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Autore: Sonecka    10/07/2011    2 recensioni
Una giornata magnifica da passare sotto l’ombrellone a leggere un buon libro, avrebbe detto chiunque mi conosceva, ma il fatto era che mi sentivo irrimediabilmente attratta da quella sabbia finissima; già io, Maka Albarn, ero affascinata di come il mare avesse eroso in milioni di anni rocce enormi per trasformarle in quei granelli piccolissimi.
One-shot partecipante al concorso "One-shot dell'estate".
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sabbia

I gabbiani volavano nell’immensità del cielo privo di nuvole e limpido. Il mare di un verde smeraldo rifletteva i raggi del sole con giochi di luce. La sabbia era candida e accecante a causa del sole di mezzogiorno, l’aria sapeva di sale. Una giornata magnifica da passare sotto l’ombrellone a leggere un buon libro, avrebbe detto chiunque mi conosceva, ma il fatto era che mi sentivo irrimediabilmente attratta da quella sabbia finissima; già io, Maka Albarn, ero affascinata di come il mare avesse eroso in milioni di anni rocce enormi per trasformarle in quei granelli piccolissimi.

Affondai le dita dei piedi in quello strabiliante  effetto della natura e sorrisi al piacevole solletico che mi dava. A  passi leggeri mi avvicinai al bagnasciuga e immersi i piedi nell’acqua fredda, rabbrividendo.

“Soul!” gridai voltandomi e sventolando la mano. “Vieni! L’acqua è stupenda!”

Tutto quello che ebbi in risposta dal ragazzo sdraiato sotto l’ombrellone, fu solo un grugnito talmente forte che lo potei sentire  anche se ero a metri di distanza.

“E dai!  Non vorrai passare l’intera giornata a poltrire sotto l’ombrellone!”

Soul si girò su un fianco dandomi le spalle. Sbuffai  stizzita, prendendo a calci un piccolo sasso e ritornai da lui.

“Per una volta che volevo far  qualcosa e non rimanere qui ferma …” Mugugnai,  guardandolo di traverso e sedendomi,  con l’eleganza di un elefante, sul mio asciugamano.   

Il ragazzo alzò appena il viso. “Lo sai che non posso espormi al sole, specialmente a quest’ora.”  

“Ma dai! Mettiti un po’ di crema protezione 50 e il gioco è fatto.” Feci spallucce e mi voltai dall’altra parte con espressione imbronciata.

Soul si alzò a sedere a gambe incrociate, appoggiandosi con le mani alle ginocchia. “Maka, sono albino!” Esclamò.

Lo guardai con la coda dell’occhio. Era vero: la pelle e i capelli erano, se possibile,  più bianchi del latte, messi in risalto dal costume e dagli occhi scarlatti. Mi dovetti arrendere alla realtà e mi lasciai cadere sulla salvietta.

“E’ che volevo costruire un castello di sabbia e poi fare un bagno …” Chiusi gli occhi e feci scivolare le dita nella sabbia, prendendone delle piccole manciate e lasciandole andare al vento.  

L’albino sospirò e tornò a sdraiarsi all’ombra. “Abbiamo appena portato a termine una missione  e non vedo l’ora di rilassarmi un po’ … perché non lo vai a fare da sola?”

Aprii gli occhi e lo squadrai scandalizzata.  “Ma io volevo farlo con te!” Mi lamentai. Niente da fare, rimaneva lì, inerte, con le labbra socchiuse che lasciavano intravedere i denti aguzzi.

“Hai forse cinque anni? Sei grande e vaccinata: vai a costruirlo da sola.”

Sentii la rabbia scoppiarmi in petto e non mi seppi  trattenere: presi un libro dalla borsa da spiaggia e gli tirai un Maka-chop talmente forte da fargli piegare la testa sul petto. Strabuzzò gli occhi.

“Ma che ti prende?! Mi hai fatto mordere la lingua!” Mi mostrò la lingua arrossata e segnata dai suoi denti affilati. Schioccai la lingua a mia volta e mi alzai furiosa senza degnarlo di uno sguardo.

“Stupido!”

Raggiunsi la battigia seguita dagli occhi confusi del ragazzo; con passi timidi mi avvicinai ad un secchiello semi sepolto dalla sabbia, abbandonato da qualche bambino insieme alla paletta che galleggiava nell’acqua, in balia dell’onda che, giocando, la spingeva e sottraeva alla riva.  M’inginocchiai e li recuperai, proprio la loro vista aveva risvegliato in me la nostalgia dei giochi sulla spiaggia. Cominciai a riempire il secchiello di sabbia bagnata e giallastra.  

“Soul … sei davvero uno stupido!”  
 
***

La luce che illuminava la spiaggia era velata di rosa e arancione insieme, la sfera infuocata del sole stava per raggiungere la linea dell’orizzonte. Con un gesto distratto della mano mi asciugai la fronte grondante di sudore. Sbuffai per il caldo e, a  colpi decisi di paletta, scavai il fossato attorno all’impalcatura di torri e blocchi di sabbia.  Mordendomi il labbro inferiore, con un bastoncino, feci dei piccoli buchi per simulare le finestre; mi allontanai per vedere meglio il mio lavoro. Davvero stupendo! Una perfetta combinazione di stile medievale e  rinascimentale. Sorrisi soddisfatta.

“Uhm bello! Se ti avessi aiutato io, non sarebbe venuto così.”

Alzai la testa e mi ritrovai davanti Soul, le mani in tasca e le spalle incurvate come al solito. Assottigliai gli occhi e increspai le labbra in una smorfia di irritazione.

“Che vuoi? Non dovresti ‘esporti al sole, specialmente a quest’ora.’” Dissi imitando la sua voce, rendendola piagnucolosa. Davvero un’imitazione scadente. Mi ributtai nel mio lavoro certosino.

Il ragazzo sospirò. “Maka, è il tramonto ...! Ora posso fare quello che mi pare e piace.” Cominciò a perlustrare la riva, con un occhio lo osservai mentre si piegava a prendere qualcosa.

“Ecco.” Si chinò accanto a me e mi porse delle conchiglie colorate. “Usale per decorarlo.”

Rimasi ammaliata dalla bellezza dei colori e dalle loro forme coniche; sorrisi, prendendole, e con mani trepidanti le posizionai in cima ad ogni torre.

“Sono bellissime …!”

“Già …” mi voltai piano e lo sorpresi a guardarmi intensamente. Alzai un sopracciglio.

“Che c’è?”

Soul scosse la testa. “Niente.” Con un dito lisciò la parete di una torre.
“Perché volevi assolutamente che ti aiutassi?” Continuò.  “Te la cavi bene. E poi io sono fatto per distruggere le cose, altrimenti non sarei una Buki.”

Rimasi interdetta e arrossii lievemente.  “B-beh … perché volevo solo condividere una cosa che mi è sempre piaciuta con te …” Mi rannicchiai, facendomi  piccola piccola. Perché ero imbarazzata? Sospirai.  Mi concentrai sul ponte  massiccio tra il fossato e il castello, facendo attenzione tolsi il secchiello che lo sosteneva …

“Sì!” il ponte rimase dov’era mostrando la sua bella arcata. Realizzata, mi raddrizzai e corsi in acqua per togliere i granelli di sabbia che si erano appiccicati alla pelle.

“Wow! Ottimo lavoro, il ponte sembra ben costruito.” Disse l’albino appoggiandovi  sopra un piede. Lo guardai sconcertata, cosa voleva fare? Il ragazzo si appoggiò con tutto il peso sulla struttura per qualche secondo. “Incredibile, tiene!” Esclamò meravigliato, si allontanò di qualche passo.

“Soul …”

“Terrà anche così?” Soul vi si buttò sopra a piè pari e il povero ponte non poté far  altro che collassare.

“SOUL!” Urlai furiosa. Il ragazzo avvertì il pericolo e corse via, era veloce ma non abbastanza per evitare il ciottolo che gli tirai in testa, facendolo stramazzare a terra in stato confusionale.

Mostrai  i denti quasi per ringhiargli contro. “Stupido! Ma dove hai il cervello?” Ritornai dalla mia ‘opera d’arte’ e cominciai a ricostruire il ponte.

“Ti ho detto che sono fatto per distruggere le cose …!” Si giustificò rialzandosi.

“Tsk!”

Con le mani affondate nelle tasche e la testa curva, Soul tornò accanto a me con fare sornione. Mi fissò per qualche istante e si chinò vicino al mio viso. “Sei rimasta troppo al sole, così ti verranno le lentiggini.” Mi prese il mento tra le dita, costringendomi a guardarlo. “Guarda, ne hai già alcune.” Mi diede un bacio leggero sullo zigomo, facendomi arrossire. Il ragazzo si allontanò un po’ e si passò la lingua sulle labbra. “Oh, era solo sabbia.”

Rimasi immobile, la testa vuota e la bocca socchiusa dalla sorpresa; non capivo più niente e sentivo le guance andare a fuoco.

“Soul …” Distesi le labbra in un sorriso che non seppi trattenere. Il ragazzo sorrise a sua volta e si chinò di nuovo su di me, per pochi attimi mi fissò negli occhi, poi, annullò la minima distanza fra noi e mi baciò dolcemente.  Sentii il cuore,  il cuore quasi scoppiare e lo stomaco in subbuglio.  Lasciai andare la paletta e gli accarezzai la guancia.


“Yahoooo!”  Un tonfo  e fummo travolti da una cascata di sabbia. “Il grande Black Star è qui!”

Ci separammo, voltandoci.  Soul sbuffò seccato, mentre io contrassi il viso: il mio magnifico castello era stato distrutto dal fervore del ciuffo azzurro.

“Black Star!” Tsubaki, dietro di lui, lo richiamò guardando atterrita il cumolo di sabbia, con poche torri superstiti, sotto i piedi del suo maestro d’armi.

“Black Star …” farfugliai minacciosa, il volto attraversato da un’ombra nera.
Soul  fece passare lo sguardo da me a Black Star, consapevole di quello che stava per accadere al suo amico.

“Lo so ragazzi sono troppo forte! La mia entrata in scena vi sbalordisce sempre!” Esclamò il ciuffo alzando un dito al cielo per poi face ‘ok’ col pollice. Mi gettò un’occhiata, rimase incerto un momento, poi pensò che era meglio mettersi a correre per sfuggire alla mia furia.
Io e soul ci scambiammo uno sguardo d’intesa, lui sorrise divertito dalla mia espressione e si portò le mani dietro alla nuca, io con balzi scattanti cominciai a rincorrere Black Star, ignaro del vero motivo della mia collera ...

E mentre quello correva e io mi fermavo a riprendere fiato, sentendo ancora sulle labbra la tenerezza di quel bacio, il sole s’immergeva nel mare violetto. L’onda lambiva la riva e accarezzava il mio ‘capolavoro’, portandone via un pezzo ad ogni passaggio. Sembrava  quasi che una mano liquida lo volesse riplasmare, riappropriandosene. Infondo era solo sabbia, ma ne rimasi affascinata.




Spazio autrice :

Salve!! Eccomi tornata con una nuova storia, la mia prima one-shot. Appena ho letto del concorso, mi è venuta l’ispirazione e quindi vi presento questo parto della mia mente complicata XD  spero vi piaccia e tutti i vostri commenti saranno ben accetti anche per migliorare il mio stile ^.^
Alla prossima storia!! Bye Bye!!!  

Sonia                 
   
 
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