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Autore: Beautiful Disaster    15/07/2011    3 recensioni
Sarebbe stata una serata come tante altre se non avessimo finito così tardi, tra un bis, una birra di troppo, quattro chiacchiere, magari una canna e poi ognuno per la sua strada, ognuno a casa propria, dalla persona che si ama che ti aspetta sotto le coperte e ti accoglie con un sorriso tra le sue braccia o dal proprio cane che ti accoglie scodinzolando… o da un’altra birra nel frigo di casa mentre le tue amiche dormono già e tu ti siedi davanti alla tv… ecco, questo è decisamente il mio caso.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Caro Diario,
non mi importa un fico secco della parola di un ortopedico poco più che trentenne: io stasera ballo. E, per la cronaca, non era nemmeno carino.


“Davvero stai andando al lavoro?” Chloe non è per nulla contenta ma sa benissimo che non potrà fermarmi se vorrò andare. Non le rispondo mentre preparo il borsone con il ricambio per il dopo serata. Ma lei non demorde, mi segue e continua a ripetermi la domanda all’infinito. “Ci andrò comunque, qualsiasi cosa tu possa dire. Quindi perché non vieni con me?” dopo la durezza gli occhioni dolci ed è fatta… so come prenderla. “Mi lascio sempre abbindolare…” mi guarda con la sua solita aria di rimprovero, poi sorride ed è come se accontentarmi la rende felice, in parte. Siamo davvero agli opposti, lei è più giovane ma è molto più matura e posata, anche se la sua ingenuità le occlude molte strade e gliene apre altre poco consone spesso e volentieri. Ma è una persona determinata,.. fossi stata io al suo posto a fare colloqui dalla mattina alla sera e non essere assunta davvero avrei iniziato a drogarmi. “Va bene, verrò con te ma non so se riesco a rimanere fino alla chiusura, sto già morendo di sonno” dice sempre così, ma poi mi aspetta e mi aiuta anche a mettere a posto la mia roba nei camerini.
 
La strada da casa al ‘Babilon’ sembra più lunga del solito. Mi soffermo a guardare fuori dal finestrino, le palme scorrono l’una dietro l’altra, umide di quell’afa che sta iniziando a calare sulla città degli angeli già a metà Giugno e gli skater improvvisano acrobazie da far rabbrividire Oudini. Il sole sta tramontando e le stelle iniziano a fare capolino, riesco già a sentire il tintinnio dei bicchieri di Roxanne al bar e le prove di Steve al mixer e per la prima volta da quando lavoro al night non vedo l’ora di metterci piede. E occhio. Primo tavolo a sinistra, quello con la visuale migliore al palo decentrato.. sono sempre lì, almeno quando lavoro io, a meno che non abbiano qualche concerto. Non so se prima di sei mesi fa erano clienti abituali, credo di si, la confidenza tra loro e Mike è tanta e conoscono praticamente ogni mosca che vola lì dentro.
“Dak, mi stai ascoltando?” Chloe interrompe il flusso sconnesso dei miei pensieri. Non è la prima volta che mi capita di non sentirla parlare e le cerco sempre la scusa delle orecchie abituate al fracasso. E lei fa finta di credermi, fino ad oggi. “Basta pensare a quel tizio, vai da lui e parlagli” le risa incontrollate superano ogni mia aspettativa, vengono fuori come se qualcuno avesse raccontato la barzelletta più esilarante mai sentita. Io non andrò mai da lui, non gli darò mai questa soddisfazione. Sono i clienti che vengono da me, non è il contrario. Devo solo aspettare. “E’inutile aspettarlo, sai come sono fatte le star, non farà mai il primo passo!” grazie, proprio quello che volevo sentirmi dire. Ma è quello che penso anche io. Ed è dannatamente vero, dal primo momento ho creduto di impazzire guardando i suoi occhi e da quel preciso istante ho capito che avrei solo potuto guardarli da lontano. Per il momento… e non so nemmeno perché queste convinzioni mi si accavallano opposte e intriganti nella mia mente.
 

XXX

 
“Ciao! Sei uno schianto lo sai?” mi stritola da morire la mia Roxy, l’unica che riesce coi suoi drink a dimezzare lo stress e la fatica. Bella, bionda e vulcanica, la regina del Babilon. Troppe file di bei ragazzi che prendono i drink invece di guardare le ragazze seminude sul palco e non è un caso signori. Mi porge il mio solito Malibù e coca di inizio serata e la ringrazio con un sonoro bacio. Lui non c’è ancora, il tavolo è vuoto e non c’è nemmeno il segnaposto con la prenotazione. Non ballerò sulla mia stramaledetta caviglia slogata senza un buon motivo stasera.
 
Chloe mi accompagna in camerino, ha già notato il mio volto scuro ma non mi chiede nulla e per questo la ringrazio… riesce sempre a capire quando è il momento di parlarmi e quando invece è meglio tacere. Metto la borsa nell’armadietto mentre la reginetta delle ballerine è già arrivata, si sentono le sue urla lamentose al di là dei pannelli. Audrey, tanto bella quanto stronza, la veterana del locale, balla qui da quando aveva diciotto anni… a volte mi chiedo se è nata così o se lo è diventata alla luce di qualche circostanza a me sconosciuta. La sua vestaglia rosa semiaperta sventola a causa del suo passo veloce, mi siede di fianco e, come al solito, nemmeno un saluto tra di noi. Non che sia mai successo qualcosa… non ci piacciamo, tutto qui. Per lo meno apprezzo la sua onestà e la sua coerenza. Lancia il pennellone del fard sullo specchio, cerco in tutti i modi di far finta di niente ma non è proprio serata per me e non mi serve altro su cui sclerare. “Potresti, per piacere… rilassarti?!” la mia voce trema dai nervi e Chloe assiste divertita all’ennesimo battibecco. Dice che dovremmo fare teatro insieme. “Ho colpito il tuo specchio?? No! Il mio!” continua a gettare trucchi ovunque, getta anche un’asciugamani all’indietro che Chloe afferra prontamente, mi guarda e trattiene una risata, poi mi fa un cenno e torna in sala. Probabilmente farà compagnia a Roxy finché non finisco la mia esibizione… solo una, ecco il compromesso che ho trovato con me stessa e la mia caviglia dolorante. “Accidenti!” urla la mia cara collega mentre si alza e inizia scalciare tutto quello che si trova davanti. “Si può sapere che succede??” mi guarda inviperita e ride di un sorriso avvelenato e smorzato da un urletto isterico. “Succede che Mike ha tagliato il mio numero!” sempre colpa sua. a me ha rovinato la giornata, a lei la serata. Il nostro coreografo, per l’appunto. A Audrey non è mai andato giù e, in un certo senso, posso capirla… alla luce dell’esperienza potrebbe essere lei a fare da coreografa a lui. E anche al suo fidanzatino Stewart, il proprietario del locale. Non è facile trattare con due donnine invidiose di te, del tuo corpo e della tua professione, non è per nulla facile e quei due… non si tollerano, riuscirebbero a tirar fuori l’animale che è in Gesù.
 
Tonight I’ll be your naughty girl, I’m calling all my girls
We’re gonna turn this party out, I know you want my body.
 
Lo sapevo che ti avrei trovato lì poco prima dell’inizio del mio numero, non so perché ma lo sapevo. Il mio palo è lì, ad un centimetro da te, lo faccio mio, lo accarezzo. Bevi il suo drink e mi guardi, sto impazzendo. Voglio sentire il mio nome uscire dalle tue labbra, voglio i tuoi occhi dentro i miei stanotte. Ridi, guardi tuo fratello, dici qualcosa poi torni a guardarmi. Odio il tuo modo di fare così arrogante e altezzoso… e odio il fatto che non mi hai mai rivolto la parola. Cosa ti passa in quella testa? Un dollaro per saperlo. O forse non basta… una parola mi basterebbe per capire. No, non per capire te ma per capire me.
 
Uno strano rumore e la caviglia si blocca, il mio caro palo diventa sostegno di una gamba che non mi regge più. Mi viene quasi da piangere quando Mike viene sul palco per aiutarmi ad uscire. Non ho mai pianto tanto in vita mia e adesso sono io a gettare per aria tutto ciò che trovo nel camerino… non è possibile, no no non stasera! Chloe mi raggiunge, si siede accanto a me e mi accarezza la testa. “Dai, forse è meglio così, almeno devi per forza stare a riposo” mi dice alzando le spalle. Forse ha paura di una mia reazione esasperata ma non l’avrà perché ha assolutamente ragione. Che scema sono stata, fare i salti mortali per venire qui e poi? Le sorrido ed è un tantino sollevata. Nel frattempo arriva Audrey tutta un sorriso, si siede e scioglie i capelli nella sua migliore mossa vamp. “Il mio numero è stato ripristinato, sai c’è un buco…” fa cenno alla mia caviglia “Comunque guarisci presto” mi da due pacche sulla testa e corre sul palco. Chloe mi guarda, sa che da un momento di ritrovata calma potrei esplodere di nuovo ma è fortunata, non ho proprio voglia di arrabbiarmi, non ho voglia di litigare e nemmeno di stare lì rinchiusa.
 
Ci avviciniamo al bancone dove Roxy sta servendo un ragazzo niente male, tratti orientali, capelli raccolti in un toupè, canotta nera e pantalone militare. Un bocconcino. Lei ammicca, gli passa una birra e chiacchiera sotto gli occhi invidiosi degli altri clienti che fanno la fila principalmente per incrociare il suo sguardo e sfiorare le sue mani tra un bicchiere e l’altro. Il caro Shannon si avvicina al banco, ci saluta galantemente e ci offre da bere. Accidenti se è bello, porta gli occhiali da sole… sarà l’influenza delle sue ultime amicizie targate CB7, non so. Il fatto è che decisamente preferisco guardarlo negli occhi.
E mi fa ridere quando mi saluta con un baciamano, non è per niente galante e non è il tipo da queste cose è più il tipo da ‘ti afferro il fianco, ti tiro verso di me e ti bacio’… la guancia, ovvio. Non che non abbia mai fatto pensieri sconci sul suddetto, ma adesso ho davvero altro per la testa. E per gli occhi. Dio mio. Audrey sta facendo il suo numero ed è molto più motivata del solito. Balla con una grazia divina, sensuale come la notte e profonda come l’oceano. Scende sulle ginocchia, risale sorride mentre i capelli le ricadono sul viso. E lui la guarda, lui le sorride, lui le parla. Ha avvicinato la sedia al palco, ha assunto la postura di chi si sta godendo lo spettacolo. Dovevo rimanere a casa, cazzo. Chloe si accorge di tutto, anche Roxy e senza che ne abbiamo mai parlato sanno. E Shannon… credo che da tempo ormai faccia finta di non capire.
Sanno quello che adesso c’è nei miei occhi ma poco possono sapere di quello che c’è nel mio cazzo di cuore che improvvisamente sta per esplodere e non capisco il perché. Gelosia. No, non se ne parla. Rabbia. Ecco già ci siamo… una giornata storta, come tante altre… storta e impossibile da raddrizzare, una di quelle giornate che devono finire davanti la tv con una vaschetta di gelato. La confusione mi offusca la vista, tutto quello che so è che voglio andare via.
   
 
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