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Autore: braver than nana    15/07/2011    1 recensioni
Flint Wilson era un romanticone. Magari ogni tanto cercava di non darlo a vedere nascondendo tutto il miele sotto una facciata maliziosa con le persone con cui aveva abbastanza confidenza e sotto la maschera di timidezza con chi non conosceva ma chi, come Richard, era riuscito ad arrivare abbastanza a fondo nella sua personalità sapeva benissimo che era una persona molto dolce e che amava le sorprese romantiche. [Flichard dedicata a D, che è il Flint perfetto per il mio Richard, Love ya baby!]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Romantic
The touch of your hand says
You'll catch me
Whenever I fall


Flint Wilson era un romanticone. Magari ogni tanto cercava di non darlo a vedere nascondendo tutto il miele sotto una facciata maliziosa con le persone con cui aveva abbastanza confidenza e sotto la maschera di timidezza con chi non conosceva ma chi, come Richard, era riuscito ad arrivare abbastanza a fondo nella sua personalità sapeva benissimo che era una persona molto dolce e che amava le sorprese romantiche.
Da quando stavano insieme, era passato un mese e il tempo era volato così velocemente che quasi non se ne erano accorti, il più grande aveva iniziato a ragionare su cosa poter preparare per il suo ragazzo una volta arrivati al loro primo mesiversario. Poteva sembrare una cosa un po' all'antica, da ragazzine, ma sapeva che l'altro ci teneva veramente tanto e quindi voleva organizzare qualcosa di speciale e anche se quando aveva chiesto in giro tutti avevano iniziato a prenderlo in giro -suo fratello ancora rideva come un'esaurito ogni tanto, quando si incontravano per fare due chiacchiere e Thad aveva iniziato a proporre le cose più assurde tra cui comprare mutande fatte di caramelle e riempire la stanza con lucine costruite con profilattici- non aveva demorso e alla fine, dopo una passeggiata per il centro era stato proprio Flint a dargli l'idea quando si erano ritrovati davanti ad un negozio di intimo che iniziava a esporre già i primi costumi.
«Non vedo l'ora di vederti indossare un costume come quello.» aveva detto indicando un semplice slip, forse troppo minimale per i suoi gusti, ma che non era per niente di cattivo gusto.
«Magari se riesco a trovarne uno rosso e blu.» aveva risposto, sorridendo e stringendogli la mano più forte ma con in testa già mille idee che gli vagavano per la testa.

Quando il 13 arrivò, tutto era pronto nei minimi dettagli e anche se Harwood ancora cercava di rifilargli idee che coinvonlgevano preservativi galleggianti lui si sentiva sicurissimo di come si sarebbe svolta le serata. Si incontrarono a colazione e gli diede un bacio sulle labbra come ogni giorno e quando gli fece gli auguri il suo viso di trasformò in un sorriso raggiante, il quale gli fece intuire che tutta quella passione che aveva messo per preparare la sorpresa non sarebbe andata sprecata. Si allontanarono per andare a lezione e visto che frequentavano due anni diversi non si incontrarono per tutto il giorno tranne per qualche occhiata fugace tra un'ora e l'altra, o un bacio rubato e radioso.
Gli mandò un messaggio verso l'ora di pranzo, dicendogli che non si sarebbero potuti vedere visto che la prof di chimica li avrebbe trattenuti in laboratorio per finire di osservare una noiosa titolazione che tardava a neutralizzare l'acido e che quindi si sarebbero visti sul tardi. Sarebbe passato a prenderlo alle sette, minacciandolo che se avesse fatto tardi non avrebbe ricevuto nessun regalo.
Bussò alla sua porta alle sette meno dieci e lui era pronto, bellissimo nel suo completo semi-elegante. Indossava un paio di jeans che gli cadevano perfettamente mettendo in evidenza le sue gambe e una maglia bianca sul quale aveva abbottonato un gilet grigio fumo, gli sorrideva mentre indossava un basco dello stesso colore e lo baciò sulle labbra senza mai perdere quell'espressione gioiosa.
«Dove mi porti» aveva chiesto mentre afferrava una giacchetta rossa da una sedia e lo seguiva fuori dalla porta e salutava un Trent che tutto indaffarato a mangiare un pacchetto di patatine davanti al computer non si era quasi accorto della loro dipartita.
«Sorpresa disse prima di uscire una fascia dalla tasca del suo pantalone che passò attorno ai suoi occhi per bendarlo. La sua risata cristallina risuonò in tutto il corrodoio e gli strinse forte la mano mostrando un'espressione leggermente maliziosa.
«Non sarà qualche tuo nuovo giochetto erotico?»
«No, è solo che non devo farti capire dove stiamo andando.»
«Peccato, preferivo la prima opzione.»
Si imbronciò per poco e Richard scosse la testa posandogli un bacio sulla testa al quale il sorriso ritornò sul viso di entrambi. Lo guidò fino alla sua macchina e gli aprì lo sportello per farlo entrare, un po' perché voleva fare il galante ma soprattutto perché effettivamente con la benda sugli occhi non sarebbe mai riuscito a centrare la maniglia molto rapidamente. La macchina fece qualche giro a vuoto prima di prendere la vera strada, per cercare di confonderlo e non prendere ancora un po' di tempo ma arrivarono comunque in fretta e Richard parcheggiò nel vialetto di ciottoli di una grande casa molto elegante, leggermente isolata dal resto delle abitazioni lì intorno, di stile molto classico e comunque elegante nella sua semplicità.
Flint che aveva parlato poco durante il viaggio, una volta arrivati iniziò a tartassarlo di domande, su dove fossero, su cosa avesse intenzione di fare -voleva stuprarlo, ucciderlo e poi seppellirlo in qualche sperduta campagna dell'Ohio?- e quando aprì la porta principale e accese le luci di un grande ingresso, arredato nello stesso stile dell'esterno, dovette zittirlo con un bacio per poi prendergli una mano e portarlo all'esterno dove un'enorme piscina occupava quasi tutto il cortile alle spalle della casa.
Gli tolse la benda e contemporaneamente iniziò a sfilarsi la maglia verde dalla testa.
Il suo ragazzo rimase per qualche minuto in silenzio, estasiato dalla visione che aveva davanti, la piscina, le candele che galleggiavano in quella più piccola a lato, i tavolini imbanditi con la loro cena. Si girò verso di lui solo quando era già completamente spogliato se non per un costume rosso e blu. Gli sorrise prima di lanciargli un pacchetto dorato per poi tuffarsi nell'acqua che fredda gli fece calmare i bollenti spiriti che già da quando lo aveva visto nella sua stanza -bellissimo, era sempre assolutamente bellissimo- non accennavano a calmarsi.
«Se vuoi cambiarti il bagno è subito dopo quella porta, a sinistra.» poi ammiccò al pacchetto che gli aveva buttato tra le mani e quando lo aprì ne uscì un costume simile a quello che lo stesso Richard stava indossando ma di un azzurro limpidissimo, simile al colore dei suoi occhi. Lui gli sorrise per poi guardarsi di nuovo un po' smarrito attorno.
«Ma dove siamo.»
«A casa mia.» disse semplicemente, lasciandolo ancora più a bocca aperta.
«Casa dei tuoi genitori?»
«No, è casa mia. I miei me l'hanno comprata qualche anno fa e io l'ho arredata come piace a me. Investimento per il futuro lo hanno chiamato, per me è solo un posto sicuro per andare a rifugiarmi quando ho bisogno di un po' di pace.» disse mentre galleggiava con tranquillità, come se fosse la cosa più normale del mondo che un ragazzo a neanche diciotto anni avesse una casa tutta per se e soprattutto che lui, il suo ragazzo da un mese non lo sapesse.
Scosse la testa prima di incamminarsi verso la stanza che il più grande gli aveva indicato come il bagno e si cambiò velocemente ma quando tornò alla piscina Richard non era più nell'acqua, ma era seduto su una sedia vicino al bordo che, ancora tutto bagnato, aveva in mano una chitarra e gli sorrideva.
«Sei bellissimo.» disse solamente, sorridendogli e scorrendo lo sguardo su ogni centimetro della sua pelle scoperta, prima di iniziare a suonare una melodia che conosceva, che aveva messo qualche settimana prima una notte prima di fare l'amore, e quando iniziò a cantarla sembrò che il tempo avesse smesso di scorrere, che il mondo si fosse fermato, impossibilitato a continuare a girare.
It's amazing how you can speak right to my heart. Without saying a word, You can light up the dark.
La sua voce era bellissima, come ogni volta che Flint l'aveva ascoltata, era quasi strano che un ragazzo così imponente potesse avere una voce così dolce e melodiosa ma ormai, sentendolo cantare spesso e non solo alle prove dei Warblers -ormai lo avevano rilegato a fare beatbox e per quanto Wilson cercasse di convicerlo a fare qualche provino lui si limitava a dire che stava bene dove stava- si era reso conto che quella sua dote era perfetta per lui. Richard era dolce e melodioso e quando ci si avvicinava abbastanza, senza essere intimiditi dalla sua stazza, queste sue qualità risaltavano agli occhi di tutti.
Si sedette su una delle sdraio che circondavano il perimetro della piscina e con gli occhi già pieni di lacrime lo ascoltò cantare. Era una canzone stupenda, la più romantica che conosceva, e sapere che quel ragazzo provava tutti quei sentimenti per lui lo riempiva e lo riscaldava come poco altro era mai riuscito a fare. Sentì la prima stilla salata scendergli sulla guancia e non la fermò, facendola scivolare fino al collo dove si raccolse nella curva della scapola.
The smile on your face lets me know that you need me. There's a truth in your eyes saying you'll never leave me a quel punto alzò gli occhi mentre pronuciava la parole del ritornello, e osservò Flint annuire e sorridere tra le lacrime. You say it best when you say nothing at all.
Quando la canzone finì il più piccolo nascose la testa fra le mani, finendo di piangere per l'emozione e quando sentì il tocco del suo ragazzo sulla spalla alzò gli occhi, cercando il suo sguardo. Sapeva che amava il colore delle sue iridi e spesso gli aveva ricordato come questo cambiasse in base al suo umore, di come ogni momento che avevano vissuto insieme fosse accompagnato da una nuova tonalità del suo sguardo e istintivamente si chiese di che colore fossero in quel momento i suoi occhi. Quelli di Richard erano lucidi e di un marrone così caldo che infiammarono ancora di più l'amore che provava in quel momento.
«Ti amo.» disse mentre si gettava al suo collo. Lo strinse forte e risero, perché erano felici, perché erano insieme e sapevano che niente li avrebbe separati. Si baciarono a lungo, assaporando il sapore delle lacrime che si mischiavano, e quando Richard gli rivolse uno sguardo malizioso capì cosa stava per succedere ed urlò in anticipazione così che quando entrarono di prepotenza nell'acqua ghiacciata questo si era già estinto, lasciando il posto alle risate.

Fine.


Dedicata a D, visto che ieri la nostra storia in chat faceva un mese (scusa se non ti ho fatto gli auguri ieri ma sono stata poco presente per colpa di Harry Potter e comunque credo di essermi fatta perdonare). La canzone è When you say nothing at all, di Ronan Keating che secondo me cantata da Jon Hall farebbe un figurone, che io amo alla follia e che una volta ti postai durante una ruolata. Ti adoro, grazie per essere un Flint dolcissimo per il mio Richard da un mese! Love ya!
Baci, Nacchan.

Traduzione dei versi inseriti nella fic:
Il tocco della tua mano dice che tu mi alzerai in qualsiasi momento io cadrò (all'inizio)
E' spettacolare come tu risca a parlare bene al mio cuore senza dire una parola, tu puoi illuminare il buio.
Il sorriso sul tuo viso mi fa capire che hai bisogno di me c'è una sincerità nei tuoi occhi che dice che tu non mi lascerai mai

   
 
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