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Autore: MelCullen    14/07/2011    3 recensioni
"Si era salvata; sì, Bellatrix Black in Lestrange era sopravvissuta alla caduta dell'oscuro signore, del suo sire."
Bellatrix è stata salvata dalla sorella, ma si sente inutile, una codarda. Ma tutto cambia quando scopre come può riscattarsi, e l'idea gli viene proprio da un discorso con la sorella.
Nasce così, grazie ad una antica pozione, Thomas Salazar Black (Riddle). O meglio, Thomas Salazar Malfoy.
La sua vita, i suoi cambiamenti e gli amori della new generation.
Prima fanfiction su HP.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, James Sirius Potter, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Stupid guys.

Buongiorno! Sì, è passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho postato., lo so bene. Ma tra studio, studio, amiche, finalmente la mia meritatissima promozione e una madre rompipalle beh, avevo poco tempo per scrivere. Ma non smetto mai di pensarci. La mia mente è già proiettata alla fine, vi dico solo questo! Amo ogni storia che scrivo, con tutto il mio cuore, e mi stringe il cuore non riuscire a renderla al meglio o non avere l'ispirazione o l'umore giusto per mettermi a scriverla. Questo capitolo non ha nulla di che, non è impegnativo, ne risolutivo, nulla. è come una nostra giornata placida, senza novità, abitudinaria. Spero lo gradiate comunque, ci terrei anche a sapere che ne pensate. Spero di postare presto il prossimo. Obbiettivo: torneo tre maghi girls.

Con tantissimo affetto

Vostra scrittrice folle.

Ps chi di voi ha già visto il film? Io l'ho visto ieri. è fantastico. Non ho pianto, io non piango spesso, ma avevo gli occhi lucidi. Amo la Rowling, tutto il cast, tutti quelli che hanno aiutato a creare un mondo del genere e Neville, la McGranitt e Piton. PITON. PITON. Ginger lo ama ancora di più ;)

Stupid guys.

 

 

Era il primo giorno di scuola, e Callie, stranamente, ancora dormiva nel suo letto alle otto in punto. Non era mattiniera, ma nemmeno troppo ritardataria. Valerie, la sua compagna di dormitorio, provò a svegliarla, ma con scarsissimi risultati. Alla fine dovette lanciarle dell'acqua addosso, e per evitare la sua ira scappò ancor prima che potesse dire “per Merlino!”.

Si svegliò di soprassalto e con un pizzico di malinconia; aveva fatto un sogno, un bel sogno, ma non si ricordava nulla. Gli era rimasta addosso una sensazione di felicità, ma  non sapeva da cosa era scaturita. Si ripromise di cercare  una pozione per ricordare i sogni, ma il pensiero gli sparì dalla testa appena vide l'ora sull'orologio nel comodino. < Merda.> borbottò assonnata e si alzò dal letto cercando di fare il più veloce possibile. La sera prima si era addormentata tardi, dato che era da tempo che non vedeva la sua amica Valerie, e dovevano parlare di molte cose; questo la tenne sveglia fino a tardi, e si addormentò ancora più tardi essendo troppo impegnata a pensare... A pensare qualcuno, e per l'esattezza un bel serpeverde. Ed eccola lì, nel bagno a lavarsi  la faccia, continuando a pensare a lui e a tutto quello che doveva fare durante il giorno. Dai Callie, concentrazione! Si diceva tentando di fare il più veloce possibile, ma il pensiero di Thomas e del suo sorriso non intendeva andarsene dalla sua testa.

Magari oggi lo rivedrò. Si concesse questo pensiero prima di correre giù per le scale del dormitorio ed uscire di corsa. Aveva incantesimi alla prima ora, e doveva arrivare anche in anticipo per provare alcuni incanti con Azzurra e Ginger.  Sperando che Ginger non fosse dalla preside.

 

Ma Ginger, che si era alzata in orario, dopo aver fatto colazione nella sala grande era andata davanti all'ufficio della preside. Avrebbe perso incantesimi, ma le toccava; di certo non voleva che la preside si infuriasse ancora di più con lei, dopo la battuta che aveva fatto su Scorpius. Serpente a sonagli, a lui però niente punizione! Che schifo. Così pensava Ginger per tutto il percorso, ma quando arrivò si ritrovò davanti un altro, fastidioso, inconveniente. James Potter.

Era lì, seduto su una panca, o meglio sdraiato, che aspettava la McGranitt, ma non appena vide Ginger si sedette meglio. Lei rimase alzata, fissando seria il Gargoyle che celava l'entrata dell'ufficio della preside. < è la prima volta che vieni per una punizione?> chiese curioso James, e lei alzò un sopracciglio.

< Perché stai parlando con me Potter?>chiese con una punta di disgusto, che James ignorò.

< Beh perché sei qua! Mi sembrava un gesto cortese scambiare qualche parola...> Ginger lo guardò con sufficienza con i suoi occhi blu.

< Non sarò il tuo tramite con Azzurra, Potter. Lei non ti vuole.> disse pacata Ginger aggiustandosi una ciocca di capelli color mogano.

Miseriaccia! < Azzurra? Chi è Azzurra?> cercò di salvarsi James in un modo più che stupido, e Ginger storse il naso.

< Ma perché sto parlando con te? è una totale perdita di tempo.> sbuffò sedendosi nella panca messa nel muro opposto; non amava la famiglia Potter e i Weasley in generale. I motivi erano oscuri a tutti, ma non c'entrava il fatto che lei fosse una Serpeverde; Ginger non poteva giudicare le persone in base alla casa di appartenenza, non le riusciva. Dopotutto, lei aveva solo il cognome della madre. Era cresciuta con lei e con la nonna, senza padre; la madre, che a quei tempi era una cantante famosa e aveva cantato al primo anniversario della fine della guerra e negli anniversari seguenti, non si poteva certo definire una “santa”. Nessuno si fece troppe domande, e nessuno poteva rassomigliare la piccola Ginger a qualunque uomo, dato che era così simile alla madre.

Quindi, non poteva nemmeno giudicare per la famiglia.

Ma quegli occhi blu... Dicevano qualcosa. Anche la madre li aveva blu, ma quelli della figlia avevano qualcosa di diverso: più profondi, più istintivi... Non posso rivelare chi ha notato queste cose, ma penso che pian piano lo scoprirete.

James, d'altro canto, vedeva in Ginger un unica cosa; la possibilità di un aggancio con la sua Azzurra. Un ragionamento superficiale, ma che ci si può aspettare da un innamorato? Per di più se è James? Niente di più. Ed eccolo lì, a scrutare quella che sembra la sua unica speranza, ma lei nemmeno lo guardava. Continuava a guardare l'ingresso, sperando che la preside uscisse il prima possibile per riceverla.

< Potter, McShane.> disse la McGranitt spuntando dal lato opposto del corridoio, facendo sobbalzare James e girare lo sguardo verso di lei a Ginger.

< Salve preside McGranitt.> disse pacata Ginger, mentre James balbettò un saluto. Lei fece un cenno ad entrambi.

< Bene. Tu James fila a lezione; per te sono già state assegnate due ore di punizione da passare nelle serre, a mettere a posto i vasi con il professor Paciock!> disse senza perder tempo la McGranitt, e James represse a stento un sorriso e si alzò, tradendo la sua maschera annoiata con un angolo della bocca alzato, che non passo inosservato alla preside.

< Va bene signora preside.> fece un cenno a Ginger, che lo ignorò, e se ne andò. Entrambe le donne sentirono l'esclamazione di felicità che fece appena girò l'angolo; la preside si limitò a sospirare.

< Bene signorina McShane, vuole entrare nel mio ufficio?> Ginger si alzò ed annui, ed entrambe sparirono nelle scale per arrivare all'ufficio della preside.

Era tutto tranquillo. Ne urla, ne discussioni; Ginger si era salvata.

 

< Speriamo che vada tutto bene a Ginger.> disse annoiata Callie ad Azzurra, impegnata a trascrivere gli appunti della lezione e ascoltare diligentemente il professore; non sentì nemmeno l'amica parlare, e Callie sbuffò piano prima di appoggiare la testa sul libro. Doveva ammetterlo, la sua adorata Azzurra non   era la compagna ideale tra i banchi di scuola: era molto concentrata, se ascoltava niente e nessuno riusciva a distrarla, e se per caso c'era qualche lezione di ripasso solo allora si concedeva il lusso di scambiare qualche parola.

Ma solo qualche. Poi riprendeva ad ascoltare per paura di non ricordarsi nulla.

Certo, a volte l'aiutava  nei compiti ed era la migliore insegnate che potesse mai sognare, ma durante le lezioni risultava... Noiosa, ecco. Con Ginger invece era tutto un sogghignare o  bigliettini. Con Valerie schemi di quidditch e rivelazioni sulle ultime scoperte babbane. Se invece aveva la sfortuna di ritrovarsi accanto ad Albus, che era peggio di Azzurra, allora sapeva già che avrebbe tentato il suicidio prima della fine dell'ora.

Per un attimo si chiese come sarebbe stato stare per tutte le lezioni tra Azzurra e Albus; rabbrividì all'istante al solo pensiero di passarci un'ora, figuriamoci per tutto il giorno.

Ma quando stava per prendere finalmente appunti anche lei, Azzurra fece qualcosa di inaspettato. Parlò. < James Potter mi fissa quando siamo in sala grande.> sussurrò all'amica, che la guardò incredula.

< Cosa?> chiese Callie pensando di essersi confusa, ma Azzurra la guardò fissa con i suoi occhi glaciali.

< Hai sentito bene. Quel bipede color rosso oro ieri... Beh, ieri mi ha fissata per tutta la durata della cena.> sussurrò con la paura di essere beccata dal professore, e Callie ci mise poco a collegare gli sguardi lanciati ad Azzurra con l'ultima ed epica frase di Potter della sera scorsa.

< Oh Morgana.> seppe solamente dire Callie all'amica, e lei tornò con lo sguardo al professore.

 < Se ci prova, se mi manda qualcuno o se solo si azzarda ad avvicinarsi a me, giuro che lo faccio a pezzi davanti a tutta la scuola.> mormorò fredda e decisa a Callie, che ci pensò su.

Era da tempo che Azzurra non usciva con qualcuno; dopo Kyle che l'anno scorso aveva deciso di andar via dalla scuola, si era presa una pausa. Bisogna sapere che per attirare l'attenzione di Azzurra Zabini bisognava essere  particolari; Callie non capiva cosa li distingueva dagli altri, ma i ragazzi con cui usciva, di nascosto dal padre, erano tutti diversi tra loro, con qualcosa che li rendeva diversi anche dagli altri. Robert, che era un corvonero; Lucian, che era venuto con la scuola di Durmstrang qualche anno prima; Damian, un tasso sorprendentemente intelligente e sempre sorridente! Poi arrivò Kyle, serpeverde... Callie pensava che ancora le fosse rimasto qualcosa di lui, ma non osava più chiederle nulla sulla questione. Ed ora le parlava di Potter?

Non aveva mai badato agli sguardi altrui. Quindi Callie arrivò a due conclusioni. L'amica poteva essere davvero schifata da James tanto da notare i suoi sguardi, o... Forse...

I suoi pensieri furono interrotti dal caos dei suoi compagni che si alzavano. Era finita l'ora, finalmente, e lei si alzò insieme ad Azzurra, andando verso l'uscita. < Senti, non è che...> azzardò Callie, ma venne interrotta per la seconda volta di seguito, stavolta con l'arrivo di un Albus molto nervoso e rosso in viso.

< CALLIE!> urlò correndo il piccolo Potter raggiungendole e riprendendo fiato. Azzurra lo guardò inclinando un poco la testa e fissandolo confusa, mentre Callie lo fece sedere preoccupata. Che cavolo è successo?

< Che diamine è successo?!> chiese impaziente mentre il povero Albus respirava a fatica e provava soffiando con la bocca a spostare i capelli dagli occhi; solo in quel momento le due notarono che stringeva convulsamente tra le mani qualcosa fatto di carta. < E quella cos'è?> disse Callie, prima di sentire un urlo che fece sbiancare Albus.

< BRUTTA CORNACCHIA SANGUE DEL MIO SANGUE!! DOVE TI SEI CACCIATO??> l'urlo di James Potter risuonò in tutto il corridoio, e Albus si alzò di scatto e, presa la mano di Callie, si mise a correre a perdifiato trascinandola con se. Azzurra si rese conto solo poco dopo che era da sola, e in pochi attimi sarebbe arrivato James. Dannato Albus, me la pagherà questa. si ripromise tra se e se la nostra Azzurra prima di cercare un modo per filarsela, e si nascose in un angolo prima che passasse James Potter, infuriato come un pazzo. Rimase a fissarlo, impaurita. Speriamo non mi veda, o Albus me la pagherà cara.

 

Nello stesso momento a pochi corridoi di distanza camminavano Thomas e Alex: avevano ora buca e si stavano dirigendo tranquillamente in biblioteca con passo lento e parlando del più e del meno, quando passarono di corsa accanto a loro un Albus terrorizzato che trascinava una Callie stupita, tenendola per mano. Per tre millesimi di secondo lo sguardo di Thomas incontrò quello di Callie, ma subito dopo lui si ritrovò a fissare la schiena di lei che veniva trascinata dal piccolo Potty, e lei a diventare viola. No, proprio lui!

Thomas fece due più due e... Sbagliò i calcoli. < POTTER! HAMILTON!! NON SI CORRE PER I CORRIDOI!!> sbraitò per farsi sentire, e Albus si fermò. L'amore fa sbagliare i calcoli anche al matematico più brillante.

Callie si girò insieme ad Albus a fissarlo, mentre lui li guardava con superiorità. Alex sogghignava.< Suvvia Tom, lasciali perdere. Una coppietta che corre per la scuola non è una novità...> non appena disse questo, Callie boccheggiò e Thomas li guardò ancora più male.

< Nott, hai bisogno di cure! Non siamo una coppietta, lui stava scappando dal fratello.> disse la nostra Callie senza nemmeno pensarci due volte. Albus le lanciò uno sguardo come per dire grazie, ora la mia virilità è rimasta intatta!, mentre Thomas si rilassò, sollevato da quelle parole sincere. Ma lanciò comunque uno sguardo raggelante ad Albus.

< Ti conviene andare allora Potter. Tuo fratello è conosciuto per la sua velocità a rincorrere le prede.> disse con tono acido, guardando Callie. Albus lo notò, ma prima di poter far domande sentì la voce del fratello incredibilmente vicina; deglutì e guardò la sua compagna.

< Ti spiego dopo.> e riprese a correre veloce da solo, seguito dallo sguardo divertito di Alex.

< Quando vuole sa essere veloce il piccolo Potter.> disse con superiorità, prima di notare lo sguardo contrariato di Callie e quello di Thomas, che quasi lo invitava ad andarsene. Sorrise pronunciò queste parole riprendendo la superiorità che si addiceva ad un Nott, per poi andarsene in biblioteca. In quel corridoio rimasero solo Thomas e Callie che si fissavano, non sentendo nemmeno la voce di James, che si faceva sempre più alta.

< Ehi...> disse Callie, accennando un sorriso, e Thomas si avvicinò a lei, sorridendo di rimando. Si era già scordato di Albus, della sua mano che stringeva quella di Callie e che la trascinava, di Alex. Straordinario l'effetto che può fare la presenza di una persona, non trovate?

< Buongiorno Calliope.> disse Thomas continuando a sorridere; sicuramente se ci fossero stati lì dei suoi compagni si sarebbero spaventati. Callie storse il naso.

< Ti prego, chiamami Callie! O mi toccherà chiamarti Malfoy.> disse con tono serio, e lui rise.

< Perché? è un bel nome Calliope...> provò a convincerla, ma lei scosse nuovamente la testa, convinta.

< Tu chiamami Callie. Solo mia nonna mi chiama così!> e fece un sorrisetto, immaginandosi Thomas nel salotto della nonna, parlando di lei chiamandola Calliope. Torna con i piedi per terra Callie!, si disse tra se e se. Thomas rise.

< Va bene Callie, ti chiamerò così.> e rimase a osservarla. Si accorse che non usava il solito atteggiamento con lei; di solito con le ragazze non rideva quasi mai, erano sempre troppo... Troppo impegnate ad arrivare dritte al punto. O almeno, la maggior parte con cui era uscito. Ce n'erano state altre, ma gli erano sempre sembrate troppo fredde, troppo difficili...

Guardando Callie, gli sembrava di essere salito di un gradino. Di essere più... Allegro? < Ehi, ti sei morso la lingua?> chiese lei sogghignando, e lui sorrise.

< No, stavo pensando... Devo affibbiarti una bella punizione, stavi correndo per i corridoi.> fece il finto serio, e quando Callie aprì la bocca per discutere lui la precedette. < Quindi ti toccherà seguirmi e saltare la prossima ora di lezione, mentre penso a che punizione farti fare.> un angolo della bocca leggermente alzato tradiva il suo tono serio, e Callie osservando i suoi occhi ci vide anche del divertimento. Fece la finta scocciata e annuì.

< Va bene!> disse con tono arrendevole, e si misero a camminare, fianco a fianco. Lei guardava avanti, non volendo sembrare sfacciata a guardarlo troppo, mentre lui la guardava di sott'occhio, non riuscendo a togliere dalle sue labbra un sorriso soddisfatto.

< Allora, tu e quel Potter? Cosa siete?> lei rise, cogliendo l'ironia gelosa della domanda.

< Amici! Credo che lui sia il mio migliore amico.> disse con tono sincero, che fece sparire tutti i dubbi che aveva Thomas; o quasi tutti. La scrutò.

< Credi?> chiese cercando di non sembrare invadente, e lei fece spallucce.

< Beh, sì. Non ho mai avuto un migliore amico maschio, quindi... Credo che lo sia.> a quelle parole Thomas annuì, capendola perfettamente. Prima di Alex pensava che fosse Scorpius il suo migliore amico, ma si accorse ben presto che era suo cugino; un amico, certo, ma non proprio il migliore amico. < Senti... Posso chiederti una cosa?> lei usò lo stesso tono tranquillo che aveva appena usato lui, per evitare di essere invadente.

Lui fu divertito dalla cosa. < Chiedi pure ciò che vuoi sapere.> lei rimase un attimo in silenzio, cercando le parole adatte da usare, probabilmente.

< Tu sei stato adottato, vero?> chiese cauta, sperando che lui capisse la domanda implicita; e lui la colse al volo, continuando a camminare con lei.

< Sì... Mia madre, Narcissa, mi ha trovato in un orfanotrofio. Le hanno detto che mia madre, una strega, era morta dandomi alla luce e che non avevo padre.> fece per un momento un'espressione indecifrabile, per poi rilassarsi in un sorriso quasi dolce. < Mi ha portato a casa e mi ha accudito come se fossi suo figlio, anche se non lo ero. Diceva che ero speciale, e che grazie a me è riuscita a portare forza alla nostra famiglia, che stava superando un periodo...  Beh... “difficile”.> disse sperando che capisse cosa voleva intendere, e lei annuì continuando a guardarlo.

< è stato un bellissimo gesto...> fece un sorriso, e lui sorrise di rimando.

< Sono stato solo fortunato.> disse con semplicità, e lei realizzò una cosa.

< Non è che dici questa storia a tutte per intenerirle, vero?> chiese dubbiosa, e lui ridacchiò. In effetti queste cose di solito se le teneva per se.

< A dire il vero sei la prima che me lo ha chiesto! Gli altri sono solo interessati alla descrizione di Malfoy Manor.> disse guarandola, e quando la vide più sollevata riprese a sorridere; ormai gli veniva spontaneo. < Invece tu? Non si sa molto della tua famiglia.> lei fece un sorrisetto furbo.

< Ci sarà un motivo, no?> ma gli parlò un po' della madre, del padre, di sua zia filobabbana e di altro. Iniziarono a parlare dei loro interessi, non finendola più col quidditch e quasi arrivando a litigare per una scopa.

Due semplici ragazzi che camminavano per i corridoi, e sorridevano sinceri aprendo pian piano i loro sentimenti a qualcosa di... Di nuovo, per entrambi.

Ovviamente non c'è rosa senza spine, ricordatelo sempre.

 

In quei momenti, mentre Callie era tutta felice, qualcun'altra era quasi spaventata. Azzurra, ancora nascosta dietro l'angolo, fissava James, che non sapeva da che parte andare.

Non era da lei avere un comportamento simile, proprio no. Se c'era una cosa in cui era brava era proprio quella di affrontare le cose e dire liberamente ciò che voleva; ma in quel momento non riusciva a pensare ad altro che rimanere dietro quell'angolo, nascosta, a guardare Potter ed aspettare che se ne andasse. Dopotutto la sua fama lo precedeva, e lei non voleva passare il primo giorno di lezioni con una palla al piede arrogante e noiosa come lo era lui. E chi poteva darle torto, dopotutto.

Ma, per sua sfortuna, arrivarono dei suoi amici e si misero a parlare con lui, proprio in quel punto. Non poteva andare dall'altra parte, perché portava alle serre e non poteva nemmeno provare a passare vicino a loro, perché l'avrebbero di sicuro vista.

Merlino che sfortuna! pensò tra se e se, e quando capì che la loro discussione sarebbe durata a lungo si sedette per aspettare. Lo odio. Dannazione, gliela farò pagare.

 

Nel mentre una Ginger ritardataria, come al solito, stava varcando la soglia dell'aula di difesa contro le arti oscure. Il professore, Simon Grey, la guardò confuso. Da notare che il professor Grey non solo era nuovo di un anno, ma anche giovane e di media bellezza. E di notevole intelletto.

< McShane, ben arrivata! Almeno alla prima lezione dell'anno speravo arrivasse puntuale!> disse ironico ma con un sorriso stampato sulla faccia, e dette queste parole Ginger sentì un ghignare facilmente riconoscibile. Ultimo banco a sinistra, postazione strategica di Scorpius Malfoy e i suoi amichetti. Ginger tentò di ignorarlo.

< Mi scusi, ero dalla preside!> e avanzò verso il banco che divideva con Callie in mezzo alla classe; solo a quel punto lo trovò vuoto. Impallidì.

< La signorina Hamilton non c'è, venga qui davanti McShane! C'è un posto libero!> lei, con riluttanza, arrivò in prima fila. Odiava la prima fila, con tutta se stessa. Almeno sperava di trovare un compagno decente...

Lì c'era una bionda. Lei odiava con tutta se stessa le bionde. Con gli occhi chiari, la divisa ben messa... La riconobbe, era Valerie, la compagna di stanza di Callie.

< Grazie al cielo.> sussurrò e si sedette accanto a lei, mettendo i libri sul banco. Il professore ricominciò la lezione, parlando di ciò che avrebbero fatto quell'anno. Ma visto che Ginger non era mai stata interessata alle lezioni che non fossero di  pozioni, non si preoccupò nemmeno del fatto di essere al primo banco prima di parlare. < Sai dov'è Callie?> sussurrò a Valerie, ma lei scosse la testa.

< No. Tu sai dov'è Albus?> sussurrò anche lei, ma Ginger dovette scuotere la testa.

< Nemmeno... Sarà a ripassare tutto il vecchio programma prima di andare volontario alle prossime interrogazioni.> disse sarcastica, strappando una mezza risata a Valerie, che dovette tentare di camuffarla con un attacco di tosse; ma non rispose ed anzi, prese ad ascoltare il professore.

Ginger e Valerie non avevano mai avuto un bel rapporto; anzi, non ne avevano direttamente. Per Ginger la bionda era solo la compagna di dormitorio e di quidditch di Callie, e per Valerie la pozionista era l’amica che teneva stretta Callie, lasciandola spesso da sola insieme a quelli della sua squadra o altre della sua casa. Non c’era gelosia fra loro, solo… Beh, solo un po’ di rivalità.

Chissà dove diamine è finita Morgwen. Oh se è con Thomas la butto giù dalla torre di astronomia! Perdere una lezione CON ME per quello!; sbuffò e cercò di smettere di pensarci guardando il professore, ma una pallina di carta le arrivò addosso. Anzi, la sorvolò e arrivò dritta in testa al professor Grey.

Silenzio. Ginger fissava il pezzo di pergamena appallottolato, sperando che non ci fosse scritto qualcosa di compromettente; si girò per vedere chi l’avesse lanciato, e quando vide la faccia di Malfoy allibita ghignò di gusto. Quanto vorrei una macchina fotografica in questo momento!

Avrebbe continuato a bearsi in modo subdolo della faccia di quel decelebrato con la mira di una puffola pigmea, ma era curiosa della reazione del prof. Si girò a guardarlo proprio quando stava leggendo il biglietto. Il professore inarcò un sopracciglio, e si rivolse a Ginger. < Signorina McShane, ieri si è divertita a mettere in imbarazzo il signorino Malfoy?> chiese con tono tranquillo, e tutta la classe puntò gli occhi su di lei; Scorpius soprattutto. Lei ghignò.

< Se devo essere sincera… Sì, professore. Molto.> lui annuì e bruciò la pergamena, senza darle la possibilità di leggere ciò che vi aveva scritto Scorp.

< E lei, signorino Malfoy, si diverte a minacciare le persone via bigliettini?> stavolta il tono del professore era più duro; Scorpius cercò le parole, che trovò appena vide Ginger girata a guardarlo con espressione di chi aveva appena vinto una guerra. Sorrise al suo solito modo spavaldo.

< Non era una minaccia professore, io e McShane scherziamo sempre così, come ha notato ieri sera in sala grande.> sembrava quasi convinto delle parole che aveva pronunciato, ma il professore non si fece ingannare. Notò l’espressione schifata di Ginger, che confermò ciò che aveva pensato, e sorrise a Scorpius.

< Non credo a ciò che dice, signorino Malfoy. Invece penso, visti i fatti, che lei sia invidioso della signorina McShane e della sua bravura in ogni cosa che fa.> Ginger lo fissò facendo un sorrisetto soddisfatto, mentre il viso del rampollo dei Malfoy iniziò ad imporporarsi; il professore fece un sorriso strano. < E se non è vero, perché mi è arrivata la voce che per i GUFO ha scambiato degli ingredienti della signorina McShane durante la prova di pozioni?> disse con tono calmo, e Scorpius si mise a balbettare.

< Ma no! No, non è vero signore, sono accuse infondate!> provò a giustificarsi, mentre il professore lo fermò con un gesto.

< Anche se fosse così, perché ogni anno, per le selezioni di quidditch, la chiude in uno sgabuzzino? O in aula pozioni?> chiese inclinando la testa di lato, e tutti si girarono a guardare Scorpius, tranne Ginger. Era troppo impegnata a placare la sua rabbia, e se avesse guardato Malfoy… Beh, gli sarebbe saltata addosso per riempirlo di botte.

Scorpius era furioso, ma non poteva rispondere male ad un professore, o i genitori lo avrebbero sgridato e gli avrebbero requisito la scopa; dovette mordersi la lingua biforcuta da serpe che si ritrovava e fare buon viso a cattivo gioco. < Di questi fatti non ne so nulla, signore. Mi spiace deluderla.> il professor Grey, che sapeva di non avere prove necessarie per incolparlo, sorrise e si sedette sulla cattedra.

< Le credo, signorino Malfoy. La signorina McShane un po’ meno, suppongo.> e lanciò uno sguardo a Ginger, che dal ghigno soddisfatto di qualche minuti prima era passata in modo repentino ad una espressione di puro odio, ricordando le malefatte della serpe bionda che si era ritrovata come nemico. Valerie la fissava, quasi compatendola; sapeva che voleva dire essere presa di mira da una persona, ma lei l’aveva abbandonata nel suo mondo babbano, Ginger invece la combatteva ogni giorno. Aveva trovato un punto di contatto, ma non bastava.

< Comunque, ho un idea.> riprese il professore. < Dato che lei, signorino Malfoy, non ha paura di essere superato in bravura dalla signorina McShane… Che ne dice di fare una gara per chi avrà il ruolo da cercatore?> Scorpius lo fissò, cercando un qualche segno che gli dicesse che il professore stava scherzando, ma nulla. Sorrise beffardo.

< Senza offesa professore, ma queste cose non le decidiamo ne lei ne noi, ma il capitano della squadra.>

< Che CASUALMENTE è tuo cugino, vero?> disse Ginger, prendendo finalmente la parola. La classe stava in un religioso silenzio, osservando lo scontro tra le due serpi che aveva come arbitro il professore, leggermente di parte. Scorpius stava per ribattere, ma il professore li fermò. Sapeva cosa succedeva quando loro due litigavano, e non gli piaceva l’idea.

< Di Thomas Malfoy me ne occuperò io, sarà ben felice di dare un’opportunità alla signorina McShane. E chi prenderà per primo il boccino sarà il nuovo cercatore. Una cosa giusta, non vi pare?> i due si guardarono, scambiandosi uno sguardo di fuoco e sfida, per poi tornare a guardare il professore ed annuire. Scorpius era sicuro di vincere, non aveva nessun dubbio. Ma allora perché per tutti questi anni aveva chiuso da qualche parte Ginger per impedirle di partecipare?

Ginger era soddisfatta, perché finalmente qualcuno era dalla sua parte, e avrebbe potuto mostrare a tutti quello che sapeva fare. Dopo anni era arrivato il momento della sua rivincita.

 

Nel mentre Callie e Thomas stavano continuando la loro passeggiata per il castello, parlando del più e del meno; dei loro secondi nomi, Morgwen e Salazar, delle proprie materie preferite, pozioni e antiche rune lui, difesa contro le arti oscure e trasfigurazione lei. Lui aveva parlato un poco della sua famiglia, dei genitori e del “nipote” Scorpius, mentre lei aveva preferito parlare soprattutto della zia, perché pensava che fosse più interessante dei suoi genitori; padre serpeverde ma dolce con le sue due donne e madre forte, convinta del suo lavoro e proveniente da una scuola Italiana, chiamata School for Dark Hunters. Sapeva poco di quella scuola la nostra Callie, ma sapeva che aveva temprato la madre, le aveva insegnato moltissime cose che aveva spiegato a lei, ma che non poteva dire ad anima viva e che anche la madre di Azzurra, Cassidy, l’aveva frequentata.

Ma queste cose non interessavano a Thomas, non gli interessava della zia filobabbana e amante dei locali jazz; a lui interessava lei. Il suo sorriso, i suoi occhi che brillavano parlando dei libri che preferiva, le risate che aveva fatto quando si erano raccontati a vicenda delle situazioni divertenti nelle loro squadre, il suo sguardo ammirato quando le aveva detto che la McGranitt voleva farlo caposcuola, il sorriso beffardo mentre gli ricordava che in molte delle partite che giocato Scorpius non le aveva nemmeno tenuto testa… Tutto di Callie lo portava a sorridere.

Ed era la stessa cosa per lei, ma entrambi non lo davano vedere, e così avevano dei dubbi sia lui che lei. Thomas pensava di essere troppo noioso per lei, mentre Callie pensava di essere troppo scialba, banale per lui, in confronto alle sue ex. Anche se pensava che tutte le sue ex fossero solo superficiali attaccate alla sua fama. E anche a qualcos’altro.

Infatti quando girarono l’angolo e si ritrovarono davanti al gruppetto della ex per eccellenza di Thomas, Helena Drew, Callie sapeva già che avrebbe iniziato il solito approccio che le tipe del genere riservavano ai loro ex. Ma sperava che Thomas non ne venisse soggiogato.

Primo passo, saluto con sorriso irresistibile. Lui avrebbe dovuto farle solo un cenno.

< Thomas! Ciao!> disse Helena sorridendo in un modo che a Callie sembrava inquietante, viste le labbra tanto dipinte di rosso che sembrava sangue. Thomas le fece un cenno, ma…

< Buongiorno Helena.> rispose. Primo passo effettuato, e Callie non poteva farci nulla. Helena si avvicinò sempre sorridendo.

Secondo passo, tentativo di conversazione più approccio. Lui avrebbe dovuto dirle che era impegnato e salutarla.

< Come stai?> chiese la ragazza super truccata, che Callie si chiese a che ore si fosse svegliata per fare una maschera simile, e lui sorrise. Non come sorrideva a Callie, ma col suo solito sorriso cortese, senza emozione.

< Bene, grazie. Spero che per te valga lo stesso.> lei fece una risatina fastidiosa e poggiò la sua mano sulla sua spalla. Porca miseria.

Anche il secondo passo era stato effettuato. Mancava solo il terzo… Discorso incentrato su una cosa di cui solo loro sanno l’esistenza.

< Sì! Sono tornata in quel posticino in montagna, te lo ricordi? È bellissimo!> lui non doveva calcolarla, in teoria. Non avrebbe dovuto nemmeno salutarla. Ma purtroppo... Annuì.

< Sì, lo ricordo.> e fece un sorriso di cortesia, mentre Helena sorrise maliziosa. In quel momento Callie comprese che, se non se ne fosse andata subito, avrebbe affatturato entrambi. E non era una cosa conveniente.

< Penso sia ora di andare! Ci vediamo.> sorrise forzatamente ad entrambi e si avviò per il corridoio, lasciando da solo Thomas con quell'arpia. Thomas si girò a guardarla, non capendo il motivo per cui se ne andasse, e non ascoltò nemmeno quello che gli diceva Helena. Pensava a lei.

E si sentì un po' stupido capendo che era colpa sua che se ne era andata.

 

L'ora era finita. Ginger uscì soddisfatta dalla classe, cercando Callie e Azzurra. Callie si avviava alla prossima lezione, dove avrebbe trovato entrambe le sue amiche e Albus, mentre Valerie sarebbe stata impegnata con le lezioni della Cooman. Si era iscritta a quel corso solo per evitarsi storia della magia.

L'unica ancora bloccata era Azzurra. James e il suo gruppetto continuavano a parlare, e lei aveva già perso una lezione a causa sua. Era una studentessa troppo diligente per perderne altre, per di più il primo giorno di scuola. Non poteva, assolutamente. L'anno dopo avrebbe avuto gli esami finali, e doveva studiare fin da quel momento. Una cosa che le sue amiche non condividevano affatto; loro avevano il quidditch, erano pigre, sfaticate. Callie difesa contro le arti oscure e Ginger pozioni, ecco le uniche materie in cui mettevano il cuore. Ma Azzurra no, voleva eccellere in ogni materia. Tranne pozioni, visto che quando c'era in mezzo Ginger nemmeno Rose Weasley riusciva a prendere quanto lei.

Azzurra controllò la situazione; nulla era cambiato. È una cosa tanto stupida! pensò scocciata, e prese coraggio. Si alzò, sistemò la gonna, alzò il mento orgogliosa e si mise a camminare, dirigendosi verso il corridoio opposto. Ce l'aveva quasi fatta, quando...

< JAMES!! HO VISTO TUO FRATELLO NON LONTANO DA QUI!!>urlò Fred, appena arrivato; distrasse James al momento giusto, perché stava proprio per girarsi e guardare in direzione di Azzurra. Invece si mise a correre sbraitando qualcosa di incomprensibile e volgare, e tutti gli altri lo seguirono. Possiamo solo immaginare quanto Azzurra fosse sollevata, e si mise a camminare a passo svelto, per paura di arrivare in ritardo alla lezione.

Ma anche lei voleva uccidere Albus.

 

Ginger era già seduta al banco quando arrivò Callie. Sogghignò, perché stavolta non era lei in ritardo, e quando l'amica si sedette imbronciata accanto a se la guardò truce. Era lei quella che doveva sentirsi offesa! < Grazie per avermi dato buca!> disse guardandola male, e Callie le fece la linguaccia. Appena erano insieme diventavano... Infantili. Ecco.

< Albus stava scappando da James, mi ha trascinata per un pezzo e poi abbiamo incrociato Thomas Malfoy.> sussurrò sincera Callie, e Ginger sbuffò annoiata.

< Non me lo aspettavo!> commentò ironica, per poi osservarla meglio. < E allora perché hai quella faccia?> bisbigliò mentre il professore iniziava a fare il discorso di inizio anno, e Callie si sistemò dei ciuffi dei suoi capelli castani dietro le orecchie, prima di mettere la borsa sul banco, incrociare le braccia e appoggiarsi sopra.

< Perchè i ragazzi sono stupidi.> disse sbuffando.

< Parole sante.> confermò Azzurra che si era appena seduta accanto a lei, facendole prendere un colpo. Ginger invece alzò un sopracciglio guardando l'amica appena arrivata, confusa.

< E a te che è successo?> Azzurra sistemò i quaderni, nervosissima, mentre Callie la guardava male.

< Mi hai fatto prendere un colpo!> sussurrò offesa, e Azzurra la ignorò, volontariamente.

< Potter. Anzi, entrambi i Potter. Giuro che me la pagano.> sussurrò a Ginger, che non riuscì a sopprimere un ghigno. Callie la guardò male.

< Non puoi ignorarmi! Arrivi di soppiatto e nemmeno ti scusi? Chi sei tu?! Che ne hai fatto di Azzurra?> ma neanche quella volta le venne minimamente prestata attenzione. Azzurra guardò male Ginger con i suoi occhi color ghiaccio.

< Cos'è quel ghigno?> sibilò irritata, e Ginger ghignò più apertamente.

< Niente! Solo che è raro vederti così!!> sussurrò convinta, e quando Callie si arrese e si abbandonò allo schienale della sedia la guardò di sottecchi. < E poi Callie ha avuto un incontro ravvicinato con Thomas, ma sembra sia andato male!> cambiò discorso apposta, e quando Azzurra fissò Callie con quasi morbosa curiosità lei rimase soddisfatta. Callie un po' meno.

< Ah, adesso mi calcoli!> si lagnò sottovoce, e Azzurra la guardò male.

< Poche storie, che è successo?> disse autoritaria, e Callie sbuffò. Sia lei che Ginger avevano notato che, per la prima volta in sei anni, Azzurra non si    curava del professore; era un evento straordinario, ma non volevano dirlo perché magari, facendoglielo notare, avrebbe ripreso a fare la studentessa perfetta.

< Abbiamo parlato, ma si è fermato a parlare con la Drew, la sua ex.> disse scocciata. Azzurra alzò gli occhi al cielo, e Ginger borbottò un “puttana”; la fama di Helena non era delle migliori.

< Secondo me dovevi rimanere. Quella ragazza è spietata, non si ferma davanti a niente, tu dovevi rimanere lì e> Azzurra non potè continuare la frase, perché il professore... Pardon, il fantasma che faceva da professore le riprese.

< Voi tre! La volete smettere?!> le rimproverò: a Ginger e Callie ormai ci si era abituato, alunne brave ma con una parlantina niente male, mentre Azzurra era una novità. La guardò colpito e quasi deluso. < Signorina Zabini, da lei non me lo aspettavo.> Azzurra riprese contegno e lo guardò dispiaciuta.

< Mi scusi, professore.> disse seria, e quando il professore riprese la lezione Ginger la smorfiò. Azzurra stava per ribattere, quando dalla porta entrò uno scarmigliato Albus Potter, e senza troppe parole si sedette davanti al trio, riprendendo fiato. Tutte e tre lo fissarono. Due per curiosità, l'altra per istinti omicidi. La fredda e pacata Azzurra mostrava il suo lato combattivo.

Infatti guardò Ginger in modo eloquente; quella sbuffò, capendo che chiedeva l'amica, e prese il libro, sbattendolo contro la testa del moro. Albus non riuscì però a trattenere un mugolio.

< Grazie Albus.> gli sussurrò gelida Azzurra, per poi stare attenta alla noiosa lezione. Albus si girò a guardare Ginger e Callie, massaggiandosi la nuca.

< Che le ho fatto?> sillabò senza parlare, e Ginger fece spallucce; Callie invece era più interessata al pezzo di pergamena che stringeva nelle mani.

< Allora, cos'è?> sussurrò al compagno di casa incuriosita, e lui scosse la testa.

< Te lo spiego dopo.> sillabò nuovamente e si girò verso il professore; ma non stava ascoltando, stava sbirciando la pergamena sotto il banco. Callie rinunciò, e si mise a parlare sottovoce con Ginger, venendo a sapere di quello che aveva fatto Scorpius e della decisione di quel genio del professor Gray. Dopo un po' però si misero a sbadigliare, e, dato il poco interesse per la lezione, si nascosero dietro le borse per sonnecchiare. Una voleva sognare un certo Malfoy, l'altra come battere l'altro.

Nel mentre Albus era fiero di se. Finalmente, dopo anni, si era fatto valere  contro il fratello, rubandogli una cosa che era anche sua di diritto. Certo, James aveva nascosto bene il mantello dell'invisibilità, ma lui finalmente aveva preso qualcosa di eguale valore.

La mappa del malandrino.

   
 
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