#8
Una piacevole
serata
Avviso: capitolo
con rating arancio
scuro ...minorenni
avvisate… XD
Kate
aprì la porta con una ferocia tale da scardinarla
“Che c’è!!”urlò
quasi.
Castle
si voltò per non farsi vedere mentre ridacchiava.
Lanie
nemmeno se ne accorse da tanto era eccitata
“Oddio,
oddio!!! Ti do cinque minuti tesoro, vestiti e vieni sul
ponte!” disse
strattonandola per le spalle.
Kate
provò a replicare qualcosa ma la sua amica glielo
impedì “E guarda che torno a
chiamarti se non ti vedo arrivare!”
“Che
succede sul ponte?” Si intromise Castle
Lanie
strabuzzò gli occhi “Modelli...canadesi...in
biancheria intima!!!!!!”
“Capisco..andate
fanciulle” disse facendo l’occhiolino a Kate.
Prese
le sue cose e si chiuse in bagno per il suo turno di fare la doccia.
Kate
era ancora immobile accanto alla porta.
“Allora?
Ti vuoi muovere??” urlò Lanie.
I
tre uomini attendevano le loro compagne da ben venti minuti. Parecchi
tavoli in
effetti erano occupati solo da uomini. Le signore erano
tutte
in adorazione sul
ponte a vedere il servizio fotografico.
“Come
state tu e Jenny?” domandò Castle
“Eh, non è facile essere sospettati di omicidio durante il proprio viaggio di nozze. I nostri parenti continuano a farci domande, e noi restiamo
sul
vago” rispose
serio.
“Amico,
stai tranquillo, dacci ancora un giorno e risolviamo il
caso!” lo rassicurò
Esposito.
“Già, lascia che i computer federali facciano il loro lavoro e vedrai che un nome salterà fuori, è impossibile che non combaci
nessun’impronta”
aggiunse Rick.
Ryan fece un grosso sospiro. Si fidava delle parole dei suoi amici, senza contare che sapeva bene che la miglior squadra della omicidi di New
York
non si sarebbe
arresa facilmente.
Ed
era contento che Lanie avesse trascinato Jenny a distrarsi un
po’. Anche se la
distrazione consisteva in una decina di modelli mezzi nudi.
“Ma
quanto ci mettono?” sbuffò Esposito che cominciava
ad innervosirsi.
Non
che non si fidasse di Lanie. Ma quella donna sapeva essere parecchio
esuberante.
“Nervoso
Esposito? Paura che ti soffino via la ragazza da sotto il
naso?” lo canzonò
Castle.
“Beh, almeno io una ragazza ce l’ho, Castle. E poi tu perché sei così tranquillo invece di schiumare di gelosia?” domandò inarcando il
sopracciglio
e poggiando
entrambi i gomiti sul tavolo.
“Già,
Castle, sei troppo tranquillo. C’è forse qualcosa
che dovremmo sapere?”
“Non
so di cosa stiate parlando ragazzi…”
cercò di fare il vago, lo scrittore.
“Castle?
Niente niente tu e Beckett..da soli in stanza…”
infierì Esposito.
“…avete
fatto quella vostra cosa di fissarvi negli occhi
intensamente…” proseguì Ryan
“…completare
l’uno le frasi dell’altra…”
toccò nuovamente a Esposito.
“..flirtare
e ammiccare come dei veri piccioncini…” di nuovo
Ryan
I
due se la stavano ridendo di brutto.
“Veramente…”
precisò Castle “...in questo momento quelli che si
completano le frasi a
vicenda siete voi due…piccioncini!!”
I
detective misero il broncio offesi.
“E comunque, l’unica cosa che vi posso dire è che: sì, c’è stata una svolta! Ma da me non saprete altro finchè non avrò avuto il permesso
ufficiale
firmato e
siglato da Kate”
“Eh
sì, se ci tieni alla pelle..” concordò
Ryan mentre Esposito annuì ridendo.
Una
marea di ormoni femminili in festa rientrarono nel salone ristorante,
segnale
che il servizio fotografico era terminato.
Le
tre donne si accomodarono ai loro posti, raggianti.
Lanie
esclamò soddisfatta “E’ proprio vero: il
mondo si divide in canadesi e non!!”
beccandosi una finta occhiataccia dal compagno.
Jenny
prese la mano di Ryan e disse “Mi ci voleva proprio dopo
questa giornata!”
“Sono contento che tu ti senta meglio tesoro. Non c’è in programma anche un servizio di biancheria femminile per noi maschietti?”
domandò
Ryan, ovviamente
scherzando.
Gli
altri due uomini al tavolo si dimostrarono molto interessati al
riguardo.
Questo portò le tre donne ad esclamare all’unisono un bel “No!”, per poi voltarsi tra di loro e complimentarsi per la sincronia spontanea che
ne
era scaturita.
Cenarono
in allegria, per qualche ora dimentichi della brutta situazione in cui
si
trovavano.
Volarono battutine e frecciatine su quanto tempo Jenny e Ryan avessero speso nella loro camera da letto a godersi le gioie del matrimonio,
su Rick e Kate obbligati a stare nella stessa stanza, su Lanie e Esposito che non la finivano mai da lanciarsi sguardi languidi nemmeno
davanti
ad un cadavere.
Si divertirono sinceramente e si sentirono estremamente fortunati per essersi trovati, tra tante persone al mondo, proprio loro sei, legati
insieme
indissolubilmente da una forte e meravigliosa amicizia.
Più
tardi Lanie ed Esposito decisero di chiudersi in cabina per testare la
potenza
dei loro collaudati sguardi languidi, mentre Ryan e Jenny
cercarono
in giro per
la nave qualche attività di coppia da svolgere prima
ritirarsi nella loro suite
matrimoniale.
Rick
e Kate optarono per una passeggiata sul ponte.
Mano
nella mano camminavano lenti assaporando l’uno la vicinanza
dell’altro.
Delle
ragazzine esultanti si passavano di mano in mano le foto scattate ai
vari
modelli e gli autografi ottenuti.
“Erano
così belli?” domandò curioso
“Meritavano
davvero...” disse sorridendogli. Non voleva provocarlo o
punzecchiarlo. Era
solo la sacrosanta verità.
“Ma
ti dirò… potrei aver scorto degli altrettanto
meritevoli bicipiti l’altra sera
Castle..”
Sul
volto di Rick sbocciò un sorriso estasiato.
“Allora
li hai notati!” esclamò soddisfatto.
Kate rise. Le capitava in continuazione da quando aveva messo piede su quella nave e da quando aveva deciso di mettere a riposo il
cervello
e lasciarsi andare. Non
doveva più trattenersi o roteare gli occhi o distogliere lo
sguardo, ora.
Beh, magari, alzare gli occhi al cielo qualche volta poteva farlo. Certe loro scaramucce le piacevano da impazzire e non era disposta a
rinunciarvi.
Lo
guardò ancora gongolante per l’apprezzamento
fisico ricevuto. E rise ancora.
Rideva di gusto, perché lui la faceva ridere. Perché era vitale per lui che quel sorriso non si spegnesse mai. Anche Rick aveva una missione.
Ed
era esattamente
questa.
Ed entrambi sapevano che per portare a compimento le loro personalissime missioni non potevano fare altro che vivere appieno il loro
amore.
“Non capisco perché mi tenevi nascoste certe tue..doti!” disse lei, ora sì, con l’intento di prenderlo in giro “Oddio, non avrai pure gli
addominali!!”
aggiunse ironica.
Lui
si fermò e l’attirò a sé
prendendole anche l’altra mano.
“Ah, ah, davvero divertente detective! Per tua informazione, non posso dire di avere una vera e propria tartaruga, ma il mio addome è
assolutamente
piatto!!”
precisò lui depositando un piccolo bacio sulle sue labbra.
Kate sorrise intenerita. Non era avvezza a smancerie e tenerezze, lei. Ma non si stupì affatto che ora la cosa non la disturbasse più. Anzi,
c’erano
elevate
probabilità che non ne avrebbe più potuto fare a
meno.
Si
riscosse dai suoi pensieri. Un’affermazione come quella
necessitava una
risposta.
“Davvero? Ma se non ti ho mai visto muovere un dito e quando corriamo dietro ad un sospettato resti sempre in fondo!!” dandogli a sua
volta
un piccolo bacio.
“E’
solo per lasciarvi fare il vostro lavoro!”
Kate
lo guardò scettica.
“Ok,
non sono un patito della corsa, ma in palestra ci vado..a
volte..preferisco
nuotare..”
“Lasciamo
stare, è meglio..” disse ridendo.
Ripresero
a camminare finchè Kate non si fermò al
parapetto, guardando il mare.
Castle
l’abbracciò da dietro e stettero così
per qualche momento.
Quando
però Rick cominciò a baciarle il collo qualcosa
in lei scattò.
Divenne
completamente rossa ricordandosi del suo sogno erotico, che iniziava
proprio in
quel modo.
Respirò a fondo ricordandosi che non indossava un vestito ma dei pantaloni e che intorno a loro c’erano altre persone. Tutto sotto
controllo,
insomma.
“Tutto
bene?” domandò lui, sentendola irrigidirsi.
“S-si,
certo” deglutendo a forza
Si
strinse di più nel suo abbraccio e insieme accoccolati
respirarono il profumo
del mare.
Rientrarono
tardi nella loro cabina. Si cambiarono e si misero a letto. Abbracciati.
Per
un attimo si sorrisero. Ormai veniva loro spontaneo dormire abbracciato
e
accoccolati.
Kate si posizionò al suo fianco. Poggiò la testa sulla spalla di Rick e infilò un braccio sotto la sua maglietta, lasciando la mano a vagare sul
petto.
Dopo
qualche secondo, però, si ricordò di controllare
una cosa.
Con un gomito si fece leva per sollevarsi un po’. La mano che stava sul petto di Rick invece alzò la maglietta dell’uomo scoprendo lo
stomaco.
“Visto?
Piatto come una tavola!” disse lui, fiero.
I
due risero, si scambiarono un ultimo bacio e si addormentarono sereni.
Il
sole sorse presto.
Rick
cominciò a sentire un certo languorino, segno che era
già mattino.
Inoltre,
un delizioso formicolio al basso ventre richiamò la sua
attenzione. Eh sì, era
proprio mattino!
Lentamente
il suo cervello cominciò a carburare e aprì gli
occhi.
La
donna, che stava beatamente dormendo ancora abbracciata a lui, si
stiracchiò
appena, per poi tornare immobile.
Bastò
quel piccolissimo movimento di lei a svegliarlo del tutto.
Inconsapevolmente,
durante la notte, la mano di Kate era scivolata, dal petto di Rick, un
po’ più
in basso del dovuto. Molto più in basso.
Rick
si sentì un po’ a disagio. E accaldato.
La
mano di Kate era semichiusa e il braccio appesantito dal sonno.
Rick le circondò delicatamente il polso cercando di non svegliarla: sarebbe stato tremendamente difficile spiegarle che aveva fatto tutto da
sola!
Con
studiata lentezza tentò la risalita delle loro mani.
Il
mugolio infastidito della donna lo bloccò immediatamente,
lasciando di colpo il
suo polso.
Kate,
in un barlume di sonnolenta lucidità, si
risistemò meglio, sempre più addosso a
Rick.
Sentì il respiro caldo di lei sul collo e, soprattutto, la sua mano, questa volta a palmo ben aperto, raggiungere e superare l’elastico dei
pantaloni
del pigiama,
andando
a sfiorare involontariamente la
sua parte virile, facendolo eccitare ancora di più.
Tentare
di spostarle la mano non si era rivelata una buona idea. Meglio non
rifarlo.
Non che fosse una sensazione spiacevole, tutt’altro, ma metterla in imbarazzo di prima mattina non era quello che aveva in mente per il
loro
risveglio.
Inspirò
ed espirò profondamente un paio di volte, ma non
servì a molto.
La
situazione era ormai fuori controllo.
Kate con quei gesti, anche se involontari e dettati dal suo subconscio, stuzzicava Castle sempre più, fin quando non riuscì a nascondere la
sua
evidente
eccitazione maschile.
Pensò
che se voleva continuare a vivere doveva svegliarla al più
presto!
“Kate”
la chiamò una prima volta.
Nulla,
nemmeno si mosse questa volta.
Prima
di poter provare una seconda volta, il telefono di Beckett
cominciò a squillare
e vibrare sul comodino.
Si svegliò in un sussulto, spaventata per un attimo dalla sua stessa suoneria. Si mise a sedere, salutò Rick con un sorriso e rispose al
cellulare,
senza
accorgersi di nulla.
Rick
tirò un enorme sospiro di sollievo e corse a buttarsi sotto
il getto d’acqua
freddo della doccia.
Beckett
riunì tutti nella stiva per informarli di quanto emerso
dalla telefonata
ricevuta.
“Montgomery ti inoltrerà i risultati via mail, Lanie, ma posso anticiparvi che quasi tutte le impronte digitali corrispondono all’equipaggio e al
servizio
di pulizie
delle camere.”
Tutti annuirono, attenti. Aveva detto quasi. Avevano bisogno anche di un’altra serie di impronte, altrimenti avrebbero dovuto trattare Ryan
davvero
come un
sospettato di omicidio.
Kate li vide pendere dalle sue labbra e proseguì “Il fortunato vincitore di uno straziante ed estenuante interrogatorio è...il signor Adam
Johnson!”
disse con
fare teatrale.
“Quello
dello squash?” domandò Castle
“Proprio
lui!”
Ora potevano dare a Ryan la bella notizia. Le impronte di Johnson nella camera della vittima non erano certo sufficienti per un’accusa di
omicidio
ma restava
il fatto che quell’uomo aveva molte cose da spiegare.
La detective Beckett chiese al comandante della nave se avevano una stanza video-sorvegliata da poter utilizzare per l’interrogatorio di
Johnson.
La accompagnò in una cabina del personale, distante dagli alloggi dei passeggeri, e mostrò a Ryan e a Castle la cabina attigua, dotata di
monitor
per poter
osservare il sospettato.
Non
era come al distretto ma poteva andare.
Pochi
minuti dopo, Adam Johnson fece il suo ingresso scortato da Esposito.
Avevano
sistemato un tavolo al centro della stanza con due sedie da un lato e
una sola
dall’altro.
Quando
i due detective presero posto, a Johnson non restò altro da
fare che occupare
l’unica sedia rimasta.
Castle
notò subito la sua riluttanza a collaborare.
Nonostante
il monitor fosse piccolo, vide con chiarezza l’esitazione
dell’uomo.
Osservava
con attenzione ogni suo piccolo gesto e ogni singola espressione.
La
mimica facciale poteva essere parecchio rivelatoria e i dettagli, si
sa, sono
il suo pane quotidiano.
Come se non bastasse, era fermamente determinato a mostrare a Kate quanto sapeva essere professionale. Quella nuova e meravigliosa
avventura
appena intrapresa
non avrebbe mai e poi mai dovuto interferire con il lavoro di Kate,
né
tantomeno con quello di scrittore di lui.
Entrambi
non se lo sarebbero mai perdonato.
Doveva dimostrarle che, ora più che mai, sapeva mettere da parte battute ed infantilismi, ed essere un valido aiuto e consulente alla
squadra.
Non
sempre però.
Il
mio lavoro è
difficile Castle e averti attorno lo rendo un po’
più divertente.
Queste
furono le sue esatte parole, e tali dovevano rimanere.
Professionale
sì, ma una risatina qua e la non faceva male a nessuno,
altrimenti il
divertimento dove stava?
urge una spiegazione: “il mondo si divide in canadesi e non” è la mitica frase di Cate (ragazze del gruppo di facebook di efp: non la
conoscete,
ma se finisce di
scrivere la sua ff e io, Mari e Paola riusciamo a convincerla a
pubblicare, l’adorerete
presto!! :D)
Questa frase va ripetuta ad intervalli regolari se no perde di efficacia ahahah e poi noi Caskett lo sappiamo bene che in Canada si respira
tutta
un’altra aria.. :D
Bene,
detto questo, che dire di questo capitolo? Siamo quasi alla fine, ne
mancano
altri due per arrivare a dieci e dire bye bye alla Costa
Crociere. Il prossimo capitolo servirà a chiudere l'indagine, ma c'è sempre spazio per qualche momento Caskett, non disperate!!
Un
ringraziamento, quindi a Cate, per la mitica frase e a Mari che come
sempre ha
letto e corretto :D
Buona
lettura, commenti sempre graditi :D
Ivi87