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Autore: Erin_Prince    10/07/2011    7 recensioni
"Insomma, Piton! Non era Allock, che almeno, forse, probabilmente, aveva un accenno di bellezza, ma Piton! Non so quanto restai là, seduta su quella sedia, so solo che, quando mi girai verso la finestra, fuori era scesa la notte." (dal capitolo 4) Si lo so...Sempre Sev!!!!!!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Buonasera carissime lettrici!!!!

Spero che la vostra domenica sia stata meno stancante della mia...Ma ecco il nuovo capitolo!!!!Ah, chissà se Severus vivrà o no, se riuscirà a dire a Rebecca le sue conclusioni...

Vi lascio alla lettura e come sempre un grazie gigantesco a coloro che recensiscono!!!!

Ah beh, nemmeno a dirlo....-3!!!!!!Tre maledettissimi giorni prima della fine!!!!Io non reggerò, lo sento!!!!!!

Un bacio

Erin.

 

CAPITOLO30

 

Quando il tempo non passava

non passava la nottata

eri solo da incontrare

ma tu ci sei sempre stata
(Ci sei sempre stata - Ligabue)

 

Il corridoio del primo piano del S. Mungo era deserto, freddo, illuminato da luci al neon, silenzioso. Si sentiva solo il rumore del mio cuore che batteva all'impazzata, come se dovesse esplodere. La mia mente era completamente annebbiata, non riuscivo a formulare un pensiero che non andasse contro ad un altro. Ero seduta su una sedia di plastica verde lime da almeno un'ora, l'attesa dei Guaritori era snervante, pensavo a Eveline, a Hogwarts, a Voldemort, al castello, alla battaglia che avevo lasciato per seguire l'uomo che amavo e che aveva fatto il mio nome in punto di morte, subito dopo essersi beccato un morso dal serpentone del Signore Oscuro.

Dovevo avere un aspetto terribile, la mia felpa era sporca di fango e sangue, i jeans erano strappati in più punti, ma cosa poteva importarmi del mio look quando Piton era steso su un letto in una sala operatoria?

Finalmente, la porta blu in fondo al corridoio si aprì e uscì un uomo alto e dai capelli color dell'oro, aveva due iridi azzurre come il mare dei Caraibi, le labbra sembravano disegnate sulla sua pelle leggermente scura. Era il Guaritore Jeffrey, il più bravo nei casi di morsi di Creature Magiche Pericolose. Mi rivolse lo sguardo più grifondoresco che avessi mai visto.

-Lei è Rebecca Hale?- chiese con la sua voce profonda.

-Si..- risposi, scattando in piedi.

-In che rapporti è con il paziente?-.

Pensai che pure io avrei voluto saperlo.

-Insomma- continuò -Lei ha più o meno diciassette anni visto che si trovava ad Hogwarts, lui era il Preside, perché ha fatto proprio il suo nome?-.

Restai in silenzio, non sapendo cosa rispondere.

-Signorina Hale, la professoressa Mc.Granitt mi ha appena mandato un gufo, Piton è stato scagionato da tutte le accuse che lo riguardavano, dall'assassinio di Silente, al suo presunto ritorno dalla parte di Voldemort e...-.

-Ora si può dire il suo nome?- chiesi, stupita.

-Si, ci stavo arrivando, se mi lascia terminare...Voldemort è stato ucciso, il suo regime è caduto.-.

-Posso vederlo?- chiesi.

-Si, ma è molto, molto debole. La sua costituzione non è delle migliori, il morso di quel serpente è letale per i più, ma se non ricordo male avevamo già avuto un caso del genere...Solo che quello era molto meno grave.-.

-Ma..Insomma, ha riportato gravi danni?- quel tizio non mi diceva niente!

-Lo terremo qui in ospedale per parecchio tempo, il veleno conteneva un liquido che impedisce alle ferite di rimarginarsi, fortunatamente abbiamo dei prototipi di cure..- concluse.

Lo ringraziai e mi diressi verso la porta. Respirai a fondo e varcai la soglia di quella stanza debolmente illuminata, c'era un solo letto. Mi avvicinai e Piton voltò la testa verso di me. Sulla parte destra del collo aveva una fasciatura spessa intrisa di una sostanza blu.

Quando arrivai a toccare il letto con le gambe, istintivamente gli presi la mano.

Lui la strinse debolmente.

-Hale, non saresti dovuta venire sul serio...- disse, piano.

-Ha fatto il mio nome, e sapeva benissimo che non sarei rimasta ad Hogwarts sapendola qua a morire.-.

-E' l'unica cosa che mi meriterei, morire...O almeno stare solo. Non merito la tua presenza qui.- disse.

-Perchè ha fatto il mio nome?-.

-Mi sono comportato male con te, ma un anno fa non avrei mai potuto dirti..- si bloccò, i suoi muscoli si irrigidirono, un suono inquietante uscì dalle sue labbra. Chiamai i Guaritori che mi fecero uscire e aspettare un'altra ora. Maledissi ogni cosa che mi veniva in mente, non era possibile, Piton stava per dire qualcosa di importante!

Jeffrey uscì nuovamente dalla Sala, ma questa volta aveva un'aria preoccupata.

Scattai in piedi e lui mi fissò.

-Signorina Hale le devo chiedere un favore.-.

-Di che genere?-.

-Il corpo del paziente ha subito un forte stress nelle ultime ore, sia fisico che emotivo..- e mi guardò come per dire “colpa tua, piccola marmocchia” -L'unico metodo che si può usare in questi casi è il coma Poziologico (*).-.

-Coma?- chiesi, scioccata.

-Si, gli abbiamo somministrato alcune Pozioni molto potenti in grado di ridurre l'attività celebrale e fisica, così da far tornare in equilibrio il tutto.-.

-Si risveglierà, vero?-.

-Se la situazione migliora si, diminuiremo le dosi fino a che non si risveglierà, altrimenti...-.

-Altrimenti cosa?- chiesi.

-Se le sue condizioni non migliorano entro due settimane, il paziente decade in Coma Profondo, che può essere irreversibile.-.

-Non è possibile...- mormorai, incapace di accettare quella situazione. Alla luce priva di calore del corridoio preferii, per un attimo, che Piton fosse sposato con figli e vivo, piuttosto che in un letto d'ospedale, in coma, solo, e io, che lo amavo alla follia, come unica persona con cui lui potesse parlare.

-Signorina Hale, le devo chiedere un favore..- disse Jeffrey.

-Si, mi dica.-.

-Preferiremmo che non dicesse ad anima viva che il signor Piton si trova qui e in che condizioni, i giornalisti ci prenderebbero d'assalto, cosa che comunque non tarderanno a fare.-.

-Va bene, io...-.

-Lei può venire quando vuole,- disse, anticipando la mia domanda -Se abbiamo capito bene, lei è l'unica persona vicina a lui.-. Detto questo, il Guaritore sparì nel corridoio.

Sentii le ormai famigliari lacrime rigarmi le guance. Uscii dall'ospedale con passi pesanti, ritrovandomi in una stradina babbana: era puzzolente e buia, un vicolo pieno di gatti randagi. Mi Smaterializzai e in un secondo arrivai nella mia casa di Canterbury. C'era solo mia madre che dormiva beata, mia sorella era di nuovo partita per il Brasile, mio padre era a caccia di Mangiamorte.

Entrai in camera mia e accesi la luce. Mi tolsi i vestiti sporchi e li lanciai in un angolo. Non avevo la forza di farmi una doccia e così mi buttai sul letto e, di botto, caddi in un sonno agitato e zeppo di incubi.

 

(*) lo so, fa ridere, ma era per non mettere farmacologico, come i babbani!!! =) 

  
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