Ciao a tutti!!!
In ritardo, come al solito. Va be, ormai c’avrete fatto il callo..
Quindi si prosegue.. questo capitolo m’è venuto leggendo la recensione di Damynex che ringrazio, enormemente!! L’ho intitolato “LO YING E LO YANG” perché ritengo che lo scritto metta in evidenza quanto sono opposti i caratteri dei protagonisti, ma, come lo ying e lo yang giapponese, come si completano perfettamente a vicenda.
Ok… Spero che questa storia vi appassioni quanto appassiona me scriverla!!
Un bacio!!
Ciao Damynex!!!
Eh si, mi hai fatto proprio venire una bella idea, sai? Grazie per i complimenti, spero che il capitolo ti piaccia!!!! Fammi sapere!!!
Un bacio!!!
Buona Lettura,
Diomache.
PROFUMO DI MENTA
CAPITOLO XV: LO YING E LO YANG
“[…]
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere;
[…]
E piove sui nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m’illuse, ch’oggi t’illude,
o Ermione” Gabriele D’Annunzio.
Anche semplicemente avvicinandosi all’abitazione di Dawson, si riesce benissimo a sentire la musica havey metal che invade la struttura. Si intravede che l’interno è poco illuminato e soprattutto pieno di persone, particolare evidenziato anche dalle decine di auto ma soprattutto moto parcheggiate davanti all’abitazione. Gli invitati sono molti e si disperdono per le molte stanze della grande abitazione: ballano al ritmo della musica, si ‘fanno’ di ogni tipo di porcheria gentilmente offerta dalla ‘casa ’. Susy naturalmente non è presente, il suo impulso sbarazzino e malizioso non le avrebbe permesso comunque di partecipare alla festa del fratello.
Persino lei si sarebbe
sentita nauseata.
Gli invitati sono stati
intrattenuti a lungo da tre spogliarelli e successivamente dalle
spogliarelliste improvvisamente scomparse nei meandri della casa. Tom non ha
fatto altro che scherzare, ballare e ridere con gli amici: tutto, però, con una
certa aurea di tristezza a causa dell’accaduto con Rose. Sa di essersi
comportato male ma lui è un tipo sin troppo orgoglioso…
Ora Dawson si trova in
salotto, lungo, con i piedi sopra il divano e beve alcolici mentre osserva una
delle tante ballerine che sono state ingaggiate per la serata, ballare in piedi
sul tavolinetto tra i divani. Circondano la ragazza altri tre divani, occupati,
naturalmente, dagli amici più stretti di Dawson: Tom, Michael, Harry. Harry sta
fumando una canna e parla animatamente con Michael.
Tema della conversazione:
il sedere della ballerina. Tom, semi indifferente o apparentemente
indifferente, beve da una bottiglia di rum, giocando al brindisi più bizzarro
con il festeggiato. Dawson lancia un ultimo sguardo alla donna poi si rivolge
all’amico: “ce la facciamo io e te, Tom?”
Il ragazzo alza un
sopracciglio: “menage a trois?”
Dawson alza le spalle:
“perché no! ci divertiamo e scommetto che si diverte pure lei, allora ci stai?”
Tom nega e riprende a bere il suo rum. Dawson insiste con aria provocatoria:
“ehi ma ti sei rammollito? Una volta non avresti detto di no ad una così!”
“appunto.- ribatte Tom con
aria indifferente.- una volta.”
Dawson coglie: “capisco…è a
causa di Rose..”
Tom annuisce ma non
distoglie lo sguardo dalla ballerina mora. Harry, non tanto in se a causa della
canna, esclama. “e perché non è più venuta, Tom? Rose è una ballerina, no? Un
divano per farla ballare lo trovavamo!”
Non finisce neppure la
frase che Tom si alza di scatto e lo prende per il collo intimandogli con un
ghigno di rabbia: “stai attento a come parli, capito? Lei E’ una ragazza per
bene.”poi lascia la presa, ma non smette di guardarlo con aria gelida. Harry
sbuffa e, anche se non connette bene, si scusa. “e dai, non te la prendere… io
scherzavo..”
Tom gli lancia un ultimo
sguardo.. quasi compassionevole. Povero scemo, ecco come ci si riduce a farsi
di ‘ste immondizie. Prende una bottiglia di alcool e si allontana lentamente
dal gruppo di amici, con aria stanca. Gli occhi nocciola della ragazza lo
seguono mentre cammina tra la folla che balla. Molla un ragazzo che le stava
facendo il filo dall’inizio della serata, afferra anche lei una bottiglia e lo
segue, fendendo la gente. Ginny attraversa l’abitazione fino ad arrivare al
giardino della grande villa. Seduto su una panchina, davanti alla fontana, Tom.
Il vento freddo la fa rabbrividire, considerando che indossa una corta
minigonna, la sua immancabile minigonna, e una leggera maglietta di microfibra.
Ma pazienza, un po’ di freddo si può sopportare. Per Tom, sì.
Lo rivuole. Fosse per una
sola volta, lei lo rivuole.
Camminando lentamente si
avvicina a lui. Tom, forse perché un po’ stordito dall’alcool, non si accorge
della sua presenza finché non la vede sedersi accanto a se. Si volta verso di
lei, un po’ sorpreso. Ginny gli sorride e cerca di attaccare discorso in
qualche modo. “ti annoiavi anche tu?”
“già.- risponde. Non
vorrebbe ammetterlo ma questi tipi di feste non lo esaltano più come una volta.
Anzi, per un attimo arriva addirittura a giudicarle noiose. – e tu? Hai mollato
tutti i tuoi infiniti corteggiatori?”
Ginny ride sensualmente.
“oh, non sono poi così tanti..”
Tom non risponde, piuttosto
fa un sorso dalla bottiglia. Non ha bevuto molto durante la serata e poi,
ormai, regge l’alcool benissimo.
“ripensi mai ai vecchi
tempi?- sospira Ginny alzando gli occhi verso il cielo.- io molto spesso.”
Tom si gira a guardarla
soffermandosi delicatamente con lo sguardo sulla sensualità del suo viso. Non
risponde. Mentirebbe se dicesse che quando l’ha rivista i ricordi non lo hanno
invaso come la piena di un fiume, ma non è il caso di dirglielo. Si farebbe
idee strane. Continua a tacere, dunque, anche quando lei gli sfiora la mano con
la sua. Alza lo sguardo e incontra i suoi ammalianti occhi nocciola. Ci sta
provando? Fa un secondo sorso dalla bottiglia, lei fa lo stesso. La sua mano
non si toglie dalla sua e, anzi, gliela accarezza, gli sfiora il polso non
smettendo di fissarlo con i suoi occhi terribilmente sensuali. Tom inizia a
sentirsi a disagio. Forse ha bevuto troppo. Ok, regge bene l’alcool ma forse ha
esagerato. Ginny gli si avvicina di più. Sospirando, la ragazza si appoggia
alla sua spalla ed inizia ad accarezzargli il torace. Tom si scosta. “Ginny..”
“non dirmi che tu non lo
vuoi quanto lo voglio io.” Lo zittisce subito lei.
“lo hai visto che sono
fidanzato, no?” esclama lui, un po’ esasperato.
Questa è proprio la serata
delle tentazioni.
La ragazza ride. “Rose? oh
va be, che centra..”
Tom corruga a fronte “come
che centra?”
“non dirmi che sei
diventato improvvisamente moralista.- ride lei.- io mica voglio diventare la
tua ragazza.. io ti voglio e basta. Come tu vuoi e basta me. Lo vedi che siamo
sulla stessa lunghezza d’onda?”
Rose scende dal taxi che
l’ha condotta fin lì e subito, come un presentimento, una ventata d’aria fredda
le scompiglia i capelli castani e mossi. La musica altissima risuona per tutto
il quartiere e una vecchietta, affacciata alla finestra, la vede che sta per
entrare e le grida contro: “abbassate quella cazzo di musica o chiamo la
polizia!”
Rose fa per rispondere ma
la porta di casa si apre e le viene
posta un’altra domanda, questa volta da una ragazza più grande di lei di almeno
sette anni, anche se il tono arrogante rimane comunque.
“e tu chi cazzo sei?” Rose
deglutisce. Come inizio niente male.
“voglio solo parlare con il
mio ragazzo, Thomas Bishop, se me lo puoi chiamare..”
La ragazza la squadra da
cima a piedi, e scoppia a ridere: “Tu mi stai dicendo che Tom sta con TE?”
sottolinea quest’ultima parola come se fosse l’idiozia più grossa che abbia mai
sentito.
“me lo chiami si o no?”
L’altra continua a ridere.
“io non ci credo che Tom è il tuo ragazzo, nemmeno se me lo giuri sulle budella
di tua madre!”
Rose, dopo un attimo di
sorpresa, reagisce. Punta le mani sui fianchi e risponde: “senti, brutta
incannata, o mi chiami Tom, il MIO ragazzo, o mi fai entrare, scegli!”
La donna si appoggia con la
testa allo stipite della porta. “se no che fai?”
“ti do un cazzotto su
quella faccia da stronza e sicuramente ti faccio l’occhio nero meglio di quanto
possa fartelo tu con la matita.” Stupita dalle risposte secche e decise di
quella giovane così angelica, la ragazza la lascia passare, barcollando persino
per quel piccolo gesto.
Rose aveva preferito che la
donna mandasse a chiamare Tom, ma meglio di niente..
Entra e subito non solo la
musica altissima ma anche l’odore acre del fumo di sigaretta e di canna, la
stordiscono. *mio Dio* pensa mettendosi una mano davanti alla bocca, per
cercare di non svenire. La ragazza si toglie il giubbotto e rimane vestita con
i jeans e una maglietta bianca a maniche lunghe che lascia leggermente
trasparire la sua pelle delicata e il reggiseno.
Cerca ma non trova Susy tra
la gente e se ne compiace: sa che non si sarebbe mai mischiata in mezzo a
quella marmaglia. Già, invece lei per Tom è stata pronta a farlo. Lo cerca con
lo sguardo ma c’è davvero troppa gente ed individuarlo subito sarebbe
praticamente impossibile. Senza contare che la casa di Dawson è enorme.
Inizia a chiedere a
qualcuno ma senza buoni risultati. Improvvisamente qualcuno la afferra per un
polso, così forte da costringerla a voltarsi. Un ragazzo mezzo sbronzo con uno
strano ghigno in faccia, dice: “ehi bocconcino.. sei la ballerina che doveva
arrivare adesso?”
“no, non credo proprio. Sto
cercando Tom… sai dove sia?”
Il ragazzo le scoppia a
ridere in faccia e risponde: “ho io quello che cerchi..”
“Si, va beh, sarà per
un’altra volta, ok?” dice retoricamente Rose allontanandosi a passi svelti.
Improvvisamente intravede
Dawson seduto su un divano, che beve qualcosa. Si avvicina a lui.
“ehi, Dawson..”
Il ragazzo alza lo sguardo
verso di lei e, anche se non molto lucido, le sorride. “ehilà..”
Rose vorrebbe chiedere
subito informazioni sul suo ragazzo ma non fargli nemmeno gli auguri starebbe
male, così esclama. “ehi, auguri”
Dawson si alza e con un
sorriso ebete, la abbraccia. “grazie mille.. dai, siediti.”
“no, veramente devo cercare
Tom..” sorride la ragazza, un po’ imbarazzata.
“che, è successo qualcosa?”
“no, devo trovarlo però.
Devo parlargli.” Spiega la ragazza. Dawson capisce; o perlomeno sembra capire.
Sorridendo, alza il bicchiere a mo’ di brindisi. Rose scoppia a ridere.
“allora, l’hai visto?”
“probabilmente è in
giardino. Cercalo lì.”
“grazie, allora, e tanti
auguri ancora.” si congeda la ragazza, sfiorando, prima di andare, la guancia
dell’amico con le sue labbra gentili. Poi si allontana dirigendosi verso il
giardino. Dawson la segue con lo sguardo finché non scompare totalmente dalla
sua vista. Michael, sopraggiunto in quell’istante, nota la ragazza e commenta.
“ehi ma era proprio Rose? Tom aveva detto che non sarebbe venuta!”
“già.- considera l’altro –
ma ora è qui. L’ho mandata da lui, è in giardino, no?”
“si mi pare di sì. Anche
Ginny dovrebbe essere là.”
Il volto di Dawson si
ombra. “anche lei? E come mai?”
“e io che ne so!”
il moro sospira facendo un
nuovo sorso di un alcolico. “speriamo che Tom non abbia fatto qualche
cazzata..”
“dici che dovrei andare ad
avvisarlo?”
“ormai è tardi. Sarà
arrivata.”
“non mi pare il caso,
davvero.” Tom si scosta, si alza, ma Ginny non demorde. Lo segue, lo blocca,
prendendolo per una mano. Tom si gira, sospirando leggermente. Ginny insiste.
Lo abbraccia, accarezzandogli la schiena, sospirando, poi con le labbra
raggiunge il collo del ragazzo, lo sfiora.
Le sue labbra arrivano a
quelle di Tom, continuano a sfiorarle mentre il ragazzo, apparentemente
impassibile, rimane fermo, immobile. Indifferente come lo sarebbe una colonna
di marmo. Ma è tutta apparenza; Ginny è bella e sensuale, solo ad un gay non
farebbe effetto. Sente le sue resistenze cedere velocemente, sotto le sue mani
che non smettono di accarezzarlo e il suo corpo caldo premuto contro il suo.
Cede.
Sfoga la sua rabbia su di
lei, la stringe, la desidera.,
accarezzandole la schiena, i capelli, quel corpo che era suo, un tempo. Ginny,
forte di questa risposta positiva da parte del ragazzo, lo conduce di nuovo
sulla panchina. I due si siedono, lei gli è subito sulle gambe, cerca le sue
labbra.
Ma non accade. Tom ritorna in se, la allontana di nuovo e
si alza, frastornato.
“be?- domanda lei, delusa.-
che ti prende, adesso?”
Il ragazzo nega velocemente
con il capo. “fattene una ragione, Ginny, non succederà.” Poi si allontana a
passi svelti. Ma che cazzo gli è preso? Che stava facendo? Deve essere
l’effetto dell’alcool. Stava per fare una enorme cazzata. Non se lo sarebbe mai
perdonato, Rose non si merita questo.
Si, ma per un istante Rose
era scomparsa dalla sua mente. Per un piccolo istante Ginny aveva preso il
sopravvento. Non deve accadere più. Sono finiti i tempi del sesso e basta.
Adesso c’è l’amore nella sua vita. Non permetterà che finisca per una cavolata
del genere.
Attraversa il giardino.
Ginny lo segue. Non sa se vuole riprovarci di nuovo oppure è solo furibonda e
vuole dirgliene di santa ragione.
“Tom..” ma la voce non è
quella di Ginny, proviene dall’ombra, davanti a se.
Alza lo sguardo e il suo
cuore sobbalza, per un attimo, nel suo petto. Nascosta dalla luce lunare
dall’ombra dell’abitazione, l’unica. L’unica donna che ama e che desidera. Lei,
Rose.
Rose sorride e si morde
dolcemente il labbro inferiore, contenta del buon esito delle sue ricerche.
Ma il suo sorriso si spegne
presto. Dopo un istante vede sopraggiungere, dalla stessa direzione, Ginny.
La rossa arriva con passo
felpato e altero, ma la sua andatura rallenta dopo aver visto la ragazza appena
sopraggiunta. “ciao..” balbetta la castana con un nodo alla gola.
Quindi i due stavano
insieme, prima del suo arrivo…
Ginny la osserva con uno
sguardo di sfida. Ma che avrà da salutare? Si sente tanto vittoriosa? Povera
scema! Non lo sa, forse, che ha vinto solo una battaglia, non la guerra?? Se
non fosse stato per uno stupido ripensamento improvviso a quest’ora lei e Tom
starebbero avvinghiati a divorarsi!
“ciao.” Risponde Ginny con
uno sguardo a dir poco ghiacciato. Dà un’occhiata lampo a Tom, poi gira i
tacchi e se ne va. Avrebbe potuto alludere a qualcosa, farla pagare seriamente
a Tom. Ma ha preferito tacere. Infondo se avesse fatto ciò, Tom si sarebbe
ancora più irrigidito nei suoi confronti. No, meglio evitare.
Rose posa i suoi occhi
verdi sulla figura del suo ragazzo. Tom legge a chiare lettere l’ombra del
dubbio. Sospira. Che deve fare? Infondo non è accaduto niente!
“dimmi la verità.- inizia
lei.- perché vi guardavate così? è successo qualcosa, vero?”
“qualcosa è successo.-
risponde Tom. Vorrebbe dirle di aver ceduto, per un attimo, alle avances della
sua ex. Ma poi, perché farlo? Se non era accaduto niente, perché farla
angosciare per nulla?- ma non quello che credi tu.” Conclude.
Non può scaricare su di lei
i sensi di colpa di un attimo di debolezza. Non può e non vuole farlo.
Rose distoglie lo sguardo.
Quando i suoi occhi tornano a fissarlo, sono lucidi e angosciati. “ti prego,
dimmi che non è successo niente con Ginny..”
“abbiamo litigato.- mente
Tom.- ma non è accaduto nient’ altro.. dimmi che mi credi…”
La ragazza sospira. Che
deve fare? È partita di casa con l’intento di fare pace, ha messo piede in
quella bettola solo ed esclusivamente per lui e poi lo trova, solo, in un
giardino, in compagnia della sua ex. E per di più, prima di perdersi di vista,
si lanciano sguardi strani. Hanno litigato, dice lui. Può darsi. Ma perché Tom
dovrebbe mentirle? Non dubita del fatto che Ginny stia cercando di rubarle il
ragazzo, ma dai loro sguardi non si leggeva complicità, piuttosto rancore ed
odio. No, Tom non le farebbe mai una cosa del genere. Lo sa. Finalmente gli
sorride e dopo aver buttato le braccia al suo collo, sussurra. “Ti credo, ti
credo.” Lo sente fare un enorme sospiro di sollievo, dopo di che anche lui le
cinge il corpo, affettuosamente.
“e tu? Come mai sei qui?”
domanda quindi il ragazzo, aggrottando la fronte.
“per chiederti scusa-
risponde lei abbassando gli occhi.- mi
sono comportata davvero malissimo! Come una deficiente, una adolescente, sul
serio, mi dispiace.”
Tom le accarezza i capelli
mentre sussurra. “dai, non fa niente. e poi pure io mi sono comportato uno
schifo.”
“io di più, però- mormora
Rose guardandolo negli occhi.- ripensandoci, a casa, mi sono resa conto della
figura della ragazza ipergelosa che ho fatto! Tom, davvero, io mi fido di te.”
Il ragazzo le bacia
dolcemente le labbra. “non avrei mai creduto che tu avresti messo piede in
questa festa..” mormora Tom ad un passo dalle sue labbra.
“è perché ti amo.” Sorride
lei chiudendo la distanza che li separa con un tenero bacio.
Sentono la musica
impazzare, all’interno della struttura.
“andiamo a fare due salti?”
domanda il ragazzo, non smettendo di tenerle la mano. Non avrebbe mai
immaginato che la sua orgogliosissima e testardissima Rose avrebbe cestinato i
suoi principi per lui.
“perché no?” risponde lei
lasciandosi poi condurre all’interno dell’abitazione. Iniziano a ballare come
due scatenati, scherzando, infastidendosi anche, a volte, fingendo di accettare
complimenti di altre persone, con il semplice fine di farsi ingelosire l’un
l’altro. Le luci colorate messe a posta dal padrone di casa per creare
l’effetto disco, illuminano dolcemente i due ragazzi innamorati, gli unici a
divertirsi davvero in quel bordello di festa. Gli altri, a volte, rimangono
seri a fissarli, mentre sniffano coca o bevono qualche alcolico, cosa che porta
loro un divertimento mesto, triste, solitario, un vuoto dentro che ti logora e
basta, non appaga, al contrario delle loro risate genuine, spontanee, che
nascono da un semplice sguardo o da una battuta.
“oddio, sono distrutta..”
mormora ad un certo punto la ragazza, sedendosi ad un divano. Il ragazzo le è
subito accanto. “vuoi che andiamo?”
La ragazza annuisce, così i
due si alzano e, dopo aver salutato il festeggiato, escono dall’abitazione.
“vuoi per forza che ti
riaccompagni a casa?” domanda Tom mentre entrambi si avvicinano alla moto.
Rose si volta, intuendo un
accento strano nella sua voce. “perché? Hai in mente qualche cosa di meglio?”
Tom sorride. “pensavo di
ricambiare la tua ospitalità dell’altra notte, invitandoti a casa mia..”
La ragazza gli si avvicina
maliziosa. “è una proposta indecente?”
“vieni si o no?”
La giovane scoppia a
ridere, poi afferra il cellulare. “Pronto Hud? Eddai, lo so che è un po’ tardi
ma tanto non ci credo che stavi a dormire.. si, indovinato, non torno a
dormire, ok? Tu lasciami le chiavi sotto lo zerbino che domattina ti porto la
colazione, ti va? Va bene? Un baciotto, tesoro, ciao ciao.” Chiude sorridendo.
“povera Hud, sempre a casa, anche il sabato sera! Ci vorrebbe un fidanzato, ci
vorrebbe, povera amica mia, sempre a studiare..”
“avanti, sali.” La invita
Tom, già posizionato sulla sua ormai nota moto nera. La ragazza, anche se senza
casco, si accomoda dietro di lui. Per un attimo non riesce a non stare
amareggiata per la vita sedentaria dell’amica. Ci vuole uno scossone nella sua
vita. E deve pensarci lei, assolutamente, deve aiutarla. Le sue meningi si
stanno ancora spremendo, quando il mezzo si arresta sul retro della grande
villa. I due ragazzi smontano e, furtivi, si avvicinano all’entrata sul retro.
“cazzo, le chiavi!” sbotta
silenziosamente Tom quando, arrivati di fronte alla porta di legno, si accorge
di non avere preso le chiavi. Rose fa un impaziente segno di diniego con il
capo.
“e bravo! E adesso che cosa
facciamo?”
“ma che ne so..”
“L’unica soluzione sarebbe
svegliare la peruviana!”
“vuoi scherzare?-
controbatte lui, indignato.- sarebbe come prendere un megafono e gridare ai
quattro venti!”
“altre soluzioni?” domanda
lei, braccia conserte, il capo delicatamente inclinato di lato e un’espressione
falsamente sorridente. Il ragazzo non si lascia certo scimmiottare così: deve
trovare un’altra soluzione. I suoi occhi viaggiano nell’oscurità scrutando il
cortile e il giardino; niente, non ci sono altre possibilità. Non ha le chiavi
quindi il portone principale è da evitare, le finestre sono abbastanza basse ma
sono attivi gli antifurto e non è il caso di mostrare a Rose le mille e mille
tecniche che conosce per disattivarli. Senza contare che il mattino dopo suo
padre chiamerebbe l’FBI perché troverebbe tutto in corto circuito. No, troppo
complicato. D’altra parte, però, non può nemmeno arrendersi così. Per un ladro
è maledettamente imbarazzante dover ammettere di non poter entrare in una casa,
accidenti!
“allora, mrsotuttoio??- lo
interrompe la ragazza con la medesima aria pungente.- ehi, sto parlando a te!
Guarda che tu non sei abituato a pensare, se continui così ti mandi in panne il
cervello!”
Tom scoppia a ridere. “ma
quanto siamo simpatici questa sera???- domanda sarcasticamente.- e vediamo tu,
allora, come te la cavi!! Guarda che se la peruviana si mette ad urlare sono
cazzi acidi, mia cara! Avanti, vediamo che combini!”Esclama, a bassa voce, e
questa volta è lui a mettersi a braccia conserte, a guardarla con un atto di
sfida.
Rose fa un respiro e bussa
lievemente alla porta, con un tonno che un ladro professionista direbbe pieno
di talento: ne troppo gentile, ne troppo fermo e perentorio.
Nessun segno di vita. Rose
non si da per vinta e ritenta. Di nuovo. Tom sorride in maniera beffarda
constatando che, anche lei, ha miseramente fallito.
Ma deve ricredersi.
Improvvisamente
dall’interno si sente la voce ovattata un po’ impaurita della peruviana in
persona.
“chi è?” domanda quasi in
preda ad una rabbia terrorizzata. Senza nemmeno dirlo, Rose si volta verso di
lui con un’aria da trionfatrice e un’espressione da c.v.d. = come volevasi
dimostrare.
“tranquilla, sono io,
Thomas.” La voce di Tom, invece di risultare tranquillizzante come avrebbe
dovuto, suona piuttosto come un ringhio arrabbiato. Possibile che debba vincere
sempre lei?
Dopo qualche secondo, l’uscio di legno pitturato di bianco in linea con il resto della villa, si apre e compare la peruviana, stretta nella sua camicia da notte, gli occhi ancora più piccoli del solito.
“misericordia divina!!- esclama vedendo che è proprio vero.- ma signor Thomas sono le..”
“ci scusi..” interviene Rose rimasta, prima, un po’ nell’ombra.
“.. signorina Sandeker????? Che ci fa lei qui?”
I due giovani si scambiano uno sguardo complice e scoppiano a ridere. Subito la peruviana esibisce un sorriso a trentasei denti e dice, contenta. “ma è un dono di Dio!- esclama sottovoce alzando gli occhi al cielo.- ci voleva proprio una persona perbene accanto al signor Thomas, una persona educata, composta, allegra, di bell’aspetto come lei, signorina, che ..”
“ehm ehm” Tom finge di avere improvvisamente un colpo di tosse e Rose lo fulmina con lo sguardo in risposta.
“oh be, entrate su!” dice sorridente la donna, lasciando passare i due giovani.
“le saremo grati se non lo riferisse a nessuno, per ora.” Il tono di voce di Tom sa molto di un ordine velato…
“oh, non si preoccupi.- sorride lei.- buonanotte.”
I due giovani si stanno dirigendo verso la camera da letto del ragazzo quando l’anziana governante li richiama di nuovo. “ah, ragazzi! –i due si voltano.- non fate tanta confusione, per favore..”
Rose scoppia a ridere, divertita e un po’ imbarazzata, e la rassicura. “non si preoccupi.”
Gli occhi neri della
peruviana li osservano entrare nella camera, furtivamente, quasi, sorridendosi
a vicenda, complici e amanti. Sorride. E poi, sospirando di ricordi e di
nostalgia per i tempi della sua gioventù, ritorna nella sua stanza.
Rose attraversa la camera
dando una rapida occhiata al piccolo mondo di Tom, quel mondo che difficilmente
è accessibile. Cammina sopra il tappeto persiano, ignara di quello che c’è
sotto, e si dirige alla finestra, stiracchiandosi. “mm.. sono stanchissima..”
“ma non mi dire..” mormora
Tom malizioso, avvicinandosi a lei. Rose, giocando, si sposta velocemente,
sottraendosi alla presa del ragazzo. “no, no, no.. non mi va..” finge
spostandosi dalla parte opposta della stanza con passo felpato, un sorriso
malizioso e divertito dipinto in viso.
“ah si, eh?” domanda Tom
cercando di nuovo di afferrarla ma Rose scarta di lato. Ridendo sottovoce come
aveva raccomandato loro la peruviana, si rincorrono per il perimetro della
grande stanza, in un divertente gioco amoroso. Quando finalmente il ragazzo la
afferra per un braccio, subito la attrae a se e la spinge sul letto. “ah, ah,
hai perso a quanto pare..”
“tu dici?” Continuano a
lottare tra di loro, ridendo, scherzando. Lui la parte del seduttore, lei della
donna che oppone resistenza. Ma il gioco non dura ancora per molto. Quando, in
uno dei tanti risvolti della lotta, si trovano uno sopra l’altro, a pochi
centimetri, il gioco si infrange e il cacciatore spietato di prima diventa di
nuovo un focoso ma tenero amante e lei, la preda che graffia, fugge e si oppone, ora è una mansueta e dolcissima
tigre che si lascia lentamente cadere nella trappola del suo bracconiere.
“salvami… Tom!!!!! Io non ho colpa in tutto questo, ti
prego, salvami!!!!”
Con un balzo il ragazzo si sveglia , agitato, confuso. Di nuovo. Di nuovo quell’incubo.
I suoi occhi ancora turbati e spaventati per l’ennesima comparsa di quel sogno inquietante, si posano sulla sveglia. Le dieci. Si accorge di essere completamente illuminato dal sole che filtra dalla finestra. È mattino.
Strano che Diana non sia ancora venuta a svegliarlo, lei di solito, la domenica, si precipita alle nove e mezzo in punto da lui per stare un po’ sotto le coperte con il fratello. Ma oggi, grazie a Dio, non è venuta. Be, trovarlo nudo e con una donna al fianco, non sarebbe stato proprio il massimo per una bambina. Per una volta la lingua lunga della peruviana è servita a qualcosa. Il sole caldo di quella bella giornata gli mette un po’ di buonumore e caccia via dalla sua mente l’ombra fantasma di quella donna sconosciuta.
I suoi occhi si posano, infine, su Rose che dorme tranquillamente appollaiata accanto a lui.
È prona, abbracciata al cuscino; il sole bacia la sua pelle candida e vellutata della sua schiena nuda che si alza e si abbassa lentamente, assecondando il suo respiro pacato. I suoi capelli, resi quasi dorati dalla luce solare, si sparpagliano sul cuscino e in parte sul suo viso.
Tom glieli toglie dal volto e osserva, piegando il capo di lato, la finitezza dei suoi lineamenti. Con la punta delle dita percorre lentamente la linea perfetta delle sue sopracciglia, le ciglia lunghe, la curva del naso e infine il disegno delicato delle sue labbra carnose e leggermente dischiuse.
Improvvisamente i suoi occhi di smeraldo si aprono, piano piano.
“buongiorno..” sussurra Tom accarezzandogli dolcemente il viso.
“buongiorno a te..” risponde lei sorridendo, finalmente. I due giovani si scambiano i loro rituali bacini bacetti baciotti mattutini, poi Tom afferra qualche capo per vestirsi parzialmente e si alza.
Rose corruga la fronte. “ma che ore sono?”
“le dieci. Vado a prendere la colazione .. tu non muoverti..” la ragazza si mette supina e, coprendosi pudicamente con il lenzuolo, osserva il ragazzo girare la chiave della stanza e allontanarsi per la casa.
Tom, in pantaloni, avanza barcollando in cucina dove tutta la famigliola è riunita a fare colazione.
“ciao, Tom!” lo saluta Diana, sorridente, appena vede il fratello comparire sulla soglia della porta.
“buongiorno piccola..” dice scompigliandole i capelli e facendole un buffetto su una guancia.
La bambina, ancora in pigiama, scoppia a ridere sotto gli occhi freddi ma interessati di Nick che scruta il figlio da capo a piedi. “buongiorno.- dice infine.- fai colazione con noi?” domanda, con quel sorriso tipico di chi sa di sapere.
Tom si ferma ad osservare il genitore. “buongiorno. No, non questa mattina…..- vede il vassoio che la peruviana ha preparato per loro.- ah ecco. No, preferisco farla a letto, grazie. Dopotutto è domenica”
“per un nullafacente come te,un giorno dovrebbe essere uguale all’altro, visto che non lavori.”
Tom sorride sarcasticamente mentre prende il vassoio.
Nick rimane interdetto, con la brioche ad un passo dalla bocca: come, non ribatte?
“allora io vado, eh?” si congeda il ragazzo velocemente, allentandosi.
“ah, Tom!- lo richiama improvvisamente Diana mordendo un biscotto a forma di ciambella. Il ragazzo si volta facendo ben attenzione che gli oggetti contenuti sul vassoio non perdano l’equilibrio.- salutami tanto tanto Rose.”
Il sorriso di Tom si spegne subito. Nick scoppia a ridere. Gli occhi azzurri del ragazzo si posano subito sulla peruviana che, colpevole, abbassa gli occhi. Vecchia pettegola..
“lo farò sicuramente.” Risponde Tom, con un falso sorriso, allontanandosi velocemente.
Per il corridoio incontra Grams. “ah, complimenti signor Thomas.” Esordisce il cameriere.
“ah.. e.. complimenti per che cosa?”
“ma come per che cosa??? Mi saluti tanto la signorina Sandeker, mi raccomando!”
L’irritazione di Tom sta salendo picchi esorbitanti. Con un sorriso teso e sarcastico ribadisce: “certo, lo farò.” Poi, scartando di lato con una mossa un po’ rabbiosa, si dirige in camera e chiude la porta con un calcio.
“ehi, che grinta!- commenta la ragazza, ridendo.- sei sempre così esuberante anche di prima mattina? Beato te, io prima di carburare ci metto mezzo secolo! E allora, questa colazione? C’hai messo un decennio, nemmeno avessi dovuto prepararla tu!”
“e tu di prima mattina hai già questa prontezza polemica?” domanda lui avanzando con il vassoio.
Rose si sporge con il busto mentre il ragazzo appoggia il vassoio sul letto. Prende uno dei due caffè.
“ah.- dice lui un po’ acido.- ti saluta tutta la mia famiglia.”
Rose inizia a tossicchiare. “che cosa?”
“te l’avevo detto, io, che parlare con la peruviana sarebbe stato come prendere un megafono in una piazza dove c’è il mercato!”
la ragazza scoppia di nuovo a ridere.
“ridi?”
“e che, c’è da piangere? Infondo non faccio più le lezioni a tua sorella, che male c’è se sanno che stiamo insieme?”
“tu non li conosci.- la interrompe, apatico.- sarà una rottura totale! Ti considerano come una specie di mito, una dea di perfezione..”
“l’ho sempre detto, io, che la tua famiglia c’ha l’occhio lungo..”
“comunque sarà un inferno..” borbotta Tom prendendo una brioche e addentandola.
Dopo alcuni attimi di silenzio, la ragazza esclama. “ah,devo dirti una cosa..”
“lo sapevo.” Commenta lui.
“come lo sapevi? Cosa?”
“che non potevi resistere zitta altri due secondi!”
“scemo!- la ragazza gli molla un cazzottino all’altezza della spalla.- stammi a sentire piuttosto. Hai presente Hud?”
“l’angioletto che sta alla tua spalla destra?”
“proprio lei. Devo fare qualcosa per aiutarla. È troppo apatica, troppo sedentaria.”
Il ragazzo sospira. Quando Rose inizia così va a finire sempre male. Ormai ha capito il gioco. * e tu mi devi aiutare* pensa anticipando le sue parole.
“e tu mi devi aiutare. – ecco: puntuale.- Ti prego, devo fare qualcosa per lei.”
Tanto sempre così va a finire.
Il giovane sospira. “ma.. io che posso fare, Rose?”
“hai capito, lei non esce mai!! Per esempio potremo integrarla in una delle nostre uscite..”
“sì, buona idea. Ricordale di portare la candela, però..”
“sei uno stupido, ma che ti pare che le faccio fare il terzo incomodo? Con noi verrà anche un tuo amico.”
“un.. un mio amico??” esclama, incredulo.
“ma sì, dai, ti prego! Ce ne sarà uno un po’ adatto a lei, tra tutti!!- Tom si finge pensieroso.- oh, ma una persona perbene, non un cafone, chiaro? Non mi far fare casini, Tom, che dopo passo i guai! Devo risollevarle la vita, non farla ripiombare nell’abisso dell’apatia, capito? Un tipo a posto!”
Il ragazzo, sospirando, passa in rassegna mentale tutte le persone che conosce.
Harry. No, Harry no. Harry è uno sbandato, fa casini, a lui piace solo il sesso.
Dawson. No, nemmeno lui. figurati se a Dawson interesserebbe una ragazza come Hudson, precisa, razionale.. no, no.
Il tedesco neanche a parlarne. A lui le donne interessano solo se nude e ben disposte.
Sospira. Poi lo spiraglio di luce: Michael!! Come aveva fatto a non pensarci! Michael sarebbe perfetto!
“allora?” domanda lei, con quello sguardo a cui nessuno saprebbe negare qualcosa.
“Michael..”
“Michael?- ribatte lei, altera. Rimane un po’ interdetta poi sul suo volto si illumina un sorriso.- ma amore, è perfetto!!!!!”urla buttando le braccia al collo dell’innamorato.
“contenta?”
“certo!!! Presto, chiamalo!”
Tom sbianca. “come chiamalo?”
“sì, oggi andiamo a fare un’uscita a quattro!! Ho già pensato a tutto, ho un sacco di idee!!” esclama la ragazza al colmo della gioia.
Il giovane la osserva stupito. “ un sacco di idee?? E quando le avresti pensate queste idee?”
“mentre andavi a prendere la colazione!” esclama orgogliosa.
“non ti si può lasciare un minuto sola, eh?”
Rose ride ma con uno scatto si alza dal letto e, coperta solo dal trasparente manto del lenzuolo, afferra il cellulare del ragazzo. “avanti, fallo per me…” dice con quell’alone di sensualità.
Tom fissa la sua figura illuminata dalla luce del sole che rende quel lenzuolo così trasparente, quello sguardo malizioso. Sospira. “ e va bene…”
“IUIUUUUUUUUUUUUUUU”urla la ragazza abbracciandolo vorticosamente.
Tom contraccambia la stretta ma con la stranissima sensazione di essersi cacciato proprio in un mare di guai.
Fine quindicesimo capitolo.