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Autore: My Vanya    09/07/2011    1 recensioni
Valentina ha 19 anni, fa parte di una cover band dei My Chemical Romance, ed è appena tornata da un viaggio assurdo in America.
La sua migliore amica, Giorgia, suona il basso, vive sola e non aspetta altro che la sua visita.
Il racconto di un viaggio al limite della normalità, ed un piccolo regalo alla mia amica Vale, unica e speciale
[accenni di Frerard]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sometimes strangers are the people you just were hoping to meet-

 

-Sono arrivata all'aeroporto che iniziava appena ad imbrunire, anzi, direi che era ancora abbastanza presto, ma ero comunque distrutta per il fuso orario, visto che sarei già dovuta essere a letto da un pezzo, quindi, ho deciso di filare in albergo per riordinare quelle quattro cose che mi ero portata, ovviamente mezza valigia era vuota per eventuali nonché ovvi souvenir, e farmi la mia prima bella dormita da americana. La camera, onestamente, non era niente di speciale, ma l'albergo era piuttosto economico e solo l'idea di essere a pochi chilometri da Belleville avrebbe dato i brividi a tutti, no? Ok, forse non proprio a tutti, ma a me li dava, e non poco. Comunque sia, mi sono addormentata nel giro di venti minuti, subito dopo aver disfatto velocemente i bagagli ed aver provato un paio di accordi che mi frullavano in testa da quando ero salita in aereo. La mattina dopo mi sono svegliata di buon ora, fin troppo presto a dir la verità, una volta vestita ed essere scesa nella hall per fare colazione, sono tornata su, ho ripreso in spalla la mia chitarra, visto che sai bene che non la lascerei mai in un albergo qualsiasi, e sono uscita a fare una passeggiata senza guardare nemmeno dove andavo, sai come sono no? Mi lascio guidare dall'istinto. Le strade erano quasi completamente deserte, anzi, diciamo pure che ero l'unica persona tanto pazza da uscire a piedi, quella mattina, e soprattutto a quell'ora. Dopo circa un quarto d'ora di camminata, mentre l'aria fresca del primo mattino iniziava a riscaldarsi, e mentre io pensavo a tutto tranne che a dove diavolo mi stessi dirigendo, sono andata a finire contro un ragazzo, l'unico altro camminatore nei dintorni credo. Giuro che non l'avevo visto nemmeno di striscio! E se non fosse stato per lui sarei sicuramente caduta, grazie al cielo mi ha preso per un braccio, salvando me e la mia povera, piccola, preziosissima, chitarra!

-Tutto ok?- Mi chiede un po' preoccupato mentre io abbasso lo sguardo, controllando eventuali danni causati dall'impatto., per fortuna assenti.

-Oh, I'm not o-fuckin-kay guy- rispondo sorridendo tra me e me, come sai, non perdo, ne mai perderò una singola occasione di rispondere citando i MyChem, e questa, quel ragazzo, me l'aveva servita su un piatto d'argento. Lui si è messo a ridere, e subito ho notato che aveva una bella risata, e che, tra parentesi, dovevo averla già sentita da qualche parte dato che mi risultava, molto, troppo familiare. Solo a quel punto mi sono finalmente decisa ad alzare gli occhi su di lui e ad osservarlo come ragion comanda. Notai subito che era un po' più alto di me, sarà stato un metro e settanta, giù di lì. Cavolo, per essere estate aveva freddo eh. Indossava una felpa piuttosto larga, tra l'altro con il cappuccio tirato su, dei jeans bucati, una sciarpa che ne copriva in gran parte il viso, lasciando vedere soltanto gli occhi scuri e dei guanti a mezzo dito. Nel caso tu te lo stessi chiedendo, amica mia, i suoi occhi erano del nocciola più rassicurante che io avessi visto, e si, Sui guanti erano disegnate delle ossa... Aggiungi la risata che conoscevo, metti i pezzi a posto, e...

Immagina la mia espressione anche solo al lontano pensiero di chi potesse essere quel ragazzo, spuntato dal nulla ed incontrato per caso.

-Piacere comunque, io sono Frank-

Quella maledettissima voce, solo quando mi ha detto il suo nome ho seriamente ricollegato tutti i pezzi e mi sono quasi sentita svenire. Hai presente una statua di sale? Uguale! Voglio dire, per essere una che sa a memoria quasi tutti i suoi tatuaggi e quant'altro, non immagini come mi sono sentita ad averlo lì davanti... giusto a qualche centimetro da me. Fai conto se tu ti trovassi Gee... Sarebbe... Credimi, è scandalizzante.

E allora ciao ciao al mio, già piuttosto scarso, autocontrollo. Credo di averlo guardato con una faccia piuttosto incredula e di essermi messa a ridere subito dopo, bella figura, proprio, in pieno stile Valentina, arrossendo e prendendo la mano che mi aveva appena porto fargugliando il mio nome.

Beh, si avevo incontrato il mio idolo, o meglio, Frank Iero, o comunque qualcuno che sembrava seriamente esserlo, in mezzo ad una strada deserta, coperto fino alla punta dei capelli, mentre credevo che fosse nel bel mezzo di un tour, e, terrei a dire, il primo giorno che passo in America.

Non è fortuna questa? Si, è fortuna sfacciatissima. E hai tutto il diritto di odiarmi. A quel punto mi chiede una cosa tipo:

-Beh... Ti va di andare in un locale qui vicino che... insomma, ho un po' caldo, ma non volevo farmi riconoscere da una massa di ragazzine urlanti. Rettifico, la solita massa di ragazzine urlanti. Ma tu sembri simpatica quindi... Oh insomma, vieni?-

Discorsi tanto sconclusionati sarebbero potuti appartenere solo all'originale, no? “E allora fidiamoci”, ho pensato.

Dire che avevo la gola secca è come dire che il deserto è pieno d'acqua. Mi sono limitata ad annuire mentre ero ben consapevole del maledettissimo color porpora che le mie guance dovevano aver preso e che ha suscitato un'altra flebile risata al ragazzo. Se non la smetteva di ridere giuro che l'avrei ucciso.

Insomma, fatto sta che mi ha portato in un locale, in teoria chiuso e finalmente si è sfilato sciarpa e felpa, restando con una maglietta rossa. A quel punto non ho avuto più dubbi, era lui, nessun altro ha quei lineamenti quasi disegnati. Ma poi io mi chiedo perché Frank ami tanto il rosso, io non riesco a portarlo, voglio dire... E' quasi sempre vestito di rosso! Ma non si vede troppo? Non potrei mai vestirmi come lui, mi sentirei troppo ossevata...-

La mia amica annuisce rapita dal racconto per poi risvegliarsi dalla mezza trance in cui sembra caduta da quando ho aperto bocca e guardarmi con un sorriso decisamente troppo malizioso riguardo all'ultima affermazione...

-Io ho una mezza idea di perché gli piaccia tanto il rosso... E non solo per i vestiti!- Si tira una ciocca di capelli alludendo palesemente al cantante, è irrecuperabile ormai... E la parte divertente ancora non è arrivata, cara amica mia, vedrai quanto rimarrai sorpresa, e quante storie si creeranno nella tua testa... Sospiro mentre mi lascio sfuggire un sorriso, che altro fare? Bene, è decisamente meglio lasciar cadere l'argomento, e ricominciare il mio racconto...



N.d.a.

Lo so, è un po' corto, ma per quanto mi ci sia impegnata ad aggiungere, togliere, limare, riscrivere, non mi è riuscito di allungarlo. Chiedo perdono e spero che piaccia. 
Un bacio
Maylene

  
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