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Autore: ivi87    14/07/2011    13 recensioni
Una nave da crociera, un matrimonio e un omicidio... Kate alla ricerca della felicità. Riuscirà a lasciarsi andare?
Rating arancio.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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#8 Una piacevole serata

 
Avviso: capitolo con rating arancio
scuro ...minorenni avvisate… XD

 
Kate aprì la porta con una ferocia tale da scardinarla “Che c’è!!”urlò quasi.

Castle si voltò per non farsi vedere mentre ridacchiava.

Lanie nemmeno se ne accorse da tanto era eccitata

“Oddio, oddio!!! Ti do cinque minuti tesoro, vestiti e vieni sul ponte!” disse strattonandola per le spalle.

Kate provò a replicare qualcosa ma la sua amica glielo impedì “E guarda che torno a chiamarti se non ti vedo arrivare!”

“Che succede sul ponte?” Si intromise Castle

Lanie strabuzzò gli occhi “Modelli...canadesi...in biancheria intima!!!!!!”

“Capisco..andate fanciulle” disse facendo l’occhiolino a Kate.

Prese le sue cose e si chiuse in bagno per il suo turno di fare la doccia.

Kate era ancora immobile accanto alla porta.

“Allora? Ti vuoi muovere??” urlò Lanie.

 
I tre uomini attendevano le loro compagne da ben venti minuti. Parecchi tavoli in effetti erano occupati solo da uomini. Le signore erano 

tutte in adorazione sul ponte a vedere il servizio fotografico.

“Come state tu e Jenny?” domandò Castle

“Eh, non è facile essere sospettati di omicidio durante il proprio viaggio di nozze. I nostri parenti continuano a farci domande, e noi restiamo 

sul vago” rispose serio.

“Amico, stai tranquillo, dacci ancora un giorno e risolviamo il caso!” lo rassicurò Esposito.

“Già, lascia che i computer federali facciano il loro lavoro e vedrai che un nome salterà fuori, è impossibile che non combaci 

nessun’impronta” aggiunse Rick.

Ryan fece un grosso sospiro. Si fidava delle parole dei suoi amici, senza contare che sapeva bene che la miglior squadra della omicidi di New 

York non si sarebbe arresa facilmente.

Ed era contento che Lanie avesse trascinato Jenny a distrarsi un po’. Anche se la distrazione consisteva in una decina di modelli mezzi nudi.

“Ma quanto ci mettono?” sbuffò Esposito che cominciava ad innervosirsi.

Non che non si fidasse di Lanie. Ma quella donna sapeva essere parecchio esuberante.

“Nervoso Esposito? Paura che ti soffino via la ragazza da sotto il naso?” lo canzonò Castle.

“Beh, almeno io una ragazza ce l’ho, Castle. E poi tu perché sei così tranquillo invece di schiumare di gelosia?” domandò inarcando il 

sopracciglio e poggiando entrambi i gomiti sul tavolo.

“Già, Castle, sei troppo tranquillo. C’è forse qualcosa che dovremmo sapere?”

“Non so di cosa stiate parlando ragazzi…” cercò di fare il vago, lo scrittore.

“Castle? Niente niente tu e Beckett..da soli in stanza…” infierì Esposito.

“…avete fatto quella vostra cosa di fissarvi negli occhi intensamente…” proseguì Ryan

“…completare l’uno le frasi dell’altra…” toccò nuovamente a Esposito.

“..flirtare e ammiccare come dei veri piccioncini…” di nuovo Ryan

I due se la stavano ridendo di brutto.

“Veramente…” precisò Castle “...in questo momento quelli che si completano le frasi a vicenda siete voi due…piccioncini!!”

I detective misero il broncio offesi.

“E comunque, l’unica cosa che vi posso dire è che: sì, c’è stata una svolta! Ma da me non saprete altro finchè non avrò avuto il permesso 

ufficiale firmato e siglato da Kate”

“Eh sì, se ci tieni alla pelle..” concordò Ryan mentre Esposito annuì ridendo.

Una marea di ormoni femminili in festa rientrarono nel salone ristorante, segnale che il servizio fotografico era terminato.

Le tre donne si accomodarono ai loro posti, raggianti.

Lanie esclamò soddisfatta “E’ proprio vero: il mondo si divide in canadesi e non!!” beccandosi una finta occhiataccia dal compagno.

Jenny prese la mano di Ryan e disse “Mi ci voleva proprio dopo questa giornata!”

“Sono contento che tu ti senta meglio tesoro. Non c’è in programma anche un servizio di biancheria femminile per noi maschietti?” 

domandò Ryan, ovviamente scherzando.

Gli altri due uomini al tavolo si dimostrarono molto interessati al riguardo.

Questo portò le tre donne ad esclamare all’unisono un bel “No!”, per poi voltarsi tra di loro e complimentarsi per la sincronia spontanea che 

ne era scaturita.  

Cenarono in allegria, per qualche ora dimentichi della brutta situazione in cui si trovavano.

Volarono battutine e frecciatine su quanto tempo Jenny e Ryan avessero speso nella loro camera da letto a godersi le gioie del matrimonio, 

su Rick e Kate obbligati a stare nella stessa stanza, su Lanie e Esposito che non la finivano mai da lanciarsi sguardi languidi nemmeno 

davanti ad un cadavere.

Si divertirono sinceramente e si sentirono estremamente fortunati per essersi trovati, tra tante persone al mondo, proprio loro sei, legati 

insieme indissolubilmente da una forte e meravigliosa amicizia.

 
Più tardi Lanie ed Esposito decisero di chiudersi in cabina per testare la potenza dei loro collaudati sguardi languidi, mentre Ryan e Jenny 

cercarono in giro per la nave qualche attività di coppia da svolgere prima ritirarsi nella loro suite matrimoniale.

Rick e Kate optarono per una passeggiata sul ponte.

Mano nella mano camminavano lenti assaporando l’uno la vicinanza dell’altro.

Delle ragazzine esultanti si passavano di mano in mano le foto scattate ai vari modelli e gli autografi ottenuti.

“Erano così belli?” domandò curioso

“Meritavano davvero...” disse sorridendogli. Non voleva provocarlo o punzecchiarlo. Era solo la sacrosanta verità.

“Ma ti dirò… potrei aver scorto degli altrettanto meritevoli bicipiti l’altra sera Castle..”

Sul volto di Rick sbocciò un sorriso estasiato.

“Allora li hai notati!” esclamò soddisfatto.

Kate rise. Le capitava in continuazione da quando aveva messo piede su quella nave e da quando aveva deciso di mettere a riposo il 

cervello e lasciarsi andare. Non doveva più trattenersi o roteare gli occhi o distogliere lo sguardo, ora.

Beh, magari, alzare gli occhi al cielo qualche volta poteva farlo. Certe loro scaramucce le piacevano da impazzire e non era disposta a 

rinunciarvi.

Lo guardò ancora gongolante per l’apprezzamento fisico ricevuto. E rise ancora.

Rideva di gusto, perché lui la faceva ridere. Perché era vitale per lui che quel sorriso non si spegnesse mai. Anche Rick aveva una missione. 

Ed era esattamente questa.

Ed entrambi sapevano che per portare a compimento le loro personalissime missioni non potevano fare altro che vivere appieno il loro 

amore.

“Non capisco perché mi tenevi nascoste certe tue..doti!” disse lei, ora sì, con l’intento di prenderlo in giro “Oddio, non avrai pure gli 

addominali!!” aggiunse ironica.

Lui si fermò e l’attirò a sé prendendole anche l’altra mano.

“Ah, ah, davvero divertente detective! Per tua informazione, non posso dire di avere una vera e propria tartaruga, ma il mio addome è 

assolutamente piatto!!” precisò lui depositando un piccolo bacio sulle sue labbra.

Kate sorrise intenerita. Non era avvezza a smancerie e tenerezze, lei. Ma non si stupì affatto che ora la cosa non la disturbasse più. Anzi, 

c’erano elevate probabilità che non ne avrebbe più potuto fare a meno.

Si riscosse dai suoi pensieri. Un’affermazione come quella necessitava una risposta.

“Davvero? Ma se non ti ho mai visto muovere un dito e quando corriamo dietro ad un sospettato resti sempre in fondo!!” dandogli a sua 

volta un piccolo bacio.

“E’ solo per lasciarvi fare il vostro lavoro!”

Kate lo guardò scettica.

“Ok, non sono un patito della corsa, ma in palestra ci vado..a volte..preferisco nuotare..”

“Lasciamo stare, è meglio..” disse ridendo.

Ripresero a camminare finchè Kate non si fermò al parapetto, guardando il mare.

Castle l’abbracciò da dietro e stettero così per qualche momento.

Quando però Rick cominciò a baciarle il collo qualcosa in lei scattò.

Divenne completamente rossa ricordandosi del suo sogno erotico, che iniziava proprio in quel modo.

Respirò a fondo ricordandosi che non indossava un vestito ma dei pantaloni e che intorno a loro c’erano altre persone. Tutto sotto 

controllo, insomma.

“Tutto bene?” domandò lui, sentendola irrigidirsi.

“S-si, certo” deglutendo a forza

Si strinse di più nel suo abbraccio e insieme accoccolati respirarono il profumo del mare.


Rientrarono tardi nella loro cabina. Si cambiarono e si misero a letto. Abbracciati.

Per un attimo si sorrisero. Ormai veniva loro spontaneo dormire abbracciato e accoccolati.

Kate si posizionò al suo fianco. Poggiò la testa sulla spalla di Rick e infilò un braccio sotto la sua maglietta, lasciando la mano a vagare sul 

petto.

Dopo qualche secondo, però, si ricordò di controllare una cosa.

Con un gomito si fece leva per sollevarsi un po’. La mano che stava sul petto di Rick invece alzò la maglietta dell’uomo scoprendo lo 

stomaco.

“Visto? Piatto come una tavola!” disse lui, fiero.

I due risero, si scambiarono un ultimo bacio e si addormentarono sereni.

 
Il sole sorse presto.

Rick cominciò a sentire un certo languorino, segno che era già mattino.

Inoltre, un delizioso formicolio al basso ventre richiamò la sua attenzione. Eh sì, era proprio mattino!

Lentamente il suo cervello cominciò a carburare e aprì gli occhi.

La donna, che stava beatamente dormendo ancora abbracciata a lui, si stiracchiò appena, per poi tornare immobile.

Bastò quel piccolissimo movimento di lei a svegliarlo del tutto.

Inconsapevolmente, durante la notte, la mano di Kate era scivolata, dal petto di Rick, un po’ più in basso del dovuto. Molto più in basso.

Rick si sentì un po’ a disagio. E accaldato.

La mano di Kate era semichiusa e il braccio appesantito dal sonno.

Rick le circondò delicatamente il polso cercando di non svegliarla: sarebbe stato tremendamente difficile spiegarle che aveva fatto tutto da 

sola!

Con studiata lentezza tentò la risalita delle loro mani.

Il mugolio infastidito della donna lo bloccò immediatamente, lasciando di colpo il suo polso.

Kate, in un barlume di sonnolenta lucidità, si risistemò meglio, sempre più addosso a Rick.

Sentì il respiro caldo di lei sul collo e, soprattutto, la sua mano, questa volta a palmo ben aperto, raggiungere e superare l’elastico dei 

pantaloni del pigiama,  andando a sfiorare involontariamente la sua parte virile, facendolo eccitare ancora di più.

Tentare di spostarle la mano non si era rivelata una buona idea. Meglio non rifarlo.

Non che fosse una sensazione spiacevole, tutt’altro, ma metterla in imbarazzo di prima mattina non era quello che aveva in mente per il 

loro risveglio.

Inspirò ed espirò profondamente un paio di volte, ma non servì a molto.

La situazione era ormai fuori controllo.

Kate con quei gesti, anche se involontari e dettati dal suo subconscio, stuzzicava Castle sempre più, fin quando non riuscì a nascondere la 

sua evidente eccitazione maschile.

Pensò che se voleva continuare a vivere doveva svegliarla al più presto!

“Kate” la chiamò una prima volta.

Nulla, nemmeno si mosse questa volta.

Prima di poter provare una seconda volta, il telefono di Beckett cominciò a squillare e vibrare sul comodino.

Si svegliò in un sussulto, spaventata per un attimo dalla sua stessa suoneria. Si mise a sedere, salutò Rick con un sorriso e rispose al 

cellulare, senza accorgersi di nulla.

Rick tirò un enorme sospiro di sollievo e corse a buttarsi sotto il getto d’acqua freddo della doccia.

  
Beckett riunì tutti nella stiva per informarli di quanto emerso dalla telefonata ricevuta.

“Montgomery ti inoltrerà i risultati via mail, Lanie, ma posso anticiparvi che quasi tutte le impronte digitali corrispondono all’equipaggio e al 

servizio di pulizie delle camere.”

Tutti annuirono, attenti. Aveva detto quasi. Avevano bisogno anche di un’altra serie di impronte, altrimenti avrebbero dovuto trattare Ryan 

davvero come un sospettato di omicidio.

Kate li vide pendere dalle sue labbra e proseguì “Il fortunato vincitore di uno straziante ed estenuante interrogatorio è...il signor Adam 

Johnson!” disse con fare teatrale.

“Quello dello squash?” domandò Castle

“Proprio lui!”

Ora potevano dare a Ryan la bella notizia. Le impronte di Johnson nella camera della vittima non erano certo sufficienti per un’accusa di 

omicidio ma restava il fatto che quell’uomo aveva molte cose da spiegare.


La detective Beckett chiese al comandante della nave se avevano una stanza video-sorvegliata da poter utilizzare per l’interrogatorio di

Johnson.

La accompagnò in una cabina del personale, distante dagli alloggi dei passeggeri, e mostrò a Ryan e a Castle la cabina attigua, dotata di 

monitor per poter osservare il sospettato.

Non era come al distretto ma poteva andare.

Pochi minuti dopo, Adam Johnson fece il suo ingresso scortato da Esposito.

Avevano sistemato un tavolo al centro della stanza con due sedie da un lato e una sola dall’altro.

Quando i due detective presero posto, a Johnson non restò altro da fare che occupare l’unica sedia rimasta.

Castle notò subito la sua riluttanza a collaborare.

Nonostante il monitor fosse piccolo, vide con chiarezza l’esitazione dell’uomo.

Osservava con attenzione ogni suo piccolo gesto e ogni singola espressione.

La mimica facciale poteva essere parecchio rivelatoria e i dettagli, si sa, sono il suo pane quotidiano.

Come se non bastasse, era fermamente determinato a mostrare a Kate quanto sapeva essere professionale. Quella nuova e meravigliosa 

avventura appena intrapresa non avrebbe mai e poi mai dovuto interferire con il lavoro di Kate, né tantomeno con quello di scrittore di lui.

Entrambi non se lo sarebbero mai perdonato.

Doveva dimostrarle che, ora più che mai, sapeva mettere da parte battute ed infantilismi, ed essere un valido aiuto e consulente alla 

squadra.

Non sempre però.

Il mio lavoro è difficile Castle e averti attorno lo rendo un po’ più divertente.

Queste furono le sue esatte parole, e tali dovevano rimanere.

Professionale sì, ma una risatina qua e la non faceva male a nessuno, altrimenti il divertimento dove stava?

 

Angolo dell’autrice:

urge una spiegazione: “il mondo si divide in canadesi e non” è la mitica frase di Cate (ragazze del gruppo di facebook di efp: non la 

conoscete, ma se finisce di scrivere la sua ff e io, Mari e Paola riusciamo a convincerla a pubblicare, l’adorerete presto!! :D)

Questa frase va ripetuta ad intervalli regolari se no perde di efficacia ahahah e poi noi Caskett lo sappiamo bene che in Canada si respira 

tutta un’altra aria.. :D

 
Bene, detto questo, che dire di questo capitolo? Siamo quasi alla fine, ne mancano altri due per arrivare a dieci e dire bye bye alla Costa 

Crociere. Il prossimo capitolo servirà a chiudere l'indagine, ma c'è sempre spazio per qualche momento Caskett, non disperate!!

Un ringraziamento, quindi a Cate, per la mitica frase e a Mari che come sempre ha letto e corretto :D

 
Buona lettura, commenti sempre graditi :D

Ivi87

   
 
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