V
Beatrice e Roberta
Sono seduta su questa sedia da cinque minuti e
non ho ancora detto una parola.
Da una parte, vorrei ringraziarlo, il suo gesto
è stato così gentile e spontaneo da lasciarmi piacevolmente sorpresa, non
avendo mai incontrato un uomo come lui.
Anche ora mentre legge il menù per decidere cosa
prendere, sembra perfettamente a suo agio, come se non badasse alla mia
presenza o si fosse già abituato a me.
Sembriamo una coppietta che sta insieme da anni,
eppure ci conosciamo a malapena. Avevo deciso di non pensare più agli uomini,
di prendermi una pausa da loro e di pensare solo a me stessa. Gli uomini mi
hanno sempre usata e mai amata e sono troppo stanca
per cercare la mia anima gemella.
A volte ho il sospetto che Dio si sia confuso e
che la mia perfetta metà sia di un’altra epoca, che mi abbia aspettato a lungo,
ma invano.
E così faccio anche io:
aspetto. Più passa il tempo e più
sono stanca di questa attesa.
Ho deciso di vivere solo per me e di non farmi
più coinvolgere in relazione amorose.
Ho una corazza dura all’esterno, ma se riesci a
superare il primo strato, quello più forte e restìo a fidarsi, trovi quello burroso, facile da
penetrare, ma soprattutto facile da distruggere. Ho lasciato far entrare troppi
uomini nella mia vita e sono arrivata alla conclusione che non mi fiderò mai
più di loro.
Potrei definire la mia situazione sentimentale
su Facebook come in “Affetta da pessimismo cosmico”,
perché mentre guardo Valerio sfogliare quelle pagine di menù so già che lui non
sceglierà me.
Perché nessuno è rimasto con me.
Ogni uomo che è entrato nella mia vita è rimasto
affascinato da mio lato “maschiaccio”, trovando questa mia forza ed esuberanza
molto attraente. Solo che la mia testa e soprattutto la mia lingua mi hanno
sempre creato dei problemi.
Badate, non rinnego nessun parto della mio folle testolina, però gli uomini rimangono intimiditi
dalla mia “vera me”. Alla fine, non
faranno più quei discorsi: “Finalmente qualcuno che mangia e non si fa paranoie”, oppure: “Ho trovato qualcuno che non si
scandalizza e che magari posso portare con me allo stadio”. Tutto verrà accantonato e loro si fionderanno tra le braccia di
una ragazza che non ha nulla a che vedere con me, ma che rappresenta la
femminilità e la dolcezza in persona.
Quando troverò qualcuno che sopporterà le mie
stranezze per un’intera giornata, be’ credo mi farò
suora, perché credetemi a volte faccio fatica io
stessa a sopportarmi.
“Come mai non sei di servizio?” Era meglio
interrompere quel lungo silenzio e non sono mai stata una persona che riesce a
stare a lungo con la bocca chiusa.
Finalmente alza gli occhi da quel benedetto menù
e mi sorride. “Il bello di essere maître, sono libero
di sabato. Mi invidi, vero?”
“Tanto, anche con la vostra
bella presenza, sono gli altri della sala a fare tutto. Scommetto che tu guardi e critichi, mentre il
secondo maître fa il lavoro sporco, vero?”
Ecco, vedete perché sono sempre sola? Non riesco a smettere di essere stronza.
“Touché, hai ragione.
Però grazie a loro, posso cenare con te stasera.”
I suoi occhi neri si soffermano su di me per
cercare una qualche reazione. “Grazie per avermi salvato dalle grinfie di quel
maleducato,” riesco a dire in un soffio.
“Figurati, quello può lavorare solo in una
trattoria con quei modi di fare!”
Comincio a ridere come una bambina per questo
suo lato che non conoscevo.
“Che c’è di divertente?” Mi domanda sorpreso.
“Hai la puzza sotto il naso! A me piace questa trattoria, me ne parlano sempre
bene…” incomincio a dire, prima di venire interrotta.
“Ma lo so che cucinano bene, io vengo a mangiare
solo qui,” continua lui.
“Davvero? E perché?”
So di non aver fatto una domanda difficile o
strana, eppure vedo una certa titubanza a parlare, come se la cosa lo
infastidisse o lo rendesse inquieto.
“Se non vuoi dirmelo, fa nulla. Sono solo schifosamente curiosa.”
Potrei aggiungere una lista di aggettivi, ma meglio non spaventarlo al primo appuntamento.
“Perché…” inizia a dire con voce bassa, “…qui,
venivo spesso con la mia ex.”
Ex. Ex collega? Ex direttrice? Ex amica? Va be’, finiamola qui e ammettiamo la mia già preannunciata sconfitta.
“Oh, e piaceva alla tua ex fidanzata?” domando
con candore, come se l’apprendere che lui pensa ancora
a quella donna non mi abbia disturbato minimamente.
“Ex moglie, Roberta.”
Ma sì, continua a girare il coltello dalla parte del
manico!
Lo sapevo e allora perché diamine perdo ancora
tempo? Perché continuo a credere
negli uomini e in quella cosa che si chiama “destino”?
“Capisco.” Non so cosa aggiungere, vorrei solo
alzarmi e andarmene, peccato che il mio stomaco stia tenendo un concerto di
Beethoven e abbia voglia di pizza da almeno un decennio.
Quando allunga una mano per afferrare la mia,
sento uno strano formicolio al collo, mi piace sentire il calore del suo palmo.
È rassicurante, riesce a calmare un po’ il mio batticuore. Sono arrabbiata con
me stessa perché riesco a perdere la testa per un perfetto sconosciuto e,
ovviamente, devo fare i conti con la realtà.
Un uomo così bello non può essere single.
Roberta, anche tu, svegliati!
O mamma, comincio a
parlare in terza persona come i serial killer.
“È finita da mesi, solo che le abitudini sono
dure a morire.”
Abbassa gli occhi verso il piatto e
istintivamente stringo la sua mano, come a dargli conforto.
“Anche se è un capitolo chiuso, avete tanti
ricordi insieme e non sarebbe giusto cancellarli. Non devi fare così, quanti
anni avete passato insieme?”
“Praticamente da
sempre, ci siamo fidanzati in seconda media. È stata la mia prima ragazza e la
prima e unica donna con cui ho fatto l’amore,” ammette
con naturalezza.
Il mio stomaco smette di brontolare regalandomi
una bella fitta. Non mi piace l’argomento, eppure vorrei
fargli tante domande. Chi è? Quanti anni ha? È bionda o castana? Avete avuto
figli?
Intuendo il flusso dei miei pensieri, Valerio
anticipa il mio interrogatorio.
“La prima volta che l’ho vista
era seduta su una panchina del campo scolastico tutta sola, nessuna delle sue
compagne l’aveva invitata a unirsi con loro e mi ricordo la sua espressione. Aveva un musetto triste così dolce che le chiesi se
potevo sedermi. E lei mi sorrise. Fu la mia condanna a morte perché mi innamorai subito di lei e di quella sua naturale
timidezza. Non era studiata, anzi avrebbe voluto fare cambio con un carattere
solare. Tu, le saresti piaciuta… lei invidiava le ragazze come te, perché non è
mai riuscita a conversare con persone che conosce da poco e neanche con le sue
amiche di vecchia data.”
“Come si chiama?” domando, cercando di non fare
caso agli occhi che luccicano mentre parla. Mentre
parla di lei.
“Beatrice.”
Sarà sicuramente bionda allora. Già mi immagino la scena, lui che vede la donzella triste e
accorre in suo soccorso. Da come l’ha descritta sembra
un angelo sceso sulla terra solo per incontrare lui.
“Come mai è finita?” chiedo ancora per puro
masochismo.
E lui tace. Il cameriere arriva come la
Provvidenza e ci chiede cosa vogliamo ordinare.
Vorrei dire “Testa di Beatrice con contorno di
patatine”, ma alla fine riesco solo a dire: “Margherita”.
“Anche per me.” Sembriamo due che vanno al
patibolo, Beatrice si è portato via il nostro
buonumore.
Quando il cameriere ci sorride e si allontana,
capisco che avrò un’altra dose di racconto.
“Siamo sempre stati insieme,
non abbiamo mai avuto altri partner… non ho mai guardato una donna che non
fosse lei. Ovviamente, la gelosia
c’è in tutte le coppie e lei è sempre stata una persona molto insicura. Ho
sopportato le sue crisi per così tanti anni, ma quando mi ha accusato di essere
andato a letto con una mia cara amica non ce l’ho
fatta più . Sono esploso, Roberta. Per anni ho chiesto di avere fiducia in me e
lei non mi ha mai ascoltato. Ero stanco di spiegare ogni mio minimo gesto, ogni
sguardo o scherzo rivolto a una donna, così mi sono alzato una mattina e le ho
detto che la lasciavo.
Sono passati 6 mesi da
quel mattino.”
Sento che vorrebbe dirmi qualcosa, così chiedo:
“E…?”
“Credi che abbia sbagliato? È così difficile pensare che un
uomo sposato non guardi le altre donne?” mi domanda.
Cosa devo rispondere? Oh, cavolo con me ci hanno
provato fidanzati, sposati, divorziati, minorenni e persino delle donne.
“Beh, molti uomini sposati tradiscono la moglie.
Ovviamente, non tutti per carità. Ci sono persone come te che credono nel
valore del matrimonio, solo che quella piccola percentuale di maiali con la
fede al dito può rendere insicura una donna che lo è già di per sé. Tu, quindi,
non l’hai mai tradita? Mai?”
Vedo un pizzico di delusione nei suoi occhi. “Anche tu non mi credi?”
Manco lo conoscessi da anni!
“Senti, parliamoci chiari,
ok? Sei un bell’uomo, possibile che nessuno ci abbia mai
provato con te?” Io vorrei saltargli addosso ora in questa trattoria quindi,
avrà di certo incontrato altra gente schizzata come me. O sono la più
pericolosa?
“Ma ovvio, però sai, sono capace
di dire no. Non è molto difficile, soprattutto quando ami
qualcuno.”
“Capisco e ti credo. Dopo che l’hai lasciata,
non si è fatta più sentire? Non ti ha detto nulla a riguardo?” Non so neanche
perché faccio questo genere di domande, a volte non mi capisco proprio. Ho un magone all’altezza dello stomaco e la mia voce è piatta,
eppure devo sapere se c’è ancora lei nella sua vita.
“Mi ha chiamato l’indomani per sapere se doveva
mandare i miei vestiti a casa della mia “presunta” amante. Dove ho sbagliato?”
Cosa dovrei dirgli?
Non sono mai stata abile come consigliera e non
vorrei che qualche mia parola potesse offenderlo.
Dovrei dirgli che forse capisco la sua ex e che anche io sarei gelosa? Ogni volta che quegli occhi neri mi
puntano, sento le mie gambe molli e ogni rumore sparisce, come se in quella
stanza ci fossimo solo io e lui.
Dovrei dirgli che un uomo così bello e gentile,
raramente è anche un uomo fedele?
O forse che ha attaccato bottone con me troppo
facilmente per essere un uomo perdutamente innamorato della sua dolce
mogliettina.
Sono passati solo sei mesi, nessun divorzio o
separazione, eppure lui sta cenando con me e chi sono io se non una perfetta
sconosciuta?
Troppe domande e nessuna risposta.
“Perché mi dici queste cose, Valerio?”
Rimane per un attimo spiazzato, come se si
stesse ponendo la stessa domanda e non sapesse cosa rispondermi.
“La prima volta che ci siamo parlati, mi hai colpito. Sei una ragazza speciale,”
incomincia a dire, prima di innescare la mia ira.
“Basta con queste stronzate, Valerio. Nessuno ti
ha chiesto di aiutarmi con le valigie o di cenare con me stasera. Quindi meno miele e più verità, intesi?” Odio quando gli
uomini cercano di addolcirti la pillola, è così difficile parlare con il cuore?
“Perché tu sei il suo completo opposto,” ammette con sincerità.
Il cameriere arriva finalmente con le pizze, ma non
riesco a stare seduta su questa sedia un minuto di più. Devo uscire fuori e respirare, lontana da lui e dalla sua Beatrice.
Quando mi alzo, capisce che ha sbagliato a
scegliere le parole.
“Roberta, perdonami non intendevo dire quelle
cose.”
Prendo la mia borsa e lo guardo per un’ultima
volta.
“Addio, Valerio.”