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Autore: Kurokami    11/07/2011    2 recensioni
Cosa sarebbe successo....se Sasuke fosse stato una ragazza, Sasuko? me lo sono chiesto, ed è uscita fuori questa fanfiction.
AVVERTENZE: non ho ancora ben delineato tutta la trama, per cui potreste trovare alcuni spoiler. se è possibile, cercherò di segnalarli anche sul testo. grazie a chi ha già recensito, o recensirà! ^^
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
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- Questa storia fa parte della serie 'Sasuke....in rosa. '
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perdonatemi per il mostruosissimo ritardo, ma di nuovo si è presentata quella brutta bestia del blocco dello scrittore. spero possiate ancora perdonarmi. ^^

 

 

Run, the Red Moon is coming!

 
Non passarono che alcune ore dall’ esercitazione con Kakashi, che ci assegnarono subito una missione.
Ovviamente, io ero abbastanza stanca, nonostante mi fossi un po’ riposata: ma non appena vidi l’espressione cupa di Kakashi, capii che era una cosa importante, e lo seguii, con Naruto e Sakura, fino al palazzo dell’ Hokage.

-Gaara, il Kazekage, è stato rapito da quelli dell’ Akatsuki. Il villaggio Suna ci ha mandato una richiesta di aiuto, e voglio che siate voi ad andare in suo supporto. Mi raccomando, appena arrivati lì, niente alzate di ingegno, e seguite i loro ordini. È tutto chiaro?- disse Tsunade, con un espressione seria.

-Puoi contarci, Tsunade baa-chan!- esclamò Naruto, sfoderando il solito sorrisone, inopportuno.


Come poteva sorridere in un momento simile? Dal canto mio, sentivo una stretta al petto, che mi opprimeva. Se c’era di mezzo l’Akatsuki, le probabilità di incontrare Itachi erano praticamente cento su cento: e questo non faceva che provocarmi un irritante tremore alle mani, e stringermi lo stomaco in una morsa. Forse  era paura, forse era eccitazione, chi può dirlo.

In ogni caso, qualunque cosa fosse successa, era prioritario recuperare Gaara e eventualmente proteggere Naruto. Perciò cercai di calmarmi, e di pensare unicamente alla missione.


Con noi si aggregò anche Temari, incontrata fortuitamente durante la strada per il villaggio Suna.

Fu un viaggio abbastanza estenuante, anche perché Naruto, che poco prima sembrava rilassato come al solito, era diventato parecchio nervoso, e ogni tanto facevamo fatica a stargli dietro, poiché scattava in avanti senza preavviso e si allontanava anche di parecchio dal gruppo.
All’ennesima volta, Kakashi lo riprese:

-Naruto, anche se siamo di fretta dobbiamo restare uniti. Non agitarti troppo!-

-Sono incavolato nero!- disse Naruto, per tutta risposta –Io lo so il motivo per cui quelli là cercano gente come me è Gaara-

A quelle parole, mi ricordai di ciò che mi aveva raccontato il sensei, mentre mi riposavo dopo un allenamento.
Naruto, in pratica, era il possessore del Kyuubi, e non era l’unico: ce ne erano altri di mostri simili, per la precisione in tutto ne erano nove. Si partiva dal mostro a una coda, lo Shukaku, quello posseduto da Gaara, fino ad arrivare all’enneacoda.
Lo scopo dell’Akatsuki era strappare questi mostri ai loro “contenitori”.

Mentre Naruto continuava a parlare, dicendo quanto Gaara avesse sofferto nella sua vita, io non potei fare a meno di pensare a Itachi, il quale a sua volta aveva fatto soffrire me.
Strinsi e denti e i pugni per reprimere la rabbia e l’odio che si facevano strada dentro di me, ma Sakura lo notò.

-Non ti preoccupare Sasuko- mi disse, sorridendo –Andrà tutto bene. Ci siamo noi con te….non gli permetteremo che tu, o Naruto, o Gaara, soffriate ancora-

Io sorrisi fiaccamente per non farla preoccupare ulteriormente, ma dentro di me sentivo ancora quei sentimenti che bruciavano nel mio petto, come un incendio in una rovente giornata d’estate.

Mi sono sempre vergognata in seguito ad ammettere una cosa del genere, ma in quel momento ciò che desideravo di più era vedere il sangue di Itachi che bagnava le mie mani.

 


Arrivammo al villaggio Suna dopo circa una giornata di corsa forzata: ma non appena arrivammo là non ci fu tempo per riposare.
Uno shinobi ci venne incontro con aria allarmata, e disse che Kankuro, l’altro fratello di Gaara, era stato ferito e avvelenato nel tentativo di salvare il fratello minore.
Temari a quella notizia sbiancò ancora di più, come se non fosse diventata già abbastanza pallida durante il tragitto che divideva Konoha da Suna.

Naturalmente era il turno di Sakura intervenire, poiché rimaneva poco tempo: appena entrammo nella sala in cui Kankuro agonizzava, però accadde una cosa stranissima, che ci lasciò tutti parecchio sbigottiti.
C’era una vecchietta, nella stanza, accanto al lettino di Kankuro, che non appena vide Kakashi sgranò gli occhi, e mormorò qualcosa come: -La Zanna Bianca di Konoha….-  e due secondi dopo stava attaccando.
Naruto fu il primo a reagire, e la bloccò creando una copia ombra.

-Me la sono legata al dito….maledetto Zanna Bianca di Konoha! Pagherai per la morte di mio figlio!- esclamò la vecchia, dopo che Naruto le ebbe chiesto (con i suoi soliti modi gentili) cosa stesse facendo.

Fortunatamente la questione venne risolta praticamente subito da un uomo anch’esso parecchio anziano (se ho capito bene i due erano fratello e sorella), il quale fece notare alla signora che chiaramente l’uomo che aveva davanti non poteva essere quel Zanna Bianca, chiunque diavolo fosse questo individuo.

Superato il disguido, tutti i presenti si concentrarono sull’operazione di Sakura, la quale in meno di dieci minuti riuscì ad estrarre tutto il veleno dal corpo di Kankuro con una particolare arte medica, sotto gli occhi stupefatti della vecchietta, la quale doveva chiaramente essere anche lei un medico.


Insomma, una cosa tira l’altra, ed ecco che siamo di nuovo lanciati all’inseguimento, stavolta al posto di Temari la vecchia, di nome Chiyo, e come traccia da seguire un pezzo di stoffa del vestito di uno dei due rapitori, di nome Sasori (il quale, tra l’altro, avevamo scoperto che era nientemeno che il nipote della signora: sembra proprio uno sport quello di avere un parente facente parte dell’Akatsuki).

 


Corremmo per circa un ora, quando Kakashi intimò l’alt.

All’inizio, non distinsi bene la figura che ci aveva tagliato la strada, poiché era in controluce: ma ci misi un attimo a capire chi era.

E il sangue prese a girarmi al contrario.


Era Itachi.
 

   
 
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