09/07/2011
2 recensioni
Scusate se vi ho fatto attendee cosi tanto per questo capitolo,
ma non ero a casa. Sono andata per due settimane a Londra, per una vacanza-studio *w*
So che non ve ne importa niente, quindi...ecco il capitolo.
Buona lettura :3
15.
Mi riaccompagnò a casa che era quasi mezzanotte. Ero stata davvero bene e quella chiacchierata mi aveva fatto senz’altro star meglio. Avevo bisogno di parlare con qualcuno e di sfogarmi e Bill come al solito era stato lì ad ascoltarmi senza giudicare.
“Non sei male come compagnia.” Esordì una volta davanti alla porta di casa mia.
“Oh beh sono contenta di non aver deluso le tue aspettative.” Sorrisi. “Mi dispiace di averti annoiato con la mia drammatica e noiosa vita, sono stata davvero seccante.”
“Ma perchè devi sempre buttarti giù?” sbuffò.
“Scusa, scusa non lo faccio più, promesso.” Alzai le mani.
In quel momento notai che Bill era distratto e guardava incuriosito in un punto non definito. Quel ‘punto non definito’ doveva essere senz’altro la mia coinquilina che ci stava spiando dalla finestra.
“C’è Claudia, vero?” Chiesi retoricamente.
“Beh se Claudia è la rossa che ci sta spiando dalla finestra...allora si è lei.” Confermò.
“Oddio. Quella ragazza ha un’incapacità cronica di farsi gli affari suoi.” Dissi esasperata. “Adesso è meglio che vada è tardi. Ci sentiamo, ok?”
Bill si avvicinò e mi stampò un bacio sulla guancia. “Ok!” Mi sentii avvampare, non avevo mai rapporti così “ravvicinati” con ragazzi.
“Bill!” Esclamai, quasi gridando allontanando il viso dalle sue morbide e calde labbra.
“Che c’è? È solo un bacio tra amici, niente di più!”
“Non è per il bacio, è per Claudia. Adesso avrà iniziato a farsi film mentali assurdi.” Scossi la testa. Mi scostai sì per Claudia, ma anche per l’imbarazzo assurdo che provavo.
“Che importa di quello che pensa. Ciao Chris, ci si sente!” E risalì in macchina.
‘Che importa di quello che pensa’ cosa voleva significare quella frase? Decisi di non pensarci, piuttosto mi preparai psicologicamente al terzo grado di Claudia. Infilai la chiave nella serratura e aprii la porta.
“Lo sapevo!” Esclamò vcorrendomi incontro e buttandosi letteralmente su di me. “Devi raccontarmi tutto!” continuò, quasi gridandomi, nelle orecchie.
“Potrò raccontarti tutto solo se mi lasci andare, o morirò per soffocamento!” riuscii a pronunciare a stento.
“Comunque lo sapevo!” Ripetette, staccandosi da me.
Finalmente tornai a respirare e potetti risponderle. “Sapevi cosa?” domandai indifferente, anche se in realtà sapevo benissimo a cosa si stesse riferendo.
“Il bacio! Sapevo sarebbe finita così!”
“Clà era solo un bacio sulla guancia, niente di più! Te l’ho detto mille volte che siamo solo amici e se ce ne sarà bisogno te lo ripeterò per altre mille. Tu piuttosto perchè ci spiavi?” Chiesi severa.
“Ero solo curiosa! Comunque devo dire che siete proprio carini insieme...”
“Claudia!” La ammonii.
“No aspetta, lasciami parlare. State davvero bene insieme, tu hai bisogno di uno come lui al tuo fianco. In pochissimo tempo ti ha cambiato tantissimo. Adesso riesco ad intravedere la luce nei tuoi occhi, cosa che prima era impossibile scorgere, nemmeno per sbaglio. Adesso sei...viva. Credo ti sia accorto anche tu dell’evidente cambiamento.”
“Si certo, me ne sono accorta; ma questo non vuol dire che debba nascere qualcosa di più serio. Stiamo bene, ma è solo amicizia.” Risposi indifferente, in realtà però, le parole di Claudia mi avevano colpito nel profondo.
“Non sto dicendo che deve nascere qualcosa di più per forza, ma se capita non tirarti indietro. Per quanto tempo hai cercato la felicità? Non vorrei fartela scappre, soprattutto se è così vicina da poterla toccare.” Mi accarezzò il viso. “Voglio solo che tu trova pace e serenità, e se puoi raggiungerle con Bill...beh, ben venga. Adesso io vado a dormire, buonanotte.”
Non risposi. Rimasi lì, pietrificata dalle parole della mia coinquilina. Non avevo mai pensato ad un’ipotetica relazione tra me e Bill. Certo, era diventato una parte fondamentale di me e il solo pensiero non averlo accanto tutti quei mesi a causa dell’imminente tour mi faceva rabbrividire. Ma non sapevo fino a quanto lo volevo nella mia vita.
Mi lasciai sfuggire un piccolo particolare, però. Lui mi amava? Forse no. O forse si. Erano tutte domande a cui non potevo dare una risposta. Subito la mia mente ne formulò delle altre ancora più difficili.
E se davvero lui poteva darmi la felicità che io avevo cercato tutti questi anni? Soprattutto però la decisione spettava a me. Io tenevo così tanto a Bill da chiedergli di passare il resto della sua vita con me? Volevo davvero andare a dormire e svegliarmi con lui? Volevo che lui mi sposasse e desse dei gigli? Volevo passare la vecchiaia con lui, magari seduti in veranda e circondati da nipotini?
Mi recai da Claudia, avevo bisogno di parlare con qualcuno.
“Lo pensi davvero quello che hai detto?”
“Si lo penso. Ma questo non vuol dire che deve accadere per forza e nè voglia che tu ti faccia condizionare dai miei pensieri. So solo che con lui sei un’altra e ti fa stare bene.”
“Clà c’è solo un solo problema. Io non so cos’è l’amore, non so se lo amo.” Ammisi.
“Oh beh allora questo cambia le cose allora, dipende tutto da te. Adesso però non fissarti, tutto andrà da se.”
Aveva ragione, non dovevo fissarmi. Se son rose fioriranno, diceva il detto. Ed era arrivato il momento di seguirlo.
Tutto quello che sapevo era che avevo passato una serata stupenda, motivo per cui andare a dormire col sorriso sulle labbra.