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Autore: BigMistake    11/07/2011    0 recensioni
2026 - Il futuro rispecchiato nelle due versioni, il buono ed il malvagio. Eileen è una ragazza particolare che cresce in un ambiente diverso da quello in cui tutti conosciamo dove la magia viene condannata. Il suo destino verrà intrecciato a quello della speciale famiglia Halliwell in due modi diversi. Come i salti temporali hanno cambiato le cose, così la sua vita muterà.
[Ambientata in parte durante la sesta stagione, in parte dopo l'ottava]
Dal primo cap.: Io l'ho amato, ma lui?
No. Forse mi ha amata in un primo momento.
Poi il suo amore si è trasformato in qualcosa di diverso: necessità, morbosità, senso di possessione.
Sono diventata il suo giocattolo, nient’altro. la sua bella finestra nella mente altrui con la mia potente telepatia e la mia capacità di plasmare i sogni.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Chris Halliwell, Wyatt Matthew Halliwell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nord Africa, September 2026

 

Sento il suo fiato sporgersi sul mio collo. Lo sento come se fosse qui in questa bettola magrebina in cui mi sto nascondendo per non si ancora quanto tempo.

Non che me ne sia rimasto molto, forse sono già in ritardo.

Non dovrei trattenermi oltre. Ma da un lato sembra che io lo stia aspettando.

Lo amo ancora. Troppo.

È diventato cattivo, crudele, malvagio, ma io non ho mai smesso di amarlo.

Non si può dimenticare un sentimento così forte.

Che stupida, vero?

Nemmeno quando una persona cambia in modo così drastico.

Fa caldo, tanto tremendamente caldo.

Non volevo venire qui. Mi ha convinta lei a farlo.

Le sonde non arrivano in questi posti dimenticati da Dio e se lo fanno le posso eliminare facilmente.

Io sarei voluta andare a Berlino, rimanere fino al Natale fra qualche mese. Ho perso decisamente il conto del tempo.

Chissà se ancora si festeggia il Natale.

Sognavo di visitare la capitale tedesca a Dicembre da quando ho memoria: una volta mi promise che sarebbe stata una delle cose che avremmo fatto insieme. Io e lui, camminando sotto la neve tra le luci e lo splendore di un Natale vissuto come la più grande festa mai esistita.

Mi promise così tante cose che avrei dovuto immaginare che fossero solo bugie per tenermi vincolata a sé.

Dio che assurdità!

Sono proprio una strega strana io! Forse perché non sapevo neppure cosa fossero le streghe fino a poco tempo fa, se non fosse stato per lui molto probabilmente non l’avrei mai scoperto, non avrei mai saputo di cosa sono capace.

Invece eccomi qui a scappare magicamente per non farmi uccidere dalla persona che più amo al mondo.

Vorrei ancora sentirmi protetta dal suo abbraccio, addormentarmi ascoltando il suo cuore battere, incontrarlo nei sogni come facevo le prime volte, tendermi in un dolce e lunghissimo bacio onirico dove smettevano di essere identificati con i nostri doveri, dove saremmo stati per sempre due semplici ragazzi che si amano.

Chissà se può ancora provare qualche sentimento o se il suo cuore è talmente ottenebrato dal desiderio di potere che non ricorda più nemmeno cosa sia l’amore. Magari ora ha una di quelle demoni, o quelle streghe in tutti i sensi, a ronzargli attorno con i loro completini da film hard a basso budget e la loro aria menefreghista.

Io l’ho amato, amato davvero, impazzisco al solo pensarlo con un'altra che non sia io.

Volevo il suo bene, forse anche per questo mi trovavo ad assecondarlo prima che si mostrasse realmente per quel che era.

L’ho amato, continuo ad amarlo nonostante tutto, nonostante abbia giurato di eliminare chiunque lo tradisse.

È pronto ad uccidermi dal momento in cui l’ho rinnegato.

Quella notte sono scappata da lui, orbitata lontano prima che mi raggiungesse.

Umiliata e minacciata, per cosa? Per un amore non corrisposto?

Io l'ho amato, ma lui?

No. Forse mi ha amata in un primo momento.

Poi il suo amore si è trasformato in qualcosa di diverso: necessità, morbosità, senso di possessione.

Sono diventata il suo giocattolo, nient’altro. la sua bella finestra nella mente altrui con la mia potente telepatia e la mia capacità di plasmare i sogni.

L'unica persona che potessi pensare mia alleata è morta. Ormai ne sono certa. Non mi cerca da mesi e non era mai successo.

Io non so cosa le sia accaduto di preciso, so solo che vago da molto tempo e le pozioni stanno terminando. Non posso rimediare il materiale per farne di nuove, da quando la magia è stata preclusa a tutti eccetto i suoi adepti è difficile trovare anche solo bacche e radici. Lo spostarmi con i metodi tradizionali, di certo, non è il modo migliore per fuggire.

Ci sarebbe anche qualcun altro da contattare, ma non posso. È troppo pericoloso. Non solo mi esporrei io in prima persona, ma porrei in serio pericolo anche lui  che già rischia molto per tutti. 

Gli voglio bene e non vorrei che dovesse subire tutto questo anche a causa mia.

Spero che lui  non venga mai a sapere chi mi sta aiutando.

Chi sto aiutando.

Non voglio immaginare cosa sarebbe capace di fare una volta che venisse a conoscenza di chi mi tiene lontana, non oso nemmeno farlo per paura di scoprire quanto sia realmente cambiato.

Non so più come muovermi e sono sola.

Come se non bastasse, con un tempismo oserei dire hollywoodiano, il mio potere ha sviluppato la sua forza. Un’altra occasione di farmi scoprire in un battito di ciglia.

Fa caldo, troppo caldo.

I miei risparmi non mi permettono nemmeno di andare in un albergo decente, con un climatizzatore magari. Ho solo pochi contanti, le carte mi sono precluse. Non le ha bloccate, ne avrebbe avuto la facoltà, ma non l’ha fatto.

Se mi fossi tradita sarebbe stato un buon modo alla vecchia maniera per trovarmi. Invece no, io sono qui con queste poche migliaia di dollari, che con i cambi di moneta continui si riducono drasticamente, riuscendo a malapena di sopravvivere.

Il caldo sta diventando insopportabile e l’unico modo di combatterlo è lavarmi il viso.

Almeno il bagno qui è pulito. Da fuori, questa sottospecie di ostello, dava tutta l’idea di non conoscere la parola igiene, invece, nonostante l’arredamento scarno e i pochi lussi concessi è vivibile. Il più vivibile che sono riuscita a trovare.

La temperatura esterna non permette nemmeno all’acqua di raffreddarsi nelle tubature, la lascio scorrere a lungo ed invano. Tanto so che non supererà l’essere tiepida almeno fino a che il calore del sole non muoia nella notte.

Ho l’occasione di osservarmi allo specchio: ho il viso pallido, emaciato, smagrito per me in maniera eccessiva, i capelli non hanno più una forma, ricadono lisci sulle mie spalle inspessiti dalla sabbia che sembra appesantire l’aria ancor di più, gli occhi mi colpiscono con la loro forza muta.

I miei occhi, i miei bellissimi occhi scuri.

A lui piacevano tanto i miei occhi. Anche a me.

Sono grandi e profondi, liquidi, sinceri, incapaci di mentire.

Sono lo specchio della mia anima, pura e semplice.

Parlano prima ancora che lo possa fare io. Come se non bastasse saper comunicare con il pensiero.

Quella notte lo vide dal mio sguardo che non l’avrei più seguito.

Ero nella nostra camera. Già, nostra.

La mia prigione dorata.

C’erano demoni, streghe e stregoni che la sorvegliavano.

Che mi sorvegliavano.

Ho solo bisogno di passeggiare, di prendere un po’ d’aria, lasciami uscire un po’.

Lo dissi come se fosse normale, una finta diffidenza che mi concesse.

Va bene.

Avevo nascosto una borsa con alcuni abiti tra i cespugli in giardino.

Lui lo sapeva, sapeva benissimo cosa stavo covando da tempo, mi vedeva soffocare ogni giorno a quell’odioso tentativo di assoluto potere. Io non ho mai voluto essere la compagna dell’essere più potente sulla terra.

Volevo essere la sua compagna e basta.

Avrei voluto solo fare del bene.

La sera prima litigammo. Non lo riconoscevo più, mi sentivo fuori luogo, sbagliata.

Sei con me, o contro di me Eileen.

Lo baciai. I miei occhi gli stavano dicendo addio.

Sono con te, anche se tu non lo credi.

I miei occhi stasera sono silenziosi, più del solito, da tempo spenti del loro guizzo allegro che avevano acquisito da quando entrò nella mia vita. Stanchi mi osservano attraverso il riflesso dello specchio, segnati da cerchi scuri sulla mia pelle candida che contrasta in questa terra così baciata dal sole.

Non dormo, o perlomeno dormo il necessario a reggermi in piedi ad orari astrusi.

Incredibile che io, proprio io che posso governare i sogni altrui mi ritrovi a non riuscire a gestire i miei.

Lo sogno spesso, anche se non vorrei. Ho paura che questo mio desiderio possa rivelarsi il piede in fallo, la buca che mi porterà a cadere tra le sue fauci.

Nei miei sogni però ritrovo la pace.

C’è lui ed è bellissimo: non porta i suoi soliti abiti scuri, non ha l’aria di essersi fatto un giro per gl’inferi. È il ragazzo dolce che conoscevo, il ragazzo sorridente di cui mi sono innamorata, con cui condividevo ogni parte di me.

Il mio maestro, il mio compagno, il mio amante.

Vedevo attraverso i suoi occhi il mondo magico che si nascondeva ai miei, imparavo a conoscerlo e a farlo diventare anche mio.

Pensare che era tutta finzione solo per avere i miei poteri al suo servizio.

Quel ragazzo non è mai esistito, quel ragazzo non avrebbe mai cercato in ogni modo di uccidermi.

L’acqua è meno tiepida.

La raccolgo.

Immergo il mio viso un momento, ma l’acqua scivola attraverso le mie dita.

Provo a strofinarla. Ho bisogno di lavare via la polvere fitta fra le mie incertezze e scoprire come concedermi l’illusione di cancellare tutta la stanchezza.

So che non è così, ma è bello ingannarsi quando la speranza è l’ultima a morire.

Cerco l’asciugamano in tela dell’albergo alla cieca e lo trovo.

Mi sollevo con ancora il volto coperto dal panno.

Lo lascio scivolare piano per asciugarmi godendomi l’unico istante di beneficio che traggo da quel rituale.

Fa caldo ancora, ma mi sento meno soffocare per pochi istanti, quelli necessari ad accorgermi di non essere sola.

Rimango senza respiro, un macigno piantato dritto nel petto.

È lì alle mie spalle, lo vedo riflesso nello specchio e non so cosa credere.

È un sogno? È realtà? Sono forse svenuta? Ho battuto la testa credendo che l’oggetto dei miei più torbidi desideri si materializzasse accanto a me?

Lui rimane fermo, non parla. Non pensa.

Cerco di carpire qualsiasi cosa gli stia passando per la testa.

È bello, ancor più di come lo ricordassi.

Istintivamente cerco di toccare il suo riflesso, alzo la mano come se muovendomi possa scacciarlo.

Il cuore si ferma. Riprende a tamburellare. Poi batte furiosamente nel mio petto.

Confuso. Non capisce cosa stia provando.

Paura, sgomento, commozione.

Vorrei girarmi, abbracciarlo e baciarlo fino a farmi mancare il fiato perché lo amo incondizionatamente.

Vorrei scappare, eclissarmi e sparire in una nuvola di fumo perché ho paura di lui.

La pozione.

Improvvisamente il mio istinto di sopravvivenza riporta alla mia mente il piano B.

Tengo sempre una pozione pronta per casi come questo nella tasca della mia maglia.

La cerco.

È vuota.

«Volevi per caso questa?» La vedo materializzarsi nelle sue mani, in uno sciame nero che ormai conosco come il palmo della mia mano. Me la mostra prima di farle prendere forma lontano da noi e schiantarla rendendola inoffensiva. «Finalmente ti ho trovata “amore mio” …» è arcigno, sarcastico, le ultime parole pronunciate così sono come una pugnalata.

«Smettila …» La mia bocca si schiude, esalo quel poco che riesco ad emettere; non riesco ad andare oltre, ogni mia funzione è interrotta.

«Cosa dovrei fare con te Eileen? …» Sospira, mentre io reticente non rispondo. Mi guarda attraverso lo specchio, con il suo ghigno soddisfatto, sadico con cui si diverte a spaventarmi. Non sono pronta, non ho preparato la frase ad effetto da utilizzare come finale epico alla mia tragica dipartita sotto la mano di chi amo.

Avrei dovuto sapere che prima o poi mi avrebbe trovata.

Che sciocca a pensare di avere ancora una possibilità.

È calmo, troppo per esserlo realmente.

Sono in sua balia completa, sento le catene avvinghiarmi le caviglie trattenermi fino a farmi crollare. Ma è rabbia, collera quella che alimenta il suo cuore nei miei confronti.

La quiete prima della tempesta.

Non l’ho mai visto così.

«Ti avevo avvertita … tu non dovevi tradirmi, mi dovevi solo ubbidienza e devozione.»

Udirlo pronunciarsi con quel suo tono austero, privo di ogni inclinazione o trasporto aumenta solo il mio rancore provato in tutto il periodo da fuggitiva ormai scaduto al termine, accresce la sensazione costruita nella mia mente di essere solo un oggetto per lui, uno dei tanti nelle sue mani.

Io non sono un burattino. Ho un cuore, una mente, un’anima a cui devo rendere conto.

Ho un orgoglio a cui mantengo la mia fede e l’unica persona a cui devo devozione è solo me stessa.

Sono fuori di me. Sento il flusso dei miei pensieri divenire incontenibile, traboccare dal vaso. Non sarà l’unica cosa che farò.

-Ubbidienza e devozione? Alla stregua di quei demoni che tanto si lasciano abbindolare dal tuo potere? Sono sempre stata questo per te. Io ti ho amato, veramente. Tu mi hai mai amato Wyatt? –

Non ho bisogno di molto se non il prendere da lui il necessario.

Devo provare.

Allungo una mano  con uno scatto.

Lui non si aspetta una cosa simile, magari riesco a prendere tempo.

La mia concentrazione completamente votata al vaso che ho alla mia destra. Mi sente entrare, piccoli pezzettini di lui si sciolgono e, per un attimo, nel suo sguardo c’è l’incertezza. Il sorriso bieco si trasforma in una smorfia di stupore. Ci sono riuscita con Bianca, potrò farlo anche con lui.

L’oggetto trema, traballa, si muove.

Si solleva da terra e ci viene incontro, ma prima che possa colpire Wyatt  lui devia il colpo.

Ha capito.

È stancante sostenere la sua aura così forte in confronto alla mia. Barcollo, mi sorreggo alla ceramica scorticata dell’acquaio. Sento le mie gambe cedere. Da quanto non faccio un pasto degno di questo nome?

E fa ancora troppo caldo.

Alzo gli occhi dal lavandino a fatica.

Lui è ancora lì, immobile mi fissa.

Ha capito.

«Non cerco il tuo perdono …» cambia di nuovo. Il suo viso per un attimo sembra tornare quello del mio Wyatt.

Invece no, l’uomo oscuro e tenebroso è sempre presente in lui, mi guarda ora duro ed inflessibile.

Questa volta ho superato ogni limite.

Non voglio neanche sapere a cosa sta pensando.

Non voglio conoscere in anteprima la mia fine.

Chiudo definitivamente ogni accesso alla sua testa.

È come se riuscissi a sintonizzarmi sulla radio della polizia e potessi interferire con i comandi della centrale, non saprei come spiegarlo meglio il mio potere.

Wyatt lo sa, lo percepisce. Ha sempre avuto un canale preferenziale di cui render conto.

Sa anche che è tutto inutile, che sono una testarda.

Una dolce testarda con poco sale in zucca.

«Se è questo quello che vuoi …»

La sua mano descrive un cerchio in aria dietro la mia nuca. Immagino di dovermi sentire pesante, senza respiro, incapace di continuare a vivere alla sua opprimente presenza ed invece sono leggera, impalpabile, quasi che le mie gambe non fossero che un’illusione.

Sì, è per forza un’illusione.

Le sue braccia cingono il mio busto, sollevandomi come fossi una piuma.

Se la mia ultima sensazione è di essere stretta a lui, è un bel modo di morire.

 


Note dell'autrice: Bene ora entriamo nel vivo! Sì, per questa prima parte il protagonista è il Wyatt cattivo, quello del futuro da cui fugge Chris. Diciamo che questo aspetto mi ha sempre affascinato e in un certo qual modo voglio rendergli omaggio, anche a dare una spiegazione per un tale cambiamento (ho voluto tappare qualche piccolo buco che mi aveva lasciato la serie ^^, sono un po' pazza lo so... eheheh). Ma non temete avrà anche spazio il futuro nuovo, quello che costruiranno dopo la morte di Gideon perchè anche la vita di Eileen sarà molto diversa.

Alla fine della storia comunque ci sarà una scheda esplicativa su tutto quello che riguarda Eileen e la mia visione del futuro positivo di Streghe.

Sono sempre aperta alle vostre domande!!!

Besitos!

Enjoy  it!

Mally

 

   
 
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