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Autore: heyitsgeorgia13    12/07/2011    1 recensioni
l'ispirazione mi è venuta rivedendo la 2x15 e riascoltando ripetutamente "Animal". poi ho pensato: e se Kurt invece di sembrare un cucciolo di pinguino sprizzasse sensualità da tutti i pori? e se la sua sensualità provocasse in Blaine sensazioni inaspettate?
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ormai era più di un mese che io e Kurt stavamo insieme.
Tra di noi tutto andava bene, eravamo felici e, soprattutto, eravamo innamorati pazzamente uno dell’altro.
Nelle ultime settimane erano cambiate davvero tante cose.
Oltre al fatto che ora stavamo insieme, i Warblers avevano persone le Regionali. La cosa non mi dispiacque più di tanto, alla fine quel duetto e tutte quelle prove avevano portato al fatto che ora Kurt era mio.
Ma, come si dice, la felicità non dura mai abbastanza.
Due settimane dopo le Regionali, Kurt era venuto da me dicendomi che aveva deciso di ritornare al McKinley. Gi mancavano i suoi amici, non che alla Dalton non ne avesse, intendiamoci, ma aveva davvero faticato ad ambientarsi in questa scuola e, sinceramente, credo che non l’avesse mai fatto completamente. In più gli avevano riferito che Karofsky, la causa della sua fuga dalla vecchia scuola, si era pentito di quello che aveva fatto, era cambiato completamente e, in più, gli aveva chiesto scusa per il dolore che gli aveva procurato.
Devo ammettere che all’inizio ci rimasi un po’ male, non volevo allontanarmi da lui, perché ero sicuro che mi sarebbe mancato come l’aria. Ma, allo stesso tempo, non potevo essere così egoista da impedirgli di tornare indietro ed essere, finalmente, completamente felici.
Quindi lo lasciai andare, e dopo avergli cantato una canzone di addio davanti a tutta la sua scuola, gli promisi che gli sarei stato accanto per sempre, e lui fece lo stesso.
Vederci però era diventato davvero difficile. Qualche volta ci incontravamo al Lima Bean, dopo scuola, e spesso ci vedevamo nei week-end, anche se la cosa non era la stessa dal vederlo tutti i giorni per i corridoi della Dalton.
Una sabato sera, decisi di portarlo fuori a mangiare da Breadstix.
Ci sedemmo al tavolo, che ci era stato assegnato, e ordinammo la cena.
Dopo che ci furono portate le bibite, vidi Kurt allungare le mani – Dammi la mano – mi disse e io ubbidii lasciando che lui prendessa la mia tra le sue.
Sospirò – Blaine Warbler..vuoi venire al ballo con me? – mi chiese e io lo guardai stranito – Al ballo? – chiesi poi cercando di sembrare il meno sorpreso possibile – Hai presente l’evento sociale della stagione – mi disse in tono sarcastico – Non mi vuoi accompagnare – disse poi, mentre sul suo volto si segnava un’espressione decisamente incredula.
Lo fermai subito, prima che desse di matto – No..no, no, certo che voglio venire al ballo con te – gli dissi facendogli capire le mie intenzioni – È solo che..proprio il ballo – dissi facendomi triste, mentre i ricordi riaffioravano nella mia mente.
- Qual’è il problema Blaine? – mi chiese lievemente preoccupato – Ci fu un ballo scolastico alla mia vecchia scuola. Io..mi ero dichiarato da poco, così..invitai un mio amico, l’unico altro gay della scuola. Aspettavamo che suo padre venisse a riprenderci..e tre ragazzi ehm...beh ci pestarono a sangue – gli spiegai senza guardarlo neglio occhi.
Quando alzai lo sguardo incontrai i suoi occhi e dentro di loro vi lessi preoccupazione, terrore, dolore e tante altre cose, se le elencassi tutte staremmo qui fino a domani.
Scosse lievemente il capo – Ehm.. – sembrava non sapere che dire – Io..mi dispiace tanto – disse con un filo di voce – Sono dichiarato, sono fiero di ciò che sono. È solo che..è una ferita ancora aperta – dissi in tono sconsolato.
Ed era vero, ogni volta che ci pensavo mi risaliva in nervoso, la rabbia rinasceva dentro di me e il dolore riaffiorava.
- Questa è una situazione perfetta – lo sentii borbottare a bassa voce – Non hai potuto affrontare i bulli alla tua scuola, ma lo farai alla mia – mi disse cercando di sorridere.
Risi prima di prendere un sorso della bevanda che avevo ordinato – Lo faremo insieme – disse annuendo, ma poi vide che non dissi nulla – Ma ci tengo a precisare che se la cosa ti mette..a disagio allora possiamo anche lasciar perdere il ballo. Magari andiamo al cinema – disse facendo un sorriso tirato.
Scossi la testa, quel ragazzo mi faceva uscire di testa ogni volta – Kurt io sono pazzò di te – gli confessai – Allora lo devo prendere come un si? – tento di richiedermi.
Annuii – È un si. Si, verrò al ballo con te – gli risposi mentre lui cominciava a saltellare sul posto, come un bambino il cui padre gli aveva appena comunicato che gli avrebbe comprato un nuovo giocattolo.
Mi sorrise e cominciammo a parlare del più e del meno.
Il resto della serata passò in modo piacevole, e alle undici in punto lo ripostai a casa, non prima di aver ricevuto il bacio che aspettavo da tutta la sera.
 
Un paio di giorni dopo mi trovavo a casa Hummel per la prova vestito. O almeno Kurt provava il vestito e io dovevo dirgli se stava bene o no.
Ad un tratto piombò in sala con un kilt addosso. Il padre gli disse che la cosa era un po’ eccessiva, vestito così avrebbe solamente attirato l’attenzione dei bulli.
Io gli diedi ragione, non volevo che qualcuno gli rovinasse una serata che per lui era davvero importante.
Poi vidi la delusione, mischiata a rabbia, sul suo volto – Blaine mi rendo conto che dopo quello che hai passato, hai paura. Ma il ballo è allegria, non paura, okay? Metterò questo completo, ci ho lavorato tanto ed è venuto alla grande. Se non vuoi più venire al ballo con me..io lo capirò Blaine – disse in tono scocciato.
Tentai di dire qualcosa ma lui girò i tacchi e se ne andò, furioso.
Bravo Blaine, complimenti, mi dissi.
Di una cosa ero certo: gli sarei stato accanto comunque.
 
La sera del ballo passai a prenderlo verso le 8.
Lui era bellissimo e con un sorriso raggiante stampato in faccia.
Mi avvicinai e lo baciai leggermente sulle labbra – Bene ragazzi, fate i bravi, mi raccomando. E non tornate tardi – disse Burt prima che uscissimo di casa.
Una ventina di minuti dopo eravamo nella palestra del McKinley.
Tutto era addobbato alla perfezione e tutti gli alunni della scuola erano fasciati da vestiti coloratissimi.
Mi guardai in giro e i ricordi riaffiorarono. Sentii un peso allo stomaco – Blaine tutto a posto? C’è qualcosa che non va? – mi chiese Kurt, io scossi la testa – Niente, è tutto a posto. Vieni andiamo a prendere da bere – e, prendendolo per mano, lo portai verso il bancone delle bevande.
La serata procedeva bene, a parte la scazzottata, mentre io mi esibivo sul palco, tra Finn e quel ragazzo, mi pare si chiamasse Jessie, o almeno così mi aveva detto Kurt.
Poi arrivò il momento dell’incoronazione del re e delle reginetta del ballo.
Il preside salì sul palco, raggiunto poco dopo dai candidati.
- Rullo di tamburi, grazie – disse aprendo la prima busta – Il re del ballo di quest’anno è..David Karofsky – annunciò mentre tra il pubblico si alzavano grida di approvazione.
Mi trattenni dal ridere. Se solo avessero saputo la sua vera natura di certo non l’avrebbero votato e trattato così.
A Dave venne dato lo scettro e la coro, e, successivamente, venne fatto sedere su una specie di trono.
Poi il preside riprese la parola – E ora, la reginetta del ballo del Mckinley del 2011. Con una considerevole maggioranza di voti è.. – guardò il foglietto in malo modo, poi squadrò l’intera sala – Kurt Hummel – annunciò.
Il gelo calò all’interno della palestra. Il fiato mi si mozzò in gola a sentire quel nome.
Lo guardai e il suo volto era inespressivo, mentre i suoi occhi fissavano un punto non ben definito.
Due secondi dopo corse via – Kurt, Kurt..dove vai Kurt – gli urlai seguendolo.
Uscì dalla palestra e cominciò a correre per i corridoi, deserti, della scuola.
- Non sono mai stato così umiliato – diceva mentre correva e piangeva – Kurt aspetta, fermati – gli urlavo io correndo dietro di lui – Per favore, fermati – gli dissi quando arrivai a pochi centimetri da lui.
Ubbidì – Non vedi quanto siamo stati stupidi. Solo perché non ci prendevano in giro, non ci piacchiavano, ci siamo..ci siamo convinti che a nessuno importasse, che fossero cambiati. Ma non sono affatto cambiati – disse scosso dai singhiozzi.
Mi uccideva vederlo così, non si meritava di essere trattato in quel modo e tantomeno di soffrire per una cosa di cui non aveva colpe.
Sospirai tristemente – È stato solo uno scherzo stupido – cercai di dirgli – Non è così. Ci detestano, hanno solo paura di dirlo apertamente. Così hanno usato il voto segreto. Sono diventato lo zimbello della scuola – urlò con tutto il dolore e la rabbia che aveva in corpo.
L’unica cosa che volevo fare era rientrare in quella sala e fargliela pagare a tutti, uno per uno.
Mi sedetti contro gli armadietti mentre lui faceva avanti e indietro, cercando di calmarsi.
Rimanemmo in silenzio per svariati minuti – Io non ci torno la dentro, non esiste – disse poi scuotendo la testa.
- Almeno ti vuoi sedere? – gli chiesi cercando di essere gentile. Il suo avanti e indietro mi stava facendo innervosire, più di quanto non lo fossi già – Vuoi che ce ne andiamo? Non dobbiamo rientrare per forza – ritentai più dolcemente, visto che non mi aveva dato retta.
Finalmente si fermò e posò i suoi occhi, resi rossi dal pianto, su di me – Questo ballo non doveva essere un riscatto per te? Non doveva toglierti quel nodo alla gola per essere scappato? Se adesso ce ne andiamo vivrò anch’io con quel nodo alla gola – disse cercando di tornare in se.
Sospirai – Che vuoi fare allora? – gli chiesi ancora una volta. Fece un respiro profondo – Io penso di tornare di la a farmi incoronare – mi rispose – Farò vedere a tutti quanti che non mi importa se mi urlano contro o se bisbigliano alle mie spalle. Non riusciranno a scalfirmi, o a scalfire noi – disse inginocchiandosi davanti a me mentre io mi avvicinavo a lui – O quello che ci lega – precisò sorridendo appena.
Gli porsi un fazzoletto e lui, con eleganza, si soffiò il naso. Poi mi alzai e gli porsi la mano – Pronto per la corona? – lui afferrò saldamente la mia mano e, mentre ci sorridevamo, lo tirai su.
Lo accompagnai fino sotto il palco, poi tornai in mezzo alla folla.
Lo vidi salire, con passo titubande, per poi posizionarsi di fianco al preside –Signore e signori, la vostra reginetta del ballo del 2011: Kurt Hummel – disse mentre dal tono di voce sembrava decisamente alterato.
Prese la corona e gliela posò sui capelli e poi gli passò lo scettro, che lui afferrò – Eat your heatr out, Kate Middleton – disse poi Kurt, mettendosi in posa.
Tutti i ragazzi del Glee, seguiti a ruota dal resto della scuola, scoppiarono in urla e applausi.
- E adesso, per onorare la tradizione, il re e la reginetta avranno l’onore del primo ballo – annunciò poi il preside.
Okay va bene tutto, ma questo no. Non volevo che Dave posasse le sue mani sul mio Kurt.
Li vidi avanzare verso il centro della palestra. Stavano confabulando e, pochi secondi dopo, Karofsky abbandonò li Kurt, scappando via.
Lo seguì con lo sguardo, sospirando.
- Scusi – gli disse e lui si girò verso di me, incredulo – Mi concede questo ballo? – gli chiesi porgendogli la mano – Si signore, certamente – rispose mentre le sue guance diventavano man mano sempre più rosse.
Afferrò la mia mano e lo strinsi forte a me. Cominciammo ad andeggiare, sempre più coinvolti dal ballo.
Finalmente sul suo volto era ritornato il sorriso che io amavo tanto.
Il resto della serata andò avanti senza nessun intoppo e verso mezzanotte e mezza decidemmo di abbandonare la festa, stremati per tutto quello che era successo.
Salutammo i ragazzi del Glee e salimmo in macchina, diretti a casa Hummel.
Dieci minuti dopo eravamo sul portico.
- Grazie – mi disse sorridendo – Per cosa? – gli risposi io confuso.
Ridacchio – Per esserci sempre quando ne ho bisogno – mi spiegò e io scossi la testa – Kurt non devi ringraziarmi. Ci sarò sempre, non dimenticarlo – gli dissi accarezzandogli una guancia.
Lui scosse la testa – Non sai quanto mi dispiaccia. Tu sei sempre qui, a consolarmi e darmi forza. E quando tu ne avevi bisogno io non c’ero – disse tristemente.
Questa volta fui io a ridere – Kurt non dirlo neanche per scherzo, okay? Se stasera sono venuto è solo perché tu mi hai dato la forza di combattere le mie paure. Tu non immagini neanche quanto tutto questo sia importante per me – gli dissi dolcemente.
I suoi occhi si riempirono di lacrime – Blaine io..io.. – tentò di dire ma io lo interruppi con un bacio.
- Forse è ora che io vada, o i miei mi fanno fuori sul serio stavolta – dissi ridendo, per poi baciare ancora una volta le sue labbra – Buonanotte Kurt – gli dissi allontanandomi.
Ma lui mi trattenne per la giacca – Blaine, i miei stanno già dormendo. Se non fai casino ti lascio dormire a casa mia, nel mio letto – mi informò diventando rosso.
Lo guardai incredulo – Ma..ma tuo padre? – gli chiesi – Gli diremo che avevi troppo sonno e non mi fidavo a lasciarti andare fino a Westerville da solo – mi spiegò.
A quello parole cedetti e entrammo, in punta dei piedi, in casa. Salimmo in camera, e dopo aver indossato un pigiama di Finn, che mi stava eccessivamente largo, mi coricai sotto le coperte accanto a lui.
- Buonanotte Kurt – gli dissi spegnendo la luce. Poi sentii la sua mano posarsi sul mio petto – Hai davvero intenzione di dormire? – mi chiese in tono malizioso. Mi baciò appassionatamente, facendo incontrare immediatamente le nostre lingue.
Andammo avanti così per molto, molto tempo. Poi tra un bacio e una carezza, ci addormentammo.
Anche se devo ammettere che avrei voluto di più, o almeno, il mio corpo aveva chiesto di più.
 
 
 
heyitsgergia13’s corner:
 
E siamo a due ahahah cerdavate che l’avrebbero fatto né?
E invece no, ma mai dire mai.
Okay sta ff fa sempre più schifo ma va bene!
Allora potete benissimo capire quale sarà il prossimo capitolo.
Comunque dovrebbero essercene ancora altri due dopo questo.
Ora vilascio.
Vabbè prima fatemi sapere che ne pensate.
Baci..
 
-Georgia.

  
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