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Autore: Raksha3    11/07/2011    6 recensioni
Abbracciata a lui mi chiedo quanto un'estate possa cambiare la vita delle persone.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sun. os
Remember when...

Sono vecchia ormai, i miei lineamenti si sono induriti e le rughe sono arrivate. Pensavo che questo momento non sarebbe mai arrivato.
Credevo che guardandomi allo specchio avrei sempre visto la ragazzina diciannovenne con i capelli rossi e gli occhi pieni di sogni, pieni di vita, pieni di Lui.
Di una cosa ero e sono certa, i miei occhi sono sempre pieni di Lui.
I miei capelli adesso sono completamente bianchi e lunghi, legati sempre nella solita treccia. Che strana la vita, un attimo prima sei sull'orlo della giovane età mentre quello dopo
speri di essere la prima ad andartene in modo tale da non veder nessun parente andarsene prima di te.
Mi sento giovane nonostante abbia 70 anni.
« Nonna April. » faccio tornare il mio sguardo sorridente prima di puntare i miei cari e vecchi occhi azzurri in quelli verdi di mia nipote Eleonor. « Dimmi tesoro. »
« Andiamo nonna, non vorrai rimanere qui seduta con questo caldo! » ha 10 anni, è così vivace e giovane. Ha preso da mia figlia Liza. I capelli di Eleonor sono rossi come i miei e gli occhi verdi come il padre, Jason.
E' bello vederci tutti insieme, le somiglianze si notano sempre guardando me e mia figlia accanto a mia nipote. Liza è alta e snella, i capelli corti rossi molto giovanili nonostante i suoi 40 anni imboccati.
Gli occhi, quelli sì che sono uno spettacolo della natura. Gli occhi di mio marito.
La spiaggia era invasa da donne giovani in bikini ma io e mia nipote non siamo qui per prendere il sole, siamo qui per camminare, per trovare il nostro posto. Sedute all'ombra di un casolare lei mi stringe la mano.
« Nonna mi racconti di nuovo di quell'estate di quando avevi 19 anni? » il sorriso mi salì alle labbra. Amo raccontarle della mia vita, mi piace sapere che interesso a qualcuno.
« Mmm, Eleonor ma l'hai sentita davvero molte volte, sei sicura? »
« Sì nonna. Voglio sapere tutto, ma proprio tutto eh! » il sorriso della mia nipotina mi ha sciolto il cuore, lo sento è così ogni volta. Le guance rosse e piene mi fanno venir voglia di sorridere e guardarmi allo specchio per vedere se anche le mie sono così, e alla fine, trovo sempre la tartaruga rugosa che sono rimanendo delusa, a volte.
E va bene..

*********************

Caldo, faceva troppo caldo. Incantata dal mare delle Hawaii stavo sempre e costantemente con i piedi nell'acqua nonostante le mie gambe non mi tenessero più di 5 ore in piedi.
Mio padre era un grande musicista e mi aveva pagato una bella vacanza di "riabilitazione solitaria" alle Hawaii, come la chiamava lui.
Non poteva vedermi costantemente chiusa in casa con un Mac o con una macchina fotografica, voleva vedermi con amiche e amici a ridere e scherzare. Purtroppo io non ero così.
Mi sentivo sempre in compagnia con una Canon o una Nikon in mano. Quel giorno avevo la mia adoratissima Olympus E-450 che mi pendeva al collo.
La mia era stata una bella estate soprattutto perchè avevo conosciuto un ragazzo. Un bellissimo e famosissimo ragazzo.
Lo conobbi ad un pub ad Hollywood, vivevo lì da anni e decisi che era l'ora di entrare in un pub. Mi sentivo strana e per qualche ragione uscii di corsa da quella cappa di musica, fumo e alchool. Gli sbattei contro.
Ah.. mi ricordo ancora il suo viso snello e sorridente, i suoi occhi castani e spaventosamente intensi, per non parlare del sorriso caldo e della stretta che ebbe sulle mie spalle. Incredibile.
Quella sera parlammo e il mattino dopo, erano le 7 e mezza precisamente, mi riaccompagnò a casa per salutarmi prima della mia partenza.
Non c'era giorno che non lo pensassi. Quando camminavo sotto il sole estivo mi immaginavo che stesse facendo, di certo qualcosa meglio della mia passeggiatina mattutina con cappello di paglia aggiuntivo.
Fu uno di quei tristi giorni che ricapitò il finimondo.
Vidi la sua figura correre verso di me, portava una camicia a quadri delle varie tonalità del blu sopra una maglia nera a maniche corte. Era meraviglioso.
Mi strinse forte a sé e mi disse che era venuto lì per me.
Quello fu davvero l'inizio della mia estate.
Una mattina stavamo passeggiando sulla spiaggia, il sole cocente era tremendo ma si stava bene, le Hawaii adesso che lui era con me erano diventate un paradiso. Passeggiavamo uno di fianco all'altra e ci scambiavamo occhiate dritte. Erano begli anni per me quelli.
« Avevi voglia di vedermi dì la verità. » mi chiese improvvisamente fermandosi. Mi girai imbarazzata ma i suoi occhi mi presero e mi cullarono mentre annuivo ed arrossivo.
« Ti sento sempre vicino anche quando sei lontano da me, è bello sentire il tuo odore adesso ed è bello l'abbraccio che mi hai dato Lunedì quando sei arrivato, ma so per certo che prima o poi te ne tornerai a casa e che starò sempre ad aspettarti nonostante il mio cuore voglia volare libero. »
« Sei sempre la solita. Dai per scontato che io non mi senta così. » mi prese le mani tra le sue avvicinandomi a sè.
« Allora dimmi cos'è che provi, per me sei complicato. »
« In realtà io sono un velo e tu un muro. Scavalcarti è difficile. » aveva colto nel segno, preso le misure dirette e scoccato la freccia. « Tu vuoi sapere cosa provo davvero April? »
« Te l'ho chiesto poco fa. » risi voltando la testa verso la mia spalla, mi piaceva appoggiarmici. Le sue dita mi presero il mento e mi portarono all'altezza del suo viso. Era così bello e chiaro,
quegli occhi che raccontavano tutto ciò che lui taceva. Chiuse gli occhi sospirando e le sue labbra toccarono le mie facendo fermare il tempo.
Ero così contenta che per me il mondo poteva nascere e finire lì, in quel momento.
« Questo è quello che provo per te April, sono venuto qui perchè mi sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho visto. L'attrazione che tu mi fornisci è così forte che non riesco a non captarla persino a Los Angeles. Non mi piace la April timida o quella che arrossisce, mi piace la tua irruenza e la tua forza, il leone che c'è in te. » ero sempre stata così, forte, un po' troppo per gli uomini.
Li intimorivo così tanto che dopo un po' smettevano di cercarmi, ero fatta così. Lui non era scappato, anzi mi aveva rincorso.
« Non inventarti cavolate, tu sei qui solo perchè hai bisogno di qualcuno. Non sei innamorato di me. »
« Sono convinzioni le tue. Ti ho appena detto che ti amo e continui a non capirmi. Che devo fare? Devo forse.. So cosa devo fare. » lasciò le mie mani e scappò. Non so ancora oggi dove andò ma posso immaginarlo.
Non ci vedemmo per i giorni seguenti fino al Giovedì prima della sua partenza. Ero sulla spiaggia sola come al solito, seduta nella sabbia calda tra ombrelloni e mare cristallino.
Le persone non erano contente di vedermi così giù ma forse è perchè non capivano quanto amassi la sfida che Jlui mi aveva lanciato. Era triste sapere che sarebbe ripartito con l'idea che io non lo amassi.
Era stato così anche per me, il suo sorriso mi aveva fatto sentire come a casa, nei suoi abbracci e nei suoi baci ritrovavo la me stessa assopita e cambiata per le persone che mi stavano intorno
adeguandomi spesso al trattamento che ricevevo. Non ero più la donna della serie: "Se ti dicono di alzarti tu siedi e quando siedono tu alzati in piedi.", non lo ero più ma lo ero stata.
Lo vidi arrivare intorno alla sera, quando il mare si era iniziato ad agitare per l'arrivo dell'alta marea, era sempre bello e aveva indosso una vecchia maglia bianca comprata probabilmente a Los Angeles.
Il sole tramontava lasciando sull'acqua delle venature rosse e degli spruzzi gialli. Era bello sapere che in mezzo a quell'oceano, delfini ed altra fauna ignoravano totalmente la bellezza di un solo essere umano.
Mi strinse forte, sentivo il calore della pelle invadermi e corrodermi il cuore.
« April io devo dirti una cosa, devo dimostrarti quanto ti amo prima che me ne vada. Voglio che tu ci pensi fino in fondo. »
« Cosa ti sei preparato, dimmi che non stai pensando di suicidarti per me! » esclamai impaurita, la sua faccia in quelle condizioni non l'avevo mai vista. Serio e pacato voleva dirmi cosa l'avesse fatto innamorare di me?
« Smetti di costruire muri con me benedetta ragazza, lasciati andare. Per le persone intorno a te tu sei una linea retta ma per me, tu per me sei con più curve del Mugello. »
« Cos'è il Mugello? »
« Il Mugello è una "regione" della Toscana, ci corrono le moto e ci sono molte curve per le strade, un giorno ti ci porterò. »
« Ma che diamine dici. Arriva al dunque così mi fai solo stare in pena. » la mia collera saliva, ero fatta così, impulsiva e sempre cattiva con me stessa, ignoravo i sentimenti e la vita che scorreva intorno a me.
Lo vidi inginocchiarsi nella sabbia. I jeans puliti si macchiavano di quella candida polverina, di quella piccola terra soffice e calda. Mi prese la mano sinistra tra le sue e mi baciò il palmo, poi le dita, poi di nuovo il palmo e alla fine, mi baciò l'anulare sinistro.
Dalla tasca estrasse un cofanetto blu io avevo una paura tremenda. Valutai in 10 nanosecondi la possibilità che volesse farmi una proposta.
« Voglio che tu mi sposi, che tu diventi mia moglie e che tu stia sempre al mio fianco. Che io e te non ci separeremo mai, voglio saperlo ora. Voglio che tu venga con me in tour, voglio che tu stia con me e i miei fratelli in sintonia e che tu ami solo ed esclusivamente me. Voglio viverti dal primo all'ultimo soffio April. »
Ero incredula, il mio cuore batteva come non mai, ero sul punto di un infarto e tutt'ora quando ci penso mi sento quasi male. Era così bello che il mio sogno si realizzasse così, volevo sentirmi amata
e lui mi voleva far sentire così. Voleva farmi sentire donna.
« Voglio che io e te domani mattina ci sposiamo. Il vestito è già pronto, gli invitati ci sono. Voglio che tu dica di sì. » ero titubante. Aveva una sicurezza che mi spaventava.
Allora non ero poi così sconosciuta a lui se già sapeva cosa gli avrei risposto.
Io sapevo cosa avrei risposto? « Sì, lo voglio. » il bacio che ci unì mi fece passare tutte le preoccupazioni.

***

Il mio abito era pronto, mi sentivo stupenda e impaurita, i miei occhi incontrarono quelli della ragazza dentro lo specchio e quasi non mi sciupai il kilo di trucco che mi ero fatta mettere, ma chi era quella ragazza con il velo in testa? Io? Non potevo crederci. Posai la mano sulla superficie liscia che mi rifletteva e mi sfiorai la guancia. Il quello specchio avrei lasciato la mia vita, la mia vecchissima vita. Sarebbe mai andata bene una cosa del genere? Ci conoscevamo da 2 settimane se non 3 e già mi aveva chiesto di sposarlo.
I suoi occhi non mentivano, castani e profondi dicevano la verità. Voleva che io stessi al suo fianco sempre.
Quell'estate, quel 5 di Agosto del 2011 la mia vita cambiò radicalmente dal momento che iniziai a passeggiare verso l'altare. I miei passi erano scanditi dalla musica del pianoforte.
Il fratello del mio fidanzato, che effetto mi faceva pensarlo, stava suonando la marcia mentre mio padre mi teneva stretta accanto a sè.
« Sarai per sempre la mia bambina. » il suo bacio sulla guancia aveva un che di rammarico. Credeva che non sarei mai cresciuta, che tutto sarebbe rimasto come quando avevo 8 anni e lui mi prendeva sulle ginocchia per raccontarmi le favole. Papà non mi scorderò mai di te, sarò sempre la tua bambina.
Lui era lì, splendente più che mai. Il prete fece prima la domanda a me, ero così tesa che rischiai di cadere dai tacchi, anzi, dai trampoli che mia sorella Ginger mi aveva regalato.
Il velo mi teneva il viso coperto fino al momento della promessa, l'odore di nuovo mi entrava nel naso e detti la colpa a quello per le poche lacrime che facevo cadere ogni tanto dagli occhi lucidi. Le sue mani lo tirarono su dolcemente e sentii il cuore a mille e la tensione mi fece salire ancora più lacrime agli occhi che di lì a poco iniziarono a cadere piano e dolcemente dal mio viso.
« Signorina James? » mi istigò il prete. Lui mi guardò speranzoso, aveva paura quanto me.
« Sì, lo voglio. » dissi titubante, scandendo bene tra un singhiozzo e l'altro quanto io volessi quell'evento, quanto volessi sentirmi protetta ogni notte dalle sue braccia, nel suo letto.
Quanto avrei voluto litigare per il pane che era da comprare e quanto per il frigo troppo tempo aperto in estate.
Mio marito mi baciò lasciandomi il suo sapore perenne di caffè sulle labbra, era così buono, così dolce che le mie lacrime ripresero a scendere. Me le asciugò con un dito e insieme partimmo per quella spiaggia Hawaiiana in cui mi aveva abbracciato il Lunedì al suo arrivo.
« Sono felice April. So che alla fine ho preso la decisione giusta e che io e te, staremo insieme per tutta la vita. » Con un bacio sigillò il nostro patto di fronte al mare che tutt'oggi lo tiene custodito.

***

«Nonna! Il nonno sta di nuovo strattonando Neri! »
« Joseph Adam Jonas! Smettila di strattonare Neri! Povero tesoro ma che cosa ti fa il nonno!? » chiedo dolcemente al mio nipotino di 6 anni. E' bello, la bellezza che non se ne va nemmeno da vecchio. Gli occhi castani come sua madre, mia figlia, come mio marito. I capelli ricci tipici della famiglia di Joseph hanno saltato una generazione e sono finiti a Neri.
Guardo mio marito sorridendo, anche lui è rimasto sempre bello, con le sue rughe, le sue gambe un po' vacillanti e la sua voce intorpidita. I suoi occhi restano quelli un po' troppo grandi per essere così incavati, il loro colore castano brillante mi conquista come la prima volta. Le sue labbra perfette sono un po' più rugose ma mi attirano lo stesso. Per me resta e resterà sempre il ragazzo di 22 anni che mi chiese di sposarlo su quella spiaggia. Quello che mi baciò e che mi rese felice per tutta la vita, donandomi due figli stupendi: Liz e Nicholas II, come suo fratello.
Abbracciata a lui mi chiedo quanto un'estate possa cambiare la vita delle persone.
Dopo 50 anni di matrimonio, ancora me lo chiedo.
Quella, fu l'estate più bella di tutta la mia vita.




***************************************

Ciao belle lettrici, questa one-shoot mi è venuta in mente venerdì sera, dopo che una mia cara amica mi ha detto una cosa mostruosamente sconvolgente
e io ho asserito: vuoi per caso farmi invecchiare tutta insieme?
Ecco da qui è nato tutto. Spero vi sia piaciuta davvero.

Vi mando un bacio enorme da Firenze e se vi va, se vi sentite ispirate, recensite.
Ah, ricordatevi sempre una cosa: se fate qualcosa con il cuore, che sia scrivere, cantare, amare, tutto andrà a buon fine, per il meglio.
Ciao a tutte. <3

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