti ha detto perché si è lasciato torturare senza dirci semplicemente che non aveva le medicine?”

A Kate ritornò il mente il loro discorso.

“…no. Non ha detto niente. Ehm, Jack, non ti conviene andare a visitarlo adesso. Ti posso assicurare che sta bene. Ora lascialo riposare. Ci andrai domani.”

“e perché mai? Voglio anche sapere il perché del suo comportamento.”

“direi che per oggi ne ha avute abbastanza, non ti pare? Lascialo stare…ti prego.”

“perché non vuoi che vada a trovarlo? mi stai nascondendo qualcosa Kate?”

“…niente, Jack. Ti chiedo solo di lasciarlo riposare. Non credo che per adesso gli farebbe piacere ricevere cure da una delle persone che fino a due ore fa lo stava torturando.” E con questo Kate seppe di aver messo fine alla discussione. Il volto di Jack si rabbuiò per un attimo, dopodiché disse: “si, forse hai ragione. Ci andrò domani.” e i  due si incamminarono verso le grotte, lasciando Sawyer da solo.

                

il giorno dopo era una gran brutta giornata. Era come se il cielo avesse assistito alla discussione di Kate e di Sawyer e ora stesse ricreando quello che loro provavano nei loro cuori. Nubi, lampi, tuoni, pioggia, vento. Non c’era un solo agente atmosferico che non si fosse risvegliato quella giornata. Tutti si erano rifugiati nelle grotte, al riparo da possibili saette che potevano farli diventare dei gran biscotti. Tutti meno uno. Sawyer mancava all’appello. Jack era andato a trovarlo la mattina presto, quando già il tempo era ben nuvoloso, e aveva constatato che Sawyer era già in grado di alzarsi tranquillamente. Aveva ripreso il colorito, e con lui le forze che fino al giorno prima aveva esaurito. Secondo Locke, che sembrava aver passato tutta la vita in quel posto, nel pomeriggio si sarebbe scatenato il finimondo e così Jack lo informò che tutti si sarebbero rifugiati alle grotte. Ma quando quelle forze naturali si manifestarono con grande potenza, di Sawyer alle grotte non v’era nemmeno l’ombra.

Kate era seriamente preoccupata.

“Jack, dov’è Sawyer? Non l’hai avvisato che saremmo venuti tutti alle grotte per la tempesta?”

“certo che l’ho avvertito, ma lo sai Sawyer com’è fatto. Fa sempre di testa sua. Il mio dovere l’ho fatto. Dopo se lui vuole fare da bersaglio mobile per i fulmini io non ci posso fare niente.”

“ma potrebbe rimanere ucciso! Dobbiamo andare a cercarlo! Magari è svenuto sulla spiaggia per la ferita al braccio!”

“l’ho visitato stamattina e stava benissimo, te l’assicuro. Non posso sempre preoccuparmi di uno che non si preoccupa nemmeno per sé stesso. Vedrai che starà bene.”

Kate, nel sentire quelle parole così menefreghiste, non poté fare a meno di ribollire di rabbia.

“ma come puoi dire una cosa del genere?! Voi lo giudicate senza conoscerlo! per voi è solamente quello che imbroglia tutti, che ha una battuta sarcastica per tutti, che si appropria di cose non sue e che pensa sempre a sé stesso! Ma…ma lui ha anche altri aspetti…quando è caduto l’aereo, anche lui ha cercato di aiutare i feriti. Se vi rendete conto, le cose che aveva alla fine, anche se con un baratto, le ha messe a nostra disposizione. Quando c’è stato bisogno di salvare Claire, anche lui era lì con te, Jack. Voi…voi siete così occupati a pensare a voi stessi che non vi rendete conto delle cose meno ovvie, ma più vere: anche lui è uno di noi, ma voi l’avete sempre trattato come se indirettamente fosse lui la causa di tutto quello che andava storto su quest’isola. E lui…lui l’ha capito subito, e ha agito di conseguenza. Si è fatto odiare, perché era quello che voi volevate.”

Nel pronunciare quelle parole, i suoi occhi le si riempirono di lacrime. Doveva trovarlo.

“vado a cercarlo.” E detto questo girò su sé stessa e stava per andarsene quando Jack la fermò, trattenendola per un braccio. Lei si girò di scatto. “lasciami.”

“rischi di morire se esci adesso. Sii ragionevole Kate. Quando smette un po’ andiamo a cercarlo anche noi. Per ora rimani qui, ti prego.”

“ti ho detto di lasciarmi.”

Jack mollò la presa e Kate corse fuori, nella pioggia. Dopo una decina di minuti raggiunse la spiaggia ma la brandina dove dormiva Sawyer, insieme a tutta la sua roba, era stata letteralmente spazzata via dal forte vento. “SAWYER!” si mise ad urlare Kate. Forse si era rifugiato nella foresta…”SAWYER!”

Dove poteva essere finito? Incominciava già a pensare al peggio quando distinse, tra il muro di pioggia che le si stagliava davanti, una figura. “SAWYER!” urlò. Sawyer stava in piedi, davanti al mare in piena, con le onde che si ingrossavano ad ogni folata di vento. Aveva le mani in tasca ed era completamente fradicio. Quando sentì pronunciare il suo nome, si girò quasi sorpreso che ci fosse qualcun altro oltre a lui in mezzo a quella bufera.

“Sawyer, che stai facendo?! Siamo in piena tempesta! Tutti gli altri si sono rifugiati nelle grotte! Lo sai che con questo tempo rischi di diventare il bersaglio di un fulmine?!”

nonostante le parole allarmanti e preoccupate, Sawyer continuava a guardare il mare, quasi non sentisse quello che Kate stava dicendo.

“Sawyer, ti prego!” lo supplicò Kate, ormai fradicia quanto lui.

“lo sai, avevi ragione quando hai detto che non volevo dimenticare il mio passato perché avevo troppa paura del presente. Ho riflettuto ieri, dopo che te ne sei andata, e ho capito che avevi ragione su tutto…”

“Sawyer…”

“ho capito che devo uscire da quel luogo buio e stretto in cui alla fin fine io stesso mi sono rintanato, ma il problema è che non ce la faccio. Non ancora perlomeno. Vorrei soltanto smetterla di…di essere così…” e detto questo si siede a terra, tenendosi la testa tra le mani. Solo allora Kate si rese conto che per tutto il tempo Sawyer non aveva fatto altro che tremare, da capo a piedi. Era terrorizzato di rimanere solo, e la sua vita ruotava intorno alla vendetta. Ora che erano su quell’isola e che probabilmente ci sarebbero rimasti per parecchio tempo, si era reso conto che la vita non aveva più significato. questo Kate lo sapeva bene, perché l’aveva vissuto anche lei sulla sua stessa pelle.

Si avvicinò piano a lui e gli si inginocchiò accanto.

“ Sawyer, tu vai benissimo così come sei. Non devi cambiare, perché tu sei tu, e non c’è niente di più bello al mondo.”

“dici così solo perché tu non mi conosci.”

“forse, però comunque un po’ ti conosco…James. E so che non sei malvagio, ma che sai essere gentile. So che sei una persona introversa, e che cerchi di nascondere questa tua timidezza con il sarcasmo, so che non ti sei mai avvicinato ad una persona se non tra le coperte, e so anche che sei qua, in mezzo al tifone, ferito e tremante, e che fra poco saremmo spazzati via!” A Sawyer scappò un sorriso.

“nessuno ti obbliga a stare qui. Puoi benissimo tornare alle grotte.”

“no, grazie. Preferisco stare qui a farti compagnia.” Detto, fatto. A una decina di metri da loro cadde un fulmine. I due presero così paura che per un attimo non riuscirono nemmeno a pensare.

“presto, dobbiamo andarcene di qui! Dobbiamo andare alle grotte! Non saremo così fortunati la prossima volta!”

“Io non vengo.”

“come non vieni?!” esclamò Kate, ormai grondante.

“ti ho detto che non vengo. Ma tu vai, riparati. Non pensare a me. Sono felice che tu sia venuta.”

“senti Sawyer, non dire scemenze. Alzati! Forza! Vuoi morire qui?! Su!”

Sawyer però non era intenzionato a muoversi. Continuava a rimanere seduto, rivolto verso l’oceano. A quel punto Kate perse le staffe.

“SAWYER, SE NON TI ALZI IMMEDIATAMENTE, GIURO CHE TI TIRO SU DI PESO!” e cominciò a strattonarlo per il braccio sano, intimandogli di alzarsi. Sawyer cercò si divincolarsi dalla sua stretta ma con un braccio solo era un po’ difficile. Alla fine si ritrovarono a lottare sulla spiaggia tra tuoni e fulmini. Ad un certo punto Kate perse l’equilibrio e cadde addosso a Sawyer. Esausta, si tirò su e gli diede un forte schiaffo sulla guancia sinistra.

“NON RIESCI A CAPIRLO, BRUTTO STUPIDO?! MI STO PREOCCUPANDO A MORTE PER TE! SE ME NE ANDASSI E TI SUCCEDESSE QUALCOSA NON POTREI MAI PERDONARMELO!” e incominciò a piangere. Un pianto disperato, ingenuo, dolce e allo stesso tempo amaro. Sawyer era senza parole.

“no, dai…ehi, non fare così…vengo, va bene? C’è un piccolo problema però…ecco…non riesco a rialzarmi. E già da prima che mi gira la testa e faccio fatica a muovermi. A quanto pare non sono cosi’ forte come pensavo di essere…”

sentendo le sue parole Kate lo guardo’ negli occhi e abbozzo’ un sorriso. Asciugandosi le lacrime con una manica della camicia, cosa che era perfettamente inutile dato che il suo viso era completamente bagnato, gli disse: ”per questo non ci sono problemi!” e ecco che gli prende il braccio sinistro e lo tira quasi su di peso. A Sawyer scappa una risata. ”e tutta questa forza da dove la tiri fuori, lentiggini?!” ma la risposta di Kate lo lascio’ quasi senza fiato e più tremante di prima. “ dal mio desiderio di salvarti a tutti i costi.”

A quelle parole Sawyer non seppe più che fare. Era la prima volta che una persona si affannava cosi’ tanto per aiutarlo. Di solito tutti o lo volevano morto o facevano di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote in quello che faceva. Era stato tradito, abbandonato, odiato, calpestato, usato, ma non era mai stato aiutato. Da nessuno. Da quando erano morti i suoi genitori, lui aveva sempre dovuto cavarsela da solo grazie alla sua astuzia e furbizia, senza che nessuno mai gli regalasse niente. Ma per la prima volta qualcuno gli porgeva la mano. Non solo: era disposto a rischiare la propria vita per lui. Per uno come lui.

…Sawyer si senti’ finalmente libero. Aveva sempre deluso gli altri per primo e non si era mai aspettato niente dal prossimo. Non voleva più conoscere quella disperazione. Quel disprezzo per il proprio padre. Quella consapevolezza che sua madre e suo padre non erano gli eroi che credeva da bambino. Non voleva più essere abbandonato, perciò preferiva rimanere solo. Ma per la prima volta conobbe quel sentimento di libertà e di pace, perseguibile solamente tramite quel sentimento cosi’ semplice, dato erroneamente per scontato: l’amore.

Tutto accadde in un attimo. Sawyer si fermò, Kate lo guardò sorpresa. I loro volti erano vicinissimi.

La baciò. Fu un bacio dato quasi di sfuggita, come un buffetto su una guancia da parte di un proprio amico per aver vinto una partita. Ma quel bacio, dato a fior di labbra, era la testimonianza più pura e candida del suo amore. Non era un bacio ottenuto con il ricatto, ne’ un bacio rubato o appassionato, ma quasi infantile e ingenuo. Un bacio tra innamorati.

Kate lo guardo’ con sguardo sbalordito e con una punta di disappunto. Ben presto pero’ il volto della ragazza comincio’ a colorarsi appena di un rosa imbarazzo nel ricordare la dolcezza di quel bacio, mentre continuava a fissare Sawyer negli occhi. Provo’ a parlare ma non ci riuscì. Riprovò. Le uniche parole che le uscirono di bocca furono: ”andiamo.” e ricominciarono a camminare in direzione delle grotte.   

Forse per quel bacio, forse per fuggire a quell’imbarazzante situazione (o forse per la tempesta!J), entrambi ce la misero tutta per arrivare alle grotte il prima possibile, tanto che nel giro di 10 minuti erano già là.

“ finalmente siete tornati. Eravamo molto preoccupati. Tutti noi.” disse Jack, correndo loro incontro e aiutando Sawyer a entrare alle grotte e a distendersi.  Kate rivolse appena un’occhiata a Jack dopodiché andò a tranquillizzare gli altri. Jack rimase stupito dal suo comportamento, misto di imbarazzo e di collera, ma per il momento non aveva tempo di occuparsi di quello, dato che c’era una persona che aveva bisogno del suo aiuto, anche se non l’avrebbe mai ammesso.

“ti sei sentito male? Ti si e’ riaperta la ferita?”

“non ne ho idea, ma faccio fatica a reggermi in piedi. Cos’è, sei preoccupato per me, Doc?” disse Sawyer con tono sarcastico, anche se in quel momento tutto lasciava pensare che se Jack avesse detto qualsiasi cosa, Sawyer l’avrebbe fatta, pur di star bene.

A quelle parole, Jack diventò serio. ”per niente. Ma come medico è mio dovere aiutarti. E poi…”

“e poi?” ripeté Sawyer, visibilmente infastidito dalle parole di Jack, ma troppo debole per controbattere.

“…e poi Kate non me lo perdonerebbe mai se ti lasciassi in queste condizioni.” E detto questo cominciò a medicarlo, mentre Sawyer si lasciava fare, pensando alle parole che poco prima “So tutto io” Jack gli aveva detto. 

 

 

A mezzanotte era tutto finito. I tuoni avevano finito di tuonare, i lampi avevano finito di tracciare delle strisce bianche e ramate nel cielo, e la temperatura stava lentamente ritornando calda e brizzolata, come se quei fulmini, quei tuoni e quella paura fossero stati solamente un’immaginazione. Ma ovviamente non era così. E Sawyer e Kate erano i primi ad esserne consapevoli.

Sawyer se ne stava sdraiato su una lettiga, con il braccio fasciato e ancora dolorante, quando Kate andò a trovarlo. Tutti si erano addormentati, cullati dal tepore di quella notte, ma due anime non riuscivano a prendere sonno. E come potevano?

Quando la vide, per un attimo il suo cuore sussultò, ma poi si disse:” avanti, Sawyer, sei sempre stato bravo in queste cose, giusto? Non comportarti come un ragazzino.” E si sedette, aspettando che lei lo raggiungesse.

“Come stai?” gli fece Kate. Le sue parole tremavano lievemente.

“tutto a posto. Doctor Jack mi ha rattoppato. E tu?”

“tutto ok.” Per un po’ rimasero senza parlare, guardandosi semplicemente negli occhi. All’improvviso Kate ricominciò a parlare. Questa volta la sua voce era ferma. “che cosa dobbiamo fare?”

“riguardo a cosa?” chiese lui. domanda stupida.

“a quello che è successo prima. Quello…quello era un bacio di ringraziamento o cosa?”

Sawyer non sapeva cosa risponderle. Doveva dirle la verità o era meglio lasciar perdere? …decise di dirle la verità. “no, non era un bacio di ringraziamento. O meglio, lo era, ma…ecco…”

“ma cosa?” la voce di Kate ora era tutta un tremore.

“in realtà con quel bacio volevo semplicemente dirti grazie……di esistere.” Nel pronunciare le ultime due parole Sawyer abbassò lo sguardo, al contempo imbarazzato e addolorato. Kate non sapeva che dire.

“tu…stai scherzando, vero? Dimmi che stai scherzando…ti prego…” ma Sawyer la guardò con uno sguardo afflitto, uno sguardo che voleva dire solo una cosa. Ti amo.

Lei non ebbe più dubbi.

Venne presa dal panico. E corse via. Corse lontano. Corse il più lontano possibile da lui, da quel sentimento, da quello sguardo. Era terrorizzata. E quella paura pian piano si tramutò in lacrime. Mentre correva il suo viso era ormai rigato di lacrime e non riusciva nemmeno più a vedere dove stava andando. Così si fermò. Nonostante fosse sfinita per la corsa, i suoi occhi non smettevano di piangere. Era disperata. Si accasciò a terra, la testa fra le gambe, e continuò a piangere. Pianse a dirotto.

Quando spuntò l’alba decise di ritornare lentamente dagli altri. Sicuramente erano in pensiero per lei. Arrivata alle grotte, Jack le corse incontro. “Kate! Dov’eri finita? ma…cos’è successo? Hai una gran brutta cera…” ma non fece in tempo a finire la frase che le cadde praticamente tra le braccia. “KATE!” urlò Jack, che subito le tastò la fronte. Aveva un febbrone da cavallo. La prese in braccio e la portò nelle grotte. Sawyer, che si era appena alzato e si stava rivestendo, non appena vide arrivare Jack con in braccio una Kate più morta che viva, corse verso di lei.

“Kate! Che è successo?”

“e me lo chiedi? Ieri è venuta a cercarti in mezzo al temporale e si è inzuppata. Era prevedibile che si sarebbe ammalata. Sei…sei proprio…” Jack non riusciva più a trattenersi. Con un filo di voce, quasi non volesse farsi sentire da Kate, gli disse: “non abbiamo medicine per abbassare la febbre! Se dovesse aumentare sarebbe in pericolo di vita! Se…se lei dovesse morire…giuro che ti ammazzo con le mie mani…” e detto questo pose Kate sulla lettiga che fino a un giorno prima era stata destinata a Sawyer e la coprì con tutte le coperte che avevano.

Sawyer era sconvolto. I suoi occhi erano sbarrati, i pugni serrati.

“ma…ma come ha fatto ad ammalarsi? Nonostante la pioggia, siamo su un’isola tropicale e…insomma…non dovrebbe…”

“ah, si? Siamo su un’isola tropicale dici? E’ impossibile ammalarsi? Allora ti spiego una cosa: ieri la temperatura si è abbassata molto rispetto al normale e la pioggia era fredda, come avrai certamente sentito. Ora, probabilmente non te ne sei nemmeno accorto, ma Kate ha insistito perché tu ricevessi tutte le coperte che avevamo per riscaldarti. E’ rimasta con i vestiti bagnati addosso, al tuo fianco, mentre tu dormivi tranquillo!” Jack non ce la fece più. ”E’ tutta colpa tua…BASTARDO!” e fece per prenderlo a pugni, ma una debole voce si frappose fra il pugno e Sawyer.

“no!”

Era Kate. “lascialo stare…ti prego, Jack…non si è ancora ristabilito del tutto…ti prego…”

I suoi occhi erano lucidi, le sue guance rosse. Stava veramente male. Jack abbassò il pugno e lasciò la maglia di Sawyer per correre da Kate a sentire come stava. Nel frattempo Sawyer si allontanò pian piano dalle grotte e si diresse verso la spiaggia. I suoi occhi erano rivolti continuamente verso il basso, le braccia penzoloni, la testa china. Non poteva crederci…era veramente disposta a rischiare la sua vita per lui? non riusciva a crederci…ora lei stava malissimo e lui invece era in forze, fresco e riposato.

…era tutta colpa sua. Lui l’aveva spinta in mezzo al temporale, lui l’aveva sconvolta con quella confessione, lui non si era preoccupato di lei quando ne aveva bisogno. Aveva ragione Jack per una volta…era tutta colpa sua. Se quello che riusciva a dare al suo amore era solo dolore, tristezza e disperazione, allora sapeva quello che doveva fare. Ma non prima di sapere che lei stesse bene. Prese la sua decisione. Tornò indietro.

“Jack, puoi venire un attimo?” Jack stava seduto vicino a Kate, imbevendo un panno di acqua fredda da mettergliela sulla fronte. Nonostante il suo odio evidente per la persona che aveva ridotto Kate così, decise di seguirlo.

“che vuoi?”

“voglio prendermi cura di lei.”

“cosa?”

“voglio…prendermi cura di lei.”

“tu…stai vaneggiando. Non te la lascerei in mano nemmeno se fosse lei a chiedermelo. Puoi anche scordartelo!” Jack era furioso.

“senti…quello che ti ho detto non era una richiesta ma una semplice constatazione. Voglio prendermi cura di lei. Ti…io ti…ti prego…” e detto questo abbassò lo sguardo, e la testa con esso. Che umiliazione…

Jack sapeva quanto doveva essergli costato dire quelle due parole per un tipo orgoglioso e spavaldo come lui. “e perché mai vorresti prenderti cura di lei? Sentiamo. Non ricevi un premio. Nessuno qui ti dà una medaglia. Perché lo vuoi fare?”

Sawyer questa volta alzò lo sguardo e lo rivolse verso Kate, tremante e bollente. “perché io la amo…e vorrei tanto poterla vedere sorridere di nuovo.”

“…va bene…” Jack non avrebbe mai pensato di poter rivolgere quelle parole proprio a un tipo come Sawyer, ma capì che su quell'isola tutti erano cambiati, anche se ancora non sapeva se in meglio o in peggio. Inoltre sapeva da sempre dei suoi sentimenti per Kate, prima di Sawyer stesso, e sapeva che non vi avrebbe mai potuto competere. A quel pensiero i suoi occhi si inumidirono.

“ok…che cosa devo fare?”

“devi solamente tenerla sempre coperta e cambiarle la pezza ogni mezz’ora. Questo basterà.”

“d’accordo.”

“Sawyer…abbi cura di lei.”

“ come il mio cuore.”

 

 

 

Per tre giorni e tre notti Sawyer non fece altro che stare accanto a Kate, cambiandole la pezza sulla fronte ogni mezz’ora come gli aveva detto Jack, stando attento che non si scoprisse e tenendole sempre la mano. Kate non si svegliava, ma il suo respiro era regolare e Sawyer era tranquillo. La febbre sembrava essere scesa e lei già da due giorni non aveva più tremori. Per tenerle compagnia spesso le raccontava di quello che lui avrebbe fatto una volta tornato a casa, dei posti che voleva visitare e dei pasticci che voleva sistemare.

Al quarto giorno, tornato dalla cascata con una rudimentale tinozza piena d’acqua gelata, vide che Kate si era finalmente svegliata e se ne stava seduta sulla lettiga a massaggiarsi le braccia e le spalle.

“oh…bentornata tra noi, lentiggini. Ti sei svegliata finalmente. Lo sai che erano quattro gironi che dormivi ininterrottamente? Eravamo tutti preoccupati. Si lo so, non è il massimo dormire in quella lettiga….ci ho passato una sola notte ma mi è bastata.”

Kate sembrava non capire nemmeno chi fosse e dove si trovasse. I suoi occhi vagavano di qua e di là come alla ricerca di qualcosa. Finalmente parlò. “tu…tu sei sempre stato qui?”

“Bè…si. Ma…ma ora non farti venire strane idee, eh. Anch’io sono indolenzito e perciò mi è sembrato giusto stare con te e aiutarti a sopravvivere, no? E poi ti sei ammalata per colpa mia quindi era il minimo che potessi fare…no?  I suoi occhi si rattristarono lievemente.

Sentendo quelle parole Kate si ricordò tutto. Il temporale, il bacio, la confessione di Sawyer, la sua fuga.

“io…mi dispiace tanto di essere fuggita quella notte, Sawyer. Scusami…” e i suoi occhi si riempirono di lacrime.

Vedendola piangere Sawyer venne preso in contropiede e non seppe più che fare. “ehi…no…ascolta…non devi scusarti…è stata colpa mia che sono stato egoista e non ho pensato a te…non piangere, dai…” ma Kate non riusciva a fermare le lacrime.

Il tono di Sawyer allora si fece più dolce. “non piangere Kate…non devi sentirti in colpa…so che tu non provi lo stesso per me ma non ci sono problemi. Io non ti sto chiedendo niente. Ho voluto solamente dirti quello che provavo, niente di più. Io non ti sto chiedendo niente, perciò non preoccuparti. …Ora stai bene, perciò me ne vado.” e detto questo prese il suo zaino e fece per andarsene. Ma Kate capì che qualcosa non andava. “Dove vai?”

Sawyer si fermò e senza girarsi le disse: ”te l’ho detto. Me ne vado.”

Kate ormai non piangeva più. La tristezza aveva lasciato il posto alla paura. “Dove?”

“……”

“Sawyer?” ora era veramente terrorizzata.

“mi dispiace molto per averti dato così tanto dispiacere, ma ora non ti starò più tra i piedi. Me ne vado da un’altra parte. Diciamo che seguo le orme del nostro “mago della tortura fatta in casa”, anche se non ne sono molto orgoglioso. Ho deciso così.” La sua voce si fece un sussurro. Voltandosi verso Kate le disse: “stammi bene.” E con un ultimo dolce sorriso, quel sorriso che aveva mostrato esclusivamente a lei, si allontanò.

Kate non riuscì nemmeno a pronunciare una parola. Rimase a guardare Sawyer andarsene, impietrita. Dopodiché tra sé e sé cominciò a pensare…si, è la cosa giusta per tutti e due. Ha fatto la scelta giusta. Se ci fossimo innamorati seriamente ne avremmo soltanto sofferto entrambi, perché siamo troppo simili. La stessa faccia di una stessa medaglia. Non saremmo mai potuti andare d’accordo. E’ meglio così. Sicuramente. Sicuramente. Si ripeté questo monologo all’infinito, quasi cercando di convincere sé stessa. Ma dentro di lei qualcuno stava urlando. Urlava, urlava qualcosa, e sebbene Kate cercasse di non dargli ascolto, alla fine quel qualcuno prevalse.

NON LASCIARLO ANDARE! NON LASCIARLO ANDARE! NON LASCIARLO ANDARE!

……quell’urlo era assordante. Kate non riusciva a capire più niente. La testa era un turbinio di suoni, immagini, sensazioni, e tutto quello che riusciva a vedere era una figura alta, dai capelli biondo cenere, dal sorriso beffardo e dallo sguardo sprezzante. Dopo, il buio. Il buio totale. E una voce, una voce che urlava disperata, risuonò tra le grotte. “SAWYER!”

…era la sua.

 

 

Non se ne rese nemmeno conto. Subito dopo aver urlato il suo nome, le sue gambe si alzarono da sole e presero a correre nella direzione in cui Sawyer era sparito. Non riusciva a capire nemmeno da dove le proveniva quella forza, dato che solo venti minuti fa era ancora priva di sensi. Mentre correva affannosamente nella foresta, alla sua ricerca, Kate, come se fosse solamente uno spettatore a tutta quella scena, cominciò a pensare. Perché lo stava cercando? Non aveva detto che era meglio così? Non aveva detto che non sarebbe mai potuto funzionare ? e allora perché? Perché si lasciava coinvolgere così da lui? perché lui aveva il potere di sconvolgerla in quel modo? …Da quando non riusciva a smettere di amarlo così tanto? Sapeva che era sbagliato, sapeva che non era giusto. Ma non poteva farci niente.

 

“maledizione! Dov’è finito? Maledizione!” Kate continuava a correre per la foresta nella speranza di trovarlo, ma ben presto si ritrovò in spiaggia, senza essere riuscita a trovarlo. Poteva essere dovunque…Quando ormai si stava abbandonando alla disperazione e alla stanchezza, vide Jack venire verso di lei.

“Kate! Come stai? Sawyer mi ha detto che finalmente ti sei svegliata.”

Il viso di Kate si illuminò. “l’hai visto? L’hai visto passare? Ti prego, dimmi dov’è andato, Jack!”

Il volto di Jack, che fino a poco tempo prima era raggiante e felice, ora si rabbuiò. Lo sapeva che sarebbe finita così.

“Kate, lascialo andare. Per una volta nella sua vita ha pensato prima di tutto al benessere di qualcun altro, e non al proprio. Lascialo andare.”

Il volto di Kate si tese. “non voglio.”

“perché non capisci? Lui ti causerà solo problemi! Non sarai mai felice con lui!”

“ non importa. Almeno saremo insieme.”

“Maledizione Kate! Come puoi essere così ottusa? Morirai con uno come lui! guarda cos’è successo meno di una settimana fa! Stavi per lasciarci la pelle! Con uno come lui ti procurerai solo guai!”

Kate esplose. “sai cosa ti dico Jack?! Al diavolo le tue paternali! Sono adulta e so prendere le mie decisioni! Dici che con Sawyer avrò solamente dei problemi, che non sarò mai felice? La vita è fatta di problemi, e di dolore, disperazione, morte. E io preferisco vivere tutto questo insieme alla persona che amo, perché…perché so che insieme a lui saprò superare tutto quanto. E per quanto riguarda i pericoli che posso correre con lui…bé…nessuno è perfetto. Tantomeno io.”

“e la conclusione di tutto questo allora?” Jack ormai sapeva la risposta.

“la conclusione è che lo amo, e voglio stare al suo fianco. Perciò ti prego…dimmi dov’è andato…”

“……da quella parte……se corri lo raggiungi……” e indicò con un cenno del capo una roccia enorme, dietro la quale ricominciava la foresta.

Kate corse immediatamente in quella direzione, senza riuscire a sentire le parole che Jack le sussurrò: “E’ proprio per questo che ti amo. Non ti arrendi mai.” E detto questo girò su sé stesso e tornò lentamente dagli altri.

Nel frattempo Kate continuava a correre in direzione della roccia e non appena l’ebbe superata vide in lontananza un puntolino chiaro tra la selva. “Sawyer…”

Riprese a correre. Corse a perdifiato, senza guardare nemmeno dove metteva i piedi. Dopo poco si accorse che gli alberi sfociavano in una radura, dove la luce filtrava attraverso di essi. Incantata per un attimo da quello spettacolo, non si accorse della radice ai suoi piedi, che la fece cadere rovinosamente a terra. –maledizione!- pensò tra sé e sé –non riuscirò mai a raggiungerlo così lenta!- e allora smise di rincorrerlo. Con le lacrime agli occhi, l’ultima cosa che fece fu urlare.

“SAWYEEEEEER!!!!” L’urlo risuonò tra gli alberi e arrivò fino alle orecchie di Sawyer, che si girò e vide in lontananza una figura a terra.

“Kate?! Cosa ci fai qui?” le disse avvicinandosi velocemente. “ti sei appena ristabilita! E sei anche caduta! Sei veramente senza speranza!” e le diede una mano per aiutarla ad alzarsi. Ma lei, una volta presa la sua mano, non si alzò in piedi. Con il viso rigato di lacrime le uscì appena un sussurro. “non andare…”

“cosa?”

“non andare!” Questa volta la sua voce era alta, ma Kate non smetteva di piangere.(che piagnucolona!J)

Sawyer non sapeva cosa fare. La prima cosa che gli venne in mente fu quella di aiutarla ad alzarsi, ma lei non voleva saperne, così fu lui a inginocchiarsi vicino a lei, sempre tenendole la mano.

“Kate, perché stai ancora piangendo? Cosa ci fai qua? Ti avevo detto che non aveva importanza, no?”

“forse per te non ha importanza, ma per me sì! Non andare…”

“andiamo…non dire idiozie. Voglio andarmene. Non riguarda solamente te. Ho combinato tanti casini e così voglio allontanarmi un po’ da tutti voi. Senza contare che da solo posso scoprire quello che sta succedendo su quest’isola molto più facilmente che in mezzo a voi altri…dai, torna indietro. Non sei ancora del tutto guarita.”

Sawyer così si alzò, si rimise lo zaino sulle spalle,  le diede le spalle e cominciò ad allontanarsi. Kate non sapeva più cosa fare. Cosa doveva fare per riuscire a trattenerlo? Ormai disperata, con le unghie affondate nel terreno, fece l’unica cosa che in quel momento le venne in mente.

“Sawyer…Sawyer…maledizione…IO TI AMO!”

Lo urlò con tutto il fiato che le era rimasto.

Sawyer si bloccò. Per un attimo rimase fermo, immobile, ascoltando i singhiozzi della sua Kate. Dopodiché si voltò. Ma la sua espressione non era né di gioia né di amore, ma di disappunto e quasi rancore. Le sue parole furono come frustate.

“non prendermi in giro. Non è degno di te, Kate. Non penserai mica che io creda ad una stupidaggine del genere. so perfettamente che non mi ami, perciò non dire sciocchezze.”

Kate rimase pietrificata. “perché non mi credi? Quello che ti ho detto è vero, Sawyer! Io ti amo…”

“smettila. Credi che non sappia che lo fai solamente per compassione? Ora che conosci la mia storia credi di potermi capire al volo e di riuscire ad amarmi solo perché il mio passato è un inferno? Andiamo Kate, ti credevo più intelligente.” Il suo tono era freddo, il suo sguardo gelido.

Nonostante le sue parole, Kate non mollava. “ma che stai dicendo? Mi credi veramente una persona così superficiale? Non mi lascio certo condizionare dal passato di una persona per decidere se amarla o meno, come non do credito a quello che le persone dicono sul suo conto, perché se c’è una cosa che ho imparato è verificare sempre di persona e mai fidarsi del giudizio altrui.” Mentre diceva questo, Kate cominciò lentamente ad alzarsi. Le sue forze ormai erano esigue, e le girava anche un po’ la testa, ma non voleva darlo a vedere.

“se tutto quello che dici è vero, allora perché sei scappata quella notte, quando ti ho fatto capire quello che provavo?”

“…ecco…io…”

Sawyer mise in mostra il suo classico sorriso ironico, letteralmente da prendere a schiaffi. “vedi? La tua è solo compassione. Ora lasciami andare.”

“Non è così! Io…io sono scappata quella notte non perché fossi dispiaciuta dalla tua confessione o mi sentissi in colpa perché non potevo ricambiarti. Sono scappata…perché ero terrorizzata.”

“di cosa?” ora i due erano uno di fronte all’altro.

“vedi…la mia vita è sempre stata inseguimenti, sparatorie…pericoli. E gli uomini di cui mi innamoravo ne rimanevano coinvolti. Non importava quanto io mi tenessi a loro distanza, quanto facessi di tutto per proteggerli, nell’ombra, lasciandoli vivere la vita che meritavano. Alla fine il mio amore per loro veniva sempre punito. …tutti gli uomini…le persone…a cui volevo bene…tutte…alla fine hanno sofferto. Per causa mia. Non sono mai riuscita a proteggerle. Mai. …e così mi ero ripromessa di tenermi a distanza da tutti. Se vedevo che qualcuno cominciava ad affezionarsi a me, fuggivo. Dopotutto ero brava in questo. Sono sempre fuggita…e non ho più permesso che persone a me care venissero coinvolte nei miei casini.

…fino ad ora.”

Durante tutto il suo discorso, Kate non aveva mai smesso di guardare dritto negli occhi Sawyer. Quest’ultimo, tuttavia, sembrava non riuscire a capire quello che Kate gli stava dicendo. La sua mente era annebbiata. Ma allora, se era fuggita quella notte, voleva dire che…no, non era possibile…era tutto vero?

Ma Kate non diede il tempo a Sawyer di dire qualsiasi cosa, perché fu di nuovo lei la prima a parlare.

“quella notte sono scappata perché mi sono resa conto di avere fallito. Inavvertitamente mi sono avvicinata troppo a te e ho finito con l’amarti. Ma quando mi hai detto quelle cose…ero così terrorizzata che sono scappata via. ……io non voglio che tu soffra, Sawyer. Non voglio che tu, stando vicino a me, finisca nei guai. Preferisco lasciarti andare piuttosto che farti soffrire…o peggio. Questo è quello che inizialmente ho pensato. Ma quando hai detto che te ne andavi…non sono più riuscita a vedere niente. Era come se fossi diventata cieca.” E, lievemente imbarazzata, aggiunse. ”Tu sei il mio sole, Sawyer…come posso vivere senza di te?”

A quelle parole Sawyer perse quasi l’equilibrio. Ora era lui a non reggersi in piedi. Ma fece del suo meglio.

“Stai…cioè…è tutto vero?”

Lo sguardo di Kate era limpido. Era tutto vero. Sawyer si passò una mano tra i capelli, abbassando il volto. Quando tornò a guardare Kate, il suo sguardo non era più di disappunto, ma di pura e autentica gioia. La sua bocca si spalancò in un enorme sorriso. E cominciò a ridere. Rise di gusto, come Kate non lo aveva mai visto fare.

“Ma che ti prende?”

“Ti adoro Kate. Tutto qua.” e detto questo la abbracciò. Rimasero così per un po’, abbracciati, senza dire niente. Sawyer ormai aveva smesso di ridere e l’unico rumore che si sentiva era il continuo infrangersi delle onde sugli scogli.

Dopo un po’ Sawyer cominciò a parlare. “Lo sai vero che stando con me molto spesso mi odierai e finirai nei guai?”

“certo. E tu lo sai che sono molto impegnativa come ragazza? La tua vita potrebbe diventare ancora più incasinata di adesso…potresti pentirtene.”

“Naaah…io non credo. Perché io adoro il pericolo. E poi ora sono dotato di una forza straordinaria.”

“e quale sarebbe?”

Sawyer la guardò negli occhi. I loro volti erano vicinissimi, come i loro cuori. Sawyer le rivolse un sorriso malizioso, dopodiché la baciò. Fu il loro primo, vero, bacio.

Quando Sawyer allontanò il suo viso da quello di Kate, entrambi si guardarono.

“opportunista.”

“piagnona.”

I due si guardarono e sorrisero. E lentamente si avviarono verso le grotte. Era l’inizio di una bellissima giornata.

 

- The end -

          

  
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