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Autore: Margaret24    09/07/2011    0 recensioni
Remus Lupin è il mio personaggio preferito, per cui ho voluto immaginare una situazione in cui lui si ritrova davanti allo Specchio delle Brame. Enjoy :)
PoV: Lupin
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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 Ho preferito tradurre le formule e le scritte in inglese, per farlo sembrare più realistico (giacché è ambientato nel Regno Unito) e più legato all’originale, dal momento che nella mia testa, i personaggi di Harry Potter parlano in inglese, perché sono inglesi. Le traduzioni sono in fondo alla pagina.
I personaggi e la trama originale appartengono a J.K.Rowling.
 
 
La luna era finalmente tramontata. Remus Lupin si ritrovò disteso sul pavimento del suo ufficio, le membra doloranti, ma sapeva che non era niente in confronto a quello che provava di solito. Ancora una volta, la Pozione Antilupo aveva fatto effetto. Ancora una volta, era rimasto ad osservare la luna tutta la notte, trattenendosi dall’ululare di felicità, a godere della sua infinita bellezza. E a pensare. Pensare. Chiunque avrebbe detto che era la cosa più naturale del mondo. Non per lui. Non in quelle notti.
Restò ancora qualche minuto in quella posizione supina, inspirando ed espirando profondamente. Era ancora buio. Avvertiva le prime avvisaglie del sonno, ma sapeva che l’insonnia non l’avrebbe lasciato dormire. Si alzò lentamente, sentendosi girare la testa. I muscoli gli facevano male per via della trasformazione, ma ancora non era abituato alla mancanza di ferite e sangue. Si guardò intorno, grattandosi stancamente il capo, e trovò i suoi vestiti dove li aveva lasciati, miracolosamente intatti. Dopo averli indossati, fissò il proprio riflesso sulla finestra, e ancora una volta fu sorpreso di trovarvi solo cicatrici vecchie di mesi su quel viso spaventosamente pallido. Non indugiò troppo: non gli piacevano quelle cicatrici, né le striature di grigio dei suoi capelli, e sapeva di non essere l’unico ad avere l’impressione che il dolore e la malattia avevano accelerato i tempi del suo giovane volto.
Guardò la sua scrivania: la Mappa del Malandrino era ancora là. Non aveva osato nemmeno guardarla da quando l’aveva requisita, ma ora fu pervaso dalla tentazione. Sarebbe stato capace di sopportare il sale sulle ferite ancora aperte? Non doveva fare altro che scoprirlo. Prese con mani tremanti la sua vecchia e fedele amica. Anni fa era stato ingannato. Era stato tradito. Ma di una cosa era sicuro: la Mappa non mentiva. Mai. Prese la bacchetta adagiata sulla scrivania, e il cuore prese a battergli forte. Conosceva l’incantesimo. Dopo anni passati in quella scuola, non aveva nemmeno bisogno di pronunciarlo ad alta voce. Fece un respiro profondo, puntò la bacchetta sulla pergamena e pensò:
 
“I solemnly swear that I am up to no good” 1
 
Righe sottili riempirono la pagina come se vi avesse versato una boccetta d’inchiostro che seguiva solchi ben tracciati, e in un attimo Hogwarts era nelle sue mani. Come se qualcuno stesse scrivendo con una mano invisibile, una scritta verde apparve tra le pareti e i corridoi della scuola:
 

 

Messrs Moony, Wormtail, Padfoot and Prongs
Purveyors of Aids to Magical Mischief-Makers
are proud to present
THE MARAUDER’S MAP 2
 

 

Ma non furono le uniche parole. Non appena queste svanirono, la mano invisibile riprese a scrivere...
 

 

Hello, Mr. Moony! Long time, no see... 3
 

 

La Mappa aveva riconosciuto il tocco di uno dei suoi creatori. Remus sorrise malinconico. Ricordava i guai che avevano rischiato per disegnarla, libri e libri di incantesimi chiesti in prestito ad una sospettosa Madama Pince, appostamenti nei corridoi nell’aspettare che fossero deserti per prendere le misure e controllare ogni passaggio, quello strano stanzino per le scope al settimo piano che li aveva salvati da Gazza per poi sparire misteriosamente, ma che non erano mai riusciti a tracciare sulla carta...
Nell’accarezzare la ruvida superficie, avvertì un impeto di eccitazione. L’intera Hogwarts era là, sotto i suoi occhi. Si sentì intrepido come quando aveva sedici anni. E se...?
Controllò i corridoi: un puntino con un cartiglio gli diceva che in quel preciso istante Severus Piton si trovava al sesto piano; la McGranitt perlustrava il primo; un ragazzo di nome Thomas Bradford si stava facendo servire dagli Elfi Domestici nelle cucine! Scosse il capo. Parlava proprio lui, membro di un gruppo di amici senza il quale quella mappa non sarebbe nemmeno esistita! Fuori dal suo ufficio non c’era nessuno. Con un ghigno malandrino, aprì la porta ed uscì, richiudendola senza il minimo rumore.
 


1. “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”
2. “I signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso
     Consiglieri e Alleati dei Magici Malfattori
           sono fieri di presentarvi
   LA MAPPA DEL MALANDRINO”
3. Salve, Messer Lunastorta! È tanto che non ci si vede...


 

  
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