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Autore: shadowsdimples_    11/07/2011    2 recensioni
Hilary, normalissima ventottenne con origini italiane, si ritrova catapultata nel mondo dello star system. Ma non sarà questo a cambiarle la vita, ma bensì un incontro. Un incontro a dir poco meraviglioso... P.S.:E' la mia prima FF, siate clementi!! T.T
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ooook, dal titolo del capitolo potrete pensare in una riconciliazione, ma non è così ;-) Ma ci sarà un altro casinooo!! :D Come mi diverto a farvi stare sulle spine ;D  Ohohohho, bene, ecco il capitolozzo :D
 


30 Seconds To Mars - Was it a dream?

Los Angeles, 10.07 AM

Hilary*


Le settimane successive al funerale furono deprimenti a un certo livello. Non mi muovevo dal letto, se non per andare al bagno o per mangiare qualcosa. Ash era più o meno nel mio stesso stato, solo che lei cercava di non pensare a niente, mettendo a posto, lavando più volte tutta casa da cima a fondo. Un giorno, mentre stavo sul letto a cazzarare col pc, il BB iniziò a squillare, suonando L490. Sorrisi e risposi.
"Cosa c'è, ti manco?", domandai sorridendo.
"Oh, meno male, rispondi ogni tanto al cellulare!"
"E' la tua suoneria che non si sente, depravato di un batterista. Ambra, come sta?"
"Ambra sta bene, ma non ti ho chiamato per questo."
"Bene, allora illuminami d'immenso, perchè questa chiamata?"
"E' per mio fratello." Mi irrigidii e il sorriso che avevo sulle labbra sparì all'istante.
"Che è successo?"
"Niente, è che... Non è più lo stesso..." Mi misi a sedere meglio, tirandomi su.
"Perchè?"
"Ieri siamo usciti tutti per andare in un locale, lui non è venuto, è da quando te ne sei andata che non è più lo stesso..."
"Mh, strano. Anche io non sono più la stessa. Forse sarà perchè ho perso le due persone più importanti della mia vita?"
"Chi sono, scusa?"
"Jared e Zack, il ragazzo per cui sono partita." Momento di silenzio. Sotto non si sentiva niente.
"Che vuol dire, 'il ragazzo per cui sono partita'?"
"Vuol dire che sono dovuta andare al suo funerale."
"Ah. Ehm... Mi dispiace." Com'era carino e coccoloso quando era impacciato.
"Tranquillo. Perchè hai chiamato me? Chiama uno psichiatra bravo e con tanta pazienza, no?"
"Perchè sono sicuro che sei tu la causa di tutto." Storsi il naso.
"Causa di che?"
"No! Non causa in quel senso! Cavolo, perchè non riesco mai a spiegarmi? Allora, secondo me è per te che sta male..."
"Sta male? Shannon, ma ti rendi conto di quello che dici? Anche io sto male, e non mi sembra di aver chiesto aiuto a nessuno, dato che nessuno mi crede!" Istintivamente mi alzai dal letto e iniziai a camminare da una parte all'altra della stanza, fermandomi davanti ala vetrata, che mostrava una Los Angeles sommersa dal temporale.
"Non è vero che nessuno ti crede. Io ed Ambra ti crediamo. Anche Ash e Jeremy ti credono. L'unico che ancora non lo ha ammesso è Jared, che è troppo orgoglioso e non tollera che le sue cose vengano toccate dagli altri. In questo caso, tu."
"Fammi capire, tuo fratello mi crede ma non lo ha ammesso perchè è orgoglioso e non sopporta che Kris mi abbia baciata?"
"In altre parole, si."
"E io che dovrei fare, tornare li?"
"Si. Siamo ad Atene, ti vengo a prendere io all'aeroporto." Sospirai. Che dovevo fare? Perdonare Jared dopo tutto quello che mi aveva fatto passare? Dopo avermi fatto soffrire, dovevo tornare da lui e perdonarlo? Non so come avevo fatto a stare senza di lui per quasi un mese... Sospirai ancora.
"Ti faccio sapere a che ora atterrerò."
"Grande, Hil, ti adoro!"
"Non farti sentire da Ambra, che quella mi spella viva."
"Ok, vado, abbiamo il sound check. Ci vediamo presto, spero."
"Devo parlarne con Ash. Poi ti faccio sapere."
"Va bene. Ciao micia." Sorrisi al ricordarmi il soprannome che mi aveva dato.
"Ciao animale." Riagganciai.
"Devi parlarmi di che cosa?", chiese Ash entrando in camera sgranocchiando quella che sembrava una carota.
"Ehm... Era Shannon..."
"Oh.. Come sta Ambra?"
"Sta bene. Non mi ha chiamata per chiedermi come stavo, comunque." Si sedette sul letto, ficcandosi sotto il piumone, dato che il condizionatore d'aria segnava 26°.
"E perchè?"
"Mi ha chiamata per dirmi che Jared sta male da quando me ne sono andata." Ash scoppiò a ridere senza allegria.
"E che vuole? Che tu torni da lui?"
"Beh, in sintesi è quello che mi ha chiesto."
"Cosa?!" Ash era scioccata.
"Volevo parlarne con te. Voglio raggiungerli ad Atene."
"Ma sei impazzita?! Dopo quello che ti ha fatto passare Jared, ora vuoi tornare da lui?! Ma funzioni al contrario?!"
"Ash... Per favore, è già abbastanza complicato..."
"Hilary, non ti permetterò di fare un'altra stronzata e di soffrire per lui. Non gli permetterò di ferirti ancora" Risi senza allegria.
"Ash, sofferenza più, sofferenza meno, che vuoi che cambi? Ho già sofferto abbastanza, non succederebbe nulla. Un'altra delusione che si va a piazzare in cima al mucchio."
"Hil..." Scosse la testa. Mi avvicinai e le presi le mani, guardandola negli occhi.
"Ashley, lasciami partire." Sospirò. Lunga pausa.
"Se dovesse farti del male provvederò a prenderlo personalmente a calci nel culo"
"Da dove viene tutta sta determinazione?" Sorrisi.
"Lascia stare va. Quanto starai via?"
"Non lo so, una settimana, credo."
"Bene." La guardai.
"Bene?"
"Bene. Andrò da Jem." Alzai gli occhi a cielo sorridendo.
"Oh già, avevo dimenticato il vostro amore senza viscere."
"Invidiosa."
"Non immagini neanche quanto." Mi alzai e presi il telefono di casa. Prenotai un biglietto per Atene di andata e ritorno di una settimana.
"Se... non dovesse andare bene?" Sorrisi amaramente, consapevole che quella possibilità non la potevo eliminare.
"Mi farò una vacanza in Grecia." Preparai una valigia soltanto. Non volevo crearmi da sola false speranze, ma è meglio essere realisti.

Ashley*

Mentre Hilary faceva le valigie per andare a compiere la stronzata più grande di tutta la sua vita, telefonai a Jeremy.
"Ciao piccola!", esclamò con la sua voce allegra.
"Ciao amore. Senti, posso chiederti una cosa?"
"Certo! Dimmi tutto."
"Hilary sta per partire, andrà ad Atene per parlare con Jared e resterà li una settimana..." Rise.
"Fammi capire, vuoi venire a stare da me per una settimana?"
"Vedi come ci capiamo al volo io e te?", sorrisi a ottomilaundici denti. Scoppiò a ridere.
"Va bene. Ti aspetto allora. Quando parte Hilary?"
"Alle quattro domani mattina. Il concerto sarà domani sera, quindi... Prima che arriva..."
"Beh, allora passo a prenderti alle dieci?"
"Quanto ti amo?"
"Non lo so, ma io tanto. Scappo, ci vediamo domani. Ti amo piccola."
"Ciao Jem, ti amo anche io." Dietro di me, Hilary stava per cadere in coma diabetico.
"Puoi anche non ascoltare, sai?"
"Bleah, ma è impossibile! Troppo zucchero!" Scoppiò a ridere. Perchè dovevano farti soffrire, Hil?


Jared*

Da un paio di giorni Shannon si comportava in modo strano: controllava continuamente il cellulare, camminava a destra e sinistra incessantemente. Quando glielo chiesi, mi rispose sereno.
"Ma niente, tranquillo bro, devo solo vedere una cosa e aspetto una chiamata."Sospirai: chi lo capiva più? Solo Ambra ci riusciva. La sera prima del concerto, ero in camera, sdraiato sul letto con le mani dietro alla nuca, a pensare fissando il soffitto. Bussarono alla porta.
"Ehi, bro! Noi stiamo uscendo, tu vieni?", chiese Shannon da dietro la porta. Sospirai: la risposta la conosceva, ma utimamente pareva essersi affezionato al detto "Tentar non nuoce"
"No, resto in albergo anche stasera.", risposi.
"Andiamo Jared, devi muoverti!", esclamò Ambra.
"Non rompere le palle, Ambra. Uscite solo voi." Rinunciarono e se ne andarono. Dannazione quanto mi mancava Hilary. E va bene, penserete che sono uno stronzo ipocrita, prima mollo Hilary e poi la rivoglio, ma mettetevi nei miei panni: vedere le foto della ragazza che ami baciarsi col suo bodyguard non è la migliore cosa che possa mai capitarti. Sospirai. Anche la sera successiva andò così. Psicanalisi a gogò. Scossi la testa. Mi alzai e presi il giubbotto e il cellulare. Composi il numero ed aspettai.
"Ciao Scarlett. Hai da fare stasera?"

Hilary*

Mandai un messaggio a Shan.
Atterrerò alle sei. Hil.
Come previsto, atterrai alle sei, tempo di fare check-in e tutto, erano le sette. Mi guardai intorno: non vedevo Shannon. Poi, fuori dall'aeroporto, vidi un uomo appoggiato a una Ducati bianca che mi guardava. Dietro di lui, un SUV nero. Sorrisi e camminai verso Shannon.
"Ciao Shan. Quanto mi sei mancato..." Lo abbracciai.
"Ciao piccola. Mi sei mancata anche tu." Mi strinse fortissimo, quasi togliendomi il respiro.
"Shan, devo ancora respirare, sai?"
“Già, scusa. Andiamo.” Montò sulla moto mentre io lo guardavo interrogativo.
“Vorrei ricordarti che ho una valigia.” Mi guardò da sotto il casco.
“Oh, già. Caricala sul SUV.” Misi la valigia nel cofano. Aprii lo sportello per mettere la borsa sul sedile posteriore, ma mi sentii tirare ed abbracciare. Quelle tette erano ultra riconoscibili.
“Ambra! Che ci fai qui?!”, sorrisi.
“Siamo venute a prenderti!” Guardai vicino a lei: c’era Emma.
“Emma! Ciao!” Salutai anche lei di slancio con un bacio sulla guancia. Durante i mesi del tour avevamo legato moltissimo.
“Hil! Vai con loro?”, mi gridò Shannon sopra il rombo della moto. Annuii e chiusi lo sportello, finendo tra le braccia di Ambra.
“Allora? Novità?”, chiesi.
“Io no.” Ambra sorrise soddisfatta.
“Come va con Shannon?”
“Sesso sfrenato. Tu?”
“Io che?”
“Oh, merda.” Emma.
“Che succede?”
“Scarlett è qui ad Atene per promuovere Iron Man 2”
“E allora?”, chiese Ambra.
“Scarlett è la ex di Jared.”, risposi cupa guardando fuori dal finestrino Shannon che stava accanto al nostro SUV, fermo al semaforo.
“Può crearci dei problemi?”
“A Jared non so… A me, forse.”, dissi.
“Stai calma. Devi solo riconciliarti con lui.”
Se mi riconcilio con lui.”, puntualizzai. L’albergo, come al solito, era il più lussuoso e costoso di tutta la Grecia. Portai la valigia in camera di Ambra e Shannon, nel frattempo, parcheggiò la moto e chiamò il fratello. Rientrò in albergo col casco sottobraccio.
“Jared mi ha detto che è in giro. Tornerà stasera sul tardi.”
“Vabbè, allora andiamo a cena, no?”, propose Ambra. Andammo in un ristorante greco stupendo, con una vista mozzafiato su tutta Atene. Siccome faceva caldissimo, mi misi un vestito bianco di pizzo sangallo con una cinta marrone sotto il seno, che spiccava sull’abbronzatura, e indianini marroni. Quando tornammo in albergo, mi venne in mente un’idea geniale. Ambra e Shannon, che si tenevano rigorosamente per mano mentre io ed Emma eravamo sottobraccio, si fermarono a guardarmi, dato che ero davanti alla reception.
“Voi andate pure in camera. Voglio fare una sorpresa a Jared.”
“Ok. A domani…” Sparirono tutti e tre nei corridoi.
“Salve, mi può gentilmente dare la chiave della stanza del signor Leto?”
“Mi dispiace, per la tutela della privacy non diamo le chiavi a…” Mi tolsi gli occhiali da sole e lo guardai. Mi riconobbe e rimase interdetto.
“Ah… Beh, eccole. Ottavo piano”, mi porse le chiavi e risposi con un sorriso raggiante. Aprii la suite e la guardai. Il disordine regnava sovrano: fogli accartocciati, vestiti buttati qua e la, la sua chitarra tutta autografata sul letto disfatto… C’era una poltrona girevole rivolta verso la finestra, con accanto un comodino e la lampada. Mi misi seduta sulla poltrona, rivolta verso una splendida Atene semi-addormentata. Nell’attesa, smanettai un po’ col cellulare. Credetti che avrebbe passato la notte fuori Jared, e me ne stavo per andare, se non fosse stato per il fatto che sentii dei passi nel corridoio e delle voci. Spensi la luce. La porta si aprì. Sentii Jared che diceva:”Shh! Stanno tutti dormendo!” E una voce femminile che rideva. Sentii il cuore spezzarsi, sbriciolarsi, lacerarsi, rompersi. Accesi la luce e mi girai con le lacrime agli occhi. Jared mi guardò scioccato.
“Ciao Jared.”
Accanto a lui, avvinghiata, Scarlett.

Jared*
Che cavolo ci faceva Hilary in camera mia?!
“Hilary?”
“Ciao Scarlett.”
“Ciao…” Ok, quel tono da stronza superiore se lo poteva pure togliere dalla voce, ma era il suo tratto distintivo.
“Che ci fai qui?”
“Volevo parlarti, ma vedo che sei impegnato, quindi…” Si alzò e prese la sua borsa da sopra il letto e mi superò. La trattenni istintivamente per un braccio senza un’idea precisa in testa. Mi guardò con gli occhi pieni di lacrime.
“Scarlett, puoi lasciarci da soli?”
“Tanto per cambiare…” La guardai malissimo. Lei sbuffò, alzò gli occhi al cielo e se ne andò facendo svolazzare il suo vestito rosso scuro. Tirai Hilary per il braccio e la feci rientrare, dato che eravamo in corridoio.
“Lasciami andare…” Cercò di allentare la mia presa sul suo braccio, ma non ci riuscì. La feci sedere sul letto e chiusi la porta.
“Che ci fai qui?”, ripetei.
“Volevo parlarti, ma ho visto che sei in compagnia, quindi me ne vado.” Si alzò e cercò di andarsene di nuovo, ma la spinsi di nuovo sul letto.
“Di che volevi parlarmi?” Sospirò.
“Ieri mi ha chiamato tuo fratello.”
“Perché?”
“Ha detto che stavi male per me.” Alzai un sopracciglio, scettico. E da quando si preoccupava per me in quel senso?
“E tu?”
“Beh, mi ha chiesto di venire qui a parlarti, per farti stare meglio, ma mi sembra che hai trovato compagnia, quindi posso andarmene adesso?”
“No.” Mi guardò con gli occhi gonfi di lacrime.
“Jared, ti prego… Voglio andarmene…”
“Ti sei preoccupata per me?” Silenzio. I suoi occhi blu come l’oceano non mollavano i miei.
“Volevo perdonarti… Volevo venire a vedere se mi avevi perdonata anche tu… Ma evidentemente non è così… E comunque mi importa ben poco se stai bene o male.”
“E’ una bugia. E lo sai benissimo.” La guardai con quel sorrisetto strafottente che la faceva impazzire, anche se scommetto che in quel momento avrebbe voluto cancellarmelo dalla faccia a schiaffi.
“E’ vero. Sono una pessima bugiarda.”
“Beh, comunque non hai nulla da farti perdonare. Se non che mi hai tradito…”
“E chiamalo niente… Un momento! Io non ti ho tradito, dannazione! È stato Kris a baciarmi, porca puttana!”
“E’ inutile che t’incazzi. Le mie conclusioni le ho già tratte.”
“Non me ne frega un cazzo delle tue conclusioni. Ti ho già detto che non ho fatto niente.”
“Anche Ambra ha visto le foto. È rimasta abbastanza sconvolta anche lei.”
“Non se l’aspettava, ma ha detto che lei avrebbe creduto a me. E credo che neanche tu faresti male a credermi.” Si alzò e mi venne vicino. Girai la testa per guardarla negli occhi.
“So già a chi credere.”
“Certo. Ai paparazzi che se giri mano nella mano con tuo padre lo scambiano per il tuo marito ultra cinquantenne. Maddai, Jared…”
“Quindi te ne vai?”
“No, resterò una settimana. Poi torno a Los Angeles e…” Sospirò, come per prendere coraggio. “E non ci vedremo più…” Sbarrai gli occhi: non volevo assolutamente una cosa del genere!
“Cosa?!” E’ vero, ci siamo lasciati, ma non volevo perderla per sempre.
“Mi dispiace, ma non ha senso continuare a frequentarci…”
“Ma…”
“Niente ma, Jared. Per favore. E adesso lasciami andare.” Mi sorpassò e uscì, chiudendo la porta con un gesto secco. Poco dopo, entrò Scarlett.
“Che è successo?”
“Niente…”
“Sicuro? Sembri scioccato…”
“No, non mi sento bene…”
“Povero… Ti tengo compagnia io..”, fece con fare malizioso.
“No, voglio stare da solo. Vattene.”
“Non ho mai conosciuto una persona lunatica quanto te. Forse è per questo che non ha funzionato tra noi…” Rise sardonica. La guardai male. Alzò le mani come per arrendersi. “Va bene, va bene, me ne vado.. Dio…” Uscì anche lei. Mi sedetti sulla poltrona e inspirai forte, per godermi il suo profumo.

   
 
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