Mi sono affezionata in modo particolare a questo capitolo, diciamo che ci ho messo tutta me stessa per scriverlo xD
Spero vi piaccia il James dolce e sensibile che appare all'inizio eheh (ma ce ne saranno pochi così u.u) Sirius sta andando un po' OOC..cercherò di riportarlo sulla giusta via (o forse no O.o).. :)
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It was only just a D r e a m.
I
was thinkin about her,
thinkin
about me.
Thinkin about us,
what we gonna be?
Open my eyes; it was only just a dream.
So
I travel back, down that road.
Will she
come back? No one knows.
I realize, it was only just a
dream.
[Nelly – Just a
Dream]
29 Gennaio 1973, h: 11.00
«Che
cosa pensi di fare, stavolta, Ramoso?» mormorò
Sirius con un filo
di voce.
James
esitò.
«Farò
come sempre.. Cercherò di trovare nuovi modi per
sorprenderla..!»
rispose con un ghigno, ma neanche lui ne era pienamente convinto. Il
sorriso dalle sue labbra si spense subito, facendo intravedere un
nuovo ragazzo, serio e preoccupato, illuminato solo dalla flebile
luce del fuoco di fronte a loro.
Vedendo
la sua espressione, anche Sirius esitò prima di parlare.
Chiuse per
un attimo gli occhi, e poi riprese.
«Non
credo che lei cerchi sorprese..» Soprattutto
le tue avrebbe
aggiunto se vi si fosse presentata un'occasione un po' più
allegra,
ma tacque, rendendosi conto che James aveva capito comunque.
«Lo
so.» Quelle due parole erano un sibilo appena pronunciato, e
se in
quell'istante Sirius non l'avesse guardato in faccia, non se ne
sarebbe neanche accorto.
Dopodiché
ci fu un silenzio. Un silenzio che però, sembrava prendere
parola
per entrambi.
La
Sala Comune era vuota, eccetto per Sirius e James, seduti sul
divanetto scarlatto, posto di fronte al camino, e per Lily, seduta in
un angolino intenta a finire il tema di Aritmanzia. Da lì,
lei non
li poteva sentire, e probabilmente neanche si era accorta della loro
presenza, tanto era presa dal compito, su cui era china da quasi
cinque ore.
Gli
unici rumori che in quegli istanti animavano la Sala erano lo
scoppiettio del fuoco e il raschiare della penna della ragazza,
interrotto ogni tanto da qualche urlo di Gazza, proveniente da fuori,
che riusciva a farsi sentire anche a quell'ora.
Erano
settimane che non dormiva di notte, pattugliando l'edificio da capo a
piedi. Più o meno da quando James e Sirius si erano
introdotti di
nascosto nel suo ufficio, rubandogli da sotto il naso la lettera
contenente la guida di magia per maghinò. Si chiamava SpeedyMagic,
o qualcosa del genere. Patetico
pensarono la prima volta, poi però si resero conto di quanto
doveva
essere triste essere rinchiusi in una Scuola di Magia, senza poter
fare magie..
Ma
quella sera i due non avrebbero infastidito Gazza, né
tantomeno Mrs.
Purr o qualsiasi altro insegnante o custode o guardiacaccia
(visti
già i numerosi guai che avevano causato ad Hagrid.). E forse
sarebbe
andata avanti così per giorni, settimane, mesi..
finché i
Malandrini non avrebbero ritrovato il loro spirito..
Il
primo ad interrompere quel fastidioso silenzio fu, poco dopo, James,
sempre mantenendo la voce piuttosto bassa, per evitare di farsi
sentire dalla Evans.
«Sirius?»
«Si?»
«Secondo
te, lei
sarà ancora qui stanotte? Dopo la mezzanotte,
intendo..»
Sirius
guardò cupo l'orologio. Le
11.30.
C'erano parecchie possibilità che restasse, visti i suoi
classici
standard di studio. Minimo sei ore, o non si poteva definire
soddisfatta.
«Credo
di si. Ormai dovresti conoscerla, no?» Borbottò.
S'incupì sempre
di più nell'immaginare lui
che
faceva gli auguri di buon compleanno a
lei.
Forse sarebbe apparso ancora più gentile ai suoi
occhi, e forse sarebbe addirittura finita per cedere alle sue
richieste.
Impossibile,
pensò.
«Le
porteresti il mio regalo?» A quelle parole gli occhi di
Sirius si
sgranarono, e per un attimo, credette di esserlo solo immaginato.
«Non
voglio darglielo di persona.. se vieni due minuti nel Dormitorio te
lo do, e a mezzanotte in punto tu glielo darai.. Dicendo che
è da
parte mia, naturalmente.» Aveva lo sguardo basso, ed era
leggermente rosso in volto. Proprio come la prima volta che lei
l'aveva rifiutato.
A
quel punto Sirius sbottò.
«E
da quando il mio migliore amico è un pappamolle?..Oh,
e va bene..»
aggiunse infine, vedendo gli occhi color nocciola di lui supplicanti.
Insieme
si alzarono, e James lo trascinò a forza nel Dormitorio. Si
riposò
un attimo accovacciandosi sul letto dell'amico con la testa fra le
mani; dopodiché aprì il cassetto del comodino,
tirandone fuori un
mazzo di gigli insieme ad un pacchetto rosso.
Sirius
ne rimase di sasso, e sinceramente, se quello non fosse stato il suo
migliore amico
e fratello
di scelta,
si sarebbe tirato subito indietro. Ma in fondo, neanche Lily doveva
essere più importante della loro amicizia.
Li
prese in mano, facendo in modo di nascondere il viso dietro i gigli,
e con un velo di rossore si avviò verso la Sala Comune.
Rischiò di
inciampare due o tre volte, e solo nella rampa di scale che ormai
lo separava dal Dormitorio.
Sbirciò
da dietro i fiori, notando che Lily era ancora fissa sui fogli (che
ormai erano diventati una decina). I capelli le ricadevano
delicatamente lungo il viso, coprendo quasi del tutto il suo profilo.
Neanche si prendeva la briga di spostarli, anche se sapeva che
sarebbe stata più comoda. Probabilmente era solo troppo
stanca.
Chiunque sarebbe stanco
di
fare i compiti a quell'ora di notte, per di più nel giorno
del suo
compleanno!
Con
un misto di sollievo e paura, Sirius si schiarì la voce per
farsi
notare.
«Emh..emh..»
Lei
ci mise un po' a realizzare che era entrato qualcuno, e a Sirius non
gli ci volle molto a capire perché non si era accorta dei
due quando
chiacchieravano in Sala Comune: aveva gli occhi socchiusi ed
un'espressione tutt'altro che allegra e pimpante: tutto il contrario
di quello che mostrava di solito.
Indossava
ancora la divisa, leggermente sbottonata, e la cravatta era buttata
insieme alla sciarpa su una poltroncina lì vicino. Si
stropicciò
gli occhi, e con una voce assonnata esclamò:
«Che
vuoi, Potter? Mi lasci in pace almeno il giorno del mio
compleanno!?»
«Veramente
sono Sirius.. e poi sono ancora le 11.59, non hai ancora 14 anni,
teoricamente.. » rispose lui, stranamente con tono
tranquillo.
«Potter
mi ha chiesto di portarti questi, sono per te..»
Lily
si alzò barcollando, e arrivò proprio di fronte a
lui, abbastanza
vicino da poterla toccare. Abbastanza vicino da..
«Che
carino!» Sorrise. «Ma come mai non è
venuto lui?»
Sirius
esitò, cercando qualche scusa abbastanza credibile da
giustificarlo.
«Oh,
emh..perché non è venuto lui dici?»
Ripeté, guardando per terra
di nuovo in preda all'imbarazzo. «Beh, veramente non si
è sentito
molto bene.. Dato
che gli ho rifilato un pacchetto di dolci vomitosi.
» Aggiunse quest'ultima frase di getto, abbozzando un ghigno,
vista
la perplessità della ragazza.
Lei
scosse lievemente la testa, ma senza cancellare mai il sorriso dal
viso, che sotto quella luce sembrava ancora più bello.
Liberò
le braccia di Sirius e si sedette sul divanetto, prendendo il
biglietto nascosto tra i fiori e poi posandoli proprio accanto a lei.
Lo
lesse, abbozzando una risatina. Il suo sorriso si ingrandì,
e con
una strana impazienza prese il pacchetto e lo scartò.
Stavolta
anche Sirius rimase di stucco. Avvolte nella carta rossa, c'erano due
statuine di vetro, rappresentanti un cervo ed una cerva. Lei si
avvicinò al tavolo e vi posò il regalo.
Di
colpo i cervi si animarono ed iniziarono a correre. Si inseguivano,
giocavano.
Lily
non sapeva cosa volesse dire, ma Sirius, ancora fermo davanti alla
rampa di scale, capì.
L'animale
di cui James voleva prendere le sembianze era, casualmente,
un cervo, e, sempre casualmente,
era sicuro che la cerva fosse lei.
«Non
è stato dolcissimo?» mormorò lei. Il
sorriso che ancora le
illuminava il volto.
«Perché,
che ti ha scr..» Ma non fece in tempo a finire la frase, che
Lily
gli corse in contro, con il biglietto in mano. Lui lesse, ma questa
volta, non ebbe dubbi dell'autenticità della cosa: poco ma
sicuro,
era opera di James. Oltre che per la grafia, che sembrava voler
nascondere il suo pessimo modo di scrivere, le parole non erano tra
le più romantiche.
Ci sono tre cose che amo nella vita..la burrobirra.. Mocciosus..e te!
Sotto
“Mocciosus”,
James aveva disegnato una freccetta che terminava in un disegnino
poco amichevole: lui teneva puntata la bacchetta contro Piton, il
quale, appeso a testa in giù, si contorceva da una parte
all'altra
cercando di scendere.
Anche
Sirius rise, scuotendo la testa. Non
cambierà mai pensò
affettuosamente.
«Quindi
accetti uno per uno tutti
gli
inviti di James, dal 1 settembre 1971 (che difficilmente scorderai) a
questa parte?» Scherzò, ma per lei non era una
battuta. Annuì
lievemente, per poi sussurrare un leggero «Si.»
Il
sorriso gli si congelò sulle labbra, e non ci volle molto
perché
scendesse dal mondo dei sogni, dove ormai aveva praticamente fatto
l'abbonamento.
Erano
passati due anni e mezzo da quando aveva capito che lei non gli era
del tutto indifferente.
Due
anni in cui era sollevato dei suoi rifiuti verso James. Non l'aveva
mai considerato suo “rivale”,
ed era convinto che fosse solo un suo capriccio nato il primo giorno
di scuola.
Ma
non era così.
L'illusione
di essere ricambiato un giorno era svanita. Tutto d'un colpo.
Vedere
i propri sogni infranti in meno di circa un minuto non era una bella
sensazione, e solo chi l'ha provata veramente può capire.
Ed
appunto, dopo tutto questo tempo, si rese conto che era
solo un sogno,
un castello di carte
che non aveva esitato a crollare.
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Comunque, se vi è piaciuto (o vi ha fatto schifo, è molto probabile ù.ù) lasciate un commento, giusto per farmi sapere che ne pensate :3
Alla prossimaa :D