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Autore: Marauders    17/03/2006    21 recensioni
“Lily stavo pensando una cosa” disse la signora Evans intenta ad asciugare i piatti appena lavati, la ragazza alzò lo sguardo dal librone di medicina magica, erano due anni che studiava come apprendista medimago, “Cosa, mamma?” chiese. “Sai che questa domenica, Petunia ci farà conoscere il suo ragazzo, no?” Lily annuì. “Naturalmente ho pensato di invitarlo a pranzo.” “E perché lo vieni a dire a me? Non dovresti parlarne con Petunia?” La madre rise, “Non dovevo dirti questo, cara. Piuttosto, perché non inviti anche James?” by Prongs
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti presento i miei

Ti presento i miei

 

Lily Evans sedeva sul divano del salotto di casa sua, con lo sguardo rivolto oltre il vetro della finestra, di tanto in tanto lanciava rapide occhiate all’orologio che teneva al polso. Di fronte a lei, sull’altro divano, c’era Petunia, sua sorella maggiore, che parlava concitatamente col suo nuovo ragazzo, Vernon, nessuno dei due dava segno di essersi accorto della presenza dell’altra ragazza.

La grande pendola, posta sopra il camino, suonò le 12.

“Non è ancora arrivato?” chiese la signora Evans facendo il suo ingresso con il vassoio degli aperitivi, che si affrettò a posare su di un basso tavolino. Anche il signor Evans li raggiunse.

“Sono appena le dodici, mamma” rispose Lily tormentandosi le mani, “Vedrai che sarà qui a momenti.”

Dlin, dlon. Il campanello della porta li fece sobbalzare tutti e cinque. Lily scattò in piedi, “Vado io” disse e corse ad aprire. Mannaggia a me quando ho accettato! Si disse.

 

Qualche giorno prima…

“Lily stavo pensando una cosa” disse la signora Evans intenta ad asciugare i piatti appena lavati, la ragazza alzò lo sguardo dal librone di medicina magica, erano due anni che studiava come apprendista medimago, “Cosa, mamma?” chiese.

“Sai che questa domenica, Petunia ci farà conoscere il suo ragazzo, no?”

Lily annuì.

“Naturalmente ho pensato di invitarlo a pranzo.”

“E perché lo vieni a dire a me? Non dovresti parlarne con Petunia?”

La madre rise, “Non dovevo dirti questo, cara. Piuttosto, perché non inviti anche James?” 

La ragazza spalancò gli occhi. “Non se ne parla neanche!”

“Perché? In fondo è il tuo ragazzo e noi vorremmo conoscerlo.”

“Mamma…è un mago!”

“E tu una strega” rispose pacata la signora Evans.

“Ma lui non è molto pratico della vita bab…normale” protestò Lily, “Già Petunia non può vedere me, figurati uno che non sa parlare d’altro che non di magia. No, mamma, James non verrà!”

 

Lily aprì la porta, davanti a lei c’era James, per l’appunto, stava sorridendo.

“Ciao” le disse e le si avvicinò per darle un bacio, ma Lily socchiusasi la porta alle spalle, parlò prima che lui potesse interromperla.

“Lo sai che ore sono?” gli chiese.

James parve stranizzato dalla domanda, “Ehm…le dodici.” rispose esitante.

“E io a che ora ti avevo detto di venire?” disse Lily incrociando le braccia sul petto.

“Alle dodici!” disse James.

“Oh” fece la ragazza, “Giusto…dunque, prima di entrare, ricapitoliamo.”

“Cosa?!” esclamò James, “La scuola è finita e io non devo dare il prossimo esame in accademia prima della fine del mese .” Lily lo guardò storto.

“Ok, ok” disse James, la sua ragazza era già abbastanza agitata, non era il caso di irritarla oltre, “Primo: non devo parlare di magia e robe ad essa connesse.”

Lily annuì.

“Secondo: non devo fare battute idiote o metterti in imbarazzo in alcun modo. E terzo: non devo passarmi la mano fra i capelli.”

“Bravissimo” disse Lily sorridendo per la prima volta, “Ora possiamo.”

“Aspetta” le disse James, uscì la bacchetta dalla tasca e mormorò un incantesimo, dalla punta uscì un mazzo di fiori.

“Metti via la bacchetta” gli disse Lily, “E non ti azzardare a uscirla per tutto il pomeriggio”

“Non vale” protestò James, “Perché la tua la puoi tenere tra i capelli?” e la ripose.

“C’è chi può e chi non può” rispose semplicemente, “Dammi i fiori che li metto in un vaso.”

“Ehi, non sono mica per te” disse il ragazzo, “Devo pur accattivarmi tua madre in un modo o nell’altro”

“Ruffiano!” disse Lily, “Guarda che glielo dico che li hai appena fatti comparire.”

“Quello che conta è il pensiero, no?”

La ragazza voltò le spalle e riaprì la porta di casa, stava per entrare, ma James le circondò la vita con un braccio. “Non mi hai neanche salutato.”

 

“Mamma, papà” disse Lily entrando in salotto col ragazzo al suo fianco, “Lui è James, James i miei genitori.”

Dopo i saluti, i convenevoli e i fiori messi in un vaso, Lily e James si accomodarono sul divano insieme al resto della famiglia.

“Lei è Petunia, mia sorella” disse poi Lily accennando alla ragazza seduta di fronte a lei, “ E il suo ragazzo, Vernon.”

“Ciao” disse James, ma non ottenne risposta da nessuno dei due, che invece girarono il capo e continuarono a parlare per conto loro, il ragazzo si girò a guardare Lily, la quale alzò le spalle e lo guardò come per dire ‘te l’avevo detto ’.

“Che ne dite di metterci a tavola?” propose la signora Evans, nel tentativo di allentare la tensione e così tutti e sei si spostarono in sala da pranzo, dove il tavolo rettangolare era già apparecchiato.

Ai due capitavola sedevano il signor Evans e Vernon, Lily era di fianco a sua sorella, James di fronte a lei, accanto la signora.

“Allora” esordì il signor Evans, mentre la moglie faceva girare il piatto di portata, “Parlateci un po’ di voi, ragazzi” disse rivolto ai due ospiti, “Per esempio, che scuole avete frequentato?”

Lily si portò una mano alla fronte e abbassò lo sguardo.

“Io ho studiato a Snobkin, un prestigioso istituto privato” stava spiegando Vernon, gonfiandosi di orgoglio, non che ce ne fosse bisogno!

Petunia lo guardava estasiata, mentre James faceva finta di vomitare, fino a che Lily non gli assestò un calcio negli stinchi.

“E tu James?” chiese sorridendo la signora Evans.

“Io? Bhe…la stessa di Lily” rispose.

“Quindi sei anche tu…”

“Si” esclamò Lily prima che il padre potesse completare la frase, “Possiamo cambiare discorso, per favore?”
”Ma io mi devo informare sulla gente che frequentano le mie figlie” disse il signor Evans, “E per ora che fate?”
”Sto per prendere il posto di mio padre nell’attività di famiglia” disse Vernon, “È un’azienda di trapani, la Grunnings, non so se la conosce.”

Ti prego, fa che non glielo chieda, si ripeteva mentalmente Lily, fa che non glielo chieda!

La ragazza si voltò a guardare il padre che però risultò essere immobilizzato, come anche sua madre, la sorella e Vernon.

“James!” strillò, “Che diavolo stai facendo?”

“Scusa Lily, ma come faccio a dirgli che sono un Auror?” chiese James riponendo la bacchetta.

“Inventati qualcosa” disse Lily.

Sul volto del ragazzo apparve un ghigno, “Ma guarda…Lily Evans che mi chiede di mentire, e io che credevo di averle viste tutte!”

Lily sbuffò, “Ti sto solo dicendo di addolcirgli la pillola, in qualche modo.”

“Perché? Sembra che ai tuoi piaccia la magia e poi mi sono fatto in quattro per entrare in quella dannata accademia, almeno datemela un po’ di riconoscenza.” rispose incrociando le braccia e dondolandosi sulla sedia.

“Va bene” si arrese la rossa sfilandosi la bacchetta dai capelli, “Però poi glielo fai dimenticare a quello.” senza pronunciare alcun incantesimo, ma solo muovendo la bacchetta, i commensali ripresero ‘vita’.

“Lily” le disse la madre, “Ti sei sciolta i capelli?”

“Ops” disse e si affrettò a rimettere la bacchetta al suo posto.

“Stavamo dicendo?” chiese il signor Evans.

“Era il mio turno di parlare” disse James agitando la mano,”Io studio per diventare Auror.”

“Prego?” chiesero in coro i coniugi.

“Gli Auror sono cacciatori di maghi oscuri.” spiegò il ragazzo.

Vernon scoppiò a ridere, “Stai scherzando? Molto divertente.”

“No, non sto scherzando” disse James sorridendo, “Sono veramente un mago.”

L’altro ragazzo sbarrò gli occhi e guardò Petunia in cerca di un qualche appoggio, mica poteva credere veramente che stava pranzando con un mago.

“Credo che possa bastare” disse Lily. James fece l’incantesimo Oblivion e in pochi secondi Vernon ebbe dimenticato gli ultimi sprazzi di conversazione.


Prima del dolce, che avrebbero gustato in salotto, Lily e le madre cominciarono a sparecchiare la tavola, mentre gli altri si accomodavano.

“James è molto simpatico” disse la signora Evans mettendo i piatti a mollo nel lavello, “Credo che piaccia anche a tuo padre.”

“Davvero?” chiese Lily, era felice per il fatto che i suoi avessero accettato così il suo eccentrico ragazzo.

“Oh, si” continuò la madre, “Sicuramente più di Vernon”

“Certo” disse Petunia entrando in cucina, “In questa casa non sono più apprezzate le persone normali”, girò i tacchi e se ne andò stizzita.

Quando si unirono agli altri in salotto, gli uomini stavano parlando di macchine.

“Non ho visto la tua fuori” disse Vernon, “Come sei venuto?”

“A cavallo di una scopa” disse tranquillamente James. Tutti si voltarono a guardarlo, compresa Lily, “Scherzavo” disse poco dopo ridendo.

“Tsk” disse Petunia, “Non si sa mai, con voi…fenomeni da baraccone tutto è possibile!” la sorella la guardò storto.

“Cosa?” chiese Vernon.

“Te lo spiego subito” Petunia si alzò in piedi, “Siamo arrivati alle rivelazioni della giornata” puntò un dito contro Lily, “Quella è una strega e anche l’amico suo a quanto pare.” Vernon non capiva, “Sul…sul serio?” farfugliò.

“Si, si” continuò Petunia, “Una strega, fa magie e schifezze simili…un mostro, proprio.”

Lily abbassò lo sguardo, due grossi lacrimoni facevano capolino dai suoi splendenti occhi verdi.

“Petunia!” esclamarono i genitori.

Anche James si alzò in piedi, uscendo la bacchetta e puntandola dritta contro la ragazza.

“Chiedile immediatamente scusa!” le intimò.

Spaventata, Petunia indietreggiò fino ad inciampare nel divano.

“James!” Lily lo raggiunse e gli fece abbassare la mano che impugnava saldamente la bacchetta, “Mettila via.” gli disse piano.

“Allora è vero!” esclamò Vernon, “Siete veramente…” guardò di nuovo Petunia, più che impaurito sembrava disgustato, “Mostri!”

“Moderiamo il linguaggio, giovanotto!” tuonò il signor Evans, “Stai parlando di mia figlia!”

“Ma è…è…capisco perché ti vergognavi a parlarne, Petunia.”

“Basta!” disse James, portando di nuovo, istintivamente la mano alla bacchetta, “Io sono venuto qui per trascorrere una giornata piacevole, non per essere insultato e veder mancare di rispetto la mia ragazza. Volevo chiedere la sua mano, ma avete rovinato tutto, vi ringrazio e ora me ne vado prima che perda completamente le staffe e vi scagli contro una maledizione!” si alzò, “Lily, tesoro, mi dispiace. Signori Evans, è stato un piacere.” e se ne andò, la ragazza, dopo aver dato un’occhiata ai genitori lo seguì.

 

James era seduto sui gradini davanti la porta di casa Evans, Lily, accanto a lui, teneva la testa appoggiata sulla sua spalla. Le urla dal salotto si sentivano fino a fuori.

“Ho fatto un bel macello dentro, vero?” chiese passando un braccio intorno alle spalle della ragazza.

“Hai fatto bene” rispose lei, “Non avrebbero dovuto dire quelle cose, scusami per loro.”

“Tu non c’entri” le disse James, “Ci sono andati giù pesante, Eh? Se fossimo stati a Hogwarts a quest’ora quello era già a penzolare in aria!”   

Lily rise, stringendosi un po’ di più al ragazzo.

“Lily…” disse lui incerto.

“Si?”

“Ehm…non hai risposto.”

“A cosa?” la ragazza lo stava guardando fisso negli occhi e per la prima, e forse ultima, volta in vita sua vide James Potter arrossire.

“Alla mia proposta.”

Lily scosse la testa, “James…mi stai chiedendo veramente di sposarti?!”

Il ragazzo prese le mani tra le sue, “Certo che te lo chiedo vero!” esclamò.

“Si!” gridò Lily prima di buttargli le braccia al collo e baciarlo con passione.

“James” gli bisbigliò poco dopo in un orecchio.

“Uh?”

“Sono incinta!”

                

Fine

    

 

  

 

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