Note
iniziali
Ed ecco a voi il
nuovo capitolo di questa ff! :D
Togliendo i
giorni in cui non ho proprio potuto accendere il computer, ho impiegato
davvero
poco tempo a scrivere il capitolo, essendo anche più corto,
soprattutto rispetto
ai lunghi capitoli dell’altra mia ff in corso, “Tre
nuovi Alchimisti”.
Adesso vi
lascio! (sennò mi linciate XD)
Buona lettura!
^_^
-----------------------------------------------------------------------------------------------
A
thing to say
Capitolo
2:
Thank you
Un incubo. Un
terribile incubo.
Ecco
cos’era
quel momento per Riza Hawkeye. Un momento che pensava non sarebbe mai
arrivato.
E’
vero, glielo
aveva promesso. Ma non
si sarebbe mai immaginata di
arrivare davvero a quel punto.
Ed
ora era lì. A puntare la pistola alla testa di Roy Mustang.
E anche se era un Roy Mustang folle di rabbia,
era pur sempre lui.
Si fece forza e
provò a calmarlo. «Colonnello,
non le permetto di
uccidere Envy. Ma questo
non significa che abbia
intenzione di lasciarlo in vita. Mi occuperò io di lui.»
Il cuore nel petto della bionda batteva così forte che
sembrava volesse
scoppiare.
«Alla
fine ce l’ho
fatta! Sono riuscito a prendere quel bastardo!»
urlò il moro. Quasi un ringhio, che fece aumentare la
paura di Riza. Paura di dover sparare.
«Sì,
lo so
quello che prova, ma ora ascolti!» lo interruppe lei, quasi
con foga, mentre la
mano che teneva la pistola -la
mano del grande
cecchino “Occhio di Falco”- cominciava a tremarle
involontariamente.
La bionda
continuò: «Ucciderlo…
non aiuterebbe il suo paese o i
suoi amici… servirebbe soltanto a soddisfare il suo odio
smisurato. E questo la
indebolirebbe…»
Aveva bisogno di una forza enorme per
riuscire a parlare, mentre il cuore le batteva così forte
che pensò che il
suono potesse rimbombare in quel buio corridoio. «Mi creda,
mi dispiace molto,
Colonnello, ma non posso lasciare… che lei si abbassi a quel
livello… »
disse lei, mentre abbassava lo sguardo. Le dispiaceva
davvero, perché lo capiva. Quell’essere aveva
portato via il suo migliore
amico, lasciando una moglie sola e una figlia orfana di padre. Molto
probabilmente, lei avrebbe fatto lo stesso, e non le sarebbe importato
poi più
di tanto. Ma non poteva fare in modo che il Flame Alchemist si facesse
guidare
dall’istinto “come un animale”, come
aveva detto Scar.
Non poteva permettergli di distruggere con le sue stesse mani il suo
sogno. Il loro sogno.
Seguirono
momenti di silenzio che fecero stare Riza in ansia più che
mai. Ma non si sarebbe
mai aspettata ciò che il moro avrebbe
detto dopo.
«Se
desideri spararmi, fallo
pure.» La donna sgranò gli occhi, mentre
l’angoscia l’assaliva:
ma che stava dicendo
quell’uomo? Lei stava facendo tutto questo per fermarlo, per fermarsi,
e lui…
«Anche
se…»
continuò il moro, la voce più tranquilla,
«dopo che mi avrai levato di mezzo…
che farai?»
Riza
sospirò.
Glielo aveva già detto, perché adesso glielo
stava chiedendo? Forse non aveva
capito… in effetti, era stata un po’ sibillina.
Rimase un attimo in silenzio,
cercando delle parole che fossero chiare, ma non precipitose. «Non avrei ragione di
passare una vita spensierata in
solitudine. Perciò, una volta finita questa battaglia,
cancellerei da questo
mondo il mio corpo colmo di pazzia assieme a quello dell'Alchimista di
Fuoco.»
Roy
digrignò i denti.
Non poteva essere vero! Quindi…
aveva capito bene… si
sarebbe addirittura tolta la vita… No. Non poteva
permetterglielo. In nessun
modo. E poi le aveva fatto una promessa: avrebbe cercato in tutti i
modi di
eseguire quell’ordine che lui stesso aveva dato. E non poteva
disobbedire
facendosi sparare da lei, tutto per colpa del suo stupido istinto e
della
rabbia che aveva dentro!
Infuriato con sé stesso,
lanciò rabbiosamente una fiammata in un corridoio
laterale. Fece un sospiro rilassò le spalle. «Non
lo posso accettare… e non posso…
sopportare l’idea di perderti…»
sussurrò lui, mentre
abbassava lo sguardo. Alla sola idea di perderla, ebbe una fitta al
cuore.
Ed,
Envy e Scar, intanto, guardavano in silenzio la scena. E il biondino si
rese
conto di quanto forte fosse il loro legame: erano bastate quelle frasi
del
Tenente Hawkeye per farlo calmare. E quelle parole, soprattutto, non
erano
falsità, stupide scuse per fare cambiare idea al Flame
Alchemist… no, lei stava
dicendo la
verità. Lo si
leggeva negli occhi della donna, quegli stessi occhi che li aveva
sempre visti
trasmettere lucidità e fermezza, e che ora, invece, erano
colmi di paura, di
dispiacere… di tristezza.
«Accidenti,
in
che razza di situazione mi trovo…»
continuò il moro con tono dimesso. «Un ragazzino
mi rimprovera… un uomo che un tempo era mio nemico mi fa la
paternale…» disse
riferendosi rispettivamente a Ed e a Scar.
«E ancora
una volta… tu» disse voltandosi verso la donna
«soffri per causa mia… ». Si
stava rivolgendo a lei considerandola semplicemente Riza Hawkeye, non
il suo
Tenente.
La bionda
sgranò
appena gli occhi, sia per parole dell’uomo che per
suoi occhi colmi di tristezza.
Roy
sospirò:
«Sono solamente un grandissimo idiota…».
S’avvicinò,
per
poi posare la mano guantata su quella della bionda, che impugnava la
pistola,
abbassandola: «Mi dispiace davvero…».
Il moro si
sedette a terra, nel tentativo di calmarsi definitivamente, mentre si
chiedeva
come avesse potuto farle fare
quel gesto che, se lo
sentiva -o forse, in fondo, lo sapeva- lei trovasse orribile.
Riza, intanto,
vedendo che il suo superiore si era finalmente fermato,
sospirò e si accasciò a
terra, sollevata. Aveva avuto una paura tremenda. Paura di dover
davvero
premere quel grilletto.
I loro sguardi
si sollevarono e, per un solo attimo, s’incrociarono. Si
sorrisero appena e,
attraverso lo sguardo, si ringraziarono reciprocamente.
Lei lo
ringraziò
di essersi fermato, di non aver seguito l’istinto, di aver
mantenuto la
promessa di non morire.
Lui la
ringraziò
semplicemente di esserci sempre.
----------------------------------------------------------
Note
finali
Un paio di note
finali su questo capitolo:
1. I dialoghi
che ho usato sono quelli del doppiaggio italiano di FMAB (ho trovato un
sito dove scaricarli, e
poi li ho copiati pari pari).
Solo uno non è del doppiaggio italiano: quello che
Riza dice quando Roy le chiede cosa avrebbe fatto dopo che lui sarebbe
morto.
La versione che ho usato l’ho trovata in una traduzione del
manga che avevo
scaricato. Il significato di fondo
è lo stesso, ma mi
piaceva di più questa versione… insomma, la
trovavo più “Royaiosa”!
*w* XD (sono pazza, lo so, sopportatemi XD)
2. Quando alla
fine ho scritto che entrambi si guardano negli occhi e si
sorridono… è un pezzo
che mi sono inventato. Ma
quando ho visto quella
scena, immaginavo che sarebbe successo (oddio, nella mia testa
c’era anche la
versione con abbraccio e bacio, a dirla tutta…. u///u).
Nella versione originale non c’è (peccato….
ç_ç), ma visto
che qui cambio appena le cose (e io volevo che
accadesse), ce l’ho messo u.u
In questo
capitolo ho provato a parlare dei sentimenti che Roy e Riza provano in
quel
momento. Non so se ci sono riuscita, ma almeno ci ho provato, cosa che
desideravo da un po’ ^_^
Riguardo l’intera fan fic, ho deciso come
dividere le varie parti in cui è suddiviso (non so se vi
ricordate, ma l’avevo
scritto tra le note del capitolo scorso): con il testo di una canzone.
In
pratica: verso la fine dell’ultimo capitolo di ogni parte,
metterò un pezzo di
una canzone che, in qualche modo, c’entra con il momento o coi
loro sentimenti. Così la suddivisione sarà
più chiara. ^_^
Prima di
lascarvi, ringrazio tutti coloro
che hanno messo la
storia tra le seguite/preferite/ricordate e che hanno commentato il
primo
capitolo, sia su EFP che su DeviantArt: GRAZIE! (_ _)
Al prossimo
capitolo! ^_^