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Autore: MissCherie    11/07/2011    1 recensioni
Lui era così bello in quel momento , così vicino che potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra che pizzicavano frementi di un contatto più intimo , così silenzioso che faceva rendere quel momento magico [...] Lo guardai negli occhi cercando di scovare un segno di pentimento , ma invece lessi solo .. desiderio e quella cosa mi fece talmente scombussolare che decisi di colmare quelle distanze poggiando le mie labbra sulle sue che risposero al contatto baciandomi a sua volta . Era ustione , era smania , era desiderio ...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Image and video hosting by TinyPic Capitolo 13

Perché tutte le stelle 
stanno sbiadendo 
cerca solo di non preoccuparti 
un giorno le vedrai 
prendi quello che ti serve 
e continua per la tua strada 
e smetti di piangere a dirotto 

-Stop Crying Your Heart Out-

Venerdì mattina
 
Il suono assillante della sveglia mi fece aprire gli occhi nocciola stancamente e battei la mano su quell’aggeggio infernale facendolo cascare dal comodino. Sentivo distrattamente , dal piano inferiore, i rumori delle tazzine che si muovevano e una musica leggera da sagra che irrompeva per tutta la casa. Sbuffando, presi il cuscino , e me lo portai sopra alla testa cercando di levare tutti quei pensieri e soprattutto di far smettere quell’odiosa agonia. Il difetto di mia madre? B’è lei era un’amante dei balli di gruppo ed ogni mattina per farmi svegliare , accendeva lo stereo fracassandomi i timpani e facendomi venire un gigantesco mal di testa. Prima o poi glielo avrei buttato fuori di casa quello stereo , pensai mentre stringevo gli occhi contro il lenzuolo. Ma niente, non riuscivo a tenermi sveglia e così , scalciando le coperte, mi alzai dal letto e dopo aver infilato le mie pantofole , scesi in cucina sbadigliando. L’odore di caffè appena pronto e di latte mi pervase e sorrisi. Adoravo fare colazione così e soprattutto se c’erano i cornetti con la nutella era speciale. Appena entrai in cucina vidi mia madre intenta a versarsi il caffè in un’apposita tazzina dipinta con dei fiori e vidi che ancora indossava la vestaglia da notte, segno che si era alzata da poco. Vidi il suo sguardo alzarsi e posarsi nel mio e sulle sue labbra si aprì un dolce sorriso .

<< Allora … >> incominciò e poi la vidi aprire un’anta dei pensili ed estrarne una scatola di cornetti alla nutella << … ecco i cornetti e … >> poi dopo avermeli poggiati davanti al naso, visto che mi ero completamente stravaccata sopra il tavolo, aprì il frigo e prese il succo di frutta << …  e il succo di frutta all’arancia! >> e poi lo posò sul tavolo con un bicchiere. Sbadigliando incominciai a mangiare sentendomi subito meglio quando il sapore della nutella mi pervase il palato rendendolo dolce e zuccherato al passaggio. Era una fissa quella del cioccolato. Stranamente però i brufoli non li avevo e quindi potevo vantarmi di poterne mangiare a volontà e fino allo sfinimento. Certo ero a prova maniglia dell’amore, ovviamente!

<< Com’è andata la cena di lavoro ieri sera? >> chiesi io mangiucchiando e bevendo contemporaneamente il succo e vidi mia madre sospirare mentre beveva il suo caffè aromatico.

<< Bene, bene … niente di importante , solo una cena di lavoro tra avvocati. Ah, tesoro ci hanno invitate ad una cena la prossima settimana , quindi vedi di esserci >> mi disse e poi si alzò , e dopo avermi dato un bacio in fronte, si dileguò in camera per andare a cambiarsi visto che doveva andare a lavoro. Sospirai e continuai a mangiare e subito mi tuonò un dubbio in testa. Se mia madre era un avvocato allora poteva conoscere …? E subito mi sentì avvampare al ricordo di quello che era successo la scorsa sera e mi pentì di averci ripensato. Ma certo, mia madre poteva conoscere il padre di Andrea visto che era un avvocato e quindi ci sarebbe stato anche lui alla cena. Ieri sera tutto era stato perfetto , la cosa strana era che non mi ricordavo cosa mi aveva detto prima di essermi addormentata. La cosa che mi ricordo era “ Ricordati di non innamorarti di me “ eppure mi sembrava di sognare e se invece me le avesse dette veramente quelle cose? Se veramente mi avesse voluta mettere in guardia? Se era stato così avrei voluto rispondergli che no, ormai non potevo tornare indietro che ormai mi ero innamorata persa di lui e che non riuscivo a stargli lontana per quanto volessi. Ogni battito era per lui, ogni sguardo si posava su di lui e il suo sorriso mi compariva in sogno sempre abbagliandomi con la sua bellezza. Ero messa veramente male … e se gli avessi detto i miei sentimenti che cosa mi avrebbe detto? Mi avrebbe respinta ? Troppi dubbi aleggiavano in me e non riuscivo a colmarli. Dopotutto quello che vedevo e quello che mi diceva mi sembravano un ottima prova , almeno non gli ero indifferente. E se invece avesse voluto solamente un po’ di sesso da me e poi mi avrebbe lasciata stare nei migliori dei modi? Era un rischio da correre , ma lo stavo correndo e non riuscivo a fermarmi. Stavo arrivando al traguardo e più mi avvicinavo più il respiro continuava a diventare piccolo piccolo, più il cuore continuava a correre veloce come una macchina. Bastava sentire mille brividi percorrermi la schiena e sapevo che era lui che mi stava guardando con insistenza. Il mio sguardo corse verso l’orologio e così mi alzai e andai in camera decidendo di mettermi una felpa della Paul Frank celeste , una sciarpa bianca, i miei jeans e le mie Nike . Presi lo zaino e dopo aver salutato mia madre mi diressi alla fermata del pullman e con mia grande fortuna vidi che era appena arrivato, così saltai su e andai a sedermi agli ultimi posti. Quel giorno Judith sarebbe venuta a scuola con Simon e così aveva detto che ci incontravamo lì tutti insieme. Anche Mariah. Ormai avevamo fatto pace e ci eravamo chiarite come due amiche di vecchia data dovevano fare . Appoggiai la testa sul finestrino e chiusi gli occhi mentre le dolci note di  Here Without You mi scorrevano lente cullandomi .

Sono qui senza di te, amore 
Ma tu sei ancora nei miei pensieri solitari 
Io penso a te, amore 
Sogno di te continuamente 
Sono qui senza di te, amore 
Ma tu sei ancora con me nei miei sogni 
e stanotte ci siamo solo io e te 


Ero qui, in questo pullman, senza i tuoi occhi che mi facevano vedere le stelle, senza il tuo sorriso che mi faceva sciogliere come neve al sole, senza il tuo profumo che mi inebriava peggio di una droga, senza il tuo sarcasmo che mi faceva ridere e splendere le giornate noiose che mi accompagnavano … Ero senza il tuo  sogno, senza un sogno astratto eppure i suoi baci erano concreti ed io li volevo , e solo quando le sue labbra sfioravano le mie sembrava che eravamo solamente io e lui in quella bolla di passione fatta dei nostri sospiri e dei battiti del nostro cuore che correvano allo stesso tempo …

Poteva l’amore far più male di una sola parola e di un solo sospiro?
 

****

Era strano, ma sapevo che avresti riso sentendo i miei pensieri sciocchi e senza senso. Eppure ero innamorata di te e non potevo farci niente. Mentre ti guardavo parlare con i tuoi amici, mi sentivo male … E lo sapevi perché? Perché avevo bisogno di te , avevo bisogno di sentirmi amata , ma sapevo che tu ancora non eri in grado di darmi quello che volevo. E quindi che potevo fare? Non lo sapevo nemmeno io eppure mentre continuavo a guardarti avevo in mente solamente una cosa. Volevo te e basta ed ormai lo sapevo, ormai mi eri entrato dentro e difficilmente ne saresti uscito. Sapevo che ne sarei uscita scottata da questa faccenda eppure volevo buttarmi perché anche solo per un secondo e quei minuti dove c’eravamo solamente io e lui volevo sentirmi amata, volevo lui e basta . Ma mi sarebbe bastato? Forse no …

<< E’ assolutamente impossibile che quello stupido di Vasili si sia messo con Giulia! >> sbottò d’un tratto Mariah accigliata mentre guardava qualcosa oltre la mia spalla. Mi girai e vidi quello che vedeva lei. Ovvero Jack mano nella mano con quell’arpia di Giulia. Era vero. Si diceva che ieri sera si erano messi insieme e che non si erano lasciati un attimo. Possibile che una come Giulia volesse stare con Vasili? Eppure l’amore aveva mille sfaccettature, ma a me sembrava una farsa degna di quei due . Sospirai e mi strinsi nella giacca mentre battevo freneticamente il piede a terra. Stavo morendo dal freddo. Vidi Simon guardarmi e sorridermi mentre teneva stretta contro il suo corpo Judith che continuava  a parlare con Mariah della nuova coppietta a scuola. Mi sentivo nervosa e nemmeno io sapevo il perché , avevo voglia di andarmene da lì e chiudermi in camera e buttarmi sul letto a pensare. Ma a cosa? Che cosa irrompeva nei miei pensieri tanto da farmi stare così in pensiero?

<< Scusate … >> sussurrai e girandomi, mi incamminai vero il retro della scuola passando davanti al gruppo di Johnny che mi guardò dall’alto in basso come avevano sempre fatto dopotutto . Mi misi a sedere su una panchina e strinsi contro il petto le gambe mentre le note di una canzone mi cullavano dolcemente . In alcuni momenti mi sentivo sola, avevo sempre quei giorni no e oggi era così. Volevo starmene in pace con me stessa e ripensare a tutto.

<< Forse adesso capisco perché tutti ti vogliono bene … sei un mistero Arianna e questo attira >> mi disse una voce davanti a me e alzai lo sguardo incontrando quello di Sonia che mi sorrideva dolcemente. Non ero un mistero, il fatto era che avevo così tanto vuoto in me che mi faceva sentire sola e senza nessuno . Mi ero chiusa in me da quando mio padre era morto, chiusa nei miei dolori che solamente i miei amici sapevano. Sonia si mise a sedere accanto a me e volse lo sguardo davanti a se mentre continuava a torturarsi le mani.

<< Si legge nei tuoi occhi … >> continuò sussurrandomi e guardandomi con i suoi grandi occhi . Aggrottai le sopracciglia.

<< Cosa? >>

<< Sei innamorata  >> mi rispose semplicemente e dischiuse le labbra dalla sorpresa. Se allora si vedeva così tanto nei miei occhi perché lui non riusciva a capirlo? Perché i miei occhi erano velati davanti ai suoi? Distolsi lo sguardo e lo puntai verso la massa di ragazzi davanti scuola fino ad incontrare la sua schiena forte coperta solamente da un giacchetto col cappuccio. Sonia, vedendo il mio sguardo, capì e sospirò.

<< Non volevo interferire con la tua vita privata, scusami. Volevi rimanere sola e invece sono venuta a disturbarti … >> mi disse e si alzò decisa ad andarsene e ritornare davanti scuola. Le presi il polso fermandola . Non volevo che se ne andasse, mi faceva compagnia e tenerezza quella ragazza che mi ricordava tanto me quando ero piccola e senza esperienze.

<< No rimani >> sussurrai e un leggero sorriso si dipinse sulle mie labbra e lei si accomodò di nuovo accanto a me , sistemandosi poi con le mani i capelli imbarazzata. La vedevo irrequieta e quando la vidi spostare lo sguardo sull’ultima persona che avrei voluto vedere capì. Lo capì dal modo in cui sospirò, dal modo in cui si mordeva le labbra e soprattutto dal modo in cui lui la guardava …

<< Che è successo tra te e Johnny? >> chiesi io spezzando quel silenzio e la vidi guardarmi con gli occhi sorpresi e poi un leggero rossore le invase le guance. E un flashback mi pervase … lo stesso sguardo che avevo io quando mi ero innamorata per la prima volta, la stessa ingenuità che mi aveva pervasa in quegli anni. E capì che Johnny voleva anche lei, voleva farla innamorare e poi Puff farla scomparire dalla sua vita proprio come con me.

<< Niente, ma è da un po’ che continua a fissarmi >> mi disse rigirandosi una ciocca di capelli tra le dita. Sospirai.

<< Non fidarti di lui … >> le dissi monotona e la vidi dischiudere le labbra per poi abbassare lo sguardo afflitta.

<< Ci sto provando, ma mi piace e tanto … >> mi rispose sussurrando . Gli occhi di Sonia erano velati di un’insicurezza che anche anni fa mi aveva pervasa destabilizzandomi e portandomi a fare cose che non avrei mai fatto. Eppure lei era diversa da me, non cercava di farsi accettare dagli altri e rimaneva sempre nelle sue , chiudendosi nel suo guscio di solitudine. A me però mi aveva fatta entrare, forse perché ero stata l’unica ragazza ad averle parlato della mia vita , forse perché le avevo mostrato le mie insicurezze che erano proprio come le sue , infondate
Poi solo il silenzio aleggiò intorno a noi , un silenzio fatto di respiri, un silenzio che forse valeva più di mille parole …

*****

Era l’ingenuità quella che pervadeva le persone destabilizzandole. E l’ingenuità era l’arma più potente per poter sconfiggere una persona nell’animo. Se essa non era forte e potente da poter dire “ No , io non lo faccio, sono io artefice della mia vita” l’ingenuità veniva sconfitta eppure io stessa non ero riuscita a farlo. Mi faceva male pensare al mio passato, pensare alle sigarette , al bere e alle serate in discoteca dove mi struggevo per accalappiare qualcuno. Non ero stata io, non ero Arianna. Ero stata una stupida maschera fatta per farmi divertire, una maschera che mi aveva portata avanti dopo la morte di mio padre. Ma lo avevo fatto solamente per farmi accettare dagli altri, per farmi piacere .. ma avevo capito che per farsi piacere dagli altri bisognava dimostrarsi  per quello che eri, non per una bambola di pezza tutta truccata che faceva finta di non avere un cervello . E mentre camminavo nei corridoi della scuola in silenzio, visto che stavo andando in bagno, pensavo che dopotutto ero cambiata in meglio. Quegli stupendi amici che avevo mi avevano fatto capire chi ero e quanto potevo essere speciale. Non avevo parole per esprimere il bene che gli volevo, un bene che andava oltre il materiale e oltre tutti i miei sogni e i miei pregiudizi. Volsi lo sguardo verso il corridoio che portava alle macchinette e vidi proprio quello che non avrei voluto vedere. Sentì il mio piccolo cuore frantumarsi a quella visione e sperai proprio di riuscire a rialzarmi . Lei che stava carezzando quella pelle che a contatto con la mia bruciava , lei  che stava carezzando quei capelli che tanto mi piacevano, lei che guardava quegli occhi che mi avevano fatta innamorare e lui che continuava a sorriderle incurante del mio sguardo perso e velato da lacrime calde.

Illusa …

Perché si ero un’illusa . Un’illusa innamorata, un ‘illusa che in quel momento sentiva il cuore frantumarsi lentamente come a farle capire quanto grande era quel sentimento. Perché continuava a farmi del male? Un singhiozzo uscì dalle mie labbra e subito vidi i loro occhi saettare nella mia direzione. Uno divertito e sprezzante mentre l’altro triste e pieno di scuse. Ti odio .. cavolo se ti odio, ma ti odio proprio perché sono innamorata di te …
Sentivo la sua voce chiamarmi , ma io continuavo a camminare spedita verso la classe cercando di asciugare quelle lacrime che prepotenti continuavano a scendere incuranti delle occhiate che i bidelli le lanciavano preoccupati. E poi una mano all’altezza del polso mi fermò e sentì la mia pelle bruciare a quel contatto. Quante volte mi hai fermata … pensai .

<< Perché stai piangendo? >> mi chiese dolcemente ed io sentì la rabbia montarmi su e pregai di riuscire a tenere le mani a bada pur di non picchiarlo.

Sei un’idiota a non capire niente! Un’idiota che mi ha fatta innamorare!

<< Lasciami , ti  prego >> sussurrai muovendo il polso mentre cercavo di liberarmi dalla sua stretta che purtroppo si accentuò e io gemetti piano . continuavo a dargli la schiena perché non riuscivo a reggere la potenza e l’intensità dei suoi occhi che in quel momento bruciavano ardenti contro la mia nuca e la mia schiena.

<< Sei la mia migliore amica e non mi .. >> .

<< Lasciami! >> strillai scattando in avanti e lui mi lasciò il polso come se era stato scottato dal mio scatto d’ira. Mi girai e lo guardai.

Migliore amica

Per lui ero questo e basta? E tutto quello che mi aveva detto? Quello che era successo la scorsa sera non gli era bastato a spezzare il mio cuore?

<< Mi spieghi che cazzo ti prende!? >> urlò lui avvicinandosi. Lui aveva il diritto di urlare contro di me? Non riuscivo a controllarmi e mi sentì cadere in un precipizio fatto solo di sofferenza e di odio per un amore non corrisposto.

<< Ti odio! Cosa sarei io , è? La tua migliore amica!? Strano  perché ti piace baciarmi e prendermi per il culo! >> urlai mentre sentivo i singhiozzi scuotermi le spalle provocandomi spasmi in tutto il corpo. Un castello che si distruggeva e fiamme che ardevano d’ira nel mio cuore ormai sofferente e triste . Vidi Andrea sbattere le palpebre confuso e poi quando realizzò le mie parole i suoi occhi si accesero di qualcosa , che non riuscì a decifrare.

<< Non dire cazzate, Arianna … >> sibilò e un brivido mi percorse quando dalle sue labbra uscì il mio nome come un insulto, come se ne avesse abbastanza delle mie lamentele.

Allora stammi lontano e lascia in pace il mio cuore che sta soffrendo per uno stronzo …

<< E allora perché continui a dirmi che ti manco, che mi vuoi!?! >> continuai a urlare e mi passai frenetica una mano tra i capelli. Intanto intorno a noi aleggiava il silenzio. Alcune professoresse si erano affacciate dalle classi a vedere che cosa succedeva, ma nessuna intralciava il nostro battibecco. La nostra prima litigata …

Quante altre ce ne saranno, Andrea?

Andrea si passò una mano tra i capelli nervoso e poi sbatté le braccia sui fianchi .
<< Non lo so, ok!? Cazzo non faccio che pensare a te giorno e notte, non faccio che desiderare di baciarti ogni secondo e di allontanare tutti gli sguardi degli altri ragazzi, perché mi da un fottuto fastidio! Ma sei solo mia amica e nient’altro. Ti voglio bene, ma non c’è niente dopo questo e non ci sarà mai >> mi disse e quelle parole mi colpirono come una freccia nel cuore facendomi sanguinare e velare gli occhi di lacrime che per lui contavano zero. Sentivo le mani tremare e il mio corpo frantumarsi piano piano. Potevano le parole farmi sentire una totale merda? Poteva distruggermi così? Si , lui ne era capace perché io lo … amavo . Vidi il suo sguardo incupirsi di fronte al mio distrutto e si avvicinò di un passo.

<< Non innamorarti di me, ti prego … >> mi sussurrò solamente e poi se ne andò lontano da me e dai miei occhi che forse gli mettevano paura. Aveva paura di me? Paura di amarmi? E allora io cosa potevo fare adesso? Adesso che il mio cuore non riusciva a rialzarsi, adesso che le mie labbra erano sigillate dalle sue  e adesso che aveva distrutto tutto ciò che credevo possibile? Scivolai lungo il muro fino a sedermi a terra incurante degli sguardi tristi e preoccupati dei miei amici e compagni . E poi un singhiozzo mi scosse e subito braccia amiche mi circondarono facendomi sentire a casa, amata .. cosa che lui non era capace di fare e di darmi …

*****

Venerdì pomeriggio

Vorrei non averti conosciuto. Chi eri tu per mettermi dubbi e per bruciare il mio cuore? Nessuno … Lasciami respirare, lasciami vivere , lasciami guardare il mondo con occhi nuovi e non con i tuoi che mi seguono ininterrottamente . Soffocai la faccia nel cuscino reprimendo un grido di disperazione mentre sentivo le mie due amiche vicine a me che mi tenevano stretta in quel letto che aveva visto lacrime calde … . Non parlavo e non riuscivo a mangiare anche se il mio stomaco chiedeva pietà . Dio, perché mi eri entrato dentro come un fulmine? Perché me? Fottuta adolescenza, fottuto amore! Dopo quella discussione non mi aveva più degnata di uno sguardo e aveva continuavo a ridere con i suoi amici incurante delle mie lacrime, incurante che mi aveva distrutta. Pensavo a domani, pensavo a quello che sarebbe successo al mio compleanno visto che lo avevo invitato. Sarebbe venuto? Speravo di no, eppure il mio cuore sperava di si così da fargli vedere che riuscivo a divertirmi anche senza di lui.

<< Ehi nana … >> mi sussurrò dolcemente Judith mettendomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio .

<< Andiamo a fare compere, ok? Alzati e vieni con noi, piccola >> mi sussurrò invece Mariah dietro di me abbracciandomi forte. Cosa avrei fatto senza di loro? Annuì impercettibilmente e mi alzai dirigendomi in bagno mentre strascicavo i piedi . Mi appoggiai al lavandino e alzai lo sguardo incontrando i miei occhi nocciola lucidi e rossi dalle lacrime. Avevo un aspetto orribile e mi sentivo sciupata. Non avevo voglia di fare nulla se non andare a dormire o mangiare del gelato per sfogarmi come sempre. Aprì l’acqua del rubinetto e mi sciacquai la faccia sentendomi subito meglio quando l’acqua fredda venne a contatto con la mia pelle. Mi spazzolai i capelli delicatamente e poi uscì dal bagno e mi misi la giacca pronta ad uscire di casa con quelle due matte. Presi i soldi e poi , appena chiusi la porta, una folata di vento mi scompigliò i capelli e per un momento mi sentì bene, ma poi di nuovo quel senso di angoscia mi pervase . Il mio cuore sembrava morto e senza vita, come se era stato sconfitto dall’amore . Sconfitto da lui e dalle sue cazzate. Cercai in tutti i modi di non pensare a niente e di andare avanti e ringraziai mentalmente le mie amiche che cercavano di farmi ridere . Alla fine avevo scelto cosa mettermi domani e avevo comprato un paio di pantaloncini corti a palloncino avana, una maglietta a maniche larghe e con una scollatura generosa bianca trasparente e da metterci sotto un toppino a cuore avana e per le scarpe dei tacchi alti bianchi . Che dire,semplice , ma sexy allo stesso tempo. Domani sera volevo divertirmi, volevo lasciar perdere la ragione e lasciarmi andare alla perdizione come un tempo. Stavo facendo uno sbaglio? Non lo sapevo, ma dovevo farlo o sennò mi sarei sentita perduta nell’anima e … nel cuore …

<< Allora sapete chi mi ha detto che domani devo stare con lui alla festa? >> ci disse eccitata Mariah e io aggrottai le sopracciglia mentre il mio sguardo andava da lei e ad una Judith intenta a bere un Frappé al pistacchio.

<< Tom! Quel fico da paura ! >>sbottò poi con gli occhi a cuoricino e io risi. Chi era questo fantomatico Tom? Beh un amico di mio fratello che mi stava molto simpatico ed e eravamo subito diventati ottimi amici. E che dire … ero superfelice in quel momento mentre pensavo che quella sera mio fratello Giacomo sarebbe tornato a casa per il mio compleanno! Mi mancava parlare con lui dei miei problemi e volevo raccontargli tutto di quello che era successo in quelle settimane dove lui non c’era stato.

<< Oddio , Marì! E basta! Prima con Andrea e adesso con … >> ma non finì la frase perché aveva capito di aver detto una cosa sbagliata al momento sbagliato. Cercai di abbozzare un sorriso, ma mi venne una smorfia carica di dolore e sospirai cercando di calmarmi. Perché adesso mi ritornavi in mente? Lasciami stare …

<< Ehm … Oh! Danny! >> urlò immediatamente Mariah sbracciandosi per farsi vedere dal ragazzo che camminava allegramente con una ragazza al suo fianco . E quando si girarono per poco non mi venne un colpo. Alice! Dire che Judith era rimasta sorpresa era poco. Aveva la bocca spalancata mentre ancora teneva la cannuccia in bocca , con un espressione da ebete e un sopracciglio alzato .

<< Ciao ragazze! >> esultò lui e io mi alzai abbracciandolo fortemente a me. Mi era mancato  tanto il mio Danny … Lo sentì stringermi forte e ridere contro la pelle della mia guancia. Non lo avevo più sentito da quel giorno in ospedale e un po’ mi era dispiaciuto. Dopotutto era la persona che mi faceva stare bene, un perfetto amico che non avrei voluto lasciare per nulla al mondo. Spostai lo sguardo verso Alice che mi sorrise mentre vedevo sulle sue guance un rosso tenue dipingersi.

<< Ehi, ma voi due …? >> dissi lasciando la frase in sospeso e vidi Danny mordersi il labbro imbarazzato mentre si passava la mano nei capelli nervoso. Alice gli prese la mano e appoggiò la testa sulla sua spalla sospirando e capì che si, quei due stavano assieme.

<< Oddio che carini! >> sbottò Judith con gli occhi a cuoricino ed io scoppiai a ridere seguita da Mariah e Danny mentre Alice sembrava persa in un mondo tutto suo. Non l’avrei mai creduto che si sarebbero messi insieme eppure avevo visto che qualche volta si lanciavano strani sguardi complici. Poco dopo, loro due, si misero a sedere al nostro tavolo e incominciarono a raccontarci come si erano messi insieme, per di più era Alice a parlare visto che Danny era letteralmente rosso d’imbarazzo. Che carino! Non voleva che quello che era successo veniva sbandierato ai quattro venti , ma si sapeva che quella ragazza era un tornado vivente.

<< E te Ari? Come va con Andrea? >> sbottò tutto d’un tratto Alice squittendo eccitata e mi si bloccò il respiro in meno di un secondo. E di nuovo sentì il mio cuore spezzarsi e le lacrime mi invasero prepotenti e dolorose in quel momento. Perché amare faceva così male? Perché sembrava come se venivi uccisa?

<< Non voglio parlarne … >> sussurrai io con gli occhi lucidi e vidi Danny guardarmi preoccupato e sorpreso della mia reazione. Dopotutto forse si aspettava che arrossissi come sempre e invece quella volta il mio volto era rimasto impassibile mentre una lacrima aveva solcato la mia guancia .

Cicatrici di un nuovo amore …

Tutto era accaduto così in fretta.

Mi hai distrutto il cuore in meno di un secondo … spero che alla fine lui riuscirà a perdonarti …

E con quell’ultimo pensiero decisi di non pensare più a lui e cambiai argomento incentrandomi sulla festa di domani sera …

****

Venerdì ore 12.00

Aprì il portone di casa ed entrai poggiando subito dopo le chiavi sopra il tavolino all’ingresso . Quella sera ero rimasta a cena fuori insieme ai miei amici e poi eravamo andati in un pub a divertirci. La cosa bella era che ero riuscita a non pensare a lui in quelle ore e tutto grazie ai miei amici. Non avevamo più sfiorato nessun argomento che mi ricollegasse a lui e dovevo dire che avevo passato una bellissima serata, ma quando avevo varcato la soia di casa … mi ero sentita di nuovo come catapultata indietro , nel dolore e in quel senso di perdita che mi aveva attanagliata. Ma quando accesi la luce della cucina sentì improvvisamente due braccia forti e maschili che mi stringevano fortemente mentre mi facevano volteggiare . Scoppiai a ridere quando capì chi era quel matto. Lo strinsi forte a me imprimendomi il suo profumo intenso che sapeva di menta e tabacco. Il mio fratellone … Scesi dalle sue braccia e lo guardai . Non era cambiato di una virgola. I soliti capelli biondo cenere, i soliti occhi verdi e quel sorriso che tutti avevano detto che era uguale al mio. 

<< Sorellina! >> disse ridendo ed io venni contagiata e lo riabbracciai mentre le sue braccia mi cullavano dolcemente. Mi era mancato. Dopotutto ero cresciuta in una famiglia piena di maschi tranne per mia madre. Mi aveva imparato a giocare a calcio, mi aveva comprato il computer … un fratellone generoso .

<< Auguri testona! >> sbottò poi mentre mi sballottava di qua e di là nelle sue braccia forti e muscolose. Le mie risate riecheggiarono per tutta casa tanto che  vidi mia madre fare capolinea in cucina con il volto assonnato e uno sguardo truce rivolto verso di me visto che avevo fatto piuttosto tardi .

<< Non capisco proprio cosa avete da urlare alle una di notte! >> sbottò irata mentre batteva il piede ricoperto da delle pantofole con il pelo.

<< E’ il compleanno di questa nana  oh mà!  >> disse Giacomo lasciandomi andare e  facendomi respirare, finalmente . Guardai l’orologio e vidi che erano le 12. 03 … da almeno tre minuti avevo finalmente i miei diciotto anni. Cavolo, ero maggiorenne! Saltellai per la cucina finché non inceppai in un piccolo pacchetto regalo. Una scatolina quadrata veramente piccola che era posata sopra il tavolo. La presi in mano e me la rigirai tra le mani guardando prima mia madre che sorrideva e poi Giacomo che mi fece segno che potevo aprirla. Con furia scartai il pacchetto e quando aprì la scatolina per poco non urlai dalla gioia. Le chiavi di una macchina! Mi avevano comprato una macchina!

<< Oddio, grazie! >> urla abbracciando entrambi e li sentì ridacchiare. Mia madre mi prese la mano e mi disse : << Questo era il regalo che tuo padre ti voleva fare .. ah, la macchina è fuori >> mi disse poi ed io l’abbracciai. Quel regalo era veramente speciale. Primo perché era una macchina e secondo perché me l’aveva regalata anche papà e quello sarebbe stato il dono più bello di tutta la mia vita. Appena uscì di casa mi portai le mani alle labbra incredula per quello che avevo davanti. Una Smart blu metallizzato con il tetto apribile! Il mio sogno. Una macchina leggera e adatta a me.

<< E’ bellissima … >> dissi aprendola e andando a sedermi sul sedile del guidatore. Giacomo si appoggiò alla portiera e sorrise.

<< Scommetto che entro una settimana arriverà una bella multa >> scherzò e io gli feci una linguaccia. Quello era stato il regalo più bello del mondo, e proprio quando alzai gli occhi verso il cielo pieno di stelle , sentì una leggera brezza sfiorarmi la guancia come in un bacio.

Grazie papà …


Angolo Autrice

Ed eccomi con un nuovo capitolo! Cosa dire di Andrea? Perchè ha detto quelle parole ad Arianna? Come ha detto lei lui ha paura di amarla, paura di soffrire di nuovo , ma in compenso fa soffrire anche lei ... lui non sa che Ari è innamorata . Ringrazio tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite , le seguite e le ricordate e anche quelle che la leggono e basta :D Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e al prossimo!
P.S : chissà forse nel prossimo i due ragazzi faranno un passo in avanti ;D 
SoFunny 
  
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