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Autore: Erin_Prince    14/07/2011    4 recensioni
"Insomma, Piton! Non era Allock, che almeno, forse, probabilmente, aveva un accenno di bellezza, ma Piton! Non so quanto restai là, seduta su quella sedia, so solo che, quando mi girai verso la finestra, fuori era scesa la notte." (dal capitolo 4) Si lo so...Sempre Sev!!!!!!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Eccomi come promesso con il nuovo capitolo...

Io sono in uno stato pietoso, come credo molte di voi...Quindi spero che questo capitolo sia di vostro gradimento...come sempre, grazie per le numerose recensioni...

Un bacio

Erin...

 

 

CAPITOLO31

Mi ero dimenticata che a Canterbury il sole sorge prima che tra le montagne della Scozia, così che, la mattina dopo, mi svegliai presto, molto presto. La Gazzetta del Profeta mi aspettava sul davanzale della finestra.

In prima pagina, ovviamente, la foto di Harry Potter, il Bambino che è Sopravvissuto, il Prescelto, o come lo chiamavano. In seconda pagina, Silente. Ora dico, Silente?Con tutto il rispetto, ma Silente che c'entrava?In terza pagina, Hogwarts e alcuni articoletti su Neville, Ginny, Luna e tutti gli studenti che avevano combattuto. In quarta pagina, una foto di Piton. Ma non una foto piccola, un'intera pagina! Boccheggiai un attimo di fronte a cotanta bellezza...Avrei dovuto tirare fuori le trombette e i cappellini e fare il trenino: Voldemort era stato sconfitto, il mondo Magico liberato. Ma Piton era in un letto d'ospedale, in coma Poziologico..E se non si fosse ripreso?Se fosse morto?Se il suo corpo non avesse retto?

-Rebecca!Rebecca, tesoro, quando sei arrivata?-.

-Stanotte, mamma...- dissi, abbracciando mia madre.

-Come mai sei qua?-.

-Perchè...- cosa mi inventavo? -Perchè un mio amico è stato ferito e quindi sono andata con lui all'ospedale.-.

Mi osservò con quell'occhio tipico delle madri, quell'occhio che capisce anche ciò che tu non ti sai spiegare.

-Colazione?- chiese.

-Si, va bene...Un bel caffè, mamma, uno di quelli che fai tu...- dissi, sorridendo.

-Certo..- mia madre scese in cucina, mentre un gufo atterrava sul mio letto.

Aprii la busta e scorsi la calligrafia di Eveline. La mia amica, oltre ad essere felicissima per la caduta di Voldemort, mi chiedeva dove fossi finita e, soprattutto, aveva bisogno urgente di parlarmi.

Mi feci una doccia, scoprii svariati graffi sul mio corpo, guardandomi allo specchio. La cicatrice sotto l'occhio si era fatta sempre più piccola, ma quella vicina alla clavicola si vedeva ancora bene.

Scesi in cucina, dove trovai alcuni dolcetti e una tazza intera di caffè, di caffè serio, di caffè italiano. Parlai volentieri con mia madre della battaglia, degli ultimi mesi ad Hogwarts: era molto curiosa.

-Ora tuo padre potrà riposarsi un po'...E tu, cosa fanno i ragazzi della tua età dopo Hogwarts?-.

-Bella domanda!Ci sto pensando, ma l'idea che ho in mente è molto vaga...Vi farò avere miei notizie!- dissi, sorridendo.

Le comunicai che sarei andata ad Hogwarts.

-Tanto con il teletrasporto o come lo chiamate voi ci metti un secondo no?Quando tornerai a casa?-.

-Non ne ho la minima idea...- la abbracciai e, in un attimo, mi ritrovai fuori dai cancelli della scuola.

Camminando per il sentiero, decisi di andare a trovare Piton ogni giorno. Era assurdo, era come se mi attirasse una calamita anche se non mi aveva detto niente di chè, niente di nuovo. Molto probabilmente, Eveline mi avrebbe detto che stavo perdendo tempo, che non ne sarebbe valsa la pena, che mi sarei fatta solo del male. Forse era vero, ma lui aveva detto che non meritava la mia presenza, che anche lui aveva...E poi niente...Cosa aveva fatto?Mi aveva baciata!Si, quello era vero, ma l'insinuazione di Cho si fece di nuovo largo nella mia mente, portando a galla il dubbio formulato dalla mia amica...

-Rebecca!Finalmente!- Eveline sbucò da dietro un albero, seguita da Terry.

-Rebecca...- una voce famigliare mi fece voltare verso il sentiero che si univa a quello principale.

Harry Potter avanzava mano nella mano con Ginny. Eccolo, pensai, l'eroe salvatore del mondo. Quanta ironia, vero? No, in realtà lo pensai sul serio.

-Rebecca, vorrei avere notizie del professor Piton, tu..?-.

-Mi dispiace, ma non posso dire niente.- dissi, decisa.

Potter mi guardò per un attimo e poi iniziò a raccontarmi cosa aveva fatto Piton per quasi vent'anni. La spia, il Mangiamorte, il professore...Il tutto rischiando la vita.

Alla fine, lo guardai negli occhi verdi e cambiai idea: l'eroe del mondo magico non stava soltanto di fronte a me, ma giaceva anche, in coma, in un letto d'ospedale.

O forse, l'eroe era solo uno...Piton.

-Puoi andarlo a trovare te...-.

-No, non posso lasciare Hogwarts....-.

-Ti basti sapere che è vivo per miracolo, ma non è in grado di fare niente.-.

-Bene, andiamo Ginny..-.

Quando la coppia si fu allontanata, mi rivolsi a Eveline.

-Di cosa volevi parlarmi?-.

La mia amica si illuminò del sorriso più radioso che avessi mai visto sul suo viso.

-Ti ricordi di quel mio lontano parente scorbutico e antipatico, quello che fregava soldi a tutti i membri della mia famiglia?-.

-Certo!- dissi.

-Ebbene, è morto, defunto!Mia madre è l'unica erede di un locale abbastanza grande a Diagon Alley e dell'appartamento sopra...- mi guardò come se dovessi capire chissà cosa.

-Quindi c'è un locale vuoto, mia madre non se ne fa niente....Dai Rebecca!!Potremmo aprire la nostra caffetteria-pasticceria!!!-.

-Dici sul serio?- chiesi, stupita.

-Si, e inoltre questo tizio ha lasciato un sacco di Galeoni, mia madre non li vuole e se vuoi potremmo usarli...-.

-Potremmo vivere insieme!- dissi, emozionata.

-Esatto!Dovremmo andare a vedere il locale, l'appartamento, parlarne con i nostri genitori..-.

-Ma te non volevi fare il giro del Mondo?-.

-Si, ma credo che rimanderò, qua c'è così tanto da fare, e c'è capitata questa eredità...Meglio sfruttarla al meglio!-.

Ero felice, contenta, elettrizzata per quella notizia. Sarei potuta andare ad abitare con la mia amica, la mia amica d'infanzia, l'amica con cui avevo attraversato i momenti più importanti della mia vita: la scoperta di Hogwarts, gli studi, l'adolescenza e i suoi problemi, il mio primo amore...E unico.

-Eveline è fantastico!Ho già qualche idea..Senti, se andassimo domani?Tanto io poi andrò..- mi bloccai.

-Dove devi andare?- chiese.

-Terry puoi lasciarci un attimo, per favore?-.

-Certo, a dopo!- disse, dirigendosi verso il castello.

-Eveline, Piton è in coma, ieri notte si è ripreso un attimo...- raccontai alla mia amica ciò che mi aveva detto, del mio dubbio amletico riguardo le parole di Cho.

-Senti, Piton sarà anche un uomo bastardo, antipatico, calcolatore e...-

-E bello!- aggiunsi.

-Si vabbè, però mi sembra strano che in punto di morte sia stato tanto lucido da fare il tuo nome così da prenderti per i fondelli dopo...-.

-Già, avevo pensato la stessa cosa...-.

-Andrai a trovarlo tutti i giorni?-.

-Si, so che sembra inutile, ma mi sento di andare, di...-.

-Di stargli vicino...Beh, è comprensibile visto che lo ami alla follia, no?- disse Eveline, sorridendo.

Raggiungemmo gli altri che stavano aiutando a ricostruire la scuola. Vedere Hogwarts distrutta fu come se un pezzo di me fosse andato in frantumi: le vetrate erano distrutte, i muri caduti, altri ridotti in macerie, le porte sfondate, gli alberi sradicati.

-Oh Merlino...- dissi, senza fiato.

-E' terribile vero?-.

Annuii in silenzio, guardando quello spettacolo macabro. Aiutai a liberare i prati dalle macerie, i professori stavano alzando i muri nuovi.

Hogwarts sarebbe cambiata, la vetrata più grande della Sala d'Ingresso, così mi disse Vitious, avrebbe rappresentato gli eroi della Seconda Guerra Magica, le Case non sarebbero più state così rivali tra loro, anche se il seme della discordia tra Grifondoro e Serpeverde sarebbe stato difficile da estirpare.

Verso il tardo pomeriggio, me ne andai e mi accordai con Eveline per il giorno seguente. In un attimo fui davanti al S. Mungo. Sospirai ed entrai. Vidi un piccolo gruppo di persone guardarmi curiosi. Salii al primo piano e vidi un capannello simile al primo. Un po' irritante in effetti.

Incontrai Jeffrey che mi condusse alla stanza di Piton.

-Avete cambiato la stanza..- osservai, oltrepassando un porta verde. Sentii alcuni mormorii e uno strano grattare di penne.

-Si,- rispose Jeffrey -L'altra era solo per l'operazione.-.

Piton era immobile nel letto, il lenzuolo bianco lo ricopriva.

-Gli abbiamo fatto delle flebo, c'era il pericolo di disidratazione a causa del veleno.-.

-Quanto posso stare?-.

-Quanto vuole..- rispose Jeffrey, uscendo.

Mi guardai intorno: la nuova stanza aveva un'enorme finestra da cui entravano gli ultimi raggi di sole di quel pomeriggio di maggio; un comodino, privo di tutti quegli oggetti che si trovano nella stanza di un uomo in coma, segno dell'affetto di coloro che gli sono vicini, accanto al letto. Ma chi aveva Piton che gli voleva bene?Mi avvicinai al letto e gli accarezzai una mano.

Mi diedi della stupida.

Fino ad un mese prima era il mio Preside, l'uomo assassino di Silente (si che non me n'era mai fregato niente!),il Mangiamorte, e tutto il resto, e ora gli stavo accarezzando una mano, come se fosse il mio fidanzato! Se mi avesse vista...Ma tanto non mi vedeva, non mi avrebbe nemmeno sentita! Ad un certo punto, mi resi conto che stavo parlando ad alta voce, come se lui mi potesse rispondere. Sorrisi in silenzio e me ne andai quando la notte era ormai scesa. 

  
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