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Autore: EvieStrummer    07/07/2011    1 recensioni
Questa storia potrebbe sembrare una delle solite ma proseguendo scoprirete che non è solo una storia d'amore...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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10.00 – Camera di Matt

Matt fu svegliato dal fastidioso squillare della sveglia.
Dom canticchiava allegramente indossando jeans. “Matt sei pronto per il grande giorno?”. Chiese spruzzando deodorante e profumo, che uniti creavano un odore piacevole.
“Abbastanza, mi hai detto la stessa cosa tipo due giorni fa.” rispose Matthew cambiandosi.”Che avete fatto ieri?” Domandò Bellamy. “Non è affar tuo.” disse facendo la cantilena. “Io ho visto Frances che si faceva la doccia.” Dominic si fermò interessato. “Davvero?”. “Sì ma poi sei arrivato tu.” sbuffò Bells. “Congratulazioni.”
Matt ridacchiò e finirono di prepararsi.

20.00 – Morrison Hotel

I due salirono in ascensore.”Certo che hai una fortuna!” esclamò Matthew tirando la cravatta al suo amico. Continuarono a specchiarsi per il resto del viaggio finché il bottone con il numero 4 si illuminò e l’ascensore si fermò facendo traballare i ragazzi.
Camminarono velocemente e bussarono.
Attesero un po’.
Niente.
Grace aprì mentre Dom aveva la mano alzata intenzionato a bussare. “Dom, Matt, come state?” chiese sorridente. ”Bene, tu?” rispose Dominic sorridente. “Andiamo?”. “Certo, a dopo.” Insieme si diressero alle scale. “Ehi, scusa il ritardo. Accomodati.” La voce di Frances risuonò lieve per la stanza.
Bellamy sorrise e si sedette guardandosi intorno.
Dopo dieci minuti lei apparve sulla soglia della camera. Indossava un abito rosso scuro e un po’ scollato. Le scarpe erano nere e con poco tacco, i capelli scendevano sulla schiena sciolti e lisci.
“Che carino…” mormorò Frances. Matthew era sbalordito e il cuore gli batteva così forte che udiva solo quello. Poi si accorse che guardava il plettro che portava al collo. “Oh.. sì, beh è il mio primo plettro.” Approfittò della vicinanza per baciarla.
Fu un bacio veloce, quasi a stampo, ma lei non sembrava rifiutarlo, anzi, continuarono per un po’ finché lei, prese le chiavi, e uscirono per andare al Cinema.

02.00 – Morrison Hotel

 Dom e Grace erano già entrati mentre Matt e Frances si salutavano sulla porta. Lui si avvicinò ma la ragazza si limitò a baciarlo sulla guancia tirandolo per la camicia, cosa che lo rese felice dopo il rifiuto. “Notte” disse lei sorridendo e lasciando uscire Dom.
Poi chiuse la porta.
Entrarono in ascensore sorridenti. “Cosa avete fatto?” chiese Dominic ridendo della faccia di Matthew. “Non ti importa..!” rispose sghignazzando e imitando l’amico quando aveva risposto alla stessa domanda.
L’ascensore si fermò al piano 2, entrarono un ragazzo alto e robusto con un paio di occhiali scuri e i capelli rossi, e una ragazza bassa con i capelli a caschetto neri e rossetto rosso acceso. “Tu sei il ragazzo che stava con quell’altra alta e col vestito rosso??” chiese lei con accento francese.
“Sì sono io, tu sei la ragazza che ha preso il frullato?” domandò a sua volta Bells.
“Sono io, piacere Elise.” Rispose Elise ridendo
. Piano zero.
“Posso offrirti, un frullato?” esclamò la ragazza. “Ehm.. va bene, a dopo Dom.” acconsentì Matt.
Presero due frullati e si sedettero a chiacchierare, il ragazzo con i capelli rossi era uscito a fumarsi una sigaretta e Dominic era tornato all’ albergo.
Mentre ridevano Frances era appena scesa con la giacca che Bells aveva dimenticato un paio di giorni fa, cercò di non far notare la scia di gelosia che provava nel vederlo ridere con un’altra. Elise si era appena accorta della sua presenza che fiondò le sue labbra su quelle di Matt, e lo baciò a lungo, finchè lui non si staccò a forza e corse per le scale.
Col fiatone arrivò al piano 4, giusto in tempo per vedere Frances in lacrime sbattersi la porta alle spalle. Bussò insistentemente, ma niente. Provò a chiamarla e a sbattere sulla porta.
Alla fine, piangendo, si lasciò cadere davanti alla stanza con le ginocchia tirate su e i palmi sul viso. Era arrabbiato, perché era un equivoco, e triste,perché non poteva spiegare.

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