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Autore: KikiSuicide    09/07/2011    4 recensioni
La mia prima ff spero vi piaccia e di non aver fatto tanti errori grammaticali... La storia parla di un'italiana che va a vivere in america e di colpo si ritrova catapultata in un mondo completamente diverso da quello che ha vissuto fino adesso.
Spero vi abbia incuriosito :D
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7
 
Tre mesi dopo
 

Matt POV

Non avevo avuto più modo di stare solo con Lila.
Ogni volta che la vedevo o che magari veniva in sala prove, mi spuntava un grosso sorriso che non riuscivo a trattenere.
Quella ragazza era davvero incredibile: spiritosa, allegra e pazza a tal punto da andare d’accordo con gli altri.
Il giorno dopo avremmo avuto un concerto importante, dovevo stare concentrato.
-Matt? Hai sentito quello che abbiamo detto?- ma come al solito, assorto nei miei pensieri, mi ero perso un’altra volta.
-Scusate ragazzi è solo che mi sento la testa fra le nuvole ultimamente- mi focalizzai sugli sguardi indagatori degli altri che percorrevano il mio.
-Amico lo sai che puoi confidarti con noi, vero?- l’ultima volta che avevo parlato con qualcuno era stato Luis, un Luis che come me non era più lo stesso.
Sembravamo riscontrare la stessa malattia, i sintomi c’erano tutti.
-Certo- stavano per controbattere se solo dalle transenne degli spalti non avessimo sentito  una matta gridare.
Pensavamo essere la solita fan ossessiva, invece era Lila che stava venendo verso di noi come un tornado.
-Ragazziiiiiiiiiiiiiiii- urlava con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
Luis come al solito sembrava essersi dileguato, oramai neanche lei lo sentiva più come prima.
-Hey ragazzina- Brian l’aveva accolta a braccia aperte come il resto del gruppo.
-Matt- si era avvicinata a me lentamente e timorosa, come se avesse paura.
Poi la timidezza fece largo a qualcosa che mi lasciò interdetto.
Mi abbracciò calorosamente, stringendosi al mio petto e con la punta dei piedi cercava d’innalzarsi con scarsi risultati.
-Piccoletta, a cosa dobbiamo tutto questo?- gli sussurrai all’orecchio prima di staccarsi da me e guardarmi con occhi sognanti.
-Volevo farvi una sorpresa e sapere se vi sentivate carichi- il suo tono energico e goffo provocò la risata collettiva del gruppo.
-Noi siamo nati pronti- esordì Zacky con tutta la sua spavalderia.
-Sapete a cosa mi riferivo- domani sarebbero stati esattamente dodici anni che si erano formati gli avenged sevenfold, avremmo dato il meglio di noi.
Mi stupì il fatto che si era ricordata di tale data, visto che lo avevamo accennato solo un paio di volte, eppure era lì a incoraggiarci ed ad’augurarci di spaccare qualche culo.
-Senti noi stiamo pensando di fare una pausa, ti va di unirti a noi?- dissi sperando con tutto me stesso che avesse avuto la mattinata libera dal suo nuovo lavoro.
Ricordo quando una mattina, tutta eccitata, venne a informarci di essere riuscita a trovare lavoro presso la catena di negozi DCMA, ovviamente non escludo di aver messo una buona per lei ma in ogni caso,non ne sarebbe mai venuta a conoscenza.
Non l’avevo mai vista così felice ed euforica. Volevo sempre vederla così.
-Ovvio- la stavamo guardando estasiati da tanta energia.
Sembrava lei che domani dovesse venire su questo palco e suonare per migliaia di persone.
-Scusate ragazzi ma io mi dissocio, devo vedere Gena- Zacky ormai passava tutto il tempo libero con la futura signora Baker, ebbene si il piccolo Vee si era deciso a farle la famosa proposta.
-Concordo con Vee, Michelle mi ammazza se non pranzo con lei- e così anche Brian imitò Zacky che si era ormai eclissato dal backstage.
-Johnny?- domandai interrogativo al nano che sembrava aver attaccato il cellulare alla mano.
-Io invece devo dare una mano a mia sorelle Coral, continua a rompermi con tutti questi sms- era rimasto Arin che però nel frattempo se n’era andato, lasciando le bacchette della batteria sulle casse vibranti.
-A quanto pare siamo rimasti noi due- dissi con un tono quasi sollevato.
-Eh si- un abbozzo di rossore si fece largo sulle sue guance, tingendole di un rosa acceso.
-Ti va di andare di andare dal cinese?- sapevo della sua innata passione per il sushi e per la cucina orientale.
-Si- e detto ciò c’incamminammo verso il parcheggio.
 
 
 
 
 
Lila Pov

Non nego il fatto che lo stare da sola con Matt mi causasse dell’imbarazzo, ma lo scacciai via cercando di approfittare del buon amico che era.
-Sai non vedo l’ora che sia domani- dissi mentre cercavo d’infilzare una bacchetta sul corpicino, inerme, di un pesciolino morto.
-Verrai al concerto?- come se non fosse scontato.
-Cazzo, certo- e misi in bocca quel viscidume così squisito e piacevole al palato.
-Ma potevi dirlo, avrei rimediato il biglietto senza problemi- Matt era tenero e dolce, sempre premuroso verso tutti; anche con me, pur essendo l’ultima arrivata nella famiglia.
-No è stato piacevole fare la fila, mi ha ricordato i vecchi tempi. Quando passavo ore e ore in coda sotto pioggia, neve, vento e grandine aspettando di ricevere il biglietto per le porte del paradiso- costatai ripensando a tempi non troppo lontani e felici. Tempi dove abitavo a Roma.
-Ti manca, vero?- all’inizio non riuscii a capire le parole di Matt, poi però la vena nostalgica di casa si accese in me.
-Si, dannatamente! Ormai però sono qui- ed era vero, sembravo aver trovato il mio posto e anche se tutto mi diceva che dovevo tornare a casa io continuavo per la mia strada. Ignara di ciò che mi avrebbe riservato il futuro.
-E non pensi di ritornare?- il pensiero c’era, ma poi farlo era un altro paio di maniche.
-Non fraintendermi, la mia casa è a Roma dove c’è la mia famiglia e i miei amici, però qui sento di aver trovato qualcosa di speciale. L’indipendenza.- ed era vero, una cosa che ha casa non avevo avuto.
In quattro mesi che mi ero trasferita ero riuscita ad ottenere tante vittorie: un lavoro ben pagato, un appartamento tutto mio con un prezzo accessibile e cosa più importante la compagnia di persone davvero grandiose. Prima fra tutte Matt.
-Ti capisco. Spesso quando siamo in tour penso a casa e a quanto mi manchi- una pausa di silenzio alleggiò pesante nell’aria, -poi però mi ricordo perché lo facciamo. Mi ricordo che la musica è qualcosa di più di un semplice lavoro; è vita. Può sembrarti insensibile ma io a costo di non smettere di suonare non tornerei mai più a casa se questa mi ostacolasse- avevo capito in pieno quello che cercava di dirmi. Anche se la casa è importante, vivere la vita alle tue regole era una soddisfazione senza prezzo.
-Cambiamo discorso, mi sembra di averti rattristato- disse Matt per poi sfiorarmi la guancia delicatamente.
In quel momento avrei preso a mazzate il mio cuore pur di farlo tacere.
Quel ritmo così vivace era uno dei suoni più sbagliati.
-Matt?- ora o mai più.
Da quando avevo visto Luis e Val baciarsi ero rimasta in silenzio, un silenzio che decisamente mi pesava.
A costo di fare una bastardata alla loro amicizia mi ero decisa a fare la cosa giusta, non quella che reputavo giusta ma quella che come amica e persona con dei sentimenti dovevo fare.
-Dimmi tutto- il suo sorriso smagliante mi fece sentire ancora più male all’idea.
-Se e dico se per puro caso- presi un respiro profondo prima di riprendere il respiro, -sapessi qualcosa che riguarda un tuo amico, ma la cosa che sai mettesse in pericolo l’amicizia che si era creata tra quell’amico e un’altra persona. Glielo diresti o staresti semplicemente zitto?- mi guardò confuso.
-Lila se c’è qualcosa che devi dirmi, non farti troppi problemi e dimmela- come bugiarda non valevo nulla.
Mi si leggeva in faccia che avevo qualcosa da dirgli.
Il problema è: avrei avuto il coraggio di dirglielo?
Certo, Dalila De Martino non era di certo un coniglio.
-Senti Matt, promettimi di non arrabbiarti con me- avevo paura che si fosse arrabbiato con me, una paura folle che non mi avrebbe rivolto più la parola. Lui, insomma era o no la persona più importante della mia vita?
Oddio Lila spero che ti sei resa conto di aver ammesso che Matt ti piaccia. Pure la mia coscienza mi doveva rimproverare, come se non avessi abbastanza problemi.
Non so’ perché ma delle lacrime di nervosismo misto a quelle di preoccupazione, iniziarono a rigarmi il viso silenziose e amare.
Non spettava me dirglielo, io non sono la sua migliore amica che conosce da una vita.
-Hei hei calma, te lo prometto- si fece più vicino con la sedia, tanto da riuscire a sentire il suo dolce profumo invadermi ogni singola fibra del mio essere.
-Dovrebbe essere Luis a dirtelo, non io. Io neanche volevo sapere eppure è successo-
Piansi ancora per poco prima di ritrovarvi faccia a faccia con quegl’occhi verdi e sinceri.
-Luis?- non lo avevo più sentito dopo quel giorno.
In realtà posso dire che non avevo voluto più sentirlo, fingevo che non esistesse, finché non avesse detto la verità per lui sarei morta.
Aspettavo, giorni che diventavano settimane, settimane che diventavano mesi.
Non aveva aperto bocca.
-Luis e Val- il suo sguardo era ancora confuso e pieno di quelle incertezze e supposizioni che lo laceravano.
-Luis e Val cosa?- la sua voce ancora calma cercava una risposta.
-Lui e Val si sono baciati- vomitai quelle parole, improvvise e inaspettate.
 
________________________ 
Note dell’autrice:
Ed eccomi ancora qui a rompervi le balle con i miei capitoli XD
Mi è sembrato un’eternità che non aggiornavo questa storia.
Bene bene, ora che Matt sa la verità cosa farà secondo voi??? Dai ipotizzate che mi diverto almeno un po’
Sono comunque tanto orgogliosa di Lila che si è comportata da brava ragazza facendo la cosa giusta *me davvero orgogliosa*
Ok ringrazio chi legge e ovviamente chi recensisce…. Mi sento un po’ sola e abbandonata quindi se volete lasciare un commentino mi fa molto piacere.
Bene allora buona notte e alla prossima
Baci galattici <3
Kiki
   
 
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