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Autore: xenascully    12/07/2011    2 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Dal momento in cui Tony era uscito dal laboratorio, lo stomaco di McGee aveva cominciato a contorcersi. “Non posso lasciarlo là fuori da solo.” Pensò a voce alta.

“Allora non lo lasci.” Risuonò la voce di Vance mentre entrava nel laboratorio.

“Signore?” McGee alzò gli occhi dal suo lavoro.

“Lo chiami; gli dica di aspettare. Posso andare avanti io qui con la Signorina Sciuto.”

“Ma il telefono…”

“So anche io un paio di cose, Agente McGee.” Ritorse lui. “A meno che lei non creda che giù ai Crimini Informatici ci sia qualcuno migliore?”

“No, Signore.”

Vance si avvicinò al tavolo continuando a parlare. “Una volta che avremo ottenuto il numero, dovremo attivare il GPS del secondo telefono, giusto?”

“Sì…voglio dire sì, Signore.”

“Ci penso io. Abby e io ci assicureremo di chiamarvi entrambi non appena avremo trovato qualcosa. Vada ad aiutare DiNozzo.” Ordinò.

McGee si alzò. “Grazie, Signore.” Annuendo e lanciando un’occhiata a Abby, si sbrigò ad uscire dal laboratorio tirando fuori il telefono per chiamare Tony…

                                                                                                                              11 00 11 00 11

1721…

“Sicuro che Vance abbia il luogo esatto?” Chiese Tony a McGee mentre parcheggiavano per la seconda volta durante la loro ricerca, dietro un angolo.

“Abby mi ha mandato un messaggio un minuto fa e ha detto che è riuscito a far funzionare le connessioni.” Replicò lui. “Stanno scorrendo la lista delle chiamate mentre parliamo. È solo una questione di tempo prima che riesca ad attivare il GPS.”

“E se il segnale non riesce a passare attraverso il furgone?” Chiese mentre Tim afferrava il suo zaino dal sedile posteriore e usciva dalla macchina insieme a lui incamminandosi per la strada.

“Se è riuscito a fare una chiamata, dovrebbe esserci abbastanza segnale.” Gli disse Tim.

“Lì.” Tony si fermò e puntò il dito da qualche parte lungo il vialetto. In lontananza, potevano vedere una larga porta di quello che doveva essere stato il retro di un negozio di alimentari.

“È un po’ distante dalla tavola calda dove si trovava Withey.” McGee corrugò le sopracciglia.

“Sì, ma guarda.” Gli indicò una telecamera. “Se è stato abbastanza intelligente da fare quel che ha fatto con i cellulari, avrebbe potuto inserirsi nella telecamera?”

Tim la osservò pensieroso. “Sembra nuova.” Commentò. “E non è del modello standard come tutte le altre telecamere dell’isolato. È possibile che l’abbia installata lui stesso. E sì, avrebbe potuto inserirsi nella telecamera da dovunque si trovasse.”

“Andiamo; tieni gli occhi aperti.” Istruì Tony mentre si dirigevano verso la porta. Fu in quel momento che gli squillò il telefono. Non rallentò per poterlo tirare fuori. “DiNozzo.”

“Tony.” Risuonò la voce di Abby dall’altra parte della linea. “Il GPS non era stato semplicemente disattivato, ma designato manualmente per non poter essere reinserito. Ma abbiamo trovato qualcosa di interessante sulla linea di Withey.”

“Fammi indovinare.” Disse lui. “Stava ricevendo dei video in diretta.”

“Uh…sì. Come fai a saperlo?”

“Avete avuto fortuna a chiamare Gibbs?” Chiese lui, ignorando la domanda.

“Il Direttore Vance è stato in grado di creare un’opzione per chiamare con il numero di Withey dal computer.” Gli disse lei.

“L’ho chiamato.” Risuonò la voce di Vance, facendo capire a Tony che si trovava in vivavoce. “Ma non c’è stata risposta.”

“Stiamo triangolando il segnale in questo momento.” Intervenne Abby.

“Ci stiamo dirigendo lungo un vialetto poco fuori dalla 24th e Main. Richiamami quando avrete finito.” Disse Tony, poi terminò la chiamata e si ricacciò in tasca il cellulare proprio mentre raggiungevano la porta.

McGee fu pronto con le tenaglie e andò subito a lavorare sul lucchetto. “Immagino che Vance abbia trovato il numero.” Commentò mentre il lucchetto si rompeva.

“Stanno cercando di triangolare il segnale.” Replicò Tony togliendo il lucchetto dalla porta e, con un po’ di lavoro di squadra, tirandola su. Era buio, così tirò fuori la sua torcia in cerca di un interruttore della luce lungo il muro. Quello che trovò fu un grosso pannello con una larga leva. La sollevò e una serie di click poté essere udito mentre le luci sopra di loro si accendevano una ad una.

La stanza era gigantesca, con mura separatorie che si innalzavano come curiosi impianti per le docce. “Sembra sempre più piccolo da fuori.” Commentò Tony mettendo via la torcia.

Cominciarono a muoversi per l’immenso pavimento di cemento. Entrambi si muovevano a passo svelto, lanciando occhiate lungo gli ‘impianti’ man mano che passavano. Nessuno dei due menzionò come quello che stavano facendo ricordava la frenetica ricerca di una bambino scomparso al supermercato; sperando ogni momento di riuscire a vederlo vicino ad uno scaffale potendo finalmente sospirare per il sollievo.

“Questa stanza è delle dimensioni di un campo da football.” Commentò McGee. “Com’è che è inutilizzata?”

“L’elettricità c’è, quindi suppongo che la stiano vendendo.” Replicò Tony.

“Probabilmente costa una fortuna…quanto scommetti che probabilmente sarebbero felici di metterla in affitto nel frattempo?”

Si scambiarono una veloce occhiata, segnandosi mentalmente di controllare il proprietario se avessero trovato qualcosa. Ovviamente, l’ultimo ‘impianto’ fu quello in cui finalmente trovarono qualcosa.

“E-eccolo!” Balbettò McGee. “È il furgone!”

Tony non poté nemmeno parlare per il momento mentre si avvicinava rapidamente al retro del furgone davanti a loro. Appoggiò le mani alle porte, trovando un grosso lucchetto a tenerle chiuse. “Gibbs?” Gridò. Attesero entrambi per un momento una risposta, ma non ce ne fu nessuna. “McGee; tenaglie!” Richiese Tony, e Tim le tirò fuori a tempo record, porgendogliele.

“Tony, aspetta!” Gridò. Tony lo guardò incredulo. “E se c’è una trappola?”

Gli occhi di Tony si contrassero per la frustrazione. Si chinò su mani e ginocchia per guardare sotto il furgone mentre McGee correva sul davanti per controllare la cabina. “Sembra libero qui.” Disse.

“Io non vedo niente.” Rispose Tony.

“E se ci fosse qualcosa dentro il retro?”

“Non c’è tempo, McGee.” Scattò Tony. “C’è solo un modo per scoprirlo senza aprire queste porte, e non abbiamo tempo.” Ruppe il lucchetto e lo gettò a terra insieme alle tenaglie.

Aprì le porte e fu preso di sorpresa quando un corpo ne uscì, cadendogli addosso. Cadde a terra di schiena prima di rotolare di lato per realizzare chi gli era caduto sopra.

“Gibbs…?”

                                                                                                                                       11 00 11 00 11

Finalmente Gibbs è stato trovato, ma i nostri sono forsi arrivati in ritardo? Lo saprete nel prossimo capitolo! : )

  
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