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Autore: echelon1985    12/07/2011    10 recensioni
Una specie di carta moschicida per amori sbagliati, ecco cosa era.
Questo era quello che si ripeteva Quinn mentre percorreva la strada che da casa sua lo portava a scuola.
Era come se ogni volta che gli piacesse qualcuno si accedesse un'enorme insegna luminosa che diceva "epic fail"
[...]
"Padget, tu lavorerai con Allman"
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Bullet for My Valentine, The Used
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve girls! Ce l'ho fatta a tornare! Vi sono mancata?
Allora, non dirò molto del capitolo, perché parla da sé, ma é molto
legato a questo particolare momento della mia vita, e per questo
significa molto per me..
E poi finalmente ce l'abbiamo fatta! Ecco a voi la new entry! Muoio dalla
curiosità di sapere cosa ne pensate.. cosa vi aspettate..
Enjoy it!



Slow on the split







Jay si era guardato ancora una volta allo specchio, scuotendo leggermente la
testa e rinunciando a dare una piega decente ai suoi capelli.
Continuava a pensare che sarebbe dovuto rimanere a casa, ma oramai
aveva promesso a Moose che sarebbe uscito, e probabilmente distrarsi per
qualche ora dal casino della sua vita non gli avrebbe fatto male.
Aveva indossato una felpa scura sopra la t-shirt giusto in tempo per sentire
il suo cellulare squillare una volta, per avvisarlo che Moose ed il suo amico
erano arrivati.
Era uscito di casa, osservando la grande jeap nera, tipicamente americana,  parcheggiata
nel vialetto davanti alla sua abitazione.
Non era la macchina di Moose, quindi aveva tentennato prima di avvicinarsi, finché
non aveva visto l'amico salutarlo dal sedile del passeggero, ed era salito dietro.
Il ragazzo alla guida si era voltato per porgergli la mano, mentre Moose faceva
le presentazioni.

Jay ci aveva messo qualche secondo a ricambiare la stretta, un pò spiazzato
dagli occhi di un verde incredibile dell'altro ragazzo.

Avevano la stessa tonalità del mare cristallino che si vede nelle cartoline, solo
il tutto più accentuato dalla carnagione praticamente lattea, e dai capelli di un
nero corvino che scendevano irregolari, terminando in dei piccoli ciuffi scuri
davanti alle orecchie.
Due piercing lucenti brillavano leggermente nel buio dell'abitacolo, al lato destro
e sinistro del labbro inferiore.
Jay non aveva prestato poi molta attenzione al nome
che Moose gli aveva detto, e quando erano arrivati al pub dove erano diretti ci aveva
messo un pò di tempo ad associare quel nome al ragazzo davanti a sé.
Non era stato di molta compagnia, ma il solo fatto di essere uscito dalla sua
camera, di essere distratto dalle parole degli altri due al suo tavolo, l'aveva fatto
sentire un pò meglio.
Come se potesse per un momento, per una serata, liberarsi da quel peso che
si sentiva costantemente addosso ogni secondo.
Semplicemente ascoltava i due ragazzi raccontarsi aneddoti del loro passato, e ridere.
A lui andava bene così.

Era rimasto pressochè in completo silenzio finché Moose non si era allontanato
per andare in bagno, e gli occhi verdi dell'altro ragazzo si erano concentrati solo
su di lui
, mentre gli sorrideva appena.
Jay aveva notato che aveva uno strano modo di sorridere, si limitava ad alzare
leggermente un lato della bocca, come se si vergognasse.

Però gli occhi esprimevano tutt'altra sicurezza, il contrasto era quasi spiazzante.

"Parli così poco.. ti stai annoiando?"
"No.. no davvero"
"Sei troppo carino per essere triste.."

Ed anche quello era stato decisamente spiazzante.

Il nuovo ragazzo non era ancora riuscito ad inquadrare Jay, almeno fino a quel momento.
Però nel momento stesso in cui gli aveva fatto quella specie di complimento aveva capito perfettamente.
Lo sguardo quasi spaventato con quale Jay aveva risposto era sufficiente.
Lui lo conosceva bene quello sguardo, l'aveva sperimentato in prima persona.
Trasmetteva chiaramente la paura che qualcuno si avvicinasse troppo, é uno
sguardo che hai solo se hai sofferto, o se stai soffrendo


"Mi dispiace"
"Di.. di cosa?"
"Che tu stia male"
"Te l'ha detto Moose?"
"No, ti si legge in faccia"

Il ritorno di Moose aveva interrotto la conversazione.






Padge aveva parcheggiato davanti a quella casa che conosceva così
bene, prendendosi qualche minuto per fumarsi una sigaretta, e principalmente
per riflettere sull'assurdità di quella situazione.
Aveva abbassato il finestrino perché il fumo uscisse fuori dall'auto ed aveva
posato gli occhi sull'abitazione.
Gli sembrava di trovarsi come in uno di quei fottuti dejavù che ti lasciano
un pò spiazzato.
Era come se qualcuno volesse mostrargli qualcosa, era come rivivere il
passato, quando tutto era iniziato.
In quel momento dall'esterno sembrava tutto uguale, come se non fosse
mai cambiato nulla, invece era tutto completamente diverso, e cazzo, non
avrebbe neanche saputo dire l'esatto momento in cui era successo.
Aveva terminato la sigaretta, e l'aveva buttata al di fuori del finestrino prima
di scendere dall'auto e bussare alla porta.


Quinn gli aveva aperto nervoso, sorridendogli timido e spostandosi dall'ingresso
per lasciarlo passare.
Vederlo era stato stranamente doloroso, come quasi ogni cosa ultimamente.
Era a piedi nudi, come quasi sempre quando girava per casa, e Padge non era
riuscito ad impedirsi di sorridere a quella visione.
La tuta che il biondino indossava gli scendeva lunga rischiando di farlo inciampare
ad ogni passo, ed ogni tanto abbassava le mani ad alzarla leggermente.
C'erano tutta una serie di piccoli particolari, come quelli, che non riusciva in nessun
modo a dimenticare, ed era come se raccontassero una storia.
Poteva chiudere gli occhi ed immaginarsi perfettamente Quinn ogni volta che ci pensava.
Padge l'aveva seguito in cucina, ed era stato un altro lunghissimo dejavù.
I libri sparpagliati sul tavolo, alcuni già aperti con dei piccoli post-it colorati a
segnare certe pagine, altri ancora chiusi.
Lui e Quinn insieme, a studiare chimica, la stessa identica situazione che
li aveva fatti incontrare.
Ironico come fossero diverse le cose adesso.

Il laptop aperto aveva lo schermo illuminato, e Padge si era bloccato per un
secondo quando aveva visto la foto che faceva da sfondo.
Erano loro due.
Si ricordava l'esatto momento in cui era stata fatta, gliel' aveva scattata Matt
a tradimento nel suo garage, in uno dei primi pomeriggi nei quali lo portava
ancora alle prove con sé.
Lui era seduto sul divanetto, con un mezzo sorriso e le mani alzate a gesticolare
qualcosa, e Quinn era seduto sulle sue gambe, mezzo voltato verso di lui a
guardarlo in viso.
Non era nulla di speciale, e non erano in posa, ma era una bella foto, intima, in
qualche modo.

Padge aveva distolto lo sguardo, prendendo posto al tavolo, dal lato opposto
a dove era seduto il biondino.
Lontano, ancora, ma ancora una volta Quinn non aveva detto una parola.
Gli aveva mostrato quello che aveva cercato e che pensava potesse servire
per la loro ricerca.
Padge aveva cercato di prestare attenzione al libro, ignorando il tono di voce
dell'altro inusualmente basso ed incerto.
Si era davvero occupato della chimica per una buona mezz'ora, prima di
chiudere il libro con uno scatto, facendo sussultare il biondino per la sorpresa.
Quinn aveva posato i suoi occhi grandi sul viso del moro, alla ricarca di
almeno una parola, un segno.
Padge aveva distolto lo sguardo, interrompendo il contatto visivo con quegli
occhi pieni di domande.

"Questo é.. assurdo.. é tutto assurdo. Stare qua con te, a studiare, come..
 come all'inizio"

Quinn era rimasto in silenzio per un attimo di fronte alla rabbia che riempiva
quelle parole, come se essere lì non fosse solo strano, ma anche sbagliato.
Aveva abbassato leggermente il capo, e quando finalmente aveva parlato
di nuovo il suo tono aveva costretto Padge a guardarlo.

"Tu non volevi davvero tornare con me.."
"Io sono.. dio sono così arrabbiato con te"
"Ho proprio rovinato tutto.."

La sua voce gli aveva spezzato il cuore
Era così triste come non l'aveva mai sentito, e c'era una nota di rassegnazione
così profonda che Padge si era sentito male per lui.
Come era umanamente possibile che proprio loro fossero così lontani?
Aveva tenuto gli occhi fissi su di lui per un lungo momento, prima di
realizzare che non ci stava mettendo del suo in quella situazione.
Era rimasto fermo nella sua ostilità e non aveva lasciato nemmeno uno
spiraglio aperto.
Era come bloccato, e non sapeva come uscirne, non sapeva se voleva, uscirne.

"Lo sai, se un mese e mezzo fa mi avessero chiesto se tu eri quello
 giusto per me io avrei risposto di si, senza nessun dubbio"
"E adesso non lo pensi più?"
"Io.. non lo so.."
"Ma Padge.. come può essere cambiato così tanto? Io non.. non voglio
 che sia così.."
"Siamo stati lontani.. sono successe tante cose.."

Quinn aveva ancora una volta abbassato il capo, non c'era niente che
potesse dire per cambiare quello che era successo, e tutte le domande
che aveva in testa, beh.. non poteva farle, non ne aveva il diritto.

Ma Padge lo conosceva troppo bene, riusciva a leggere i dubbi nei suoi
occhi anche se le sue labbra non si erano nemmeno aperte.

"Cosa? Che stai pensando?"

Il biondino aveva scosso la testa, ma l'altro aveva insistito.
Se dovevano parlare, era bene che si dicessero tutto una volta per tutte.

"Tu non vuoi che io dica questa cosa"
"Parla e basta"
"Quando.. quando siamo stati lontani tu hai.. pensato a Jay?.."
"Certo, io penso sempre a lui"
"No voglio dire.. ti sei chiesto se lui potesse essere quello giusto, se
 potesse essere un'opzione.."
"Si. Si, ci ho pensato"

Era la verità, non l'aveva detto per fargli male, ma l'aveva comunque
guardato dritto negli occhi per guardare quale fosse la sua reazione.
Ma non ci aveva trovato quello che si era aspettato.
Non c'era niente che dicesse 'lo sapevo', c'era solo paura, e tristezza.
Tristezza per essere stato proprio lui la causa di tutti quei dubbi.
Padge avrebbe dovuto fare un passo avanti verso Quinn, lo sapeva, ma
davvero non ci riusciva.
Il biondino stava tentando con tutte le sue forze di non cadere nuovamente
nella paranoia.
Non voleva commettere di nuovo gli stessi errori, aveva promesso che
avrebbe creduto alle parole di Padge, e lui era tornato, doveva pur significare qualcosa


"Ma.. ma sei tornato da me.. é me che vuoi.. possiamo aggiustare le cose.
 Farò qualsiasi cosa per aggiustarle Padge.. io ti amo.."
"E' questo il punto, io non so se tu cambiarai perché non vuoi restare
 da solo, o perché hai veramente capito quello che mi ha fatto male"
"Ho capito, davvero. Tu pensi che io non mi fidi di te, ma non é così"
"Quinn, tu hai lasciato che delle cose che non c'entravano niente con noi
 rovinassero tutto. Tu non hai nessuna fiducia in me.. in noi. Ho passato
 metà della mia vita ad ascoltare i miei che mi dicevano che non ero abbastanza, e
 pensavo che non sarebbe mai successo con te, invece é esattamente quello
 che hai fatto.. ogni cosa che ho fatto per farti fidare di me non é stato abbastanza"
"Ma non capisci che non aveva niente a che fare con te? Sono io.. ero io che non
 mi sentivo all'altezza"
"Non posso pagare io il prezzo di quello che ti é successo in passato"
"Lo so, ho capito.. non succederà più"
"E come faccio ad esserne sicuro?"
"Ed io come faccio a dimostrarti che puoi esserlo se non me ne dai la possibilità?"

Nel momento stesso in cui l'aveva detto era stato abbastanza chiaro come stessero
realmente le cose, ed il silenzio col quale Padge aveva risposto era stato solo una
conferma.
Quinn aveva abbassato la testa, perché non ce la faceva più a guardarlo, a reggere
quello sguardo così arrabbiato su di sé.
Stonava completamente con il modo di essere dell'altro, quello che aveva sempre usato con lui.
Nonostante l'apparenza Padge aveva uno sguardo dolcissimo, era quello che compiva
in lui, ma adesso di quella dolcezza non c'era traccia.

Erano rimasti entrambi in silenzio per qualche minuto, persi nei loro pensieri.
La voce di Quinn così sconsolata l'aveva riportato alla realtà, e gli aveva fatto
sentire una fitta di malessere in pieno stomaco.

"Tu non.. non vuoi nemmeno provarci, é così?.."
"Io non lo so.."
"Allora perché sei tornato, per farmi male? Sarebbe stato meglio se tu
 non l'avessi mai fatto"

Padge aveva capito che aveva ragione, non sarebbe dovuto tornare prima
di aver chiarito le cose, quello che veramente voleva.
Solo che a dispetto di tutto Quinn gli era mancato così tanto che non aveva
potuto farne a meno.

Ma quello non era abbastanza per far si che le cose funzionassero, perché
ancora non riusciva ad andare oltre la rabbia e la delusione che sentiva per
il biondino.

"Ci sono tante cose che devo chiarire.."
"Ma come facciamo se non mi parli?.. o.. oppure non sono io quello con
 cui devi chiarire?.."
"Non solo tu.. no"

Quinn si era sentito perso per un attimo, perché per quanto si fosse raccontato
molte bugie in quel periodo, per quanto si fosse detto che probabilmente Padge
era sempre stato interessato a Jay, lui sapeva che non era la verità.
Sapeva che era stato lui e la sua insicurezza a spingere il suo ragazzo a pensare
a Jay come un'opzione, solo che era troppo dura da ammettere.

Eppure nonostante tutto lui credeva che Padge lo amasse, ed in quel momento
doveva solo dimostrargli fiducia, e lasciare che chiarisse i suoi dubbi.
Glielo doveva.

"O..ok.. fa quello che devi fare. Io aspetterò.."

Padge aveva alzato gli occhi su di lui a quelle parole, sul suo viso.
E Quinn stava dicendo sul serio, poteva leggerglielo in faccia, oltre la paura, come
se davvero fosse convinto che sarebbe tornato.
Saperlo, vederlo, l'aveva fatto sentire un pò meglio.
Ma le cose da chiarire erano ancora lì, sospese in aria, e nella sua testa.









Aveva lasciato casa del biondino più confuso di quanto non fosse prima.
La verità era che non aveva idea di che cosa volesse veramente.
Si era preoccupato per troppo tempo dei sentimenti di tutti, delle paure di
Quinn, del dolore di Jay, ed era arrivato ad un punto in cui non sapeva
quali fossero i suoi, di sentimenti.
Gli sembrava solo di tirare colpi a casaccio, e qualsiasi cosa facesse si rivelava
quella sbagliata, per tutti quanti.

Era innamorato di Quinn, ma questo bastava? E Jay, qual'era il suo ruolo
in tutta quella faccenda?

Padge aveva capito che non poteva prendere nessuna decisione, non lucidamente,
prima di aver parlato con Jay, perché ora come ora riusciva solo a pensare che
lo stava allontanando da sé, e che dietro tutto quello ci fossero state buone intenzioni non cambiava le cose.
Stava perdendo il suo amico, e non voleva, non poteva.
Non sarebbe riuscito a confrontarsi con sé stesso, e con Quinn, se non avesse prima
messo apposto il casino che aveva combinato con Jay.
Per questo si era diretto verso casa sua.

Quando aveva fermato l'auto davanti a quella casa gli ci era voluto qualche
minuto per trovare il coraggio di uscire.
Si era poggiato contro la carrozzeria ed aveva sfilato una sigaretta dal
pacchetto, tenendola tra le dita senza prendersi la briga di accenderla
per davvero, gli serviva solo per pensare a quello che avrebbe dovuto dire.
Facendo il punto della situazione si trovava ad una manciata di passi da una
delle persone più importanti della sua vita, mentre cercava di farsi passare
quella spiacevole sensazione di timore all'altezza dello stomaco.
Padge si era ritrovato a chiedersi se non fosse stato troppo arrogante, o
illuso, da pensare di poter avere tutto.

Un fidanzato, degli amici che sono con te da sempre, il sogno adolescenziale
di mettere su una band con i migliori amici di tutta la vita.
Adesso si trovava a pensare che probabilmente si sarebbe trovato nella
condizione di dover rinunciare a qualcosa, che probabilmente non puoi avere
tutto, e che quando una cosa bella entra nella tua vita, immancabilmente
un'altra ne esce.

Lo trovava ingiusto, e poi chi avrebbe mai potuto scegliere?
Il fatto era che se anche fosse spettato a lui il potere di decidere non avrebbe
saputo cosa fare.
Come poteva anche solo pensare di lasciar andare uno di loro senza cadere a pezzi?

Quando finalmente aveva trovato il coraggio di suonare per un attimo aveva
sperato che nessuno gli aprisse, invece era stato Jay stesso a farlo.
Padge l'aveva visto spalancare gli occhi sorpreso, e l'aveva visto fare un passo
indietro, istintivamente, per tenersi lontano da lui.

Gli aveva fatto male, davvero.

"Che ci fai qui?"
"Devo parlarti"
"No, non devi"
"Ti chiedo solo cinque minuti, per favore.."

Jay si era spostato riluttante, lasciandolo entrare ma restando comunque in piedi
nell'ingresso, tanto per chiarire che l'altro non era il benvenuto.
Era rimasto calmo, e freddo, mentre posava gli occhi su Padge, anche se il suo
cuore batteva all'impazzata per il solo fatto di trovarselo di fronte.


"Allora?"
"Io volevo.. volevo dirti che le cose che ti ho detto l'altra volta non erano
 vere.. non le pensavo davvero.."
"Non le avresti dette se non le avessi pensate"
"Io.. cazzo io volevo solo farti male.."
"Ah.. grazie tante"
"Lo facevo per il tuo bene.. io.. pensavo che se mi fossi fatto odiare da te
 tu avresti smesso di.."
"Di essere innamorato di te?"

Padge lo sapeva oramai, ma sentirlo dire così, dalla voce diretta di Jay, l'aveva
lasciato comunque un tantino sconvolto.
Si era limitato ad annuire, ed aveva visto il viso del più piccolo cambiare espressione
per un attimo.. triste, ferito.


"Ti fa così schifo quello che provo per te?"
"No cavolo, non dire così. Volevo solo che tu smettessi di stare male
 per colpa mia"
"Beh non ha funzionato.. anzi va solo peggio. Lo sai, da quando tutta questa
 storia é iniziata mi sono sentito in molti modi. Mi sono sentito stupido, e solo, ma
 non mi ero mai sentito sbagliato.. prima di parlare con te"

La voce del moretto aveva tremato pericolosamente, ma neanche per un attimo
aveva interrotto il contatto visivo con Padge, perché si rendesse conto di quanto
lo avesse ferito.
Non che ce ne fosse bisogno, perché lui lo sapeva perfettamente.

"Ascolta Jay, lo so, ok? Ho fatto una stronzata, ma sono qui per questo, per
 sistemare le cose tra noi. Non mi piace che sia così.. siamo così lontani.."
"E tu credi di poterla sistemare?"
"Dobbiamo, noi siamo amici"
"No invece, su questo avevi ragione tu, noi non siamo più amici"
"Ma che dici? Certo che lo siamo"
"Davvero? Da quant'é che non parliamo, da quand'é che non ci vediamo?"
"Abbiamo solo gestito male la cosa"
"Gestire, come esattamente? Comportandoci come se questa cosa non
 esistesse? Questo non é gestire, fa comodo solo a te. Io ti amo, e tu.. no, e
 non posso fare finta che questo non mi faccia male. Mi fa male anche solo
 vederti ormai"
"Jay.."

Il più piccolo non si era reso conto di quello che stava succedendo finché non
aveva sentito le labbra dell'altro sulle sue.

Aveva chiuso gli occhi istintivamente al sapore di Padge, lasciandosi andare
a quel bacio che voleva così tanto da stare male, profondamente triste perché
sapeva che non significava davvero nulla, se non un tentativo disperato di fare
qualcosa, qualsiasi cosa che sbloccasse quello stallo doloroso in cui si trovavano.








Matt era mezzo disteso sul divano, con la schiena poggiata completamente su
uno dei posti a sedere, la testa poggiata su uno dei braccioli esterni e le gambe
piegato di lato con i piedi a toccare terra, per fare spazio a Bert in parte
disteso su di lui.
Aveva le mani nascoste sotto la felpa del più piccolo, cercando di contenere
i suoi ansimi mentre Bert non faceva altro che strusciarsi contro di lui.
La frizione gli stava facendo perdere la testa, ma l'altro sembrava intenzionato
a farlo impazzire, e non aveva nessuna intenzione di cedere per primo.
Il moretto aveva ridacchiato contro le sue labbra per i suoi tentativi di controllarsi,
quel piccolo idiota, così Matt l'aveva spinto giù dal divano, non troppo forte perché
non si facesse male, e si era disteso in mezzo alle sue gambe sovrastandolo
senza pesare sopra di lui.
Era quasi sicuro che l'altro se ne sarebbe uscito con qualche imprecazione irripetibile
delle sue, invece l'aveva solo sentito cominciare a ridere, e non aveva potuto fare
a meno di ridere a sua volta.
La risata di Bert gli faceva sempre lo stesso identico effetto della prima volta che
l'aveva sentita per telefono.

Aveva una colorazione stranamente infantile, ed era probabilmente l'unica
cosa infantile dell'altro, il che la rendeva ancora più piacevole.
Avevano smesso di ridere quando Matt si era chinato per baciarlo un pò più
a fondo, e Bert aveva gemuto leggermente

"Che c'é Bertie? Non ce la fai più?"
"Per me possiamo restare così per tutto il resto della serata"

Matt aveva ridacchiato, il moretto era troppo orgoglioso per ammettere che
stava morendo dalla voglia, si sarebbe ammazzato pur di non dargliela vinta, perciò
il più grande aveva deciso di torturarlo ancora un pò adesso che i ruoli erano invertiti.
Si era spinto un paio di volte contro Bert, per fargli sentire la frizione attraverso i jeans,
e l'aveva visto spalancare la bocca per un attimo, mentre le sue guance si arrossavano
per l'eccitazione.
Però non era abbastanza, così Matt si era alzato leggermente tenendosi con un braccio, mentre
infilava una mano tra i loro corpi.
L'aveva passata sul suo petto e più giù sulla sua pancia, e poi aveva saltato il cavallo
dei suoi pantaloni scendendo a toccargli le gambe.
Bert aveva quasi ringhiato per la frustrazione.

"La serata é lunga.. sei sicuro che questo ti basti?"
"Stronzo"
"Era un no?"
"Fottiti"
"Così, da solo?.. come vuoi"

Matt si era spostato, sotto lo sguardo sconcertato del più piccolo, restando
per terra ma mettendosi seduto con la schiana poggiata alla parte bassa
del divano, non troppo lontano dall'altro.
L'aveva guardato dritto in viso mentre si sbottonava i jeans e ci infilava una
mano dentro con un sorrisetto, aveva visto Bert trattenere il fiato mentre lo faceva.
Si stava toccando cazzo! Voleva proprio ucciderlo!


"Hey no, aspetta"

Il moretto aveva praticamente gattonato per terra fino a lui, costringendolo a sfilare
la mano dai suoi jeans e sedendosi a cavalcioni su di lui, con le braccia intorno al
suo collo.

"Che c'é? Me l'hai detto tu fottiti"
"Fottimi"
"Dio.. pensavo che non l'avresti mai detto.."








Era stato proprio quel pensiero, la consapevolezza che quel bacio non significasse
nulla, a dare il coraggio a Jay di staccarsi.
Aveva fatto un passo indietro, sentendosi completamente distrutto da quello che
stava succedendo.
La persona che amava l'aveva baciato, e non significava un accidenti di niente.

"Che diavolo fai? Pensi di sistemare così le cose?"
"Io non.. scusami io non so cosa.."
"Che cos'era Padge, un bacio di consolazione? Un contentino? Mi merito molto
 di più di questo cazzo. Lo sappiamo tutti e due che non sono io quello che vuoi.
 Tornatene da Quinn"
"Con lui.. con Quinn le cose non vanno bene.."
"Quindi non era un bacio di consolazione per me, ma per te? Peggio ancora"
"Ascolta.."
"C'é una sola cosa che devi dire.. guardami in faccia e dimmi che non sei
 innamorato di Quinn"
"Jay.."
"Lo ami, si o no?"

Ed era stupido, e terribilmente autolesionista, ma una parte del suo cervello
era ancora lì, aggrappata alla speranza che contro ogni evidenza Padge
rispondesse di no.


"S..si"
"Allora non c'é nient'altro da dire"
"Che significa questo?"

In quel momento, mentre cercava di ignorare il male che quel si gli aveva
provocato, aveva realizzato che aveva due scelte.
Avrebbe potuto prendersi quel poco che Padge gli stava dando, perché lo
voleva così tanto, da morire.
Ma aveva ancora un pò di istinto di autoconservazione, ed avrebbe preferito
non averlo, perché sapeva cosa significasse.
Sapeva quello che doveva fare adesso, sapeva qual'era la seconda scelta.

"Significa che dovresti andartene"

Padge aveva spalancato gli occhi a quella frase, per il chiaro significato che
conteneva al suo interno.
Aveva cercato di avvicinarsi, ma Jay si era ancora una volta allontanato
di un passo.
Era sorpreso anche lui di averlo detto, di aver trovato il coraggio di ammetterlo
con sé stesso, sorpreso di sapere che a quel punto non vedere più Padge
gli sembrasse l'unica soluzione.

La cosa più dolorosa che avesse mai dovuto fare, eppure l'unica.

"Jay ti prego.. non puoi dire sul serio.."
"Lo sai, io non ho mai scommesso su niente.. ma se avessi dovuto farlo
 avrei scommesso che tu saresti stato nella mia vita per sempre.."
"Ma io voglio esserci.."

Il moretto aveva percepito la nota di panico nella voce dell'altro, ed aveva
alzato gli occhi sul suo viso.
Gli erano tornate alla mente quelle volte in cui si sedeva sul bordo del letto
della camera dell'altro e lo osservava suonare, mentre guardava i suoi occhi
concentrati per scoprire di che colore la luce li avrebbe fatti diventare, blu, verdi
oppure grigi.

Erano blu adesso, di un blu intenso, e non gli appartenevano più.

"Non puoi"

Padge si era preso qualche secondo per processare quell'informazione, quel
taglio netto e convinto, cercando qualcosa da dire, qualsiasi cosa che gli
dimostrasse che i suoi polmoni stavano ancora respirando.

"E' assurdo Jay.. e la band?"
"Lascio"
"Quindi che succede adesso? Tutto quello che.. tutti gli anni insieme.. adesso
 semplicemente non ci vediamo più?"
"Devo pensare a me adesso.."
"Ero io.. ero io quello che.. io mi sono sempre preso cura di te.. l'ho sempre
 fatto, no?"
"Ora hai qualcun'altro di cui prenderti cura.."
"Le due cose non si escludono Jay.."
"Adesso si"


Padge non sapeva quanto tempo era rimasto immobile a fissare la porta di Jay
dopo essere uscito.
Si sentiva come se avesse perso la sensiblità in ogni parte del suo corpo, come
se qualcuno gli avesse sparato uno di quei proiettili anestetizzanti.
Era davvero successo? Era stato davvero così veloce, e definitivo?
Jay era semplicemente uscito dalla sua vita con una velocità sconcertante.
E adesso che sarebbe successo?
Sarebbe andato avanti con la sua vita come se loro due non fossero mai
stati amici, ome se non avessero condiviso ogni cosa fino ad allora?
La sua testa continuava a lanciargli domande che lo pungevano come spilli, una
dopo l'altra, senza che avesse nessuna capacità di rispondersi.

Era come se la sua testa fosse avvolta in una strana nebbia, era solo riuscito
a pensare che avrebbe dovuto chiamare Matt, che aveva bisogno di lui, ma
molto probabilmente non sarebbe in nessun modo stato in grado di farsi capire.







Jay era scivolato lentamente contro il muro trovandosi seduto per terra.
Non si era neanche accorto di essersi messo a piangere finché non aveva
sentito il suo petto sussultare per l'affanno dei singhiozzi, come se cercasse
di prendere fiato senza riuscirci veramente.
Si era calmato, o almeno ci aveva provato, quando il campanello di casa sua era suonato.
Si era alzato da terra, asciugandosi le lacrime con la manica della felpa per
rendersi almeno un pò presentabile.
Non aveva intenzione di rispondere a nessun interrogatorio, chiunque fosse.
Era rimasto immobile e leggermente confuso quando aprendo si era trovato
davanti l'amico di Moose, e non aveva detto una parola.
L'altro ragazzo l'aveva guardato attentamente con quei suoi occhi verdi

"Sono Zacky.. ti ricordi?"
"Certo.. solo.. non mi aspettavo di vederti. Moose non é qui"
"Non ero venuto per lui.. stai.. stai bene Jay?"

Il moretto si era limitato a scuotere la testa, mentre cercava inutilmente
di non mettersi a piangere ancora una volta.
Non si era aspettato che le braccia forti dell'altro lo circondassero per
abbracciarlo, lo conosceva appena, però si era lasciato andare lo stesso.
Zacky era solido e rassicurante, e al momento gli bastava questo.
Era una bella sensazione.










Io vi amo tanto tanto, e mi scuso se vi faccio aspettare troppo per gli
aggiornamenti, ma la sessione estiva di esami é estenuante.
Passando alle recensioni..



Friem: Beh direi che Quinn un pò deve fare lo zerbino per farsi perdonare, e a quanto
pare come il titanic questa coppia sta naufragando sempre di più. xD
Ecco il misterioso ragazzo.. e beh.. non é Jeph! Che ne dici?

ColdBlood: Ahahah oddio se mi si dichiara pure Moose é la fine! Un'epidemia gay!xD
Ecco la new entry, che ne dici? Ti saresti aspettata che fosse lui?
Padge sta andando un pò alla deriva, sia con Quinn che con Jay.. staremo a vedere.

ErisValentine: Mi é impazzito Padge, e per questo ci rimettono un pò tutti, lui compreso.
Sono curiosa di sapere cosa pensi di Jay al momento, e di come si stanno mettendo le
cose.. perché poi.. beh Padge l'ha baciato!
Bert e Matt continuano ad essere fantastici.. per ora.. chissà se li aspetta qualche tempesta xD
E la new entry.. va beh tu sapevi chi era.. ma che te ne pare?

Yuki_Frehly: Oddio dato che odi Jay questo capitolo dev'essere stato fantastico per te xD
Moose é amore, ma l'ho lasciato etero.. almeno uno ci voleva..
Le cose tra Padge e Quinn non migliorano.. mi odi ancora? *-*

Jessromance: Ahaha Bert é il maestro supremo delle volgarità! Hey! Sei l'unica ad aver
parzialmente indovinato qualcosa sul nuovo personaggio.. brava!
Padge é incasinato perso, e fa una cacchiata dopo l'altra.. ma qua si capisce un pò
perché si sta comportando così.. che ne dici?

Crazy_Me: Ecco, tu sei l'unica felice per il bacio tra Padge e Jay immagino xDD
Grazie per tutti i complimenti per lo scorso capitolo *___*
Sono curiosa di sapere cosa pensi del casino che sta succedendo.. e della new entry!!

ChemicallyUsed: Hun come avevi previsto le cose tra Padge e Quinn vanno sempre
peggio.. e Padge é confuso e fa casini..  e volevi scoprire cosa sarebbe successo
se avesse considerato Jay? Bhe.. eccone un accenno! xD
Matt e Bert stanno venendo fuori sempre più una meraviglia *_*
E dimmi della new entry hun! Te l'aspettavi? Come la vedi?

   
 
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