Anime & Manga > D'Artagnan
Segui la storia  |       
Autore: floflo    12/07/2011    4 recensioni
Salve a tutti! Non pensavo che l'avrei mai fatto, ma è successo...Ho scritto la mia prima fanfiction!
La mia storia comincia dove le altre finiscono: è ormai assodato che i nostri beniamini Athos e Aramis (o sarebbe meglio dire Renèe) si amano, probabilmente convoleranno a giuste nozze eccetera, eccetera.
Ma vivranno per sempre felici e contenti?
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Aramis, Athos, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Il feuilleton del feuilleton'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccoci arrivati finalmente all’ultimo capitolo.
E’ un po’ più lungo rispetto ai miei standard, ma non mi sono sentita né di dividerlo in due parti o di tagliarlo. (ad ogni modo è l’ultimo, quindi portate pazienza!)
Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno seguito e commentato questa fic, per me è stata la prima volta, e non pensavo davvero di riuscire ad arrivare alla fine.
Grazie di tutto cuore!
p.s. Ho voluto inserire un piccolo cross-over, perché secondo me ci stava tutto, ho sempre desiderato in cuor mio che le cose potessero finire così.
Buona (ultima) lettura!




 


17. Finale




Athos si trovava nel suo piccolo studio a palazzo d’Herblay immerso nella lettura, quando udì provenire dal basso un gran trambusto seguito da un insolito vociare.
Frasi piuttosto concitate di uomini provenivano dal piano di sotto, mescolandosi a quelle di una delle domestiche.
La testa di Athos fece capolino dalla porta semiaperta dello studio:
- Perdinci! Che sta succedendo qui?-
- Dio sia lodato! Siete ancora vivo conte de la Fère!- rispose festante uno degli uomini che nel frattempo aveva iniziato ad incamminarsi lungo la scala che da sotto conduceva al piano di sopra per andargli incontro.
- Porthos?! D’Artagnan?! – esclamò piacevolmente meravigliato il terzo ex moschettiere trovandosi davanti i due vecchi compari.
Si scambiarono sonore pacche sulle spalle e poderosi abbracci.
- Qual buon vento vi porta in questa landa sperduta?- disse con ironia poi il padrone di casa.
- In verità nessun vento buono, Athos.- rispose D’Artagnan.
- Che significa?- chiese incuriosito ma non preoccupato il conte de la Fère.
- Porthos, vuoi iniziare tu?- disse il guascone.
- Volentieri D’Artagnan. Dunque ho saputo dell’assassinio recente di Lord de Winter. Non ne sapevi niente Athos?-
- In verità ne avevo già sentito parlare, Porthos.- disse serio il conte de la Fère.
- E non sei preoccupato, amico mio?- domandò il gigante Porthos.
- Perché dovrei preoccuparmi, me lo spieghi? Decine di nobili vengono assassinati ogni giorno…- disse Athos facendo spallucce.
- Perché io sono convinto che dietro quell’omicidio si nasconda una terribile vendetta!- rispose Porthos facendosi cupo in viso.
- Che dici?- domandò fingendo incredulità Athos.
Ma l’ex moschettiere non si curò minimamente delle parole del vecchio compagno, e si rivolse al guascone pensieroso.
- Ora tocca a te, D’Artagnan.-
- Vedi Athos, recentemente è stato assassinato anche il boia di Lille. Abbiamo ragione di credere che entrambe gli omicidi siano stati compiuti dalla stessa mano.-
Athos li scrutò entrambi cercando di capire dove volessero arrivare.
- Cosa state cercando di dirmi, non capisco?-
- Quello che sospettiamo è che qualcuno stia cercando di vendicare la morte di una persona …- disse serio D’Artagnan.
- Milady.- aggiunse Athos.
Porthos e D’Artagnan si guardarono in volto un istante, poi il guascone continuò.
- In verità c’è un’altra cosa che mi ha messo in allarme. Mentre riportavo qui da Parigi Eugèniè e Beatrix, quest’ultima mi ha raccontato, visibilmente turbata, che qualcuno vuole ucciderti.-
- Che stupidaggine! Non le avrai creduto, spero … - si sforzò di sdrammatizzare Athos.
- Beh, inizialmente no. Ma poi, alla luce di questi ultimi avvenimenti… Athos, sai bene come sono andate le cose. E’ stato anche grazie a Lord de Winter che abbiamo messo fine agli intrighi criminali di Milady. Non credo che la sua morte e quella del boia di Lille siano una semplice coincidenza. E’ evidente che in questa storia c’è qualcosa sotto. Noi siamo qui per proteggerti. Mi rincresce molto ammetterlo, ma il prossimo ad essere colpito potresti essere proprio tu.-
Athos sospirò.
- Ebbene, volete sapere come la penso io?-
I due amici appena arrivati si guardarono poi annuirono simultaneamente.
- Quello che dite è la verità.- disse poi tra lo stupore generale.
- Allora sapevi tutto?!- sbottò Porthos.
- C’è un uomo, un tale Mordaunt de Winter di cui ho fatto la spiacevole conoscenza un po’ di tempo fa.- continuò Athos.
- E chi sarebbe costui?- chiese stupito D’Artagnan.
- E’ una storia molto lunga …- rispose mestamente Athos preparandosi ad un lungo e penoso discorso.


* * *



- Ma che fine hanno fatto Renèe e le ragazze? Non le ho ancora viste …- domandò ad un certo punto Porthos quando Athos ebbe finito il suo racconto.
- Sono uscite stamane in carrozza. Credo siano in compagnia di Laurent. – rispose tranquillamente Athos.
- E chi sarebbe questo Laurent? Si può sapere?- continuò l'antico commilitone del conte.
- Il figlio di François …-
- François?!? Sul serio? Stiamo proprio parlando di "quel" François?- domandò incredulo Porthos.
- Proprio lui. In carne ed ossa.- rispose Athos.
- Beatrix temeva che fosse proprio lui l’attentatore misterioso!- continuò D’Artagnan.
- Questa poi … Beatrix però dovrà ben spiegarmi come ha fatto a venire a conoscenza di tutta questa storia!- fece Athos visibilmente scosso dalla rivelazione fatta da D’Artagnan.
- Beh, potrebbero anche finirla questa passeggiata, è già ora di pranzo, e io ho un certo appetito! Come siete messi a libagioni da queste parti?- aggiunse massaggiandosi lo stomaco Porhos.
- A quanto vedo, non perdi mai le vecchie abitudini, vecchio mio!- lo canzonò Athos. – Tra poco sono sicuro che saranno di ritorno.-


* * *


L’ora di pranzo era già passata da un bel po’, ma di Renèe e le figlie ancora non vi era traccia.
- Senti Athos, non vorrei allarmarti, ma io credo che …- iniziò D’Artagnan.
- Non dire niente, ti prego! Sono sicuro che saranno da qualche con Laurent, magari sono rimaste a pranzo proprio a casa di François!- rispose Athos un po’ sopra le righe.
- Beh, almeno avrebbero potuto mandare qualcuno ad avvisare.- fece Porthos mogio per via del digiuno forzato.
- Ci sarà sicuramente una spiegazione logica.- continuò Athos.
- Io direi di andare a controllare lo stesso. Non si sa mai.- disse infine D’Artagnan.

Al castello di François furono ricevuti nella sala da pranzo del padrone di casa, ma di Renèe, Eugèniè e Beatrix non vi era traccia.

- Tutto questo è molto strano.- affermò Athos visibilmente pensieroso.
- Eppure mio figlio Laurent dice di averle viste proprio stamattina in compagnia di sir de Winter uscire per una passeggiata in carrozza. Anche lui non è ancora tornato, è molto strano. Lord Lively è preoccupato.- disse François facendosi partecipe della discussione.
- Avete detto sir de Winter?- esclamarono all’unisono i tre amici moschettieri.
- Sì, perché?- rispose senza capacitarsi di tanto stupore François.
- Santi numi! Ma allora sono proprio nelle grinfie della volpe!- gridò D’Artagnan atterrito.
Athos si lasciò cadere su una sedia, sembrava esanime.
- Mio dio! Non avrei mai immaginato che potesse arrivare a tanto!- mormorò sconvolto.
- Scusate signori, ma io non capisco, cosa c’entri sir de Winter in tutta questa storia?- domandò François cercando di raccapezzarsi.
- Non abbiamo certo tempo da perdere per raccontare tutta la storia! Quell’uomo è un folle assassino! Vi basti sapere questo!- gridò Porthos che cominciava già a perdere la pazienza.
- Non sapete per caso dove erano diretti?- si informò D’Artagnan.
François scosse il capo.
- Laurent? Voi non sapete niente?- continuò il guascone rivolgendosi al giovane figlio del padrone di casa.
- Nulla.- disse il ragazzo.
- Questo è un vero problema! Dobbiamo assolutamente scoprire dove le ha portate!- disse Porthos agitandosi.
- Ma dove? Dove possono essere? - mormorò Athos con lo sguardo perso nel vuoto.
- Già, per quanto ne sappiamo potrebbero essere ovunque e allo stesso tempo in nessun luogo.- fece preoccupato Porthos.

Ci fu un istante di penoso silenzio in cui nessuno osò aprire bocca.

- Un momento!- esclamò all’improvviso François – Avete detto che sono nelle grinfie della volpe, vero D’Artagnan?-
- Esatto, ma cosa c’entra questo?- rispose il guascone senza capire.
- Pensate a cosa fa la volpe quando va a caccia.- continuò François.
Porthos sbuffò rumorosamente.
- Non capisco cosa c’entrano le volpi adesso! Un pazzo furioso vuole fare la festa a Renèe e alle ragazze, e noi stiamo qui a pettinare la coda ai cavalli e ad occuparci delle volpi! -
- Io intendevo dire che quando la volpe va a caccia, uccide sempre la sua preda molto lontano dalla sua tana, per non lasciare in giro le tracce del suo passaggio.- continuò François – Pensateci bene, conte, dove può averle portate, sono sicuro che voi lo sapete!-
Athos si incupì visibilmente, poi dopo una lunga pausa aggiunse preoccupato:
- Credo di sapere dove stanno andando.-

* * *



La carrozza procedeva tra gli scossoni sulla strada, nonostante il sole cocente e la calura estiva non si erano fermati un solo istante, nemmeno per fare abbeverare i cavalli.
Mordaunt era soddisfatto nel vedere languire per il caldo, la sete e il terrore le sue vittime.
Fortunatamente aveva tirato le tendine di velluto della carrozza per evitare di essere riconosciuti da qualcuno e che il sole a picco entrasse dai finestrini, ma all’interno lo stesso la temperatura era rovente.
Renèe aveva ultimato il racconto del suo passato, senza che Eugèniè e Beatrix avessero avuto il coraggio di dire una sola parola al riguardo.

- Almeno diteci dove ci state portando …- sussurò Beatrix ormai allo stremo delle forze.
- Non hai riconosciuto la strada? Stiamo tornando a Bragelonne.- rispose Eugèniè con un filo di voce.

Era vero, Mordaunt le stava conducendo proprio là.

- Di questo passo ci metteremo una vita! E io sto morendo di sete.- si lamentò Beatrix.
- Non preoccupatevi, mademoiselle, al tramonto sarà tutto finito. Anche la vostra sete!- rispose sarcastico Mordaunt.
- Siete veramente senza cuore! Nemmeno un sorso d’acqua ci concedete. Come fate ad essere così crudele? Siete proprio figlio di vostra madre!- inveì Renèe di fronte alla totale indifferenza dell’uomo.
- A che vi serve bere, madame? Spero non abbiate intenzione di chiedermi anche l’ultimo desiderio dei condannati a morte!- rispose con cattiveria.
Ma Renèe aveva un pensiero fisso: uscire da quella carrozza! Ma come poteva fare? Forse arrivati a Bragelonne sarebbe stato più facile scappare, loro avevano un vantaggio su Mordaunt, conoscevano la zona meglio del loro carceriere.
Quello che la preoccupava ora erano le condizioni di Eugèniè e Beatrix, che sembravano veramente molto provate dalla situazione.
“Speriamo resistano …” pensò.

Improvvisamente uno scossone più forte degli altri fece sobbalzare la carrozza.
- Che succede la fuori?- ringhiò Mordaunt al cocchiere.
- Niente monsieur! Soltanto uno scimunito a cavallo!- rispose l’altro.
Qualcuno a cavallo?
Renèe non ci pensò un istante, raccolse tutte le sue forze e cercando di scagliarsi fuori dal finestrino iniziò a gridare:
- Aiut!- La mano di Mordaunt fu più veloce di lei e le coprì la bocca lestamente.
- Cosa state cercando di fare, madame?- le sibilò all’orecchio immobilizzandola con un braccio intorno al collo. – Vedete di non fare scherzi, o sarà peggio per voi!-

* * *



Athos era devastato dall’ansia e dalla preoccupazione.
Come aveva fatto a farsi gabbare in quella maniera?
A nulla erano valsi tutti i suoi sforzi di proteggere la sua famiglia?
Era stato tutto inutile il suo tentativo di preservare Eugèniè e Beatrix dal pericolo di Mordaunt mandandole a Parigi?
Lui era riuscito a trovarle lo stesso, e si era insinuato tra di loro come una serpe portandogliele via proprio da sotto il naso.
E Renèe? Lei si sarebbe difesa come una tigre fino alla fine, di questo ne era certo, ma cosa avrebbe potuto fare anche lei in quella situazione? Sola e disarmata?
Un pensiero agghiacciante gli passò per la mente, tanto che si mise a spronare ulteriormente il suo cavallo.

- Sei sicuro che siano proprio diretti là?- disse D’Artagnan affiancandolo col suo cavallo.
- Non sono sicuro di niente D’Artagnan! Ma è l’unica cosa che mi è venuta in mente! Dobbiamo assolutamente arrivare in tempo!- gridò mentre cavalcava come un forsennato Athos.
- Almeno cerca di fare attenzione a dove vai!- gli gridò Porthos da dietro.
Infatti nella sua foga di arrivare aveva quasi travolto un uomo a cavallo che proveniva dalla direzione opposta.
- Perbacco! Oggi avrei fatto bene a starmene a casa, quest’oggi è la seconda volta che rischio di essere investito.- esclamò il cavaliere scampato togliendosi la polvere di dosso.
- Ma voi siete Raoul!- gridò sorpreso Laurent interrompendo la sua corsa.
- Raoul? Che ci fate voi qui?- rispose Athos tornando indietro, stupito di trovarsi di fronte proprio il giovane.
- Ecco, veramente …, vi stavo raggiungendo a palazzo d’Herblay …- rispose lievemente imbarazzato per via dell’insolito incontro.
- Avete incontrato una carrozza per caso provenire da questa direzione?- domando velocemente François eliminando inutili convenevoli.
- Una carrozza dite? Non molto tempo fa sulla strada per Bragelonne, anche loro hanno rischiato di travolgermi …-
- Una carrozza con uno stemma particolare? Un leone a due code che sorregge una spada?- lo incalzò di nuovo lui.
- Sì, mi sembra che fosse proprio così …- rispose il giovane cercando di ricordare.
- Sono loro! Siamo sulla pista giusta!- gridò François riprendendo poi la corsa.
- Ma che succede, Laurent?- domandò pensieroso Raoul.
- Di preciso non l’ho capito nemmeno io, so solo che qualcuno ha rapito la contessa de la Fère e le figlie, e ora sono in grave pericolo! Si trovavano proprio su quella carrozza che avete incrociato poco fa diretta a Bragelonne!- rispose in fretta Laurent.
- Eugèniè è in pericolo, dite?- gridò.
- Esattamente! E non solo lei!- gli rispose l’altro allontanandosi alla svelta al galoppo.
- Aspettatemi! Voglio venire con voi!- urlò Raoul lanciandosi all’inseguimento degli altri.


* * *



- Quello è un albero di noce.- disse Mordaunt scostando le tendine lasciando filtrare i raggi del sole che ormai declinava verso ponente.
- L’albero delle streghe.- rispose Renèe sbirciando fuori.
- Immaginavo che avreste detto così, madame. Qui è dove tutto è cominciato, e dove voi finirete il vostro viaggio, se così lo vogliamo chiamare.- continuò Mordaunt sprezzante.
La carrozza si fermò, in prossimità vi era un palazzo diroccato, da fuori sembrava un vecchio convento.

Mordaunt aveva legato loro le mani dietro la schiena, e anche le loro caviglie erano state imprigionate, strette tra di loro da corde che impedivano loro di camminare in direzioni diverse, sicchè scappare era quanto mai improbabile.
- E adesso?- disse piano Renèe.
Mordaunt la udì.
- E adesso è finita.- rispose conducendole all’interno del cortile del monastero diroccato.
- …Verranno a cercarci, e ci troveranno, di questo potete starne certo!- ringhiò Eugèniè lanciandogli un’occhiata torva.
- Certo che verranno a cercarvi, e vi troveranno anche! Peccato che quando succederà per voi sarà già troppo tardi!- rispose beffardo Mordaunt.
- Avete visto quell’albero di noce la fuori, madame? Quello è l’albero dove il vostro signor marito ha cercato la prima volta di impiccare mia madre. Sfortunatamente non vi è riuscito.- disse poi conducendo con le tre donne lungo una scala che conduceva al piano superiore.- Per voi invece ho scelto un posto diverso, più consono al vostro rango, se così vogliamo chiamarlo! Questo vecchio palazzo abbandonato andrà più che bene!-
- Se mio padre l’avesse ammazzata subito ci saremmo risparmiati tutti un sacco di guai!- esclamò per tutta risposta Beatrix.
- Ridete pure, mademoiselle, finchè potete! Presto non potrete più farlo!- sghignazzò Mordaunt spintonandola contro il muro.


* * *



- Sono da questa parte, di la c’è la carrozza!- disse François indicando il cortile del palazzo abbandonato.
- Li abbiamo trovati! Grazie al cielo, le tue intuizioni erano giuste, Athos!- esclamò sollevato Porthos.
- Speriamo di essere almeno arrivati in tempo.- gridò il conte de la Fère già pronto a lanciarsi all’inseguimento di Mordaunt all’interno del vecchio rudere.
- Ssssssssssssssst!- li redarguì infine tutti D’Artagnan – cerchiamo di non vanificare tutto proprio ora! Non facciamoci sentire …-


 

***


- Va tutto bene, Beà?- chiese affettuosamente Renèe avvicinandosi alla figlia più giovane che si era fermata davanti a una feritoia del muro dove Mordaunt l’aveva spinta.
- … Sono qui…- sussurrò ad un orecchio della madre.
- Cosa? Chi sono qui?- domandò Renèe.
- Sono qui, loro! Ho visto Laurent! Sono venuti a salvarci! – rispose sottovoce sgranando gli occhi la fanciulla.
- Ma cosa dici, Beatrix?-
Renèe stentava a crederle.
- Vi dico di sì, madre! Questione di tempo, e ci troveranno!- rispose la figlia rianimandosi.
- Non perdiamo tempo, signore! Abbiamo un lavoro da sbrigare!- le rimbrottò Mordaunt afferrando Beatrix per un braccio.
- Già, questione di tempo.- disse piano Renèe pensierosa.

 

* * *



Erano state condotte in cima ad una torretta, da lassù si godeva un’ottima vista.
Da lontano si poteva scorgere anche Bragelonne.
Proprio la vista di casa faceva stringere il cuore a Eugèniè.
Non avrebbe più rivisto Raoul, nel suo disperato tentativo di aiutarlo e di realizzare il loro sogno aveva messo tutti in pericolo di vita.
Aveva fallito su tutti i fronti.
Avrebbe voluto scusarsi anche con monsieur François, per avere dubitato della sua buona fede.
Ma ormai era troppo tardi.
Anche piangere e disperarsi sarebbe stato inutile.

“Uffa, ma quanto tempo ci mettono!” pensò Beatrix col cuore in petto che sembrava impazzito.
Ogni istante le sembrava eterno, eppure non le sembrava vero che stesse per essere ammazzata.
Si rifiutava anche solo di pensare una cosa del genere.
Perché Laurent ci metteva tanto a venirle a salvare?
E suo padre, Athos era con lui?
Sperava con tutte le sue forze che fosse arrivato anche lui.
Doveva essereci anche lui!

- Da chi posso cominciare? C’è qualche volontaria che si offre per prima? – domandò soddisfatto Mordaunt dopo averle messe in fila vicino al parapetto della torretta.
Le tre donne si scambiarono uno sguardo di terrore.
- Non fatelo, monsieur, vi supplico!- gridò Renèe gettandosi in ginocchio – Non uccidete le mie figlie! Farò tutto quello che volete, ve lo giuro!-
Quella era l’unica carta che poteva giocare.
Se era vero che qualcuno era arrivato fin lì per salvarle, loro dovevano assolutamente farsi trovare. Doveva guadagnare tempo, ogni istante poteva essere decisivo, e lei non era certo disposta a tirarsi indietro.
- Madame, mi spiace per voi, ma ho deciso che voi sarete invece proprio l’ultima, così assisterete impotente alla fine delle vostre figlie! Da chi posso iniziare? Dalla più giovane, o dalla più vecchia?- rispose Mordaunt col suo solito ghigno diabolico impugnando la pistola e mirando a turno prima una e poi l’altra ragazza.
- No, no! Vi prego non fatelo!- gridò sempre più forte Renèe nel disperato tentativo di essere sentita dagli ipotetici salvatori.
- Adesso basta! Ho deciso: comincerò da quella che assomiglia di più all’odiato conte de la Fère.- disse Mordaunt rivolgendosi a Eugèniè.
Il terrore si dipinse ulteriormente sui volti delle altre due.
Renèe aveva deciso, l’unico modo ineluttabile per farsi trovare di sicuro era che Mordaunt esplodesse un colpo di pistola, ma non su Eugèniè e Beatrix.
Sì, Mordaunt doveva sparare.
Era già pronta a scagliarsi contro di lui benché fosse legata, ma le parole di Beatrix la fecero fermare.
- Aspettate, monsieur! Perché volete farci questo? Noi non abbiamo nessuna colpa di quello che è successo. Non lasciate che le colpe dei padri ricadano sui figli!- Beatrix si era messa a camminare carponi e si dirigeva con gli occhi lucidi e la voce tremante verso il loro aguzzino.
- Adesso basta! Sono stufo delle vostre chiacchiere! Comincerò proprio da te, allora!- gridò l’uomo rabbioso prendendo la mira.
- Monsieur…- lo supplicò.
- Vostro padre aveva ragione quando vi ha detto che ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte, perché queste hanno sempre un prezzo. Quello però che non vi ha detto è che spesso il prezzo lo deve pagare qualcun altro!- aggiunse con lo sguardo spiritato.
- Beatrix! Sei sotto tiro! Ti prego, vieni via!- gridò Renèe piena di angoscia.
-… Vi prego…- continuò la ragazza avvicinandosi sempre di più.
- Beatrix …- la supplicò Renèe.
Mordaunt si apprestava a premere il grilletto.
Le tre donne chiusero gli occhi per non vedere.
Uno sparo.
Era finita.

* * *



Ombre lunghe al tramonto.
- Vorrei sapere perchè ci avete messo tanto!- disse Beatrix leggermente saccente appoggiandosi al parapetto della torretta.
- E’ stato più complicato del previsto. Abbiate pazienza, mademoiselle.- rispose François.
- Immagino comunque che Voi non abbiate avuto un attimo di esitazione o di paura?- gli fece eco Laurent.
- Assolutamente no! Dimenticate che sono la figlia della prima donna moschettiere di Francia. Certe peculiarità sono decisamente innate.- rispose ella saputa.
- Ma fateci il piacere! - fu la risposta divertita e unanime del resto degli astanti.

Ora che il pericolo era scampato e Mordaunt giaceva coperto da un lenzuolo a terra finalmente reso inoffensivo per sempre, ognuno poteva trarre un respiro di sollievo a modo suo.

- Che brutta avventura!- sospirò Eugèniè accanto a Raoul.- E pensare che è stata tutta colpa mia…-
- In questa vicenda ognuno ha una parte di responsabilità. Se avessi raccontato prima come stavano veramente le cose e vi avessi messo in guardia, probabilmente questa scampagnata ce la saremmo risparmiati.- aggiunse Athos posandole una mano sulla spalla.
- Devo chiedere scusa a monsieur François, sono stata veramente molto ingiusta nei suoi confronti.- disse Eugèniè costernata.

- Davvero quel Mordaunt era tuo figlio?- chiese perplessa Beatrix a suo padre.
- Questo è quello che diceva lui. La verità probabilmente non la sapremo mai.- chiosò Athos pensieroso.
Renèe gli sorrise amabilmente.
Che importanza aveva ora?
Tutto questo apparteneva al passato, ormai.

- In verità ancora non mi capacito di avervi qui tutti, ragazzi! - esclamò Renèe rivolgendosi a Porthos e D’Artagnan.
- Beh, lo abbiamo fatto volentieri! Quando abbiamo avuto il sospetto che Athos era in pericolo ci siamo precipitati.- rispose D’Artagnan.
- In fin dei conti siamo sempre “tutti per uno e uno per tutti”!- esclamò Porthos.
- Speriamo ora di avere sventato tutti gli intrighi!- aggiunse Athos.
- Beh, in verità mio caro credo che molto presto avremo una nuova preoccupazione.- disse Renèe prendendolo sottobraccio.
- Oh, mio dio! Che genere di preoccupazione?- domandò egli già allarmato.
- Beatrix! – esclamò – ti sei accorto che dopo la fine di questa brutta avventura non è venuta a cercare conforto da noi, ma da Laurent? –
- Ci mancava solo questa! Ancora dobbiamo sistemare Eugèniè, e già devo preoccuparmi di Beatrix- rispose Athos divertito.
François si rese partecipe della discussione.
- Beh, forse stavolta ce la faremo a concludere un matrimonio tra le nostre famiglie …-
- Chissà, che non sia la volta buona. Mia figlia e tuo figlio, Beatrix de la Fère e Laurent de Jarjayes!- disse fantasticando Renèe.
- Ah! Ma sia chiaro fin da ora che nessuna delle mie figlie si sposerà prima di avere compiuto diciassette anni! E soprattutto senza il mio consenso!- esclamò scherzosamente Athos.







 

fine






 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D'Artagnan / Vai alla pagina dell'autore: floflo