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Autore: strawberrymilk    11/07/2011    3 recensioni
Sequel di "Stava realmente succedendo a me?". Continua la storia tra James e Sofia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’abito era lì, sul letto, immobile.
Lei era lì, di fronte al letto, in intimo, intenta a fissare quel vestito.
Aveva un qualcosa di ipnotico, non riusciva a non guardarlo.
Finalmente, decisa, lo prese e con molta cautela se lo infilò. Le stava perfetto…o quel ragazzo aveva occhio, o qualcuno lo aveva avuto per lui.
Infilò le scarpe con tacco alto, mise in borsa il minimo indispensabile e scese le scale, (aveva imparato la strada andando a cena).
Il vestito le impacciava un po’ i movimenti e i tacchi alti non erano il suo forte, ma riuscì comunque a fare una comparsa dignitosa, raggiungendolo davanti alla porta. Anche lui indossava un abito blu, compreso di camicia e giacca, ma niente cravatta, fortunatamente.
<< James. >> sorrise.
<< Sofia! Stai benissimo! >> esclamò con un gran sorriso, osservandola.
<< Grazie. >> la ragazza arrossì lievemente. << Come hai fatto a trovare la misura? >>
<< Questo lo tengo un mio piccolo segreto. >> le diede un buffetto sulla guancia, poi aprì la porta << Andiamo in giardino, vieni. >> sorrise prendendole il polso e trascinandola fuori dalla casa.
Il giardino si estendeva sul retro della proprietà e per raggiungerlo, occorreva percorrere una lunga stradina costeggiata da piccoli alberelli e cespugli.
<< Come mai stiamo andando in giardino? >> chiese Sofia guardandosi intorno, raggiante. Posti così, li aveva visti solo di passaggio per fare i suoi set. Non ci si era mai fermata e oltretutto, non li aveva mai visitati con la tranquillità che aveva in quel momento.
<< Te l’ho detto, ho una sorpresa per te. >> replicò lui, mantenendo l’andatura veloce.
Voltarono l’angolo della casa e Sofia si fermò di botto, a contemplare lo spettacolo che le si presentò davanti.
C’era una panchina, una normalissima panchina in legno, tutta decorata con delle luci colorate rosse e azzurre.
<< E quella…>> non ebbe il tempo di chiedere nulla che lui la trascinò fin lì.
A dire il vero si stava stancando, farsi trascinare in giro non era il suo più grande divertimento.
Si sedettero sulla panchina, uno di fianco all’altro.
Sofia era tesissima, cosa stava succedendo?
<< James..puoi spiegarmi adesso? >> domandò la ragazza, voltandosi verso di lui.
<< Beh…è difficile a dire il vero. >>
<< Cosa è difficile? >>
Nuovamente la colse alla sprovvista, era un vizio il suo, uno dei tanti.
Fatto stava che due secondi prima si erano guardati e due secondi dopo lui la stava baciando.
Per Giove, la stava baciando!
Cosa fai lì impalata? Rispondi.
Non se lo fece ripetere due volte. Ricambiò il bacio del ragazzo, con tenerezza. Non riusciva a capire, non riusciva a pensare, aveva solamente in bocca il suo sapore e una musica incessante che le risuonava nelle orecchie.
Ci mise un po’ a capire che quella musica esisteva davvero e non era solo frutto della sua immaginazione.
Si staccò da lui quasi con forza e si guardò intorno, per cercare l’origine di quel suono.
<< La musica è opera tua? >> domandò aggrottando la fronte.
James rise di gusto, poi si alzò, mettendosi di fronte a lei.
<< E di chi altro altrimenti? >>
Le tese la mano. Lei la prese e si alzò.
<< Doveva essere una sorpresa fatta bene, no? >> disse mentre la portava nel mezzo del giardino.
<< Lo è stata. >> rispose lei con un sorrisetto.
Si fermarono, la prese per i fianchi e si avvicinò a suo orecchio abbassando la testa.
<< Credevo mi avresti schiaffeggiato…>> le sussurrò.
Sofia ridacchiò alzando lo sguardo. << Non solo tu sai sorprendere le persone. >>
<< Hai ragione. >> replicò lui, ricominciando a baciarla.
E la serata continuò così.
Il tempo trascorse veloce, come le note della canzone sulla quale ballavano, stretti l’no all’altra.
Come sarebbe andata a finire? Temeva l’idea di staccarsi da lui e andare di sopra. Temeva che svegliandosi il giorno dopo, sarebbe finito tutto o peggio, si sarebbe resa conto che era solamente frutto della sua immaginazione.
Ma a questo al momento non voleva pensare. Al momento c’erano solamente James e lei e ovviamente, le loro labbra.
   
 
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