Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: AmaleenLavellan    08/07/2011    1 recensioni
Un concorso, un filo conduttore.
Un francese che si assume il ruolo di Cupido, un mondo intero che coglierà l'opportunità.
«Bonsoir, gentili ascoltatori, qui è il vostro Francis da Radio “Le Monde”. Prima di lasciarvi cullare da dolci note jazz, devo fare un annuncio importante: dalla settimana prossima, inviateci una dedica, breve o lunga, a una persona a cui tenete, e scrivete anche il nome di una canzone. Ogni giorno, fino a domenica, sorteggeremo una di queste, che verrà letta qui alla nostra radio a fine programma. Che cosa romantica, oui? Mi raccomando, scrivete, scrivete, scrivete! L’amore che dichiariamo ai nostri cari non è mai abbastanza. Potrebbe essere un bel regalo, non è forse vero? Ora vi saluto, sintonizzatevi domani, alla stessa ora, su Radio “Le Monde”! Au revoir~ »
[UsxUk, Angary, GerIta, Spamano, PoLiet, SviLiech]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Axis Powers/Potenze dell'Asse, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti :D
Vi chiedo immensamente scusa per questa sottospecie di ritardo mostruoso... chiedo perdono, davvero. 
Il punto è che volevo che questo capitolo fosse importante, speciale, poichè avrebbe dovuto essere l'ultimo... E invece non mi convinceva affatto, per nulla. Per questo ho rinunciato per un periodo lunghissimo... poi invece ho letto del decreto legge sui diritti d'autore, e terrorizzata che chiudessero efp mi sono detta che DOVEVO finirla, anche se avevo paura di scontrarmi con il mio blocco incredibile che mi deprimeva non poco... beh, alla fine mi sono messa a scrivere questa cosa. Avrebbe dovuto essere l'ultimo capitolo questo, e invece non è così. A mettere tutta la fine in un capitolo solo sarebbe venuta fuori una cosa decisamente TROPPO lunga, quindi ho deciso di spezzare la giornata di "domenica" in due parti. In ogni caso, prometto che posterò la seconda parte domani o dopodomani, di sicuro. 
Scusate di nuovo questo ritardo mostruoso, lo so, faccio schifo. 
E scusate anche per questo capitolo di passaggio. 

Bando alle ciance! In questo capitolo si spiega un po' come si sono conosciuti i nostri amati personaggi... Ho cercato di spiegare un po' dove vivono, e come ci sono arrivati. Lo so che le situazioni sembrano forse un po' surreali, ma ho cercato di essere più coerente possibile con quello che avevo già scritto... Oddio, spero davvero che non sia venuto fuori un disastro! Fatemelo sapere, comunque u.u 
Non mi sembra ci sia altro da dire, e non mi sembra ci siano note da fare...
Ah sì! Ci ho messo tanto UsUk, vi avviso xD Soprattutto, ho inserito una scenetta che ho SEMPRE voluto fare su quei due, ma non trovavo mai il contesto in cui inserirla... vediamo se indovinate qual'è xD Si trova verso la fine.. xD
Ok, ora vi lascio al capitolo...
Scusatemi ancora ç.ç


Domenica, Tarda Mattinata
- Dichiaro aperta la prima conferenza mondiale! Ahahahah! – esclama un ragazzo biondo, saltando in piedi dal divano su cui era stravaccato e scoppiando a ridere.
- Poche arie, Alfred! – lo zittisce prontamente l’uomo alla sua sinistra, fulminandolo con gli occhi verdi – Razza di americano idiota – sbuffa.
- Ma sono il tuo idiota, Arthur! – ribatte Alfred con un sorriso enorme, schioccandogli un bacio sulla guancia. Arthur spalanca gli occhi, cercando (inutilmente) di nascondere il rossore, che gli ha appena conquistato il viso, abbassando la testa. Non riesce però, l’inglese, a bloccare il sorriso che gli nasce spontaneo sulle labbra, mentre l’altro torna a sedersi, gloriandosi di aver zittito il fidanzato.
Nel resto della grande stanza della villa di Roderich, tutti i presenti stanno chiacchierando, ridendo, litigando: come un grande gruppo di amici che si conosce da una vita. Soltanto uno, tra tutti, sembra spaesato: Toris si guarda infatti intorno, cercando di capire in che gabbia di matti si è trovato.
Osserva le persone che lo circondano attentamente, appoggiato a una delle pareti, in disparte. Il ragazzo che si è presentato saltandogli addosso prima – si chiama Feliciano, come gli ha ripetuto lui stesso prima, almeno dieci volte – è seduto in braccio a un uomo biondo – Lud, così lo ha chiamato Feliciano, ripetendogli altre dieci volte che era il suo ragazzo – dall’aria imbarazzatissima, che cerca di ignorare il fidanzato che gli si è avvinghiato addosso. Oltretutto il povero Ludwig (Toris sta seriamente iniziando a compatirlo) è in tutto questo preso a pugni da un altro ragazzo, gemello di Feliciano, al quale sembra non andare a genio che i due stiano troppo vicini. Il lituano sta pensando di intervenire, ma viene preceduto da un altro ragazzo con i capelli scuri. È abbronzato, come se venisse dal sud, e si è appena avvicinato al fratello di Feli. Gli sussurra qualcosa all’orecchio, abbracciandolo da dietro. Lovino – è così che si chiama il ragazzo, Toris l’ha appena ricordato – pone una leggera resistenza, ma è chiaro che lui per primo vuole cedergli, e così fa, quando pochi istanti dopo, tenendolo per mano e rosso in viso, esce dalla stanza.
A quel punto Toris si gira verso Feliks, che, seduto su un altro gruppo di divanetti (quella stanza è davvero enorme!) sta discutendo con entusiasmo con una ragazza dai capelli lunghi e scuri. È una delle due sole donne che sono con loro – l’altra però sembra molto più piccola.  È bionda, con un viso gentile; ed il semplice fatto che sia l’unica, nella stanza, a non star urlando, la rende automaticamente la più simpatica dei presenti, agli occhi del lituano.

  - To! – un uragano di capelli biondi –che subito riconosce come Feliks- gli si fionda addosso, cominciando a saltellargli intorno.
 - Dimmi la verità, Feliks, la tua crescita si è bloccata quando avevi 7 anni e hai scoperto che Ivan aveva rasato a zero tutte le tue barbie, e da allora non sei più maturato – sospira con rassegnazione.
Feliks sbuffa, fermandosi di colpo – Me lo dici ogni giorno, cioè. Ma ora vieni, ti devo totalmente far conoscere Elizaveta, è, tipo, fantastica! –
Senza neanche aspettare una risposta, Feliks lo trascina nella direzione della ragazza castana di prima, che li sta osservando trattenendo a stento una risata.
- Liz, questo è Toris! È il mio ragazzo, cioè. –
- Ciao Toris – gli sorride la ragazza, stringendogli la mano – io sono Elizaveta. –
- Lieto di conoscerti – risponde lui, chinando il capo.
- Carino ed educato – esclama deliziata Elizaveta – che fortuna, Feliks! –, a quel punto, però, si china all’orecchio di Toris, con un sorriso consapevole – e devi avere anche una pazienza infinita, scommetto – sussurra, divertita, lanciando un’occhiata eloquente a Feliks, che ha cominciato a dondolare sul divanetto.
Toris scoppia a ridere perché, beh, Elizaveta ha ragione.
- Vuoi che ti presenti gli altri? – chiede Liz, tornando a sedersi compostamente. A un cenno di assenso del lituano, si lancia nella spiegazione.
- Lì c’è il mio fidanzato Roderich. Ci sposiamo l’anno prossimo. – alla ragazza brillano gli occhi, mentre gli indica un ragazzo alto, con i capelli scuri e dall’aria aristocratica.
- La ragazza dietro di lui, invece, è mia cugina Lili. - 
- Sono fratelli? Si somigliano molto. - 
- Chi, Lili e Vash? Oh, no. Però è come se lo fossero, si vogliono davvero molto bene... anche se nessuno sa fino a che punto. - 
Quando Toris annuisce, cercando di memorizzare queste nuove informazioni, Elizaveta prosegue.
- Quelli seduti lì - e a quel punto gira la testa, puntando Feliciano con lo sguardo - sono Ludwig, Gilbert e Feliciano. Feli penso che si sia già presentato, conoscendolo! -
- Sì, decisamente - sospira il ragazzo.
- E immagino che ti abbia anche spiegato chi è Ludwig. Ecco, quello che ora è in piedi sul divano con un boccale di birra, e sta urlando, è Gilbert. - Elizaveta fa un sospiro molto profondo, che gli ricorda quelli che emette lui quando Feliks si comporta come un bambino... cioè sempre. "Evidentemente abbiamo qualcosa in comune" pensa, mentre sul viso gli sale un sorriso spontaneo. Liz afferra subito ciò che gli sta passando per la testa, infatti scoppia ancora una volta a ridere - Gilbert è il mio migliore amico - gli spiega - è un narcisista, pieno di sè, convinto di essere un dio e inoltre non sta mai zitto, ma gli voglio un bene dell'anima. Con lui ci vuole una pazienza estrema... Immagino tu possa capirmi. - A quel punto, la ragazza lancia un'occhiata intensa a Feliks, che annuisce convinto senza aver ascoltato una parola e senza aver capito di essere l'oggetto della frase. 
- Già - conferma Toris con un sorriso dolce - con certe persone ci vuole davvero una pazienza oltre l'immaginabile... - a quel punto comincia anche lui a fissare insistentemente il polacco, che li guarda velocemente spostando lo sguardo da uno all'altra.
- Ma perchè tipo, mi state fissando? Cioè... - 
L'unica risposta che ottiene, però, sono due risate cristalline. Feliks decide che no, non gli va giù che qualcuno non risponda a una sua precisa domanda, e quindi con uno sbuffo si dirige verso Feliciano, con cui aveva già fatto amicizia. Gli altri due lo guardano allontanarsi, e prima che Elizaveta possa ricominciare a parlare, una figura si abbandona con pesantezza sul divano.

- Bloody hell.. - afferma Arthur passandosi una mano sul viso - e ascolto un'altra parola uscire dalla bocca di quell'idiota obeso americano - Toris ha l'impressione che l'ultimo aggettivo sia quello più disgustoso alle orecchie dell'inglese - giuro che mi faccio infilzare dall'unicorno di Charlie. -
Toris non fa in tempo a chiedere chi sia Charlie, nè tantomeno perchè abbia un corno, che vengono interrotti dall'ennesima persona che si aggiunge al gruppo, Ludwig. 
- E Feli? - chiede Elizaveta, stupita che l'italiano non sia attaccato alla gamba del tedesco, o qualcosa di simile.
- è lì che chiacchiera con Feliks e Gilbert... - afferma l'altro passandosi una mano sul viso - non li reggo davvero più. -
Tutti e quattro si girano a quel punto a osservare la scena che si sta svolgendo poco lontano: Gilbert, che a quanto pare trova incredibilmente allettante l'idea di arrampicarsi sui mobili, è passato dal divano al tavolo e, lì in piedi, sta declamando le sue magnifiche imprese, mentre Feliciano batte le mani e Feliks lo apprezza ad alta voce per la camicia rosa che il tedesco ha indosso. In quel momento arriva Alfred e, salito sul tavolo anche lui, si mette a litigare con Gilbert perchè chiaramente essere un eroe è molto meglio che essere magnifico - si sa, gli eroi sono molto più che magnifici. O almeno questo è ciò che sostiene Alfred.

Un sospiro comune spezza il silenzio che si era creato tra Elizaveta, Toris, Ludwig e Arthur, tutti e quattro intenti ad osservarli. 
Elizaveta scuote la testa, riflettendo sulla stupidità maschile, mentre Ludwig si passa di nuovo la mano sul viso, Arthur borbotta qualche insulto in lingua madre e Toris fa l'ennesimo sospiro della giornata.
- Sapete ragazzi - dichiara il lituano - non vi conosco bene, ma sono sicuro che abbiamo tutti qualcosa in comune. - 
- Cioè? - chiede Arthur, curioso.
- Abbiamo a che fare con degli idioti. -

Dopo una mezz'ora, Toris si decide a porre una domanda che gli frulla per la testa da un po' - Ehi, Arthur - chiama l'inglese, che era andato alla finestra. Si sentiva tranquillo a parlare con lui, perchè aveva conosciuto sia lui che Alfred l'anno prima, in viaggio.
- sì? - 
- Spiegami una cosa: perchè prima Alfred ha parlato di "conferenza mondiale"? - 
- Ah - l'inglese alza gli occhi al cielo, accavallando le gambe - quell'idiota. Si beh, considera un attimo la nazionalità di tutti noi. Tu sei lituano, Feliks è polacco, e già sai che io sono inglese e Alfred americano. Feliciano e Lovino sono italiani, penso tu l'abbia capito, Ludwig e Gilbert tedeschi, Elizaveta viene dall'Ungheria, Roderich dall'Austria, Vash è svizzero e Lili... se non mi sbaglio dovrebbe essere nata in Liechtenstein. Chi altro.. ah, sì, quel cretino di Antonio, quello che prima è andato via con Lovino, è spagnolo, come volevasi dimostrare. -
A Toris gira la testa. La cosa aveva dell'incredibile. L'idea di così tante nazionalità, tante persone diverse, provenienti da paesi diversi, riunite insieme per...
Ehm..
Per cosa, in effetti? Nessuno si era degnato di spiegarglielo. Semplicemente il giorno prima Ivan si era presentato a casa sua e di Feliks con due biglietti d'aereo per Vienna, di punto in bianco, dicendogli che doveva andare a casa di un uomo che non conosceva. Non gli aveva detto altro, ma il lituano era stato costretto a dirgli di sì, perchè... Ivan Braginsky non accetta un no come risposta. Mai.
- Ecco, è meraviglioso che siano riunite qui così tante persone, ma... sinceramente, cosa siamo venuti a fare? - chiede, cercando di non sembrare maleducato.
- Ah! Pensavo te l'avessero spiegato... - l'inglese corruga le sopracciglia enormi - ecco, tu conosci Francis, giusto? Feliks ha mandato una lettera alla radio, mi ha detto Alfred. Beh... qui dentro, tutti hanno scritto o gli è stata dedicata una lettera. Tranne Gilbert, in effetti, ma lui, non ho ancora capito per quale ragione, è sempre in mezzo a qualsiasi cosa. In ogni caso, grazie al programma di Francis e a quella sua idea delle lettere, le coppie in questa stanza si sono, come dire.. trovate. - il suo sguardo vaga lungo la stanza, soffermandosi sulla figura di Alfred, che adesso sta giocando con un videogioco e gridando qualcosa di indefinito. Arthur sospira, rilassando la fronte con dolcezza: per quanto possa fingere, cercare di mantenere una facciata dura, è chiaro quanto sia profondamente, innegabilmente innamorato di quell'americano. Quasi avvertendo lo sguardo dell'amato su di lui, Alfred alza lo sguardo, incrociando gli occhi con quelli dell'inglese, fissi su di lui. Capendo di essere stato scoperto, Arthur arrossisce fino alla punta dei capelli, guardando velocemente in basso, fingendo nonchalance. Il diciannovenne lo chiama, e a quel punto Arthur alza di nuovo la testa verso di lui, perplesso; quando Alfred gli lancia un bacio agitando la mano, Arthur gli agita contro il pungo chiuso, urlando insulti. 
Con gli occhi, invece, sorride. 
Elizaveta, che si è unita a loro di nuovo, ha guardato tutta la scena, cercando inutilmente di trattenere un sorriso materno ai limiti della tenerezza - Coraggio, Arthur, Toris sta aspettando che tu continui con la tua spiegazione - L'inglese spalanca gli occhi, poi ritrova la compostezza, cercando di dissimulare l'imbarazzo tossicchiando.
- Come dicevo... dobbiamo tutti molto a Francis, io compreso - arriva ad ammettere, con la stessa espressione di chi ha ricevuto un pugno nello stomaco - e dobbiamo trovare un modo di ricambiare. - 

- Aspetta, quindi, cioè, tu e Ivan vi siete tipo conosciuti in vacanza... -
- No, Feliks, veh! Allora, ricominciamo dall'inizio...Gil, Tonio e Francis sono migliori amici. Si sono conosciuti al liceo, a Parigi, e poi sono anche andati nella stessa università a Berlino. -
Gilbert lo interrompe, con un ghigno - Combinavamo un sacco di casini - 
- Al compleanno di Antonio, lui ha invitato anche me e Lovi, che eravamo in Germania con il nonno. Avevamo conosciuto lui e Francis da piccoli, in vacanza al mare. Fin qui ci sei, veh? - 
- Certo, non sono tipo, così totalmente scemo. -
- Beh, alla festa Gil aveva portato anche il mio Lud... - 
- Perchè, tipo? - chiede Feliks, sporgendosi in avanti.
- Era depresso per qualche motivo a caso quella sera, il Magnifico Me non avrebbe mai potuto mai lasciare il suo povero fratellino a dondolare in un angolo buio, ahahaha! - Gilbert si passa una mano tra i capelli, probabilmente complimentandosi con se stesso per la sua generosità.
- Quindi io e lui ci siamo conosciuti! - afferma Feli con aria sognante - poi un giorno, all'università, è scoppiata una rissa tra Alfred e Ivan, per non so quale motivo. I tre non si spiegavano come fosse possibile che fosse successa una cosa del genere senza che ci fossero loro in mezzo; sai, erano tipi del genere. Sono corsi a vedere, e in quello stesso istante è arrivato Arthur di corsa, mettendosi tra i due. Non so se lo sai già, ma Francis e Arthur avevano avuto una specie di cosa, come dire, un rapporto strano... sono andati a letto insieme, qualche volta - afferma il piccolo italiano con una semplicità disarmante - però quando Francis ha detto di voler fare sul serio, Arthur è.. scappato. Ha sempre avuto paura dei rapporti fissi, e a quel punto, è sparito. Non ha risposto più a telefono e a un certo punto ha anche cambiato numero e mail. Figurati Francis quando l'ha visto, veh! Panico generale. Arthur è corso via appena l'ha visto, Alfred l'ha rincorso, Francis è rimasto immobile... -
- Poi il grande eroe ha parlato con Artie e l'ha convinto a fare la pace con Francis! - esclama Alfred, buttandosi a peso morto accanto a Feliciano, sul divano che aveva precedentemente abbandonato. 
- Sei bravo a raccontare le storie, Feli - afferma Ludwig, sporgendosi da dietro il divano e posandogli un bacio sulla guancia. 
- Grazie, Doitsu! - sorride l'italiano. Girandosi a guardarlo, però, si accorge che tutti i presenti nella stanza (inclusi Antonio e Lovino, che erano tornati dal loro giro) sono attorno a lui e lo stanno fissando, aspettando forse che continui.
- Ehm.. Veh... - Feliciano si guarda attorno, spaesato, senza ben sapere cosa fare.
- Continua, Feli - lo sprona Roderich, poggiandogli una mano sulla spalla - Devi ancora raccontare ai nuovi arrivati della nostra entrata in scena. - 
Feliciano annuisce, titubante, e continua con la storia, sotto agli occhi di tutti.
- Vediamo, dov'ero rimasto... Ah, si! Beh, un giorno ci siamo trovati tutti insieme. C'erano anche Kiku, un ragazzo giapponese, e Yao, trasferitosi a Berlino dalla Cina. Tutti conosciuti all'università... Sì, a Berlino ci sono le più varie nazionalità! Dato che ci sarebbero stati anche Ivan e le sue sorelle, Gilbert ha portato Elizaveta, la sua migliore amica. La sorpresa è stata, che io e lei ci conoscevamo già, perchè quando eravamo piccoli, ha fatto da baby-sitter a me e Lovi! - 
- In Italia? - domanda Toris, decisamente sorpreso, girandosi verso la ragazza.
- Beh, con i miei mi sono trasferita un sacco di volte, in tanti stati.. - risponde lei facendo spallucce.
- Comunque - continua l'italiano - così nel gruppo è entrata anche Liz. Poi lei ha incontrato Roderich, una sera, mentre era ubriaca... Gilbert, ubriaco pure lui, l'aveva lasciata in mezzo alla strada - Feli guarda Gilbert con aria severa, ma lui pensa giustamente di evitare il suo sguardo - un giorno, Lili è venuta a trovare Eliza in Germania, sai, abita in Svizzera. Naturalmente era accompagnata da Vash, e Liz gli ha presentato Rod. Di nuovo il caos! - esclama, mentre tutti scoppiano a ridere - Anche Rod e Vash si conoscevano già. Erano compagni di giochi da bambini, e in effetti ogni volta che Rod era preso di mira dai bulletti della scuola, toccava sempre a Vash difernderlo. Vedi, anche se fanno finta di non sopportarsi, questi due si vogliono molto bene! - 
- Non è vero! - esclamano i due in contemporanea, arrossendo, tanto da far scoppiare di nuovo l'ilarità generale.
- Sì che lo è - afferma Lili con semplicità. A quel punto nessuno riesce a dire qualcosa, perchè beh... non si può ribattere a Lili, semplicemente non si può.
- Cavolo, è tipo incredibile! Cioè, siete tutti di nazionalità diverse ed è totalmente figo! - 
- E invece voi, come vi siete conosciuti? - domanda a quel punto Antonio, curioso. Feliks sta per aprire bocca, ma viene prontamente bloccato da Toris, sicuro del fatto che, se parlasse il polacco, probabilmente nessuno capirebbe nulla. 
- Io e Feliks siamo amici da quando eravamo bambini. - mentre parla, vede il biondo annuire esageratamente con la testa - Fino al liceo siamo stati nella stessa scuola e anche nella stessa classe, a Varsavia. Già da quell'anno, io ho cominciato a lavorare a casa di Ivan con altri due ragazzi, mentre Feliks si è trasferito a Berlino per studiare nel campo della moda... Quando ho guadagnato abbastanza soldi per permettermi una buona università, sono venuto anche io a studiare a Berlino, e abbiamo preso un appartamento insieme... - la sua mano corre a stringere quella del polacco, che ha un'espressione persa sul viso.
Nella stanza cala un silenzio imbarazzante, in cui nessuno sa più cosa dire. Per quei ragazzi, però, l'assenza di rumore non è tra le opzioni considerabili, e a fare qualcosa per interrompere la situazione ci pensa Alfred, che ha deciso di prendere in mano il discorso. Corre alla sedia che stava occupando prima con Arthur, attorno al tavolo circolare, e vi sale rumorosamente. 
- DICHIARO APERTA per la seconda volta LA PRIMA CONFERENZA MONDIALE! Ahahah! -
Arthur non si fa attendere, con la sua dose solita di insulti.
- Get down from there, you idiot! You're such a jerk... Damn! - 
- Never gonna do what you say, babe! - 
- It's going to, not gonna! -
- I'm american, I'm the best, and I say gonna! - 
Arthur diventa immediatamente rosso in viso dalla rabbia, stringendo i pungi.
- FUCK! - 
- Later babe, you can be sure of that... - 
- WHAT THE-
-Smettetela voi due! - tuona a quel punto Ludwig, interrompendo il diverbio tra i due.
- Colpa di Capitan America, qui, che fa l'idiota. - sbotta Arthur, incrociando le braccia ed andando a sedersi.
- EHI! - 
- Ho detto basta! - esclama di nuovo il tedesco - Alfred, vai a sederti, per piacere... - 
Alfred non trova nulla da ribattere a quel punto, e con uno sbuffo va a sedersi vicino al compagno. Occhi azzurri incontrano occhi verdi, di soppiatto, e Arthur gira di scatto la testa, arrossendo. Gli altri non possono accorgersene, ma quando Arthur lascia scivolare la mano sotto il tavolo, come un tacito invito, Alfred non perde un attimo e accarezza quelle dita pallide, intrecciandole alle sue.
- Bene, ora in silenzio ognuno penserà a qualche idea da mettere in atto nell'operazione per ringraziare Francis. Avete otto minuti. Poi chi avrà un'idea alzerà la mano e la esporrà. -
- Doitsu! - esclama a quel punto Feliciano, sollevando la mano e alzandosi per saltellare al suo fianco.Il tedesco sospira, passandosi una mano sul viso.
- Sì, Feliciano? -
- Io avrei un'idea! - 
Tutti i presenti restano a bocca aperta. Ognuno si aspettava che dalle labbra dell'italiano venisse fuori qualcosa come "pasta" o "pizza", non certo un'idea. 
- Allora dicci, Feli - lo incita Antonio, con un gran sorriso.
- Io pensavo che questa sera, potremmo... - 

Qualche minuto dopo, Feliciano ha finito di esporre la sua proposta. Ludwig, stupito, lo volta verso di sè e lo bacia sulle labbra, perchè il suo piccolo italiano è davvero geniale.


**Angolino Personalidiotissimo di Moon**
Ed eccoci giunti alla fine di questo capitolo. Come vi è sembrato? Accettabile? Che casino mettere tutti insieme... ._. Spero di averli resi tutti abbastanza IC, di non avervi annoiato, e che mi sopporterete ancora per un altro capitolo (spero)! 
Un ringraziamento speciale a lady shinigami (che presto diventerà DateAtTeaTime!), che mi sopporta in tutti i miei scleri sulla mia incapacità nello scrivere qualcosa di decente, e che mi beterà il prossimo capitolo (non le ho dato il tempo di farlo con questo, quindi sarà pure peggio del solito xD)
Grazie a voi che avete recensito lo scorso capitolo, e che recensirete questo.. perchè lo recensirete, vero? **
Un bacio, e a presto (questa volta sul serio!!) 
_Moon 

   
 
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