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Autore: 3lo_2ofi    08/07/2011    1 recensioni
...-Lexa!- sentii una voce famigliare chiamarmi, Callie, meno male, non ci siamo persi.
-Hey Callie.. Dove siete?- chiesi guardandomi attorno.
-Non lo so. Sono andata in bagno.. E non trovo più il tavolo..- disse sorridendo da ebete.
Vidi Nathan con la coda dell’occhio cadere all’indietro di botto.. Anche io le prime volte reagivo cosi, ma poi ci si fa l’abitudine.
-Tu, Sei un Mark al femminile..- disse lui alzandosi in piedi.
-Ahah!- fece Callie divertita.. Non so se dalla mia faccia, che descriveva quanta pena e quanto irritamento mi provava Callie in questi momenti… O per Nathan.. Che ancora non sapeva come reagire.
[Estratto dal capitolo 6]
Genere: Commedia, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci tornate, ma ancora per poco, purtroppo. Magari voi non lo pensate … ma noi siii!!!
Vi lasciamo al capitolo davvero kawaiii
 
 
Buona lettura e commentate!!
 
 
 
Mi svegliai il giorno dopo, ma mi sentivo triste.
Mi alzai dal letto e trascinai i piedi fino al bagno. Poi mi lavai con acqua gelata il viso, e quello mi fece riprendere del tutto, sia dalla stanchezza che dalla tristezza.
Decisi che non avrei passato questi ultimi giorni con un’emo depressa, assolutamente no. Ma avrei fatto impazzire i miei compagni.
Mi s’illuminarono gli occhi. Mi diedi una spazzolata veloce e corsi verso il mio armadio.
Mi fiondai come una furia dentro l’armadio frugando tra tutti i vestiti rimasti, creando un trambusto mai visto prima.
Ne cavai fuori una canotta lunga, con le spalle larghe a righe, tutte di diversi colori. Degli shorts di jeans chiari, leggermente strappati sulle tasche e ci abbinai le mie immancabili all star alte, di un bell’arancione fluo con i lacci blu glitterati.
Mi sentivo pronta per passare una bella giornata. Ma un ticchettio continuo sui vetri mi fece voltare.
Vidi che il cielo azzurro dei giorni scorsi non c’era più, ma era stato sostituito da quello grigio che tanto detestavo.
Impallidì da quello che vidi: stava piovendo, e anche abbastanza forte. Arretrai velocemente dai vetri e andai a sedermi sul letto, abbracciando il cuscino. Poi chiamai Lexa.
-Lexa … svegliati per favore!- le chiesi fissandola. Lei intanto, se ne stava beata sotto le coperte.
Cosi mi alzai e con il cuscino peloso che avevo in mano, cercai di soffocarla. Pian piano lei cominciava a muoversi sempre più velocemente, finché con un ultimo scatto tolse il cuscino dalla sua faccia.
Poi pian piano, come se fosse stata uno di quei vampiri che si alzano lentamente dalla propria bara per attaccare la preda, lo fece anche lei.
Il suo sguardo faceva intendere tutto il suo odio in quel momento per la sottoscritta.
-Perché diavolo hai cercato di soffocarmi …?- chiese lei tra i denti. Mentre le sue nocche strette in un pugno serrato diventavano bianche.
-S-scusa Lexa, ma …- mentre mi confessai, portai il mio dito in direzione della finestra.
Lei voltò la testa e il suo sguardo da durò, mutò in comprensivo.
-Non capisco proprio questa tua paura insensata …- disse lei mentre andava in bagno per sciacquarsi. Io la segui trotterellando.
-L’ho sempre avuta. Mi da l’impressione come se il cielo cadesse a pezzi, e credimi: non è una bella sensazione.- le raccontai. Lei rise silenziosamente, ma poi si scusò.
-Mi dispiace Callie, ma è abbastanza comico come ragiona la tua testolina bacata.- rispose lei, mentre si pettinava i capelli, e usciva dal bagno con me dietro.
Si diresse anche lei all’armadio e ne tirò fuori una canotta rossa, dei pantaloni di jeans e le all star rosse. E legò i suoi capelli nei soliti codini bassi.
-Senti chi parla di strane fobie.- commentai scherzosa io, mentre scendevamo al piano di sotto per fare colazione. –Se ti dico granchi, a cosa pensi?- domandai fissandola.
-Vediamo … mi vengono in mente i granchi?- mi disse con tono ovvio. –Dobe.- aggiunse accelerando il passo.
Arrivammo in sala da pranzo che erano presenti tutti. Il chiacchiericcio dagli ultimi due giorni era aumentato, ma non abbastanza.
Sbattei i pugni sul tavolo e presi a strillare.
-Su con la vita ragazzi!! Non deprimiamoci!! Gli ultimi giorni da passare insieme dovranno essere i migliori mai esistiti!- dissi incitandoli. Il mio umore allegro li fece sorridere.
-Callie ha ragione!- continuò Mark, -forza andiamo a divertirci!- pose le sue posate sporche e le lasciò nel lavandino poi corse di sopra a cambiarsi. Ora che ci ripensavo non avevo mai visto Mark con abiti casual, ma solo con la sua dannata divisa.
Gli altri ragazzi erano già vestiti normalmente. Quando Mark tornò, apri la bocca sorpresa: stava davvero bene!
Indossava dei jeans scuri, con una t-shirt bianca e aveva le scarpe con su un fulmine giallo, che spiccava su tutto il completo.
-Wow Mark! Dovresti stare vestito cosi più spesso!- commentai io, dandogli una pacca sulla spalla. Lui sorrise.
-Non lo faccio perché trovo i jeans tremendamente scomodi!- rispose grattandosi la nuca.
-Forza andiamo fuori!- disse lui tutto contento.
-Ma capitano sta diluviando!- dissi io, cambiando tono di voce. –Cosa pensi di fare con questo tempo?- aggiunsi.
-Qualcosa troveremo!- rispose con entusiasmo. –Forza, ognuno prenda una mantellina e usciamo!- disse. Tutti pendevano dalle sue labbra e naturalmente lo seguirono.
Io ero letteralmente terrorizzata. Ma ero stata io ad iniziare quel discorso di divertirsi, ed ora come facevo a tirarmi indietro?
Mentre stavo pensando ad una strategia mi raggiunse Joe.
-Tieni Callie.- mi disse, porgendomi gentilmente una k-way completamente trasparente. Io lo guardai scioccata.
-Di colorate non c’è n’erano, e visto come sei vestita, ho pensato che una trasparente ti avrebbe fatto comodo.- disse sorridendomi. Era cosi carino.
-Grazie mille, Joe.- dissi fissandolo in quegli occhioni blu. Lui contraccambiò per poi raggiungere il suo amico David.
Io la indossai subito, ma ero ancora impanicata. Poi Lexa mi sorprese da dietro.
-Allora Callie, sei pronta per la prova di coraggio?- chiese lei, parlando come Paolo Bonolis.
-Smettila di prendermi in giro!- risposi spintonandola.
-Cosa farai ora, vai avanti, oppure ti tiri indietro inventando una delle tue belle balle? A te la scelta.- cosi dicendo andò verso Nathan e gli altri.
-Se siamo tutti pronti direi di uscire!- gridò Mark. Ero il momento. In fondo avevo attorno il corpo un sottile strato di plastica che mi proteggeva. Sarei resistita, sperai con tutto il cuore.
Il nostro capitano apri la porta e fummo investiti in pieno da una potente ondata di aria gelida. Altro che bella stagione, sembrava inverno!
Decisi di stare in fondo alla fila, almeno se avessi avuto troppa paura nessuno, si sarebbe accorto di me.
Quando lasciai il portico la senti, come se fossi in giro nuda. Le goccioline fredde sulla mia pelle davano una strana sensazione di freschezza. Ma il terrore mi attanagliava le viscere. Ogni passo mi costava uno sforzo immane.
Camminammo un bel po’ a vuoto. Non avevamo nessuna meta e in giro non c’era anima viva. Sembrava un paese abbandonato. Con la nebbiolina e lo scroscio d’acqua, le davano un aspetto tetro. Mi vennero i brividi di freddo.
Continuammo a girovagare per il villaggio finché un tuono ci fece sussultare.
Poi l’acqua prese a cadere più forte, ma qualcosa di durò mi atterrò in testa. La presi tra le mani e mi accorsi che era grandine. Presa dal panico, mi allontanai dal gruppo e andai verso la spiaggia, per poi salire per la collina e raggiungere la stessa casa dove mi avevano fatto la sorpresa.
 
Intanto dagli altri …
-Ragazzi sta grandinando!! Forza entriamo in quella gelateria!!- gridò Mark. Era l’unico negozio aperto in quel giorno di tempesta.
Era davvero bello, sembrava uno di quei vecchi saloon Western. Non l’avevo mai notato. Inoltre avevamo a disposizione vasta scelta tra gelati, granite, frappé e altri dolciumi di cui non conoscevo il nome.
Ero ancora incantata ad osservare tutti quei gusti, quando una voce allarmata attirò la mia attenzione.
-Hei Lexa, hai per caso visto Joe?- domandò David avvicinandosi.
-Direi di no, e non dovresti farla a me questa domanda ma a Callie.- risposi guardandolo. Lui sospirò.
-Lo so, ma non si trova neppure lei. E non sappiamo dove diavolo si sono cacciati.- aggiunse.
-Fuga d’amore!- commentò malizioso Torch, ridendo a crepapelle, mentre Gazel lo guardava male.
Accidenti! Lo sapevo che era meglio se non veniva!” pensai.
-Sicuramente stanno bene. Aspettiamo che il tempo si calmi. Joe sapeva di questa gelateria e probabilmente saprà di trovarci qui. Se non arriveranno, andremo a cercarli.- disse Xavier, bevendo i suoi frullato tranquillamente seduto accanto a Jordan.
Io annui. Era la cosa migliore da fare. Tranquillizzata dall’idea di Xavier andai a scegliermi un gigantesco gelato alla vaniglia.
 
Tornando dalla fuggiasca …
Era già un po’ che stavo rannicchiata sperando che il temporale passasse. Pensavo che avrei potuto sconfiggere quella paura, mi sbagliavo. Lo scricchiolio della porta che si apriva mi fece tendere le orecchie. Qualcuno stava entrando. Che ci vivesse qualcuno? Impossibile, era piena di polvere e ragnatele. Magari era una persona che amava lo sporco … Non aveva né capo né testa il mio ragionamento.
Aguzzai l’udito e senti dei passi leggeri che venivano dalla mia parte, iniziai a spaventarmi.
Ma quando udii la sua voce, mi senti calma, rilassata.
-Callie? Sei qui?- Joe chiamava il mio nome a gran voce, mentre si girava spaesato. Mi alzai in piedi e andai verso di lui, tendendo le braccia.
-Sono qui Joe!- dissi, poi lui si girò ed io lo abbracciai istintivamente. Lui mi accolse affettuoso.
-Per favore, non lasciarmi più.- mugugnai appena. Lui sorrise. Ci sedemmo per terra, ma non mi ero ancora slacciata dalle sue braccia. Ero spaventata ed infreddolita per farlo e inoltre, era davvero piacevole stare cosi avvinghiata a lui.
-Va un po’ meglio?- domandò lui, poco dopo.
-Cosi cosà.- confessai, in uno sbuffo.
-Mi vuoi dire cos’è successo? Stavo vendendo dietro con te, poi però ha iniziato a grandinare leggermente e tu ti sei allontanata e cosi ti ho seguita.- disse lui. Era il momento della verità per Callie Lee.
-Ho reagito cosi perché … non ridere quando te lo dico.- domandai seria. Lui annui convinto. –Bé, io ho paura della pioggia.- confessai nascondendo il mio viso nel suo petto. Senti appena un risolino, e man mano che passava il tempo divenne sempre più forte. Alla fine rideva con le lacrime agli occhi. Io prima ci rimasi male, ma poi cominciai anchio. Scaricando la tensione che provavo in quel momento. Alla fine fu lui a rompere quel momento.
-S-scusa se ho riso. Ma davvero hai paura della pioggia?- chiese asciugandosi una lacrima al bordo del suo occhi sinistro.
-Non so il motivo ma fin da bambina ho sempre creduto che quando pioveva, significava solo una cosa: la caduta del cielo.- dissi arrossendo lievemente. Lui però si fece serio.
-Non devi più temere: questa è solo un’assurdità inventata dagli adulti per non farti uscire a giocare con la pioggia.- disse lui.
-Come fai a sapere che l’hanno inventata degli adulti?- domandai io fissandolo.
-Semplice: lo dicevano anche a me. Ma non sono mai riusciti a fermarmi.- rispose.
Poi mentre i miei occhi magenta incontravano i suoi blu, improvvisamente smise di piovere.
Attirati da quella sensazione, uscimmo insieme. Le gocce di rugiada creavano uno strano gioco di luci. Poi alzando lo sguardo al cielo, notai un bellissimo arcobaleno.
-LA PROSSIMA VOLTA VINCERÒ IO!- gridai con tutto il fiato che avevo in gola.
-Vieni dai, so dove trovare i nostri compagni.- cosi dicendo Joe, prendendomi per mano mi portò nel paradiso. Era una gelateria grande tre volte quella del nostro paesino.
Quando gli altri ci videro ci assalirono. Fummo sottoposti al terzo grado. Ma alla fine non successe niente. Comandai ben tre frullati ed un gelato.
La giornata si concluse in fretta. Quando fummo a casa avevo una gran fame. L’ora di cena arrivò in un batter d’occhio: c’era la pizza.
-Ragazzi che giornata!- sospirò soddisfatto Mark. Tutti gli altri approvarono.
-Chissà domani cosa ci capiterà.- commentò Shawn. Il pasto finì allegramente.
Prima di andare a dormire Joe ed io ci scambiammo un lungo sguardo, per poi augurarci buona notte.
Era stata davvero una giornata magica, in tutti i sensi. Mi addormentai felice, ma attenta alla vedetta di Lexa.

 
 
 
Chissà cosa accadrà nei prossimi giorni? Hehe
A prestuuuuuuuuuu ;D 

  
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