Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: AngelSword    15/07/2011    8 recensioni
“Le loro vite sono legate ad un essere umano,” spiegò Robin.
Gli altri la guardarono di nuovo senza capire.
“Se l’umano a cui è legato l’Antico riceve un colpo, l’Antico lo riceve a sua volta, anche se ci sono migliaia di kilometri tra di loro. Se l’umano viene ferito, allora anche l’Antico viene ferito nello stesso punto e con la stessa gravità. Se l’umano muore, a meno che non si tratti di morte naturale, anche l’Antico muore. Invece se l’Antico dovesse morire l’umano sopravvivrebbe.”
Ci fu un momento di silenzio. Poi Usopp diede voce alla domanda che ronzava in testa a tutti “Se quello che dici è vero, allora lei a chi è legata?”
I Mugiwara si scambiarono uno sguardo indagatore.
Nel frattempo Chopper aveva terminato la visita. Esitò un momento prima di rigirare la ragazza, mettendola supina. 'Voglio avere la conferma...' le aprì la camicia bianca, lasciandola in top. Allentò le bende. A quello che vide trattenne il respiro. “So a chi è legata,” disse infine.

La mia prima FF in assoluto! Datemi il beneficio del dubbio almeno per i primi 5 capitoli XD Altri dettagli nella premessa.
Question Corner all'interno!! XD Fare Attenzione!
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Premessa
 

Eccomi qua, di ritorno dalle vacanze!! ^^ Vi sono mancata? (Arriva il solito tipo con il fucile ed abbraccia Angel prima di ricominciare a riconcorrerla) Parto immediatamente con questo nuovo capitolo che spero vi piaccia ^^ Non lo considero uno di quelli sdolcinati, quindi ne manca sempre uno ;p Bene, passiamo alle sezioni in grassetto ^^
Disclaimer: I personaggi di One Piece non sono miei.
Ringraziamenti: Alla Trinità, a Vale2910, a Niki 96, a FM107 3 RADIOCAOS, a tutti i lettori silenziosi e a tutti gli utenti che hanno messo questa storia tra le seguite/preferite ^^
Reminders: QC aperto e recensioni please :)
Annunci: Il concorso per il nome del bunker è stato vinto da Usopp con "NEST" con la schiacciante maggioranza di 37 voti!! Complimenti cecchino!! (applausi) ; Prossimo capitolo: Question Corner!!
Colonna Sonora Consigliata: "Rooftops (A Liberation Broadcast)" - Lostprophets; "The Window" - Course of Nature; "Blame It On The Girls" - MIKA; "Gypsy"- Shakira e "Innocence" - Avril Lavigne (Questa colonna sonora potrebbe fare un po schifo, lo ammeto XD Perdonatemi: è che sono davvero stanchissima!!)
Vi auguro una buna lettura ^^


Capitolo 27 - Sai Ciò Che Non Sai di Sapere

“Mio padre si chiamava Frau. Frau Auros Abelis, Secondo Antico della Terra. Era un uomo solare, allegro e premuroso. Mia madre si chiamava Solana Regendorf Montris, Secondo Antico del Fuoco. Lei era una donna a dir poco eccentrica, sempre vivace, un po infantile, bella da togliere il fiato. Aveva anche uno spiccato lato materno. Mi ricordo ancora la canzone che cantava a me e a mia sorella per farci addormentare. Quei due, insieme, si amavano come... ah, non ho parole per descriverlo.
“Ebbero tre figli: Xenon Auros Abelis, Terzo Antico della Terra ed il maggiore, Jenova Auros Montris, Terzo Antico del Fuoco, e la sua gemella, Juliet Auros Laertis, Terzo Antico dell’Acqua. Si dice che ce ne fosse stato un quarto, un terzo gemello, di cui si persero le tracce. Si dice che quest’ultimo bambino fosse Antico solo per metà. Eppure Solana era sempre stata fedele a suo marito, questo era più che certo. Beh, gli errori capitano. Ma lui non era un errore, e per questo nostra madre chiese aiuto all’Antico del Tempo che congelò il bambino poco dopo la sua nascita e lo chiuse in una capsula, in attesa che l’umanità si sviluppasse abbastanza da accoglierlo. Agli occhi di alcuni, questo apparì come un amorevole gesto materno. Ad altri come una grave offesa al sangue Antico.
“Per questo fu uccisa. Non si sa chi abbia commesso il crimine, ma si sa che è morta perché la catena del suo Legame era stata rotta. Esistono solo due persone che potevano tagliare quel legame: l’Antico delle Gemme in possesso della Falce o Solana stessa.
“I loro figli sarebbero diventati re e regine di Aquroja. Quindi Nex era l’erede al trono, il principe, e le due bambine erano due principesse. Venivano educati come tali, sottoposti a lunghissime ore di strazio lezioni (che non si limitavano solo al portamento, come spesso si pensa....). Una vera e propria NOIA.
“Solana aveva lunghi capelli lisci rosso scuro e un paio di bellissimi occhi verdi. Il suo corpo era snello e sottile, la sua forma animale: la fenice. Frau invece era biondo, capelli corti e ricci, dagli occhi azzurri, alto e robusto. La sua terza forma era il basilisco. Erano ottimi regnanti di Aquroja. Non si spiegarono mai i veri motivi dell’omicidio. O suicidio.
“Quando mamma morì, papà ebbe un periodo di depressione. Cercava di non darlo a vedere, ma sia io che mia sorella abbiamo qualche volta origliato le conversazione che aveva con Nex-nii-san. In quei momenti sembrava così stanco. Ma a noi voleva così tanto bene. Sapeva che non avrebbe potuto rimpiazzare la mamma, ma a noi andava bene così.
“Poi arrivarono dei signori, tutti vestiti di bianco. Erano strani, se ne andavano in giro con delle bolle sulla testa, ed addosso avevano i guanti anche se era estate e faceva molto caldo. Discussero con Frau per tantissimo tempo, chiusi nella stanza speciale di papà, quella piena di libri e cartine geografiche. Se ne andarono la sera. Non erano molto felici.
“Pochi giorni dopo papà partì. Ci salutò abbracciandoci e dicendoci che ci avrebbe portato un bellissimo regalo. Si raccomandò anche di non distruggere niente in sua assenza in caso litigassimo. Ci lasciò anche una piccola piantina verde in un semplice vaso di coccio. Ci disse che lui sarebbe tornato per aiutarci a farla crescere, ma che per ora dovevamo prendercene cura noi. Era una promessa. E papà era un ottimo giardiniere. Diceva che lui non era bravo, ma sapeva solo ascoltare le piante. Stamattina, a due mesi da quel momento, Nex-nii-chan ci ha detto che papà è morto.
Juliet  Aqua si è chiusa in camera, quella stupida. Probabilmente sta piangendo, ma sicuramente sta stringendo i denti per non farsi sentire. Nex-nii-chan è andato a parlare con Aries. Sembrava anche lui molto triste. Io sto scrivendo qui, nello studio di papà, seduta sulla grande sedia di pelle verde bottiglia, quella che gira, dietro alla grande scrivania di legno scuro, ancora piena di carte piene di parole che non capisco. Sono sicura che a momenti arriverà Leroy per consolare quella specie di mezzo scorfano di mia sorella. E Rododendrus  Rodrus sicuramente verrà per vedere come sto io. Non so chi leggerà questa lettera, ma spero che qualcuno del Mondo di Fuori la legga per capire che quelle persone vestite di bianco che se ne vanno in giro con le bolle sulla testa non sono buone. Non so voi, ma nella nostra scuola ci hanno insegnato che uccidere è una cosa brutta. Non voglio sembrare offensiva, ma da qui non ci siamo mai uscite e non ci faranno mai uscire, quindi non so davvero che cosa sapete o no. Se leggete questa lettera, per favore, rispondetemi, e non fidatevi di quegli strani tizi. Almeno le lettere riescono a passare attraverso le nostre mura! Grazie mille e porgo i miei saluti,

Jenova Auros Montris, Terzo Antico del Fuoco e futura Regina di Aquroja.”

 

Robin poggiò il foglio sul tavolo una volta terminata la lettura. “Non sapevo dell’esistenza di questa lettera,” disse Nex  mentre fissava la scrittura ancora incerta della sorellina. “Come mai ce l’avevi tu?” chiese voltandosi verso Ruby.

“Mi chiese di spedirla, ma non ce ne fu mai il tempo... l’assalto e tutto il resto...” rispose armeggiando con un piccolo cubo nero.

“Voi tre eravate principi e principesse di questo regno...” riprese l’archeologa scrutando Xenon con un sorrisetto prima di voltarsi verso Ruby. “Come le eri anche tu, Rigel Regendeorf Stigmatis. Futuro re di Stiria, la città fondata da Stigma, famoso per il rubino rosso sangue che aveva la tua corona.” Il diretto interessato non rispose, assorto com’era nel saggiare il peso dell’oggetto che teneva tra le mani, anche se i muscoli della sua mascella si contrassero mentre ricordava.

“Certo che però è sorprendente... non mi sarei mai aspettato che Aqua-chan avesse un altro nome,” disse Sanji osservando la ragazza che si era addormentata sul divano con la testa abbandonata contro la spalla di Zoro. “Ed anche il suo vero nome è favoloso!!”

“La cosa che invece trovo interessante è questo quarto fratello misterioso,” disse Franky allungando allo spadaccino una coperta da stendere sulla ragazza. “Trovo strano che voi due non ne sappiate niente.”

Xenon fece spallucce. “Lo abbiamo cercato entrambi per qualche secolo. Poi io ho abbandonato, ma Aqua sta ancora indagando. Sono quasi completamente certo che nutra dei sospetti su qualcuno, ma dato che non ne è sicura non mi ha ancora detto niente a riguardo.”

“Potremmo mai andare ad Acquadicolonia?” chiese Rufy con un sorriso.

“È Aquroja...” lo corresse Usopp dandogli uno schiaffo sulla nuca che il ragazzo nemmeno percepì.

“Fossi in voi non ci andrei,” disse Seph, appollaiato come un uccello sulla poltrona. “Ne sono rimaste solo macerie e sangue.”

“Ma io ci voglio andaree,” piagnucolò il capitano.

“Chiedete ad Aqua, lei è l’unica che sa arrivarci,” disse distrattamente Ruby mentre studiava lo strano aggeggio che aveva tra le mani.

“Ok!” esclamò il ragazzo di gomma e si parò di fronte alla ragazza.

“Che diamine...” mormorò Zoro guardandolo storto.

“Oi, Aqua! In piedi! Mi devi portare ad Acquadicolonia!!! OII!” urlò Rufy cominciando a schiaffeggiarla senza metterci troppa forza però.

“Rufy! Smettila subito!” lo sgridò Nami alzandosi, ma il capitano non si fermò.

Lo spadaccino stava per dare un pugno nello stomaco del ragazzo quando Aqua corrugò la fronte e bloccò la mano di Rufy. Poi la torse dietro la schiena del capitano e lo spinse via. Tutto senza nemmeno aprire gli occhi. Come se nulla fosse accaduto, si stiracchiò un po e si girò dall’altro lato, facendo involontariamente cadere un’ala addosso a Zoro.

“Riflesso incondizionato... certo che se ne prendono di brutte abitudini ad essere un assassino...” mormorò Nex guardando la sorella.

“Sottospecie di lucertola...” borbottò lo spadaccino togliendosi di dosso la pesante massa di piume bianchicce.

“Impressionante,” disse Brook. “Aqua-san in questo assomiglia molto a Zoro-san: sono molto difficili da svegliare e non amano nemmeno esserlo!”

“Non comparare la meravigliosa Aqua-chan con quell’alga marina,” lo intimidì Sanji dandogli un piccolo calcio alla testa.

“È invece abbastanza facile da svegliare,” disse Seph guardandoli un po perplesso. “Basta sapere cosa dire.” E senza aspettare una risposta dagli altri, prese una gran boccata d’aria. “C’è XENON CON LE SUE SPADE CHE SE NE STA ANDANDO IN GIRO CON UNA MONTAGNA DI CASTAGNE ARROSTO!!!”
“XENON, SPADE E CASTAGNE?!!” esclamò Aqua scattando subito a sedere, più sveglia che mai.

“Come volevasi dimostrare...”

D’un tratto il naso della ragazza prese a sanguinare. Sbattè un paio di volte gli occhi e toccò il rivoletto di sangue, macchiandosi la punta delle dita. Si voltò e vide Zoro tenersi il proprio. “Waaah!! Zoro scusascusascusa!!!! Non volevo colpirti con le ali!! Scuuusaaa!!!”

Alzandosi l’Antico aveva improvvisamente spalancato le ali, prendendo lo spadaccino dritto sul naso.

“Lascia, faccio io,” disse avvicinandosi a lui. Alzò una mano e sussurrò qualche parola in lingua Antica. Un piccolo ghirigoro circolare rossiccio apparì di fronte al suo palmo, facendo riassorbire il sangue dalla pelle e curando qualsiasi tipo di piccola ferita che avrebbe potuto avere lo spadaccino.

Zoro la guardò spaesato per un istante e lei rispose con un sorriso. “SEPH!!” urlò poi voltandosi con tutt’altra espressione. Saltò giù dal divano e si parò di fronte all’altro Antico mettendo le mani sui fianchi. “Si può sapere perché mi hai svegliata!? Dormivo tanto bene....” piagnucolò.

“Cosa vorresti domani a pranzo?” chiese lui ignorando la sgridata, come suo solito.

“Oh, mi piacerebbe mangiare del pesce, grazie!” rispose con un sorrisetto, cambiando di nuovo completamente attitudine.

“E CARNEEE!!!” aggiunse Rufy strillando tanto per essere sicuro di essere sentito.

“Ma voi siete tutti pazzi...” commentò Zoro una volta passato il momento di assenza.

Aqua si voltò e lo guardò offesa, assottigliando gli occhi. “Senti chi parla... bestia.”

“Ma senti da che pulpito nasce la predica.”

“Io almeno non me ne vado ad attaccare la gente con un’espressione spaventosamente inquietante sulla faccia senza dare nemmeno una spiegazione.”

“No, tu fai di peggio: l’ammazzi direttamente, la gente.”

“Zoro, ti piace l’astronomia?”

Lo spadaccino aprì un occhio e la guardò allibito. “E questo che cosa c’entra?”

Notò solo in quel momento come il volto della ragazza si fosse rabbuiato, semi nascosto dai capelli. “Perché...” il suo sussurro era deformato dalla rabbia. “TI DARÓ COSÌ TANTE BOTTE CHE VEDRAI UN’INTERA VIA LATTEA DI STELLE DAVANTI AI TUOI OCCHI!!!” urlò saltandogli addosso.

Preso alla sprovvista, Zoro non fece in tempo a schivare e potè solo stare a vedere il corpo che si avvicinava a lui, pronto a sferrargli un calcio. All’improvviso, alcuni tentacoli avvolsero la vita, le braccia e la gamba della ragazza, cogliendola di sorpresa - come testimoniarono i suoi occhi momentaneamente sgranati per la confusione - e la bloccò a mezz’aria.

“Aqua-chan, niente liti in casa. Rischi di distruggere tutto,” cantilenò Xenon. I tentacoli, che in verità erano lunghe liane sottili, torsero il corpo della sorella fino a che non formò un cerchio.

Lei, a testa in giù, lo guardò storto. Un sommesso ringhio vibrò nel suo petto, sordo e prolungato.

“Adesso fai pace con Zoro. E non ringhiare a tuo fratello maggiore,” l’ammonì.

“Sai che ti odio, vero?”

“Non posso farci niente: ho delle responsabilità. E smetti di ringhiare.”

“Nex, io ho già smesso di farlo.”

L’Antico l’osservò perplesso. “Allora chi.....?” Si voltò verso Ruby che stava osservando furioso un punto indeterminato nella notte dietro la finestra. “Ruby?”

Al pronunciare del suo nome, l’uomo si riscosse e il sommesso ringhio cessò. Guardò il cugino, spaesato, ricordandosi solo in quel momento della presenza di altri essere viventi nella stanza. “Scusate...” disse alzandosi. “Io... mi sono appena ricordato che ho una sostanza da portare a termine nel mio studio... quindi, io vado.” Si appoggiò allo stipite della porta. Si voltò e rivolse ad Aqua un bellissimo sorriso “Così le ali di Aqua-chan si riempiranno di piume ancora più in fretta!”

L’espressione preoccupata sul volto della ragazza fu subito cancellata per far spazio ad un’altra furiosa insieme ad un paio di guance rosse. “Basta! Smettila! Non voglio le piume!!” disse dimenandosi.

Ruby corse via con un veloce saluto generale prima che Aqua si liberasse.

“Accidenti,” sussurrò infine l’Antico abbandonando ogni tentativo di fuga. Fu rilasciata bruscamente poco dopo. “Nex!!” protestò massaggiandosi il didietro dolorante.

“Andiamo và,” mugugnò Zoro prendendola per la vita. La sollevò e se la sistemò sulla spalla. “Io sto cominciando ad avere sonno e so che continuerai a rompere finchè non ti addormento.”

Aqua si lasciò fare, anche se incrociò le braccia e chiuse gli occhi infastidita. “Ma che qui tutti mi hanno preso per un oggetto? Prima le liane, poi Zoro, e Ruby e Seph... e basta un po! So camminare!” borbottò sottovoce.

“Vuoi lasciarla a me?” chiese Seph fissando intensamente lo spadaccino. Più che una domanda sembrava un ordine.

Zoro non si lasciò intimidire e sostenne quello profondo sguardo verde scuro. “No, non ce n’è bisogno. Dopotutto, sembri essere più bravo a svegliare, piuttosto che ad addormentare.”

Silenzio. L’elettricità creata dall’incrociarsi di quelle due paia di occhi era percepibile. “Zoro, andiamo,” mormorò infine Aqua poggiando una mano sulla schiena dell’uomo. Lui, impassibile, squadrò un istante di più il ragazzo alato prima di voltarsi ed uscire. “Notte a tutti!” disse lei al posto di Zoro. Poco dopo che la porta si chiuse sentirono la voce attutita di Aqua protestare per essere messa giù.

Poi sentirono una finestra scorrere e Seph sparì in un fruscio lasciando dietro di sé solo un paio di piume. I Mugiwara e Nex attesero pazientemente che tutto intorno a loro fosse silenzio.

“Allora, come pensiamo di procedere ora?” disse Nami mentre si stringevano tutti in un cerchio più piccolo.

“Cosa intendeva il marimo con ‘farti addormentare’??! Spero per lui che non abbia idee strane...!!!” disse Sanji mentre cominciava a prendere fuoco.

“Tranquillo, tranquillo. Ti pare che l’avrei lasciato andare via con mia sorella se avesse avuto quel tipo di pensieri? Aqua si addormenta solo se ascolta un battito cardiaco che ricorda quello di noi Antichi, calmo e costante. Zoro possiede questa caratteristica, quindi la fa gentilmente addormentare ogni sera.”

“E se non ascoltasse niente?” chiese Chopper.

“Aqua non dormirebbe.”

“Allora dovrebbe essere già morta; il sonno è semplicemente essenziale per il cervello.”

“Siamo Antichi, ricordalo. Noi non moriamo per mancanza di sonno, deidratazione o digiuno. Possiamo morire solo in tre possibili modi: se il Sigillo viene colpito in pieno; se perdiamo troppo sangue; se una grande quantità di veleno ci arrivasse nel cervello senza passare dallo stomaco.”

“Certo che siete davvero dei mostri...” commentò Franky.

“Siamo quello che siamo.”

“Cos’è questo?” Robin prese in mano la scatoletta nera che era rimasta sul tavolino.

“Ah, Ruby deve averla dimenticata qui.... È un’arma.”

“Un’arma? Una cosa così?!” Al cyborg venne quasi da ridere.

“Mio cugino passa il suo tempo libero a costruire armi per Aqua. Gli ho chiesto più di una volta di smetterla, ma semplicemente non può. Beh, in fondo è difficile resistere agli occhi da cucciolo di mia sorella quando chiede una nuova arma.”

Nami si schiarì la voce. “Ragazzi, siamo qui per parlare di qualcos’altro.”

“Giusto. Scusami Nami.”

“Perdonami, Nami-san.”

“Ma tu che c’entri, Sanji?”

“Ma quei due ragazzini non si vedono mai?”

“Sono patiti per la meccanica. Se ne stanno chiusi nel loro laboratorio sotterraneo per tutto il giorno. Potete andarli a trovare lì, se volete. Adesso però, vi voglio focalizzati sul piano. Anche perché Nami mi sta facendo paura con quello sguardo....”

“Allora chi potremmo far andare ora...”

“Oi, io avrei un’idea!”

“Robin e Franky, siete stati fantastici! Magari potremmo mandare di nuovo loro.”

“Oi, ascoltate--“

“No, Zoro s’insospettirebbe. Magari Brook.”

“Uhm, ragazzi--“

“Rufy sta zitto, sto cercando di pensare!”

“Yoho! Mi dispiace Nami-san, ma io e Xenon-san stiamo ancora allestendo tutti i preparativi. Dovrebbe essere pronto per domani.”

“Ooooiiiii!! Io ho un’idea--“

“Rufy basta! Guarda che ti picchio a sangue!”

“Nami, non esagerare...”

“Magari Sanji-kun... in fondo la tua prova è stata la prima e l’abbiamo dovuta allestire anche in fretta e furia...”

“Oi...”

“Mi dispiace Nami-san: non posso sopportare quel marimo in cucina! L’altra volta ha fatto un macello pazzesco!”

“Ah, anche se ci tagliano completamente la testa possiamo morire, noi Antichi.”

“Ehilàà...”

“A, chi te l’ha chiesto, B, che cosa c’entra.”

“Chopper prima aveva... vabbè, come se non avessi detto niente.”

“Io vorrei---“

“Allora Usopp?”

“Scusate--“

“Non credo che mi seguirebbe di nuovo...”

“Ehi--“

“Allora credo che dovrò intervenire io di nuovo... siete inaffidabili ragazzi!”

“Nami--“

“Guarda che è stato durante la tua prova che è arrivata la Marina!”

“Non era previsto, va bene?!”

“....”

“Fatto sta che è arrivata.”

“Non vuol dire! Avreste invece dovuto vedere quei due--“

“OOOOOOOIIIIIIIII!!!!!” Rufy sbattè un piede sul tavolo attirando finalmente l’attenzione di tutti. “Si può sapere che vi prende?! Vi siete dimenticati qualcuno, non vi pare?!”

I Mugiwara si guardarono a vicenda. “No, nessuno...” disse Usopp.

Il capitano lo prese per la camicia e lo sollevò da terra. “ME! Vi state dimenticando di ME!” piagnucolò.

Silenzio. “Forse non è una buona idea, Rufy...” disse Nami.

“Cosa stai insinuando?!”

“C’è che tu non ci capisci un’ H di amore, idiota patentato,” disse Sanji senza tirarla troppo per le lunghe.

“Non è vero! Devo solamente farli baciare o qualcosa del genere, no? Non è quella un’espressione d’amore?”

Di nuovo silenzio. “Non ci credo. Rufy ha capito.” Nami era genuinamente scioccata.

“Finiresti per combinare comunque un casino,” rimarcò Usopp una volta che fu rilasciato.

“Basta! Ho deciso! Domani ci penserò IO!” Rufy si diresse a grandi passi decisi verso l’uscita.

“Ma Rufy---“

“Ordini del capitano!” E detto questo, chiuse la porta dietro di sé.

Nella sala regnò il silenzio per la terza volta. I Mugiwara stavano ancora fissando increduli la porta da cui era uscito.

“Io credo che andrò a mettere al sicuro le cose di valore,” disse Nex alzandosi.

“Siamo regalmente fottuti,” disse Sanji, abbandonando per una volta le buone maniere.

***

Parò un fendente da sinistra ed attaccò con la destra. Aqua prontamente indietreggiò, ma si lanciò subito di nuovo all’assalto. Bloccò l’attacco incrociando le sue lame di fronte a sé. Con una spinta le aprì facendola allontanare. Entrambi fecero una giravolta e si bloccarono con due spade puntate alla gola dell’altro. Il corpo dell’Antico reagì alla vicinanza della spada nera di Zoro e la soffusa luce illuminò il sigillo posto sull’occhio destro della ragazza. Non parlarono. Rimasero immobili, così, per chissà quanti lunghi secondi. Solo i loro respiri affannati riempivano l’aria.

“Patta?” disse ad un certo punto Aqua senza cambiare espressione.

Lo spadaccino la squadrò impassibile per qualche altro istante mentre cercava di pensare ad un qualche via di fuga. “Patta,” rispose quando non ne trovò alcuna. Abbassò le spade insieme ad Aqua.

Lei rinfoderò le proprie in silenzio e si mise a sedere sull’erba.

“Riesci a tenermi testa nel mio stile ed hai cominciato solo tre giorni fa.” Si sedette di fronte a lei. “Sei impressionante.”

“Può darsi...” sussurrò lei mentre fissava un ciuffo d’erba.

“Andiamo, dimmi cosa c’è che non va,” disse lui. Ormai era capace di capire in un batter d’occhio quando qualcosa la turbava.

“Lo sai già,” replicò lei senza sollevare lo sguardo. Zoro alzò un sopracciglio. “Io te l’ho già detto...”

“Quando?”

Lei non rispose e si sdraiò. “Certo che è davvero bello il cielo...” disse osservando incantata le stelle.

“Già.” Anche lo spadaccino alzò la testa per guardare la distesa nera puntellata d’argento.

“Zoro.”

“Hm?”

“Ti va di andare a fare un bagno?”

“C-cosa?! Insieme?!”

“Sì. Devo assolutamente lavarmi via la stanchezza dal corpo.”

“M-ma per bagno intendi, bagno con il costume, vero?”

“Tu quando ti fai il bagno nella vasca lo fai in costume?” Aqua sollevò la testa per guardarlo con un’espressione che già rispondeva da sé alla domanda, il sopracciglio destro tipicamente alzato.

Il battito cardiaco dello spadaccino accelerò. Non era assolutamente pronto per questo. Robin ieri gli aveva detto di fare come meglio credeva, ma non aveva parlato di bagni.

“Allora andiamo?” Aqua si alzò e gli porse la mano. “Ti porto alla cascata. So che una volta hai cercato di andarci ma ti sei perso.”

Zoro non si sentiva ancora psicologicamente pronto per una cosa del genere e avrebbe voluto rifiutare, ma prese comunque la sua mano. Merda, tutta colpa del ‘fisicamente’...!!!

***

L’acqua era fredda, ma non troppo. Lo scrosciare dell’acqua della cascata era in qualche modo piacevole e rilassante. S’immerse tuffandosi da una roccia. Gli era sempre piaciuta, l’acqua gelida: più tonificante e riusciva a tenerlo sveglio. Ritornò in superficie e nuotò fino alla base della cascata, circondata da una lieve nebbiolina grigia. Si voltò.

La figura bianca di Aqua era accucciata sulla riva. Allungò una mano e sfiorò la superficie del laghetto. Poi alzò e cominciò ad avanzare nell’acqua.

Quando Zoro la vide s’immerse fino al naso mentre arrossiva. I capelli biondi della ragazza erano sciolti e coprivano la maggior parte del corpo, ma era comunque nuda. Si chiese perché si era lasciato trascinare dentro questa pazzia e perché si era spogliato anche lui. Il fatto è che se n’era accorto troppo tardi di quello che aveva fatto. Poi un pensiero saettò nella sua mente: Aqua si sarebbe trasformata in sirena quindi niente da temere. Riemerse fino a mezzo busto, soddisfatto della sua deduzione.

“Posso rimanere nella mia forma umana se voglio,” disse lei mentre lo superava nuotando. Lui sobbalzò e ritornò sott’acqua. L’Antico rise. “Sei davvero troppo carino!”

“E smettila con tutti questi “carino”...” borbottò. “E smettila anche di spiare i miei pensieri.”

“Io non ho spiato proprio niente. Ce lo avevi praticamente stampato in faccia quello che pensavi.”

Zoro si girò per guardarla. I capelli le galleggiavano intorno, come i petali di un fiore. Lei lo stava osservando e sua volta con un sorrisetto stampato sulle labbra. “Ma tu proprio non ti vergogni di niente, eh?”

L’Antico fece spallucce. “Dovrei?”

“Sì!!”

“Se ti da così fastidio una donna nuda che oltretutto non puoi nemmeno vedere chiaramente, posso trasformarmi in un uomo.”

“Puoi fare una cosa del genere?”

“Certo, tutti gli Antichi possono trasformarsi da uomo a donna e da donna a uomo, anche se preferiamo sempre rimanere come siamo.”

“Resta donna, allora.”

“Non ti stai un po contraddicendo?”

“Sei te che sei... sconcia!”

“Sono stata cresciuta da uomini in un ambiente maschile, nel caso non l’avessi notato non ci sono altri Antichi femmina. Diciamo che ho perso parte della mia femminilità. E poi, mi hanno detto che nemmeno Nami ha tanti problemi...”

Zoro si ricordò di quella volta nei bagni di Arabasta. “Io almeno ho avuto la decenza di non guardare.”

“Beh, rifatti gli occhi allora.” La ragazza si alzò, accompagnata dal rumore dell’acqua che gocciolava giù dal suo corpo. Lo spadaccino si voltò immediatamente e fissò gli occhi sulla grande roccia ovale da cui si era tuffato. La sentì ridere e qualcosa di leggero, freddo e bagnato toccò la sua spalla. Aqua lo abbracciò da dietro ridendo. Lui tenne gli occhi ostinatamente incollati alla roccia, ma tutto il suo corpo andò a fuoco per l’imbarazzo. “Guarda, guarda... ascetico fino alla fine?” gli sussurrò.

“Non sono ascetico; sono decente.”

“Non dirmi che non hai voglia di girarti e guardare.” Si strinse ancora di più a lui.

“Non lo nego, ma non lo faccio per rispetto.” Che cazzo mi stai facendo dire, ultracentenaria?!

“Buon per te,” canticchiò lei. “Una volta un uomo ha cercato di vedermi nuda. Un pervertito pazzesco, sarà stato incriminato per almeno venti stupri. Poi ha incontrato me e, beh...”

“ ‘Beh’ cosa?” Non sapeva se essere arrabbiato o spaventato.

“Beh... è dovuto correre all’isola per i gay e i trans.”

“Esiste un’isola del genere? Non rispondere.” Aveva una domanda più importante. “Che cosa gli hai fatto?”

“Oh, ci vuole così tanta fantasia? Era un pervertito e non sapeva tenerselo nelle mutande, quindi ho eliminato il problema direttamente dalla fonte.”

Il sangue nelle vene dell’uomo si gelò. “Glielo hai tagliato...?”

“Già.”

Zoro si alzò e si voltò di scatto. “Come fai a dire solo ‘già’??! Ti rendi conto di quello che hai fatto!? Hai privato un uomo della sua... uomosità! È una cosa terribile! C’è da avere paura di te!!” Si bloccò all’improvviso quando si accorse che Aqua si era girata dall’altra parte.

“Non ho nessun desiderio di vederti nudo...” mormorò lei nel tono più sprezzante che poteva per nascondere le sue guance rosse.

Zoro sbattè un paio di volte gli occhi e fece saettare il suo sguardo un paio di volte tra la schiena della ragazza e il basso prima di realizzare la situazione e immergersi immediatamente nell’acqua.

“E poi si dice ‘virilità’...”

“E tu sei una sadica senza frontiere. Mi fa male solo a pensarci.”

“E se ti dicessi che non ha provato per niente dolore perché dormiva?” chiese in tono speranzoso.

“Non ti crederei.”

“Cattivo...” Si accucciò di nuovo portando le ginocchia al petto e continuando a dargli le spalle.

Lui osservò le ali nere fuse sulla sua schiena per qualche istante. “Perché non ti volti più?”

Silenzio.

Zoro si issò su una roccia che affiorava dall’acqua e si sostenne sui gomiti, rimanendo così col busto fuori. “Come si chiama questo fenomeno? Frigidità?”

“CHE NE SAI TU DI COSA É LA FRIGIDITà??!!!” urlò lei lanciandogli una roccia in testa che lo spadaccino schivò per poco. La guardò arrabbiato ma invece rimase a dir poco impressionato. Aqua si era alzata e sembrava di non essersi ancora accorta del suo gesto. Lo spadaccino sentì un sottile rivolo di sangue colargli involontariamente giù dal naso mentre i suoi occhi seguivano fuori controllo le curve perfette del corpo della ragazza.

“GRAZIE MILLE!” disse infine lui inchinandosi.

Aqua lo guardò perplesso e finalmente realizzò di essere fuori dall’acqua. Guardò il suo stesso corpo. Non diede nessun tipo di reazione. “Pensi davvero che questo corpo sia bello?” sussurrò infine.

Zoro, che si era andato a rifugiare dietro un masso per proteggersi dall’eventuale furia della ragazza, fece capolino da dietro la roccia. “È una domanda a trabocchetto?” chiese cautamente.

Lei scosse la testa, e i suoi capelli seguirono il suo movimento, continuando a fissarsi.

“Sì, oserei dire che il tuo corpo è anche meglio di quello di Nami e Nico Robin. Come dire, è più proporzionato, più forte, più atletico. Non che io abbia visto gli altri due, sia chiaro...”

“Anche se ho tutte queste cicatrici?” Poggiò una mano su quella che le dominava l’intero busto.

“A parte il fatto che quella è colpa mia, sei sempre bella. Cicatrici e... tutto il resto,” concluse dopo una piccola esitazione.

Lei si squadrò qualche altro secondo prima di voltarsi e camminare come se niente fosse verso la cascata. Si arrampicò sulle rocce e si sedette su una di esse, esattamente sotto il getto d’acqua. “Tu non vieni?” chiese aprendo l’occhio destro per guardare lo spadaccino, ancora nascosto dietro il masso.

Lui, che si era limitato a seguirla solo con gli occhi senza abbandonare il rifugio, nuotò fino alla cascata e si scelse un posto a distanza di sicurezza da lei e chiuse gli occhi per meditare. Passarono almeno dieci minuti quando avvertì uno spostamento alla sua destra e qualcosa si appoggiò contro la sua schiena.

“Sei un nii-san fantastico, lo sai?” disse Aqua mettendosi comoda schiena contro schiena allo spadaccino.

Zoro non rispose subito, ma con un sorriso allungò un braccio indietro per arruffarle i capelli bagnati. “E te sei una nee-san che non fa altro che creare problemi.”

“Comunque sappi che te la faccio pagare.”

“Cosa?”

“Il panorama di prima.”

Zoro istintivamente strinse le gambe. “Cosa vuoi fare?”

“Non quello che pensi.”

Lui tirò un sospiro di sollievo.

“Ma posso sempre torturarti. Conosco più di duemila strumenti di tortura e posso chiedere a Ruby di sospendere il Legame per un po.”

“Allora, sei: un rettile, ultracentenaria, stupida, fanatica, mostruosa, vendicativa, sconcia, maschiaccio, ed anche sadica.”

“Grazie per i complimenti.”

“Di niente. Comunque questo deve rimanere un segreto, altrimenti mi ritroverò sia Xenon che il cuocastro riccioluto alle calcagna per il resto della settimana.”

“Ok, ma allora mi fai dormire con te anche stanotte.”

“Tanto verresti a rompere le scatole lo stesso.”

Aqua ridacchiò. “Ma se in fondo piace anche a te l’idea che ti vengo a tenere compagnia.”

Molto in fondo.”

“Basta pensare a come mi tieni stretta a te. Ieri notte volevo andare a bere e ti ho svegliato cosicché tu potessi gentilmente rimuovere il tuo braccio dalla mia vita e lasciarmi andare, ma no: hai biascicato qualcosa del tipo “Non ti lascerò mai più andare via da me, resta con me, per sempre” e mica mi hai fatta andare a prendere un bicchiere d’acqua!”

Zoro s’irrigidì mentre arrossiva lievemente: non si ricordava di questo. “Stai mentendo.”

“Assolutamente no. È la pura verità.”

“Menti.”

“Te lo giuro sul mio Sigillo. E per un Antico giurare sul Sigillo equivale a giurare su Dio.”

Lo spadaccino rimase in silenzio. “E va bene lo ammetto. Mi piace che sciubhiubcp....” biascicò abbassando sempre di più la voce.

“Come scusi?” chiese lei con falsa meraviglia.

“Ho detto che mi piace quando tu cbdyobchfdlobvh...”

“Signore, la prego di parlare con più chiarezza.”

“MI PIACE QUANDO TU DORMI CON ME!!!” urlò lui voltandosi. “Va bene così?!” Questo momento entrò nella sua rubrica dei “Momenti più Imbarazzanti” che ultimamente stava diventando sempre più grande.

Aqua lo sorprese gettandogli le braccia al collo e dandogli un bacio sulla bocca. Lui, più incredulo ed imbarazzato che mai, ricambiò il bacio e le poggiò una mano sulla schiena. Ma prima ancora che potesse stringerla a sé, lei si allontanò immediatamente da lui. Lo guardò scioccata e Zoro la guardò allo stesso modo. “Scusa, scusa, scusa. È stato un gesto totalmente istintivo, non sapevo cosa stavo facendo, mi dispiace così tanto, scusami Zoro---“

“Va tutto... bene,” disse lui ancora leggermente spaesato.

“Non lo farò mai più, te lo prometto. È stata solo una cosa passeggera, non sapevo più quello che stavo facendo.”

“Aqua, è tutto ok, calmati.” Le mise una mano sulla testa. “Siamo stanchi entrambi, a volte capita di fare cose che non si vogliono fare. Vogliamo andare a dormire?”

L’Antico annuì e si circondò d’acqua per non essere vista mentre scendeva dalla roccia e nuotava a riva. Zoro la seguì a pochi passi di distanza.

“Aspetta,” sentì dire la voce di Aqua e prima ancora che potesse fermarsi, un piacevole calore gli avvolse il corpo e gli asciugò l’acqua addosso. Quando si voltò Aqua si era già messa i pantaloni e si stava riabbottonando la camicia.

Sospirò. In fondo erano sempre schiena contro schiena: così vicini ma così lontani.


 

***


“Sai ci ho pensato molto a lungo,” disse Aqua mentre scostava una grande foglia di fronte a lei.

“Tu pensi?” replicò Zoro che sentiva di potersi addormentare in piedi.

L’Antico gli lanciò un’occhiata fulminante ma lasciò passare. “Ho trovato un anagramma per il tuo nome.”

“E sarebbe?”

“Zoro diventa Orzo!” esclamò lei tutta soddisfatta.

“Wow, vincerai il nobel per questa scoperta,” disse in tono annoiato.

“Ora, dato che io ho pensato per ore a quest’anagramma, e a te piace così tanto, mi porterai in braccio fino a casa.” Si parò di fronte a lui.

“No,” mugugnò e tirò dritto.

“Sì.” Aqua gli mise le braccia intorno al collo.

“Dai, Aqua, ho sonno,” disse lui passandosi una mano sugli occhi. Abbassò lo sguardo e si ritrovò davanti l’arma micidiale della ragazza: gli occhi da cucciolo.

“Eddai, che ti costa: con tutti quei muscoli che ti ritrovi e il mio peso estremamente leggero nemmeno mi senti,” lo pregò lei facendo il labbrino.

Zoro sospirò rassegnato. “Un giorno mi farai davvero diventare pazzo,” sussurrò mentre la prendeva tra le braccia.

Aqua sorrise soddisfatta. “Esagerato.” Si mise comoda e circondò con un braccio il collo dello spadaccino. “È anche il tuo dovere da nii-san.”

“Ti ricordo che non siamo legati da sangue,” disse e riprese a camminare.

“Punto uno: a dir la verità sì, anche se per davvero pochissimo, altrimenti non sarebbe possibile che io e te siamo legati. Punto due: credi davvero che servano legami di sangue per essere una famiglia?”

“No, ma adesso vado da Chopper e mi faccio filtrare tutto il sangue che ho nel corpo così mi levo di dosso il tuo.”

“Lo devo prendere come un insulto?”

“Lascio a te libera interpretazione.”

“Se non fossi nello stato in cui sono ti avrei già riempito di botte....”

“Perché, in che stato sei?” A quella domanda Aqua distolse lo sguardo dal volto di Zoro e prese a fissare combattuta il terreno. Lo spadaccino si accorse solo in quel momento di come l’Antico stesse stringendo i pugni. Si fermò e l’adagiò contro un albero. “Aqua, dimmi subito che hai.” Lei si rifiutava esplicitamente di incontrare i suoi occhi e di rispondere.

“Niente.”

“Non mentire. Ti si sono sbiancate le nocche per quanto stai stringendo le mani.”

L’Antico abbassò lo sguardo sulle mani e le distese quando si accorse di quello che stava facendo. “Inutile nasconderlo, allora,” disse con una mezza risata e le poggiò sull’occhio destro.

“Cosa c’è?” chiese lui cominciando a preoccuparsi.

Aqua separò una mano dal suo volto e gliela parò di fronte agli occhi. Il palmo era sporco di sangue azzurro. “Succede questo.”
Zoro imprecò sottovoce e le prese delicatamente l’altro polso e le fece scoprire l’occhio. L’iride era color ghiaccio e il sangue colava giù come lacrime. “Non è una questione di luce allora, il fatto che i tuoi occhi cambiano colore.” Aqua sbattè le palpebre e altre gocce di sangue le rigarono le guance. “Brucia?” Lei annuì, gli occhi lucidi. “Perché sta facendo così?” chiese osservando il fenomeno.

“Dai qui,” disse e prese la spada nera dello spadaccino. Poggiò la punta della lama contro la tempia e il Sigillo prese forma sull’occhio della ragazza. Un serpente dall’inquietante ghigno era comparso nel centro dello strano ghirigoro. Si stava mangiando la coda e le sue fauci addentavano la sua stessa carne proprio da dove colava il sangue. La luce del Sigillo, una volta blu, era stata adulterata dal rosso e dal nero. “È un conto alla rovescia,” spiegò Aqua anticipando la domanda dello spadaccino.

“Per cosa?”

“Lo sai già per cosa,” rispose con spaventosa serietà.

“E si può fermare?”

“No.”

“Aqua.” Zoro prese coraggio. “L’altro giorno non scherzavi quando dicevi che saresti morta?”

Lei si limitò a fissarlo in silenzio. Gli occhi color del ghiaccio freddi come la pietra.

“Rispondi!” La prese per le spalle.

“La risposta già la sai. Già sai tutto riguardo a questo.”

“No Aqua, ti sbagli, io non so un bel niente!”

“È che non ti ricordi, ma sai già tutto.” Detto questo, l’Antico si alzò e riprese a camminare. “Comunque sappi che se potessi io lo fermerei.”

“Dimmi che non morirai.”

Aqua si bloccò ma non rispose. Spiegò le ali e prese il volo, lasciando Zoro con le sue domande.


 

***


Tictac, tictac, tictac.

“Il tempo scorre, Aqua.”

Tictac, tictac, tictac.

“Il Giorno sopraggiunge, senza pietà.”

Tictac, tictac, tictac.

“Io.... no... il tuo Destino ti aspetta.”

Tictac, tictac, tictac.

“Ma la domanda è: sei pronta?”

Tictac, tictac, tictac.

“Cosa farà questa volta il grande re Antico Laertecus?”

Tictac, tictac, tictac.

“Vuoi morire?” 

 

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: AngelSword