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Autore: Miluna    10/07/2011    0 recensioni
Lavinia, in un momento di tranquillità, si vede passare davanti diversi momenti della sua breve vita.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.


Le dita delicate premevano i tasti del pianoforte con grazia e, allo stesso tempo, forza. Nel salone regnava un silenzio solenne, morbido, con tanti ricordi fluttuanti insieme a respiri appena accennati. I bambini ascoltavano a qualche passo dietro di lei, sul divano, adagiati sui cuscinetti blu. Alcuni stavano per terra, con le gambe incrociate e le mani che raccoglievano i piedi. Anita aveva una forza nei movimenti che sembrava eguale ai rami ricchi di foglie che si piegano al vento, proprio in questo modo si plasmava secondo la musica. Sorrideva, anche se i bambini non potevano vederlo. Era una musica mite, capace di evocare qualunque ricordo. Prima di cominciare, si era detto così: - Non mettiamoci dentro parole, lasciamo che questa canzone si possa estendere all'infinito. Va bene, bambini? - Lavinia aveva imparato a conoscere l'infinita potenza comunicativa di una sola nota, senza le restrizioni delle parole. Una sequenza di note può comunicare al mondo intero. Si era immaginata un mondo in cui il do più basso ispirasse allegria, e il sì più alto inquietudine, e non tanta luce. Si era costruita un'idea di un mondo del genere. Si sentiva al centro di un vortice, nell'ascoltare. Gli altri bambini erano solo voci confuse, le note miravano dritto nel bucherello della sua..non sapeva se fosse la risposta giusta, anima? Non sapeva di preciso cosa fosse l'anima, ma ne aveva sentito parlare spesso in queste occasioni. Si era immaginata, perché Lavinia ingrana molto in questa attività, cosa potesse significare esattamente la parola anima. Non sapeva ancora leggere, quindi non poteva neanche consultare un dizionario. Si era immaginata che fosse quella forza che ci spingeva a sorridere, piangere, essere tristi o arrabbiati. Però in un modo più profondo, come se un sorriso dell'anima fosse qualcosa che proveniva da un fondale. E così, ricordando il suo personale significato di anima, lasciava che le note scorressero, si infilassero dentro il bucherello e si incollassero, oppure con una botta d'aria scivolassero via. Senza accorgersene cominciò a imitare quei suoni a bassavoce, e ne uscì un piacevole mormorio melodico. Una bambino accanto a lei si voltò, guardandola sorpresa, poi rivolse lo sguardo ad Anita. La pianista si girò un attimo incuriosita, e vedendo la bambina trasportata dalla musica sorrise felice. Il sorriso felice di Anita era contagioso, e allora anche l'altra bambina sorrise battendo le mani. Si mise a sussurrare sottovoce anche lei. E gli "oh" tramutavano dolcemente in "ah" man mano che la musica cresce, diminuiva, cambiava tono. Lavinia, nonostante fosse piccola, sentiva come dei vaghi ricordi dal breve passato. Come un calore, qualcosa di freddo ma innocente. Pensò a sua madre, con i capelli scoloriti dall'età e le rughe che si formavano quando le piegava le labbra affettuosamente. Il pezzo si dissolse, e terminò. Lavinia sentì un vuoto desolato, ma vinto dalla sensazione di appagamento. - E ora! Tenetevi pronti, alzate un po' quelle gonnelle da terra! Si balla! -

Non ci fu tempo di pensare. Tutti i bambini entusiasti si alzarono, si riunirono parlottando eccitati. La musica parti come una secchiata d'acqua fredda. Festa, festa! Era veloce, ricca e sgorgante di allegria esuberante. Un bambino la afferrò per le braccia e la incoraggiò a saltellare, che buffo modo di imitare il ballo, con lui. Lavinia, completamente spaesata, riuscì solo ad annuire ed ecco che veniva tirata in su e in giù dalle mani del signorotto davanti. Ci prese gusto in poco tempo, cominciò a ridere e a muoversi a girotondo saltellanti per tutto il salone. Anita era più vivace che mai nei movimenti che accompagnavano le note. Qualcuno cominciò ad alzare le mani al cielo e a batterle a tempo di musica. Qualcuno girava e girava e girava, senza preoccuparsi di eventuali capogiri. Anita ad un certo punto alzo una mano sventolandola in aria in un accompagnamento intrattenibile al ballo, e la riportò subito sul piano. Occhi lucenti e sorrisi larghissimi erano flash continuati. Un bambino, senza rendersene conto, si lanciò in mezzo al gruppo e prese a ballare da solo. Giravolta, altra giravolta! Saltellate e braccia che imitavano la marcia dei nanetti di Biancaneve. Tutti lo accerchiarono, guardandolo divertiti e ballicchiando sul posto. Lavinia non riusciva a trattenersi, e saltava sul posto battendo le mani. Anita amava le risate infantili, le più pure.


  
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